Charlie fa sci - by Exibart.com

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Charlie fa sci - by Exibart.com
24 gennaio 2017 delle ore 06:05
Charlie fa sci
Charlie, maledetto bastardo, che ti beffi dei morti italiani. Ma vi ricordate con quale stomaco
risposero al massacro del 7 gennaio 2015 quelli del "giornaletto" francese?
Partiamo da un paio di punti fissi: Charlie
Hebdo non è un giornale umoristico. Chi pensa
che le vignette pubblicate dal settimanale
francese siano fatte per "far ridere" prende una
bella cantonata. Doveva essere piuttosto chiaro,
visto che i suoi redattori - un paio d'anni fa - i
disegni li hanno pagati con il piombo addosso.
La satira, quella vera, è un'irrisione molto
spesso cruda e violenta, senza sconti. Quella
che tanti oggi confondono con "satira" è
imitazione, è il vecchio "Bagaglino", è comicità
più o meno raffinata, è gag. La satira molto
spesso fa arrabbiare: vi ricordate i casi di Sabina
Guzzanti? E la sospensione di Daniele
Luttazzi? Perfino la criminologa Roberta
Bruzzone si guardò bene dall'applaudire la
comica-imitatrice-attrice Virginia Raffaele che
la impersonava mettendone in risalto i tratti più
marcati. La satira, quando ti coinvolge, non fa
molto ridere. Nelle ultime ore Charlie Hebdo fa
scandalo di nuovo perché ritrae la morte sotto
le vesti di nera signora a bordo di un paio di sci
che scende da una montagna bianca con un cielo
rosso sangue sullo sfondo. Ma perché ce la
prendiamo tanto? Davvero non abbiamo altri
argomenti sulla vicenda se non quello del
sentirci offesi, derisi? E tutti a gridare allo
scandalo, da Salvini in giù, quando ancora sui
media italiani si cercano colpe, tra allarmi
sottovalutati e affini. Questa realtà invece non
è scandalosa? E a quelli che dicono "Noi siamo
stati Charlie e loro non sono Rigopiano"?
Ricordate cosa misero in copertina il 15 gennaio
2015, una settimana dopo l'attentato? C'era il
profeta Maometto, e la didascalia era "Tout est
perdonné", Tutto è perdonato. Qui non si tratta
di perdonare, ma solo di continuare a lavorare
e sperare di trovare qualcun altro di vivo sotto
la neve e le macerie, senza disperdere energie
in comodi j'accuse che dicono "noi poveri, loro
bastardi" contro il giornale più irriverente, e
spesso crudele, d'Europa. Perché in fondo
Charlie è Charlie, e va bene così. Anche questa
è libertà. E in fin dei conti Charlie, con le sue
vignette, si è solo scavato la fossa da solo. O vi
piace solo quando offende gli islamici cattivi,
il Papa o Donald Trump? (MB)
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