calcio in faccia - Comune del Parco di Braida

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calcio in faccia - Comune del Parco di Braida
il
MENSILE DI ATTUALITÀ E CULTURA, ANNO 3
N° 21 - MARZO 2007
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sasso
lino
CALCIO IN FACCIA
S C R I V E R E
D I
S A S S U O L O
il punto
20 pagine!
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UN GRAZIE A LETTORI E INSERZIONISTI
Gli scontri di Catania, purtroppo, paiono già un
ricordo sfumato. Tutto sta tornando alla normalità
(che nel calcio non è ‘sto granché…) e nemmeno
troppo lentamente: un calcio in faccia a chi credeva che questa dovesse essere per forza di cose la
volta buona per rattoppare il mondo del pallone.
Ne abbiamo parlato con alcuni dei protagonisti del
panorama calcistico sassolese: con Carlo Rossi,
presidente del club neroverde, con Bruno Ramagli,
Vicario del Questore di Modena, e con un rappresentante degli Ultras del Sassuolo.
Il tutto con il contributo di… Tacito.
M.M.
LA REDAZIONE
ALLE PAGG. 2-3-4-5
Fanta Amaro
Domenica mi conviene schierare Zampagna o Maccarone?
Sì, perché il “Gila” e Rocchi sono inamovibili e quindi di
posti liberi in attacco me ne rimane solo uno. E allora chi
mettere: Riccardo Zampagna da Terni, un cinghialone con
accenno di pancetta che però se è in forma può imbucarla,
oppure Massimo “BigMac” Maccarone, più giovane ma
già pelato, un’esperienza in Inghilterra e tanta voglia di
rivalsa?
Chi ci gioca avrà già capito che qui si parla di Fantacalcio.
Cos’è? Un fantasy game sul mondo pallonaro dove è possibile crearsi una squadra su misura. Un po’ come quando al
campetto dell’oratorio sceglievi i tuoi amici come compagni e poi ti divertivi come un matto. E non ti stancavi mai.
Non è un caso che il boom del Fantacalcio sia coinciso con
il calo delle presenze negli stadi. Non è un caso che mentre qualcun altro si impossessava dei campionati e della
loro magia, un mare di persone abbia cominciato ad organizzarsi tornei su misura.
Il Fantacalcio è come giocare (ancora) con le figurine:
immaginazione a mille e magari ti fermavi per un’intera
ricreazione su di un muretto a guardare e riguardare la
rosa delle doppie. I giocatori sembravano simpatici eroi.
Chiediamo ai padroni del calcio: quella pentola a pressione che state riempiendo di schifezze, cercate almeno di
non farla esplodere, in modo che quella valvola di sfogo
chiamata Fantacalcio possa perpetrare.
E se pensate che sia “semplice” immaturità, beh, allora
vuol dire che non avete mai giocato al “Fanta”. E che non
godete di dolci dubbi del tipo se schierare Zampagna o
Maccarone.
La Cina ci imballa?
Il mercato cinese vale oltre un terzo del consumo mondiale di piastrelle
(E poi: volete mettere che goduria poter creare una propria lega
senza Matarrese tra i piedi?)
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il sassolino nella scarpa
Tutti la chiamano Cina, sicuramente per semplificare, ma basta girare per le sue città e aree industrializzate per capire che il suo vero nome è globalizzazione. Oggi i confini geografici sono quelli
di Shenghen, quelli economici sono la Ue e la
Wto, quelli ambientali il protocollo di Kioto. Internet è la frontiera infinita dell’informazione. L’entrata fortissima della Cina sulla scena mondiale va
collocato in questo contesto…
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il
sasso
lino
il punto
“Il Calcio doveva fermarsi più a lungo”
Quattro chiacchiere con il dirigente neroverde per discutere dello stato del calcio, dei recenti risultati
dell’undici di Mister Remondina e dei nuovi lavori di ampliamento dello stadio Ricci
Carlo Rossi, presidente del Sassuolo Calcio
Presidente Rossi, non pos- stadi diventano arene in cui
siamo non parlare dell’at- sfogare tensioni non direttatuale situazione del calcio mente collegabili al calcio.
italiano. Qual è la posizio- Personalmente credo fosse il
ne del Sassuolo Calcio a caso di rimanere fermi per
riguardo?
un periodo di tempo magCredo che interrompere i giore di quanto non si sia
campionati
effettivamente
sia stato un “Non potremo più
fatto. E agche
p r o v v e d i - mettere a disposizione
giungo
mento giusto
anche se riperché
ha biglietti per i tifosi
tengo relative
o b b l i g a t o organizzati”
le colpe attritutti a rifletbuibili
alle
tere sul reale stato del calcio società per quanto accaduto
in Italia. Troppo spesso gli mi sembra comunque giusto
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Il Sassolino offre inoltre la possibilità di inserimento e distribuzione di volantini pubblicitari attraverso la rivista, concordando
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IL SASSOLINO SCRIVERE DI SASSUOLO
6000 copie distribuite gratuitamente tra:
• 25 edicole di Sassuolo, Fiorano e Veggia
• i principali punti di ritrovo (bar, circoli, scuole, manifestazioni,
biblioteche, fiere…)
• il “porta a porta”, ruotando mensilmente le zone della città
2
Inoltre... centinaia di copie distribuite via e-mail e la possibilità di
scaricare la rivista da internet.
che queste, assieme ai comu- Credo però che il momento
ni, si adoperino per la messa critico sia passato e sono
in sicurezza degli impianti fiducioso sul fatto che la
squadra possa riprendere il
sportivi.
Senza dubbio gli ultras cammino e il ritmo del girosono i protagonisti negativi ne di andata.
di quanto accaduto. Quali A tale riguardo, come giusono i rapporti tra tifoseria dica il mercato d’inverno?
e società a Sassuolo?
L’infortunio di Agazzi ci ha
I pochi tifosi organizzati che costretti a sostituirlo con il
seguono la squadra si sono portiere Grillo, un ragazzo
sempre comportati in modo altrettanto bravo, e abbiamo
corretto, anche se con i preso Alberto Filippini, un
recenti provattaccante
vedimenti del “La costruzione delle
esterno di 19
Governo ci curve? È legata ai risul- anni proveobbligherantati della squadra ed alla niente dalla
no a prestare
Saler nitana
molta
più disponibilità finanziaria ma di proattenzione a del Comune”
prietà
delquesto aspetl’Atalanta.
to. Finora la società si ado- Direi che continua la politiperava per mettere a disposi- ca avviata con il direttore
zione gratuitamente una Bonato volta a valorizzare
quota di biglietti per questi giovani promettenti.
ragazzi, soprattutto per le Rimangono dunque invatrasferte, ora però questo riati gli obiettivi della squanon sarà più possibile per dra?
non essere tacciati di collu- Vediamo di raggiungere la
sioni con certe frange della quota salvezza prima possitifoseria. Ripeto però che la bile, poi cercheremo di piaztifoseria del Sassuolo si è
sempre distinta per correttezza e sono fiducioso che
sarà così anche in futuro.
Parlando della squadra,
nelle ultime giornate avete
incontrato qualche ostacolo. Quali i motivi a suo
parere?
Credo si siano sommate
varie componenti; al normale periodo di rifiatamento
che la squadra ha avuto nelle
ultime stagioni tra Gennaio
e Febbraio hanno coinciso
squalifiche e infortuni di giocatori per noi importanti,
soprattutto a centrocampo.
IL SASSOLINO
SCRIVERE DI SASSUOLO
Direttore Responsabile: Laura
Corallo
Redattore: Marcello Micheloni
In Redazione: Catia Bartoli, Daniele Dieci, Chiara Dini, Andrea
Magnani, Francesco Martignoni,
Marco Mazzacani
Infografici: Marcello Bandierini
Hanno collaborato a questo numero:
Alessio Anceschi, Mirella Barchi,
Rossella Gabrietti, Luigi Giuliani,
Elisa Guidelli, Stefano Landini,
Maddalena Morandi, Giuseppe
Sofo, Annalisa Vandelli
Ideazione grafica:
Anna Anselmino
([email protected])
Impaginazione:
Rossella Tabaroni
([email protected])
Illustrazioni del “Sassolino”:
Silvia Casamassima
Stampa:
Litostampa “La Rapida” s.n.c.,
Via Garibaldi 1/a, Casalgrande (RE)
Edito e distribuito da:
Associazione Culturale
“Il Sassolino”
Registrazione Tribunale di Modena N. 1743 del 14/4/2005
IL SASSOLINO si può trovare
anche nelle seguenti edicole:
• Edicola “Ferrari” (“del centro”),
Via Cesare Battisti
• Edicola “Rivi Sauro”,
c/o Stazione per Modena
• Tabaccheria Edicola
“Termanini”, c/o Stazione per
Reggio
• Edicola “Ruggi Renato”,
V.le XX Settembre
• Edicola “di Via Mazzini”, Via
Mazzini 283 (zona Stadio)
• Edicola “Venturelli Maurizia”
di Via Peschiera
• Edicola “Cervi” di Via
Indipendenza (Parco)
• Edicola “della Posta”, P.za
S. Paolo 22 (Braida)
• Edicola “Mareggini Marina”,
Via Braida 301
• Edicola “Bronzati Loris”,
zarci nel migliore dei modi.
Questo è un campionato
anomalo in cui sono 7 o 8 le
squadre con concrete possibilità di giocarsi la promozione. Il Sassuolo di quest’anno ha dimostrato di
essere in grado di competere
fino all’ultima giornata per
un posto nei play off. Ci
sono tutti i presupposti per
continuare a fare bene.
Relativamente alla questione stadio e alle recenti normative, l’impianto di Sassuolo risulta al momento a
norma?
Il nostro impianto, anche se
in deroga, risulta in regola
con il decreto Pisanu. Ciò
permette l’agibilità del
nostro stadio anche con
2650 posti (di cui 1600 riservati agli ospiti), contro i
4000 richiesti nel campionato di C1. Per il resto non
abbiamo l’obbligo di tornelli, telecamere e biglietti
nominali che diventano
invece
obbligatori
per
impianti superiori ai 10.000
Via Rometta 36
• Edicola “Spattini Mirella”
di Via Circonv. Sud 31
(Rometta alta)
• “Due Chiacchiere”, Via
Montanara 69 (Pontenuovo)
• “Venus”, c/o Centro
commerciale “Panorama”
• Tabaccheria Edicola “Ferrari
Omar”, Via Radici in Piano 108
• Tabaccheria “Sandra”, Via
Radici in Piano 546
• Edicola Cartoleria “Valentina”,
Via Ancora 236 (strada per
Magreta)
• Tabaccheria Edicola “Baccarani
Paola” - S. Michele
• “Le Cafè”, Via Radici in Piano
16/a -Veggia
• “Edicola Charta” di Margutti
Laura, Via Statale 157/c S. Antonino
• “L’edicola” di Frigieri P., Via
San Francesco 201 - Fiorano
• Edicola Tabaccheria “Frigieri”,
Via Collegio Vecchio 3 (incrocio
con via Pedemontana) - Fiorano
... e altre
il
sasso
lino
il punto
spettatori. Inoltre con i
recenti interventi la messa in
sicurezza dello stadio è
garantita.
È dunque previsto un
ampliamento dell’attuale
struttura?
C’è un progetto per l’ampliamento dello stadio con due
curve che porterebbe l’attuale capienza dagli attuali
2650 ad oltre 6000 posti, ma
questo è legato ai risultati
sul campo e all’eventuale
disponibilità finanziaria da
parte dell’amministrazione
comunale.
Un problema dunque non di
tempo ma di risorse…
Come detto lo stadio è già
predisposto per l’eventuale
ampliamento, nel giro di 2 o
3 mesi si potrebbe realizzare.
Comunque i recenti lavori
hanno restituito ai sassolesi
uno stadio piccolo ma ospitale. E a riguardo approfitto
dell’occasione per rivelare società e permettono al Sassuolo Calcio
che la nostra
di chiudere in
città il 7 Mar- “Il dottor Squinzi si
pareggio alla
zo ospiterà la adopera per coprire
fine di ogni
nazionale
anno.
italiana
di annualmente il
Diciamo che
serie C con- disavanzo societario
il
Sassuolo
tro la selezio- per oltre il 90%”
Calcio
al
ne croata in
un match valido per la momento è una delle poche
società in regola sotto tutti
Mirop Cup.
L’ennesimo successo otte- gli aspetti, i giocatori sono
nuto dall’attuale dirigenza. al corrente di ciò e questo
Solidità finanziaria e cor- elemento di serietà li porta
rettezza nei rapporti, un spesso a preferire la nostra
Sassuolo Calcio esempio società rispetto a piazze
anche fuori dal campo. magari più blasonate ma
Come vanno distribuiti i meno corrette nella gestione.
meriti?
L’attuale assetto societario, ...E merito naturalmente del
ovvero Giorgio Squinzi (il presidente Carlo Rossi, la cui
dottor Squinzi, tra l’altro, si gestione ci auguriamo possa
adopera per coprire annual- regalare ancora soddisfazioni
mente il disavanzo societa- ai tifosi neroverdi.
rio per oltre il 90%), Sergio
Sassi, Lauro Silvestrini e
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Il Ricci in B? Potrebbe essere
Lo stadio Ricci non avrebbe
dovuto più aprire. Come
infatti ci spiega il curatore
del progetto per la ristrutturazione dello stadio, nonchè
consulente tecnico del CONI
per l’Emilia-Romagna, l’ing.
Carlo Guidetti, “ il parere
della commissione di vigilanza era stato drammaticamente negativo, e il Vicequestore Panetta aveva aggiunto
che al Ricci non si sarebbe
mai potuto giocare. Nel giro
di un mese il verdetto è
diventato favorevole.” Questo grazie alla trasformazione di Piazza Risorgimento e
Via Mazzini in zone di prefiltraggio, di organizzazione
del pubblico. Dalla piazza
infatti ha accesso allo stadio
la tifoseria locale, mentre dal
cancello di via Mazzini entra
la tifoseria ospite. “ Per la
sicurezza di uno stadio - continua Guidetti - è strategico
non tanto come il tifoso
entra, ma come il tifoso si
avvicina. Creando due zone
autonome, separate da protezioni di ferro e fornite di
biglietterie indipendenti, le
due tifoserie non si incroceranno mai, e il loro afflusso
sarà più fluido ed ordinato.”
Altro problema del Ricci è la
capienza. Lo stadio già usufruisce di una deroga per
poter ospitare partite di serie
C1, se si dovesse salire di
categoria gli attuali 2650
posti non basterebbero.
Appunto per questo “la
linea progettuale ha optato
per salvaguardare le due aree
dietro le porte, per non comprometterle con la costruzione di tribune provvisorie. In
caso di serie B, si potrebbero
alzare una o due nuove tribune, in modo tale da arrivare a
6.500 posti e riuscire ad ottenere quasi certamente una
deroga.” Ricordiamo infatti
che il limite ufficiale per la
capienza di uno stadio di
serie B è di 8.000-9.000
posti, cifra quanto mai irraggiungibile.
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3
il
sasso
lino
il punto
“L’ordine pubblico al Ricci? Situazione non critica”
Il Dott. Bruno Ramagli, Vicario del Questore di Modena, ci supporta nell’analisi sul lavoro degli agenti
impegnati durante le partite casalinghe della squadra neroverde, da quest’anno in C1
Drammaticamente salito
agli onori delle cronache per
i fatti di Catania del 3 febbraio 2007, il problema dell’ordine pubblico negli stadi
italiani appare ora di disarmante attualità.
Un incontro con il Dott.
Bruno Ramagli, Vicario del
Questore di Modena, ci ha
permesso così di fare chiarezza sull’argomento, affrontando anche quelle che
sono le problematiche, per
fortuna ancora minime,
degli agenti in servizio
durante le partite del Sassuolo allo stadio “Ricci”,
situazione non ideale per la
presenza dello stadio nel
centro urbano.
Gli agenti impegnati nel servizio di ordine pubblico
sono di numero variabile, a
seconda della criticità della
partita in corso: 10 agenti
del Commissariato di Sassuolo e altri 10 carabinieri
della Compagnia di Sassuolo attendono ad ogni partita, quasi sempre supportati
da rinforzi provenienti da
Reparti mobili della Polizia
di Stato o da Battaglioni dei
carabinieri. Gli agenti entrano in servizio, in media, due
ore prima dell’inizio della
partita, mettendo in sicurezza l’area circostante lo stadio e controllando l’arrivo
delle tifoserie ospiti. La
priorità degli agenti impegnati è evitare che si creino
contatti tra le tifoserie avversarie e, cercando di interferire il meno possibile, evitan-
do ogni tipo di provocazione, di tutelare l’ordine pubblico, creando un sicuro
contesto che permetta ad
ogni tifoso di assistere alla
partita. All’interno dello
stadio “Ricci” gli agenti
devono assicurare il regolare svolgimento della partita,
facendo fronte al problema
della mobilità dei gruppi di
tifosi, dovuto al numero
ancora limitato dei posti.
L’equipaggiamento standard in dotazione agli agenti è supportato dal casco,
dallo scudo e dallo sfollagente. L’uso dei lacrimogeni
è limitato alle situazioni più
critiche. Lontani dall’uso di
deterrenti come gli idranti e
le cariche sulla folla, attualmente le forze dell’ordine
hanno come fine unico quello di evitare che si sviluppino, alla fonte, episodi di violenza. Per questo esiste un
ufficio della Digos, la
“Squadra Tifoserie”, i cui
agenti hanno il compito di
conoscere, tramite il rapporto diretto con i capi Ultras,
le intenzioni dei gruppi, sia
in trasferta che in casa, dettando così alle tifoserie delle
regole che spesso vengono
ascoltate ma a volte, purtroppo, tragicamente disattese. Secondo la mentalità
Ultras l’ostilità (sportiva)
dovrebbe essere rivolta soltanto alla tifoseria “nemica”, ma ciò che caratterizza
questo infelice momento del
calcio italiano è che spesso
gli Ultras identificano il
nemico più nelle forze dell’ordine che nei propri
avversari di tifo. Ramagli
identifica quelle che potrebbero essere alcune delle
cause di questa escalation di
violenza negli stadi: la delusione dei tifosi dopo le
vicende di Calciopoli, l’infiltrazione nei gruppi Ultras
di veri e propri professionisti
della violenza, che usano la
partita di calcio come pretesto, il venir meno, per i giovani, del principio di autorità. Un tempo, infatti, a detta
di Ramagli, i genitori che
accompagnavano i figli
accusati di disordini allo
stadio al processo si vergognavano, ora è sempre più
frequente vedere genitori
che difendono e giustificano
gli atti di violenza dei loro
ragazzi. Il rispetto per gli
altri, che dovrebbe essere
alla base di ogni avvenimento pubblico e privato, è inesorabilmente venuto a mancare, e ha portato ad una
serie infinita di episodi che,
malgrado gli sforzi delle
forze dell’ordine, ancora
imperversano sulle prime
pagine dei giornali.
Il parere di chi scrive è che il
campionato di calcio si è fermato per troppo poco tempo,
le punizioni dovevano essere
più esemplari. Come in
Inghilterra, i facinorosi dello
stadio meriterebbero la galera.
CATIA BARTOLI
L’equipaggiamento da stadio delle forze dell’ordine
Il tifo come veicolo
Migliaia di ore di trasmissioni televisive, miliardi di euro che
danzano, persino maxiprocessi.
È ormai chiaro che tutti quanti guardano, studiano, investono e
sfruttano il calcio in un modo che va ben al di là delle sua caratteristiche di sport agonistico. In questo enorme calderone dove
tutti sembrano voler gettare qualcosa di proprio si sono tuffate
anche le tifoserie, nella loro accezione più squallida e violenta:
niente più e niente meno dell’ennesimo sistema che sfrutta il calcio come veicolo. Veicolo per incanalare risorse ed energie.
Chiunque è dotato di energia psichica e materiale che deve essere esternata. Lo si può fare attraverso il sesso. Ma si dovrebbe
poterlo fare anche attraverso l’arte, lo studio, lo sport, l’impegno
sociale, l’attivismo politico, il lavoro. Ma la società della produzione dà ben pochi stimoli e le opportunità di farlo attraverso
questi canali sono sempre minori, e sempre più “flessibili”. Gran
parte del nostro “fare” è assorbito da impegni produttivi che non
coincidono con le nostre passioni, mentre i sistemi che ti aiutano
ad incanalare le energie in modo costruttivo sono pochissimi e
spesso elitari. Molti quindi si appoggiano su un sistema creato,
mantenuto e sottovalutato per anni. Il tifo si tramuta in un veicolo per l’esternazione di energie individuali. Il tifo, la passione
per il calcio, la fede sportiva in una squadra vengono contaminati da ignoranza, violenza e strumentalismo politico, diventando
così solamente un grido, uno sfogo, uno scontro. Un enorme
ammasso di forza vitale deviato e cancerogeno, che inserito in un
sistema di gruppi dotati di norme ed ideologie, si monta e dilaga.
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lino
il punto
Parlano gli Ultras del Sassuolo
Un rappresentante della parte più calda della tifoseria sassolese
ci dice la sua a proposito di quello che sta accadendo nel mondo
del calcio, locale e non
Anche Sassuolo ha i suoi
ultras. È vero, il Ricci è
ancora senza curve. Ma ai
tifosi sassolesi basta solo un
angolo, uno spicchio della
tribuna laterale per scaldare
lo stadio. Non sono ancora
in molti, anche se ogni
domenica aumentano, e
forse ancora troppo giovani.
Ma l'età, quando si parla di
passione, non conta poi così
tanto.
Rimangono però ultras. E in
quanto ultras si rifanno a
quella funesta mentalità
tanto pubblicizzata in questi
ultimi tempi. Sia chiaro,
niente a che vedere con gli
esaltati di Catania. Resta
però il fatto che attingere
dallo stesso bagaglio “culturale” e comportamentale
degli ultras più convinti può
suscitare alcune perplessità.
Di tutto questo abbiamo
parlato con un rappresentante della tifoseria sassolese.
Per iniziare, una piccola
presentazione. Nome, numero ed età media del
gruppo.
Ci sono due gruppi distinti,
nati dalla scissione del gruppo storico degli Heads Out
(teste matte): gli Alkatraz e
quelli sotto lo stendardo
nero con la croce verde,
composto dai fondatori delle
teste matte e dai ragazzi più
giovani. Nelle prime partite
in casa eravamo in molti, è
difficile dire una cifra. Per le
trasferte invece il numero
varia a seconda della distanza. Per quanto riguarda l'età
media non saprei, tanti
comunque sono compresi
tra i sedici e i vent'anni.
Cambiamo completamente
argomento. Con l'attuazione della legge Pisanu cambia il rapporto tra tifo organizzato e società. come
sono i rapporti con il Sassuolo Calcio?
Discreti. Per le trasferte
quando
avanzano
dei
biglietti spesso li girano a
noi, ma per il trasporto dobbiamo attrezzarci da soli,
mentre in casa capita che ci
facciano entrare gratis.
Mai capitato di causare
ammende alla società?
Sì, qualche volta è capitato...
E il rapporto con la squadra? Conoscete dei giocatori?
Anche con loro i rapporti
sono normali. Conosciamo
molti di loro, e la squadra,
cosa più importante, ci riconosce come loro “curva”.
Più o meno come si svolge
la domenica tipo di un
ultras?
Si arriva almeno un'ora
prima dell'inizio della partita. Ci si trova al bar o in
piazza con gli altri amici e si
aspetta di entrare, per poi
dare il massimo per la squadra. A fine partita ci si ferma
fuori per commentare la
gara e organizzare la trasferta successiva.
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Ora veniamo all'argomento
più caldo, i cori contro le
forze dell'ordine (non più
ripetuti a Sassuolo dopo i fatti
di Catania, ndr). Come mai
questo astio verso la Polizia
e i Carabinieri?
Molto dipende dal loro
atteggiamento, dal loro voler
reprimere e controllare. Per
fare un esempio, durante
tutta la partita d'esordio al
Ricci siamo stati ripresi e
inquadrati dalla Digos. Questo mi sembra un po’ esagerato, e di certo non aiuta ad
allentare la tensione.
Quindi giustificate la violenza esplosa a Catania?
Per Catania il discorso è più
complesso. Parlando a titolo
personale, su Catania non
c'è stata totale trasparenza.
intervistati
Sono
stati
pochissimi ultras rispetto
alle decine di rappresentanti
delle forze dell'ordine. Inoltre sono stati sicuramente
sbagliati i metodi. Che senso
ha, infatti, tenere fuori per
un tempo intero gli ultras del
Palermo? Catania-Palermo
è il derby più sentito, è ovvio
che la tifoseria palermitana
si agiti. Per non parlare dei
lacrimogeni lanciati ad
altezza d'uomo dalla Polizia
contro la curva. Di certo la
Polizia reagisce solo a provocazioni, ma non credo
che le soluzioni possano
essere queste.
DANIELE DIECI
Ultras neroverdi allo stadio
Gli ultras ai tempi di… Tacito
Tacito, Annales, XIV, 17:
In quel medesimo tempo futili incidenti diedero origine a violenti scontri, con morti, tra gli abitanti di Nocera e quelli di Pompei, durante uno spettacolo di gladiatori, organizzato da Livineio Regolo […]. Cominciarono, con l’intemperanza tipica delle
cittadine di provincia, a scambiarsi insulti, poi sassi, per finire
col mettere mano alla spada; ebbero la meglio quelli di Pompei,
presso i quali si dava lo spettacolo. Molti di Nocera furono riportati nella loro città col corpo mutilato o segnato da ferite, e parecchi piangevano la morte di figli o genitori. Il principe affidò l’inchiesta sugli incidenti al senato e il senato ai consoli. Poi, quando la faccenda ritornò al senato, ai Pompeiani furono vietate per
dieci anni simili riunioni e vennero sciolte le associazioni costituitesi in modo illegale. A Livineio e a quanti avevano provocato i disordini fu comminato l’esilio.
Seneca, Ad Lucilium, 7:
Verso mezzogiorno sono capitato per caso a uno spettacolo; mi
attendevo qualche scenetta comica, qualche battuta spiritosa, un
momento di distensione che desse pace agli occhi[…]. Tutto al
contrario: di fronte a questi i combattimenti precedenti erano atti
di pietà; ora niente più scherzi, ma veri e propri omicidi. […] ma
tu, povero diavolo, di che cosa sei colpevole per meritare di assistere a questo spettacolo? […] Non capite nemmeno questo, che
i cattivi esempi si ritorcono contro chi li dà? Ringraziate gli dei
perché insegnate a essere crudele a uno che non può imparare.
Tacito scrive nel 59 d.C., Seneca nel 62 d.C., principato di
Nerone.
Dopo tre anni venne concessa l’amnistia e lo “stadio” di
Pompei tornò operativo.
Ci insegnano che la storia insegna. Ma quando saremo mai
in grado di imparare?
CATIA BARTOLI
Ferrari Elena Lorella
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5
il
sasso
lino
colloqui
Del narrare l’interiorità nell’esteriore: Ugo Cornia
Incontro con il professore modenese Ugo Cornia, talentuoso scrittore che ha ottenuto successi e riconoscimenti
per i suoi lavori, originali e personalissimi
Abbiamo avuto la fortuna di
poter rivolgere qualche
domanda ad Ugo Cornia,
modenese, scrittore di
successo che ha
all’attivo tre
lavori pubblicati
dalla
nota
casa editrice palermitana
Sellerio.
Professor Cornia, a quale
età è cominciato il suo
approccio alla scrittura?
Direi verso i ventisette, ventotto anni. Prima avevo scritto delle cose così, invece di
fare un giochino elettronico.
Poi abbiamo fatto un seminario sullo scrivere comico
all’università, mentre era
occupata; veniva sempre
Ermanno Cavazzoni e spesso
Gianni Celati, io avevo scritto dei pezzetti abbastanza
brevi che erano trascrizioni
di cose ridicole che mi avevano raccontato dei miei amici,
e a partire da lì ho preso un
po’ l’abitudine. Poi Cavazzoni, al quale ogni tanto davo le
cosine, sempre piccolissime,
che scrivevo, mi ha detto che
lui e degli altri facevano forse
una rivista e che si vedevano
il giorno tale per discuterne,
allora io ci sono andato, e
questi incontri che si facevano erano così belli e pieni di
idee che quando tornavo a
casa mi veniva in mente di
scrivere qualcosa. È andata
più o meno così.
Lo scrivere costituisce per
lei un bisogno spontaneo o è
il risultato di una volontà
meditata per mettere su
carta idee ed opinioni circa
alcuni concetti esistenziali e
non?
Credo che sia proprio un
bisogno spontaneo, e bisogno
spontaneo è proprio una
bella espressione perché il
bisogno di mangiare non è
spontaneo e se uno non
mangia dopo un po’
muore. Però è
anche vero
che a un
cer to
punto a
uno gli viene
fame e allora va a mangiare e non è che stia lì a pensarci. Quindi gli sembra la cosa
più spontanea del mondo.
Diciamo che se mi viene
un’idea che mi piace e dopo
un po’ mi metto a scrivere,
quando mi annoio smetto. Io
cerco di pensare il meno possibile, anche nella vita in
generale, penso pochissimo.
Mi sembra di fare così, anche
se quello che accade dentro
una testa è sempre molto
poco chiaro, quindi magari
io sono pieno di una volontà
meditata e non me ne accorgo. Chissà, a me piacerebbe
da matti che esistesse Dio e
fosse una specie di registratore universale, una specie di
internet, e allora collegandomi a Dio potrei sapere esattamente che cosa succede e
rispondere esattamente a
queste domande.
La sua prima fatica letteraria, “Sulla felicità a oltran-
za”, le è valsa il “Premio
Bergamo” nel 2001.
Un’opera fortemente autobiografica. Quanto tempo
ha impiegato per la stesura?
L’ha scritta in momenti
diversi o in un unico periodo?
Ci ho messo circa tre anni.
Chissà se è un’opera fortemente autobiografica e se esistono opere fortemente autobiografiche e opere fortemente non autobiografiche, che è
una cosa che io mi chiedo
spesso. Di un quadro per
esempio è insolito dire che è
fortemente autobiografico,
mentre di un romanzo scritto
in prima persona si dice spesso che è fortemente autobiografico, e anche di un trattato
filosofico è insolito dire che è
fortemente autobiografico.
L’ho scritto quasi di seguito,
nel senso che mentre lo scrivevo non ho scritte molte
cose diverse. Alla fine ne ho
buttato via un po’ e ho tenuto quello che si legge nel
libro.
Il suo libro è davvero stupefacente. Il punto di forza è
certamente la lingua ovvero
la forma espressiva che è
riuscito ad utilizzare, efficace nel rendere immagini e
stati mentali che spesso
sono difficilmente riproducibili su carta. Ci può parlare di come è giunto all’elaborazione di questo linguaggio che “appare” così spontaneo e incalza il ritmo di
tutta la narrazione?
Un giorno ero su a Guzzano
e stavo leggendo “Cemento”
di Thomas Bernhard. Mi piaceva così tanto che dovevo
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andare a Camugnano a comprare le sigarette e ho deciso
di andarci a piedi, così potevo continuare a leggere. A
me piace molto leggere
andando a spasso a piedi. Il
giorno dopo, quando sono
tornato a Modena ho scritto
di getto quelle pagine iniziali
del romanzo che parlano di
mia zia, e scrivevo così. Non
so il perché, probabilmente la
forza della lingua di Bernhard. Poi la settimana dopo
ho portato quelle pagine a
Cavazzoni e mi ricordo
benissimo che alle quattro di
pomeriggio ho pensato dentro di me “che bello se
Cavazzoni avesse letto quelle
cose e gli fossero piaciute” e
in quel momento ha suonato
il telefono ed era Cavazzoni
che mi ha detto: “Belle quelle pagine che hai scritto, ne
hai delle altre?”. Ero contentissimo.
Come è approdato alla casa
editrice Sellerio, raffinata
ed esclusiva, che tra l’altro
ha pubblicato anche gli altri
suoi lavori “Quasi Amore”
e “Roma”?
Per un giro lunghissimo. Due
persone che conosco, cioè
Daniele Benati e Marianne
Schneider, indipendentemente l’uno dall’altro, l’hanno
mandato alla Sellerio, che
cinque o sei mesi dopo mi ha
telefonato e mi ha detto che
voleva pubblicare presto il
libro.
Ci sono degli autori che predilige particolarmente e
quali hanno influenzato la
sua formazione?
Togliendo i grandi classici
più o meno distanti i primi
due autori che mi vengono in
mente sono Thomas Bernhard e Louis-Fernand Celine.
Ovviamente
anche
Cavazzoni e Celati e poi
Benati che ho conosciuto
dopo. L’ultimo libro che ho
letto che secondo me è bellissimo è Europeana di Patrik
Ourednik, un grandissimo
libro che mi hanno consigliato Paolo Nori e Cavazzoni.
A questo punto il nostro
incontro con il professor Cornia si conclude, lo ringraziamo
ancora per averci concesso
quest’intervista che ci è parsa
significativa e ci permette di
diffondere maggiormente la
conoscenza ed il pensiero di
una penna assai talentuosa ed
originale che certamente otterrà sempre maggior consenso
tra il pubblico lettore.
ROSSELLA GABRIETTI
“Sulla felicità a oltranza” (Sellerio
1999), premiato romanzo d’esordio
dello scrittore modenese Ugo Cornia
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il
sasso
lino
parliamone
Nuovi equilibri nella produzione mondiale di piastrelle:
la corsa della Cina
Un mercato che vale da solo oltre un terzo del consumo mondiale di piastrelle e che sta trainando la
domanda internazionale
Tutti la chiamano Cina,
sicuramente per semplificare, ma basta girare per le sue
città e aree industrializzate
per capire che il suo vero
nome è globalizzazione.
Oggi i confini geografici
sono quelli di Shenghen,
quelli economici sono la Ue
e la Wto, quelli ambientali il
protocollo di Kioto. Internet
è la frontiera infinita dell’informazione. L’entrata fortissima della Cina sulla scena
mondiale va collocato in
questo contesto. Non c’è da
meravigliarsene che il Celeste Impero voglia ritagliarsi
un ruolo negli affari mondiali molto importante, supportata da un’economia in
continua espansione e il
peso di 1,3 miliardi di persone. Nella graduatoria delle
potenze economiche mondiali, la Cina occupa la
quarta posizione; con gli
attuali ritmi di crescita, fra
quattro anni sarà al primo
posto. E questo genera stress
sui mercati mondiali e
anche sul settore italiano
delle piastrelle in ceramica,
asserragliato nella sua roccaforte del distretto sassolese, consapevole che oggi il
vero problema non risiede
nella paventata invasione di
piastrelle “made in China”
in Italia, ma consiste nell’erosione di quote di mercato in quei paesi dove la piastrella “made in Italy” è oggi
penalizzata rispetto a quella
cinese, assai meno cara.
Infatti, crescono a due cifre
le esportazioni di Pechino:
nel 2004 ammontavano a
quasi 187 milioni di m2 e nel
2006 hanno toccato la quota
di 236 milioni di m2. Si
pensi che nel 2000 la quota
cinese del commercio mondiale di piastrelle era di
appena il 3,9%, nel 2005 ha
superato l’11% e nel 2006 è
arrivata al 12,6%. Nel corso
del 2006, i consumi delle
piastrelle in ceramica nel
mondo hanno fatto registrare un aumento vicino al 7%;
gran parte di questo è imputabile alla crescita dei consumi in Cina che rappresenta
oltre il 40% dell’incremento
complessivo a livello mondiale. La produzione ceramica in Cina è essenzialmente raggruppata in cinque aree: Foshan, nel Guangdong, dove è concentrato il
60% della produzione nazionale; Zibo, nello Shandong;
Chengdu, nel Sichuan,
Chongquing, ed infine la
zona di Shanghai dove sono
presenti diverse rappresentanze commerciali di ceramiche italiane. Alcune,
come Marazzi Group, già
da qualche anno, si approvvigionano di migliaia di
metri quadrati di materiale,
con il marchio “made in
China”, prodotto in ceramiche cinesi e distribuito sia
sul mercato interno del
Celeste Impero, così come
in quelli prevalentemente
del sud-est asiatico. Da parte
degli imprenditori ceramici
cinesi c’è grande interesse
Materiale Marazzi Group prodotto in una ceramica cinese
verso l’imprenditoria italiana delle piastrelle alla quale
si chiede, ancora una volta,
di integrarsi con quella cinese. “La Cina ha raggiunto il
primo posto in termini di
produzione di piastrelle di
ceramica a livello mondiale,
pari a circa il 35% di output
sul volume mondiale, diventando così il più grande mercato al mondo e il maggior
produttore”, afferma Giuseppe Zumino, Direttore
Marketing della Powergres
di Sassuolo. Dati e prospettive che sono risultati determinanti perché Powergres e
ceramica Kito di Foshan,
uno dei principali produttori
cinesi a controllo private,
abbiano siglato una lettera
d’intenti per la costituzione
di una joint-venture nella
provincia del Guangdong.
“La joint-venture - spiega
Donato Mancini, Amministratore Delegato della
Powergres - ha come obiettivo la creazione di un mercato sul territorio cinese, con il
supporto di circa 100 punti
vendita monomarca Kito
dove troveranno posto
anche i nostri prodotti”.
Una conferma di come dalla
“piastrella valley” italiana
alla Cina il passo diventi
sempre più breve. E il mercato del Celeste Impero rap-
presenta ora una nuova
grande scommessa. “Inizieremo a produrre in loco spiega Mancini - su impianti
della Kito e stiamo lanciando le prime otto serie ingegnerizzate, pensate in Italia,
ma prodotte in Cina attraverso la collaborazione di
nostri tecnici e la fornitura,
all’occorrenza, degli smalti.
Si tratta di una delle prime
esperienze di un’azienda italiana che usa il proprio marchio, producendo e distribuendo in Cina, il solo mercato dove opererà “Powergres China””.
LUIGI GIULIANI
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il
sasso
lino
culture e spettacoli
parole, pensieri, nani e ballerine
I giorni tristi dei duchi d’Este
Francesco e Margherita
Era il 1969. Francesco II, duca di Modena e Reggio, e la moglie
Margherita Farnese soggiornarono per qualche tempo a Sassuolo
nelle maestose stanze del palazzo ducale che, nella seconda metà
del Seicento, rappresentò per la corte estense una seconda casa.
I due vissero un amore autentico ma sfortunato e che suscitò la
simpatia dei sassolesi del tempo
Margherita Farnese, in un ritratto
dell’epoca
L’imponente e rumorosa carrozza scoperta attraversava
velocemente le vie di Sassuolo.
Seduta appariva una donna
dal volto radioso che si dirigeva alla volta della reggia ducale. Era il mese di luglio del
1692. I sassolesi stavano imparando a conoscere bene quella
donna: Margherita Farnese,
già principessa di Parma e
diventata duchessa D’Este
sposando Federico II, duca di
Modena e Reggio dal 1662 al
1694. I due furono protagonisti, forse, del più autentico
matrimonio d’amore tra tutti
quelli che si sono succeduti in
Casa D’Este. Un amore felice
ma anche tormentato e che si
8
svolse in gran parte proprio a
Sassuolo, tra le mura del
Palazzo Ducale. Il matrimonio di Francesco e Margherita
fu inizialmente contrastato
dalle rispettive famiglie: si sposarono con dispensa papale
perché i due erano cugini
primi. Francesco D’Este non
va ricordato certo per le gesta
politiche: divenne duca di
Modena a soli 2 anni sotto la
reggenza della madre Laura
Martinozzi, nipote del potente
Cardinale Mazzarino, e che la
spodestò nel 1674, a soli 14
anni, per governare assieme al
cugino Cesare Ignazio. Francesco II non era incline al
comando: amante della cultura (fondò l’Università di
Modena) e della musica,
lasciò spesso le incombenze di
governo al cugino. Margherita, invece, era molto amata.
Seppur non bellissima era
dotata di fascino e soprattutto
i sassolesi apprezzavano la
grande generosità: spesso elargiva generose elemosine, cercava i poveri per aiutarli e
incaricava le sue dame a soccorrere i malati. Francesco e
Margherita si sposarono nel
1692 e scelsero come meta
della loro luna di miele la
magnificenza del palazzo sassolese che, nella metà del seicento, rappresentò per la Corte
Estense quasi una seconda
sede: si pensi alle numerose
feste tenute nella reggia sassolese. Ma il sogno d’amore di
Margherita e Francesco non
durò molto. Dopo i primi mesi
di matrimonio Francesco, già
debole di salute, si ammalò. A
Modena i medici di corte non
sapevano più quali medicine
prescrivere a Francesco. Così
Margherita decise di proporre
a Francesco un soggiorno a
Sassuolo, sapendo quanto egli
prediligesse questa località.
L’aria pura dei colli, la tranquillità dei grandi giardini che
attorniavano il palazzo sarebbero stati un toccasana per la
debole salute del Duca. Così
gli sposi partirono per Sassuolo pieni di speranza. In quei
giorni, li si poteva osservare
mentre passeggiavano lentamente nei vialetti del parco
ducale, mano nella mano, soffermandosi all’ombra dei
grandi alberi o presso i laghetti. Ma questo breve periodo
trascorso a Sassuolo non servì
a migliorare le condizioni di
salute di Francesco: così nel
settembre del 1694, nella reggia di Sassuolo il duca Francesco II si spense serenamente
tra le braccia di Margherita, a
soli 34 anni. Lasciando nella
memoria dei sassolesi del
tempo il ricordo di una splendida e struggente storia d’amore.
LAURA CORALLO
Associazione “Giovani Vittime della Strada”:
successo della mostra fotografica al Baggi
L’Associazione Italiana Giovani Vittime della Strada di
Sassuolo ha attivato progetti finalizzati a favorire nei giovani la cultura di un corretto comportamento alla guida.
Ha riscosso un grande successo di visite la mostra che è
rimasta presente per oltre un mese presso l’Istituto Baggi di
Sassuolo: una mostra fotografica che ha racchiuso le
immagini di proprietà dell’Associazione assieme a quelle
dell’Ipsia Ferrari di Maranello, immagini molto d’impatto
che hanno appunto lo scopo di fare riflettere le persone sul
rispetto della vita e sulla sicurezza stradale.
Durante il mese di Febbraio si sono tenuti alcuni incontri
con le classi seconde, terze e quarte degli Istituti Superiori
di Sassuolo con la collaborazione del SERT di Sassuolo,
Azienda Usl di Modena, Polizia Municipale di Sassuolo e
figure significative dell’Associazione, sempre perseguendo
lo scopo di aumentare la sicurezza stradale e diminuire gli
incidenti.
Oltre a questi incontri verranno svolte alcune ore di
“Etica” all’interno del percorso per il patentino riservato
alle classi prime.
“È un obbligo di noi adulti - afferma la Presidente dell’Associazione Italiana Giovani Vittime della Strada Laura
Caldarella - trasmettere ai giovani il rispetto della vita,
mettendoli in guardia su quanto può avvenire a chi abusa
di alcool e sostanze stupefacenti”.
Per informazioni: [email protected]
il
culture e spettacoli
Tour e disco per un’originale realtà musicale delle nostre terre:
“Andremmo protetti, come l’aceto balsamico”
ombundo (angolana) alle
mie radici italiane.
Ci racconti un po’ del
vostro primo album, di
prossima uscita?
È nato in seguito a tante
home sessions in Angola e in
Italia, e hanno collaborato
tra i tanti Davide “Dudu”
Morandi, ora voce dei
Modena City Ramblers, Jessica Lombardi dei Fiamma
Fumana, Matteo Ferrari e
Gentjan Lukaci maestri di
flauto e violino, Elisa
Meschiari ai cori e tanti artisti dell’Angola. La grafica
del progetto è curata da
Meat e il lavoro viene promosso da Sonoramente, etichetta ed agenzia di booking. In Italia è stato finalizzato da Marco Bertoni, produttore anche di Motel Connection.
Riesci a svolgere l’attività
di musicista a tempo pieno?
Solo uno dei membri del trio
vive di musica, alternando il
lavoro di turnista per altri
musicisti anche con progetti
di cover band. Sia io che
Patrizia (Ferrarini, ndr) invece abbiamo delle normali
occupazioni che fortunatamente ci consentono di coltivare la nostra passione. Questa situazione è tipicamente
italiana: il governo e le autorità centrali, come si adoperano per proteggere i prodotti doc (aceto balsamico o
pecorino sardo), non hanno
la stessa sensibilità o forse
sarebbe meglio dire l’interesse per promuovere artisti
italiani. Nelle radio, nelle
trasmissioni musicali, nei
locali e nelle TV vengono
preferiti prodotti stranieri.
Questo comportamento è in
parte frutto del nostro essere
esterofili ma è in gran parte
lino
Perché un nome così?
Il Dodo Reale
Cos’è il Dodo Reale? È un
gruppo musicale nato nel
2005 e composto da due percussionisti e un chitarrista
cantautore. Una formazione
originale per una band, ma
adatta al loro tipo di musica:
etnofolk, con influenze di
musica africana (magica e
misteriosa); e poi note sudamericane e brasiliane, senza
dimenticare riferimenti a
cantautori italiani, quali
Rino Gaetano, Ivano Fossati
e Fabrizio de Andrè.
Hanno suonato in diverse
parti d’Italia, nel nord e in
particolare in Emilia Romagna. Il luogo, però, dove
hanno riscosso maggior successo e riconoscimento è
stato in Angola, dove si sono
esibiti anche davanti alla
first lady, la Primeira Dama
Ana Paula Dos Santos,
evento questo che è stato trasmesso in diretta televisiva
sulla rete nazionale e in differita via satellite in alcuni
paesi del mondo. Ora è in
partenza un interessante
tour.
“Il Sassolino” parla di tutto
questo con Dodo in persona,
ovvero Fabrizio Dal Borgo,
il frontman del trio che si
autodefinisce “un cantautore italiano nato in Africa”.
Come nasce Dodo artista?
Per diversi anni ho studiato
chitarra e ho fatto il compositore in Emilia Romagna,
per il teatro e per installazioni artistiche. Poi un viaggio
in Africa, intrapreso per
motivi personali, e durato 5
anni, ha davvero stravolto il
mio modo di essere musicista: scoprendomi cantautore,
e trovandomi a unire ritmi
tropicali, afrosamba, pop e
bossa, testi in lingua mista,
cori femminili in lingua
sasso
indotto, e va a discapito
della nostra economia. La
musica è anche un’attività
economica, con un suo
indotto, che se promosso
consentirebbe lavoro e possibilità per tanti professionisti
italiani. Tuttavia chi di dovere e anche l’opinione pubblica sono sordi a questo problema, che rende molto difficile intraprendere la carriera
musicale e sviluppare talenti, professionalità e creatività. Recenti dati SIAE indicano che l’80% dell’entertainment mondiale è in mano
agli Stati Uniti, mentre se
non ricordo male l’industria
musicale è terza per importanza in Inghilterra. E in Italia? Almeno ci fosse un po’
di sano protezionismo e
rispetto verso la nostra musica, come d’altronde c’è negli
USA, in Inghilterra e in
Francia e in altri paesi più
civili da questo punto di
vista.
Quali sono i vostri progetti
futuri?
Noi continueremo a fare
serate live, ad autoprodurci e
a collaborare con associazioni quali MU.SA., Sonoramente, Sub, Psichezenobia,
Aisca… in attesa che forse
un giorno in Italia qualcuno
capisca la necessità di creare
una legge che protegga la
musica italiana, perché in fin
dei conti il musicista è un
artigiano il cui prodotto è la
musica e quindi perché non
aiutarlo come si fa con tante
altre attività lavorative, invece che pagare diritti d’autore
e cachet miliardari ad Inghilterra e Stati Uniti, che francamente non ne hanno alcun
bisogno.
MADDALENA MORANDI
Perché il nome Dodo Reale? Risponde Fabrizio Dal Borgo: “Il
Dodo ha a che fare con le mie ‘origini’ africane come cantautore. È
un volatile estinto, originario dalla Mauritius. La sua specie è stata
sterminata, ovviamente, dall'uomo bianco e relative specie da lui
introdotte nell'isola… leggi cani, ratti, porci. Altra nota interessante
è il fatto che il Dodo non scappasse di fonte ai cacciatori o ai cani.
Infatti nelle Mauritius il Dodo viveva senza nemici naturali, in perfetto pacifismo. Da qui l'espressione, che ci calza a pennello vista
l'infelice situazione cultural musicale della nostra beneamata penisola, ‘stupido come un dodo’. E noi siamo il "Dodo Reale"…Stupidi,
estinti, non violenti e terzomondisti e ovviamente mal visti dalla specie dominante.
Ci siamo scelti il nome di un mitico uccello estinto. E siamo venuti
in un paese - ironizza Fabrizio - dove la politica invece pare funzionare come un altro uccello mitico, la fenice. Non si muore mai, si
risorge miracolosamente dalle proprie ceneri. Personalmente spero
in altre iniziative simili a quelle del Governo Prodi, che qualcosa per
aiutare i musicisti indipendenti ha fatto, o nella recente decisione di
abolire il pagamento ENPALS per chi non raggiunge introiti da professionista. Speriamo che, qualunque sia il prossimo governo (intervista effettuata il 21/02, ndr), si continui in questa direzione.”
Il Dodo, ovvero il sassolese Fabrizio Dal Borgo
Le prossime date “live” del Dodo Reale
9 Marzo
Lavabo, Vignola (MO)
25 Marzo
Cento, Ferrara
Festival “Ricordando De Andrè”
17 e 24 Marzo Bainait, Montecchio Emilia (RE)
29 Marzo
31 marzo
7 Aprile
14 Aprile
Palazzo Ducale, Sassuolo (MO)
presentazione del disco (CON FRANCA LOVINO)
Circolo ARCI Tom, Mantova
Bar Teatro Astoria, Fiorano Modenese (MO)
Fahreneit, Sassuolo (MO)
25 Aprile
Felina (RE), Festival Resistenze, Banda Larga
20 Maggio
Festival dei Buskers, Gonzaga (MN)
28 Aprile
23 Maggio
Circolo ARCI Macondo, Bologna
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mercoledì si riceve per appuntamento
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9
il
sasso
lino
rubriche
Buk e altre storie
di Stefano Landini
Sofismi
LA SANTA LIBERTÀ AI FIGLI DI DIO
di Giuseppe Sofo
Per tradurre il mio nome a
un amico indiano, che non
trovava un equivalente in
hindi, ho provato a dirgli
che era il nome del padre di
Gesù Cristo, sperando che
conoscesse la religione cristiana abbastanza. Lui, stupito, mi domanda: “Ma il
padre di Gesù non era
Dio?”. Gli spiego che è una
storia lunga e che, comunque, Giuseppe e Maria
vivevano insieme, anche se
non si sa se fossero sposati
o no. Convinto di aver capito, mi dice: “Allora Giuseppe è il patrigno, e loro sono
una coppia di fatto”. Provo
a dirgli che non è proprio
così, che a catechismo mi
avevano insegnato che
Gesù è stato concepito
senza alcun rapporto fisico,
e che è figlio dell'amore.
Lui, ancora più convinto,
replica: “Un figlio del-
l'amore, partorito senza
rapporto fisico, come con
la fecondazione artificiale”. Provo a spiegargli che
non è proprio la stessa
cosa, e che nella Betlemme
di duemila anni fa non esistevano né la fecondazione
artificiale né i Pacs, o ci si
sposava o non si era considerati una coppia. Esattamente come in Italia duemila anni dopo. Mi chiede
perché e gli rispondo che
da noi la chiesa cattolica
sta cercando di bloccare il
corso di una legge parlamentare dicendo che chi
vota va contro la fede cristiana. Mi dice che al suo
catechismo dicono che la
fede non è qualcosa che
viene regolata da altre persone, né dalla chiesa, ma
dal proprio cuore. Gli dico
che forse ha ragione, che è
un po' che non frequento la
chiesa, e che devo essere
rimasto un po' indietro col
tempo. Mi chiede anche
cosa ne pensa la chiesa cat-
tolica del matrimonio gay e
gli dico che siccome il
matrimonio deve portare
alla creazione di una famiglia, con dei figli, il matri-
monio omosessuale non è
contemplabile. Mi chiede
allora se secondo la chiesa
un matrimonio eterosessuale senza figli non sia un
matrimonio altrettanto sba-
gliato, visto che non porta
alla
procreazione.
Gli
rispondo che dovrei scrive-
re al Papa o alla Sacra Rota
per avere un parere. Poi mi
fa un'ultima domanda: per
quale motivo al mondo Dio
dovrebbe opporsi all'unio-
ne di due persone che si
amano? A questa non so
proprio rispondergli.
Margherita
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il
rubriche
L’angolo del legale
di Alessio Anceschi
IL RITROVAMENTO DEL TESORO
La proprietà sulle cose smarrite e su quelle relitte.
Il codice civile considera “tesoro” qualsiasi cosa mobile di pregio, nascosta o sotterrata, di cui nessuno possa provare di essere proprietario (art. 932 c.c.).
Tra i modi di acquisto della proprietà sulle cose mobili, la
legge distingue l’occupazione, che riguarda i beni che non
sono di proprietà di nessuno (c.d. res nullius) o che sono state
abbandonate (c.d. res derelictaes) dall’invenzione, che, contrariamente a quanto si possa ritenere, riguarda le cose smarrite.
Le cose che non sono di proprietà di nessuno possono essere
acquisite da chiunque se ne impossessi. Va detto che i beni in
questione sono oramai assai pochi, poiché tutto ciò che non è
di “nessuno” appartiene quasi sempre allo Stato. Con l.
27.12.1977 n. 968 gli animali della fauna selvatica rientrano
nel patrimonio indisponibile dello Stato. Sono altresì beni originariamente dello Stato quelli di interesse storico o archeologico che vengano ritrovati occasionalmente.
I beni relitti sono quelli che, per la loro collocazione o per altre
circostanze sono stati abbandonati (ad esempio i rifiuti altrui).
Le cose smarrite, invece, devono essere restituite al legittimo
proprietario. Se questo non si conosce, il ritrovatore lo deve
consegnare al Sindaco del luogo in cui il bene è stato trovato
che ha l’obbligo di pubblicarne il ritrovamento (artt. 927 e 928
c.c.). Nel caso in cui il proprietario reclami il bene, dovrà al
ritrovatore un premio pari a 1/20 del valore della cosa ritrovata (se il presso è inferiore a 5,16 euro la quota dovuta è di
1/10), mentre se trascorre un anno senza che si verifichi alcuna reclamazione, la proprietà del bene ritrovato passa integralmente al ritrovatore.
L’appropriazione di un bene smarrito senza contattare il legittimo proprietario o seguire la procedura indicata all’art. 927
c.c. e ss. commette reato (art. 647 c.p.).
Avete curiosità o problematiche da sottoporre al
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dell'editore Giuffrè di Milano. Il volume affronta il tema
dei reciproci diritti e dei doveri tra genitori e figli (mantenimento, educazione, istruzione, cura, vigilanza, etc.), gli
aspetti attinenti alla podestà
genitoriale, alla gestione del
patrimonio, all'affidamento.
Vengono affrontati anche gli
aspetti attinenti alla successione mortis causa, quelli inerenti al diritto internazionale
privato (compreso il ricongiungimento
familiare),
l'adozione, la tutela dei minori ed i rapporti di responsabilità civile (risarcimento dei
danni).
Il volume è prenotabile presso qualsiasi libreria ed è reperibile presso le librerie giuridiche di Corso Canalgrande a
Modena.
Il libro è dedicato alla memoria di Andrea Rompianesi.
Alessio Anceschi esercita la professione legale a Sassuolo ed è autore di diverse pubblicazioni in
materia di famiglia (Reati in famiglia e risarcimento del danno e La famiglia nel diritto privato internazionale), diritto urbanistico (Le distanze legali tra costruzioni) e diritto bellico.
sasso
lino
Delirando
YOUR WORLD. YOUR IMAGINATION
di Eliselle ---> www.delirio.net
Lo slogan potrebbe
essere: se non vi basta
questa vita, costruitevene un’altra! Il nome
stesso lo suggerisce:
Second Life, seconda
vita. Un mondo su
misura. È questa la
chiave del successo del
fenomeno che sta attirando tutti, ma proprio
tutti: e con tutti intendo non solo coloro che
hanno una vita “normale”, ma anche i VIP che hanno deciso
di installare questo gioco (hobby o universo parallelo?) sul loro
computer. Un mondo abitato da 3milioni756mila773 persone.
Mica poco. Credo di essere stata una delle prime nel 1999 a
entrare nelle cosiddette “città virtuali” e ho incontrato diverse
tipologie di “giocatori”: gente che si divertiva davvero e le
prendeva come un passatempo, gente che ci credeva fin troppo e il più delle volte confondeva fantasia e realtà, coi conseguenti danni che vi lascio immaginare. Memore dell’esperienza, ho provato a dare un’occhiata anche a Second Life, più
recente (nasce nel 2003 a San Francisco) e molto più evoluta
rispetto alle “città” a cui ero abituata io. La sostanza, però,
rimane la stessa: entri e crei un nuovo personaggio, lo fai crescere ed evolvere, ma soprattutto lo fai interagire con gli altri
personaggi che incontri. Da qui nascono relazioni, amicizie,
amori virtuali che possono diventare reali. Coi relativi rischi:
magari la sera vi immergete nella vostra seconda vita e vi ritrovate a chattare con un figo alla Brad Pitt che gestisce un locale di tendenza sulla spiaggia, che nella sua prima vita non è
nient’altro che l’impiegato insignificante che incrociate ogni
mattina sull’autobus che vi porta al lavoro. Il trucco è che non
lo sapete e l’inconsapevolezza regala magia ed emozione. Se
non sapete resistere alla curiosità o volete entrare volontariamente nel tunnel ecco l’URL: www.secondlife.com.
Io vi ho avvisato.
11
il
sasso
lino
rubriche
Così lontano, così vicino
Vivo in Etiopia, nel quartiere
somalo di Addis Ababa, che
in amarico significa “Nuovo
fiore”. Un Re ascolta ritrosamente i consigli di una
moglie risoluta e così nasce
una città, oggi sede dell’Unione Africana e centro
strategico per l’intero continente; in particolare per il
corno d’Africa. L’imperatore
Menelik II aveva posto la
capitale sulla collina di Entoto, a 3000 mt slm e da quella
altezza, con il mondo sotto i
suoi piedi, si era fatto incoronare Re dei Re. Ma non
aveva calcolato quanto noi
donne possiamo essere insistenti: la Regina Taytu,
disturbata dal freddo e dall’umidità, pianta la sua tenda
imperiale più in basso, a circa
2400 mt, a fianco di meravigliose sorgenti calde e non ne
vuole proprio sapere di tornare sui monti. Come darle
torto? Nel 1889 Menelik
cede, dopo 4 anni di insistenze della sua signora e si tra-
sferisce l’intera corte. I fiori
di mimosa ispirarono il
nome della nuova città alla
Regina.
Oggi le mimose non sono
certo la prima cosa che viene
in mente per descrivere
Addis, ma come tante città
africane sono le contraddizioni a farla da padrone. I
grandi palazzi estendono in
verticale le arterie principali
popolate da frotte di mendicanti con le loro menomazioni in mostra usate come una
Una fotografia scattata da Annalisa Vandelli in Etiopia
{
{
di Annalisa Vandelli, dall’Etiopia
carta di credito per riscuotere
ai semafori. Si vocifera (ma
saranno i maligni a farlo?)
che guadagnino tre volte
tanto uno stipendio normale.
Donne con bambini al seno,
uomini mutilati, ragazze
poliomielitiche che si muovono a quattro gambe ad altezza tubo di scarico, altro che
ad altezza sorgente termale.
E poi questo traffico dai fumi
neri, che intossica le nuvole
(e non solo) di un raggiante
cielo africano. Non mancano, stonati tra le auto, i transiti irregolari di greggi e muli
carichi a dismisura di sacchi,
paglia, taniche gialle per l’acqua.
Qui si vive con meno di un
dollaro al giorno. Nella zona
in cui mi trasferirò tra pochi
giorni, a sud, nel Boran, le
statistiche registrano decine
di migliaia di morti per fame.
Ma anche in città la falce
della mancanza di cibo miete
le sue vittime.
Addis è una città sorta in
seno a una grande cultura,
sede del cristianesimo copto,
che si avvicina fascinosamente alle comunità primitive.
L’Etiopia è la culla dell’umanità (Lucy è nata qui), è la
terra della Regina di Saba e
del suo Regno di Axum dalla
potenza sconfinata, il cui
sovrano stupisce il messaggero dell’imperatore Giustiniano per le vesti intessute di
perle, ricche calate di bracciali e collane d’oro, il corteo
fastoso su un carro trainato
da quattro elefanti. Il Re
aveva rapporti con Roma e
Costantinopoli, per ostacolare il Regno di Persia, causa
della futura rovina. Re Kaleb
riuscì addirittura a dominare
per quasi 50 anni sullo
Yemen con la scusa di difendere le comunità cristiane
della penisola arabica. Questo passato intessuto di
magnificenza e cultura rende
l’Etiopia un paese unico nell’intero quadro africano.
Ma dove sono oggi il fragore
di quella magnificenza e le
mimose? Dove ci collochiamo noi, cittadini di un
mondo che ci piace definire
“globale”? Sassuolo oggi mi
sembra tanto lontana, ma ci
penso spesso come a un rifugio, a una via di fuga che io
ho, contrariamente alle tante
persone che incontro qui. Ieri
si è impiccato un ragazzo
all’Università, certo purtroppo capita anche da noi. Mi è
venuto in mente un passo
della Bibbia, dove ci si definisce responsabili della speranza che ci è stata affidata.
Ovunque noi siamo.
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il
sasso
lino
Francesco Martignoni ha 25 anni, fotografa per passione da
fatevi gli scatti vostri
...la foto del mese
diverso tempo, soprattutto reportage di viaggi.
La sua prima “personale” si è tenuta nell’ottobre 2006 a Sassuolo.
Questo spazio verrà dedicato ogni mese alle fotografie dei lettori.
Mandateci i vostri scatti in
bianco e nero (e comunque
contattateci per qualsiasi
domanda) all’indirizzo
[email protected]
Il tema? Assolutamente
libero, compresi soggetti
sassolesi.
La definizione e la qualità
della carta ovviamente non
possono essere paragonate a
quelle della carta fotografica,
ma d’altra parte è l’idea che
conta.
Francesco Martignoni: AUTOSTRADE VOLANTI
GLI SPETTACOLI DI MARZO AL CARANI
16 marzo 2007, ore 21
Fiorano: laboratori creativi in Ludoteca
Per bambini delle scuole elementari in due fasce di età
Fiorano: fino a maggio tornano alla Ludoteca comu-
nale, presso Villa Cuoghi in via Gramsci 32, i labora-
“BELLO DI PAPÀ” di Vincenzo Salemme
tori creativi per bambini, che si terranno ogni marte-
con Vincenzo Salemme, Antonella Elia, Marcello
dì per i bambini da 6 a 8 anni e ogni giovedì per quel-
Romolo, Massimiliano Gallo
li da 9 a 11 anni, dalle 16,30 alle 18,30.
regia di Vincenzo Salemme
Verranno realizzati molti lavori e oggetti utili e divertenti, in tema con le varie ricorrenze, a partire dall'im-
21 marzo 2007, ore 21
minente carnevale.
“IL MEDICO DEI PAZZI” di Eduardo Scarpetta
In marzo avvicinamento alla Pasqua e festa del papà
con "La gallina Berta aspetta la Pasqua" (6 e 8
con Carlo Giuffrè, Piero Pepe, Antonella Lori, Monica
marzo); "Un regalo per Papà" (13 e 15); "Pasqua: un
Assante Di Tatisso, Rino di Maio, Aldo De Martino
ghiotto cestino" (20 e 22); "Pasqua: il leprotto pro-
regia di Carlo Giuffrè
fumotto" (27 e 29).
Si prosegue anche in aprile e fino alla fine di maggio.
28 marzo 2007, ore 21
“LA GUERRA DEI ROSES” di Warren Adler
con Giancarlo Zanetti, Laura Lattuada, Simona Celi,
Luis Moltoni, Fabrizio Apolloni
I laboratori sono per i bambini che frequentano la scuola elementare.
Per accedere occorre iscriversi alla Ludoteca, acquistando la tessera (5 euro per i residenti, 10
per non residenti) valevole un anno.
L'iscrizione ai singoli laboratori per gli associati invece è gratuita e si può effettuare per tele-
regia di Ugo Chiti
fono allo 0536/830078.
È possibile iscriversi a un solo laboratorio per volta.
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il
sasso
lino
i vostri racconti
Questa sezione sarà dedicata alla creatività dei lettori.
Mandateci i vostri racconti (max 6000 battute) o le vostre poesie a:
FABLE
[email protected]
accompagnati da qualche nota biografica e, se volete,
da una fotografia (o un disegno, etc.) da affiancare al testo.
Grazie e buona lettura…
di SIMONE COVILI
Nuvole gonfie minacciano pioggia. Il sole scompare dietro la collinetta. I suoi
ultimi raggi vividi come il fuoco, bruciano i contorni scuri dell’albero, ormai
secco per il sopraggiungere dell’inverno, che si staglia come un uomo in preghiera sullo sfondo.
Immersi in quella scena sembra di essere dentro a una cartolina: Io, la bimba
che guarda dalla finestra un tramonto lontano sotto lo sguardo attento di un
uomo che stringe la bianca cornice del cartoncino che a breve invierà a qualche amico.
Questa atmosfera presagiva l’arrivo di una di quelle notti piene di spiriti e fate.
Notti di vento quando i bambini si addormentano piangendo. In quelle serate
buie il papà mi raccontava la favola che mi piaceva tanto; quella del piccolo servo
di Oberon che scappa da Arcadia e che per anni si rifugia nel mondo degli
uomini. Non vi nasconderò di averlo visto quel Fauno: era un bambino seduto su un muretto che osservava gli uomini dall’alto. Aveva un ghigno malefico nascosto da un rincuorante sorriso. Quando mi avvicinai a lui parlandogli
venni colpita dal suo profumo di fiori che nascondeva l’olezzo del sangue: piccole gocce di pioggia rossa cadevano dall’orlo del suo cappotto. Pioveva sempre quando si mostrava ai miei occhi. Giocavamo insieme per ore e mi raccontava gli scherzi che aveva fatto durante la sua vita; non ci si credeva a
quanti ne avesse fatti e dire che avrà avuto si e no dieci anni: quell’olezzo non
lo abbandonava mai così come il dolce profumo. Non capivo anche se in quei
giorni capire, infondo, non era importante. Ero ammaliata dai suoi occhi,
dalle sue parole, anche se tutto in lui nascondeva qualcosa.
Lo sapevo ma non me ne curavo.
Gli raccontai anche quella storia che mi piaceva tanto e Lui l’ascoltò prima
pensieroso poi sorridente finché un baleno non attraversò i suoi stretti occhi.
Ma è tutto vero? Chiesi.
Sì mia dolce bambina è vero. Oberon ha spesso provato a riportarmi a casa, ma io
sono sempre stato più astuto di lui.
Un giorno dalla mia camera lo vidi seduto fra le falangi dell’albero distese
verso il cielo. Muoveva la mano come a chiamarmi: voleva che lo raggiungessi. La nonna era in casa; la salutai dicendole che andavo a giocare nei pressi
dell’albero. Mi baciò e si raccomandò come sempre. La baciai forte: allora
non sapevo ancora bene il perché di quel gesto così intenso. Il Fauno mi guardava come faceva sempre con tutti gli uomini: dall’alto verso il basso. Scese
agile dall’albero. Quel giorno era bello e raggiante, nessun olezzo, nessuna
oscurità, nessun liquido scarlatto. Anche la pioggia era sparita. Mi tese la
mano e insieme ci incamminammo lungo il sentiero. Lui mi parlava raccontandomi storie fantastiche.
Ero felice, ogni preoccupazione mi aveva abbandonato insieme alle domande.
Persino entrare nel fitto bosco non mi inquietava: le verdi chiome si chiudevano su di noi mentre i rami ci salutavano. Poi il verde lasciò il posto al marrone che divenne arancione, giallo e infine oro. I colori si susseguirono in un
caleidoscopio di mutazioni. Quando tutto tornò chiaro li vidi, piccoli come
topi, volteggiavano sulle nostre teste; grossi come tori, si inchinavano al
nostro passaggio. Aure arcobaleno li avvolgevano completamente. La radura
si aprì: Cinque erano le fate che si fecero avanti ed ognuna di esse portava con
se un bambino. Il Fauno non era più un pargolo di dieci anni, o almeno non
più il rubicondo essere che mi era apparso fino ad allora. Ora era proprio
come papà me lo descriveva: tutto si era fatto chiaro. Olezzo, oscurità, sangue;
il grosso uomo cervo seduto all’interno dell’antica quercia incavata, le gambe
incrociate, fece cenno di avvicinarsi. Li vidi tutti cambiare quei bambini:
Ognuno prese l’aspetto della fata che lo aveva accompagnato; ognuno di essi
prese il posto del suo reciproco.
La fata tra i mortali e il mortale fra le fate.
Equo cambio perché non vi sia disequilibrio. Questa era la legge, sosteneva
Oberon, eppure il Fauno non cambiò. Rimanemmo lì fermi in quel luogo
sacro dell’Arcadia, intrappolati tra il mondo delle fate e quello degli uomini.
Ora del mio mondo mi rimane un unico dolce ricordo e di quel ricordo mi
avvolgo trasformandolo in barriera. Non sono ancora cambiata come gli altri
compagni giunti fin qui. Mantengo tutti i miei tratti umani; niente occhi di
foglia, niente voce sottile e capelli di selva. Ma eccoli che ritentano le loro
magie. Mi concentro. Sono nel mio salotto. Ecco ONE. Guardo BIM BUM
BAM, è pomeriggio e mia nonna mi prepara la nutella. Mi prende in braccio per
vedere insieme a me Lovely Sara, Anna dai Capelli Rossi e tutti i cartoni che davano alla televisione e loro, così, non hanno alcun potere su di me.
Simone Covili è nato nel febbraio del 1977, vive e lavora a Modena.
Ha lavorato come webmaster e tutt’ora amministra e pubblica i suoi racconti sul sito “XOMEGAP - luogo d’incontro di giovani autori Modenesi”.
Coautore e curatore dell’antologia XOMEGAP - 18 racconti di sogni e ombra
(Il Foglio 2006) e di due e-book dal titolo Hopless Night – VOLTI e PRESENZE, è tra gli autori dei racconti pubblicati sul blog di XOMEGAP
(www.xomegap.net/blog) da cui ha tratto Bottoni, pubblicato anche sul
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Crudeltà
Non piangere,
non piangere la morte di qualcuno
non temere…
non disperarti…
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è come
cercare di sopprimerlo
di chiudere il suo cuore
di infrangere la sua felicità.
Non piangere
anzi rallegrati,
sapendo che chi ami
sta bene e non soffre
sapendo che la sua
fine non è altro che l’inizio.
Spari tremendi, che paion perenni,
in questa notte stellata, che protegge l’armata.
La morte è nell’aria, nessuno se l’è scampata
la guerra è ormai iniziata.
Rumori fragorosi,
tranelli insidiosi.
Gente che spera
in una nuova era.
“La guerra è nell’aria”,
“La guerra è nell’aria”,
grida la gente disperata
“chi se l’era aspettata”?
“Orsù dunque marrano
svela l’arcano”.
Queste son minacce
che si senton da lontano.
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Alla fine di questo processo
Ogni commento è concesso.
“Perché”
si sente udire
“combattere e non gioire?”
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Matteo Corsalini è nato a Scandiano il 28 marzo 1992. Frequenta il primo
anno di liceo classico a Sassuolo. Passa il tempo libero tra le letture e la musi-
ca; suona la batteria, di cui prende lezioni presso la corale Puccini, in un complesso che ha creato da poco insieme ad alcuni amici.
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...i disegni dei bambini!
Alessandro Dallari ha quattro anni e
frequenta la scuola materna S.Anna a
Sassuolo, nella sezione mezzani.
Adora i Power Rangers e la macchina di
Batman, non gli piacciono il miele e l'insalata.
Cari bambini, se avete tra i 3 e i 10 anni e avete voglia di mandarci un vostro disegno
da pubblicare, dite a mamma o papà di contattarci all’indirizzo di posta elettronica
[email protected]
E mi raccomando, usate un pennarello nero!
Anche a noi piacciono tanto i colori, ma in questa occasione non ci è possibile usarli. A presto!
I sogni di Leonardo Da Vinci
Alla Galleria Martinelli a Sassuolo
espone l’artista romano Daniele Lunghini.
Tanti disegni e installazioni ispirati agli
schizzi di Leonardo Da Vinci
Quali erano i sogni di Leonardo Da Vinci? Ce li racconta
l’artista romano Daniele Lunghini, con la sua mostra “De
Fiutur - Il futuro visto dall’uomo del Rinascimento” presso
la Galleria Martinelli, in via Circonvallazione N/E, 78 a
Sassuolo. La mostra, a cura di Tina De Falco, è stata organizzata dall’associazione IN-arte.
Daniele Lunghini, artista multimediale, da anni si dedica al
disegno, alla fotografia e alla regia di cortometraggi. Il suo
contrassegno è l’eclettismo: è infatti regista di animazione,
disegnatore, soggettista di film, ama scrivere storie. Lunghini, ha vinto ben 5 premi internazionali e selezionato in 50
festival in tutti i 5 continenti. Il suo lavoro più importante è
stato il progetto “Le foto dello scandalo” un grande affresco del cinema anni ‘30 ed un omaggio al genere noir e gangster e cha ha vinto a “Image” nella categoria Best European Production. È stato inoltre selezionato dalla Calart,
l’Università Disney in un programma di proiezioni delle
migliori produzioni indipendenti. “Mi piace sentire la tensione tra passato e futuro, sono appassionato di fantascienza (da Guerre Stellari ai film di Karel Zeman), e anche di
Leonardo Da Vinci per la sua ecletticità, la sua inventività e
libertà che trasmette quando si guardano i suoi schizzi.
L’idea che stimola la mia fantasia è questa: come immaginava il futuro un uomo di un’epoca del passato? E come
poteva concepire soggetti di fantascienza? Elaboro le mie
opere utilizzando svariate tecniche (3D, animazione, arte
visiva statica ecc..) e mi piace sperimentare in più campi,
ricercando nuovi linguaggi e grammatiche visive.”
La mostra sarà corredata da installazioni, video installazioni, merchandising e sarà aperta fino al 23 marzo.
Per informazioni: www.in-arte.org
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IN VITRO ALLA G ALLERIA A NNOVI
La galleria Annovi Arte Contemporanea di via Radici in
Piano 133 inaugura sabato 10 marzo 2007 (alle 18,00) In
Vitro, la mostra personale di Matteo Negri, a cura di Ivan Quaroni.
L’esposizione, di circa una trentina di nuovi lavori del giovane
artista milanese, è allestita come un percorso che si snoda dall’ingresso alla sala dell’acquario, fino alla zona ludica dedicata al biliardo. In questa immaginaria residenza, si consuma
l’eterno antagonismo tra vita e morte. Da una parte, infatti, ci
sono i grandi vasi criogenici per il congelamento di spermatozoi e ovociti, che costituiscono un serbatoio di vita potenziale,
dall’altro campeggiano minacciose mine subacquee, che incarnano una perentoria minaccia mortale; entrambe le tipologie
sono realizzate in ceramica smaltata.
Nato nel 1982, Matteo Negri è autore di una ricerca plastica
interessata alle potenzialità espressive dell’oggetto meccanico,
riprodotto perfettamente nelle sue componenti strutturali, ma
non cromatiche. L’artista milanese è infatti interessato a
cogliere l’essenza organica e architettonica degli oggetti rappresentati, suggerendo una sorta di familiarità tra le forme contemporanee e quelle del passato. In questi nuovi lavori assume
un’importanza fondamentale la forte componente ironica.
La mostra, corredata dal catalogo con un testo critico di Ivan
Quadroni, proseguirà fino al 9 aprile; sarà possibile visitarla
dal martedì al sabato 10,00-12,30 / 16,00 – 20,00 e alla
domenica su appuntamento.
CHIARA DINI
sasso
lino
Cristina Iotti nella rassegna Saxart
Dal 17 Marzo al 7 Aprile,
Cristina Iotti, pittrice iperrealista sassolese, espone le sue ultime creazioni all’interno della
rassegna “SaXart - Arte a Sassuolo”, che ha finora suscitato
un notevole interesse tra il pubblico appassionato di arte contemporanea.
Inaugurazione sabato 17 alle
ore 18.00 con la performance
Global Moods di Phil D.
Earth.
“Get Fit”, un’opera di Cristina Iotti
Cristina Iotti nasce a Sassuolo e si diploma nel 1987 in Illustrazione al Corso superiore triennale dell’Istituto Europeo di Design (IED) di Milano. In seguito ha lavorato come free-lance nell’ambito del
design ceramico collaborando con studi grafici e serigrafie, in progettazione di bozzetti per maglieria,
di illustrazioni per packaging e libri per bambini. Dal 2002 ha deciso di dedicarsi completamente alla
pittura. Ha partecipato a numerosi ed importanti Premi e Concorsi di pittura nazionali ed internazionali ottenendo premi e riconoscimenti. Nelle sue opere è sicuramente la luce la protagonista e che dà
vita ad intensi giochi chiaroscurali, fatti di ombre e riflessi oppure è più filtrata come nelle atmosfere
più rarefatte e liriche delle ultime opere, dove tutto è attutito ed evanescente, incarnando e catturando
l’essenza e lo “straordinario” presente nell’ “ordinarietà”.
“Sono nata praticamente in mezzo ai colori - dice la stessa Iotti - e per me dipingere è un mezzo per esprimermi e comunicare sensazioni. La mia pittura spesso definita iperrealista, si discosta però dai contenuti
e dai soggetti tipici dell’iperrealismo americano degli anni ’70, anche se l’essenza delle mie opere è da ricercare nel quotidiano e nel reale. Come per gli iperrealisti le mie opere nascono da un’immagine fotografica,
scatti rubati, attimi quotidiani di persone comuni. Immagini che sono sotto gli occhi di tutti, ma alle quali
spesso non si fa caso e che, filtrate dalla luce, assumono una valenza diversa. Scelgo le immagini che mi
emozionano di più, le elaboro digitalmente selezionando inquadrature particolari, desaturando i colori e ottenendo originali effetti di luce. L’esecuzione vera e propria del quadro avviene manualmente con tecnica ad
olio passando attraverso diverse velature oppure con semplici matite e matite colorate. Il mio obiettivo è riuscire a trasmettere un’emozione al di là del puro raggiungimento del risultato fotografico. Attraverso queste tecniche di esecuzione, che esigono procedimenti lenti e meticolosi , in netto contrasto con i tempi e i
modi del vivere contemporaneo, cerco di esprimere il lato più intimo e spirituale della quotidianità”
L’Associazione culturale “L’Artificio” continua a promuovere le arti figurative, mettendo a disposizione gratuitamente lo spazio espositivo e promuovendo gli artisti della rassegna. Sempre alla ricerca di
nuovi talenti, “L’Artificio”, seleziona pittori, fotografi, scultori, giovani creativi, che con le loro creazioni vogliano partecipare ad un processo di contaminazione artistico e culturale in continua evoluzione.
Associazione Culturale Artificio - v.le Caduti, 6
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il
sasso
lino
il sassolino nella scarpa
...la parola ai lettori
(l’allegato a cui la lettera fa riferimento, ndr)
OGGETTO:
Nota /richiesta su “criteri e regole graduatoria iscrizioni scuola primaria
cl.1^ a.s.2007/08”.
La scrivente, genitore di un alunno assegnato da stradario alla classe prima della scuola primaria
“S.AGOSTINO” a.s. 2007/08, ESPONE ai membri del Consiglio di Circolo alcune considerazioni sulle regole di formazione della graduatoria per l’accesso alla scuola primaria assegnata da stradario e chiede che venga effettuata una verifica.
Cambi di residenza sospetti…
Sono un genitore di un bambino obbligato per l'a.s. 07/08 alla
scuola elementare S.Agostino. Non so se siete al corrente che
per l'inserimento nelle classi prime verrà fatta una graduatoria
fra i bambini “obbligati da stradario”.
Invio in allegato la nota che ho trasmesso alla Direzione Didattica I° Circolo di Sassuolo.
Abito in quel quartiere da 30 anni, frequento la Parrocchia di
Rometta da altrettanti, ora rischio di portare mio figlio a scuola alle Bellini o alle Pascoli.
Accetto le regole per la formazione della graduatoria, accetto
la riduzione del numero degli alunni per classe per la presenza
di alunni diversamente abili, NON ACCETTO che famiglie
sassolesi cambino momentaneamente la residenza ai figli per
avere la precedenza data ai residenti nel quartiere.
Se non c'è posto per tutti, si accettino le regole senza imbrogli.
ANNA PALANDRI
(vedi l’allegato a fianco, ndr)
Ai membri del Consiglio di Circolo del
I° Circolo di Sassuolo
PREMESSA
Il Comune, in accordo con la Direzione, fissa lo stradario degli obbligati alla scuola primaria come
assegnazione preventiva a un plesso per i seguenti obiettivi organizzativi ed educativi:
permettere la frequenza della scuola più vicina alla reale dimora della famiglia per evitare inutili
spostamenti e ridurre il traffico;
consentire ai bambini di frequentare la scuola del loro quartiere per favorire le relazioni anche nell’extrascuola;
rafforzare il loro senso di appartenenza al territorio e alla comunità in cui abitualmente vivono con
la loro famiglia.
REGOLE DEL CIRCOLO
Giustamente il Consiglio di Circolo, per rispondere agli obiettivi sopra citati, ha fissato, come regola, la precedenza dell’iscrizione per gli alunni la cui residenza effettiva rientra nello stradario della
scuola.
INGANNO ALLA REGOLA DELLO STRADARIO
La regola della precedenza ai residenti, a volte, viene elusa con un sotterfugio formalmente legale,
ma che in realtà contraddice in pieno gli obiettivi per cui è stata data la priorità a chi effettivamente dimora nell’ambito dello stradario.
Questo l’inganno:
alcune famiglie, conoscendo questa regola, provvedono in anticipo sulle iscrizioni e comunque
entro il mese di gennaio, a domiciliare solo all’anagrafe il figlio presso parenti che risiedono nel
bacino d’utenza della scuola a cui interessa chiedere l’iscrizione.
Praticamente si tratta di una residenza fittizia per poter rientrare nella regola della precedenza. In
realtà il bambino continua a vivere con i genitori e non presso il fittizio nucleo familiare in cui è
stato domiciliato.
Mi risulta che questo sotterfugio sia stato attuato da almeno tre famiglie per la classe prima a.s.
2007/08 della scuola primaria S.Agostino.
RICHIESTA
Chiedo che il Consiglio di Circolo:
valuti e approfondisca questa incresciosa situazione,
prenda in considerazione un’azione di controllo sulle iscrizioni per verificare il reale cambio di residenza degli obbligati.
Ringraziandovi fin d’ora per l’attenzione che vorrete concedermi, Vi porgo cordiali saluti.
passatempo
CRUCIVERBA SASSOLESE
chi più ne ha, più ne metta!
In corsivo, le definizioni sassolesi
Orizzontali
1. Ci provi – 5. La rivista letteraria diretta da Majakovskij – 8. Nel nostro stato... – 11. Un antico duecento – 12. I noialtri di noialtri – 13. Antichi altari – 15. Last Name Unknown – 16. Schumi jr – 18. Vanno in
letargo – 19. 4/5 del corso dell'Adige – 21. Sinonimo musicale di "collaborazione" – 23. Mark, olimpionico del nuoto – 28. Le iniziali di Nuti, attore e regista toscano – 29. L'American Enterprise Institute – 30.
Il campo di Moira Orfei – 31. Gino Paoli vi vide il cielo dentro – 35. Acceso – 36. Il presidente (vedi foto)
di Confindustria Ceramica (l'ex Assopiastrelle).
Verticali
1. "Via col vento" ne vinse otto – 2. Lo è l'ordine – 3. Introduce lo "stato in luogo" – 4. Il centravanti delle
"merengues" – 5. Complesso di cerimonie – 6. Nella bussola, opposto all'OSO – 7. Storico liceo cittadino –
9. Targa di Mantova – 10. Pierre Auguste, impressionista francese – 14. "Il" spagnolo – 17. Quella delle
favole è solitamente buona – 20. Diploma Universitario – 21. L'acronimo completo delle Ferrovie dello
Stato – 22. Gas raro – 23. Poco scaltro... – 24. Via che sfocia in Piazza Grande – 25. Nel cuore di un pirla...
– 26. The Century Foundation – 27. Un giardino con le gabbie – 32. Ascoli Piceno per l'Aci – 33. Il simbolo dello Zinco – 34. Celebre dentifricio.
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lino
SCRIVETECI!!!
Scuola e progetti
Sono un’insegnante del Secondo Circolo Didattico di Sassuolo e vorrei ringraziare Manuela Cattelani per il suo intervento chiarificatore ‘Non entrate alle Pascoli’ apparso nell’edizione del Sassolino di Febbraio. Finalmente un genitore che esprime chiaramente quali devono essere gli
obiettivi prioritari della nostra scuola per i genitori sassolesi, ovvero: saper leggere, scrivere e far
di conto. Tutto il resto è totalmente inutile. Sa, io da tempo nutrivo dei sospetti in merito all’importanza dei vari progetti educativi, delle uscite didattiche e delle gite. Grazie, ora so di potermi
concentrare felicemente su quelle che Lei indica come fondamentali priorità didattiche. Ha ragione, perché mai affliggersi quando si scopre che venti su ventiquattro alunni di una classe quinta
elementare cittadina alla domanda cosa dovrebbero visitare i turisti stranieri che visitano Sassuolo, rispondono candidamente: lo stadio e Panorama! Perché crucciarsi se la maggior parte degli
alunni non distingue la Cima del Monte Cimone da quella del Monte Cusna anche se le hanno
giornalmente sotto i loro occhi, anzi ma forse dovrei dire gli Appennini dalle Alpi! Perché mai
dannarsi per cercare fondi e ottenere un progetto musicale che faccia loro scoprire che suonare
uno strumento musicale può diventare veramente una passione e che nella loro città c’è una
banda che offre ai propri bandisti la possibilità di girare l’Italia e il mondo! Ma, parliamo delle
uscite didattiche, perché mai dovremmo preoccuparci di far vedere e conoscere ai nostri alunni il
Palazzo Ducale, il Duomo di Modena, le Salse di Nirano, un’acetaia, un caseificio o una cantina sociale? Tanto per loro non c’è nulla di meglio che un bel giro al supermercato e una giocata
alla play station. Le gite poi, sono una vera follia! Sobbarcarsi l’immane responsabilità di portare degli alunni sulle pendici delle Alpi e scoprire le bellezze di una Val Pelline o del Parco del
Gran Paradiso, perché mai portare una prima elementare a correre sulla sabbia della nostra riviera Adriatica, o una terza elementare a toccare e vedere con i propri occhi le famose orme dei
dinosauri lasciate nei pressi di Marco vicino a Rovereto? È bene cercare in ogni modo di non
allargare gli orizzonti dei nostri alunni, se non ci pensano i genitori perché dovremmo pensarci
noi? Concordo pienamente con Lei su questo punto e aggiungo che questo è un aspetto che accomuna sia gli alunni italiani che quelli stranieri. Passiamo alla danza e al nuoto, perché mai
dovremmo contrastare la tendenza dilagante dei nostri alunni a
muoversi il meno possibile ed essere totalmente scoordinati ed
incapaci di muoversi? I loro genitori li scaricano dalle auto
davanti alla porta della scuola con delle mega merende e la raccomandazione di non uscire a prendere il raffreddore durante la
ricreazione e non sudare! Convengo, anzi le dirò di più sto pensando di evitare di aprire la finestra ogni venti minuti per far circolare l’aria, questi movimenti li distraggono troppo e poi a volte
entrano degli insetti nell’aula che distolgono la loro attenzione
dai conti e dai dettati. Grazie alla nostra accorta e furba Amministrazione Comunale i vari progetti di attività motoria, contravvenendo alle indicazioni Europee e Nazionali, sono stati sapientemente ridotti e quasi annullati, di nuovo un sentito grazie ed un
applauso.
Signora mi fermo qui, anche se veramente potrei continuare per
pagine e pagine, prima di salutarLa Le devo anche riconoscere
il grande merito di avermi fatto capire quale è il mio principale
La copertina del numero di
Gennaio del “Sassolino”.
errore come insegnante: considero i miei alunni come dei figli e
L’argomento “scuola elementare”
vorrei per loro tutte quelle occasioni culturali, sportive, di viagha suscitato diverse reazioni vergio e conoscenza, che cerco disperatamente di dare ai miei figli.
bali oltre che scritte, come la letSBAGLIATO lo riconosco, è bene però che lei sappia, che contera “Non entrate alle Pascoli”
divido questo grossolano errore metodologico con buona parte
che è stata pubblicata sul numedelle insegnanti del mio circolo, che non è disposta ad applaudiro di Febbraio, a cui si riferisce,
tra l’altro, la mail pubblicata in
re l’amministrazione comunale ad ogni taglio di progetti educaquesta pagina.
tivi scolastici.
Nella pagina qui a fianco un’altra missiva sul tema, di taglio
però diverso.
sasso
Tutte le critiche verranno ascoltate;
le lettere ed i messaggi più significativi saranno pubblicati.
[email protected]
asms
320.8482069
“I ladri stanno vincendo”
Egregia Redazione, vi ho già
scritto un messaggio lo scorso
mese, spero che non ci siano
problemi a ripubblicare
un mio sfogo…
MACCHINE PER CUCIRE
CORSI DI CUCITO
ACCESSORI - RIPARAZIONI
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Non mi sbagliavo sul quartiere
Parco visto che i ladri sono
tornati in azione?
È vero che un’attività chiuderà
per furti reiterati? Se fosse così,
noi società “civile” avremmo
proprio perso l’ennesima
partita. Ne perdiamo tante.
CRISTINA GAIOTTO
INS. DEL II° CIRCOLO DI SASSUOLO
UN LETTORE
errata corrige
Numero 20:
Pag. 3: l’articolo dice “Il
difensore civico è il trade
union...”. La dicitura corretta
è il francese “trait d’union”.
Ce ne scusiamo con i lettori
che ringraziamo per le
segnalazioni.
LA REDAZIONE
NO
N
OTTTTEE JJA
AZZZZ
In un mondo di assordante rumore...
Modena
... una nota di elegante armonia...
9900,,0000 M
Mhhzz
tel 059.345353 [email protected] www.radiocentroemilia.com
dal 8/03/2007 al 7/04/2007
l’oroscopo
ARIETE (21/03-20/04)
LEONE (23/07-23/08)
SAGITTARIO (23/11-21/12)
Tanta serenità!
Amore: chi è single potrà fare “l'incontro”...
Lavoro: concentratevi sul lavoro!
Salute:: dedicatevi alla buona tavola
Siete baciati dalla fortuna...
Amore: amore e passione vanno bene...
Lavoro: ci sono intralci...
Salute: riposo!
Siete frettolosi…
Amore: siete dolci e affettuosi
Lavoro: imprevedibilità
Salute: attenzione ai cambiamenti meteo
TORO (21/04-20/05)
VERGINE (24/08-22/09)
CAPRICORNO (22/12-20/01)
Trovate un compromesso tra cervello e amore
Amore: un Acquario è l'amore della vostra vita?
Lavoro: soprassedete da prendere decisioni…
Salute: dedicatevi allo sport!
GEMELLI (21/05-21/06)
Forza e determinazione
Amore: risveglio dell’Eros…
Lavoro: nuovi programmi lavorativi…
Salute: male allo stomaco
BILANCIA (23/09-22/10)
Occhio a non strafare…
Amore: rassicurate maggiormente il partner!
Lavoro: gran confusione…
Salute: qualche acciacco..
ACQUARIO (21/01-19/02)
Siete un terremoto in famiglia…
Amore: frequentate nuove amicizie!
Lavoro: siete in una difficile posizione
Salute: organizzate al meglio le giornate!
Qualcuno può giocarvi un brutto tiro…
Amore: siete troppo orgogliosi...
Lavoro: gratificazioni sociali!
Salute: state in campana!
Siete inquieti…
Amore: confusi e felici
Lavoro: nervosismo…
Salute: sinusite e sciatica...Occhio!
CANCRO (22/06-22/07)
SCORPIONE (23/10-22/11)
PESCI (20/02-20/03)
È un momento favorevole
Amore: approfittate del buon momento!
Lavoro: risparmiate
Salute: curate il vostro aspetto
Momento di ripensamento..
Amore: cambiamenti..
Lavoro: disappunto!
Salute: malanni di stagione
Non stressatevi...
Amore: evitate le ore piccole!
Lavoro: organizzatevi al meglio...
Salute: non stressate i nervi!
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