leggi la motivazione di casa di carne

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MOTIVAZIONI
GIURIA TECNICA
Francesca Bonafini, Casa di carne (Avagliano)
Annamaria Ortese in una pagina famosa così definisce l’attività della
scrittura: «Scrivere è tornare a casa». Mi pare che sia lo stesso senso della
casa come luogo del rifugio, della protezione, del ritrovare se stessi che
si intuisce chiaramente nel libro di Francesca Bonafini, Casa di carne.
Condividere una casa è un fatto dell’anima, trovare il proprio dove,
affratellarsi in un affettuoso atto di compartecipazione. Ma per Bonafini
la casa non è lo scrivere, la parola, bensì il corpo, l’amore. Ad un certo
punto la parola che pure ci connota come essere umani, non basta più
e l’unica risposta all’angoscia di questo vuoto in cui non possiamo
ritrovare noi stessi, sta nell’abbraccio. Non possiamo possedere nulla,
anche se il verbo abitare viene da habeo, possedere Non possiamo
stringere fra le nostre braccia nulla che duri, ma possiamo stringerci l’un
l’altro. Il libro di Bonafini traccia il percorso sussultorio, rabdomantico di
questa ricerca della propria metà perduta. Angela, la protagonista dice
che forse ci si incontra davvero solo in posizione orizzontale. Lei pensa
all’abbraccio amoroso, ma l’orizzontalità è anche mettersi sullo stesso
piano, essere accoglienti verso l’altro come verso se stessi. La vicenda
dei tre incontri d’amore è raccontata con uno stile in cui risuona intensa
l’emozione e la passione, uno stile anti letterario e affascinante nella sua
spontaneità, come se la parola si facesse, nei momenti miglior, carne
anch’essa, come l’amore. Lo stile conferma l’originalità dell’impianto
narrativo e la forza della tesi che sta sotto a tutta questa storia:
raccontare storie di vita è un antidoto alla violenza, alla guerra, ci
ricorda l’unicità irripetibile degli esseri umani. (Paola Azzolini, giuria
tecnica)
Andrea Molesini, Presagio (Sellerio)
Andrea Molesini racconta una storia d’amore impossibile, vissuta sull’orlo
dell’abisso della Grande Guerra, all’Hotel Excelsior al Lido di Venezia,
mentre intorno si consumano gli ultimi riti di un’Europa che ha fatto della
frivolezza la cifra del suo precario presente. Molesini torna a intrecciare
una vicenda di famiglia e la grande storia delle nazioni e degli imperi. Le
rapide pennellate, la perfetta conoscenza dell’epoca storica e degli
ambienti descritti, qualche finezza filologica, riescono a ricostruire
efficacemente il clima di quella immediata vigilia di guerra.
Non si tratta però di un romanzo di guerra, quanto piuttosto di una
tragedia d’amore che si deposita in un clima di angoscia dell’attesa. Un
romanzo su quell’oscura ombra della paura dell’ignoto che dà corpo a
fantasmi che vanno di giorno in giorno concretizzandosi, per di più in
qualche caso, intrecciandosi con altri personali fantasmi. Sostenuto da
una scrittura ben calibrata e curata, non priva di momenti dai tratti
poetici, ben giocata nei dialoghi, e da un attento disegno di quasi tutte
le psicologie dei personaggi, anche minori e anonimi. (Lorenzo Reggiani,
giuria tecnica)
Alessandra Sarchi, L’Amore Normale (Einaudi)
“Allora io e lui si amavamo normalmente”.
Da questa frase
grammaticalmente scorretta ma sentimentalmente incisiva, tratta dal
film Dramma della gelosia di Ettore Scola, che i protagonisti ricordano di
avere visto insieme da giovani, è tratto il titolo del bel libro di Alessandra
Sarchi L’amore normale. La normalità dell’amore in questo romanzo ha
però ben altre implicazioni di quelle che ci si immagina. E’ piuttosto un
paradossale, coraggioso, rischioso tentativo, di rendere normale quello
che normale non è: la convivenza di un quartetto amoroso spericolato
tra moglie, Laura, marito, Davide, e amante dell’una , Fabrizio, e
amante dell’ altro, Mia. Un doppio adulterio (ma si può chiamarlo
ancora così?) che dovrebbe trasformarsi in una relazione aperta non
conflittuale fra i quattro, assecondando un desiderio ancestrale e
infantile di restare tutti uniti salvando l’amore e l’intesa profonda dei
precedenti legami. Questo tentativo si rivela alla prova molto più
complicato e perfino angosciante … Sarchi si destreggia davvero
abilmente in questa operazione accattivante e molto realistica,
attraverso narrazioni in prima persona delle due coppie. Un vero diario
intimo, molto intimo, a più voci, che nell’agile prosa dell’autrice, danno
un quadro vivissimo fortemente contemporaneo, dei sentimenti , dei
desideri e delle umanissime contingenze che inducono al tradimento.
(Paola Altichieri Donella, giuria tecnica)
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