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Cap. V
IL TAPPETO ERBOSO
Generalità.
Il tappeto erboso, componente orizzontale di un giardino, è una struttura vegetale che deve durare molti anni
per cui qualsiasi errore fatto all’impianto potrà essere corretto in futuro solo con notevoli difficoltà tecniche o
costi elevati. Sarà necessario pertanto porre particolare attenzione all’esecuzione dell’impianto del prato.
Innanzitutto le superfici destinate a prato devono consentire all’erba di ricevere la maggiore quantità possibile
di radiazione solare in modo che il tappeto erboso si presenti sempre rigoglioso e omogeneo. E’ sconsigliabile
perciò destinare a prato le zone ombrose, gli angoli molto umidi e le zone poste sotto la chioma dei grandi
alberi.
Per limitare gli oneri manutentivi è opportuno inoltre evitare la semina del tappeto al limite di selciati rialzati,
cordoli, prossimità dei muri e nelle zone dove il taglio dell’erba risulterebbe molto lento e difficoltoso come le
strisce di terreno o i bordi molto stretti (larghezza < 1 m) dove è consigliabile l’uso di tappezzanti.
Per quanto riguarda la forma del tappeto erboso dipende dai vincoli esistenti nell’area verde (es. presenza di
vialetti, di masse di vegetazione,….); forme regolari (quadrate o rettangolare) sono le più facili da mantenere,
tuttavia ad eccezione di giardini formali, sono meno armoniche di quelle con linee curve morbide.
ORNAMENTALI (Fig….): sono quelli sorti come ornamento e abbellimento di giardini, parchi
pubblici e privati, aree verdi industriali o adiacenti ai complessi industriali, e altre aree a ridotto
calpestio.
RICREAZIONALI (Fig….): vengono realizzati in zone verde pubbliche destinate ad attività
ricreativa come scuole, quartieri residenziali, aree uso pic-nic,…. Devono sopportare un intenso
TIPI DI
calpestio.
TAPPETI SPORTIVI (Fig….): campi da calcio, da golf, da tennis. Nel caso di campi da calcio devono
ERBOSI
essere ben livellati in superficie (per evitare danni ai giocatori e rimbalzi irregolari del pallone),
resistenti al calpestio e fitti e di color verde brillante. Un tappeto erboso sportivo per essere
mantenuto, nelle condizioni climatiche italiane, in uno stato ottimale non dovrebbe essere usato
per più di 8 - 10 ore settimanali.
TECNICI (Fig….): si creano per sistemare scarpate, argini, dighe in terra,.., in modo da ridurre
l’azione erosiva dell’acqua piovana e rendere più gradevole l’impatto visivo dell’opera. Per la loro
costituzione si dovranno privilegiare specie autoctone, rustiche, resistenti alla siccità e ai
parassiti, ad alta velocità di insediamento e ad alto potere ricoprente, con un apparato radicale
profondo e robusto.
Benefici della copertura erbosa.
a) effetti positivi sulla psiche: il prato, unitamente agli altri elementi del verde, contribuisce alla
salvaguardia della salute mentale e fisica. E’ noto come poeti, pittori, artisti di ogni epoca hanno
spesso cercato la tranquillità tra grandi distese o angoli verdi ritagliati nelle città, per stimolare il loro
intelletto e per rilassarsi dopo lo sforzo creativo. I pazienti recuperano più rapidamente in ospedali
posti in ambienti paesaggisticamente più attraenti piuttosto che in nosocomi costretti da muri o edifici
adiacenti.
b) Riduzione, insieme alle altre componenti del verde, dell’inquinamento acustico: favorendo nel
contempo la presenza e l’ascolto dei suoni naturali piacevoli come ad es. il canto degli uccelli.
c) Migliora la qualità del tempo libero: favorendo le attività sportive e ricreazionali. Recentemente i prati
sono diventati il palcoscenico ideale per svariate attività culturali, da spettacoli a concerti dal vivo a
veri e propri musei all’aperto o luoghi di ambientazione di strutture scultoree e pittoriche, che il
visitatore osserva seguendo un percorso verde attentamente studiato. All’interno di spazi verdi
vengono collocati “percorsi salute” con attrezzature per eseguire svariate attività motorie. Per i più
piccoli sono collocate attrezzature per il gioco. Compatibilmente con gli spazi a disposizione,
dovrebbero essere previste zone verdi dove gli animali domestici (cani e gatti) possano muoversi
liberamente ed espletare in modo più pulito le loro funzioni fisiologiche.
d) Effetti sulla fauna selvatica: la presenza di prato unitamente alle piante consente la presenza di fauna
selvatica (scoiattoli, uccelli,…) anche in ambienti fortemente antropizzati.
e) Effetti sulla qualità dell’aria: attraverso l’assorbimento di inquinanti vari, il controllo della temperatura
(attraverso la traspirazione), l’assorbimento della CO2 e il rilascio di ossigeno (attraverso il processo
fotosintetico).
f) Miglioramento delle riserve idriche sotterranee: il manto erboso trattenendo l’acqua piovana favorisce
la sua infiltrazione nel suolo per rimpinguare le falde profonde e, nel contempo, riduce o annulla i
rischi dello scorrimento superficiale e dell’erosione idrica.
g) Riduzione degli effetti negativi del calpestio.
h) Miglioramento delle proprietà biologiche del suolo poiché grazie alla sostanza organica che apporta
favorisce la proliferazione della flora microbica tellurica.
Realizzazione di un tappeto erboso.
Una volta progettato sulla carta il tappeto erboso va realizzato nel luogo prescelto eseguendo una serie di
interventi che, in sequenza, sono:
1)Preparazione del terreno
A seconda delle condizioni in cui si presenta il luogo ove dovrà sorgere il tappeto erboso la preparazione del
terreno potrà comprendere le seguenti operazioni:
a) Pulizia dell’area (Fig….):
• decespugliamento e disboscamento;
• spietramento;
• dissodamento;
• movimenti terra.
b) Livellamento (Fig….): è importante per eliminare eventuali avvallamenti che potrebbero creare pericolosi
ristagni superficiali. Con il livellamento si può conferire una certa pendenza superficiale vantaggiosa per
favorire il deflusso delle acque piovane in eccesso verso i fossetti di scolo posti ai lati (per i campi da calcio la
max pendenza ammessa, dal centro verso i lati, è dello 0,5 %, pari a 0,5 cm per ogni m di lunghezza).
c) Sistemazione idraulica del suolo (drenaggio e affossatura) (Fig….): questa è particolarmente importante per
i suoli argillosi dove si potrebbero avere ristagni idrici. Per il drenaggio si ricorre a dreni di plastica, spiralati e
forati, rivestiti di fibra di cocco, che vengono piazzati a profondità variabile con la permeabilità del suolo ma in
genere compresa tra 30 - 60 cm, a distanze di 3 - 10 m in relazione alla tessitura del suolo e con pendenza
costante non superiore all’1 %.
d) Correzione della composizione fisica (tessitura e struttura): il terreno ideale per un tappeto erboso è quello
di medio impasto, profondo e ben strutturato. Nella realtà le situazioni possono essere molto diverse perché
potremo trovarci di fronte a terreni troppo compatti come quelli argillosi (> 35% di argilla) e limosi (> 30 % di
limo), o troppo sciolti come quelli sabbiosi (> 80 % di sabbia). Nel primo caso (terreni pesanti) si può apportare
sabbia (circa 0,5 - 1 m3/100 m2) e letame (ammendante), nel secondo caso (terreni molto sciolti) si può
apportare torba (1,5 m3/100 m2) e letame.
e) Correzione della composizione chimica (pH, contenuto di nutrienti): se dall’analisi chimica risulta delle
situazioni anomale bisogna provvedere a correggerle.
Tenuto presente che la maggior parte delle graminacee pratensi vuole un pH intorno a 6 bisognerà intervenire
con opportune correzioni quando la reazione è su valori molto diversi (se il nostro terreno è troppo acido si
corregge con apporti di calce, se è troppo alcalino si aggiunge gesso).
Se il terreno è povero di sostanza organica e macroelementi poco mobili (es. P, K) si potrà intervenire con
apporti adeguati con concimazioni di fondo (organiche e minerali) prima della lavorazione principale.
f) Diserbo: nel caso che il terreno che dovrà ospitare il prato sia infestato da rizomatose di difficile
eradicazione meccanica o manuale, si può intervenire con un intervento diserbante con Gliphosate almeno 15
- 20 gg prima della lavorazione principale.
2) Preparazione del letto di semina
Comprende una serie di lavorazioni principali (oggi si propende per la tecnica di lavorazione a due strati che
prevede una rippatura profonda 60 - 80 cm e una aratura superficiale a 25 - 30 cm) e una serie di lavorazioni
complementari (erpicature con erpici a dischi o rotanti; rullature specie nel caso di suoli molto soffici) in modo
da preparare un perfetto letto di semina.
In occasione della lavorazione principale si possono eseguire le correzioni fisiche e chimiche e la
concimazione di fondo. È consigliabile eseguire la lavorazione principale durante l’estate in modo che il
terreno rimanga esposto all’azione degli agenti atmosferici per tutto il periodo autunno-invernale al fine di
favorire la formazione di una buona struttura.
Dopo la fresatura si depongono in apposite trincee i tubi per l’impianto di irrigazione e le canalette per
l’illuminazione.
Nel caso di parchi urbani dove vi è una intensa utilizzazione che causa compattamento del suolo e
diradamento dell’erba, può essere utile apportare prima della semina uno strato di 1 cm di sabbia silicea e
materiali vulcanici e uno strato di 1 cm di torba o sostanza organica.
3) Scelta del miscuglio
E’ una fase molto importante poiché da essa dipende molto spesso la buona riuscita e successiva gestione
del tappeto erboso. Per l’impianto di un prato si utilizzano varie specie di GRAMINACEE (dal latino Gramen =
erba) la cui scelta va fatta in base alle condizioni pedoclimatiche e alla destinazione d’uso del prato che si
vuole realizzare (prato ornamentale, ricreazionale, sportivo, tecnico).
Le leguminose trovano scarsissimo impiego e in ogni caso sempre in purezza mai in miscugli fra di loro o
peggio ancora con graminacee in quanto oltre al problema estetico dovuto alla difformità delle foglie, si
aggiunge l’azione soffocante esercitata sulle graminacee. Inoltre sono fragili e poco resistenti, scivolose in
caso di pioggia e perdono le foglie in inverno.
Poiché non esiste un’unica specie di graminacea che possegga tutte le qualità che si richiedono per il tappeto
erboso (resistenza alla tosatura bassa, alla siccità, al calpestio,…) si usano i MISCUGLI (in genere di 3 - 4
specie diverse) per compensare i difetti ed esaltare i pregi delle singole specie.
SAGINA SUBULATA: Cariofillacea perenne prostrata (H max 5 cm) con foglioline filiformi,
minute, lunghe pochi mm. (ricorda il muschio), con fiorellini bianchi in primavera. Il prato
si ottiene trapiantando piccoli pezzettini di piota (2 - 3 cm di Ø) in primavera inoltrata.
Richiede climi temperati e freschi, sopporta l’ombra e il calpestio moderato. E’ molto
usata per giardini rocciosi, sui bordi delle piscine……. Considera la bassa altezza non
richiede sfalci.
SPECIE PER
DICHONDRA REPENS: Convolvulacea perenne strisciante (h max 3 - 4 cm), stolonifera,
TAPPETI ERBOSI con foglie orbicolari - reniformi, verde - intenso. Vuole un clima mite (teme il freddo),
MONOSPECIFICI( resiste all’aridità; il prato di Dicondra è moderatamente calpestabile. Si sviluppa bene sia
Fig….)
al sole che a mezz’ombra. Si semina in primavera (10 g/mq di seme).
TRIFOLIUM REPENS NANISSIMUM (Trifoglio nano bianco): Leguminosa strisciante
nana (per cui richiede pochi sfalci) idonea per prati monofiti in terreni freschi e sciolti. Non
va mai usata in miscugli con graminacee poiché tende a sopraffarle. Sopporta un
calpestio moderato. È poco idonea per tappeti sportivi poiché d’inverno è fragile,
spogliante e scivolosa. Inoltre nel caso del golf ricopre la testa della mazza con una
pellicola vischiosa disturbando la battuta della pallina.
GRAMINACEE
MICROTERME
(T° ottimale di
sviluppo 15-25°C)
POE o FIENAROLE: tra esse la specie più usata è la POA PRATENSIS o FIENAROLA
DEI PRATI (la Poa trivialis o Fienarola comune e la Poa nemoralis o Fienarola dei boschi
si usano solo in casi particolari come terreni umidi o pesanti e prato sottochioma).
Rizomatose. (Fig….)
Buona resistenza al freddo.
Buona resistenza all’usura.
Positive Forma un cotico fitto e gradevole per la sua notevole capacità di
Caratteristich
espandersi con i rizomi. Ha foglie con lamina fine e punta a V (“a
e della Poa
barchetta”).
pratensis
Si presta per tagli bassi fino a 2 cm.
Scarsa resistenza alle alte temperature.
Non sopporta l’ombreggiamento.
Negative Non vuole un pH acido.
Lenta copertura del suolo per cui bisogna fare attenzione al
controllo delle infestanti.
FESTUCA ARUNDINACEA.
FESTUCA OVINA.
FESTUCHE
FESTUCA RUBRA o ROSSA è la specie più usata per la finezza
(Fig….)
della foglia e per il suo colore verde brillante sia in estate che in
inverno. Non è rizomatosa.
Pregi
Difetti
Resistenza al calpestio (> delle Poe e Agrostidi).
Resistenza alla siccità perché ha radici profonde.
Resistenza al freddo.
Non sopportano i tagli bassi sotto i 4 cm.
LOIETTI : si usa solo la specie LOLIUM PERENNE (loietto perenne o inglese) (Fig….).
Rapida germinazione e copertura del suolo.
Pregi
Protezione del tappeto erboso dalle infestanti per il suo rapido insediamento.
Elevata resistenza al calpestio.
Difetti Non sopporta i tagli bassi sotto i 4 cm perché cespitosa.
Non sopporta la siccità, il freddo e l’ombreggiamento.
AGROSTIDI
(Fig….)
Pregi
Difetti
GRAMINACEE
MACROTERME
(T° ottimali di
sviluppo tra
GRAMIGNA
(CYNODON
DACTILON)
(Fig….)
ZOISIE (Fig….)
AGROSTIS TENUIS (non stolonifera).
AGROSTIS STOLONIFERA =ALBA (stolonifera).
Formano un tappeto fitto e fino (adatto per golf e tennis).
Possono essere tagliate molto basse (1cm).
Tollerano moderatamente l’ombreggiamento.
Poco resistenti alla siccità (soprattutto la specie tenuis).
Sono soggette ad infeltrimento (per questo vanno tosate basse).
Rustica e adattabile.
Pregi Resistente al calpestio.
Resistente all’aridità.
Difetti Dormienza invernale (il prato assume in inverno un colore
grigio-paglierino poco gradevole).
ZOYSIA JAPONICA
ZOYSIA TENUIFOLIA
(entrambe sono stolonifere e rizomatose
e hanno dormienza invernale).
26 – 35 °C)
Pregi
Difetti
Sopportano meglio della Gramigna il freddo, l’ombreggiamento e il taglio
basso.
Lento insediamento.
Tardiva ripresa vegetativa primaverile.
Tab….. Caratteristiche delle principali Graminacee per tappeti erbosi
Specie
Prestazioni
Crescita Fittezza
Iniziale
Siccità
Freddo
Resistenza
Ombra
Calpestio
Agrostis stolonifera *
****
***
****
**
**
Agrostis tenuis
Festuca
arundinacea
Festuca rubra
comm.
Festuca rubra
rubra
Festuca ovina
Lolium perenne
Poa pratensis
Poa trivialis
Poa nemoralis
Zoysia japonica
*
**
****
***
**
****
**
**
***
**
***
***
Dose
seme
(g/m2)
15 25
15-25
25-35
Altezza
taglio
(cm)
1- 2
**
****
****
**
***
**
40-50
2-
**
***
***
****
***
**
40-50
3-5
**
****
*
*
*
*
***
****
****
***
*
***
***
**
***
*
***
***
**
***
****
***
****
*
**
*
*
**
***
***
***
****
****
**
*
****
40-50
30-50
25-35
25-45
25-45
30-40
2-4
3-5
1,5 - 3
1,5 - 3
2-4
1,5 - 3
1-2
4-5
3
Legenda: * scarsa; ** media; *** buona, ****ottima
La scelta del miscuglio più adatto dipende da diversi fattori tra i quali ricordiamo:
• dalle condizioni pedo-climatiche del sito;
• dall’uso cui è destinato il tappeto;
• dal fabbisogno di manutenzione e dalle esigenze colturali delle specie;
• dalla resistenza ai patogeni e ai parassiti;
• dall’adattamento all’ombreggiamento e al calpestio.
TIPO DI TAPPETO
ERBOSO
ORNAMENTALE
RICREAZIONALE
SPORTIVO
TECNICO
MISCUGLIO
% delle varie specie
Loietto perenne
Festuca rubra
Poa pratense
Agrostide tenue
Loietto perenne
Festuca rubra
Poa pratense
60 %
23 %
10 %
7%
40 %
30 %
30 %
Lolium perenne
Poa pratensis
Festuca arundinacea
Festuca rubra
Lolium perenne
Poa pratensis
Festuca rubra
Festuca arundinacea
30 %
20 %
40 %
10 %
20 %
10 %
30 %
40 %
utile per la sua rapidità e uniformità
per conferire resistenza al calpestio
dose bassa a causa della sua
aggressività.
tale % dovrà diminuire nelle aree a
minore calpestio a vantaggio della
Festuca rubra.
4) Semina e prime cure post-semina
• Epoca: la semina del prato può essere fatta in autunno (settembre - ottobre) per le specie microterme o in
primavera (aprile - giugno) per le specie macroterme. La semina autunnale è, dove è possibile (perlopiù
nei climi temperato - caldi), preferibile a quella primaverile poiché il neo-prato non viene soffocato dalle
erbacce dicotiledoni annuali che germinano nella buona stagione quando il neo-tappeto si è già affermato.
Nel caso di semina autunnale è consigliabile di non seminare troppo tardi per evitare i danni che il gelo
potrebbe arrecare alle piantine non ancora sufficientemente sviluppate.
• Modalità: in appezzamenti piccoli la semina si esegue manualmente a spaglio, preferibilmente in giornate
serene senza vento per favorire l’uniformità, mentre per grandi estensioni si ricorre a seminatrici
meccaniche. Contemporaneamente alla semina è consigliabile distribuire un geodisifestante contro le
formiche e altri insetti e un repellente contro gli uccelli.
• Dose di semente: la quantità di seme da impiegare dipende principalmente dalle specie utilizzate.
Considerato che è necessario seminare da 40000-50000 semi/m2 si può calcolare la quantità di seme per
mq dividendo l’investimento per m2 desiderato per il peso dei semi per grammo. Es. supponiamo di
utilizzare un miscuglio con 1500 semi per grammo e di ottenere un investimento di 45000 semi/m2
dovremo impiegare 30 gr di miscuglio per mq (45000:1500 = 30). Poiché di norma si utilizzano miscugli
preparati da varie ditte sementiere il problema della determinazione della giusta dose di semente si risolve
attenendosi alle quantità indicate sulle confezioni.
• La profondità di semina dipende dalle dimensioni dei semi prevalenti nel miscuglio (in genere 0,5 cm).
• Cure post-semina
Subito dopo la semina va distribuito un sottile strato (3 - 5 cm) di terriccio o di torba oppure si può passare
delicatamente con un rastrello per favorire l’interramento dei semi. Se il terreno seminato si presenta
particolarmente sciolto potremo intervenire con una leggera rullatura (usando un rullo leggero del peso max di
200 kg/ m2) per far aderire la terra ai semi in modo che entrino in contatto con l’umidità e possano iniziare a
germinare.
Durante la fase di germinazione e fino a che l’erba non sarà cresciuta di qualche cm occorre assolutamente
evitare di camminare sul terreno seminato.
Se dopo la semina non piove si dovrà effettuare con una certa delicatezza (per evitare costipamenti del suolo
o zone di ristagno idrico) una leggera irrigazione a pioggia per favorire la germinazione e l’emergenza delle
piantine senza creare ruscellamenti che spostano i semi a scapito dell’uniformità e senza creare crosta
superficiale per l’eccessiva azione battente dell’acqua irrigua. Ad eccezione del Lolium perenne (che è più
rapida) tutte le altre specie richiedono per germinare circa 20 gg.
Nel caso di infestazione massiccia di dicotiledoni annuali, specie nelle semine primaverili, si può intervenire
con un diserbo chimico selettivo.
5) Manutenzione del tappeto erboso
Affinché il prato erboso, una volta realizzato, possa mantenersi nel tempo richiede una serie di interventi
colturali.
a) Taglio o tosatura (Fig….): è una operazione fondamentale per garantire lunga durata e alta qualità al
tappeto erboso. Con la tosatura si impedisce inoltre alla graminacea che esce dal periodo invernale di salire a
fiore (che provocherebbe l’esaurimento precoce della pianta stessa) rimanendo sempre in fase vegetativa, e si
limita lo sviluppo di infestanti (specie di quelle a foglia larga).
Il manto erboso dovrebbe essere tosato regolarmente durante l’anno in relazione all’altezza raggiunta dalle
piante.
Il primo taglio del neo-prato va fatto ad una altezza superiore a quella di regime per evitare di estirpare le
giovani piantine con le lame del tosaerba. In genere la prima tosatura si effettua quando l’erba ha raggiunto
una altezza di 10 cm riducendola a 5 cm senza danneggiare il colletto e il primo internodo. In seguito, le
altezze di taglio varieranno in funzione :
• dell’uso del prato (0,5 nei green dei campi da golf; 3 - 5 cm nei campi da calcio e rugby, nei prati
ricreazionali e ornamentali; 8 - 10 cm negli ippodromi);
• alle specie impiegate (es. Festuca e Lolium non sopportano tagli bassi sotto i 3 - 4 cm); le Agrostidi (A.
stolonifera e A. tenuis), le Poe e la Festuca rubra tollerano tosature fino ad 1 cm dal suolo; le stolonifere,
in genere, possono essere tagliate più basse di quelle a portamento eretto;
• alla stagione (in piena estate o nel tardo autunno-inverno è bene aumentare l’altezza di taglio di 1 - 2 cm
per proteggere il cuore del cespo rispettivamente dai raggi solari troppo caldi o dalle temperature troppo
rigide);
• all’ambiente in cui vegetano: negli ambienti ombreggiati il taglio va fatto più alto per favorire la fotosintesi;
• dalla presenza di infiorescenze.
In ogni caso è consigliabile ad ogni taglio non sopprimere più di 1/3 dell’altezza totale della vegetazione per
evitare l’indebolimento della pianta e la sua esposizione ai raggi solari col rischio di scottature.
La frequenza del taglio varia in relazione all’intensità di crescita delle piante e all’uso del tappeto erboso. Nei
periodi di intensa crescita (circa 1 cm al giorno) le frequenze di taglio possono variare dai 2 - 3 gg per i green
da golf, ai 5 - 6 gg per tappeti ornamentali e sportivi, a 8 - 10 per tappeti estensivi. Come regola generale è
sempre meglio tagliare poco ma spesso, possibilmente prima della fioritura per evitare la dispersione di polline
che potrebbe causare problemi alle persone allergiche. E’ consigliabile inoltre non tagliare l’erba bagnata per
evitare lo scalping (impastamento delle lame e scotennamento del manto erboso), per ridurre i tempi di lavoro
e per evitare la diffusione di eventuali malattie. Sotto questo punto di vista è preferibile tosare il prato nella
tarda mattinata o nel pomeriggio quando è asciutto.
Per la tosatura del prato si possono utilizzare vari tipi di tosaerba a taglio rotativo, elicoidale e flagellante (con
flagelli ruotanti su di un piano verticale). Per avere degli ottimi tagli bisogna operare a basse velocità di
avanzamento (< 10 Km/h), evitare brusche manovre durante le svolte o le inversioni di marcia, e aver
controllato che gli organi di taglio siano ben affilati e taglienti per non “strappare” l’erba.
Prima del taglio bisogna sempre controllare la superficie del tappeto per rimuovere oggetti metallici, pietre,
rami ed altri oggetti che potrebbero danneggiare le lame del tosaerba. Inoltre usando tosaerba rotativi c’è
pericolo di lanciare oggetti solidi a forte velocità e a considerevole distanza, col rischio di causare danni agli
operatori o a terzi.
Eseguendo la tosatura con una falciatrice a lame elicoidali e procedendo in senso “avanti e indietro” si ottiene
l’effeto a strisce in “chiaro e oscuro” tipico dei campi sportivi.
L’erba sfalciata può essere lasciata sul prato (per ridurre l’evapotraspirazione, per restituire al terreno un po’
di sostanza organica derivante dalla decomposizione del feltro e per svolgere una certa azione protettiva dai
raggi solari per i cespi rasati) ma più frequentemente viene raccolta in appositi cestelli e allontanata per scopi
funzionali, igienici (possibilità di sviluppo di malattie al manto erboso) ed estetici.
b) Irrigazione: ha lo scopo di colmare le perdite idriche per evapotraspirazione in modo che il manto erboso
possa svolgere regolarmente l’attività fotosintetica.
In condizioni di carenza idrica la pianta tende a chiudere gli stomi, blocca la fotosintesi e l’accrescimento,
appassisce ingiallendo le foglie per scomparsa della clorofilla e infine avvizzisce e muore. La sensibilità alla
carenza idrica varia in relazione al tipo di graminacea utilizzata (es. la Gramigna e la Festuca arundinacea
sono resistenti alla siccità mentre il Loietto inglese e le Agrostidi sono più sensibili). Per eseguire una corretta
irrigazione è molto importante usare acqua di ottima qualità (salinità intorno a 650 ppm, pH neutro, non dura,
esente da inquinanti come metalli pesanti, detersivi.., priva di alghe o di contaminazioni batteriche, non
torbida) la cui temperatura deve essere il più possibile vicino a quella del terreno. Per tale motivo in estate
l’irrigazione va eseguita all’alba o al tramonto; in primavera invece è preferibile la tarda mattinata (in questa
stagione è sconsigliabile irrigare la sera sia perché durante la notte potrebbe verificarsi una gelata tardiva e
sia perché l’acqua tende a rimanere a lungo sopra le foglie favorendo lo sviluppo di patogeni).
Durante l’estate non conviene irrigare durante le ore più soleggiate per evitare: stress termici e perdite di
acqua per evaporazione, e l’effetto lente delle gocce rimaste sopra le foglie (con pericolo di scottature ai teneri
tessuti vegetali). Per la distribuzione dell’acqua si possono usare impianti a pioggia con spruzzatori a getto
molto fine oppure impianti di sub-irrigazione.
La quantità di acqua da apportare varia in relazione al tipo di prato erboso e alle condizioni pedoclimatiche (in
genere per una adacquata giornaliera varia da 50 - 100 m3/Ha, mentre per una adacquata settimanale da 300
- 600 m3/Ha).
La quantità di acqua apportata dovrebbe essere tale da bagnare il suolo per circa 20 cm (spessore esplorato
dalle radici) senza creare ristagni di umidità, poiché quest’ultimi causano fenomeni di asfissia radicale e
sviluppo di patogeni.
Come regola generale nei suoli sabbiosi molto permeabili e con scarsa capacità di trattenuta idrica bisognerà
irrigare più spesso che nei suoli argillosi.
c) Concimazione di copertura: per una corretta concimazione bisogna tener presente che il tappeto erboso
cresce molto in primavera e estate, rallenta in autunno e va in letargo in inverno.
Sulla base di ciò bisognerà distribuire l’N nei periodi di max crescita (primavera e estate) sottoforma di concimi
a pronto effetto (nitrici) o a lento effetto (ammoniacali).
Per l’N nitrico è consigliabile fare apporti ridotti (20 - 50 kg/Ha per ogni intervento) ad intervalli di circa un
mese, a partire da fine inverno-primavera e proseguendo fino all’autunno (con esclusione dei mesi più caldi).
Si eseguono in tal modo fino a 4 - 5 interventi all’anno per un totale di 150 Kg/Ha di N.
Usando concimi N a lenta cessione (es. ureaform,…) è sufficiente intervenire solo 3 volte all’anno (marzogiugno e settembre).
Il P e il K andranno invece apportati, rispettivamente in dosi di 80 Kg/Ha di P2O5 e di 100 Kg/Ha di K2O, in
autunno e in inverno specialmente in occasione delle carotature data la loro scarsa mobilità nel suolo.
Carenze di K determinano dapprima ingiallimenti e poi arrossamenti fogliari, con foglie che non si distaccano
dal culmo. L’apporto di P e soprattutto di K è importante per rendere le piante più resistenti alle gelate
autunnali e invernali.
I concimi vanno sempre distribuiti dopo la tosatura su erba asciutta (in quanto su quella bagnata dall’acqua
irrigua o dalla rugiada notturna si potrebbero avere delle ustioni fogliari) manualmente (su piccole superfici) o
con spandiconcime (su grandi superfici) o distribuiti in forma liquida. Subito dopo la distribuzione granulare è
bene eseguire una abbondante irrigazione.
In caso di clorosi ferrica o di presenza di formazioni muschiose possiamo distribuire del solfato ferroso.
d) Arieggiamento superficiale e profondo: consiste nel praticare nella cotica dei fori o dei tagli verticali per
consentire la penetrazione dell’aria, dell’acqua e dei nutrienti in modo che possano essere assorbiti dalle
radici.
La lamatura (slicing) (Fig….) consiste nel fare nel creare nel suolo delle fenditure larghe qualche mm con una
macchina dotata di coltelli verticali montati generalmente a stella sopra un cilindro rotante.
La carotatura (coring) (Fig….) consiste nell’estrarre dal suolo, mediante delle fustelle cave, delle piccole carote
di terra (200 - 500 carote/mq ognuna profonda 7 - 10 cm e avente un Ø di 0,6 - 2 cm. Le carote possono
essere rimosse dalla superficie del tappeto (in particolare quando la sua struttura e tessitura sono cattive)
oppure sminuzzate ed incorporate nuovamente nel terreno.
La chiodatura (spiking) (Fig….) consiste nell’eseguire con fustelle cilindriche piene (“chiodi”) dei fori profondi 7
- 8 cm senza asportare terra. Per evitare la formazione nel tempo di una soletta nel punto in cui le fustelle
comprimono il suolo è necessario periodicamente fare delle forature più profonde della soletta.
La trapanatura (drilling) (Fig….) consiste nel praticare con una apposita macchina dei fori fino a 40 cm di
profondità per cercare di stimolare una ripresa dello sviluppo delle radici del prato.
Oggi esistono in commercio anche delle bucatrici che utilizzano getti d’acqua ad alta pressione che penetrano
fino a 10 - 50 cm di profondità. Questo consente di arieggiare il suolo senza disturbare le superfici di gioco,
che risultano pulite e giocabili anche subito dopo l’intervento
Dopo la carotatura o la chiodatura o la trapanatura, per colmare (top-dressing) i buchi, si distribuisce sul suolo
una miscela (2 - 5 m3/1000m2) di sabbia e torba contenente anche del concime e del nuovo seme, e quindi si
passa con una rete strigliatrice a maglia fine per far penetrare il suddetto materiale dentro i fori (top dressing).
Queste operazioni vanno effettuatte su terreno asciutto in primavera (fine marzo-inizio aprile) o in autunno
(settembre - ottobre) per le specie microterme, in estate per le specie macroterme e su suolo asciutto.
e) Asportazione del feltro.
Il feltro o tactch è costituito dall’insieme dei residui di erba tosata che accumulandosi sul terreno formano una
coltre compatta indecomposta: entro certi limiti (0,5 cm di spessore) il feltro può essere anche utile per
trattenere umidità (funzionare da velo pacciamante), mantenere equilibrata la temperatura e impedire la
germinazione dei semi di infestanti, conferire una certa elasticità al calpestio; se invece si accumula, senza
decomporsi, in modo eccessivo (> di 1 cm di spessore) diventa negativo poiché tende a soffocare le
graminacee pratensi, ad ostacolare la penetrazione dell’acqua, dei nutrienti e della luce solare, a favorire,
infine, lo sviluppo di patogeni.
In tale situazione è necessario intervenire (di solito nel periodo tra maggio-settembre) con rastrellature
manuali o con apposite macchine (verticutter) con cui si effettuano passaggi incrociati (a losanghe). I
verticutter posseggono una serie di coltelli verticali che lavorano a sfioro (senza toccare il suolo) oppure a
qualche mm di profondità.
f) Rullatura (Fig….): consiste nel passare con un rullo, a fine inverno dopo le gelate, il tappeto erboso in modo
da spianare le irregolarità e i rigonfiamenti del terreno formatisi col freddo.
Se dopo la rullatura si evidenziano delle piccole depressioni o avvallamenti dove potrebbe ristagnare l’acqua
è bene procedere alla loro colmatura (top dressing) con terriccio e sabbia. Se lo spessore del ricarico supera i
2 cm conviene spargere anche del seme.
g) Risemina o rinfitto: consiste nel ricostituire zone limitate di prato degradato o degenerato. In queste zone si
eliminano le infestanti eventualmente presenti, si lavora il suolo, si concima, si semina, si rulla e si irriga. La
risemina si fa di solito in autunno. Nel caso di campi sportivi bisogna attendere 2 - 3 mesi prima di poterli
riutilizzare, ciò per consentire alle nuove piantine nate di sviluppare un buon apparato radicale.
La risemina si può effettuare anche utilizzando del ”prato in rotoli” (Fig….). Si tratta di zolle di cotica erbosa
che vengono vendute in rotoli di dimensioni variabili (es. piccoli rotoli di lunghezza 150 cm x larghezza 50 cm x
spessore 6 cm, oppure grandi rotoli larghi 60 - 120 cm e lunghi fino a 10 - 15 m). I piccoli rotoli sono più
maneggevoli e sono usati su piccole superfici, i grandi rotoli richiedono l’impiego di apposite macchine e sono
preferibili su ampie superfici. Quest’ultimi presentano meno linee di sutura.
Il prato in rotoli può essere deposto a dimora in qualsiasi periodo dell’anno ad eccezione di quando il suolo è
gelato. Prima delle stesura dei rotoli è necessario che la superficie del suolo sia ben livellata e rullata per
assicurare un intimo contatto delle radici con il terreno.
I rotoli vanno deposti in modo sfalzato e ben aderenti per evitare zone perimetrali disseccate. E’ necessario
accostarle il più possibile perché dopo qualche giorno si asciugano e tendono a restringersi di qualche mm.
La posa va seguita da un’abbondante irrigazione. Questo potrebbe indurre, specie se il clima è caldo, lo
sviluppo di fitopatie per cui bisogna intervenire con fungicidi ad azione preventiva.
Dopo la posa è consigliabile rullare leggermente per unire le zolle al suolo e poi irrigare tutti i giorni per almeno
due settimane.
Nelle prime tre settimane evitare il calpestio intenso o concentrato, specie dopo l’irrigazione, dopodichè il prato
si presenterà uniforme come quello seminato, senza che si notino più le righe dei rotoli; a questo punto potrà
essere usato per attività sportive o ricreazionali.
La durata del prato in rotoli è analoga a quello seminato (circa 10 anni), ma il suo costo è notevolmente
superiore a quello ottenuto da semina di miscugli però l’effetto è immediato.
h) Rigenerazione: consiste nel ricostituire, in primavera o in fine estate, totalmente un manto erboso
degradato senza però lavorare il terreno. In pratica si utilizza una macchina combinata che compie
contemporaneamente, arieggiamento, perforazione, semina e interro del seme, concimazione. Ha una
capacità di lavoro di circa 50 m2/ora.
i) Difesa dalle infestanti: soprattutto contro le dicotiledoni annuali possiamo ricorrere al diserbo manuale o a
quello chimico selettivo (Tab…..).
l) Pulizia del manto erboso: raccogliendo e allontanando dalla superficie i residui vari (carta, lattine o
bottigliette di bibite, plastiche varie, escrementi di cani, foglie cadute, erba sfalciata,..).
l) Riscaldamento: trova applicazione per certi impianti sportivi situati in climi particolari (freddi e nevosi) in
modo da poter svolgere l’attività agonistica anche in inverno. Consiste nel riscaldare il prato con vari sistemi
quali resistenze elettriche, aria calda o acqua calda.
m) Le malattie del prato: il tappeto erboso è soggetto all’aggressione di svariate patologie dovute perlopiù a
funghi ma anche a virus, batteri o piccoli animali. La loro diffusione è favorita da errori nella manutenzione del
prato: sono infatti i tappeti erbosi deboli, mal nutriti, situati in terreni poco permeabili ad essere particolarmente
colpiti. Per questa ragione è fondamentale intervenire con criteri preventivi piuttosto che con mezzi curativi.
L’impiego di agrofarmaci (fungicidi e insetticidi) per il prato va fatto con molta oculatezza per evitare prolemi a
bambini, anziani e alle persone fruitici ipersensibili nonché agli animali domestici e selvatici (es. uccelli).
Nella Tab…. sono riportati i principi attivi autorizzati per i tappeti erbosi.
Nella Tab……. sono indicate schematicamente le principali avversità del prato con i relativi criteri di intervento
consigliati. .
Tab… Elenco dei Principi attivi autorizzati per i tappeti erbosi
Principio attivo
Attività
Tab…. Principali avversità dei tappeti erbosi
CRITERI DI INTERVENTO
PARASSITI VEGETALI
Cerchio fatato
(Marasmius
oreades ) (Fig….)
SINTOMI
AGRONOMICI
CHIMICI
Due cerchi concentrici all'interno dei Asportare la parte colpita
quali l'erba secca. In autunno
comparsa di funghi a ombrello (=
gambe secche)
Ruggine o Arrossamento Pustole arancione sulle foglie
Concimazioni equilibrate e tagli
Propiconazolo
del tappeto erboso
frequenti
(Puccinia sp) (Fig….)
Macchie brune circondate da un
Concimazioni azotate; uso di
Propiconazolo
Elmintosporiosi
alone più chiaro che fanno
specie resistenti
(Helmintosporium sp.)
Disseccare progressivamente la
(Fig….)
lamina fogliare che si piega in
corrispondenza delle lesioni.
Fusariosi
Chiazze irregolari di erbe gialle
Evitare che il feltro si accumuli,
Iprodione
(Fusarium nivale e
che poi seccano
tosature ed arieggiature regolari
Fusarium roseum) (Fig….)
Mal bianco
Macchie biancastre sulle foglie,
Propiconazolo
(Erisiphe graminis e
Oidium sp.) (Fig….)
Marciume radicale Chiazze allungate (Ø 15 cm) a
Evitare: eccessi di N,
Benalaxyl
Strozzatura del colletto contorno irregolare con muffa prima infeltrimenti, cattiva areazione,
Metalaxyl
(Pythium sp) (Fig….)
biancastra e poi bruno-rossiccio). alta umidità
Colpisce soprattutto le Agrostidi
Sclerotinia, Dollar Spot Macchie giallastre a forma di
Evitare: infeltrimenti, carenze di
Propiconazolo
(Sclerotinia homeocarpa) moneta che possono confluire in
N, tosatrici con lame poco
(Fig….)
una unica macchia del Ø di 15 cm e affilate, umidità elevata
di colore bruno. Non colpisce le
radici
Filo rosso (Corticium
Cerchi del Ø di 1 m di erba morta di Evitare: umidità elevata, scarsa
Iprodione
fusiforme = Rhizoctonia colore bruno non uniforme (più
areazione, eccessi di N
Tolclofos-metile
solani)
chiaro al centro e più scuro alla
circonferenza)
Evitare: cattiva aereazione,
Solfato ferroso
scarso
(agisce innalzando
Muschio (Fig….)
drenaggio. scarsa fertilità,
la salinità che non è
tosatura troppo bassa
tollerata dal
muschio)
PARASSITI ANIMALI
SINTOMI
CRITERI DI INTERVENTO
Lombrichi
Piccoli cumuli di terra sulla
Asportazione dell'erba tagliata
Superficie dei prato
Roditori
Cunicoli sotterranei, terreno
Trappole, candele fumiganti,
(talpe, topi)
sollevato, mucchi di terra
ultrasuoni, esche avvelenate
Grillotalpe
Erba ingiallita nelle zone infestate Esche avvelenate
Nottue
Foglie che appaiono rosicchiate
Trattamenti con esteri fosforici o carbammati