21 marzo - Comune di Assago

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21 marzo - Comune di Assago
Comune di Assago
Assessorato alla Cultura e Biblioteca
21 marzo
XXI Giornata della Memoria e dell'Impegno
in ricordo delle vittime innocenti di tutte mafie
“La mafia non è affatto invincibile. È un fatto umano e come tutti i fatti umani
ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un
fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo
eroismo da inermi cittadini,
ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni."
Giovanni Falcone
consigli di lettura
per approfondire...
saggistica
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Laura Anello, L'altra storia, Sperling & Kupfer 2012
Questa è l'altra storia. Non quella raccontata dai mafiosi che spinsero il
bottone a Capaci e imbottirono di tritolo l'auto di via D'Amelio. Questa
è la storia che cammina sulle gambe dei sopravvissuti e delle vittime
uccise nelle stragi che insanguinarono la Palermo del 1992. Un puzzle di
testimonianze che svela segreti, getta nuova luce sull'isolamento dei due
magistrati, esplora un dolore ancora bruciante che si declina in rabbia,
rimpianto, richiesta di giustizia e di verità. C'è il sopravvissuto Angelo
Corbo, l'agente sulla terza macchina di scorta a Capaci che raccoglie
l'ultimo sguardo di Falcone sull'autostrada sventrata dal tritolo. C'è Maria Falcone, che
ricostruisce la parte privata del fratello giudice, ormai piegato, senza mai arrendersi, dalle
calunnie e dalle amarezze. C'è Alfredo Morvillo, il fratello di Francesca, che descrive il clima
di isolamento e di invidie al Tribunale di Palermo che precedette la strage del 23 maggio.
C'è Manfredi Borsellino, che parla della vita del padre, dall'incrollabile ottimismo all'ultima
telefonata tempestosa con il capo della procura, poche ore prima di andare incontro a una
morte annunciata. E poi le mogli, i figli, le sorelle e i fratelli dei ragazzi che vent'anni fa
morirono in Sicilia per lo Stato. Quello Stato di cui rappresentavano "il volto più vero e
alto", come scrive Luigi Ciotti nella Prefazione.
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Andrea Apollonio, Critica dell'antimafia: l'avanzare della paura, l'arretramento
delle garanzie, l'imperfezione del diritto, Pellegrini 2013
Una lettura critica della legislazione antimafia, che passa attraverso
le operazioni della magistratura, la rigidità del regime carcerario del
41 bis, le anomalie del "concorso esterno", la presunta "trattativa" tra
Stato e mafia. Un diritto imperfetto, che innesca continui conflitti
con il potere politico e lede fondamentali garanzie costituzionali del
cittadino. L'accostamento di analisi storiche, sociali, giuridiche,
permette inoltre una genuina riflessione su cosa siano divenute oggi
le organizzazioni mafiose, e su quali siano gli strumenti migliori per
combatterle.
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Giuseppe Ayala, Chi ha paura muore ogni giorno, Mondadori 2008
Sono passati quindici anni dalla terribile estate che, con i due attentati di
Punta Raisi e di via d'Amelio, segnò forse il momento più drammatico della
lotta contro la mafia in Sicilia.
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino restano due simboli, non solo
dell'antimafia, ma anche di uno Stato italiano che, grazie a loro, seppe
ritrovare una serietà e un'onestà senza compromessi.
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Francesco Benigno, La mala setta: alle origini di mafia e camorra (1859-1878),
Einaudi 2015
La storia dell'intreccio tra Stato e criminalità organizzata nei primi
vent'anni dell'Italia unita non è mai stata raccontata così: l'organizzazione
di mafia e camorra immaginate sul modello delle sette segrete si mescola
alle pratiche delle autorità, inclini a usare i criminali nella repressione
contro sovversivi e oppositori.
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Antonio Calabrò, I mille morti di Palermo: uomini, denaro e vittime nella guerra
di mafia che ha cambiato l'Italia, Mondadori 2016
Palermo come Beirut. Bombe, mitra, pistole, un arsenale da guerra
per lo scontro tra clan mafiosi che insanguina la città dal 1979 al
1986, con un bilancio terribile: mille morti, 500 vittime per strada,
altre 500 rapite e scomparse, lupara bianca. Una "mattanza",
mentre il resto d'Italia vive l'allegra frenesia degli anni Ottanta. La
"Milano da bere". E la Palermo per morire. L'escalation comincia il
23 aprile 1981, quando viene ucciso Stefano Bontade, "il falce",
potente boss di Cosa Nostra. È un omicidio dirompente, che semina
il panico nelle file delle più antiche famiglie mafiose, ribaltando
gerarchie, alleanze, legami d'affari. Centinaia di altri morti seguiranno. Quasi tutti per
mano dei corleonesi di Totò Riina e Bernardo Provenzano e dei loro alleati, i Greco, i
Brusca, i Marchese: i boss in ascesa, che tramano, tradiscono, ingannano, uccidono per
dominare il campo degli interessi: droga, appalti pubblici, armi, soldi. Tanti soldi. Non è
solo una guerra interna alla mafia. Nel mirino dei killer, anche uomini con la schiena dritta
al servizio delle istituzioni, come Piersanti Mattarella e Pio La Torre (alfieri del "buon
governo" e di una politica efficace e pulita), Boris Giuliano, Cesare Terranova, Gaetano
Costa, Carlo Alberto dalla Chiesa, Rocco Chinnici, Ninni Cassarà, e altri poliziotti e
carabinieri, magistrati, giornalisti, medici, imprenditori che non si sono piegati alle
intimidazioni.
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Benny Calasanzio Borsellino, Abbiamo vinto noi: storia di Ignazio Cutrò
l'imprenditore che ha detto No alla Mafia, Melampo 2014
Ignazio Cutrò fino al 1999 è semplicemente questo: un imprenditore
siciliano che vive una vita tranquilla con la sua famiglia. Nell'ottobre
di quell'anno però gli incendiano il primo mezzo, una pala meccanica.
Da quel giorno sarà un susseguirsi di minacce e attentati, circa venti.
Non ha mai pagato un solo euro alla mafia, ha denunciato tutto e
subito. Non ha cambiato identità e nemmeno paese e continua a fare
l'imprenditore combattendo per i suoi diritti e per quelli di tutti i
testimoni di giustizia. Questo libro è un messaggio di vittoria: contro
la mafia si può vincere grazie allo Stato. Non servono eroi, ma solo
persone perbene che fanno con dignità il proprio dovere.
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Raffaele Cantone, Football clan, Rizzoli 2012
Il calcio è un affare. E dove girano i soldi, le mafie allungano i
tentacoli. Partite combinate e scommesse clandestine in combutta con
le centrali asiatiche del gioco online, racket a bordo campo,
merchandising tarocco, appalti sui nuovi stadi sono solo alcune voci di
un bilancio miliardario. E molto sporco. Ma non è solo una questione
di denaro: il football è anche potere. I clan acquistano squadre per
comprare il consenso, per sedersi in tribuna e stringere mani
importanti; attingono manovalanza dai vivai giovanili e usano gli
ultras come massa di manovra per tenere le città sotto scacco. E
intanto nel cuore di molti tifosi la passione viene scalzata da delusione e disgusto.
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Giuseppe Catozzella, Alveare, Feltrinelli 2014
La 'ndrangheta ha mangiato il Nord Italia, e ha cominciato a farlo
almeno sessant'anni fa nel silenzio generale. Il suo impero invisibile
con gli anni ha preso il controllo di un sistema economico che si è
sempre voluto ritenere immune. Questo era il teorema: che il Male
restasse confinato al Sud, alla periferia dell'organismo, in modo da
salvare l'intero, da preservarlo. Ma quella raccontata da Giuseppe
Catozzella nel primo e unico romanzo-inchiesta sulla 'ndrangheta al
Nord è una macchina brutale e intelligente, che per la prima volta
vediamo all'opera nei modi quotidiani in cui la violenza e la
sopraffazione si mischiano all'astuzia e alla corruzione umana. È una mafia che ci è molto
più vicina di quanto immaginiamo. Quella che governa nelle strade, si impossessa dei bar,
dei ristoranti e dei locali alla moda, entra nelle aziende pulite e nei cantieri edili, gestisce in
monopolio tutto il traffico della cocaina. Giuseppe Catozzella ha seguito Pasquale nel suo
percorso criminale di affiliazione a un clan; è stato il compagno di banco di Vincenzo, che
comandava la scuola perché appartenente alla cosca che comanda nel nord di Milano; ha
amato zia Severina, che ha deciso di morire nel suo bilocale per difenderlo dalle famiglie che
rivendono le case popolari; ha spiato il lavoro clandestino dentro i gironi dell'Ortomercato
di Milano. "Alveare" è un romanzo-inchiesta sulla 'ndrangheta, inquietante perché non
inventa nulla.
Vincenzo Ceruso, A mani nude: don Pino Puglisi, San Paolo 2012
Don Giuseppe Puglisi, per tutti Pino, fu ucciso dalla mafia il 15
settembre 1993 nel quartiere palermitano di Brancaccio, dove era nato e
cresciuto. L'impegno, il carisma, la vita esemplare fanno sì che "don
Puglisi parli ancora alla coscienza del nostro tempo" come scrive il
ministro Andrea Riccardi nella prefazione del volume. "Le pagine di
questo volume" continua Riccardi, "danno al lettore un ritratto a tutto
tondo del parroco di Brancaccio, un uomo pieno di vita, di sogni e di
domande, un cristiano vero, un siciliano non autoreferenziale né
complessato", una figura che merita di essere compresa ed emergere "in tutta la sua
affascinante grandezza".
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Caterina Chinnici, È così lieve il tuo bacio sulla fronte: storia di mio padre
Rocco, giudice ucciso dalla mafia, Mondadori 2013
Il 29 luglio 1983 la mafia fa esplodere un'autobomba in via Pipitone
Federico a Palermo: muoiono il giudice Rocco Chinnici, gli uomini
della sua scorta e il portiere dello stabile dove il magistrato viveva
insieme alla moglie e ai figli. Rocco Chinnici era da tempo nel
mirino. Innovatore e precursore dei tempi, aveva intuito che, per
contrastare efficacemente il fenomeno mafioso, era necessario
riunire differenti filoni di indagine, comporre tutte le informazioni e
le conoscenze che ne derivavano. Per farlo, riunì sotto la sua guida
un gruppo di giudici istruttori: Paolo Borsellino, Giovanni Falcone e
Giuseppe Di Lello. L'anno dopo la sua morte, questo gruppo prenderà il nome di "pool
antimafia". La storia ci tramanda come e perché Rocco Chinnici sia stato ucciso. Ci
tramanda un eroe. A lui però non sarebbe piaciuto essere chiamato così. Era prima di tutto
un uomo, un padre, cui è toccata in sorte una vita straordinaria, o forse un destino, che lui
ha scelto di assecondare fino alle estreme conseguenze. Dopo decenni di silenzio, Caterina
Chinnici, la figlia primogenita - a sua volta giudice, a sua volta impegnata nella lotta alla
mafia, a sua volta sotto scorta - sceglie di raccontare la loro vita "di prima", serena
nonostante le difficoltà, e la loro vita "dopo". Sceglie di raccontare come lei, i suoi fratelli e
la madre abbiano imparato nuovamente a vivere e siano riusciti a decidere di perdonare:
l'unico modo per sentirsi degni del messaggio altissimo di un padre e un marito molto
amato...
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Antonio Cianciullo ed Enrico Fontana, Dark economy: la mafia dei veleni, Einaudi
2012
Dalle terre di Gomorra alle contrade del Guangdong, dai boss dei casalesi
alle broker cinesi in minigonna: c'è un filo nero che collega clan, imprese
troppo disinvolte, politici collusi, apparati statali deviati, funzionari
pubblici corrotti.
È la dark economy, un settore che fattura ogni anno miliardi di euro con i
traffici illegali di rifiuti su scala globale. Siamo di fronte all'altra faccia
dello specchio, il lato oscuro della produzione.
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Enzo Ciconte, Riti criminali: i codici di affiliazione alla 'ndrangheta, Rubbettino
2015
I rituali d'affiliazione vengono spesso frettolosamente catalogati come
residui arcaici e simboli di arretratezza. Allora come si spiega il fatto
che hanno preso piede anche nel Nord ricco e moderno e addirittura
all'estero nelle capitali culturali e finanziarie del mondo? I codici sono
lo strumento fondamentale per la "costruzione dell'identità mafiosa"
e servono ad assicurare continuità, autorevolezza e forza alle azioni di
comando soprattutto quando gli 'ndranghetisti agiscono lontano dalla
Calabria. I rituali forniscono agli uomini che si autodefiniscono
d'onore una lettura della società, dettano norme rigide di
comportamento, inventano una tradizione, creano il passato, forniscono l'ideologia, le
motivazioni per potersi presentare all'esterno con un biglietto da visita diverso da quello di
ladri, assassini, narcotrafficanti, sequestratori di persona, manigoldi. Studiare, analizzare e
capire i rituali è fondamentale per penetrare nel nucleo oscuro della 'ndrangheta.
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Nando Dalla Chiesa, Martina Panzarasa, Buccinasco: la 'ndrangheta al nord, Einaudi
2012
La mafia al Nord. L'espansione della 'ndrangheta alle porte di Milano.
Come è potuto accadere? L'indagine sull'hinterland sud della città,
Buccinasco, Corsico, Cesano Boscone, Rozzano e Trezzano sul
Naviglio, ha al suo centro Buccinasco, niente più che un piccolo gruppo
di cascine, diventato, negli anni delle grandi emigrazioni, culla dei clan
calabresi. Fino a guadagnarsi il soprannome di "Platì del Nord" - il
centro dell'Aspromonte da cui proviene il nucleo più significativo di
immigrati.
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Luana De Francisco, Ugo Dinello e Giampiero Rossi, Mafia a nord-est, Rizzoli 2015
Il Nord-Est italiano: non solo motore economico e imprenditoriale del
Paese, ma ultimo baluardo contro l'avanzata delle principali
organizzazioni criminali, ormai da decenni partite alla conquista
dell'intero Stivale. Sono in tanti a pensarla così, coltivando l'immagine
dell'isola felice nonostante la crisi e le difficoltà crescenti. Eppure, la
storia e le cronache giornalistiche parlerebbero di un paesaggio
profondamente diverso. In effetti, la mala del Brenta di Felice Maniero
- un gruppo capace di lavorare al fianco di Cosa nostra, e per il quale il
reato di associazione mafiosa ha trovato la prima applicazione fuori dal
Meridione - non ha rappresentato l'inizio né la fine della criminalità organizzata in
Triveneto. Anzi. Anche lì la Piovra ha trovato terreno fertile, tra banditismo, case da gioco,
industriali senza scrupoli, politici disonesti e boss al confino. Luana de Francisco, Ugo
Dinello e Giampiero Rossi squarciano il velo di silenzio interessato che da troppo tempo
lascia campo libero all'azione dei clan e dei loro alleati, raccontando senza tabù i loschi
interessi che mafia e imprenditori locali condividono: dal riciclaggio di denaro sporco al
pericoloso mal costume del "nero", dal traffico di droga e armi ai disastri ambientali,
dall'infiltrazione nelle ditte appaltatrici di Fincantieri al business del tarocco.
Marika Demaria, La scelta di Lea: Lea Garofalo : la ribellione di una donna alla
'ndrangheta, Melampo 2013
Una storia di ribellione e coraggio. Accade a Milano: protagonista Lea
Garofalo, sequestrata, uccisa e ridotta in cenere dai suoi familiari nel
2009 per aver rotto con una cultura criminale di violenza omertosa. Con
lei la figlia, Denise Cosco, che ottiene giustizia, ma è costretta a vivere,
ventenne, sotto protezione dopo aver denunciato suo padre Carlo, gli zii,
il fidanzato e altri due imputati. Sullo sfondo di questo dramma sconvolgente, che si dipana
tra la Calabria e la Lombardia, si stagliano omicidi insoluti, traffici di stupefacenti e il
profilo di una 'ndrangheta padrona di interi territori. Una storia da incubo, di cui la
narrazione asciutta che l'autrice ci trasmette dall'interno del processo diventa documento
eccezionale, denuncia insostenibile.
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Alice De Toni, "Dolentissime donne": la rappresentazione giornalistica delle
donne di mafia, Clueb 2012
Questo saggio analizza la rappresentazione della donna mafiosa
siciliana sulla stampa italiana negli anni 1963-1982, ventennio
rilevante dal punto di vista della cronologia di mafia e da quello delle
trasformazioni sociali cui l'Italia va incontro. In questo libro si
intrecciano due diversi approcci. Da una parte la schedatura
quantitativa degli articoli sulle donne mafiose recuperati dai
quotidiani, che dimostrano un costante interesse per l'argomento fin
dagli anni Sessanta; dall'altra parte l'interpretazione qualitativa di
questi articoli e delle modalità di rappresentazione delle figure
femminili, alla luce della storia culturale dell'epoca. Seguendo le vicende processuali e
personali di molte donne protagoniste di quegli anni, il saggio indaga in particolare le
analogie e le differenze tra la percezione della donna in genere e quella mafiosa, mettendo
in luce l'esistenza di prototipi raffigurativi linguistici e fotografici da cui sia il mondo
giudiziario che quello investigativo sono stati influenzati e che a loro volta hanno
contribuito ad alimentare.
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Giacomo Di Girolamo, Cosa grigia: una nuova mafia invisibile all'assalto
dell'Italia, Il Saggiatore 2012
Non bisogna avere paura della mafia. La mafia non esiste. Non esiste
più. L'antimafia ha vinto. O forse no: forse la mafia c'è ancora, solo
che è diversa. È mutata come un virus. Cosa Nostra non esiste. Ora
c'è un'altra Cosa. Più grande. Eterea. È Cosa grigia. Si è insinuata in
ogni angolo della società, e noi non ce ne siamo accorti. È nel bar in
cui facciamo colazione la mattina. È nel Convegno sulla legalità in
cui parlano le persone perbene. È nel Compro Oro in cui abbiamo
venduto la nostra fede: l'amore finisce, mica come questa nuova
Cosa, questa Cosa grigia. Sembra incredibile, Cosa grigia è anche
dove nessuno se l'aspetterebbe: è nell'antimafia. È una Cosa che assomiglia alla mafia,
certo: ma non ha padrini, non ha "famiglie", né mandamenti; si muove in uno spazio
oscuro, crepuscolare, tra ciò che è legale e ciò che non lo è. Fa della legalità flessibile il suo
grimaldello. È una Cosa grigia che, come un parassita, si è insinuata a fondo nella vita del
paese, ne ha succhiato voracemente la linfa. È passata l'era dei Totò Riina, dei Bernardo
Provenzano e dei Matteo Messina Denaro: ora si agisce alla luce del sole, in modo ordinato,
composto. Nelle valigette eleganti, Cosa grigia non ha pistole, ma tablet dell'ultima
generazione: è grazie all'estesa rete di relazioni che questa Cosa prospera. Sa come
arricchirsi: non ha bisogno di estorcere soldi, se li fa consegnare direttamente dallo Stato.
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Giovanni Falcone, Cose di Cosa Nostra, Rizzoli 2007
La penna è quella della giornalista francese Marcelle Padovani, ma la
voce narrante è quella di Giovanni Falcone. Le venti interviste
diventano materiale per dettagliate narrazioni in prima persona che si
articolano in sei capitoli, disposti come altrettanti cerchi concentrici
attorno al cuore del problema-mafia. Un'analisi che parte dalla
violenza, dai messaggi e messaggeri, per arrivare agli innumerevoli
intrecci tra vita siciliana e mafia, all'organizzazione in quanto tale, al
profitto - sua vera ragion d'essere - e, infine, alla sua essenza: il
potere.
Una testimonianza resa da Falcone dopo aver lasciato Palermo nel 1991.
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John Follain, I 57 giorni che hanno sconvolto l'Italia: perché Falcone e
Borsellino dovevano morire? Newton Compton 2012
23 maggio 1992: il giudice Falcone muore nella strage di Capaci, il più
cruento attentato dinamitardo organizzato dalla mafia negli ultimi
anni, in cui persero la vita anche la moglie Francesca e tre uomini
della scorta. Cinquantasette giorni dopo, il 12 luglio, la mafia uccide di
nuovo: l'amico e collega di Falcone, il giudice Paolo Borsellino, salta in
aria insieme ai cinque uomini della scorta in via d'Amelio, a Palermo.
John Follain giornalista inglese inviato in Italia proprio in quegli anni
- ricostruisce attentamente la dinamica degli attentati e l'inchiesta che
ne seguì: dalla disperata corsa contro il tempo di Borsellino per
scoprire chi avesse ucciso Falcone, nella tragica consapevolezza di essere il prossimo della
lista, fino alla straordinaria parabola investigativa che portò all'arresto dei padrini Riina e
Provenzano. Ma il libro fornisce anche una visione d'insieme senza precedenti sul modo in
cui opera la mafia siciliana, descrivendo nel dettaglio la progettazione e la realizzazione
degli omicidi dei due eroici magistrati. Sulla base di nuove ed esclusive interviste e delle
testimonianze di investigatori, pentiti, sopravvissuti, parenti e amici, questo saggio racconta
minuto per minuto gli eventi che hanno segnato - in maniera irreversibile - il nostro Paese e
la lotta dello Stato contro la mafia.
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Giuseppe Gennari, Le fondamenta della città: come il Nord ha aperto le porte
alla 'ndrangheta, Mondadori 2013
Perché la 'ndrangheta è arrivata in Lombardia? Come si è
organizzata? Quali sono i settori in cui opera? Perché la criminalità
calabrese ha così tanto successo al Nord? È solo una questione di
contagio sociale? Il monopolio del movimento terra e il recupero
crediti, il controllo della distribuzione di pacchi TNT e quello del
mercato dei venditori ambulanti di panini. Ma anche l'omertà degli
imprenditori e quella delle vittime dell'usura, i rapporti con i politici
locali, i collaboratori. E poi, commercialisti, banche, medici,
impiegati, avvocati, carabinieri, poliziotti: un lunghissimo elenco di
gente "comune" che scambia favori con membri della criminalità organizzata; il cosiddetto
capitale sociale della 'ndrangheta, cioè quel contesto relazionale che non commette specifici
reati, ma che moltiplica le capacità di guadagno dell'organizzazione. Questo libro unisce
all'impatto emozionale delle storie narrate il fatto che a raccontarle è un magistrato, il
massimo esperto di criminalità organizzata al Nord. Giuseppe Gennari accompagna per
mano il lettore dentro gli oscuri meccanismi giudiziari, spiegando alcuni aspetti "tecnici" e
lo fa con parole estremamente semplici e sempre con esempi concreti. Con l'obiettivo di
coinvolgere il lettore e, allo stesso tempo, di far capire come funzionano oggi realmente le
cose per la giustizia.
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Misha Glenny, Mafia.com: soldi, guerra e spionaggio; inchiesta sul lato oscuro
della rete, Mondadori 2012
I computer influenzano gran parte delle nostre vite: governano le
nostre comunicazioni, le nostre automobili, le nostre attività
commerciali, i nostri rapporti con lo stato, il nostro tempo libero.
Online abbiamo i conti bancari, facciamo acquisti, diamo
appuntamenti, studiamo e lavoriamo. Viviamo in una società digitale
globalizzata che offre enormi vantaggi, ma nasconde anche
pericolose insidie. Ogni volta che accendiamo un computer, apriamo
una mail, digitiamo il PIN del nostro bancomat o strisciamo la nostra
carta di credito rischiamo che ci vengano sottratti identità,
informazioni, segreti e soldi. Ogni anno il settore pubblico e quello privato perdono enormi
somme di denaro a causa di un nuovo tipo di reato, il "cyber-crime", e di un nuovo tipo di
criminale, il "cracker", come è chiamato l'hacker disonesto. Invisibile, spesso molto
intelligente, questo pirata informatico è un delinquente tecnologicamente evoluto che si
arricchisce rubando codici di accesso di conti correnti online, numeri di carta di credito,
eludendo o forzando i sistemi di sicurezza. Negli ultimi anni però questi truffatori attivi in
rete non lavorano più da soli, si sono organizzati come vere e proprie mafie tradizionali, con
la differenza che non smerciano droga o armi, ma dati personali di singoli o di società,
segreti industriali, password o codici. E proprio come per un'efficiente attività commerciale
questa malavita informatica ha creato dei siti web dove scambiarsi dati e informazioni.
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Giovanni Grasso, Piersanti Mattarella: da solo contro la mafia, San Paolo 2014
Una nuova biografia del presidente della Regione Sicilia ucciso nel
1980. Giovanni Grasso ha avuto accesso all'archivio di famiglia
appena riordinato e può così offrire un quadro più completo di
Mattarella politico e cristiano. In questo modo si rappresenta tutta la
parabola politica di Mattarella come consequenziale al suo impegno
civile e politico che parte dall'Azione Cattolica e che ad essa sarà
sempre ispirato. Grasso dimostra inoltre alcune stranezze nella
ricostruzione ufficiale dell'omicidio, suggerendo un coinvolgimento
non solo della mafia ma anche del terrorismo nero. Si tratta delle tesi
sostenute oggi dalla famiglia Mattarella. Un libro che racconta la vita e la morte di Piersanti
Mattarella, Presidente della Regione Sicilia ucciso nel 1980. Prefazione di Andrea Riccardi.
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Angela Iantosca, Bambini a metà: i figli della 'ndrangheta, Perrone 2015
Della 'ndrangheta, degli uomini e delle donne che ne fanno parte si sa
molto di più rispetto al passato. Ma c'è una grande lacuna, ieri come
oggi, e riguarda i figli. Bambini cresciuti in un clima di violenza,
omertà e sopraffazione: uno sfondo costante, un destino già stabilito,
al quale difficilmente possono opporsi. Bambini che invece di giocare
vanno a trovare il padre nascosto in un bunker, invece di sbucciarsi le
ginocchia imparano a sparare. Bambini che poi crescono e, a 14 anni,
non corteggiano le amiche a scuola, ma vengono affiliati con il rito del
battesimo per poter diventare futuri uomini d'onore. Ma come vivono
da giovani mafiosi? C'è chi è affascinato dal potere, chi cresce convinto che sia la violenza
l'arma giusta, e la padroneggia senza battere ciglio; ma c'è anche chi rinnega la scia di
sangue che il proprio nome si porta dietro. Come aiutarli? È difficile entrare nei loro
pensieri, comprenderne esigenze, intime necessità e desideri inespressi. Ma una domanda è
d'obbligo: se conoscessero un altro modo di crescere cosa accadrebbe? E cosa è accaduto a
chi ci ha provato?
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Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza, L'agenda rossa di Paolo Borsellino, Chiarelettere
2007
Molto è stato detto per celebrare la figura eroica di Paolo
Borsellino. Molto poco invece si sa degli ultimi 56 giorni della sua
vita, dalla strage di Capaci all'esplosione di via D'Amelio, quando
qualcuno decide la sua condanna a morte. Lo Bianco e Rizza
ricostruiscono quei giorni drammatici con l'aiuto delle carte
giudiziarie, le testimonianze di pentiti e di ex colleghi magistrati, le
confidenze di amici e familiari. E ci restituiscono le pagine
dell'agenda scomparsa nell'inferno di via D'Amelio, in cui
Borsellino annotava le riflessioni e i fatti più segreti. Qualcuno si
affrettò a requisirla: troppo scottante ciò che il magistrato aveva annotato nella sua corsa
contro il tempo, giorno dopo giorno. Chi incontrava? Chi intralciava il suo lavoro in
Procura? Quali verità andava scoprendo? E perché, lasciato solo negli ultimi giorni della sua
vita, disse: "Ho capito tutto... mi uccideranno, ma non sarà una vendetta della mafia... Forse
saranno mafiosi quelli che materialmente mi uccideranno, ma quelli che avranno voluto la
mia morte saranno altri"?
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Antonella Mascali (a cura di), Vi aspettavo, Chiarelettere 2014
Questo libro raccoglie le ultime parole di servitori dello Stato. Il
testamento spirituale di magistrati, investigatori, uomini che hanno
fatto politica, sacerdoti, giornalisti, avvocati, che per non aver mai
arretrato nel loro compito, anche se avevano chiara la percezione
dell'isolamento e della morte dietro l'angolo, sono stati uccisi. Il libro
riporta documenti, spesso inediti, messi a disposizione dai familiari o
depositati in archivi di organi istituzionali. Sono loro i nuovi partigiani
della Repubblica italiana. Questo libro è anche un modo per rendergli
onore lasciando a loro e solo a loro la parola.
•
Mara Monti, Cibo criminale: il nuovo business della mafia italiana, Newton
Compton 2013
Molti dei prodotti simbolo del made in Italy e della dieta mediterranea,
che ogni giorno vengono venduti in tutto il mondo, sono il nuovo business
di mafia, camorra e 'ndrangheta. Si chiama agromafia ed è un fenomeno
in crescita, come dimostrano le stime dell'Eurispes: 12,5 miliardi di euro
di fatturato all'anno, mentre le falsificazioni del marchio italiano nel
mondo producono un danno per 60 miliardi di euro.
•
Antonio Nicaso, Mafia, Bollati Boringhieri 2016
Per comprendere a fondo le mafie bisogna spazzare via ogni
considerazione "culturalista": la mafia - come pure la 'ndrangheta o la
camorra - non è il prodotto di un territorio o di una mentalità. Al
contrario, è un modello esportabile, costruito su una fitta rete di
complicità e protezioni. Non è, insomma, una questione esclusivamente
"meridionale"; porre la cosa in questi termini significa di fatto
impegnarsi per non risolverla. Quello che Antonio Nicaso chiede al
lettore in questo breve libro è un cambio di mentalità forte, senza il
quale non potremo mai sperare di sconfiggere quella che è senza
dubbio la piaga criminale più profonda e sanguinosa del nostro Paese. Conoscere la mafia
per poterla combattere diventa un dovere civile per tutti noi. Lo dobbiamo alle generazioni
che verranno. La vera forza della mafia, dati alla mano, è la compattezza dei suoi legami
interni e l'incredibile efficacia delle sue relazioni esteme, in particolare con la politica. La
mafia ha anche qualcosa in più rispetto alle altre organizzazioni criminali: può contare su
miti potenti, riti, norme e simboli di forte presa, senza i quali sarebbe come un popolo senza
religione. Anche questi devono essere spezzati. E deve infine essere chiaro che i mafiosi benché abbiano costruito un'immagine di sé da "uomini d'onore", che "mantengono
l'ordine" e che fanno giustizia nella loro lunga storia non hanno mai difeso i deboli contro i
forti o i poveri contro i ricchi: la mafia è un fenomeno di classi dirigenti.
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Bruno Palermo, Al posto sbagliato: storie di bambini vittime di mafia, Rubbettino
2016
Le mafie hanno sempre ucciso i bambini. Le regole per le quali
donne e bambini non vanno toccati sono un falso mito. Un mito
smentito dai 108 nomi racchiusi nelle storie di minori vittime
innocenti di mafia contenute in questo lavoro. Storie che servono per
fare e costruire memoria. Conservarla, tramandarla. Storie note e
meno note che diventano veri e propri simboli della barbarie umana.
Ogni nome, ogni racconto diventa parte di un dolore collettivo. Un
moto di resistenza civile che nasce dal sangue innocente delle vittime
e dal dolore dei loro familiari. Non esiste né un posto sbagliato, né
un momento sbagliato per bambini e ragazzi vittime di mafia: un campo di calcetto, il
portone di casa, la pizzeria, la piazza, l'auto dei genitori. Al posto sbagliato ci sono sempre
assassini e mafiosi.
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Goffredo Plastino, Cosa Nostra Social Club: mafia, malavita e musica in Italia, Il
Saggiatore 2014
"I neomelodici sono il cancro di Napoli." "I canti di malavita
calabresi sono musicalmente insignificanti e vanno ben oltre
l'apologia di reato." Fin dagli anni novanta studiosi, giornalisti,
politici, magistrati, scrittori e moralizzatori dichiarano che le
canzoni "criminali" intonate in Campania e Calabria sono in grado
di influenzare negativamente chi le ascolta, soprattutto i giovani, e
quindi da bandire e dimenticare. In Italia, dunque, esisterebbe
un'educazione musicale alla mafia impartita attraverso melodie e
testi che, descrivendo comportamenti violenti, giustificano o
determinano la violenza.
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Marzia Sabella, Nostro Onore: una donna magistrato contro la mafia, Einaudi
2014
Marzia Sabella studiava per diventare notaio, senza però "immaginare
che avrebbero sventrato autostrade e quartieri, senza prevedere racconta - che il suo treno sarebbe stato colpito dallo stesso esplosivo
per deragliare su un altro binario". Non era un tempo qualunque. Era
il 1993, quando, dopo le stragi, lo Stato reagiva alla mafia. Ed era
impossibile sottrarsi alla chiamata: magistrato, dunque. Alla procura
di Palermo. Cosi, i primi processi: gli 'scecchi morti', le indagini di
routine, quindi la pedofilia. Poi Cosa nostra: dall'arresto di Bernardo
Provenzano alle indagini per la ricerca di Matteo Messina Denaro,
l'ultimo capo latitante. E, nel frattempo, il cambiamento del sentire comune verso la
magistratura e la trasformazione del suo stesso ufficio, fino a non riconoscerlo più come il
proprio posto. Con una narrazione vibrante, ma priva di enfasi e che sa cedere all'ironia,
"Nostro Onore" ci conduce nella realtà della mafia siciliana e, al contempo, nel quotidiano
di chi lotta contro di essa dal "palazzaccio" di piazza Vittorio Emanuele Orlando. Ma,
soprattutto, ci restituisce un ritratto antieroico dei magistrati, anche quando vivono eventi
straordinari e imparano a ripararsi dalla seduzione degli "abbagli da telecamera sempre
accesa". Perché, l'onore, quello vero, è dato dalla "sacralità del Codice e di chi, di quel
Codice, difende le ragioni".
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Jacques de Saint Victor, Patti scellerati: una storia politica delle mafie in Europa,
Utet 2013
Un patto scellerato: è quello che Mafia, 'Ndrangheta, Camorra e altri
gruppi di criminalità organizzata in Europa stringono da duecento
anni con le élites politiche ed economiche che detengono il potere, in
Italia e nel mondo intero. È un legame perverso e profondo.
Un'alleanza che cammina lungo i secoli, valica frontiere e, come un
camaleonte, sa adattarsi con spiazzante spregiudicatezza a ogni
cambiamento. Con scrittura efficace, asciutta, veloce, Jacques de Saint
Victor porta alla luce le radici della mafia e delle altre forme di
criminalità organizzata, nelle loro manifestazioni più nascoste e in
quelle sensazionali: dagli oscuri recessi della società agraria e feudale del Meridione
borbonico all'influenza esercitata all'ombra dello Stato monarchico dopo l'unificazione
nazionale, dalla convivenza con il regime fascista all'inconfessabile alleanza con i Servizi
Segreti alleati che prepararono la strada allo sbarco in Sicilia. Per arrivare infine allo
scenario degli ultimi decenni, quando il ventaglio degli affari della grande criminalità si
amplia a dismisura, con il sacco edilizio delle città italiane, il business della droga condiviso
con i narcos latino-americani, il traffico di esseri umani e di armi spartito con la
delinquenza dell'Est, la gestione clandestina dei rifiuti. È l'emergere, nel cuore della società
post-industriale in cui viviamo, di una "borghesia mafiosa" innervata in tutta Europa...
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Gaetano Savatteri e Francesco Grignetti (a cura di), Mafia capitale: l'atto di accusa
della procura di Roma, Melampo 2015
"Mafia capitale" è il racconto, in presa diretta, dei magistrati della
procura di Roma che hanno scoperchiato l'associazione mafiosa che
governava gli affari della città eterna. Criminali onnipotenti,
amministratori pubblici, imprenditori. Minacce, mazzette, corruzioni,
intimidazioni. Una storia che parte negli anni Ottanta, con la Banda
della Magliana, i suoi intrecci e i suoi affari con il terrorismo nero e gli
uomini di Cosa Nostra, per arrivare ai crimini di oggi. Al centro di
tutto le trame torbide e incontrastate di Massimo Carminati, "Re di
Roma", crocevia di una fittissima ragnatela di interessi e relazioni,
snodo essenziale tra il mondo di sopra dei colletti bianchi e il mondo di sotto dei criminali
da strada.
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Leonardo Sciascia, La storia della mafia, Barion 2013
"Non c'è impiegato in Sicilia che non sia prostrato al cenno di un
prepotente e che non abbia pensato a trarre profitto dal suo ufficio.
Questa generale corruzione ha fatto ricorrere il popolo a rimedi
oltremodo strani e pericolosi. Ci sono in molti paesi delle fratellanze,
specie di sette che diconsi partiti, senza riunione, senz'altro legame
che quello della dipendenza da un capo... Il popolo è venuto a
convenzione coi rei. Come accadono furti escono dei mediatori...
Molti alti magistrati coprono queste fratellanze..." Così don Pietro
Ulloa, procuratore a Trapani nell'anno di grazia 1838. Un giudizio e
un ritratto ancora stimolanti, Sciascia se ne appropria e traccia un profilo, denso e
inevitabilmente problematico, della cosiddetta onorata società, in questo scritto per la
prima volta in volume.
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Salvo Vitale, Cento passi ancora: Peppino Impastato, i compagni, Felicia,
l'inchiesta, Rubbettino 2014
Pagine di un diario scritte da chi ha vissuto direttamente questa storia,
iniziata subito dopo la morte di Peppino Impastato.
Il depistaggio delle indagini, la controinchiesta dei compagni, le vicende
processuali, la vita di Radio Aut, la lunga notte di Felicia e la sua
ostinata richiesta di giustizia. 22 anni di lotta contro la mafia e uno
slogan, scritto in uno striscione portato ai funerali, che ha
accompagnato, da allora ad oggi, ogni scelta dei suoi compagni: "con le
idee e il coraggio di Peppino noi continuiamo".
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Francesco Viviano e Alessandra Ziniti, I misteri dell'agenda rossa, Aliberti 2010
Avrebbe un nome e un volto il "signor Franco", l'uomo che secondo
Massimo Ciancimino apparterrebbe ai servizi segreti e che fu l'ombra
vicina a suo padre. L'identità, che Francesco Viviano e Alessandra
Ziniti attribuiscono al personaggio più misterioso della storia della
Repubblica, è solo uno dei tanti tasselli inquietanti che i due
giornalisti hanno ritrovato e riportato in questo libro, portando le
lancette del tempo indietro al 1992, l'anno delle stragi di Capaci e via
D'Amelio. Andando a scovare documenti rimasti nei cassetti per
vent'anni, ignorati o dimenticati troppo a lungo, come la lettera autografa di Don Vito
Ciancimino in cui chiedeva insistentemente di essere ascoltato in Parlamento a proposito di
ciò che successe in quegli anni. O come l'appunto di un anonimo funzionario di Stato in cui
veniva suggerito, punto per punto, ciò che il pentito Vincenzo Scarantino avrebbe dovuto
"confessare" per incastrare il gruppo di fuoco che aveva ammazzato Borsellino e la sua
scorta. Confessioni ritrattate più volte e ora minate dalle dichiarazioni del boss Gaspare
Spatuzza. E allora, cosa accadde davvero in quegli anni? Ci fu davvero una trattativa tra lo
Stato e Cosa nostra? Attraverso un percorso fatto di carte inedite e nuove rivelazioni, gli
autori hanno incontrato in località segreta Gaspare Mutolo, le cui dichiarazioni a Falcone
prima e a Borsellino poi, sulle collusioni tra istituzioni e mafia, furono per molti la causa
della morte dei due magistrati.
romanzi e racconti (tratti da storie vere)
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Giacomo Cacciatore, Figlio di Vetro, Einaudi 2007
Giovanni ha nove anni quando si accorge che gli amici di suo padre,
alla Pasticceria Francese, possono ottenere tutto con uno schiocco
delle dita. Anche un televisore a colori, che nel 1977 è pura magia. Ma
il prezzo da pagare è molto alto. Tanto alto che alcune persone
muoiono. Siamo a Palermo, alla vigilia di una vera e propria guerra
che culminerà molti anni dopo con la strage di Capaci: negli occhi di
Giovanni, spaventati e curiosi, scorrono ogni giorno le immagini di un
lungo telefilm troppo realistico.
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Giovanni Di Gregorio, Claudio Stassi, Brancaccio, storie di mafia quotidiana,
BeccoGiallo 2006
Quartiere Brancaccio, Palermo.I palazzoni-mostro nella città, i panni
stesi ad asciugare in mezzo alla strada, il venditore di panelle all'angolo
della strada. La vita della gente comune nel quartiere simbolo della
mafia a Palermo. Raccontati a fumetti, tre episodi di vita reale,
protagonisti molti di quei ragazzi che Don Puglisi aveva a cuore. Le
parole di Nino, un bimbo che vuole un futuro migliore, per lui e per il
suo quartiere, nella lettera indirizzata a Don Puglisi.
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Gianni Palagonia, Il silenzio: racconto di uno sbirro antimafia, Piemme 2007
In Sicilia non si ammazza più, e questo è il termometro per capire che le
cose per la mafia vanno bene. Tutti pensano che dopo qualche arresto
eccellente la mafia sia stata sconfitta. Ma lo sanno anche i bambini che
quando c'è troppo silenzio è perché gli affari tirano...
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Salvatore Scalia, La punizione: Catania 1976, quattro ragazzi spariti nel nulla,
Marsilio 2006
Romanzo ispirato a un fatto vero. Una mattina del maggio 1976, nel
mercatino del quartiere popolare San Cristoforo di Catania, quattro
ragazzi, tra i dodici e i tredici anni, tentano di scippare una donna
anziana. Il bottino è misero, ma l'oltraggio è grande, perché, senza
saperlo, hanno derubato la madre di un capo mafia...
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Giuseppe Sottile, Nostra Signora della Necessità, Einaudi 2006
Palermo, 1968. Un giovane inizia a frequentare la redazione di un giornale e
decide di fare del lavoro del giornalista la ragione della sua vita. Sullo sfondo
parte una nuova guerra di mafia.
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Salvo Sottile, Maqeda, Baldini Castoldi Dalai 2007
Palermo. Filippo, un ragazzo avventato e ambizioso, inizia la sua
"educazione sentimentale" alla mafia il giorno in cui si ritrova a fare da
angelo custode a una tossicodipendente. Il dopo è un susseguirsi di
ruoli. Diventa fotografo di cronaca nera, poi imprenditore senza
scrupoli, poi braccio destro di uno zio ammanigliato con i boss. E finisce
pure in carcere come complice di un omicidio. Non un omicidio
qualunque, ma l'assassinio del vicequestore Ninni Cassarà, quel
poliziotto eroico e testardo massacrato negli anni Ottanta dai corleonesi
di Totò Riina in guerra con lo Stato. Ed è li, nei bracci dell'Ucciardone, che Filippo assapora
prima il rispetto degli altri detenuti e poi il delirio di sentirsi finalmente parte di un olimpo
potente e scellerato. Quello della mafia che comanda, che uccide, che atterrisce e che
promette senza mai mantenere. Una tragedia degli inganni.
i film
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Davide Barletti e Lorenzo Conte, Fine pena mai, Micado 2007
Le vicissitudini di Antonio Perrone, condannato a quarantanove anni di
carcere, scontati in stato di isolamento totale secondo l'articolo di legge 41
bis. All'inizio degli anni Ottanta, Antonio Perrone è il primogenito di una
benestante famiglia salentina. Ma la sua natura è irrequieta e, come tanti
ragazzi di quell'epoca, sogna un futuro migliore, libero dai vincoli sociali.
Quando si innamora di Daniela sembra sul punto di realizzare i suoi
desideri. Antonio vuole di più, sempre di più, entra nel mondo dello spaccio
di droga, divenendo con l'incoscienza di un giovane romantico, protagonista di folli scorribande
alla conquista del territorio. La sua corsa è inarrestabile: intraprende una serie di rapine fino a
diventare un vero e proprio boss della neonata Sacra Corona Unita, la cosiddetta Quarta mafia,
che tenne sotto ricatto per un decennio la regione. È una mafia violenta e irrazionale. Perrone
finisce schiacciato dai suoi meccanismi e il suo percorso culmina in maniera tragica. L'epilogo
della propria vita sarà una pena che sconterà senza fine.
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Esmeralda Calabria, Biutiful cauntri: il documentario shock sull'ecomafia in
Campania, RCS 2008
Il documentario racconta di allevatori che vedono morire le proprie
pecore per la diossina, di contadini che coltivano terre inquinate dalle
vicine discariche... Voci e immagini di una terra violata, consumata
dall'alleanza fra un Nord operoso e senza scrupoli e le nuove forme della
criminalità organizzata, raccontata con immagini inedite del traffico
illecito di rifiuti.
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Giuseppe Ferrara, Donne di mafia, DNA 2006
La storia di un gruppo di donne coraggiose tra le quali spicca la moglie
di un mafioso che trova la forza di dire basta alla cultura della violenza e
della paura.
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Corrado Fortuna, Un giorno sarai un posto bellissimo, Baldini & Castoldi 2014
Essere ragazzi a Palermo: la contraddizione di trovarti con Giovanni
Falcone che ti fa gli auguri di compleanno e il figlio di un noto boss
mafioso che è tuo amico perché essere amici, alle scuole elementari, è
normale, e bello. Anni dopo, con alle spalle l'Italia degli anni Novanta, i
suoi riti e le sue stragi, come quella di Capaci - rimasta impressa nella
memoria di un ragazzo ora divenuto adulto - un vassoio d'argento che
appartiene a quel periodo potrebbe rappresentare un'altra prova, vera e
concreta, dei rapporti tra la mafia e i vertici politici.
•
Matteo Garrone, Gomorra, 01 Distribution 2008
Potere, soldi e sangue. In un mondo apparentemente lontano dalla
realtà, ma ben radicato nella nostra terra, questi sono i valori con i quali
gli abitanti della provincia di Caserta, tra Aversa e Casal di Principe,
devono scontrarsi ogni giorno. Quasi sempre non puoi scegliere, quasi
sempre sei costretto a obbedire alle regole del sistema, la camorra, e
solo i più fortunati possono pensare di condurre una vita normale.
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Pif, La mafia uccide solo d'estate, Rai Cinema 2014
Crescere e amare nella Palermo della mafia. Un racconto lungo
vent'anni attraverso gli occhi di un bambino, Arturo, che diventa grande
in una città affascinante e terribile, ma dove c'è ancora spazio per la
passione e il sorriso. Arturo tenta di conquistare il cuore della sua amata
Flora, una compagna di banco di cui si è invaghito alle elementari e che
vede come una principessa. Sullo sfondo scorrono e si susseguono gli
episodi di cronaca accaduti in Sicilia tra gli anni '70 e '90.
per giovani lettori
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Luigi Garlando, Per questo mi chiamo Giovanni, Rizzoli 2014
Giovanni è un bambino di Palermo. Per il suo decimo compleanno, il
papà gli regala una giornata speciale, da trascorrere insieme, per
spiegargli come mai, di tutti i nomi possibili, per lui è stato scelto
proprio Giovanni. Tappa dopo tappa, mentre prende vita il racconto,
padre e figlio esplorano Palermo, e la storia di Giovanni Falcone,
rievocata nei suoi momenti chiave, s'intreccia al presente di una città
che lotta per cambiare. Giovanni scopre che il papà non parla di cose astratte: la mafia c'è anche
a scuola, nelle piccole prepotenze dei compagni di classe, ed è una nemica da combattere
subito, senza aspettare di diventare grandi. Anche se ti chiede di fare delle scelte e subirne le
conseguenze. Con la prefazione di Maria Falcone e un'intervista all'autore.
Età di lettura: da 8 anni.
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Roberto Luciani e Davide Calì, Dalla parte giusta : la legalità, le mafie e noi, Giunti
2008
Un piccolo libro per conoscere e combattere le mafie e le mille
forme dell'illegalità. Testi semplici, ma di grande intensità
aiutano a capire che per tenere lontane ingiustizie e prepotenze
dobbiamo scegliere da che parte stare, e che la libertà si
costruisce a partire dai piccoli gesti, dall'aiuto reciproco, dalla
scelta di credere nel futuro.
Età di lettura: da 8 anni.
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Pina Varriale, Più forti della mafia, Piemme 2013
A Ruvo, una cittadina in provincia di Bari, molti contadini della zona
stanno vendendo le loro terre a una società svizzera che si occupa di
energie rinnovabili. A Francesco e Alessia, due ragazzini del paese,
sembra strano che tante famiglie, proprietarie da generazioni di quelle
campagne, abbiano preso una decisione del genere: che cosa le ha
spinte? Le loro domande si scontrano con un muro di omertà, ma i due
decidono di non arrendersi. Fino al giorno in cui Alessia sparisce
misteriosamente. Mettendosi sulle tracce dell'amica, Francesco scoprirà che il nemico,
anche se invisibile, è molto più vicino di quanto immaginasse...
Età di lettura: da 10 anni.
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Martina Zaninelli, illustrazioni di Marta Tonin, Mio padre è un uomo d'onore, Città
Aperta 2006
La storia racconta di un bambino rimasto orfano perché suo padre non
ha voluto cedere un appezzamento di terreno a un boss mafioso che
voleva trasformarlo in una discarica. Da quel momento, il bambino si
chiude in un silenzio assoluto che gli vale l'appellativo di
"Mutomonnezza"...
Età di lettura: da 10 anni.
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Nadia Terranova, Storia d'agosto, di Agata e d'inchiostro, Sonda 2012
Agosto è il classico mese delle vacanze e del mare: non per Agata, sveglia
dodicenne costretta dalla malattia della nonna a restare in città con la
sorella Leila. Quando quest'ultima la lascia sola in casa per raggiungere il
fidanzato in montagna, Agata si ritrova come unici compagni gli adorati
libri, i ricordi della storia della sua famiglia e... la pizza margherita con
funghi e wurstel! A consegnargliela ogni volta è Gabo, imprevedibile
diciottenne che in agosto gestisce per conto dei genitori MuccaPizza.
Insieme, uniranno le proprie forze (e le proprie solitudini) per portare a termine il piano top
secret di Gabo: liberare i cani e i cavalli vittime delle scommesse e delle corse clandestine
gestite dalla mafia. Età di lettura: da 11 anni.
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Andrea Gentile, Volevo nascere vento, Mondadori 2012
Rita ha diciassette anni quando si trasferisce a Roma e abbandona per
sempre Partanna, il suo paese in provincia di Trapani. Il perché non è
facile da raccontare: non è facile guardare in faccia il Mostro che le ha
rubato l'infanzia e la famiglia. Ma poi, un giorno, l'incontro con il
giudice Paolo Borsellino le cambia la vita: Rita si sente al sicuro e a lui
decide di raccontare tutto quello che sa. Quell'uomo con i baffi, in giacca
e cravatta, diventa da subito uno zio, "lo zio Paolo", un cantastorie di
verità. E nonostante la verità sia dolorosa da accettare, Rita non smette
mai di circondarsi di musica e colori, di amore e sogni, come faceva da bambina. La storia di
Rita Atria si lega tragicamente alle stragi di mafia del 1992 in cui morirono i giudici
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Oggi, un romanzo per ricordarla e continuare a
credere che un'altra strada c'è: quella verso la giustizia.
Età di lettura: da 12 anni.
... e la lettura continua in biblioteca...
tutti i libri e i film sono prenotabili presso la biblioteca di Assago
Biblioteca di Assago
via Corsica 1
tel. 02 4880006
e-mail: [email protected]
orario: lun-ven: 9.30 - 12.30; 14.30 - 19.30
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