Smith Barney accesso beneficio

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Smith Barney accesso beneficio
Osservatorio realizzato da CeTIF in collaborazione
con Ascential Software, an IBM Company
Luglio 2005
RICERCA E INNOVAZIONE NELL’IT
Problemi dell’integrazione
tecnologica e organizzativa
in banca
Sommario
SOMMARIO .................................................................................................................................. 2
PRESENTAZIONE E MOTIVAZIONI DELL’OSSERVATORIO ................................................................... 3
EXECUTIVE SUMMARY .................................................................................................................. 5
I PROBLEMI DELL’INTEGRAZIONE DEI DATI E DELLE INFORMAZIONI IN BANCA ..................................... 7
Una visione d’insieme per la gestione dei dati...................................................................... 7
L’integrazione dei dati e delle informazioni ......................................................................... 10
LA QUALITÀ DEI DATI E DELLE INFORMAZIONI IN BANCA ................................................................. 13
Cosa s’intende per dato di qualità....................................................................................... 13
LE TECNOLOGIE A SUPPORTO DELL’INTEGRAZIONE E DELLA QUALITÀ DEI DATI ............................... 16
LA METODOLOGIA DI RACCOLTA DATI .......................................................................................... 18
Survey sull’integrazione dei dati in banca........................................................................... 18
Indagine Delphi ................................................................................................................... 18
I RISULTATI EMERSI DALL’ANALISI DELLA SURVEY E DELL’INDAGINE DELPHI.................................... 22
Commento ai risultati della Survey...................................................................................... 22
Commento ai risultati dell’indagine Delphi .......................................................................... 31
CONCLUSIONI ............................................................................................................................ 41
BIBLIOGRAFIA ............................................................................................................................ 44
Presentazione e motivazioni dell’osservatorio
Nel corso degli ultimi anni le aziende di credito hanno dovuto far fronte a mutamenti di
notevole
entità,
causati
principalmente
dalla
liberalizzazione
e
dalla
internazionalizzazione dei mercati, dai cambiamenti delle normative nazionali e
internazionali, da processi di fusione e acquisizione che hanno interessato buona parte
degli operatori finanziari, dall’evoluzione della domanda di servizi da parte della
clientela.
Tutto questo ha contribuito all’aumento della complessità dell’attività bancaria, sia per
quel che riguarda la gestione dell’operatività, sia per quanto concerne la conduzione
dell’attività direzionale.
In conseguenza di ciò, molte Istituzioni sono costantemente alla ricerca di nuove
modalità e opportunità per ridurre costi e rischi, migliorando e ottimizzando i propri
processi di business.
In tale ambito, contraddistinto da una elevata intensità informativa, risulta pertanto
evidente che siano proprio i sistemi informativi al centro di un’importante attività di
revisione e ammodernamento, che riguarda le infrastrutture, le applicazioni e la
gestione dei dati.
Rispetto a quest’ultima, le imposizioni derivanti dall’applicazione dell’accordo “Basilea
2”, le necessità di ottenere una visione unica e completa dei dati del cliente, il bisogno
di rendere consistenti le informazioni fornite alla clientela attraverso i diversi canali di
contatto, le richieste provenienti dall’attività di auditing, rendono un obiettivo prioritario il
raggiungimento di un livello d’integrazione di dati e informazioni superiore rispetto a
quanto fin’ora gli archivi delle aziende di credito hanno permesso.
In questo scenario il CETIF, in collaborazione con Ascential software, an IBM
company, ha deciso di avviare un Osservatorio sui problemi dell'integrazione
tecnologica e organizzativa in banca, quale luogo privilegiato di scambio di opinioni e
valutazioni da parte di professionisti del settore bancario, per favorire il confronto sugli
aspetti tecnologici e organizzativi relativi al tema dell’integrazioni dei dati.
Nel corso delle attività dell’Osservatorio, svoltesi da novembre 2004 a giugno 2005,
sono stati organizzati quattro incontri, nei quali si sono affrontati alcuni fra i principali
temi legati all’integrazione dei dati, quali la qualità, il supporto alla multicanalità, alle
iniziative di CRM e alle attività di auditing, la conformità agli standard di comunicazione
interbancaria, l’integrazione delle applicazioni.
Inoltre, l’Osservatorio ha promosso una raccolta dati attraverso l’erogazione, ai
partecipanti e agli afferenti al Centro di Ricerca, di una Survey e di un questionario
Delphi, che hanno contribuito a delineare il quadro della situazione nell’ambito bancario
italiano.
I risultati dell’indagine, presentati in questo report, dimostrano come tale tema sia
particolarmente sentito nelle organizzazioni finanziarie del nostro paese, che stanno
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
3
affrontando il problema non solo dal punto di vista tecnologico ma anche prestando
particolare attenzione a determinanti aspetti organizzativi, culturali e di formazione.
Milano, 15 luglio 2005
Federico Rajola
Andrea Carignani
Direttore CeTIF
Responsabile CeTIF Osservatorio Integrazione
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
4
Executive summary
Pur essendo da sempre considerato una settore ad alta intensità informativa, è
soprattutto negli ultimi anni che, nell’ambito finanziario, il problema della gestione delle
informazioni, e quindi dei dati che contribuiscono alla loro generazione, è divenuto
sempre più pressante.
Numerose sfide e tendenze hanno contribuito ad aumentare la complessità delle
attività di data management: la completa diffusione degli applicativi e delle piattaforme
per il supporto direzionale, l’adozione di soluzioni per la multicanalità, l’introduzione
della metodologia tecnico operativa chiamata Straight through processing, che prevede
l’impiego di infrastrutture informatiche che non richiedono interventi manuali per
incrementare l’efficienza operativa dei processi transazionali, l’adeguamento a direttive
per la copertura del rischio operativo e per la diffusione di standard nella redazione dei
bilanci societari, oltre allo sviluppo di standard basati su XML, quali, per esempio, ISO
20022.
Il cambiamento degli assetti aziendali e le sollecitazioni provenienti dall’ambiente
hanno dunque contribuito ad aumentare la complessità nella gestione dei dati bancari,
rendendo sempre più pressante l’esigenza di disporre di informazioni integrate e
qualificate per rispondere in maniera efficiente al mercato, ai clienti e alle richieste delle
nuove normative.
Da novembre 2004 a giugno 2005 il CeTIF, in collaborazione con Ascential Software,
an IBM Company, ha dato vita all’Osservatorio sui problemi dell’integrazione
tecnologica e organizzativa in banca.
Oltre ai quattro Workshop nei quali sono stati affrontati nel dettaglio alcuni specifici
aspetti dell’integrazione dei dati e delle informazioni, quali la qualità, il supporto alla
multicanalità, alle iniziative di CRM e alle attività di auditing, la conformità agli standard
di comunicazione interbancaria, l’integrazione delle applicazioni, nel periodo di attività
dell’Osservatorio, è stata promossa una raccolta dati attraverso l’erogazione, ai
partecipanti e agli afferenti al CeTIF, di una Survey e di un questionario Delphi, che
hanno contribuito a delineare il quadro della situazione nell’ambito bancario italiano.
Da queste indagini emerge la conferma dell’importanza e dell’attualità dei temi discussi
dall’Osservatorio: infatti, oltre l’85% degli intervistati afferma che, all’interno della
propria organizzazione, le esigenze in termini di integrazione dei dati hanno un peso
elevato (superiore a 4 su una scala di valutazione da 0 a 5).
A riprova di questo dato bisogna evidenziare come la quasi totalità dei partecipanti
(oltre il 94%) sottolinea che nella propria organizzazione è attualmente attivo almeno
un progetto che richiede un’attenzione particolare all’integrazione dei dati mentre, per
più della metà del campione, i progetti attivi sono almeno tre.
Tali progetti riguardano, in particolare, gli ambiti della regolamentazione (Basilea 2), del
controllo di gestione e del marketing.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
5
Dall’analisi delle risposte dell’indagine Delphi, si rileva che la gestione dei dati aziendali
è percepita come un problema di tipo organizzativo, culturale, tecnologico e di
formazione, che spesso risulta influenzato da esigenze commerciali.
A tal proposito, si considera di particolare importanza l’attività di formazione che
dovrebbe favorire, oltre alla diffusione di una cultura aziendale della qualità dei dati,
anche la responsabilizzazione di chi si occupa della raccolta, del trattamento e della
diffusione degli stessi, supportata, peraltro, da un adeguato piano di incentivazione.
Oltre a ciò, l’adozione di un adeguato supporto tecnologico, sia sul fronte della
definizione di adeguati meccanismi di controllo nelle attività di data entry e di bonifica
degli archivi esistenti, sia per il mantenimento nel tempo di livelli di qualità adeguati,
indipendenti dalle piattaforme e dagli applicativi, si ritiene un requisito necessario nei
processi d’integrazione dati.
Inoltre, si registra una convergenza d’opinioni sul fatto che, nonostante il problema
della qualità dei dati venga spesso affrontato solo dopo il completamento di progetti di
fusione, integrazione o migrazione applicativa, con sostanziali diseconomie di scala,
sia fondamentale un’analisi preliminare ad ogni intervento. La situazione ottimale
dovrebbe prevedere la presenza di una infrastruttura trasversale di presidio
sull’architettura e sulla qualità dei dati aziendali, che svolga un ruolo rilevante sin
dall’inizio di ogni progetto. Questo punto conferma quanto molti analisti del mercato da
tempo evidenziano come una componente necessaria per gestire adeguatamente un
patrimonio informativo che cresce continuamente, non solo nei volumi ma anche nella
complessità.
Andrea Carignani
Responsabile CeTIF Osservatorio Integrazione
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
Mauro Bello
Ricercatore CeTIF
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I problemi dell’integrazione dei dati e delle informazioni in
banca
Una visione d’insieme per la gestione dei dati
L’instabilità che ha caratterizzato in questi ultimi anni l’economia mondiale, le
imposizioni delle normative internazionali in tema di copertura del rischio e di
contabilità, le numerose iniziative di fusione e acquisizione e l’evoluzione delle
esigenze della clientela, hanno indotto le banche a ricercare nuove opportunità per
ottimizzare i propri processi di business e aumentarne l’efficienza.
Fra le numerose attività soggette a rivisitazione e miglioramenti il data management,
inteso come l’insieme dei processi organizzativi e delle responsabilità necessarie
affinché i dati siano utilizzati e sfruttati in maniera integrata, in tutte le aree di
un’organizzazione, risulta essere di particolare criticità, data l’elevata intensità
informativa che caratterizza il business bancario.
I consistenti volumi di dati che i sistemi informativi devono gestire sono costantemente
in crescita, mentre la pressione del mercato richiede un accesso alle informazioni
sempre più tempestivo. Ciò rende obsoleto l’approccio sinora adottato dalla maggior
parte delle aziende, che prevedeva l’utilizzo di silos di dati sviluppati in base alle
necessità di singole aree organizzative.
Si vanno facendo strada, dunque, nuove soluzioni che prevedono, oltre all’utilizzo
opportune tecnologie in grado di garantire il collegamento di fonti eterogenee,
gestione efficiente di grandi volumi di dati, la disponibilità di funzionalità per
profilazione, la bonifica e la trasformazione degli stessi, l’accentramento di tutte
attività che riguardano il data management.
di
la
la
le
Molti analisti concordano nell’affermare che, nei prossimi anni, si assisterà alla
costituzione di competence centre o centri di eccellenza (COE), quali punti di
riferimento per la gestione dei dati di tutta l’azienda. Tali centri dovranno assolvere i
seguenti compiti (Figura 1):
•
gestione dei repository, dedicando particolare attenzione alla definizione degli
aspetti architetturali e al perseguimento di obiettivi di efficacia;
•
gestione tecnica, per l’espletamento delle attività di amministrazione e il
raggiungimento di obiettivi di efficienza;
•
gestione del cambiamento, per fornire un adeguato supporto agli utenti nella
definizione e nel soddisfacimento dei loro bisogni, per la cura degli aspetti di
usabilità e l’organizzazione dei piani di comunicazione e di formazione;
•
gestione delle aspettative, .per assicurare l’affidabilità dei dati, attraverso un
insieme di azioni di auditing e la costituzione di un programma di stewardship.
Tali programmi prevedono l’assegnazione di responsabilità ad utenti chiave
dell’area business e non dell’area IT, per i diversi sottoinsiemi dell’intera
architettura dei dati aziendali.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
7
Figura 1 - Data management activities (Fonte: English L. 2003)
Lo scenario ideale prevede per il competence centre una configurazione organizzativa
con a capo un comitato di corporate governance, al quale spettano le decisioni
strategiche relative alle nuove aree d’integrazione, alle priorità nei problemi da risolvere
e agli investimenti da affrontare.
In staff a tale comitato si affianca una unità detta business staff, con il compito di
creare il legame con le unità di business e comprendere il ruolo e i vincoli dei dati, per
definire le regole di acquisizione, trasformazione e integrazione.
Quindi una unità di direzione che sovrintende e coordina i lavoro delle quattro unità
sottostanti, formate rispettivamente da:
•
data steward, che hanno la responsabilità della risoluzione dei problemi
d’integrazione, determinano le regole di sicurezza, producono la
documentazione sui dati, verificano e contribuiscono al miglioramento della
qualità;
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
8
•
data architect, i quali trasformano le regole di business in modelli di dati, si
occupano della manutenzione e dell’aggiornamento dei modelli concettuali,
logici e fisici e gestiscono i metadati;
•
database administrator, che si occupano del tuning delle performance dei
repository, creano i backup, generano gli schemi fisici, pianificano le dimensioni
degli archivi e implementano le regole di sicurezza;
•
change managert, che provvedono alla definizione delle modalità di diffusione
della cultura aziendale della qualità e stabiliscono, in tale senso, i piani di
comunicazione.
Corporate
Governance Committee
Business Staff
Data Management Lead
Data Stewards
Data Architects
Database
Administrators
Change
Management
Figura 2 – Data management organization (Fonte: English L. 2003)
Fini ultimi del COE sono dunque la riduzione dei tempi di sviluppo e dei costi di
manutenzione, e la adozione e la diffusione di standard di sviluppo che favoriscano il
riutilizzo del software, evitando le inutili ridondanze che spesso di creano perché un
gruppo di progetto non conosce le architetture e le metodologie utilizzate da un altro
team project. In tale prospettiva il centro di eccellenza in divida e rende univoci i
processi di implementazione efficienti, dispersi però nel numero dei progetti realizzati o
che si andranno a realizzare.
Tale modo di operare può contribuire a portare la tecnologia verso un livello di utilizzo
vicino a quello di una commodity, assicurando l’adozione di una metodologia rigorosa e
coerente con gli obiettivi di integrazione/qualità dei dati e la diffusione di cultura e
informazione.
In particolare, come emerso in seguito agli interventi dei partecipanti all’osservatorio, è
auspicabile che le persone che partecipano alla realizzazione dell’architettura dei
progetti abbiano una visione comune o siano addirittura le stesse che ne realizzano
l’infrastruttura; e siano dunque considerati esperti la cui collaborazione fattiva è
accettata e riconosciuta da tutta l’organizzazione.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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L’integrazione dei dati e delle informazioni
I costi dell’integrazione coprono ormai una rilevante porzione dei budget destinati dalle
aziende alla gestione dei dati. La continua innovazione indirizzata alla ricerca di una
maggior efficienza come, ad esempio, nelle soluzioni a supporto di modelli di network
collaboration e di processi inter-organizzativi, l’aumento del ricorso all’outsourcing, e le
esigenze in termini di l’incremento di flessibilità, hanno generato la necessità di
interfacciare un crescente numero di applicazioni e hanno reso l’integration
management un processo essenziale a supporto della moderna concezione di fare
business (Figura 3).
Best of breed
approach
14,00%
Merger &
acquisition
10,00%
18,00%
Enhanced
collaboration
w ith suppliers
and custom er
38,00%
20,00%Enhanced
inform ation
supply across
silos
Increased
speed of
application
developm ent
Figura 3 – Driver dell’Integrazione (Fonte: Aberdeen Group)
È bene precisare che il concetto di integrazione è un argomento di interesse
relativamente recente e non può ancora essere considerato una pratica comune e
consolidata, se non per quanto riguarda l’Enterprise Resource Management.
Ad esempio, nell’ambito del data warehousing, le procedure di integrazione dati sono
consolidate e ampiamente utilizzate; ancora molto lavoro è richiesto, invece, per
quanto riguarda l’Enterprise Application Integration e le tecnologie di Business
Collaboration, ambiti nei quali si inizia solo ora a sperimentare e ad applicare soluzioni
e progetti in una prospettiva IT, individuando le prime best practice.
Quali obiettivi ci si pone, dunque, in questo contesto di forte sensibilità verso
l’Integrazione?
•
la consistenza, innanzitutto, non solo delle architetture tecnologiche, ma anche
delle architetture di business e di processo;
•
la semplicità, minimizzando le ridondanze e il numero di interfacce, in virtù di
una riduzione dei costi e della complessità dei sistemi informativi;
•
la flessibilità, specialmente nell’ottica di service orientation e riuso del software.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
10
Il raggiungimento contemporaneo di tali obiettivi e la complessità delle infrastrutture
informative rendono le iniziative di razionalizzazione e l’integration management in
particolare, processi dai costi elevati, e impongono, pertanto, l’individuazione di un
livello di integrazione dei dati che consenta di limitare la spesa, ottimizzando al tempo
stesso i benefici da essa ottenibili.
Mainframe
PC/NT apps
Unix apps
3rd Party Interface
AIS Reports
Vendor
Maintenance
Insertions
Orders
AIS Calendar
NEW Soundscan
NPD Group
AIG Warranty Guard
Mesa Data
S20-Sales
Polling
Printer PO
I13- Auto
Replenishment
I06 - Customer
Order
S01 - Sales
Corrections
I17 Customer Perceived
In-Stock
UAR - Universal Account
Reconciliation
Sterling VAN
Mailbox (Value)
Roadshow
I15 Hand Scan
Apps
I06 Warehouse
Management
Print Costing
General
Maintenance
Broadcast
Filter
Process Servers
(Imaging)
Printer
Maintenance
Due Dates
Stores & Mrkts
Depository
Banks
Vendor Setup
Budget
Analysis Tool
Invoice App
E13
E3 Interface
Fringe PO
Smart Plus
M03 - Millennium 3.0
Smart Plus
Launcher
S04 - Sales Posting
S07 - Cell
Phones
P16 - Tally Sheet
I03 Return to
Vendor
D01 Post Load
Billing
M02 - Millennium
P15 EES Employee
Change Notice
L02-Resource
Scheduling
(Campbell)
E01-EDI
P14 On-line New
Hire Entry
P09 - P17
Cyborg
Frick
Co
CTS
ACH
V02-Price
Marketing
Support
CTO2.Bestbuy.
com
V04-Sign
System
Prodigy
Banks - ACH and Pos to
Pay
L01-Promo
Analysis
1
AAS
P01Employee
Masterfile
Cobra
S09 - Digital
Satellite
System
I12 Entertainment
Software
A04 - Cust
Refund Chks
Resumix
U18 - CTO
I02 Transfers
B01 - Stock
Status
Spec Source
SKU Tracking
Intercept
E02-Employee
Purchase
S08 - Vertex
Sales
Tax
I11 Price
Testing
I09 Cycle Counts
NPD,
SoundScan
I01 PO
Receiving
V03- Mkt
Reactions
S03-Polling
I35 - CEI
I18
SKU Rep
I07 Purchase
Order
Ad Expense
G02 - General
Ledger
Store
Scorecard
Sign
System
NARM
U16-Texlon
Arthur Planning
I35 Early Warning
System
I55 SKU
Information
ELT
PowerSuite
SKU Selection
Tool
K02
Customer Repair
Tracking
ASIS
Texlon 3.5
SKU
Performance
L60 MDF
Coop
I05
Inventory Info
V01-Price Management
System
Rebate
Transfer
X92-X96
Host to AS400
Communication
Supplier
Compliance
S02 Layaways
Spec
Source
Scorecard - HR
P09
Bonus/HR
Washington,
RGIS,
Ntl Bus Systems
S11 - ISP
Tracking
I10 Cycle Physical
Inventory
I04 Home
Deliveries
POS
Plan Administrators
(401K, PCS, Life,
Unicare, Solomon
Smith Barney)
Store
Monitor
S06 - Credit App
Equifax
Stock Options
I14 Count Corrections
CopyWriter's
Workspace
Store Budget
Reporting
Valley Media
B02 Merchandise
Analysis
BMP - Bus
performance Mngt
EDI
Coordinator
Merch Mngr Approval
Batch Forcasting
Ad Measurement
AIMS Admin
AIMS
Journal Entry Tool Kit
A05 - AP
Cellular
Rollover
AIMS
Reporting
Ad
Launcher
S05 - House
Charges
Optika
PSP
C02 - Capital
Projects
Data Warehouse
(Interfaces to and from the
Data Warehouse are not
displayed on this diagram)
US Bank Recon
File
Connect 3
ICMS Credit
SiteSeer
In-Home
Repair
Warranty
Billing
System
OTHER APPS - PC
AP - Collectio ns/Credit
TM - Credit Card DB
F06 - Fixed
Assets
Star Repair
Connect 3
PDF Transfe
Connect 3
Reports
Cash Receipts/Credit
Cash Over/
Short
Misc Accounting/Finance Apps - PC/NT
COBA
(Corp office Budget Assistant)
PCBS(Profit Center Budget System)
Merchandising Budget
INVENTORY CONTROL APPS - PC
Code Alarm
Debit Receivings
Devo Sales
Display Inventory
In Home
Jun kouts
Merchandise Withdrawal
Promo Credits
RTV Accrual
Shrink
AP Research - Inv Cntrl
AP Research-Addl Rpts
Book to Perpetual Inventory
Close Out Reporting
Computer Intelligen ce Data
Count Corrections
Cross Ref for VCB Dnlds
Damage Write Off
Debit Receivings
DFI Vendor Database
Disp lay Inventory Reconcile
Disp lay Inventory Reporting
INVENTORY CONTROL APPS - PC
DPI/CPI
IC Batching
Inventory Adj/Co unt Correct
Inventory Control Reports
Inventory Levels
Inventory Roll
Merchandise Withdrawal
Open Receivings
PI Count Results
PI Time Results from Inv
Price Protection
Sales Flash Rep orting
Shrink Reporting
SKU Gross Margin
SKU Shrin k Level Detail
USM
VCB D ownloads
ACC TS REC APPS - PC
990COR
Bad Debt
Beneficial Fees
Ben eficial Reconcile
JEAXF
JEB FA
JEBK A
JEDVA
JESOA
JEVSA
JEVSF
NSF
TeleCredit Fees
Prepared by Michelle Mills
Figura 4 – Effetto “spaghetti”. Esempio reale delle complesse correlazioni di un
architettura IT
In tal senso è utile specificare che il livello di integrazione può essere considerato sia
dal lato “inter-application” sia da quello “intra-application”. Il trend di costo di queste
diverse tipologie segue un andamento opposto (Figura 5): al crescere del numero di
applicazioni da integrare, cresce il costo di integrazione fra le applicazioni, mentre
diminuisce quello dell’integrazione interno ad esse, e viceversa.
Costi integrazione inter application
Costi
Costi integrazione inrra application
Numero applicazioni
Figura 5 - Andamento dei costi dell'integrazione
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
11
Questo significa che è necessario individuare un punto di equilibrio, in modo tale che
sia possibile contenere i costi e, allo stesso tempo, raggiungere un livello ottimale per
quanto concerne l’integrazione (inter e intra-application).
Ad esempio, si possono verificare vantaggiose fattispecie in cui, a fronte di una
sensibile riduzione dei costi di integrazione inter-applicazioni, si manifesti solo un
modesto aumento dei costi di integrazione intra-applicazioni.
Soluzioni di questo tipo possono essere ottenute e programmate solo grazie
all’adozione di linee guida e best practice che vengano impiegate nella costruzione e
nell’interfacciamento delle applicazioni, permettendo una trasformazione delle
architetture informatiche secondo una prospettiva d’integrazione ottimale.
Il punto focale sembra dunque essere il riutilizzo di strutture organizzative e processi,
evitando nel contempo mappature complesse che generino costi molto elevati nello
sviluppo e, soprattutto, nella manutenzione. Sintetizzando ulteriormente, si potrebbe
ridurre i termini della questione al raggiungimento di un livello maggiore di efficacia ed
efficienza, dove l’integrazione rappresenta un punto di partenza per il raggiungimento
di un vantaggio competitivo duraturo.
Occorre pertanto un approccio corretto ai processi di integrazione che soddisfi le
esigenze del business e consenta di arginare il cosiddetto “effetto spaghetti”.
La costituzione dei Centri di eccellenza rappresenta in tal senso, come sottolineato nel
paragrafo precedente, un’importante discriminante.
Se è vero infatti che nell’ambito dell’implementazione di un progetto, le maggiori
criticità riguardano la riduzione dei tempi di sviluppo e dei costi di manutenzione,
bisogna ricordare che il ROI stimato per le banche italiane sui progetti di questo tipo si
aggira attorno al 20-25%, accusando un netto ritardo su quelle americane (33-35%). La
spiegazione può essere ricercata nel livello di copertura delle architetture, che le
banche americane attestano intorno all’ 80%, cioè il doppio di quelle italiane (40%).
L’abbattimento delle barriere tuttora esistenti per la presenza dei silos informativi, che i
competence centre devono contribuire ad abbattere, richiede l’adozione di un
approccio che favorisce il progressivo accentramento delle informazioni.
Il tentativo di passare in tempi brevi a un unico sistema centralizzato, infatti, comporta
una serie di svantaggi: aumento dei tempi di sviluppo, dispute sulla ownership dei dati,
mancanza di allineamento dovuta alle attese richieste dai processi di aggiornamento
batch, diminuzione della flessibilità nelle modifiche richieste dai cambiamenti esterni.
Appare invece più equilibrata una strategia che preveda lo sviluppo separato di
repository fisicamente distinti, e l’utilizzo di middleware d’integrazione che permetta di
fornire agli utenti una singola vista logica sui dati.
Tale prospettiva consente di superare gli ostacoli citati in precedenza, pur presentando
alcuni inconvenienti in termini di ridondanza, sincronizzazione e inconsistenza che,
tuttavia, molti degli attuali software d’integrazione consentono di superare
progressivamente.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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La qualità dei dati e delle informazioni in banca
Cosa s’intende per dato di qualità
Quello della qualità dei dati è un problema tuttora non adeguatamente affrontato,
soprattutto nelle grandi aziende. Secondo alcune stime, infatti, i costi che le
organizzazioni sopportano a causa della scarsa qualità dei dati presenti nei propri
archivi vanno dal 10 al 25 percento delle entrate totali (English L. 2003; Wand Y.,
Wang R.Y., 1996). Ancora, secondo Gartner Group (Friedman T., 2002), oltre il 50%
dei progetti di Business intelligence e di CRM soffrono di pesanti problemi di sviluppo,
e alcuni addirittura di fallimento, a causa della trascuratezza nei confronti della qualità
dei dati.
La qualità dei dati è presentata in letteratura come un concetto multidisciplinare. Molto
spesso sono associate alla qualità proprietà come:
accuratezza, integrità, consistenza, completezza, validità, tempestività, rilevanza
accessibilità, sicurezza.
Anche se non sempre vi è accordo fra i vari autori sull’effettivo significato di ognuna di
tali proprietà, bisogna riconoscere che vi è unanime consenso nell’affermare che la
nozione di dato o informazione di qualità dipende fortemente dal contesto di utilizzo:
ciò che può essere considerato buono in un particolare caso, infatti, potrebbe non
esserlo in un altro. Si pensi, ad esempio all’analisi dei dati di bilancio di un azienda. Ai
fini della determinazione della posizione finanziaria, ci si potrebbe accontentare di una
precisione alle migliaia di euro, mentre, per un esame condotto da un auditor verrebbe
richiesta una precisione al centesimo.
Tale relatività del concetto di qualità, fa si che questa proprietà dipenda fortemente
dalle modalità utilizzate per l’implementazione dei sistemi informativi, dal loro disegno e
dai processi di produzione coinvolti nella generazione dei dati.
Se la diffusione dei sistemi di supporto decisionale e di business intelligence ha
contribuito a evidenziare le carenze dei sistemi sorgenti in termini di scarsa qualità, i
suoi effetti negativi si ripercuotono anche sui sistemi operazionali, provocando perdita
di produttività e difficoltà nell’implementazione di iniziative di straight-through
processing e business activity monitoring.
L’approccio alla qualità dei dati si rivela dunque indispensabile in ambito bancario,
soprattutto nei processi di correzione e aggiornamento delle liste, dovuto al naturale
invecchiamento e deterioramento delle informazioni, nelle attività di fusione
informativa, quando sono i dati di più realtà dipartimentali a concorrere ai processi, nei
casi di fusione e acquisizione fra aziende, dove debbono essere standardizzati e
unificati interi patrimoni informativi.
L’adozione di una metodologia e di strumenti per il miglioramento della qualità e
correttezza dei dati devono consentire agli utenti di poter operare in modo aperto e
configurabile, anche in tempo reale, con la possibilità di:
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
13
•
applicare regole specifiche del business per l’analisi dei dati sorgenti, al fine di
individuare tutte le irregolarità dei dati (anomalie) e di evidenziare la necessità e
la modalità di intervento sugli stessi;
•
implementare di logiche di confronto probabilistiche per decidere in merito alla
validità delle informazioni disponibili in determinati ambiti (geografici,
dipartimentali, per linee di business, ecc....);
•
utilizzare archivi di riferimento per validare e certificare ciascun dato disponibile.
Nella Figura 6 sono evidenziati i benefici percepiti dalle aziende che hanno adottato un
approccio alla qualità dei dati, secondo un’indagine svolta da TDWI.
12%
Less time to reconcile data
Greater confidence in analytical systems
17%
Single version of the truth
9%
Increased revenues
Reduced costs
13%
Increased customer satisfaction
19%
Other
12%
5
10
15
20
Figura 6 – Benefici percepiti dalle aziende cha hanno adottato un approccio alla qualità
dei dati. (Fonte: TDWI Data Quality Survey, Dicembre 2002).
In definitiva le aziende dovrebbero affrontare il tema della qualità come una questione
di business, piuttosto che come un problema tecnologico, adottando una metodologia a
ciclo chiuso che preveda lo svolgimento dei seguenti passi cruciali:
1. censimento delle sorgenti dati e rilevazione delle modalità e degli obiettivi di
utilizzo;
2. determinazione del fabbisogno minimo di qualità per ogni applicazione e,
seguendo il flusso, dei processi di business che richiedono dati;
3. definizione di metriche sulla qualità legate alle esigenze di business;
4. determinazione delle regole di business (approvate a livello enterprise) che
guidano le attività di cleansing e di auditing;
5. analisi dei dati di tutti i repository con il fine di evidenziare discrepanze fra
qualità attuale e qualità richiesta;
6. data cleansing dei repository;
7. modificare delle applicazioni per il miglioramento della qualità nell’acquisizione
e nell’aggiornamento dei dati;
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
14
8. modifica dei processi di business, delle misure performance, degli incentivi che
riguardano l’acquisizione dei dati;
9. monitoraggio e controllo della qualità dei dati, in relazione all’evolversi della
situazione.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
15
Le tecnologie a supporto dell’integrazione e della qualità dei
dati
Il fatto che i dati siano memorizzati in formati differenti e in archivi eterogenei, distribuiti
nei vari ambiti aziendali costituisce una barriera all’integrazione difficile da superare. I
metodi tradizionalmente adottati per fare fronte a questo problema prevedono, da un
lato, la realizzazione di strati di software ad hoc, che provveda alle trasformazioni e alla
normalizzazione dei dati, dall’altro la realizzazione di data mart contenenti copie delle
informazioni che le diverse applicazioni richiedono.
Nel primo caso, i principali inconvenienti consistono nella necessità di aggiornare
costantemente le applicazioni per non perdere i collegamenti con le attuali locazioni dei
dati, nell’obbligo di interoperabilità con i diversi driver e interfacce delle sorgenti, nella
gestione di differenti permessi di accesso per ogni repository e nella complessità della
interpretazione, per ogni progetto, di differenti semantiche e strutture fisiche che
possono successivamente essere modificate, ponendo ulteriori problemi di revisione.
Nel caso dei data mart, invece, si assiste generalmente ad un aumento dei costi e dei
tempi di sviluppo, a una eccessiva ridondanza dei dati spesso riutilizzati e al crescere
dei problemi di consistenza e allineamento dei diversi archivi.
Per far fronte a tali problemi, negli ultimi anni sono nati tre paradigmi di sviluppo che
consentono di far fronte alle necessità d’integrazione soddisfacendo i fabbisogni
d’intervento in tempo reale o in modalità batch e rispondendo alle esigenze di
integrazione dei dati e delle applicazioni.
Tempi dell’integrazione
Real
time
EII
EAI
ETL
Batch
Dati
Oggetto dell’integrazione
Processi
Figura 7 - Tecnologie per l'integrazione
Con l’acronimo EAI si indicano i sistemi per l’Enterprise Application Integration. Si tratta
di un framework attraverso il quale le organizzazioni perseguono l’integrazione delle
transazioni utilizzando solitamente piattaforme basate su tecnologie push. Il target, in
questo caso è costituito dalle applicazioni.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
16
ETL Extract, Transform and Load, identifica gli applicativi in grado di guidare il
processo di acquisizione batch dei dati a partire da fonti operazionali eterogenee,
verso, generalmente, repository destinati alle attività di supporto decisionale. Il target è
dunque costituito da data warehouse, data mart e operational data store.
EII, Enterprise Information Integration, infine, sottintende il processo di acquisizione, in
tempo reale, di disparati tipi di dati da molteplici fonti interne ed esterne
all’organizzazione, attraverso un data layer d’accesso universale, basato su tecnologie
pull, che ha per target le persone.
Bisogna sottolineare che l’adozione di una, alcune o tutte le sopraccitate tecnologie
richiede un forte commitment sia da parte dell’IT sia da parte delle unità di business,
per riuscire a concretizzare una strategia d’integrazione dei dati e dei processi che
inneschi un ciclo virtuoso.
Ciò richiede un costante monitoraggio delle performance e dell’efficienza di utilizzo di
tali tecnologie, monitorando l’impatto che la loro introduzione ha sui sistemi
operazionali.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
17
La metodologia di raccolta dati
Survey sull’integrazione dei dati in banca
Durante il periodo di attività dell’Osservatorio, è stato erogato un questionario
contenente sei domande sul tema dell’integrazione dei dati. Le domande del
questionario sono strutturate per la raccolta di dati di tipo quantitativo. La distribuzione
è avvenuta tramite supporto cartaceo, via posta elettronica o attraverso un form
pubblicato sul sito del CeTIF.
I destinatari sono stati individuati fra i partecipanti ai lavori dell’Osservatorio e fra gli
afferenti al Centro di Ricerca.
All’indagine hanno risposto 34 interlocutori, in rappresentanza di 30 istituzioni
finanziarie italiane. Il campione è composto da Banche operanti nel settore retail,
Società di Intermediazione Mobiliare, Società per la Gestione del Risparmio, Operatori
Istituzionali.
Gli interlocutori appartengono alle categorie dei manager IT, project manager
(soprattutto in ambito marketing) e database manager - gestori dei dati.
In base alla suddivisione per classi dimensionali proposta da Banca d’Italia ,il
campione analizzato comprende banche maggiori (35%), banche grandi (17%), medie
(25%), piccole e minori (15%); il restante 8% è rappresentato dagli Operatori
Istituzionali. I risultati dell’indagine dunque, anche in relazione alla tematica affrontata,
appaiono particolarmente significativi.
Indagine Delphi
Oltre alla Survey, l’Osservatorio ha promosso un’indagine Delphi, condotta con
l’obiettivo di raccogliere dati di tipo qualitativo per completare la descrizione dell’ambito
del data management bancario italiano, con uno specifico focus sulla qualità di dati e
informazioni.
La distribuzione è avvenuta tramite supporto cartaceo e via posta elettronica e ha
coinvolto undici fra i partecipanti ai lavori dell’Osservatorio, per gran parte appartenenti
alle aree IT e marketing, che hanno manifestato la propria disponibilità a contribuire
all’indagine.
Il Metodo Delphi consiste nella somministrazione ripetuta di questionari, con l’obiettivo
di approfondire la conoscenza di un tema di ricerca, non soltanto attraverso la raccolta
di opinioni singole, ma stimolando un confronto fra un gruppo di esperti selezionati.
Si tratta dunque di un metodo qualitativo, partecipativo, previsionale e di confronto.
La sua applicazione è particolarmente adatta alla realizzazione di più fini:
•
stimolare il confronto fra esperti appartenenti anche a categorie diverse;
•
rendere esplicita la conoscenza tacita che è patrimonio di ogni professione;
•
definire le proprietà dell’oggetto di studio;
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
18
•
formulare una previsione sullo sviluppo, probabile o desiderabile dell’oggetto di
approfondimento.
Pur esistendo diverse varianti al modello standard, la procedura tipica è caratterizzata
dalle seguenti fasi (Figura 8):
1. definizione del problema;
2. definizione del panel;
3. esplorazione;
4. analisi;
5. valutazione.
La selezione del gruppo Delphi è condotta seguendo il criterio guida dell’expertise.
Nella fase esplorativa si è costruito il primo questionario da somministrare al campione,
contenente una serie di domande, per lo più aperte e di carattere generale, e
affermazioni, con l’intento di rilevare i diversi punti di vista sottoposti ad affinamento e
selezione nei successivi round. Si tratta di uno step che ha lo scopo di inquadrare il
tema, di disegnare un framework generale che ha permesso ai ricercatori di delineare
con precisione i concetti, gli argomenti su cui verte la ricerca.
A tali affermazioni è stato richiesto di rispondere, oltre che con un proprio commento,
anche esprimendo il proprio grado di accordo / disaccordo assegnando un punteggio in
una scala da zero (completo disaccordo) a sette (completo accordo).
L’analisi delle risposte date al primo questionario ha rappresentato l’ultimo momento
della terza fase e il primo momento della fase analitica, dal quale deriva la costruzione
di un secondo questionario che riporta i concetti emersi dall’analisi del precedente e
contiene il dettaglio degli aspetti evidenziati nella fase esplorativa.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
19
A questo stadio, ogni esperto del campione non solo ha avuto la possibilità di ritrovare
alcune fra le proprie affermazioni che poteva ritrattare o modificare (ulteriore peculiarità
del Metodo Delphi), ma ha altresì colto l’occasione di esaminare la sintesi dei concetti
espressi dagli altri esperti con i quali confrontarsi, commentando e manifestando il
proprio accordo o disaccordo.
Start
Definizione problema
Selezione panel
esperti
Preparazione e
distribuzione
ti
i
Analisi risposte
Si è
ottenuto
consenso?
SI
NO
Fornire informazioni
richieste e risposte
rielaborate
Report finale
Stop
Figura 8 - La struttura in fasi del metodo Delphi
Tale processo di comunicazione, che avviene in forma anonima, consente la riduzione
dell’influenza di un leader e di qualsiasi barriera psicologica e professionale: ogni
membro è libero di dare il proprio contributo senza temere il giudizio degli altri
interlocutori.
Inoltre, il questionario dà la possibilità ad ogni esperto del panel di proporre nuovi
problemi o di sollevare ulteriori questioni.
La somministrazione del questionario può essere iterata più volte, in genere, da due a
quattro, e i dati qualitativi che emergono dall’analisi possono essere di volta in volta
integrati da dati quantitativi derivanti da indagini, rilevazioni o studi di settore realizzati
da altri soggetti sullo stesso tema.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
20
Il Metodo Delphi offre numerosi vantaggi nel suo utilizzo, rispetto ad altre metodologie
che presuppongono sempre uno scambio d’informazioni, un confronto e una
comunicazione di gruppo (come, per esempio, conferenze, brainstorming ed altri
processi interattivi).
La struttura a stadi del Metodo Delphi, consente un processo di comunicazione,
all’interno del gruppo di esperti, i quali possono essere anche geograficamente distanti,
in modo da facilitare un confronto e uno scambio reciproco di conoscenze. Ma non
solo: essa favorisce anche la risoluzione di problemi decisionali e di intervento, tramite
l’autocorrezione e la convergenza di valutazioni individuali, consentite dal processo di
feedback.
Sulla base di tali regole il questionario, composto da sei affermazioni, due tabelle
relative alle proprietà sottointese per i dati di qualità e due tabelle contenenti
affermazioni sull’importanza percepita di alcuni risvolti organizzativi del tema della
qualità dei dati, è stato somministrato ai partecipanti in due round successivi,
ottenendo in questo modo una convergenza di opinioni.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
21
I risultati emersi dall’analisi della survey e dell’indagine Delphi
Commento ai risultati della Survey
Prima domanda
La prima domanda del questionario ha richiesto di esprimere, attribuendo un punteggio
su una scala da uno a cinque, una valutazione rispetto al peso percepito
dell’integrazione, in termini di esigenze, all’interno della propria organizzazione.
17,65%
35,29%
5
3
4
47,06%
Figura 9 - Domanda 1 Survey: "Quanto ritiene pesi l'integrazione, in termine di esigenze,
all'interno della Sua organizzazione?”
Le risposte hanno confermato l’attualità e l’importanza avvertite del tema, con un peso
elevato, quattro e cinque, attribuito da oltre l’82% del campione.
Questo ribadisce la particolare sensibilità dell’ambiente bancario per un aspetto dei
sistemi informativi che riguarda non soltanto dati e informazioni ma anche sistemi,
piattaforme e canali.
La proliferazione di prodotti, servizi e canali, le richieste delle normative, le necessità di
adozione di pratiche di gestione condivise rendono, di fatto, l’integrazione un requisito
sempre più indispensabile per connettere:
•
canali di contatto e canali di delivery;
•
funzioni e dipartimenti che hanno sinora operato separatamente;
•
la banca con il sistema esterno.
Questo si traduce nella necessità di realizzare una piattaforma comune per lo sviluppo
delle applicazioni che, sebbene dispongano di interfacce diverse, utilizzano la stessa
logica per l’erogazione dei medesimi servizi, ottenendo benefici sia in termini di
efficienza sia in termini di efficacia.
In tale senso, diventa fondamentale seguire un percorso d’integrazione che coinvolga:
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
22
•
i processi di business, per acquisire le capacità di creare, estendere riutilizzare
gli stessi processi attraverso un’ampia varietà di applicazioni e canali;
•
i dati, per consentire la condivisione delle stesse informazioni, aggiornate e
consistenti;
•
le applicazioni, attraverso l’adozione di framework che permettono lo sviluppo di
piattaforme aperte, flessibili e scalabili, che favoriscono la ricusabilità delle
componenti.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
23
Seconda domanda
La seconda domanda ha richiesto di esprimere, sempre attribuendo un punteggio su
una scala da uno a cinque, una valutazione rispetto al peso percepito, in termini di
esigenze, dell’integrazione dei dati, all’interno della propria organizzazione.
5
38,24%
2,94% 3
1
5
11,76%
3
4
4
47,06%
Figura 10 - Domanda 1b Survey: "Quanto ritiene pesi l'integrazione dei dati, in termine di
esigenze, all'interno della Sua organizzazione?"
Le risposte ottenute confermano l’andamento espresso nel quesito precedente, con
l’attribuzione di un peso elevato, quattro e cinque, da oltre l’85% del campione. Il tema
dell’integrazione dei dati è percepito come un aspetto critico nell’ottica di una
integrazione dei sistemi informativi, che deve coinvolgere non soltanto i sistemi
decisionali ma anche lo strato transazionale.
Aumentano, infatti, per i motivi evidenziati in precedenza, le difficoltà da parte delle
banche di ovviare ai problemi di frammentazione e ridondanza, rendendo i dati
certificati, consistenti e disponibili a utenti, processi di business, applicazioni, servizi
applicativi, partner e controparti.
Si può affermare che le esigenze in termini d’integrazione dei dati si siano evolute
secondo tre modalità che si sono susseguite nel tempo proporzionalmente all’aumento
dei volumi delle informazioni da gestire, interessando dapprima il solo livello
applicativo, quindi i singoli domini organizzativi (marketing, controllo di gestione, ecc.),
infine, e soprattutto a causa del continuo assottigliamento dei confini fra dipartimenti e
fra domini applicativi, l’intera azienda e tutti i suoi stakeholder.
La crescita di questi bisogni, dunque, che non possono più essere soddisfatti dalla
realizzazione di strati di software dedicato per i quali è necessaria un’intensa attività di
programmazione, impone alle aziende l’adozione di un approccio che consenta non
solo lo scambio di dati fra applicazioni differenti ma, soprattutto, la condivisione della
medesima interpretazione semantica.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
24
Terza domanda
La terza domanda intende verificare la corrispondenza fra importanza dell’integrazione
percepita, espressa nei quesiti precedenti, e risorse economiche dedicate, richiedendo
ai partecipanti di esprimere, utilizzando una scala di valori da zero a cinque, il peso
dell’integrazione dei dati in termini di investimenti compiuti dalla propria
organizzazione.
5,88%
5
35,29%
11,76%
2
4
3
47,06%
Figura 11 - Domanda 2 Survey: "Quanto pesa l'integrazione, in termine di investimenti,
all'interno della Sua organizzazione?"
Il valore medio delle risposte, 3,35 testimonia come non vi sia una piena
corrispondenza fra il valore percepito e l’impegno economico attuale, nonostante in
questi ultimi anni i processi d’integrazione e di razionalizzazione dei sistemi informativi,
soprattutto per quanto riguarda i grandi gruppi, abbiano assorbito una parte crescente
di risorse, come confermano anche le rilevazioni del rapporto CIPA - ABI.
Pur essendo elevata la percezione della rilevanza del valore, infatti, molto spesso le
priorità contingenti imposte dai progetti in corso fanno si che le aziende continuino a
pensare all’integrazione dei dati come a un problema da affrontare non in via
preventiva e seguendo un approccio globale e strutturato, ma solo nel momento in cui
si riverificano dei problemi nella fase d’implementazione dei progetti.
In tale situazione è comprensibile anche come diventi più difficile poter quantificare i
fabbisogni di risorse destinate a questo particolare compito, non solo in termini
economici ma anche in relazione alle ore di sviluppo dedicate.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
25
Quarta domanda
Con la quarta domanda si è inteso quantificare quale fosse il riscontro nella realtà delle
risposte raccolte dalla seconda domanda, attraverso la richiesta ai partecipanti
dell’indicazione del numero dei progetti attualmente attivi nella propria organizzazione,
aventi a che fare con l’integrazione dei dati.
5,88%
29,41%
0
>3
3
14,71%
1
2
23,53%
26,47%
Figura 12 Domanda 3 Survey: "Quanti progetti che riguardano l'integrazione dati sono
attualmente attivi nella Sua organizzazione?"
In effetti, risulta che oltre il 55% degli intervistati asserisce che nella propria
organizzazione sono attualmente attivi almeno tre progetti IT, con punte di oltre cinque,
che presentano elementi di criticità nell’integrazione dei dati, mentre soltanto il 5,88%
dichiara che ciò non accade in alcun progetto correntemente in sviluppo.
Se poi si tiene conto anche di coloro che hanno indicato due progetti attivi in tale
ambito, la percentuale complessiva sale a oltre il 79%.
Bisogna sottolineare come tale percentuale sia andata crescendo nel corso degli ultimi
mesi, così come evidenziato dal confronto con le prime rilevazioni parziali effettuate a
gennaio 2005.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
26
Quinta domanda
La quinta domanda ha richiesto ai partecipanti di segnalare gli ambiti dei progetti
attualmente in corso che, alla domanda precedente, erano stati indicati per il loro
fabbisogno in termine di integrazione dati.
70
62,5
60
50
40
46,8
44,12
34,4
30
20
15,5
9,3
10
0
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Rein
Acce
Mar k
Inno
Rego
Figura 13 Domanda 4 Survey: "A quali ambiti i progetti attivi riguardanti l'integrazione
dati fanno riferimento?"
Come evidenziato dal grafico (Figura 13), fra i più votati risultano i progetti per gli
adeguamenti normativi, in particolare quelli richiesti da Basilea 2, quelli per il supporto
a iniziative marketing e CRM, quelli per l’implementazione di sistemi di supporto di
gestione e di Business Performance Management e, infine, i progetti per la
ristrutturazione della rete di sportelli.
È opportuno rilevare come Basilea II, ambito segnalato dal maggior numero di
intervistati, ha acquistato un´enorme importanza, soprattutto alla luce del fatto che, ai
fini della determinazione del rischio di credito, spesso si devono creare ed integrare
database di dimensioni sempre più consistenti. Gli elevati requisiti di qualità,
consistenza, trasparenza e verificabilità di tali archivi presuppongono una maggiore
condivisione negli accessi da parte sia dell’area del risk management, sia dell’area
finanza e non solo.
Per questo motivo molte banche hanno compreso che si rende necessaria l’adozione
di un approccio centralizzato e condiviso per la gestione dei dati, in grado di garantire
una migliore accessibilità, maggiori funzionalità di analisi, la possibilità di sfruttare
sinergie con altri progetti (es. IAS) e la possibilità di ridurre i costi.
Non stupisce che, al secondo posto, venga segnalato l’ambito del marketing e del
CRM, da sempre legato a elevati fabbisogni d’integrazione dati, che hanno richiesto
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
27
alle aziende di credito di compiere, già negli anni passati investimenti in strumenti per
l’acquisizione di dati da fonti eterogenee (ETL, Extract Transform and Load) e la loro
integrazione.
Soprattutto sul fronte della multi-canalità le banche si sono da tempo attivate per
ottenere, a partire dai sistemi legacy archivi di dati sui clienti consistenti, condivisi e di
qualità, alla ricerca di quella visione unica del cliente indispensabile per la
personalizzazione della relazione.
Anche la presenza, fra i progetti maggiormente segnalati, di controllo di gestione e
innovazione della rete di filiali corrisponde alle aspettative.
Nel primo ambito, stanno iniziando a prendere consistenza i primi progetti di Business
Performance Management, che prevedono la definizione di un insieme di misure e di
indici, a partire dalle informazioni che provengono da tutti gli ambiti aziendali,
consentendo di ottenere una visione globale dello stato di salute dell’organizzazione e
inseguire un’unica strategia e allineando le iniziative a livello corporate.
Per quel che concerne lo sportello, invece, numerosi istituti di credito sono attualmente
impegnati nella riprogettazione delle filiali, che prevede quali punti di maggiore
interesse l’integrazione con gli altri canali di contatto, l’integrazione fra front-office e
sistemi legacy, l’integrazione delle tecnologie client e l’integrazione delle periferiche
specializzate.
15
12
10
5
8
4
4
2
0
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Figura 14 - Domanda 3b Survey: "Quali progetti riguardanti l'integrazione dati sono
attualmente attivi?"
Il risultato evidenziato dal grafico successivo (Figura 14) è dato dalle risposte di chi ha
volontariamente risposto alla domanda che chiedeva di specificare l’esatta tipologia dei
progetti attualmente attivi. Per tale motivo l’esito è stato rappresentato in termini
numerici assoluti piuttosto che in percentuale.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
28
Sesta domanda
La sesta domanda ha voluto rilevare, infine, quali sono, secondo i partecipanti, gli
aspetti dell’integrazione dei dati che maggiormente pesano nello sviluppo dei progetti
informatici.
70
64,71
55,88
60
50
52,94
47,06
40
29,41
30
20
10
5,88
8,82
14,71
8,82
0
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alis
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Dis
Sca
Ca
Sta
An
Figura 15 Domanda 5 Survey: "Anche con riferimento alle esperienze della Sua
organizzazione, quale ritiene essere il tema più sentito, in termini di integrazione dati?"
I temi maggiormente sentiti sono, com’è evidenziato dalla Figura 15, la bonifica e la
correttezza dei dati, la disponibilità dei dati “on-demand”, la standardizzazione e il
confronto delle fonti e l’analisi e documentazione delle sorgenti.
L’insieme di queste criticità denota la presenza di problemi tutt’ora aperti di natura
infrastrutturale e non solo applicativa.
Per quanto riguarda la bonifica e la correttezza bisogna dire che spesso si deve far
fronte a problemi che derivano dalla mancata implementazione di adeguati controlli in
fase di data entry e dalla natura stessa dei dati che provengono da sistemi legacy,
ottimizzati per eseguire velocemente e in modo sicuro le transazioni, ma non concepiti
per garantire la completezza delle informazioni. Ciò impone un notevole sforzo nel
momento in cui tali dati devono essere riutilizzati per fini diversi da quelli iniziali.
Relativamente alla disponibilità dei dati “on demand” tale esigenza tende a essere
tanto più forte quanto più si fa strada il concetto di Service Oriented Application, con
l’adozione, ormai avviata, di tale paradigma nella riscrittura di importanti porzioni dei
sistemi informativi bancari. L’orientamento al servizio rende dunque necessario un
diverso approccio per l’accesso agli archivi, che renda i dati disponibili alle applicazioni
non solo secondo una sequenza temporale predeterminata, ma ogniqualvolta ne venga
fatta richiesta, anche in modo estemporaneo.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
29
Per ciò che concerne la standardizzazione, ancora si deve notare come le
stratificazioni successive, cui nel tempo i sistemi informativi bancari sono stati soggetti,
sono il principale fattore alla base di tale problema; lo sviluppo dipartimentale degli
applicativi ha contribuito poi a creare delle forti barriere all’interazione e allo scambio
fra sistemi diversi, basati su piattaforme, modalità di codifica, architetture, spesso
incompatibili fra di loro.
Paradossalmente l’adozione di standard è senza dubbio maggiormente affermata nel
dominio delle applicazioni di comunicazione interbancarie quali, ad esempio, i circuiti di
pagamento internazionali.
Infine, per quel che riguarda l’analisi e la documentazione delle sorgenti e, insieme a
questa, la gestione dei metadati, si può nuovamente rilevare come, data la complessità
del patrimonio informativo delle banche, e nonostante la maggior parte di esse abbia
già realizzato progetti di data warehousing, la mappatura delle fonti e la raccolta della
documentazione relativa costituisca un impegno alquanto pesante e di difficile
completamento.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
30
Commento ai risultati dell’indagine Delphi
Prima affermazione
Primo round
La gestione dei dati aziendali è essenzialmente un problema di tipo organizzativo.
In questo senso il problema della qualità vede nella soluzioni tecnologiche e nel
problema della responsabilità dei dati due variabili rilevanti.
Secondo round
La gestione dei dati aziendali è essenzialmente un problema di tipo organizzativo
che, tuttavia, non può prescindere da aspetti culturali e tecnologici.
Versione definitiva
La gestione dei dati aziendali è un problema di tipo organizzativo, culturale,
tecnologico e di formazione, che spesso è influenzato da esigenze commerciali.
Parole chiave: Formazione, responsabilità, cultura, costi, priorità.
Secondo i partecipanti all’indagine, la gestione dei dati aziendali è un problema dai
molteplici risvolti.
Innanzitutto di tipo organizzativo, poiché richiede la definizione di un presidio dedicato,
che sia in grado di coordinare e interfacciare diverse unità dell’azienda che utilizzano
dati gestiti attualmente in modo autonomo e di definire e far rispettare delle linee guida
che favoriscano il perseguimento degli obiettivi aziendali. In tale senso tale struttura
dovrebbe assumere il compito di driver per la diffusione di un approccio metodologico
di riferimento.
Quindi bisogna considerare l’aspetto tecnologico: senza una struttura IT adeguata e
flessibile è impossibile intervenire tempestivamente per governare opportunamente il
dato.
Un altro aspetto importante e legato alla cultura aziendale e alla formazione: in tal
senso è importante elevare la percezione della “responsabilità dei dati” ed educare le
risorse, attraverso opportuni piani di formazione, secondo tale ottica, coinvolgendo non
soltanto coloro che sono addetti al data entry ma chiunque possieda permessi di
accesso.
Infine non bisogna trascurare il fatto che spesso tale gestione è influenzata dalle
esigenze di business e commerciali, talvolta poco sensibili a costi e problemi non
direttamente identificabili in fase di definizione dei progetti.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
31
Seconda affermazione
Primo round
Spesso il problema della qualità dei dati viene affrontato solo dopo il
completamento di un progetto di fusione/integrazione/migrazione applicativa.
Secondo round
Nonostante il problema della qualità dei dati venga spesso affrontato solo dopo il
completamento di un progetto di fusione/integrazione/migrazione applicativa, è
fondamentale un’analisi preliminare ad ogni intervento. La situazione ottimale
dovrebbe prevedere la presenza di una infrastruttura di presidio sulla qualità dei
dati aziendali.
Versione definitiva
Nonostante il problema della qualità dei dati venga spesso affrontato solo dopo il
completamento di un progetto di fusione/integrazione/migrazione applicativa, con
sostanziali diseconomie di scala, è fondamentale un’analisi preliminare ad ogni
intervento. La situazione ottimale dovrebbe prevedere la presenza di una
infrastruttura trasversale di presidio sull’architettura e sulla qualità dei dati aziendali
che svolga un ruolo rilevante sin dall’inizio di ogni progetto.
Parole chiave: Visione globale, presidio trasversale, diseconomie di scala
Dalle considerazioni relative a tale affermazione emerge e si rafforza l’ipotesi della
creazione di una infrastruttura trasversale di presidio sulla qualità dei dati, capace di
superare le barriere verticali che spesso si creano nelle singole fasi del processo
d’integrazione / fusione.
Vi è inoltre accordo sul fatto che spesso il problema della qualità dei dati viene
sottostimato in fase di routine aziendale mentre emerge nei momenti di rivisitazione
delle procedure aziendali quando, specialmente in occasione di trasferimenti
dall’ambiente operazionale, si rivelano inconsistenze e ridondanze.
L’adozione di tale approccio, oltre a relegare gli aspetti della qualità, non considerati
basilari, a un mero problema informatico, contribuisce alla crescita dei costi che
possono incidere pesantemente sul budget iniziale.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
32
Terza affermazione
Primo round
Un tema come Basilea II richiede necessariamente che venga affrontato il
problema della qualità dei dati prima di procedere con un qualsiasi sviluppo
applicativo.
Secondo round
Un tema come Basilea II richiederebbe, al pari di altri contesti, un’attenzione
preliminare al problema della qualità dei dati, prima di procedere con un qualsiasi
sviluppo applicativo. Tuttavia, esigenze imposte da scadenze restrittive rischiano,
anche in questo caso, di condurre verso soluzioni di compromesso.
Versione definitiva
Un tema come Basilea II richiederebbe, al pari di altri contesti, un’attenzione
preliminare al problema della qualità dei dati, prima di procedere con un qualsiasi
sviluppo applicativo. Tuttavia, esigenze imposte da scadenze restrittive rischiano,
anche in questo caso, di condurre verso soluzioni di compromesso.
Parole chiave: Scadenze restrittive, non atipicità di Basilea 2
Da parte dei partecipanti emerge la consapevolezza che la normativa dell’accordo
Basilea 2 impone un’attenzione particolare al tema della qualità dei dati, perché
costringe a incrociare categorie di dati che non sempre in precedenza erano stati
raccordati tra di loro, e perché la qualità delle analisi richieste da tale normativa, i cui
output saranno presentati alla clientela, dipende fortemente dalla qualità dei dati in
input.
Tuttavia, emerge la convinzione che le scadenze imposte contribuiranno a far si che,
almeno nel breve periodo, l’approccio alla qualità dei dati non ne risulterà fortemente
influenzato.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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Quarta affermazione
Primo round
Uno dei limiti principali nell’affrontare interventi destinati a migliorare la qualità dei
dati è rappresentato dalle resistenze da parte degli utenti nell’avere i propri dati
modificati.
Secondo round
Un limite, nell’affrontare interventi destinati a migliorare la qualità dei dati, è
rappresentato dalle resistenze da parte degli utenti nell’avere i propri dati modificati
e condivisi. Tale limite, peraltro attenuabile attraverso interventi di formazione e
responsabilizzazione, è spesso amplificato da resistenze da parte di altre
componenti aziendali (gestore dei dati, business unit, …).
Versione definitiva
Un limite, nell’affrontare interventi destinati a migliorare la qualità dei dati, è
rappresentato dalle resistenze da parte degli utenti nell’avere i propri dati modificati
e condivisi. Tale limite, spesso amplificato da resistenze da parte di altre
componenti aziendali (gestore dei dati, business unit, …), è attenuabile attraverso
interventi di formazione, comunicazione interna / esterna, incentivazione e
responsabilizzazione.
Parole chiave: Comunicazione, formazione, responsabilizzazione, incentivazione
Anche questa affermazione ripropone l’importanza della cultura e della formazione.
Infatti occorre far percepire agli utenti il vantaggio tangibile del poter disporre dei loro
dati aggiornati e bonificati, attraverso opportune iniziative di formazione e
comunicazione interna ed esterna.
Ciò contribuirebbe ad attenuare non soltanto le resistenze degli utenti, restii a qualsiasi
modifica dei propri dati ma anche del gestore dei dati, il quale può trovarsi in difficoltà a
giustificare aggiustamenti che generano evidenti discontinuità con il passato.
Ancora, un piano di comunicazione può favorire l’accordo fra le diverse componenti
aziendali che utilizzano la stessa l’informazione per finalità diverse, e che necessitano
di riferenti livelli di qualità.
Un‘ulteriore stimolo al mantenimento di un elevato livello di qualità può derivare
dall’istituzione di incentivi.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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Quinta affermazione
Primo round
Nel lungo periodo, opportuni meccanismi di data entry supportati da adeguati
controlli possono, da soli, contribuire a migliorare la qualità dei dati aziendali.
Secondo round
Nel lungo periodo, opportuni meccanismi di data entry supportati da adeguati
controlli non possono, da soli, migliorare la qualità dei dati aziendali.
Versione definitiva
Nel lungo periodo, opportuni meccanismi di data entry supportati da adeguati
controlli non possono, da soli, migliorare la qualità dei dati aziendali, anche se,
soprattutto su dati “nuovi”, l’utilizzo di meccanismi standardizzati è una condizione
necessaria.
Parole chiave: Errori sistematici, bonifica archivi, flussi da sistemi esterni,
chiarezza dei controlli, aggiornamento
Non vi è dubbio fra gli intervistati che i controlli contribuiscono alla prevenzione degli
errori, soprattutto se si tratta di errori sistematici. Anche in questo caso si deve porre
attenzione alla formazione e diviene determinante la scelta dei meccanismi di controllo
da predisporre, affinché il personale addetto ne comprenda le finalità. Ciò evita di
trasformare l’intera attività di data entry in un continuo utilizzo delle forzature ai
controlli.
Anche nel caso di dati acquisiti da sistemi esterni con processi automatici la definizione
di regole può senz’altro contribuire al mantenimento di standard di qualità elevati.
Per quanto concerne la bonifica di archivi esistenti, occorre considerare la forte
componente temporale della qualità, che richiede la definizione di processi iterativi di
controllo, che permettano una continuo monitoraggio della validità delle informazioni
correttamente inserite ma soggette a potenziale decadimento nel tempo (es. dati
anagrafici).
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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Sesta affermazione
Primo round
Parlando di integrazione dati:
Dati di qualità +
Dati di qualità =
Non necessariamente dati di qualità.
Secondo round
L’esistenza di archivi di qualità è un requisito necessario, auspicabile ma non
sufficiente a garantire la qualità del risultato nei processi di integrazione dati.
Versione definitiva
L’esistenza e il mantenimento nel tempo, grazie all’utilizzo di opportune tecnologie,
di archivi di qualità è un requisito necessario, auspicabile ma non sufficiente a
garantire la qualità del risultato nei processi di integrazione dati.
Parole chiave: Variabile umana, importanza regole, aspetto dinamico della qualità
L’esistenza di archivi di qualità può essere considerato un importante punto di
partenza, e non il punto di arrivo nei processi d’integrazione.
Come sottolineato nell’affermazione precedente, dati e informazioni sono spesso
soggetti a un rapido decadimento, e la tecnologia può fornire un contributo al rispetto di
regole di controllo.
Tuttavia spesso occorre un’attenta analisi e interpretazione della semantica, per
allineare dati che pur avendo nomi differenti, presentano il medesimo contenuto, o
viceversa, dati che sono codificati differentemente ma presentano gli stessi nomi.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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Caratteristiche spesso associate alla qualità dei dati e importanza percepita
CARATTERISTICHE DELLA QUALITÀ DEI
DATI
IMPORTANZA
PERCEPITA
Med.
Dev. Std.
Integrità
6,58
0,64
Aggiornamento
6,25
0,92
Sicurezza
6,00
1,15
Consistenza
5,83
1,14
Accuratezza
5,75
1,30
Completezza
5,75
1,30
Accessibilità
5,75
1,23
Rilevanza
5,33
1,31
Validità
5,17
2,03
Tabella 1 – Importanza percepita delle principali caratteristiche della qualità dei dati
Secondo la maggior parte dei partecipanti all’osservatorio integrità e aggiornamento
sono proprietà irrinunciabili, mentre la completezza e l’accessibiltà non sono valori
assoluti, ma il loro rilievo dipende dal contesto di utilizzo.
Per quel che riguarda la validità, invece, se è vero che è fondamentale avere dati
validi, talvolta si possono utilizzare regole di presunzione e incroci con altre
informazioni che contribuiscono indirettamente a una validazione del dato.
Sorprende invece come la consistenza non sia considerata fra le proprietà più votate,
data la poca evidenza che può avere un dato inconsistente rispetto a uno errato e le
conseguenze che tale inconveniente può portare.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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Caratteristiche spesso
miglioramento avvertita
associate
alla
qualità
CARATTERISTICHE DELLA QUALITÀ DEI
DATI
dei
dati
e
necessità
di
NECESSITÀ DI
MIGLIORAMENTO
AVVERTITA
Med.
Dev. Std.
Accessibilità
5,45
1,30
Integrità
5,36
1,55
Aggiornamento
5,27
2,09
Sicurezza
5,27
1,66
Accuratezza
5,00
1,48
Completezza
4,82
1,70
Consistenza
4,73
1,42
Validità
4,36
1,87
Rilevanza
3,55
1,88
Tabella 2 – Necessità di miglioramento avvertite per le principali caratteristiche della
qualità dei dati
Le necessità di integrità, aggiornamento e sicurezza, che nella tabella precedente
erano segnalate fra le più importanti, risultano, in base ai punteggi del presente
prospetto, lontani da un livello ottimale, e suscettibili di notevoli miglioramenti. In
questo senso dunque dovranno essere diretti i maggiori sforzi di miglioramento che le
istituzioni finanziarie dovranno affrontare nei prossimi anni sul fronte del data
management.
Tuttavia, anche se non ritenuta ad alta priorità anche l’accessibilità risulta essere un
elemento per il quale sono attesi ulteriori progressi.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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Principali problemi legati al basso livello di qualità dei dati
IMPORTANZA PERCEPITA
Med.
Dev. std.
Difficoltà e lunghi tempi per la riconciliazione dei dati
5,92
1,26
Perdita di credibilità del sistema informativo
5,75
1,74
Ritardi nello sviluppo di nuove applicazioni
4,75
1,01
Problemi di compatibilità
4,55
2,23
Costi aggiuntivi
4,50
2,69
Immagine aziendale
5,00
1,41
Interventi di bonifica
5,00
1,00
Tabella 3 - Importanza percepita dei principali problemi legati a un basso livello di qualità
dei dati
I partecipanti segnalano come maggiormente critico un problema che attualmente
molte organizzazioni devono affrontare e che un’attenzione particolare e l’allocazione
di un numero spesso non previsto a priori di risorse, nello sviluppo di molteplici
progetti.
Al secondo posto invece si segnala un fattore che riflette ciò che molto spesso avviene
nella realtà, allorché vengono attribuite ai sistemi informativi carenze che derivano da
un errato approccio al problema, non solo dal punto di vista tecnologico ma, soprattutto
dal punto di vista organizzativo, strategico e di business.
Nelle ultime due righe sono presenti due problemi segnalati solo da alcuni partecipanti
all’indagine.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
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Affermazioni sulla qualità dei dati
IMPORTANZA PERCEPITA
Med.
Dev. Std.
Una fonte di valore strategico per le organizzazioni
6,09
1,16
Una componente trasversale a tutti i progetti informatici
6,00
1,35
Un fattore critico per il successo di progetti IT
5,36
1,82
Una componente scontata per il top management
5,27
1,54
Un tema sottovalutato
5,18
2,04
Un problema da gestire
4,82
1,99
Una voce di costo i cui benefici sono difficilmente
valutabili
4,18
2,12
Percepita solo dall’IT
3,82
2,04
Tabella 4 - Alcune affermazioni sulla qualità dei dati
È importante notare che i partecipanti all’indagine sottolineano come l’issue della
qualità dei dati sia interpretabile come un’opportunità che l’azienda può sfruttare,
piuttosto che come un problema da dover gestire, approccio in verità sinora adottato.
Essa richiede l’adozione di una visione olistica, dato il suo carattere di elevata
trasversalità.
Tuttavia, è richiesta ancora un’adeguata azione di comunicazione e di formazione per
elevare la sensibilità interna verso tali problemi.
Anche in questo caso nelle ultime due righe sono presenti due voci segnalate solo da
alcuni partecipanti all’indagine.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
40
Conclusioni
Con riferimento al fabbisogno di coordinamento e di integrazione, i sistemi informativi
possono essere presentati come caso emblematico in cui le tecnologie
dell’informazione e della comunicazione si rivelano essere fattore abilitante di nuove
soluzioni organizzative e assolvono a importanti funzioni di coordinamento e
integrazione (Ravagnani, 2001). Nell’ambito dei sistemi informativi il concetto di
"integrazione" è stato definito da Heilmann (1989). come l'interazione funzionale di
uomini, processi e tecnologie con l'obiettivo di creare un insieme unitario. Dal punto di
vista dell’attività bancaria, nell'ottica di raggiungere l'obiettivo dell'integrazione, devono
essere contenuti gli effetti negativi derivanti dalla creazione di confini più o meno
artificiali tra funzioni, processi e dati aziendali. I flussi informativi, quindi, devono essere
organizzati utilizzando come modello la naturale concatenazione di tutti i processi
aziendali (proprio come nell’ambito delle piccole imprese, dove tutti gli aspetti
dell’attività dell’azienda sono “integrati” nella mente dell’imprenditore e tenuti in
considerazione in ogni provvedimento preso).
Un supporto fondamentale nel passaggio dallo sviluppo di una singola procedura
automatizzata allo sviluppo di un sistema informativo complesso ed integrato è dato
dall’impiego di modelli di integrazione, che vengono sviluppati ad un livello di
astrazione superiore rispetto al ciclo di vita della singola procedura, ma utilizzano le
stesse forme di descrizione dei livelli inferiori. Tale strutturazione dell’architettura di un
sistema informativo costituisce quindi un indispensabile punto di partenza per eventuali
successive decisioni di automazione (Carignani, 2005).
La progressiva affermazione di sistemi di data warehousing è connessa al fatto che
l’architettura informatica dei sistemi informativi delle generazioni precedenti si è
sovente sviluppata nel tempo in modo incrementale, aggregando pacchetti applicativi
differenti ad uso delle diverse aree funzionali; cosicché, col passare del tempo, si è
generata una elevata frammentazione della base informativa aziendale. I sistemi
informativi aziendali tradizionali infatti nascono per aggregazioni successive di
componenti applicative differenti, fortemente caratterizzate dal punto di vista
funzionale, che si cerca di volta in volta di collegare fra loro attraverso interfacce che
consentano alle diverse parti di comunicare. Ciascun sottosistema costituisce un
elemento a sé stante, parte di un “arcipelago” nel quale i collegamenti sono assicurati
da interfacce che provvedono a regolare la comunicazione e il flusso di dati e
informazioni tra una componente e l’altra. Questo approccio è indubbiamente limitato
ed imperfetto, poiché un’architettura dei dati di questo tipo costringe ad inserimenti
multipli dello stesso dato e fa sì che informazioni aventi la stessa natura o destinazione
risultino disperse fra le diverse componenti. Tale fenomeno di frammentazione ha
provocato non di rado una serie di inconvenienti quali la ridondanza di dati e
informazioni, solitamente dovuta al fatto che dati della medesima specie venivano
raccolti ed elaborati da applicazioni differenti, con il grave rischio di disallineamento
della base-dati informativa, maggiori difficoltà nello stabilire connessioni e interfacce
efficaci al crescere dei sottosistemi, elevata rigidità del sistema informativo
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
41
conseguente alla difficoltà di eliminare o sostituire una o più applicazioni e elevati tempi
di adattamento dei sistemi alle esigenze aziendali data la complessità della struttura e
il necessario intervento di esperti esterni. Ci si trova di conseguenza a dover
fronteggiare costi inutili, dati ed informazioni ridondanti ed elevati rischi di
disallineamento della base informativa, causati dalla necessità di aggiornare
contemporaneamente diverse anagrafiche. In secondo luogo, l’aumento del numero
dei sottosistemi pone dei limiti fisici alle possibilità di connessione ed interfaccia,
rendendo il sistema rigido ed incapace di adattarsi all’evoluzione delle prassi operative
e delle relazioni organizzative. In più, un sistema così strutturato implica dei tempi di
aggiornamento non sempre adeguati alle esigenze di reattività che elevati livelli di
coordinamento richiedono, aspetto questo che, assieme alla necessità di rivolgersi a
degli specialisti per integrare i singoli sottosistemi, contribuisce a rallentare i tempi di
risposta complessivi del sistema stesso. Negli ultimi anni, le esigenze di integrazione di
dati, informazioni e applicazioni si sono accentuate sotto la spinta di numerose
sollecitazioni che hanno interessato l’ambito bancario, dovute agli adeguamenti imposti
dalle nuove normative (Basilea 2 ne è un evidente esempio), alle richieste del mercato
che necessita sempre più di servizi integrati, e agli assetti organizzativi degli operatori
del settore che spesso impongono interventi sui sistemi informativi.
In particolare i consistenti volumi di dati che i sistemi informativi devono gestire sono
costantemente in crescita, mentre la pressione del mercato richiede un accesso alle
informazioni sempre più tempestivo. Ciò rende obsoleto l’approccio sinora adottato
dalla maggior parte delle aziende, che prevedeva l’utilizzo di silos di dati sviluppati in
base alle necessità di singole aree organizzative. Si vanno facendo strada, dunque,
nuove soluzioni che prevedono, oltre all’utilizzo di opportune tecnologie in grado di
garantire il collegamento di fonti eterogenee, la gestione efficiente di grandi volumi di
dati, la disponibilità di funzionalità per la profilazione, la bonifica e la trasformazione
degli stessi, l’accentramento di tutte le attività che riguardano il data management.
L'Osservatorio "Problemi dell'Integrazione Tecnologica e Organizzativa in Banca", ha
voluto rappresentare un luogo privilegiato di scambio di opinioni e valutazioni da parte
di professionisti del settore che si sono confrontati sugli aspetti tecnologici ed
organizzativi relativi al tema dell’integrazioni dei dati analizzandone le principali
problematiche e le reali opportunità.
Le risposte ottenute nell’ambito delle indagini condotte hanno confermato l’attualità e
l’importanza avvertite del tema evidenziando la particolare sensibilità dell’ambiente
bancario per un aspetto dei sistemi informativi che riguarda non soltanto dati e
informazioni ma anche sistemi, piattaforme e canali. La proliferazione di prodotti,
servizi e canali, le richieste delle normative, le necessità di adozione di pratiche di
gestione condivise rendono, di fatto, l’integrazione un requisito sempre più
indispensabile per connettere canali di contatto e canali di delivery, funzioni e
dipartimenti che hanno sinora operato separatamente e la banca con il sistema
esterno. Questo si traduce nella necessità di realizzare piattaforme comuni per lo
sviluppo delle applicazioni che, sebbene dispongano di interfacce diverse, utilizzano la
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
42
stessa logica per l’erogazione dei medesimi servizi, ottenendo benefici sia in termini di
efficienza sia in termini di efficacia.
In questo senso, l’integrazione dei dati, se correttamente affrontata può soddisfare
specifiche problematiche legate a singoli progetti ma anche contribuire a creare una
solida e robusta Data Foundation, indispensabile per affrontare temi di grande attualità
quali analisi del rischio, accesso ai mercati finanziari, gestione del profilo dati dei clienti
e IT Governance.
Problemi dell’integrazione tecnologica e organizzativa in banca
43
Bibliografia
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