Il Trovatore Aprile 2011 - Csl Provincia Ogliastra

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Il Trovatore Aprile 2011 - Csl Provincia Ogliastra
Il Trov@tore
M e n s i l e di i n f or m a zi o ne s u l m o n d o de l l a v o r o a c u r a d e l C S L O g l i a s t ra
Anno III Numero 4
Da nord a sud le opportunità nel fotovoltaico.
Pulite, abbondanti e sempre disponibili perché vento, sole e biomasse non conoscono crisi e, a
differenza di petrolio, gas, carbone e uranio, non sono in via di esaurimento. Sempre più diffuse
nei comuni italiani, le energie rinnovabili continuano a creare occupazione, consenso e si conquistano sempre maggiore spazio sul mercato, anche finanziario, e pure sui banchi dell’università. Da
nord a sud Italia, aumenta infatti l’offerta di master per saperne di più su solare fotovoltaico e
termico, su idroelettrico e geotermia, su eolico ed energia a biomasse. Percorsi ad alta specializzazione, in cui imparare a pianificare, costruire e gestire impianti verdi in grado di generare elettricità e calore per una casa, un quartiere, una città intera, oppure a scegliere, con un occhio al portafogli e uno all’ambiente, il fornitore ideale di energia per l’azienda in cui si lavora. E’ questo il
caso, per esempio, del master universitario in Energy management, promosso a Milano dal Politecnico insieme alle Facoltà di ingegneria industriale e dei sistemi. Alla sua prima edizione, il
master si rivolge a laureati in discipline tecnico-scientifiche, economiche e giuridiche. Il piano di
studi dura 18 mesi, inizia il prossimo 3 giugno (iscrizioni entro il 30 maggio) e prevede, oltre a
insegnamenti relativi alla strategia e alla finanza aziendale, materie specifiche su sostenibilità, ambiente ed energia, con approfondimenti sul mercato delle fonti rinnovabili. L’obiettivo? Creare
professionisti che, in particolare all’interno delle industrie, si occupino del “fattore energia”, dall’approvvigionamento esterno alla produzione in proprio, con riguardo all’efficienza e al risparmio.
Stesso obiettivo, stessi temi, ma percorso diverso, per l’Energy master che per il terzo anno Ctq
organizza a Poggibonsi, nel senese. Il corso, semestrale, è nato infatti su iniziativa del mondo imprenditoriale e prevede una formazione che per metà si fa direttamente in azienda, in modo da
fornire ai partecipanti quelle competenze manageriali e comunicative necessarie per entrare rapidamente nel mondo del lavoro. Il master, che prende il via il 2 maggio, permette anche di ottenere due specializzazioni riconosciute a livello nazionale: come auditor di sistemi di gestione dell’energia e come “auditor ambientale interno qualificato Khc”. Gli sbocchi professionali vanno dalle
organizzazioni con grandi consumi energetici alle società di servizi e di ingegneria, dalle Energy
service company agli oltre 8.100 comuni italiani che presto si dovranno dotare di un gestore dell’uso dell’energia. Sviluppo sostenibile, impatto ambientale, imprenditorialità sociale e business
etico. Sono i temi al centro del Green Energy Mba organizzato, dal prossimo settembre, dall’Alma
graduate school di Bologna con lo scopo di formare la “prossima generazione di leader aziendali”:
manager, cioè, che sappiano abbinare profitto e ambiente. Insegnato interamente in lingua inglese, il programma intensivo di dodici mesi è diviso in due parti: il general management e le energie
verdi, con focus sulla fattibilità finanziaria, la sostenibilità ecologica e l’equità sociale. . Per partecipare sono richiesti almeno due anni di esperienza lavorativa e una conoscenza certificata dell’inglese. Il termine per le pre-iscrizioni è il 29 aprile. Sono poi due i master su qualità, ambiente,
energia e marketing che la Strategies Business School propone da giugno a Bari, con il patrocinio
e la collaborazione di Legambiente. Entrambi i corsi durano un anno, prevedono quattro mesi in
azienda e si caratterizzano per una formazione molto pratica, con docenze affidate a manager,
dirigenti e consulenti. Per chi invece già lavora e vuole specializzarsi su fotovoltaico ed energie
alternative, ma ha difficoltà nel frequentare, la soluzione potrebbe essere seguire un master come
quello dell’Università e-Campus: le lezioni in aula, che si svolgono nei fine settimana presso il
campus di Novredate nel comasco, sono infatti accompagnate da modalità di didattica online. Un
master anche in Sicilia, regione che si candida a diventare, insieme alla Puglia, importante nodo
europeo per la produzione di energie verdi. Fonte: MioJob
06 Aprile 2011
Sommario
Da nord a sud le
opportunità nel fotovoltaico.
Un Master = Tre
titoli di laurea.
Womeconomic
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Con la crisi più don- 3
ne nei lavori tradizionalmente maschili.
Professione Ittiologo.
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Arriva un nuovo
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protagonista: il Mediatore
6 mesi di stage alla 4
Scuola di Economia
Il libro del mese.
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Un Master = Tre titoli di laurea
Un percorso di studio diviso tra paesi diversi, con più lingue da conoscere, stage da svolgere in strutture di livello internazionale
e con l’opportunità di ottenere tre titoli di laurea. E’ l’iter di laurea specialistica internazionale che Escp Europe, una delle più
importanti business school presenti sul nostro territorio, torna a proporre agli studenti universitari interessati a frequentare un
Master in Management. Si tratta di un corso riservato agli studenti del secondo anno di facoltà economiche e a tutti i laureati
di primo livello di qualsiasi facoltà europea che vogliano intraprendere una carriera internazionale in ambito economico. Dopo i
primi due anni di facoltà di Economia oppure al termine di una qualsiasi laurea di I livello, i candidati ammessi al master completeranno il loro percorso universitario proprio all’interno della Escp Europe: in tre anni, in tre delle cinque città europee sedi dei
campus della scuola (Londra, Madrid, Parigi, Berlino e Torino) a loro scelta, dove studieranno, lavoreranno e vivranno immersi nella cultura locale.Per capire un po’ di più il funzionamento del corso, basti sapere che le lezioni si svolgono in classi multinazionali nella lingua locale ed è previsto, per ognuno dei tre paesi di studio uno stage obbligatorio. Gli studenti ammessi acquisiranno così in pochi anni le competenze pratiche che, unite all'esperienza multiculturale ed internazionale di vita all'estero, risulteranno indispensabili per la propria carriera manageriale. Si possono ottenere più titoli di laurea europei, a seconda della scelta
dei Paesi di studio. Tra questi la laurea magistrale in Business Administration o in Economia e Direzione delle Imprese, il Diplôme Grande Ecole, il German Msc, l’ European Msc in Management o il Master en Administraciòn y Direcciòn de Empresas. Con la possibilità concreta, come da dati interni, di inserirsi fra i laureati con i più alti salari d’Europa. Se a convincervi non
basta questo quadro, il MiM è stato riconosciuto da una fonte internazionale come il Financial Times, il miglior master in
Management attualmente presente in Italia e nel Mondo. Volete farci un pensierino? Scrivete a [email protected] per saperne di
più sui costi e sugli iter di selezione o cliccate su http://www.escp-eap.it/corsi-e-master/mim-master-in-management/ . Fonte:
Campus.it
Womeconomic
Lavorano di più, ma consumano almeno altrettanto. Le donne in poche parole fanno girare l’economia. Secondo alcuni studi il
73% dei prodotti di largo consumo in Italia sono scelti da donne e le imprese a leadership femminile hanno tassi di insolvenza
minori e performance di borsa maggiori. E’ comunque un dato di fatto che le donne italiane lavorino mediamente 80 minuti
più degli uomini ogni giorno, se si considera il lavoro a casa e in ufficio. Le donne hanno ancora oggi piccoli margini di crescita
professionale a livello dirigenziale rispetto ai corrispettivi uomini: le donne dirigenti in Italia sono appena il 13% e quelle presenti nei Cda il 6%. Non solo, sono penalizzate anche negli stipendi: nei paesi Ocse guadagnano circa un quinto in meno degli uomini. Il dato significativo è che, oltre a lavorare, rendono anche di più, questo quanto emerge da un interessante studio realizzato dal Bureau van Dijk e confermato da una ricerca McKinsey. Il mondo del lavoro a fatica riconosce il valore della presenza
femminile come dimostra l'esiguo numero di donne ai vertici delle aziende. Fin qui nulla di nuovo: in Italia le rappresentanti del
"gentil sesso" presenti nei Cda sono ben al di sotto della media europea che si attesta all'11%. Una quota quella italiana più vicina a Malta, lontano anni luce dai Paesi nordici, perfino dalla Bulgaria e dalla Polonia. In Europa le imprese con più donne ai
piani alti hanno un Roe (indicatore della redditività) superiore del 10% rispetto alla media di settore e un risultato operativo
netto quasi doppio. Questo vale anche in Italia dove le imprese quotate con presenza femminile nel cda registrano un utile operativo medio, tra il 2004 e il 2008, superiore del 21% rispetto alle altre e un Roe medio superiore del 3 per cento. Un valore che
non viene riconosciuto dalle aziende italiane quotate a Piazza Affari (circa l'80% della capitalizzazione). Le donne come valore
aggiunto. La presenza di donne nei Cda in poche parole aumenta le performance aziendali. In particolare, uno studio di McKinsey-Cerved dimostra come in Italia le società con almeno il 20% di donne nella dirigenza abbiano conquistato nel triennio 20072009 una redditività superiore a quelle che hanno meno del 20% di presenza femminile: +9% a livello di redditività sul capitale
(roe), +37% come redditività sugli investimenti (roi) e +18% della redditività delle attività aziendali (roa). Le performance crescono ulteriormente se l'amministratore delegato della società è donna. Alla rilevanza che il ruolo femminile sta acquisendo nell’economia mondiale è stato dedicato un filone di studi che si occupa di analizzare l’incidenza economica dell’attività femminile. Il
termine “womenomics” è nato a seguito di uno studio di Kathy Matsui, elaborato per il centro studi di Goldman Sachs nel 1999,
in cui si attribuiva l’incepparsi del motore di crescita del Giappone alla scarsa partecipazione femminile nel mondo del lavoro.
Fonte: Tiscali.it
Anno III Numero 4
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Con la crisi più donne nei lavori tradizionalmente maschili!
Camioniste, elettriciste, tappezziere, fabbre, meccaniche, idrauliche. In Italia, i mestieri tradizionalmente al maschile si declinano sempre più anche in rosa. Le artigiane con un lavoro 'da uomo', infatti, sono in crescita: in Italia ci sono 1.800 camioniste, 400 elettriciste, 1.100 tappezziere, 2.300 fabbre, 700 meccaniche, 140 idrauliche, 300 falegname e oltre 300 calzolaie. E
con la crisi le donne riscoprono i mestieri tradizionali: tra le attività artigiane di sapore antico, tradizionalmente associate alla
figura maschile, in Italia ogni 18 nuovi elettricisti uno è donna, ogni 13 nuovi autotrasportatori uno è donna e il rapporto
sale addirittura a uno ogni 5 nel caso dei tappezzieri. E' quanto emerge da un'elaborazione e da stime dell'Ufficio studi della
Camera di commercio di Monza e Brianza su dati Registro Imprese riferiti a imprese individuali artigiane attive. Camionisti in
rosa, quindi: in Italia sono quasi 1.800 le donne al volante di camion e di tir, il 3,1% del totale degli autotrasportatori, e ogni
13 nuovi autotrasportatori iscritti nel 2010 uno è donna. Anche gli elettricisti, tengono sempre più gli attrezzi nella borsetta:
in Italia sono oltre 400 le donne che fanno riparazioni elettriche (il 3,2% del totale degli elettricisti) e ogni 18 nuovi elettricisti iscritti nel 2010 uno è donna. Poi, in Italia, sono oltre 1.100 le donne che fanno i tappezzieri o restaurano mobili, il 14,5%
del totale, e ogni 5 nuovi iscritti nel 2010 uno è donna. Sempre di più i calzolai: in Italia sono oltre 300 i calzolai donne, l'8%
del totale e ogni 5 nuovi calzolai iscritti nel 2010 uno è donna.
Al femminile anche i falegnami: in Italia sono oltre 300 i falegnami donne, l'1,6% del totale e ogni 22 nuovi iscritti nel 2010
uno è donna. E gli idraulici: in Italia sono 140 le donne idraulico, lo 0,3% del totale. Lo scorso anno, solo una donna ha aperto una nuova impresa di riparazione idrauliche ogni 191 nuove iscritte con titolare uomo. Rosa anche la tuta, con oltre
700 donne carrozziere e meccanico, l'1,4% del totale nazionale. E ogni 26 nuove officine artigiane aperte nel 2010, una è donna. Infine, sono oltre 2.300 le donne fabbro, il 5,1% del totale, e ogni 10 nuovi artigiani del ferro uno è donna.
Fonte: Tiscali.it
Professione Ittiologo.
L’ittiologo è una professione da consigliare alle nuove generazioni innanzitutto perché rappresenta una sfida per il futuro ed
inoltre perché si cerca di tutelare l'ambiente naturale. È un lavoro che richiede molta passione per l'ambiente e per gli animali
acquatici. Il percorso formativo da seguire può variare a secondo del settore in cui si vuole operare. Si può infatti scegliere tra
le facoltà di Biologia, Scienze naturali e ambientali oppure Zoologia. L'ittiologo, infatti, lavora per il recupero, produzione,
allevamento e forniture di specie native a rischio di estinzione. Per la selezione di parchi riproduttori e miglioramento genetico delle specie allevate, ma anche per la progettazione e gestione di impianti di allevamento intensivo, semi-intensivo ed estensivo. Presso i Giardini dell'acqua di Collagna ( Reggio Emilia ) dove è presente uno dei più importanti allevamenti di trote in
Italia si fa anche progettazione e gestione di incubatoi di valle e impianti ittiogenici. Si effettua controllo sanitario, prevenzione e terapia nelle patologie in acquacoltura, oltre a consulenza e forniture in mangimistica e tecniche di alimentazione dei
pesci allevati. Ed è comunque un lavoro di gruppo che va anche nella direzione della tutela dell'habitat dei pesci. Tra le principali strutture ittiogeniche per finalità conservazionistiche ci sono gli incubatoi di valle di Fanano, di Fiumalbo, di Fontanaluccia a servizio della Provincia di Modena, gli incubatoi di valle di Minozzo, di Garfagno, di Roncopianigi, dell'Andrella a servizio della Provincia di Reggio Emilia, l'incubatoio di valle e impianto ittiogenico di Monchio delle Corti (Parma). Attraverso
l'attività di assistenza ittiologica dalle regioni Alpine a quelle insulari, attraverso la conduzione e la direzione tecnica di ben 26
impianti ittiogenici è già in corso il recupero di alcune varietà native di trota fario, di trota macrostigma e di trota marmorata
per le politiche di ripopolamento e di reintroduzione nelle acque di competenza. Fonte: Tiscali.it
Arriva un nuovo protagonista: il Mediatore.
Un nuovo protagonista – il mediatore – si affaccia sulla scena della giustizia civile, con il debutto della prima tranche della
conciliazione obbligatoria. Un rimedio eccezionale (perché sottrae una parte delle liti allo sfogatoio naturale dei tribunali o
dei giudici di pace) alle altrettanto eccezionali condizioni in cui versano gli uffici giudiziari, sommersi da oltre 5 milioni e 600mila procedimenti pendenti. Nessuno può dire, oggi, se la soluzione sarà efficace. Se i giudizi saranno più veloci, meno costosi
– come tutti auspichiamo – senza mettere a rischio i diritti delle parti, come invece sostengono gli avvocati, che proprio oggi
affrontano il loro penultimo giorno di sciopero. Di certo, lo spazio creato dalla riforma, e in parte abbandonato dagli avvocati,
scatena giustamente gli interessi di altri soggetti. È un segno che l'esercito dei "giudici alternativi" abbia già raggiunto la soglia
delle 8mila unità, mentre tanti altri ne stanno per essere sfornati dai corsi di formazione. Tra le fila dei commercialisti, che di
conciliazione se ne intendono, ce ne sono 5mila; mille consulenti del lavoro e anche un centinaio di notai sono pronti a entrare nella partita. Saranno gli avvocati i grandi assenti? Lo sapremo a breve. Fin qui, sui 160 organismi accreditati, solo 14
sono gestiti dagli ordini forensi. Fonte: Il sole 24 ore
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Stage di 6 mesi alla Scuola di Economia.
.Aggiornare le pagine internet di una biblioteca, predisporre bibliografie su argomenti economici e tributari e partecipare alla
progettazione didattica di percorsi formativi. Collaborare alla elaborazione di progetti di comunicazione, analizzare le problematiche connesse all'organizzazione del lavoro e ai processi di valutazione del personale e collaborare all'applicazione del sistema di
gestione della qualità. Sono queste alcune delle attività in cui verrà coinvolto chi
parteciperà al programma di tirocini della Scuola Superiore dell'Economia e delle
Finanze e della Fondazione Crui per le Università italiane. La Scuola corrispoderà
una borsa di studio ad ogni tirocinante che completi proficuamente il
periodo di tirocinio previsto. La somma sarà rapportata alle giornate di
effettiva presenza. Obiettivo del progetto è quello di permettere a laureandi di laurea specialistica e di vecchio ordinamento e neolaureati di
vecchio e nuovo ordinamento di svolgere tirocini formativi presso la
Scuola Superiore dell'Economia e delle Finanze. Nel dettaglio possono
partecipare laureati “triennali” e laureandi e neo-laureati di vecchio e
nuovo ordinamento. I laureandi della specialistica devono avere acquisito 60 crediti su 120. I laureandi iscritti alla magistrale e a ciclo unico
invecve 240 su 300. I laureati devono avere conseguito una votazione
non inferiore a 105 su 110. I “triennali” non deve avere compiuto i 26
anni alla data della scadenza del bando. Quelli della laurea specialistica,
magistrale, a ciclo unico e vecchio ordinamento, non devono invece
avere compiuto i 28 anni. Ttutti quanti devono anche conoscere la lingua straniera secondo quanto richiesto dal bando. Non possono invece
partecipare i laureati da più di diciotto mesi. La durata del periodo di
formazione e lavoro è di sei mesi e non ci sono possiblità di proroga. I
tirocini si svolgeranno nel periodo compreso tra il 6 giugno 2011 e il 6
dicembre 2011. La scadenza per la presentazione delle candidature è
fissata per le 18 del 14 aprile 2011.
La vignetta del mese
Le nostre sedi:
Lanusei
Via Marconi, 91
Tel. 0782.42203
0782.480110
Orari di apertura al pubblico:
lunedì-venerdì 8.30 – 12.00
martedì e giovedì 15.30-17.00
Tortolì
Via Mons. Virgilio, 74/A
Tel. 0782.623225
Orari di apertura al pubblico:
lunedì-venerdì 8.30 – 12.00
lunedì 15.30-18.00
Jerzu
( sportello informativo )
Corso Umberto, 364
Tel. 0782.70108
Orari di apertura al pubblico:
lunedì-venerdì 8.30 – 12.00
Seui
( sportello informativo)
Via Roma, 399 ( ex Palazzo
Municipale )
Orari di apertura al pubblico:
Il Libro del mese
Investire sull’ufficio: come e perché.
Di Cietta E.
Ed. Franco angeli
Attraverso un'intervista a 500 lavoratori sullo spazio di
lavoro, un'indagine su un campione di aziende sul rapporto tra investimento nello spazio di lavoro e produttività, e una sintesi sui trend della progettazione degli
uffici a livello internazionale, il volume sostiene la tesi
di una relazione empirica tra performance economica,
atteggiamento dei lavoratori e cura nell'organizzazione
dello spazio di lavoro. Quanto conta lo spazio di lavoro
per migliorare il benessere e l'efficienza produttiva? La
ricerca di Ufficio Fabbrica Creativa per la prima volta
affronta questo tema cercando una relazione empirica
tra performance economica, atteggiamento dei lavoratori e cura nell'organizzazione dello spazio di lavoro.
Queste tre ricerche indicano che spendere nello spazio
di lavoro è un ottimo investimento, eppure poche aziende lo fanno. Nell'ultimo capitolo si cerca di capire
il perché analizzando il processo produttivo di uno
spazio ufficio, le competenze necessarie e le figure professionali coinvolte identificando quanti e quali siano i
problemi nelle relazioni tra fornitori e tra fornitori e
clienti. Il progetto di ricerca è stato realizzato nell'ambito di Ufficio Fabbrica Creativa, un progetto di Assufficio, l'associazione di FederlegnoArredo che raggruppa
le più importanti imprese di mobili per ufficio, sedute