pdf con tutte le vostre ricette

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pdf con tutte le vostre ricette
Ricettario
Mi illumino di meno 2008
Raccolta di ricette
a basso consumo energetico
a cura di Comidademama e La Cuoca Petulante
1
Ricettario
Per il quarto anno consecutivo Caterpillar, il noto programma di Radio2, in onda tutti i giorni dalle 18 alle
19.30, lancia per il 15 febbraio 2008 "M'illumino di meno", una grande giornata di mobilitazione
internazionale in nome del risparmio energetico.
L'invito rivolto a tutti è quello di spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 15
febbraio 2008 dalle ore 18. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, astrofili,
societa^ sportive, gruppi scout, istituzioni, associazioni di volontariato, universita^, cral aziendali,
ristoranti, negozianti e artigiani uniti per diminuire i consumi in eccesso e mostrare all'opinione pubblica
come un altro utilizzo dell'energia sia possibile
In questa occasione
Abbiamo raccolto ricette a basso consumo energetico e consigli
pratici per risparmiare energia ogni giorno.
Ringraziamo chi ha contribuito con la propria ricetta e offriamo in
cambio questo ricettario.
Le icone qui sotto indicano:
Le ricette segnalate secondo le indicazioni di Comidademama
Non è detto che il vostro piatto debba essere necessariamente cucinato a lume di candela. Consumato a
lume di candela perché no!
Gli ingredienti potrebbero non arrivare dall'altro capo del mondo via cargo, o via autotreno dall'altra parte
dell'Italia, ad esempio.
E' possibile fare la spesa in bicicletta? O a piedi? Non sempre si può e a volte i negozi a portata non di auto sono delle
vere e proprie boutique e non è questo lo spirito dell'iniziativa.
Una vostra zia ha l'orto? Una spolverata alla bicicletta dalle ragnatele dell'inverno per andare a fare la spesa? Sono
certa che qualcuno di voi non l'ha mai abbandonata.
Potremmo osservare quanta acqua e quanta energia elettrica e gas impieghiamo nella preparazione del piatto.
Le ricette segnalate secondo le indicazioni de La Cuoca Petulante
- niente proteine animali (fate un giro in rete e controllate quanta energia serve a produrre una bistecca o
trasportare il salmone fino alle nostre tavole o a produrre un uovo o una forma di formaggio)
- niente uso di forno elettrico o forno a microonde
- prodotti locali e che abbiano viaggiato il meno possibile, magari comprati al mercato vicino a casa o al lavoro, miso e
alghe le lasceremo in dispensa (molte alghe vengono fatte in Europa e se ne usano così poche che durano mesi, idem
per il miso...ma per una volta sarò rigorosa ;))
Le ricette segnalate secondo le indicazioni entrambe
Grazie ancora a tutti i partecipanti
Comidademama e La cuoca petulante
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Ricettario
Alicette marinate
Lilli di La casina in collina
In realtà non bisognerebbe illuminarsi meno solo per un giorno ma cercare sempre di stare
attenti con i consumi superflui di energia. Alla nostra Teddy di due anni e mezzo stiamo già
inculcando il risparmio dell'acqua e della luce. Infatti basta pronunciare la frase spegni, se no il
sole piange! per ottenere un pronto spegnimento di luci inutili...Ma veniamo alla ricetta a lume
di candela #1: le alicette marinate nel limone. Questo è uno dei piatti forti della Zia Paola e di
mia Mamma, di solito preparato come uno dei numerosi antipasti per la Vigilia di Natale.Sono
andata a piedi al mercato e ho comprato 1kg di alicette fresche dell'Adriatico. Non c'è stato
bisogno di gas poiché in questa ricetta i pesci non vengono cotti (per mia grande gioia,
essendo letteralmente FANATICA di pesce crudo...); serve solo poca acqua per pulire le alici e
l'ausilio del frigorifero per la conservazione.
ALICETTE MARINATE
Ingredienti
• 1kg di alicette freschissime
• succo di 4/5 limoni
• olio extra vergine d'oliva
• un Cucchiaio di foglie di prezzemolo
• 1 spicchio d'aglio
• sale
• qualche fettina di peperoncino fresco (solo
per i più audaci!)
• un contenitore da frigo con coperchio, 15x20
cm circa (tipo frigoverre o tupperware)
Pulire bene le alicette ad una ad una sotto l'acqua, togliendo testa e lisca, e mettere i
filettini così ottenuti in uno scolapasta, aggiungendo un pizzico di sale.
Posizionare uno strato di alicette nel contenitore che poi andrà in frigo. Coprire il
primo strato con il succo di limone ed un pizzico di sale e via fino ache le alicette non
sono terminate. Lo strato finale deve essere completamente sotto il livello del succo di
limone, quindi consiglio, strato per strato, di schiacciare il pesce con delicatezza con
una forchetta spingendolo verso il basso.
Chiudere il contenitore e lasciare in frigo per 12 ore. (Di solito le preparo la sera dopo
cena per mangiarle l'indomani a pranzo).
Passate le 12 ore, eliminare tutto il limone dalle alici, versarle di nuovo nello
scolapasta e sciacquarle abbondantemente sotto l'acqua fredda. Dopo averle scolate
molto bene, mettetele in una terrina fonda, aggiustatele di sale e conditele col
prezzemolo e l'aglio precedentemente sminuzzati con la mezzaluna.
Aggiungere un filo d'olio extra vergine d'oliva e, a chi piace, consiglio qualche fettina
di peperoncino rosso fresco.
Le alicette si possono conservare in frigo così condite per circa 2/3 giorni.
Ne mangerei a vagonate! Zia Paola e Mamma lo sanno...
http://lacasinaincollina.blogspot.com/2008/01/ricetta-lume-di-candela-1-lealicette.html
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Ricettario
Alici Marinate
Elisabetta di Friarelli e tigelle!
La blogosfera mi piace sempre di più! Sono da anni un’accanita ascoltatrice della trasmissione
Caterpillar di RadioDue e a quanto leggo tra i vari (food)blog sono in ottima compagnia. Per cui
leggere di questa iniziativa e decidere di partecipare è stato un tutt’uno…
Facile a dirsi, più complicato a realizzarsi, e infatti sono arrivata in ritardo, almeno con il post.
Cercando prodotti che non abbiano fatto il giro del mondo per arrivare sulle nostre tavole, una
volta scoperto che la mia fattoria preferita riapre ad aprile (sob!), ho cercato qualche ricetta
che non prevedesse cotture, e mi son buttata sul classico: le alici marinate! Il pesce azzurro,
dicono, è un po’ più energeticamente corretto rispetto a quello che arriva dal pacifico… Ecco
qua la ricetta che uso di solito, scopiazzata da qualche libercolo che mi sarà capitato chissà
come sotto mano:
1 kg alici intere (o 600 gr di quelle spinate)
2 bicchieri di aceto
1 bicchiere di acqua
200 gr olio di oliva
prezzemolo
2 spicchi d’aglio
30 gr cipolla
peperoncino
menta
sale
Togliere teste e lische alle alici e allinearle in uno
strato solo in un piatto da portata dai bordi alti, cospargere di aceto e acqua e mettere
tutto in frigo per un minimo di 6 ad un massimo di 8 ore. Solo dopo preparare un trito
d’aglio, cipolla, prezzemolo, peperoncino, menta, sale e olio. Colate bene le alici
dell’acqua e dell’aceto e, dopo averle allineate nel piatto da portata, irrorarle con il
sugo preparato. Rimettere di nuovo il tutto in frigo e lasciarvelo per almeno 12 ore
prima di servire. Le alici si possono sostituire con il carpaccio di pescespada.
Quelle che vedete in foto in realtà sono sarde, io ho usato l’aceto di mele che lascia un
retrogusto meno forte di quello di vino. Forte di una lunga esperienza di disastri, vi
consiglio di non lasciare i pesci a marinare troppo a lungo (dipende dalla grandezza
delle alici), altrimenti mangerete alici che sanno solo di aceto.
Invito tutti a cenare a lume di candela il 15 febbraio, per mettere il nostro pianeta un
po’ a “dieta di energia” :)
http://friariellietigelle.blogspot.com/2008/02/le-non-alici-ritardatarie.html
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Ricettario
Alzatina con raggiera di pasta
Bicchiere con nido di tagliatella “luminoso”.
Cipolla di GustosaMente
Ho preparato due centrotavola velocissimi e davvero semplici da fare, ma di grande effetto!
È un'idea economica, da realizzare con quello che abbiamo bene o male tutti in casa. Anche
perché poi la pasta la rimettiamo nel suo sacchettino e poi ce la "pappiamo".
Qui non si butta via niente!!!
COSA SERVE:
1- Formati diversi di pasta secca - meglio se di colori leggermente differenti: io ho
usato fusilli (grossi e piccoli), trofie, nidi di tagliatelle, penne integrali, paccheri)
2- Un bicchiere a calice grande (tipo da degustazione vino)
3- Un'alzatina in ceramica
4- Un porta candeline
5- Candeline (tipo tea-light)
BICCHIERE CON NIDO DI TAGLIATELLA "LUMINOSO"
Centrotavola che trovo molto adatto ad una romantica cena a
due.
Prendere il bicchiere a calice grande e riempirlo con un primo
strato di fusilli di piccolo formato.
Fare un secondo strato con le penne integrali (si deve vedere
bene lo stacco di colore).
Ultimare con un nido di tagliatelle ... e porvi sopra una
candelina tea-light.
ALZATINA CON RAGGIERA DI PASTA
Questo è adatto ad una tavola più grande,
magari per una cena con ospiti.
Prendere un'alzatina in ceramica.
Appoggiarvi sopra un oggetto che faccia da
rialzo al vostro porta-candelina (io ho usato un
tappo del barattolo del sale).
isporre tutto intorno i vari formati di pasta,
suddividendoli in quattro sezioni diverse.
Ed ecco pronto il centrotavola!!!
http://gustosamente.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno-lume-di-candela.html
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Ricettario
Aria dolce al basilico e limone
Cuoca Compulsiva di Come il Cacio sui Maccheroni
Questa ricetta però non è mia, e confesso che non ho potuto neppure testarla, però è stata
creata appositamente per l'occasione da uno dei miei chef preferiti: Mario Bacherini, grande
promessa dell'alta cucina italiana, chef di Casa Alice, e meravigliosa persona.
Il tema fornito era di realizzare una ricetta a Chilometro 0, e poiché vivo al centro di Roma, e
non c'è ingrediente che non abbia fatto un bel pò di Chilometri prima di raggiungermi, ho dato
a Mario i due soli ingredienti coltivati sul terrazzino di casa mia: basilico e limoni.
Ecco quindi l'aria dolce al limone e basilico, da accompagnare volendo ad un sorbetto di
fragola.
L'aria, altro non è che una schiuma densa, aromatizzata con quello che si preferisce.
Ci tengo a specificarlo, che la ricetta è stata strappata in una pausa di registrazione tra un
blocco e l'altro di una puntata di Casa Alice. Mario... non ha proprio avuto il tempo di mettersi
seduto al tavolino a pensare, nè io ho potuto prendere dei veri appunti, e che negli ingredienti,
ho cmq dovuto scendere a compromessi.
ecco la ricetta:
1 bicchiere di acqua fumante
1 cucchiaio di lecitina di soja
50 gr di zucchero
5 belle foglie di basilico
1 limone
Lasciare in infusione le foglie di basilico
nell'acqua calda. Tagliare qualche scorzetta di
limone. Aggiugere all'infuso il succo di limone, lo
zucchero e la lecitina di soja. Con il frullatore ad
immersione frullare per bene tutto finché non si è creata una rete di bolle fitta e
densa.
Quella è l'aria!!! Raccoglierla con delicatezza e servire da sola, o accompagnata dal già
citato sorbetto di fragola, magari insieme alle scorzette di limone appena sbollentate
per pochi minuti, giusto per togliere l'amaro.
Può essere un divertente aperitivo, o uno stuzzicante fine pasto.
http://www.caciosuimaccheroni.net/2008/02/aria-dolce-al-limone-e-basilico.html
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Ricettario
Blinis
Elvira di un filo di erba cipollina
Prima di tutto mi tocca spiegare il perché ed il per come queste frittatine (sono proprio dei
blinis sui generis!!!) non abbiano contribuito (eccessivamente) al consumo energetico mondiale
:)
Mi sono affidata, piu' che al risparmio sulla cottura (che c'e' stato, comunque, perche'
necessitano veramente di pochi secondi di cottura per ogni lato), ad ingredienti provenienti
dalle immediate vicinanze o da luoghi di origine (del marito in questo caso), ma senza uscire
dalla regione, ecco (e quindi non ci sono prodotti dei MIEI luoghi di origine :))!
Parlo delle castagne degli Alburni, che come ho spiegato nell'altro post, nel mese di ottobre
abbondano, e richiedono un po' di lavoro e di fantasia per la conservazione. In questo caso ho
utilizzato delle castagne che avevo spellato, bollito per un po', e tritato grossolanamente (e poi
congelato...si, ammetto, un po' di energia l'hanno consumata queste castagne, ma per una
buona causa, sarebbe stato veramente un peccato lasciarle li' ad ammuffire!)
L'altro ingrediente fondamentale, la ricotta di bufala, viene dal caseificio a due passi da casa e
su quella sono a posto! In realtà cercavo la ricotta di fuscella (non so se in altre regioni esiste,
qui in Campania si, e' molto piu' lattigginosa e dal sapore piu' delicato rispetto a quella
normale); la signora del caseificio c'ha anche provato a spacciarmela come ricotta di
fuscella,ma dico, è vero che non ho preso l'accento napoletano, ma non sono piu' una "turista"
sprovveduta!!! :)
Ok, la ricotta di bufala e' un po' asciutta ma e' buona lo stesso, quindi l'ho comprata, anche
per non consumare benzina alla ricerca di altri caseifici, peccato che abbia dovuto aggiungere
un pochino di latte viaggiatore per renderla cremosa....
Cosa manca? L'uovo, proveniente da una fattoria non tanto lontana, l'alloro, vicino di casa
delle castagne, il prezzemolo, preso direttamente dal balcone della cucina :) , e l'olio,
rigorosamente locale anche quello.
Ecco la ricetta:
100 g di catagne sbollentate e tritate
mezzo bicchiere d'acqua di rubinetto
due foglie d'alloro
Sale
Olio extravergine d'oliva
Per il ripieno:
150 g di ricotta di bufala
4 o 5 cucchiai di latte
sale
prezzemolo tritato
Mettere l'uovo in una ciotola e sbatterlo con la forchetta: aggiungere le castagne, un
cucchiaio di olio il sale e l'acqua, fino ad ottenere una pastella fluida (le mie castagne
come ho detto, erano tritate abbastanza grossolanamente, non ho voluto usare il
mixer che avrebbe reso il tutto piu' omogeneo, ma è andata bene cosi!).
Spezzare in due le foglie d'alloro, metterle nella pastella e conservare in frigo mer
mezz'ora circa.
Mettere la ricotta in un'altra ciotola, schiacciarla con la forchetta, e aggiungere il latte
poco a poco per renderla un po' piu' morbida. Aggiungere il sale ed il prezzemolo.
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Ricettario
Mettere sul fuoco una padella antiaderente unta con un po' d'olio, farla riscaldare, e
versare un mestolino di pastella, dalla quale sono state eliminate le foglie d'alloro,
(nella mia padella potevo cuocere 2 blinis alla volta, se ne avessi usata una piu'
grande avrei risparmiato di piu'!! ). Non ho contato dopo quanti secondi giravo il
blinis, in realta' ho aspettato giusto il tempo che si rapprendesse in modo da non
rompersi durante l'operazione.
Far raffreddare i blinis e posizionare su ognuno di essi un po' del composto di ricotta.
http://unfiloderbacipollina.blogspot.com/2008/02/la-mia-ricetta-per-millumino-dimeno.html
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Ricettario
Budino d'arancia
Virginia de Lo Spilucchino
L'idea è quella di proporre una ricetta a basso consumo energetico da consumare poi
rigorosamente a lume di candela!
Ringraziando Comida per l'iniziativa (in casa nostra ci sono solo lampadine a risparmio
energetico! Il tema mi è quindi piuttosto caro...), vi propongo il mio budino d'arancia:
300g zucchero
90g maizena
1 bicchierone di spremuta di arancia (o anche più)
1 limone spremuto
scorza di arancia grattugiata
Unire tutti gli ingredienti in un contenitore graduato e
aggiungere acqua fino a 1 litro.
Bollire per 3 minuti.
http://spilucchino.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno.html
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Ricettario
Cacio e pepe senza pepe
Enza di Io da grande
Insomma, davvero complicato coniugare il tutto: gusto, intelligenza, limitazione dei consumi.
E se quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare io devo confessare che stavo per
gettare la spugna, altrochè!
Ma poi...
Al supermercato m'è venuto da canticchiare...Roma nun fa la stupida stasera e il pezzo di
pecorino romano (DOP) è volato nel carrello (provenienza agro romano-pontino km più km
meno e quindi assolutamente di zona) damme na mano a faglie dì de si...farina di grano duro
provenienza chieti e lì bella battaglia siamo già almeno a 250 km complessivi per i due
prodotti.
ma tant'è, se compro la farina ne compro quantità industriali e allora...diciamo che con me
risparmiano i viaggi e poi busillis nota marca di semola di grano duro prodotta a corato o
mulino straconosciuto e a chieti? quanto distano le due da roma?
vince chieti 200 km vs i 300 di corato.
(ovviamente la farina ce l'ho già a casa, un viaggio chieti-roma risparmiato)
e poi?
E poi mi ricordo che ho appena raccolto i 5 limoni che il mio alberello mi ha regalato per
quest'anno, che nella vasca delle erbe aromatiche le mie piantine stannno germogliando
un'altra volta per il terzo anno consecutivo.
Il pepe proviene da lidi troppo lontani, non se ne parla nemmeno.
Così mi butto in cucina tranquilla e impasto mentre le bambine cercano di rubarmi un pezzetto
di pasta per fare la pizza appiccicandola sul muro :)
Ho impastato un po’di farina con acqua tiepida e sale
e lasciato la pasta a riposare per riprendere elasticità
Tirato una sfoglia di un paio di mm e arrotolato e poi
zac zac e zac con dei colpi netti di coltello ne ho
ricavato delle lunghe strisce.
Tonnarelli? Spaghettoni? Bah, non saprei.
li ho messi a seccare allargandoli su un vassoio
infarinato per circa 3 ore e ho fatto dell'altro.
al momento buono ho messo su l'acqua e ho buttato
giù la pasta.
Nel frattempo in una ciotolina ho messo un pò di
foglioline di timo, di origano e la buccia grattuggiata
del limone.
E poi abbondantissimo pecorino grattato in una
ciotola e stemperato con un pò d'acqua di cottura
della pasta a formare una cremina.
La pasta l'ho tirata su con il ragno e l'ho versata
nella ciotola.
Insomma alla fine è solo una semplicissima cacio e
pepe...senza pepe!
http://iodagrande.blogspot.com/2008/02/roma-reggeme-er-moccolo-staseraovvero.html
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Ricettario
Canederli allo speck in brodo
Elvira di Un filo di erba cipollina
Delle mie vacanze estive da ragazzina in Val di Fassa, nonostante siano passati tanti anni, ho
tanti bellissimi ricordi (ed anche tanta voglia di tornare in quei posti meravigliosi!) .
I canederli, una delle tante cose buone che le mie zie ed io, dopo aver tanto scarpinato,
mangiavamo una volta arrivate al rifugio di turno, insieme alla polenta con i funghi e la
salsiccia (il capriolo mai nella vita, non mangio Bambi, io!!!) e lo strudel di mele, ma anche
quando avevamo "semplicemente" la colazione al sacco, era una festa tirar fuori quei panini
bianchi con lo speck, che neanche a dirlo, lassù ha un sapore speciale.... Li avevo un po'
dimenticati ma c'era del pane che languiva nella dispensa, e che non saremmo riusciti a
mangiare prima che si rovinasse del tutto, e quindi pensa e ripensa, mi sono tornati in mente
LORO, e come ho fatto a non ricordarmene prima non lo so!! Ho seguito la ricetta del librino in
foto, che zia Gianna mi regalò assecondando la mia precoce passione per la cucina, anzi, per
dirla tutta, è grazie a lei, in particolar modo, e alla cara zia Pasquina, che nella mia mente
esistono questi ricordi cosi' belli ed allegri... :))
Tornando a noi, la prossima volta credo che seguirò l'indicazione di Comida di non mettere la
farina, sicuramente il sapore viene più delicato, magari sarà necessaria un po' di accortezza in
più per non farli sfaldare.
Ing: 300 g di pane raffermo
100 g di speck
mezza cipolla tritata
finemente
una noce di burro
2 uova
2 bicchieri di latte, 2
cucchiai di farina
2 cucchiai di prezzemolo
tritato
sale, erba cipollina
Un litro di brodo di carne (il mio era vegetale)
Tagliare il pane a dadini ed aggiungervi lo speck tagliato a dadini piccolissimi. Frullare
le uova con metà del latte ed il prezzemolo e versarle sul pane. Lasciar riposare
mezz'ora.
Incorporare la farina, il sale e la cipolla fatta friggere nel burro. Mescolare ed
aggiungere un po' di latte, solo se serve (non come me, l'ho aggiunto tutto e poi ho
dovuto aggiustare con la farina...).
Con le mani bagnate formare un canederlo e metterlo in acqua bollente salata: se non
si disintegra formatre tutti gli alti e versarli nell'acqua, altrimenti aggiungere ancora
un po' di farina.
Farli cuocere per 15 minuti: non vale la regola che quando salgono a galla sono
pronti, il quarto d'ora ci vuole tutto perchè cuociano dentro. Servirli con un bel brodo
bollente (io preferisco sempre quello vegetale), e cosparsi di erba cipollina (e,
aggiungo io, del parmigiano reggiano grattugiato!!)
http://unfiloderbacipollina.blogspot.com/2008/02/canederli-allo-shtml
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Ricettario
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Ricettario
Carciofi e farro
Cristina
Le dosi sono per due:
2 carciofi romaneschi
2 e 1/2 spicchi d'aglio
prezzemolo fresco
carota
cipolla rossa
olio extravergine
sale e pepe
150 grammi di farro
Dopo aver pulito due grandi carciofi metto nel mixer i lunghi gambi sfilati e tagliati a
pezzetti con mezzo spicchio d'aglio, un quarto di cipolla rossa, un ciuffetto di
prezzemolo, mezza carotina e un pizzico di sale; questa bella pappetta la metto in
casseruola con due cucchiai d'olio extravergine d'oliva e lascio cuocere a fuoco lento.
Nel frattempo in una pentola più grande faccio cuocere i carciofi salati e impepati
insieme a due spicchi d'aglio interi, un mazzolino di prezzemolo e quattro cucchiai
d'olio extravergine, dopo la rosolarura iniziale aggiungo due bicchieri d'acqua. Ogni
tanto bagno il composto di gambi e odori con il brodo dei carciofi.
Il tempo di cottura del composto è di circa 10 minuti.
Il farro (150 grammi) va cotto a parte in acqua leggermente salata, quando è quasi
pronto tolgo l'acqua in eccesso e lo aggiungo al composto dei gambi a fuoco spento.
I carciofi cotti (interi o a spicchi) prendono posto al centro del piatto fondo e la
minestra di farro tutta intorno.
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Ricettario
Ciambella ai profumi di sorrento
Imma di Caffeine for Two (USA)
Me ne ero quasi dimenticata stando qui, circondata da aggeggi per cucinare di ogni tipo (per lo
piu' elettrici), da mille libri di cucina che sono stati acquistati e (piu' di) qualcuno non ancora
usato, da ingredienti di ogni tipo ed etnia che ti riempiono tanto gli occhi, ma lasciano il palato
insoddisfatto.
Ecco dunque questa semplice ciambella, che ho fatto apposta per mia cugina Rossella e la sua
splendida bimba Maria Rosaria.
Procedimento ed ingredienti:
Macinare finemente la scorza di 1
limone, 1 mandarino ed 1 arancia
(rigorosamente appena colti
dall'albero!) con 200 gr di zucchero.
Aggiungere 3 uova, 1 bicchiere di latte
e 1 bicchiere di olio di oliva, 250 gr di
farina ed 1 bustina di lievito in polvere
per dolci. Mescolare bene. Versare in
una teglia per ciambella infarinata ed
imburrata (io ho usato olio di oliva) ed
infornare in forno preriscaldata a 170180 C e cuocete per 30-40 minuti
(fara' fede la prova dello stecchino).
Sfornate, spolverate di zucchero a velo.
Con questa ricetta partecipo all'iniziativa
M'illumino di meno - Ricette a lume di candela,
proposta da Comida de Mama.
Penso che questo dolce risponda pienamente ai requisiti riqchiesti: gli ingredienti (agrumi,
uova, olio) sono tutti prodotti nel giardino dei miei e non ho dovuto attraversare mare e monti
per procurarmeli e farina e zucchero - se non sono gia' presenti nella dispensa - si possono
andare a comprare a piedi al negozietto vicino alla chiesa del rione! La preparazione poi non
richiede che una semplice forchetta e la cottura, potendo, si potrebbe fare nel forno a legna
(per motivi di pioggia quel giorno non l'ho potuto fare, ma di solito lo inforniamo li').
E dove mettiamo il lume di candela? Provate a mangiare una fetta tiepida di questo dolce con
una cioccolata calda, accoccolati sul divano con la vostra docle meta': vi sembrera' di stare in
paradiso!
http://caffeinefor2.blogspot.com/2008/02/ciambella-ai-profumi-disorrento.html
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Ricettario
Cheesecake alle ciliegie
Koala di Alinuska (USA)
Mi affretto a scrivere una bella ricetta da risparmio energetico, visto che non si deve cucinare
per prepararla.
In seguito mettero' foto della cenetta del 15 febbraio, rigorosamente a lume di candela e con
cose che non richiedono nessun dispendio di gas o elettricita'.Vogliamo bene all'ambiente ogni
tanto e cerchiamo di evitare gli sprechi. Io nel mio piccolo uso la lavatrice e la asciugatrice o la
lavapiatti (quando la uso) solo di sera tardi.
Ingredienti:
Crosta: 120 gr biscotti (tarallucci)
80 gr burro fuso
Ripieno: 100 gr zucchero
100 gr panna
250 gr ricotta
2 uova
1 cucchiao di miele
1 cucchiaio di Brandy
20 gr colla di pesce
Preparazione: sciogliere il burro e mischiarlo ai
biscotti ridotti in briciole. Formare una crosta.
Ammorbidire la colla di pesce in acqua calda, scaldare il Brandy e aggiungere la colla
di pesce, strizzata.
Lavorare gli albumi a neve. Lavorare lo zucchero con la ricotta, la panna, il miele e i
tuorli. Aggiungere la colla di pesce con Brandy e i bianchi montati. Versare sulla crosta
e tenere in frigo almeno 6 ore.
Servire cosparsa di frutta di stagione. Io mettero' le ciliegie.
Enjoy!!!
http://alinuska-koala.blogspot.com/2008/02/mi-illumino-di-meno-2008.html
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Ricettario
Crema di carciofi e patate
Monica di Brodo di Giuggiole
Per la verità ho dei dubbi sull'idoneità della mia ricetta in relazione ai requisiti dell'iniziativa.
Infatti la ricetta deve essere se possibile consumata a lume di candela, preparata con
ingredienti locali, e con il minor consumo di energia possibile. La mia ricetta è fatta con
prodotti locali e la spesa l'ho fatta in bici, inoltre, rispetto ad altre verdure, più "sporche" di
terra, carciofi e patate si lavano velocemente e con poca acqua, ma....beh, ho dovuto
preparare il brodo...insomma, non sono sicura che vada bene, vedrò di preparare qualcosa che
consumi molta meno energia!
Nel frattempo vi mostro la ricetta, che, risparmio energetico a parte, è veramente semplice e
buona. L'ho trovata nel terzo volume del Dizionario enciclopedico de La cucina italiana.
Ingredienti (per 3 persone):
4 carciofi
300 g di patate pelate
1 cipolla piccola
1 limone
2 foglie di alloro (del giardino dei miei)
brodo vegetale (o acqua calda)
olio, sale, pepe
Preparazione:
Pulite i carciofi e tagliateli a fettine sottili,
immergendoli in acqua acidulata con il succo di mezzo
limone, per evitare che anneriscano. Tagliate le patate
a fette non troppo spesse.
Tritate la cipolla e soffriggetela velocemente in una
casseruola con 2 cucchiai di olio e le foglie di alloro,
quindi unite i carciofi e fate rosolare anch'essi.
Spruzzate il tutto con il succo di mezzo limone,
lasciate evaporare, aggiungete le patate e fatele
rosolare bene.
Quindi coprite con brodo vegetale o acqua bollenti, in quantità doppia rispetto al
volume delle verdure, salate e lasciate cuocere dolcemente senza coperchio per circa
25 minuti. Prelevate alcune fette di carciofo per guarnire, poi passate le verdure al
passaverdure, aggiungendo il brodo di cottura poco per volta, in modo da controllare
la densità della zuppa (deve venire piuttosto densa). Correggete di sale e mettete
nelle zuppierine individuali; guarnite con le fettine di carciofo tenute da parte e una
macinata di pepe nero.
http://moscerino.blogspot.com/2008/02/crema-di-carciofi-e-patate.html
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Ricettario
Dessert preferito di Elizabeth I Tudor
Marcella di Zenzero
Ingredienti:1 litro di panna da montare-4 bianchi d'uovo- 2cucchiai di zucchero-2
tazzine di cognac- fiori freschi di biancospino.
Montare a neve le chiare d'uova con lo zucchero, il composto deve risultare molto
fermo,montare la panna e piano piano aggiungetela al le chiare montate intervallate
da goccie di cognac nel quale dove sono state messe in infusione fiori freschi di
biancospino.
http://zenzero2.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno-2008.html
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Ricettario
Detersivo per lavastoviglie
Gatteria di Miciapallina
La ricettina non è mia (magari fossi così geniale) ma suggerita da sbardy in un suo post dal
portale di cooker.net, a sua volta arrivata alle micia-orecchiette suggerita dall'amica Pupina,
che supplisce ai miei frequenti attacchi di acciambellamento acuto, tenendo desta la mia
attenzione su quello che mi capita intorno (grazie Sara).
Lavapiatti ecologico
200 g di sale grosso
100 g di aceto bianco
3 limoni
400 g di acqua
Frullate i limoni tagliati a pezzi, con la buccia, insieme al sale, per circa 30 secondi.
Mettere il limosale in una pentola, aggiungere l'aceto, l'acqua, e far bollire rimestando
con una frusta, per circa 15 minuti.
Quando è freddo passare con un colino per eliminare i pezzi grossi che potrebbero
rimanere (tipo i semi) conservate questo composto in un vaso di vetro.
Usatene 2 cucchiai nella vaschetta della lavastoviglie oppure il necessario sulla
spugnetta nel caso del lavaggio a mano.
La consistenza è densiccia, quasi gelatinosa (sarà la pectina dei limoni??),
naturalmente non fa schiuma!
Funziona davvero!
Bene allora..... una grossa hola al nostro sbardi per averci suggerito in primis questa
chicca, ma vi invito ad andare a controllare anche i DetersiviBioAllegri e questo
interessante articolo di ErmesAmbiente sui piatti puliti.
http://lagatteria.blogspot.com/2008/02/m-di-meno-anche-noi.html
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Ricettario
Doppia Mousse di ricotta e asparagi e ricotta e scampi
Giovanna di Caramelle non ne voglio più
Non sapevo proprio, dove sbattere la testa... tutti gli alimenti che si consumano a Lampedusa,
fatta eccezione per il pesce, arrivano dalla terra ferma! Attraversano cioè il canale di Sicilia con
il traghetto, coprendo un percorso di circa 215 km, altro che risparmio di energia!!! . Potevo
fare una bella grigliata di pesce! e avevo anche pensato di usare per la brace dei pezzetti di
legna di scarto che la falegnameria, che dista da casa mia 20 m, normalmente destina ai rifiuti.
Ma organizzare una grigliata costa del tempo (quando si dice il logorio della vita moderna!!!)
che in questo momento non mi posso permettere. Venerdì... l'illuminazione (a proposito di
lampadine).
Ero a casa e sento urlare fuori dalla mia porta: " SPA'RISCI, (attenzione all'accento, non è
sparìsci), PATEDDI, OVA!" Mi precipito fuori e compro dall'omino con la cariola, un bellissimo
mazzo di Asparagi selvatici. Zero consumo di energia, tranne quella muscolare utilizzata per lla
raccolta e il trasporto. Gli asparagi non sono tra i frutti della terra che io preferisco, ma questi
erano appena raccolti tra le pietre e i cespugli secchi delle nostre aride campagne. Mai irrigati,
mai stati trasportati con un mezzo moderno! Comincio a pensare a come cucinarli consumando
poca energia e tirando fuori una ricetta carina. Sabato mattina, telefono alla signora dove
solitamente compro la ricotta. A Lampedusa ci sono due greggi di capre e pecore. Decido che
gli altri ingredienti devo andare a comprarli a piedi. E cosi partiamo, io e la bambina (non
molto d'accordo di dover fare qulache centinaio di metri a piedi), alla ricerca di qualche altro
ingrediente locale. Mi stavo dimenticando quello che doveva essere l'ingrediente principale
della mia prima idea: il pesce. Vado in pescheria e trovo un pugno di scampetti freschi freschi.
Non saranno a zero consumo ma almeno non hanno fatto centinaia di chilometri per arrivare
qua. La ricetta è finalmente chiara nella mia mente.
Ingredienti per 2 bicchieri non proprio piccoli
* 25o g di ricotta
* un mazzetto di asparagi selvatici
* un limone (il mio vicino di casa, nonche zio
Tonino, ha un albero di limone nel giardino, che
non ha esitato a mettermi a disposizione)
* una decina di scampetti
* sale, pepe bianco, olio d'oliva.
Ho pulito gli asparagi: ho utilizzato solo le punte
(partendo dalla cima ho fatto scorrere il pollice
spezzandoli dove erano teneri)
Ho messo poca acqua nella pentola a pressione
e li ho fatti cuocere 1 minuto dal sibilo (che è
anche troppo, secondo me bastava far cuocere
gli asparagi per un minuto buttandoli nell'acqua
bollente). Il fornello è rimasto acceso circa 5
minuti in tutto.
Ho scolato velocemente gli asparagi e nel fondo della stessa pentola ho messo gli
scampetti puliti e due teste degli stessi (che ho usato dopo per la decorazione); ho
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Ricettario
rimesso il coperchio e senza accendere il gas, con le stesso calore della pentola li ho
lasciati cuocere per 10 minuti.
Intanto ho preparato le mousse. Ho diviso la ricotta in due contenitori. Ad una metà
ho aggiunto gli asparagi , (lasciandone qualcuno per la decorazione) ho schiacciato il
tutto con la forchetta, (non ho voluto usare neanche il mixer) e aggiustato con
qualche goccia di limone, sale e pepe bianco.
Poi ho ripetuto il procedimento aggiungendo all'altra metà di ricotta gli scampi cotti,
qualche goccia di limone, sale e pepe bianco.
Composizione
Ho versato nei bicchieri prima la mousse di asparagi, poi quella di scampi , livellandola
con il cucchiaio. Ho decorato con gli asparagi rimasti e le teste degli scampi. alla fine
ho aggiunto un goccio, ma proprio poco, di olio d'oliva.
Con queste dosi ne escono due bei bicchieri per farne un secondo, ma
volendo si possono divedere in 4 bicchieri più piccolie servire come antipasti.
http://giovannacaramelle.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno.html
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Ricettario
Fantasie di cioccolato
Lenny di Una finestra di fronte
Dar forma alle idee
Quel che a primo acchito, potrebbe sembrare un anacronismo (dettato dalle mie ultime
vicissitudini), è in realtà un esempio di come la fantasia possa vestirsi delle forme più svariate
per seguire il tema del momento (dando la forma di cuori per S. Valentino) o semplicemente
per dare forma ad un'ispirazione evanescente.
Seguito degli Appunti del 07/01/2008 e del 08/01/2008
Riciclare dolci natalizi. In linea con la voglia di nuovo che si respira in questi giorni, si pone
l'obbligo, dopo le ricche libagioni festaiole, di "ridare nuovo appeal ai biscotti natalizi": che c'è
di meglio di questi graziosi ciocco-biscotti? Sfiziose fantasie di cioccolato che possono prendere
tutte le forme suggerite dalla fantasia (e consentite dagli stampini tagliabiscotti) e
caratterizzate da una doppia anima di biscotti e cioccolatini (se è vero che in medio stat
virtus): "ciocco-biscotti" da consumare in ogni dove!
Ingredienti
70 g cioccolato latte
70 g cioccolato fondente
130 g biscotti
20 g burro
2 cucchiai panna
1 cucchiaio di brandy
Decorazione
granella di nocciole, codette di
cioccolato
Preparazione Fondere a bagnomaria il
cioccolato, unirvi la panna liquida, il
brandy ed ii biscotti pestati, non
molto finemente. Mescolare bene e
stendere il composto ottenuto, su un foglio di carta forno, ricoprire con un altro foglio,
livellando il tutto con un matterello, fino a raggiungere uno spessore di 1,5 cm. Quindi
eliminare la carta soprastante ed attendere che il composto raggiunga una
consistenza semi-solida (circa 1 ora) che consenta il taglio con gli stampini. Dopo aver
ritagliato le singole formine, estrarre il relativo stampino con delicatezza (nel caso in
cui qualcuna dovesse smussarsi o spezzarsi, potrete procedere successivamente a
"ripararla" con del cioccolato fuso) ed adagiare la risultante su un altro foglio di carta
forno. A solidificazione completa, spennellare la superficie dei "ciocco-biscotti" con del
cioccolato fuso e decorare a paicimento: per esempio, facendovi aderire la granella di
cioccolato e le codette di cioccolato o lasciandone qualcuno "nudo".
http://unafinestradifronte.blogspot.com/2008/02/cioccolato-fantasia-e-praline-difrutta.html
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Ricettario
Fascine al forno di ziti ripieni
Tatiana di Peccati di Gola e di Amicizia
... anche se sarebbe stato proficuo fare un semplice cruditè, perchè anche col gas sempre
d'energia si tratta... Beh questa ricetta è partita dal fatto che avevo degli Ziti da sbolognare il
mio trottolo non li gradisce e dopo averli fatti un po' pasticciati, un po' mangiati da me con del
sugo... l'ultima manciatina giaceva li sconsolata... e io non sopporto i pacchetti aperti
sconsolati... quindi li ho presi ed ho dato il via alla fantasia...
Ziti
fiocchi per purè
mordadella
fettine di prosciutto cotto
grana
latte
burro
noce moscata
sale e pepe misto
Ho preparato del pure con dei fiocchi che di solito
uso per il pane, ma tanto avevo da intrugliare, ho
tritato un pezzetto di mortadella con delle scaglie
di grana, che ho allungato nel purè una
spolverata di erbette secche, nel frattempo ho
cotto la pasta e raffreddata sotto l'acqua tagliata
a pezzetti e via di sac a poche, è stato un lavoro
certosino farcirle :))
Ho preparato la besciamella, burro farina latte
sale e noce moscata, ho aggiunto un po' di grana, versato qualche cucchiaio nella
pirofila e adagiato dei mucchietti avvolti nel prosciutto cotto, una fettina di burro
sopra una passata di mulinello ai pepi misti e in forno a gas a gratinare...
Servire decisamente a lume di candela ;)
http://peccatidigolaediamicizia.blogspot.com/2008/02/mi-illumino-di-meno.html
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Ricettario
Fonduta di cioccolato con la frutta
Aiuolik di Trattoria MuVaRa
Invece per la nostra
consumazione a lume di
candela abbiamo pensato a
un dolcetto semplice semplice
cotto, in parte, a lume di
candela...ovvero la fonduta di
cioccolato con la frutta.
Il cioccolato effettivamente
non è sardo, ma è stato
comprato dallo zio Luca in
Sardegna e trasportato da lui
in treno, per cui, considerato
che lui il treno l'avrebbe
preso comunque, non
abbiamo consumato energia
per il trasporto, almeno fino a
casa!
La frutta invece è sardissima
ed è stata comprata direttamente dal produttore, per cui siamo in perfetta regola!
L'energia che serve per squagliare (in poco latte, sardo!) il cioccolato sono pochi
secondi di microonde.
La consumazione rigorosamente a lume di candela a opera della sola Aiuolik visto che
Uncle è in trasferta.
Basta poco!
http://muvara.blogspot.com/2008/02/la-trattoria-sillumina-di-meno.html
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Ricettario
Gelatina di zucca e moscato al rosmarino con ricotta e
pane di campagna
Silvana di uvAromatica
Quel che ne è nato è questa non-ricetta semplice semplice, che ha richiesto circa un quarto
d’ora di gas, una passeggiata fino all’orto di papà, un giro dal fornaio quello bravo, e la scelta
di un formaggio di libera ispirazione al banco-spettacolo del casaro al mercato di stamattina.
Ingredienti
Per la gelatina:
250 grammi di zucca
350 ml di Moscato d’Asti (o di un
moscato dolce prodotto dalle tue
parti)
40 gr di preparato per confetture a
base di pectina
60 gr di zucchero di canna da
commercio equo-solidale
1 rametto di rosmarino
pochissima acqua
Per il piatto:
pane
formaggio a piacere (la mia è una
ricotta mista di vacca e pecora di sette giorni e piuttosto gustosa)
poco fior di sale
Sbucciare la zucca e tagliarla a cubetti, metterla in pentola con un fondo d’acqua e 10
gr di zucchero (un cucchiaino) e farla cuocere per cinque minuti facendo asciugare
l’acqua. Togliere dal fuoco, aggiungere la pectina per confetture e mescolare bene,
rimettere sul fuoco, aggiungere il Moscato e il rimanente zucchero e portare ad
ebollizione sempre mescolando. Far bollire per cinque minuti o finchè inizierà a
rapprendere, poi spegnere il fuoco e mescolare ancora per qualche minuto. Tritare
grossolanamente gli aghi di rosmarino, tenendo da parte i fiori se ci sono (si useranno
per guarnire il piatto) e unirli alla gelatina. Tenere una parte della gelatina da servire
fredda in ciotoline con il formaggio e conservare il resto in un paio di vasetti
sterilizzati.
Tagliare una fetta di pane per porzione e tostarla sulla griglia, salare leggermente
(meglio con un pizzico di fior di sale) e servire con ricotta d’alpeggio o altro formaggio
di produzione locale anche stagionato.
http://uvaromatica.wordpress.com/2008/02/08/millumino-di-meno/
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Ricettario
Gelo di menta
Elena di Comidademama
Quando le viene la sindrome di Oliver Twist* la mia amica Simona racconta della sua infanzia.
"In inverno, all'ora di merenda, mia nonna ci spediva in orto con una scodella a raccogliere
neve. E se era festa la mangiavamo con zucchero e limone."
Ora un gelo di menta, per di più urbano, è quasi utopia. La strada è sporca, le immissioni di
gas ingrigiscono e avvelenano i fiocchi di neve.
"Non metterla in bocca! E' sporca!" le mamme urlano. I bimbi ci provano sempre.
Ho salutato con Marta la prima neve di Boston buttando indietro la testa e lasciando che i
fiocchi ci cadessero in bocca. Ma non è come vorrei che fosse.
Una manciata di neve farinosa per rinfrescare la bocca durante una camminata sulle Alpi,
quello sì, è un piacere impagabile.
Da due giorni qui nevica e domani sarà ancora peggio. Il mio giardino è riparato dalla strada e
lo smog che respiro non è peggiore di quello incluso nei cristalli raccolti nel mio cucchiaio.
Anche questa mattina ho trovato le impronte dello scoiattolo che vive sull'albero. Sa che non
gli tirerò una sassata?
Skippy's vegetable garden, mi scrive, non ha nulla di fresco da offrirmi. L'ultima azienda
agricola di Boston è difficilmente raggiungibile in bus, ho tentato l'altro giorno. Un poliziotto
era alle prese con un barbone insanguinato che non voleva alzarsi da terra. Non ho osato dirgli
che mi ero persa.
Mi sono resa conto che un gelo di menta era un progetto molto più sensato e sono tornata
indietro.
Ho preso una manciata di neve e un rametto di menta dei miei vicini di casa. Il mentolo si
sente appena.
Se mi fossi illuminata di meno questo gelo di menta oggi sarebbe la ricetta perfetta.
Ingredienti per una persona coraggiosa
tre cucchiai di neve fresca, pulita e
incontaminata
tre foglie di menta fresca
Disporre la neve in un bicchiere o sul palmo
della mano. Distribuire le foglie di menta,
eventualmente spezzettate in caso siano
foglie grandi. Servire immediatamente.
La neve può essere sporca e inquinata.
Non preparare questa ricetta se non si è
perfettamente certi della salubrità della neve.
* termine coniato da me dalla prima volta che
ho sentito questo evergreen.
http://www.montag.it/comida/archives/0038
76.html
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Ricettario
Gnocchi di zucca su crema di spinaci
Azabel di Kitchen bloody kitchen
Per la precisione olio, aglio, zucca e spinacini vengono dalla mia contadina preferita e non
hanno mai visto un frigo, la farina è Molino Rosso (vabbè, non è proprio dietro l'angolo ma
sono pochi chilometri), il latte di soia è autoprodotto e il rosmarino viene dal mio giardino
(porello, è una delle poche piante che sopravvive!).
La ricetta è molto povera, nulla di che insomma, ma gira e rigira la zucca a me piace in ogni
salsa!
Ingredienti per 2 porzioni:
500 gr di zucca mantovana cotta
100 gr circa di farina
1 spicchio d'aglio
50 gr di spinaci lessati
70 gr circa di latte di soia
olio evo
sale
pepe
noce moscata (evabbè, piccola
licenza)
Procedimento:
Il peso delle verdure l'ho indicato da cotto per le proporzioni, ma procediamo
dall'inizio:
La zucca va pulita e tagliata a pezzi, quindi cotta in pentola coperta con poca acqua;
quand'è bella morbida va schiacciata con una forchetta e lasciata asciugare ancora sul
fuoco, quindi fatta raffreddare. Solitamente per preparazioni come questa si usa
cuocere la zucca al forno, ma in pentola il risultato non è da meno: va solo seguita in
modo che non attacchi.
Mettete sul fuoco una padella bella larga con un paio di cucchiai d'olio, un rametto di
rosmarino e noce moscata e scaldatelo senza farlo soffriggere; lo scopo è solo quello
di insaporire l'olio, quindi lasciatelo riposare il più possibile.
Lavare bene gli spinaci e cuocerli in padella senza acqua aggiuntiva oltre a quella che
rimane attaccata nel lavaggio: basteranno pochi minuti.
Prendere il passaverdura e ridurre gli spinaci a purea.
Soffriggere uno spicchio d'aglio in camicia in poco olio, aggiungere la purea di spinaci
e far insaporire bene; ora è il momento del latte di soia, regolate voi la quantità
secondo il vostro gusto.
Togliete l'aglio, aggiustate sale, pepe e la crema è pronta.
Per ogni 500 gr di zucca cotta aggiungere circa 100 gr di farina... per sapere se la
consistenza è quella giusta il metodo empirico è il migliore: mettete sul fuoco un
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Ricettario
pentolino d'acqua, quando bolle buttateci dentro uno gnocco e vedete cosa succede
:).
Accertata la consistenza corretta, iniziare a cuocere gli gnocchi formando delle
quenelle con due cucchiaini e gettandole in pentola; man mano che gli gnocchi
vengono a galla, scolarli e passarli nella padella con l'olio (da cui avrete tolto il
rosmarino). Saltateli brevemente muovendoli con molta cautela, questi gnocchi
restano molto morbidi.
Quando tutti gli gnocchi sono pronti impiattare versando una cucchiaiata di crema di
spinaci sul fondo del piatto, aggiungere gli gnocchi e decorare con qualche fogliolina di
rosmarino.
http://kitchenbloodykitchen.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno.html
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Ricettario
Insalata di uova e tarassaco
Elisabetta di pane e miele blog
Venerdì mattina il tempo era splendido: sole caldo (nonostante la brina notturna
ancora visibile), cielo azzurro-Provenza, profumi primaverili nell'aria... situazione
ideale per andare a raccogliere le primissime erbe di campo (la raccolta di erbe
spontanee è una delle mie attività preferite in assoluto, quand'è stagione).
Ho inforcato la bicicletta e pedalato fino
a casa di mia mamma (in uno degli
ultimi lembi di bella campagna intorno a
Mestre, a 8 chilimetri da casa mia), mi
sono infilata gli stivali, ho preso cesta e
coltello e mi sono incamminata verso
uno dei miei "terreni di raccolta"
preferiti, un vigneto abbandonato che
termina in un campo incolto da anni. In
quel campo sembra di camminare sopra
un enorme cuscino, formato da rametti e
sterpaglia che in autunno non viene
completamente tagliata, e da piante che
crescono strisciando sul terreno. Sotto
questa "pacciamatura spontanea" crescono piantine di tarassaco piccole e tenere, vere
primizie di stagione, mentre sotto il vigneto ci sono già macchie di erba cipollina
selvatica (tra qualche settimana le varietà di erbe spontanee commestibili saranno
molte di più). Ho raccolto l'uno (il tarassaco) e l'altra (l'erba cipollina).
Tornata a casa, ho lavato bene le erbette e ho lessato (7 minuti) un uovo proveniente
dal pollaio di una vicina di mia suocera. Ho disposto nel piatto un letto di tarassaco
crudo, sopra ci ho messo l'uovo affettato, ho cosparso di erba cipollina tritata, condito
con olio evo molisano (il produttore fa una sola consegna all'anno, e con il treno,
quindi l'impatto ambientale è relativamente basso), un pizzico di sale e una macinata
di pepe arcobaleno (che in casa ho sempre).
E' un piatto semplicissimo e molto ecologico... com'è che non ci avevo pensato prima?
http://panemieleblog.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno-ancora.html
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Ricettario
Mi illumino di meno con qualche idea e i Choricini
al buio
Raidne di Vegan Kitchen
A volte basta davvero poco per risparmiare, e non parlo solo di energia e soldi ma anche di
fatica :)
Siccome ci avviciniamo sempre di più alla giornata del risparmio energetico (15 Febbraio) e mi
raccomando niente luci e/o elettrodomestici inutili (vedi tv) per almeno un'ora a partire dalle
18.00, vi dico come faccio io a risparmiare energia in cucina!
1.
La cottura: Il mio wok ha una grata (come credo quasi tutti i wok) che si appoggia
perfettamente su un lato della pentola, in questo modo cuocio 2 cibi diversi in modo
salutare.
Adoro il risotto e perchè non usare lo stesso metodo anche per il farro? e perchè
non anche per la pasta? In questo modo utilizzerete una sola pentola e un solo
fornello per un piatto completo. Vera si era già cimentata con il forno solare, e ora
anche Comida ha deciso di provarci io aspetterò climi più miti e soprattutto un po' più
di sole.
2.
Non buttare gli avanzi, io non butto niente e dovreste saperlo, Qui un'idea per il
pane secco :) e qui altre idee di conservazione è vero in un caso ho parlato di forno ed
essiccatore ma ora che è inverno potete usare il calorifero :) Vera si era già cimentata
con il forno solare, e ora anche Comida ha deciso di provarci io aspetterò climi più miti
e soprattutto un po' più di sole.
3.
La nuova rubrica di Francesca V sulla cucina consapevole è un'altra fonte di
ispirazione da non trascurare.
4. L'acqua che usate per cuocere le verdure può essere riutilizzata per lessare la
pasta o al posto del brodo per il riso anche perchè è ricca di sali minerali (la mia
mamma la beve al mattino a digiuno - ok lei è un caso disperato :P)
5.
In casa mia la temperatura supera molto raramente i 20° (generalmente alzo il
termostato solo quando ho ospiti o mentre faccio la doccia). Del resto basta indossare
una felpa in più e vi assicuro che non sono ancora morta ibernata!
6.
Non voglio parlare del consumo energetico necessario a produrre la bistecchina
che molti di voi si trovano nel piatto quasi tutti i giorni, la rete è piena di queste
informazioni basta cercare.
http://raidnevegan.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno-con-qualche-idea.html
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Ricettario
In casa mia il pane potrebbe tranquillamente non essere mai stato inventato, non è una cosa
di cui sento la mancanza, questo è uno dei motivi che mi ha spinto ad imparare a fare il
Chapati... Metti che ti capita gente a cena (e la gente "normale" mangia il pane a tutti i pasti)
e niente pane?!?
Niente panico! In 15 minuti (solo perchè l'impasto deve riposare) Pane soffice, profumato e
versatile (potete aggiungere tutto quello che volete e potete anche farcirlo prima o dopo la
cottura!). Cosa volete di più da un pane?!?!?! La padella che userete può essere lavata solo
con acqua: quando è ancora calda (molto calda) passatevi sopra una spugnetta umida (e pulita
ovviamente) e non sarà necessario lavarla (e quindi sprecare acqua e inquinare con i
detersivi). Inoltre, non vorrei trascurare il fatto di essere diventata piuttosto brava: si gonfia
proprio bene bene e mi da molte più soddisfazioni del pane lievitato. Giusto per darvi un'idea
di come si dovrebbe comportare una volta messo in padella vi rimando ad un video.
Ingredienti
Per una ventina di cuoricini (dipende dalle
dimensioni)
•
•
•
100 gr Farina (integrale, 00...)
50 gr Acqua
1 pizzico di Sale
Preparazione
Miscelare il sale con la farina e aggiungere l'acqua,
impastare fino ad ottenere un composto morbido.
Dividere l'impasto in 2. Lasciar riposare 10/15 minuti. Stendere la pasta e ricavarne
dei cuoricini. Cuocerli su una padella anti aderente dal fondo spesso (molto calda).
Quando inizieranno a cambiare colore e a fare delle bolle girateli e premendo con una
spatola i lati (vi consiglio di guardare il video) schiacciate le bolle che si formeranno...
Rigirarli di nuovo e servire.
Varianti:
Ripieni: potete preparare un ripieno a scelta a base di verdure o utilizzando semplice
concentrato di pomodoro o burro di arachidi... Stendete la pasta riempitela con il
composto scelto richiudete a pallina e lasciate riposare 15 minuti. Stendete la pasta
delicatamente con il mattarello e cuocete come sopra.
All'olio: Prima di cuocerli potete spennellarli con dell'olio evo
Alle spezie: aggiungete cumino, curcuma o rosmarino all'impasto
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Ricettario
Misto di cavoli in agrodolce
Elisabetta di Friarielli e tigelle
L'idea era intrigante e per un paio di giorni dopo le sardine mi sono lambiccata per trovare una
ricetta un po' originale che potesse andare bene. Non sono mai stata brava a inventare ricette,
sono solo una che pasticcia, però la sfida di Petula mi ha spinto a vincere un po' la pigrizia e ad
andare finalmente a quella botteguccia biologica/biodinamica vicino casa, cosa che mi
riproponevo di fare da tempo. “Vicino casa” è un po' vago, perchè in realtà si tratta di
allungare un po' il tragitto di ritorno dal lavoro (chissà questo come influisce sull'equilibrio
energetico ;)), beccare al buio la stradina sterrata non illuminata indicata da un cartello scuro ,
e sperare di aver azzeccato l'orario di apertura...
Mi informo sulla provenienza degli ortaggi, non sia mai che abbiano fatto troppa strada, ed
infatti le arance sono biologiche ma siciliane, mentre i cavoli cappucci vengono, mi dice, dalla
nostra azienda agricola “Il Cucco”... Il Cucco?? Ma io questa l'ho già sentita, anzi, assaggiata,
gustata, mangiata, sperimentata, insomma ci ho passato un gran bel capodanno!! Il puzzle è
completo, esco felice con due bei cavoli cappucci (uno rosso e uno verde) pronta a
sperimentare una ricetta che è già da un po' che mi è capitata sotto mano. La riporto nella sua
versione orginale, come l'ho trovata sul sito Vegan3000
Ingredienti per 4 persone
300 g verza
300 g cavolo rosso
1 cucchiaio di capperi sotto sale
2 cucchiai di malto di grano
4 cucchiai di aceto di mele
circa 30 semi di cumino
sale
olio extravergine di oliva
Preparazione
Mondare i cavoli e tagliarli a striscioline sottili.
In una capiente padella mettere l'olio e i semi di cumino e scaldare bene.
Aggiungere i capperi precedentemente sciacquati e sminuzzati grossolanamente con la
mezzaluna.
Unire i cavoli, lasciar saltare a fiamma vivace per un minuto, dopodichè unire aceto e
malto e 4 cucchiai di acqua.
Abbassare la fiamma e proseguire la cottura per altri 15 minuti, controllando di tanto
in tanto che non bruci.
Servire sia caldo come contorno che freddo come antipasto.
Nella mia versione, al posto della verza, c'era il cappuccio bianco, ho eliminato il
cumino perchè chissà da dove viene e anche i capperi che al marito non piacciono, ho
usato l'aceto balsamico giovane, comprato direttamente dal produttore, e un cucchiaio
di miele al posto dei due di malto (ooops, forse questo è un prodotto animale che non
va bene per il gioco!!), e quindi penso che alla fine la ricetta era tutta diversa... ma
buona lo stesso!! Se abitate in zona, consiglio la visita al Cucco, per cenare, pranzare
o anche solo fare scorta di verdure di stagione!!
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Ricettario
Pane carasau pomodoro e mozzarella
Anna de La settimana gastronomica
Dal mio nutrito repertorio di ricette "DIFFICILISSIME, ma MOLTO gustose", ecco quella più
adatta a partecipare alla lodevole iniziativa di Cirri e Solibello: sfido chiunque a trovare il
benchè minimo spreco di energia (inclusa quella fisica) in questo...
Ingredienti:
pane carasau (o meglio pistoccu,
sfoglia di spessore maggiore)
pomodori maturi
mozzarella
olio d'oliva
sale
basilico
...acqua
procedimento:
bagnare rapidamente il lato ruvido
del pistoccu sotto l'acqua corrente
fredda, lasciare riposare la sfoglia
su un piano sinché non sarà morbida, coprire con mozzarella tagliata a fettine...
aggiungere delle fettine di pomodoro, del basilico, sale, un giro d'olio ed arrotolare la
sfoglia su sé stessa...
servire......anche a tirarla un po' per le lunghe, la ricetta è già finita;-)
http://lasettimanagastronomica.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno.html
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Ricettario
Pasta e ceci con invito a cena
LaDani
Ricordarsi di mettere in ammollo i ceci la mattina prima di uscire pianificando di
cuocerli la sera. Accettare un invito a cena imprevisto e improrogabile, arrivare a casa
verso mezzanotte e passare un'ora a sonnecchiare sul divano mentre i ceci cuociono
nella pentola a pressione. Lasciarli raffreddare nella pentola a pressione e trascinarsi
finalmente verso il letto.
I passaggi precedenti possono essere tralasciati con un po' più di organizzazione o
utilizzando i ceci in scatola (ma non so se sono ammessi!).
Fare un soffritto di carota/sedano/cipolla con un po' di olio extravergine di oliva,
aggiungere i ceci scolati, un po' di acqua calda e del bimbidado (grazie petula!). Dopo
pochi minuti mettere da parte la metà dei ceci e frullare gli altri, aggiungere della
pasta corta (a me piace la pasta mista), i ceci interi e portare a cottura aggiungendo
poca acqua, se necessario.
Servire con poco olio a crudo.
33
Ricettario
Paté di semi tutto a crudo
Roberta
1 tazza semi di girasole
1 tazza semi di zucca
mezza cipolla rossa media
2 cucchiai di shoyu
1 cucchiaio di timo fresco
pepe nero macinato al momento q.b.
Mettere i semi di zucca e di girasole in una contenitore e coprirli con acqua fredda.
Lasciarveli per mezza giornata (fino a tutta una notte). Scolare e risciacquare. Frullarli
con gli altri ingredienti in un mixer finché diventano cremosi. Riporre in frigo e lasciar
riposare almeno un'ora prima di servire. Ottimo spalmato su pane, pita o altro (vedi
petula) e servito con qualche verdurina.
34
Ricettario
Pescato aromatizzato all'arancia
Fiordisale
Quando ero piccola tutte le mie vacanze le trascorrevo in Calabria, terra d’origine dei miei
genitori. La scelta di preferire il presidio spartano e apparentemente precario in riva al mare
anziché andare ospite da uno degli innumerevoli parenti, credo, fosse stato in qualche modo
imposto dalla mamma, temendo, presumo, delle vacanze appesantite dalla stretta invasiva di
suoceri e parentame vario. I primi anni, quando i soldi erano meno di niente e la
disorganizzazione imperava, andavamo proprio in riva al mare, al limitare della boscaglia, con
tutti i servizi organizzati di fortuna. Poi fecero una specie di campeggio, anch’esso spartano,
dove l’unico lusso erano appunto i servizi igienici e la possibilità di un’unica centralina elettrica
a cui ci si attaccavano lunghissime prolunghe per i piccoli frighi dei villeggianti, comunque in
numero assai limitato. Ma le luci no, quelle non le avevamo, e non c’erano nemmeno sulla
stradina polverosa che portava al mare, attraversando quell’assieme di tende che ambiva ad
assomigliare ai lussuosi campeggi marchigiani.
In quelle sere, dopo cena, con mia sorella, andavamo fino al bar del villaggio vicino, e in quel
breve tratto di strada, camminavo a naso in su, affascinata da quel tappeto che, più che
distinguerlo veramente, si intuiva blu di prussia, e in mezzo a tutto quel blu si distinguevano
nitidamente tantissime pepite d’oro, che pareva accompagnassero il nostro cammino. Io
cercavo di adottarne una, diversa tutte le sere, tentando disperatamente di non scollarle lo
sguardo di dosso per verificare la mia teoria, mia sorella si lamentava perchè il mio passo le
risultava relativamente rallentato e rischiava di farle ritardare l’incontro con i suoi amici. Ecco
se io dovessi scegliere una ed una sola delle cose che rimpiango del mio remoto, è quel
tappeto color blu di prussia tempestato da pepite d’oro, che non ho mai più ritrovato in
nessuno dei cieli che hanno attraversato la mia vita.
Tutto questo per dirvi di quanti danni abbia fatto lo spreco energetico, i manifesti luminescenti,
i lampioni in numero eccessivo, le lampade al alto consumo energetico. Non è solo una
questione di risparmiare il pianeta, secondo me, ma è proprio un recuperare talune cose
preziose che si sono perse strada facendo.
Quindi per dare il mio contributo all’iniziativa di Comida per la giornata del m’illumino di meno,
ho preparato questa ricettina molto semplice ma buona. Gustosa, ecco.
M’ILLUMINO DI MENO 2008
Giornata Internazionale del Risparmio Energetico
Buone abitudini per il 15 febbraio (e anche dopo!)
1. spegnere le luci quando non servono
2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici
3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in
modo che possa circolare l’aria
4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma
sia più ampia del fondo della pentola
5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre
6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria
7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne
8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni
9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni
10. utilizzare l’automobile il meno possibile e se necessario condividerla con chi fa lo stesso
tragitto.
E ricordati di spegnere tutte le luci e i dispositivi elettrici non indispensabili venerdì 15 febbraio
alle ore 18!
Pescato aromatizzato all’arancia
35
Ricettario
un pezzo di pesce con la polpa e spinato
1 gamberone e 10 vongole a testa
aneto, erba cipollina e timo.
3 arance
1 lime
sale, pepe e olio
Pulire il pesce e tagliarlo a dadolata a pezzetti piccoli, nel
frattempo far aprire le vongole, meno di 5 minuti di fornello,
e sgusciarne la metà. Portare a bollore un pentolino con
l’acqua. Mettere il pesce e le vongole sgusciate a marinare
nel succo di 2 arance e del lime, a cui si saranno aggiunti
l’aneto, l’erba cipollina e il timo, condire con olio sale e pepe
(se lo avete sarebbe perfetto il sale affumicato che esalta
questo tipo di preparazioni).
Sbucciare la terza arancia eliminando tutta la pellicina, tagliarla in dadini ed unirla al
pesce. Scolare il succo d’arancia, e mettere il pesce nelle forme ad anello, uno per
persona (quindi regolatevi sulla grandezza) porre l’anello su una griglia, quelle che si
usano per il vapore (se non l’avete fregatevene ed usate un piatto normale, l’unica
accortezza è di scolarne il liquido un paio di volte). Mettete la griglia sulla pentolina
che sobbolle e lasciatevela 5-10 minuti. Spiattare, stando attente a non scassare il
tutto nel togliere l’anello. Decorare con la buccia d’arancia, le vongole col guscio
messe da parte e la rucola.
Credo che l’unico consumo energetico che ha appesantito questo piatto sia quello del
camion carico d’arance partito dalla Sicilia.
piesse
Volutamente non ho citato alcun tipo di pesce, perchè è ovvio che in Liguria converrà
scegliere un pescato locale che potrebbe essere assai diverso da quello presente in
Sicilia o sull’Adriatico. Per venerdì, ma io direi di estendere la scelta anche negli altri
giorni dell’anno, cercate di scegliere pescati dei mari più vicini alle vostre cucine,
anche questo è un modo produttivo per risparmiare il pianeta.
http://www.fiordisale.it/2008/02/14/nel-buio-degli-anni-luce/
36
Ricettario
Pinza al cioccolato
Elisabetta di Pane e miele
I non veneti si chiederanno: pinza? ma di che parla questa? di attrezzature da officina?
I veneti che mi leggono invece penseranno: ma perchè, perché proprio una cosa sfigata come
la pinza?
La pinza è il dolce che accomuna tutto il Veneto. E' un dolce povero, il più povero che ci sia, a
base di pane raffermo e avanzi (che poi, a guardare bene, quelli che le nostre nonne usavano
non erano veri avanzi, ma piccole quantità di prodotti considerati preziosi, che venivano
accantonati appositamente per questa torta).
A seconda delle zone, alla pinza "codificata" (fatta con pane, latte, poca farina di mais, uova,
fichi secchi, uva passa, scorza d'arancia e semi di finocchio: quella che si mangia per l'Epifania
davanti al falò) si affiancano altri dolci, altrettanto tradizionali e storicamente poveri,
accomunati dall'elemento base, pane vecchio oppure polenta: a Venezia la nicolòta (dolce
antico, che prende il nome dalla parrocchia di San Nicolò dei Mendicoli a Dorsoduro, per secoli
la più povera della città); a Vicenza il macafame a base di pane vecchio e mele; nel Polesine la
torta vilana; nella pedemontana la pinza co' la zhuca ... la lista è lunga quanto l'elenco dei
campanili di questa regione.
E' un po' riduttivo parlarne così, perchè questa vera e propria "famiglia" di dolci rappresenta
una fantastica chiave di lettura della nostra storia sociale. Ahi ahi ahi, qui comincia a parlare la
storica... allora, prendo un respiro, conto fino a dieci e rientro nei panni della spadellatrice.
Dunque, dicevo... perchè ho scelto questo dolce?
Perchè è "ecologicamente corretto" - o almeno lo è più
di altri.
Gli ingredienti stanno in ogni cucina, tanto più che la
ricetta non è vincolante, fatta eccezione per pane, latte
e uova. Non c'è bisogno di fare una spedizione al
supermercato per procurarsi l'occorrente. Non solo, è
utilissima per eliminare avanzi: per me, prima di tutto il
pane che mio figlio porta da scuola (industrialissimo,
nonostante la mensa bio), al cui gusto, qui a casa, ci
stiamo disabituando.
Può essere cucinato anche senza forno a gas/elettrico:
se avete una cucina economica (fortunati voi!) viene
benissimo, ma anche il caminetto va bene, anzi: il
metodo di cottura tradizionale prevede la cottura sotto
le braci. Uno dei nomi affibbiati alla pinza era infatti
putana soto el fògo: simpatico nomignolo giustificato
dal fatto che il pane vecchio/gli avanzi di polenta usati
per l'impasto si accompagnavano praticamente con
qualsiasi cosa capitasse di avere in dispensa (ed era già
un miracolo che ci fosse qualcosa, di avanzo in cucina!),
e che il tutto si cucinava sotto le bronse del focolare.
E grazie al caminetto potete cenare senza bisogno di accendere una sola lampadina.
Questa mia versione può tornare utile per eliminare i prossimi residui di uova pasquali.
La presenza del cioccolato, in ogni caso, la rende maggiormente gradita ai bambini, rispetto
alle ricette più "ortodosse".
Per una teglia della misura 15 x 25 (la pinza è sempre rettangolare):
tagliare a fettine 200 gr di pane bianco raffermo e metterlo ad ammollare con 1
bicchiere di latte tiepido. Quando è ben morbido, ridurlo "in pappa" (come si dice da
37
Ricettario
noi) e mescolarlo a: 50 gr di avanzi vari (biscotti, crackers, cereali da colazione...
tutto sbiciolato), 2 uova, 100 gr di zucchero, una manciata di frutta oleosa spezzettata
(nocciole, mandorle, noci), 50 gr di cioccolato fondente grattugiato, 50 gr di frutta
candita (in questo caso ho usato della zuccata che mi capitava giusto di avere, ma
vanno bene anche cedrini, ciliegie, zenzero, meglio se mescolati insieme), 1
bicchierino di grappa (se ne avete usate quella in cui si conserva l'uvetta), 1/2 bustina
di lievito per dolci o cremor tartaro.
Ungere e spolverare la teglia con pangrattato o farina per polenta, versarvi il
composto e cuocere per 45 minuti nel forno preriscaldato a 190°, coprendo con un
coperchio o con un foglio di alluminio per i primi 20 minuti.
http://panemieleblog.blogspot.com/2008/01/pinza-al-cioccolato-per-milluminodi.html
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Ricettario
Pizza al tegame
Annina di un diavolo per fornello
La mia ricetta più che "a lume di candela" è stata consumate a "lume di fornello" veloce e
pratico... senza usare Kwatt di forno elettrico acceso ECCO a VOI la mia PIZZA al TEGAME!
La ricetta è frutto di anni di esperienza da studente universitario fuori sede del maritino...
quando si è in quella condizione di "vita" non si fa che risparmiare... IN OGNI SENSO e così è
nata la pizza cotta al tegame...
Gli ingredienti decideteli pure
voi... la cosa + importante e' il
METODO DI COTTURA...
Stendete la vostra pizza (rigorosamente impastata a mano) e fatele prendere la forma
circolare della padella antiaderente che precedentemente avete imburrato...
Adagiatela sulla padella ben calda e cuocete a fuoco medio cinque minuti per lato...
una volta girata per far cuocere l'altro lato aggiungete gli ingredienti (per ultimo il
pomodoro) e cuocete con il coperchio per circa 5 minuti...
Servire calda!
http://diavoloperfornello.blogspot.com/2008/01/millumino-di-menoe-soncontenta.html
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Ricettario
Pollo alla salsa di arachide
Vera di Brik e Brok (Burkina Faso)
Pollo alla salsa di arachide oppure mafé (Senegal), moambe (Congo), owondo (Cameroun) ecc
...
L'idea di questa iniziativa é quella di sprecare il minimo di energia, contribuendo così a un
ambiente migliore. Siccome in Africa, l'energia elettrica di per se è già poco abbondante e
molto costosa diventa più "facile" farne un uso moderato. E di "black out" ce ne sono quasi
tutti i giorni ! ... Rimangono però altri problemi ... come l'eccessiva dipendenza dei prodotti
importati, che induce un aumento dell'inquinamento per via dei trasporti. Un fatto rivelatore di
questi meccanismi : il riso locale (una delle basi della alimentazione africana) costa di piu che il
riso importato dalla Thailandia ! ...
Per questa ricetta, sono andata al mercato in bici e ho comprato solo prodotti locali ! E l'ho
mangiata a lume di candela ... Voilà !
Ingredienti:
800 gr di pollo (oppure manzo, oppure montone), 250 ml di olio di arachide, 1 cipolla,
3 carote, 2 topinambur, 3 gombo, 200 gr. di polpa di pomodoro, 250 gr. di pasta di
arachidi, 2 foglie d'alloro, 1 cucchiaino di soumbala in polvere (condimento).
Soffriggere la cipolla con la carne, aggiungere il pomodoro e la pasta di arachide,
aggiungere un pò d'acqua e portare a ebollizione. Aggiungere le verdure a pezzetti e
cuocere ancora per 45 mn facendo attenzione che la pasta di arachidi sia
completamente sciolta. Servire con riso bianco.
http://brikebrok.over-blog.com/article-16242232-6.html
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Ricettario
Polenta verde
Ery di Piccole magie vegan
Ecco la mia ricetta per l'iniziativa "M'illumino di meno".
Trovo che sia un'ottima cosa, oggi cercherò di non usare la macchina, di non accendere la tv,
nè troppe luci, usare pochi fornelli, non lavarmi.. ( :-D ) ...purtroppo il pc è indispensabile e
deve stare acceso!!
Ingredienti per 4 persone:
1 confezione di farina di mais
200 gr spinaci
500 gr funghi orecchioni ( ho scoperto da poco questi funghi dalle ottime proprietà
nustrizionali)
aglio
2 cucchiai prezzemolo tritato
2 cucchiai olio e.v.o.
vino bianco ( facoltativo)
Preparazione:
Riscaldare in una padella 1 cucchiaio di olio e.v.o. con due spicchi di aglio, aggiungere
gli spinaci precedentemente scottati in acqua bollente, salare subito e cuocere per 10
minuti. Scolare gli spinaci, eliminare l'aglio e tritarli glossolanamente con un coltello.
Preparare la polenta come indicato sulla confezione. Nel frattempo riscaldare in una
padella l'altro cucchiaio di olio e.v.o. con uno spicchio di aglio e i funghi. Tenere la
fiamma piuttosto alta, mescolando spesso. Dopo pochi minuti stufate con il vino
bianco, lasciare evaporare l'alcol, unire il prezzemolo tritato e togliere dal fuoco.
Quando la polenta è praticamente cotta, unire gli spinaci, regolare di sale e pepe.
Versare la polenta in una teglia che possa andare in tavola coprire con i funghi trifolati
e servire ben caldo.
http://magievegan.blogspot.com/2008/02/polenta-verde-per-millumino-di-meno.html
41
Ricettario
Polpette alla cacciatora
Ady di Diario di una Passione
Questa ricetta è la ricetta del Giovedì a Primaditutto di qualche settimana fa.
In realtà avevo dimenticato di pubblicarla, a farmelo ricordare è stata Lucri.
Io non conosco personalmente Lucri, così come ovviamente non conosco la maggior parte delle
persone che il giovedì mattina seguono la mia rubrica a Teleponte.
Qualche giorno fa mi ha scritto un sms chiedendomi di pubblicare la ricetta sul blog, il suo
messaggio finiva con ..."grazie di esistere.."
Ora potevo io non postare la ricetta secondo voi, eheheheh?
Anche se la sua opinione probabilmente è sua e solo sua, solo per il fatto di averlo pensato e
detto merita considerazione, e allora grazie a te Lucri, e adesso mi aspetto un commento qui
sulle polpette!!!
Inoltre ho pensato che queste polpette potevano tranquillamente partecipare all'iniziatva di
Comida, in quanto gli ingredienti sono di facilissima reperibilità, la cottura è minima e poi come
si vede dalla foto posso essere mangiate con delle forchettine a lume di candela!
500 gr. di carne macinata manzo o
vitello
50gr. di mortadella tritata al coltello
50 gr. di parmigiano grattugiato
100 gr. di latte
100 gr. di mollica di pane
1 uovo
aglio 2 spicchi
rosmarino due rametti
½ bicchiere di vino bianco
3 cucchiai di aceto di vino bianco
In una ciotola amalgamare la carne
macinata con la mortadella tritata al
coltello, il parmigiano, il pane
ammollato nel latte e strizzato, l'uovo , il sale e il pepe.
Formare le polpette della dimensione preferita e rosolarle in padella con un filo d'olio,
gli spicchi d'aglio in camicia ed il rametto di rosmarino.
Sfumare con il vino bianco, far cuocere 10 minuti, quindi sfumare con l'aceto e
servire.
Sono veramente veloci e facilissime da fare, ma sono saporitissime!!
http://diariodiunapassione.splinder.com/post/15869167
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Ricettario
Polpette d’avena
Alessandra ovvero Chocolat di Cooking in Rome
1 tazza di fiocchi di avena
1 1/2 tazza di latte di soia
2 cucchiai di levito in scaglie
2 cucchiai di gomasio con spirulina
pane grattato quanto basta
Mettere a bagno i fiocchi di avena con il latte di soia per 10 minuti. Aggiungere il
lievito in scaglie ed il gomasio. Aggiungere tanto pane grattato in modo da ottenere
un impasto morbido per formare delle polpette e abbastanza umido per poter
ripassare poi le polpette nel pangrattato.Porre le polpette su una teglia da forno e
mettere un po' di olio su ogni polpetta. Cuocere in forno a 200° per 15-20 minuti o
fino a doratura delle polpette.
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Ricettario
Polpette di pane e formaggio
Mariluna di Via delle Rose
Il ricordo di questa ricetta povera mi é scattato leggendo il post di Elisabetta sulla sua Pinza al
cioccolato fatta con i resti del pane, questa mia, é una ricetta antica, quando pochi ingredienti
erano a disposizione in casa, giusto il pane, formaggio e uova. L'ho avuta dalla mia cara amica
Caterina, pugliese, che le preparava con il pane con la mollica del pane di Altamura ed il
formaggio pecorino stagionato del suo paese. Se ne faceva una scorta al ritorno dalle vacanze
pugliesi. Difficilmente, si possono abbandonare certi sapori, che richiamano la propria terra. Ho
ripescato questa ricetta dalla mia memoria pensando al risparmio di energia e per darvene un
esempio di recuperazione del pane non consumato un po' raffermo, ma non troppo. Penso sia
adatta all'iniziativa di Comidademama, lanciata dalla trasmissione radiofonica Caterpillar
"M'illunimo di meno". Una cenetta lume di candela con un piatto semplice , non elaborato ne'
nell'esecuzione ne' negli ingredienti, da utilizzare gli avanzi o ingredienti che tutti abbiamo
nella propria dispensa.
Mollica di pane raffermo - formaggio
pecorino grattugiato, stagionato o
semi stagionato - uova - lette- salepepe in grani. Salsa di pomodoro al
basilico e cipolla.
Non ho messo le quantità, usate il
pane che vi avanza, e non
necessariamente il pane di Altamura,
(tranne i pugliesi, ovviamente),
mixate la mollica togliendo la crosta
che é troppo dura. Aggiungete un po
di latte per ammorbidire e una per 3
parti di mollica aggiungete una parte
di formaggio grattugiato, uno o due
uova, un pizzico di sale ( anche senza, se il formaggio é il pecorino stagionato), pepe
in grani e aromatizzate con quello che avete in casa, prezzemolo, basilico, menta,
rosmarino o qualsiasi altro profumo che preferite, io ho usato la Nipitella o Nepitella,
pianta aromatica simile alla menta, acquistata l'estate scorsa in Toscana.
Lasciate riposare l'impasto per una mezzoretta. Formate delle polpette ovali che
andrete ad appiattire e fatele rosolare appena in una padella con olio evo, 5 minuti
per parte. Aggiungete nella padella della salsa di pomodoro gia pronta fatta in
precedenza, o anche quella che vi avanza quando la preparate per condire la pasta.
Lasciate ,nella salsa, gonfiare le polpette per 10,20 minuti, in modo che prendano
bene la salsa e gustatele......come vi pare sono deliziose.
Per meglio mettere in evidenza le polpette le ho fotografate prima di cuocerle nella
salsa.
http://viadellerose-miceli.blogspot.com/2008/02/polpette-di-pane-e-formaggioper.html
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Ricettario
Ravioli aperti alle carote con pesto di noci
Kja de Il Pranzo di Babette
Le consegne consistono nell’ evitare l’uso del forno e di tutti gli elettrodomestici che
consumano molta energia, nell’ abolire proteine animali e ingredienti esotici per ottenere e
trasportare i quali si produce molto inquinamento oltre al suggerimento di cenare a lume di
candela, dovendo rinunciare a quella elettrica. Alla luce di queste limitazioni, scusate il gioco di
parole, pensare una ricetta per l’evento non è stato immediato, almeno per me. La difficoltà
che ho evidenzato non riguardava tanto l’omissione di carne, uova o latticini, anzi trovo che la
mia creatività sia stimolata se devo cucinare vegan, ma piuttosto la rinuncia a spezie e
ingredienti esotici. Mi sono resa conto di quanto la mia cucina sia profondamente legata a
polveri, radici e semi che hanno il potere di conferire attraverso i loro profumi e sapori l’allure
di luoghi lontani.
Dopo lungo tergiversare mi sono infine decisa per una pasta fresca, non all’uovo, per la quale
ho voluto una veste a pois arancioni; una carota con un bel ciuffo verde acquistata nel
mercatino vicino a casa si è prestata perfettamente allo scopo.
Sforzandomi di pensare locale non potevo che attingere dal giardino; la nonna Irma ha
piantato delle erbe aromatiche in alcune aiuole, nel ricordo malinconico della sua vita da
contadina e con la previdenza che le deriva da quei trascorsi. E così foglioline di timo dai
riflessi argentei hanno arricchito il piatto con una nota pungente e balsamica che fa risaltare la
dolcezza della pasta alla carota e il candore del pesto di noci.
per 2 persone
carote peso netto 100 g
farina 100 g
sale la punta di un cucchiaino
scalogni 2
gherigli di noce 40 g + 10 g per rifinire
olio extra vergine di oliva
timo 1 rametto
Per la pasta fresca alla carota
Grattugiate le carote un paio di ore prima di
fare la pasta fresca, in modo che perdano un
po’ di umidità. Pesate 35 g di carote
grattugiate e tritatele finemente con la
mezzaluna. Mescolatele in una ciotola con la
farina e il sale e aggiungete un pochino di
acqua fredda. Amalgamate gli ingredienti con
un cucchiaio e poi impastate con le mani,
unendo altra acqua se necessario. Lavorate
fino ad avere una pasta elastica, quindi
infarinatela lievemente e ponetela a riposare
per 20 minuti sul tavolo coperta dalla ciotola.
Stendete la pasta con un mattarello, quindi
tiratela con la sfogliatrice in sfoglie di medio
spessore. Tagliate la pasta a quadri oppure
ricavate dei cerchi con un coppapasta.
45
Ricettario
Per il pesto di noci
Tagliate a velo gli scalogni, fateli appassire a fuoco dolcissimo con un cucchiaino di
olio e 150 ml di acqua. Pestate 40 g di noci in un mortaio. Quando gli scalogni sono
sfatti e l’acqua evaporata, riduceteli in purea nel mortaio, quindi uniteli alle noci e
mescolate con un cucchiaio di olio.
Portate a bollore dell’acqua, salate e unite una goccia di olio. Lessate la pasta per 3-4
minuti, scolatela con l’aiuto di una schiumarola. Allungate il pesto di noci con qualche
cucchiaio di acqua di cottura in modo che diventi cremoso. Ripartite la pasta nei piatti
in modo armonioso e conditela con cucchiaiate di pesto. Rifinite con le foglioline di
timo e dei pezzettini di noce e decorate con dei mucchietti di carote grattugiate.
http://www.ilpranzodibabette.com/index.php/2008/02/10/ravioli-aperti-alle-carotecon-pesto-di-noci/
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Ricettario
Risotto alle Mele e Malvasia del Maiale
Kat e Remy di Cuochi di carta
Risotto alle Mele e Malvasia del Maiale. Sembrava fatto per noi e per l'occasione:
Le mele e le cipolle sono cresciute davanti all'uscio. Le alleva il nostro padrone di casa. Non
hanno mai conosciuto la cella refrigerata. Basta il "frescolino" del pianerottolo del solaio. Anche
quello gentilmente concesso dal padrone di casa. La salvia fa parte del nostro modestissimo
giardino dei semplici che è sopravvissuto all'inverno grazie ad una spessa coltre di foglie
secche. Quelle degli alberi che hanno fornito le mele ;-)
Il riso è da sempre merce di scambio tra la Valle d'Aosta produttrice di burro e formaggi e il
Vercellese. La nostra Malvasia nasce a Nus (km 12) e per scendere in cantina a prenderla
abbiamo usato una pila a carica manuale !
La ricetta del Maiale ubriaco che citiamo pari pari:
"Ingredienti x 4 persone
230 g di riso Vialone Nano
2 cipolle bianche grandi
4 mele renette
salvia fresca
bacche di ginepro
40 g di burro
1/2 bicchiere di Malvasia
parmigiano
sale
pepe
Lasciate imbiondire nel burro fuso le cipolle affettate grossolanamente insieme con alcune
foglioline di salvia fresca spezzettate con le mani ed una manciata di bacche di ginepro.
Tostatevi il riso e sfumate con il mezzo bicchiere di Malvasia. Versate un mestolo di acqua
bollente preparata precedentemente continuando per circa 10 minuti avendo cura di
rabboccare solo quando tutta l'acqua sia stata assorbita. Aggiungete le mele lavate, asciugate
e tagliate a tocchetti grossolani con tutta la buccia. Mescolate e aggiustate di sale e di pepe.
Portate a cottura, spegnete il fuoco e mantecate con una gentile spruzzata di parmigiano.
Lasciate riposare coprendo la pentola col coperchio per 5 minuti buoni. Impiattate in piccole
scodelle, guarnendo con qualche bacca di ginepro, il pepe, la salvia e la mela affettata sottile."
La nostra interpretazione :
- 1 cipolla gialla (quella ci hanno regalato)
- mele sbucciate perché inevitabilmente
vizze
- niente parmigiano
- olio evo al posto del burro (la tradizione e
la vicinanza vorrebbero il burro ma se ha da
esse vegan...)
La sera di San Valentino lo rifacciamo, al
lume di candela :-)
http://cuochidicarta.blogspot.com/2008/02/risotto-godurioso-e-risparmioso.html
47
Ricettario
Risotto con gamberetti e porcini
Cocò di Sale e Pepe quanto basta
Ma come mi è venuto in mente questo titolo ancora non lo so, comunque riflettendoci un poco
per aderire all'iniziativa M'illumino di meno avevo pensato ad un piatto crudo dove quindi
l'energia elettrica o il gas non venissero utilizzate, poi ci ho ripensato e mi son detta che senso
ha lasciare il piatto crudo se poi gli ingredienti mi arrivano da Treviso piuttosto che da Nuoro o
dalla Grecia con quel che comporta di dispendio energetico il trasporto degli stessi. Allora il
miglior risparmio energetico l'averei avuto utilizzando prodotti reperibili a due passi da casa
mia consumando poi il risultato finale, che richiede in fondo una ventina di minuti di cottura in
totale, romanticamente a lume di candela.
Insomma a farla breve ho preparato un Risotto con gamberetti e porcini.
Vi sento già chiedere che c'entrano i pochi chilometri? C'entrano eccome pensate un poco che
il riso utilizzato viene prodotto e commercializzato dall'azienda agricola Favella nella piana di
Sibari a meno di venti chilomentri da casa mia e vi assicuro non ha nulla da invidiare al nordico
Carnaroli o al mio preferito Vialone Nano, i gamberetti sono quelli di Schiavonea ed i porcini i
nostri Silani, quando se ne trovano in abbondanza acquisto questi prodotti e li congelo
centellinandone poi l'utilizzo in cucina.
Per due piatti di risotto:
2 tazzine da caffè colme di riso Karnak
1 tazza di gamberetti sgusciati
1 porcino fresco
1 spicchio d'aglio
olio extravergine d'oliva
brodo vegetale
50 ml di vino bianco secco
1 noce di burro
1 ciuffo di prezzemolo
sale e pepe q.b.
Scaldiamo un filo d'olio con l'aglio uniamo il fungo ridotto a piccole fettine e i
gamberetti, facciamo appena rosolare poi aggiungiamo il riso e lasciamolo tostare
mescolando con un mestolo di legno, sfumiamo col vino, poi portiamo a cottura con il
brodo, aggiungendolo un pò alla volta. Aggiustiamo di sale e pepe poi mantechiamo
col burro e serviamo dopo aver cosparso di prezzemolo sminuzzato.
http://saleepepequantobasta.blogspot.com/2008/02/millunino-di-meno-il-risottopochi.html
48
Ricettario
Risotto al radicchio
Monique di quantocepiacechiacchierà
Ieri finalmente ho avuto tempo per prepararmi la cena con calma..sono stata dal dentista e
avevo voglia di farmi qualcosa di buono, per premiarmi di essere stata brava e non essermi
lamentata...di certo la dose da cavallo di anestesia ha aiutato, ma comunque..
Ho deciso di preparare "risparmiando", così da poter finalmente pubblicare la mia ricetta per
"M'illumino di meno", l'iniziativa lanciata per la quarta volta da Radio2 all'interno della
trasmissione Caterpillar: la giornata internazionale del risparmio energetico, il 15 febbraio
2008, vigilia dell'anniversario dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto. Se volete saperne di
più, andate qui.
Ingredienti:
radicchio
riso
latte
brodo
Purtroppo quando cucino solo per me
faccio abbastanza ad occhio...ho
tagliato a listarelle sottili mezzo
radicchio, l'ho fatto appassire in
padella per circa 5 minuti in un po'
d'olio d'oliva, poi ho aggiunto un
goccio di latte.
Ho messo in una pentola piccola un
goccio d'olio con lo scalogno tritato fine, ho buttato il riso e l'ho fatto tostare per
qualche minuto. Ho quindi aggiunto il brodo via via facendolo asciugare. A cottura
ultimata, ho impiattato il riso in una "corona" di radicchio.
http://quantocepiacechiacchera.blogspot.com/2008/01/millumino-di-meno-risotto-alradicchio.html
49
Ricettario
Praline di frutta secca al cioccololato
Lenny di Una finestra di fronte
Riciclare frutta secca (ultima puntata) ovvero "come riciclare delizie proibite, riproponendole
sotto mentite spoglie": dedicato ai fantasiosi che nella vita non amano fare i calcoli (delle
calorie).
Ingredienti (circa 20 pz)
20 mandorle
100 g fichi secchi (o 100 g albicocche secche)
100 g datteri
100 g uvetta
25-50 g cioccolato
1 cucchiaio rum
Decorazione
granella mandorle
50 g cioccolato latte
50 g cioccolato fondente
Preparazione (Per la preparazione di queste dolcezze le dosi consigliate, possono
essere agevolmente trasgredite, senza ripercussioni gravi per la riuscita delle stesse).
Triturare finemente i fichi secchi (o le albicocche), i datteri e l'uvetta, amalgamando il
tutto con del cioccolato fuso sufficiente a "legare" il composto ed infine, profumare
con il rum. Mescolare bene e, prelevando piccole quantità alla volta, modellarle, dando
la forma sferica, inserndo nel cuore una mandorla tostata. Quindi rotolarle nella
granella di mandorle e a solidificazione raggiunta, adagiare le praline su una gratella e
ricoprirle con il cioccolato fuso. Infine disporle nei pirottini e gustarle con parsimonia.
http://unafinestradifronte.blogspot.com/2008/02/cioccolato-fantasia-e-praline-difrutta.html
50
Ricettario
Salame al cioccolato
Francesca di FrancescaV.com
Io vi propongo per questa inziativa il salame al cioccolato, un classico dolce che si fa in casa,
molto facile da realizzare e che piace un po’ a tutti. Nel realizzarlo per risparmiare l’energia
elettrica ho fatto attenzione ad usare solo gli elettrodomestici che ho già in funzione in casa, il
frigorifero e i termosifoni, e ad usare ingredienti equo e solidali. Il salame al cioccolato è
venuto benissimo ed oggi l’ho portato anche in ufficio :-)
Ingredienti: 400 gr. di biscotti
secchi, 110 gr. di zucchero, 50
gr. cacao amaro, 120 gr. burro di
soia (o normale), 2 uova.
Ho tirato fuori dal frigo il burro
molto tempo prima, per farlo
ammorbidire a temperatura
ambiente. Intanto ho sbriciolato i
biscotti a mano, mettendoli in una
busta di plastica chiusa, e
passandoci sopra il mattarello.
Con questo metodo i biscotti si
sbriciolano velocemente, bene, e
non si usa l’elettricità. Ho preso il burro ammorbidito a temperatura ambiente e l’ho
poggiato per circa 5 minuti sul termosifone accesso, fino a quando era praticamente
sciolto. L’ho poi lavorato con la forchetta per amalgamarlo e scioglierlo
definitivamente. In una ciotola ho sbattuto le uova con le zucchero, aggiunto il cacao
setacciato e il burro, girato per far amalgamare, ed infine ho messo i biscotti
sbriciolati. Aiutandomi con un cucchiaio ho reso tutto l’impasto omogeneo. Ho
foderato un piatto rettangolare con carta argentata e poi con carta da forno su cui ho
passato un po’ d’olio. Con il cucchiaio ho messo il composto sul piatto, e chiudendo la
carta forno ho dato la forma al salame di cioccolato. Ho rischiuso sopra anche la carta
argentata, chiudendo anche alle estremità, e messo inf rigo. Il dolce deve stare in
frigo almeno 12 ore.
http://www.francescav.com/2008/02/salame-cioccolato/
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Ricettario
Satay di seitan
Stefano di VeganItalia
Il satay è un piatto di origine indonesiana/malese ora molto diffuso anche nella Thailandia del
sud. In questo versione, totalmente a base vegetale, si usa del seitan naturale.
1 kg di seitan
due cipolle oppure 5 porri
2 spicchi d'aglio
un peperoncino piccante
50 gr zucchero
2 cucchiai di aceto di mele
2 cucchiai di salsa di soia
1 cucchiaio di olio di sesamo
2 cucchiai di polvere per curry
un pizzico di cumino macinato
un pizzico di chiodi di garofano macinati
100 gr di arachidi tostate
Per la salsa:
100 gr di arachidi tostate
2 cucchiai di olio di girasole
un cucchiaino di zucchero
un cucchiaio di succo di limone
un pizzico di peperoncino
Preparare la marinata macinando o frullando le arachidi tostate insieme a tutti gli altri
ingredienti, escluso lo spezzatino. Immergere il seitan nella marinata e lasciarcelo per
tutta la notte (eventualmente tenendoli in frigorifero in un contenitore ermetico).
Al momento di preparare il piatto, fare la salsa macinando o frullando insieme gli
ingredienti.
Fare cuocere lo spezzatino in una padella antiaderente insieme alla marinata
(aggiungendola man mano che si asciuga), oppure infilare lo spezzatino sugli spiedini
e farli cuocere alla griglia bagnandoli ogni tanto con la marinata. Servire caldi
accompagnando con la salsa e del riso lessato.
52
Ricettario
Sugo barbabietoloso
Petula de La cuoca petulante
La mia fortuna è vivere a due passi da un enorme mercato ortofrutticolo e avere da anni il
verduriere di fiducia che produce quasi tutto dai suoi campi compreso il preparato per
minestrone e le barbarbietole cotte ;-)
Kilometri percorsi: 500 m
Nello stesso mercato trovo pasta artigianale, pane cotto nel forno a legna e una miriade di
sott'aceti e sott'oli.
Un sugo lentissimo con fuoco al minimo ... ideale è procurarsi le piastre spandifiamma in ghisa
(le vendono in quasi tutti i supermercati e negozi di casalinghi), in questo modo si risparmia
sul gas e si ha una cottura più delicata.
1 barbabietola cotta
3 carote
1 cipolla rossa grande
1 tazza di acqua
1 cucchiaio d'olio extra vergine
sale
pepe macinato al momento
1 manciata di capperi dissalati o di olive nere triturate
2 foglie di salvia
qualche foglia di insalata rossa
Affettate le carote e la cipolla e fatele stufare nell'olio con un
pizzico di sale fino a quando non diventano morbidissime.
Unite la barbabietola a pezzetti, l'insalata spezzettata, coprire
con acqua e far cuocere fino a quando tutto non si sarà
disfatto. Frullare velocemente o passare al passaverdure,
unire le olive o i capperi e far cuocere ancora per 5 minuti.
Il sugo barbabietoloso è leggermente dolciastro e ideale è
smorzarne l'effetto con una manciata di capperi o di olive o dell'insalata rossa amara (io ho
messo entrambi ;-D). Perfetto
con la pasta, si adatta (se tenuto più denso) a far da purea per tofu o seitan alla piastra.
http://lacuocapetulante.blogspot.com/2008/02/m0illumino-in-ritardo-ilsugo.html
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Ricettario
Tacchino senza cottura, zucca e topinanbour
Sandra di Un Tocco di Zenzero
Saper razionalizzare l’energia dovrebbe essere materia nelle scuole elementari.Rispettare
l’ambiente dovrebbe essere educazione familiare fin dalla tenera età!
petto di tacchino 600 grammi
zucca (tagliata a cubetti) 250 grammi
topinambur (pelati e tagliati a cubetti) 150
grammi
sedano due ciuffi (avanzati dai gambi)
pepe rosa un cucchiaino
pepe (lungo) indonesiano 2 bacche
porro qualche rondella
funghi secchi (gallinacci o finferli) una
manciata-ammollati
sale un pizzico
per condire
salsa di soia 1 cucchiaio
olio e.v.di oliva ligure (o comunque dal
sapore delicato) 1 cucchiaio
sesamo tostato 1 cucchiaino
dosi da 4
Sicuramente molti di voi leggendo il titolo si
saranno chiesti se sono impazzita..Tacchino
senza cottura!! Invece no.il procedimento è
semplicissimo e vi permetterà di ottenere
risultati incredibili.
Fatevi dare dal macellaio un pezzo di petto
di tacchino, senza farlo battere ( di solito i bravi macellai tendono a ridurre le carni in
una fettina tipo sottiletta)..al momento fatidico il mio urlo arriva sempre ad un
millisecondo dal gesto. sbang! :-)))
Adesso viene il bello… portate ad ebollizione dell’acqua (in una pentola capiente),nella
quale avrete messo tutti i gusti (pepe rosa/indonesiano/porro/sedano).Spegnete il
fuoco e a questo punto mettete all’interno della pentola il petto di tacchino (o
pollo,oppure anche del pesce).. coprite e lasciate in infusione per circa 2 ore e mezza
tre.
Nel frattempo preparate le verdure ed i funghi,facendole saltare in una padella (ma
senza cuocerle troppo,dovranno risultare croccanti) con pochissimo olio,gas minimo e
praticamente niente sale;aggiungete all’ultimo qualche rondella di porro che avrete
tenuto da parte.Preparate la salsa mescolando la soia,l’olio e il sesamo tostato.
Quando è pronto tirate fuori il petto di tacchino dalla pentola,asciugatelo bene e
tagliatelo a dadini e listarelle.
Conditelo con la salsa e servite subito.
54
Ricettario
Questo metodo di cottura vi stupirà per la morbidezza delle carni.E’ fantastico..
mentre la carne cuoce,potrete occuparvi di fare altro,magari leggere un bel libro.. a
lume di candela!
Il mio consumo energetico si è ridotto ad una lampadina in cucina (quella del piano di
lavoro), a pochissimo gas consumato per la cottura ed a un paio di candele accese
durante la cena… ;-))))
http://www.untoccodizenzero.it/index.php/eventi/millumino-di-menotacchino-senzacottura-zucca-e-topinambur/
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Ricettario
Tagliatelline con petali di rose
Marcella di Zenzero
Per 2 persone: 200gr di tagliatelline rustiche, perchè raccolgono meglio il
condimento,1 bicchiere di spumante brut,20 gr di burro,1 bicchierino di panna da
cucina, 1 cucchiaio scarso di farina,1 scalogno,sale pepe q.b, petali di 1 rosa non
trattata.
Triturare sottilmente lo scalogno che farete appassire con il burro in padella,unire la
farina diluita nello spumante facendo attenzione che non si formino grumi, e la
panna.Con questa salsina condire le tagliatelline al dente e ben scolate.Guarnirle con
petali di rosa non trattata e puliti con carta da cunina innumidita.
http://zenzero2.blogspot.com/2008/02/millumino-di-meno-2008.html
56
Ricettario
Tagliolini al profumo di arancia
Tina di Dreamscometrue
Non sono altro che tagliolini fatti in casa, a mano (con olio di gomito), con un condimento
aromatizzato all'arancia.
Unico aiuto il mio nuovo tafanaro (per la def. vedere isabella), regalatomi a Natale dalla mia
dolce metà, non ancora utilizzato: lo stendipasta multipast Marcato. La scelta è dovuta al fatto
che, prima di tutto la pasta è fatta in casa (più economica di così!) con farina del mulino della
zona e uova del contadino; inoltre non c'è nulla che cucini più in fretta della pasta casalinga
(se non forse gli instant ramen! Ma questa è tutt'altra cosa e tutt'altra provenienza!).
Un altro motivo riguarda il condimento: scelte arancie non trattate della zona e latte fresco
intero prelevato dal distributore del latte vicinissimo a casa. Per il tocco finale basilico della mia
piantina personale.
L'uso del fornello è quindi limitato al portare a bollore l'acqua e a far addensare il latte, non più
di dieci minuti.
Ingredienti:
250 g di tagliolini fatti in casa
scorza di un'arancia non trattata
150 ml di latte fresco intero (o panna se
preferite)
80 g di burro
1 cucchiaino di olio di oliva
sale
pepe
basilico
Lavare l'arancia, prelevare la scorza (io sono
andata benissimo usando il pelapatate) e
tritarla finemente.
In una capace pentola portare ad ebollizione
l'acqua, poi aggiungere il sale (sapete che se
si aggiunge il sale quando l'acqua è fredda, si
innalza la temperatura di ebollizione, quindi
ci vuole più tempo e quindi più gas!?) e il
cucchiaino di olio e cuocere la pasta.
In una larga padella far fondere il burro,
unire la scorza e dopo un attimo il latte;
mescolare e fare addensare.
Scolare la pasta unirla subito al condimento, mescolando per farla insaporire.
Impiattare, unire una manciata di pepe macinato al momento, quanche foglia di
basilico spezzettato a mano e servire immediatamente.
Consumare categoricamente a lume di candela!!!
http://dreamthatcomestrue.blogspot.com/2008/02/tagliolini-al-profumo-diarancia.html
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Ricettario
Tofu e farro
La Vecia, al secolo La Terry,
Avevo trovato una ricetta molto simile su una rivista inglese e mi ha ispirato visto che avevo
sia del tofu in frigo che il pesto fresco fatto da me. Ho apportato qualche modifica ed ecco un
piatto completo, nutriente, gustoso e profumato di verdure estive e pesto.
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160 gr di farro semiperlato
200 gr di tofu
2 melanzane lunghe piccole (260 gr circa)
3 zucchine piccole (200 gr circa)
1 cipolla di Tropea
3 cucchiai di pesto
280 ml di brodo di verdure
sale
olio evo
Tagliare il tofu a cubetti, dopo averlo asciugato bene, metterlo a marinare con 2 cucchiai di
pesto per mezz'oretta.
Mettere a cuocere il farro in abbondante acqua salata per 30 minuti circa, una volta cotto
sgocciolarlo bene.
Nel frattempo tagliare la cipolla in 4 spicchi e poi a fettine fine e le melanzane e le zucchine a
fette.
Scaldare 1 cucchiaio d'olio evo in una padella e farvi saltare per 2/3 minuti il tofu tolto dalla
marinatura di pesto dove poi, in seguito alla scottatura breve, andrà rimesso.
Aggiungere in padella un filo d'olio e far appassire la cipolla per 2 minuti dopodiché aggiungere
le verdure, farle saltare e rosolare per qualche minuto e poi aggiungere il brodo e lasciar
cuocere a fuoco medio per 10/15 minuti, finché le verdure non risultino tenere.
Giusto qualche minuto prima della fine della cottura, riunire in padella con le verdure il tofu.
Una volta cotte unire le verdure con il farro, un'altro cucchiaio di pesto, mescolare bene,
impiattare e servire.
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Ricettario
Torta di kamut al limone e codette
Sara di fiordiviola
ore 17.00, merenda a lume di candela con favola di "zuppa di chiodo".
i pargoli grandi hanno apprezzato, tanto che dopo ci siamo trasferiti sul tappeto con coperte e
cuscini per una seconda favola a lume di candela. e poi un altra. e infine un'altra ancora( letta
e scelta da giacomo).
clementina, che a meta' della merenda si e' svegliata, mi guardava con gli occhioni spalancati
mentre leggevo.
ed ora ecco la mia ricetta a lume di candela, che non e' niente di magico ma e' fatta tutta con
prodotti con un consumo di energia relativamanete basso..
200 g. di farina di kamut(
comprata al mulino di biella)
200g.di farina 00( sempre al
mulino)
lievito per dolci
un pochetto di olio
1 limone scorza grattuggiata e
succo( limone degli suoceri)
3 uova( della vicina)
1 vasetto di yogurt bianco (
autoprofotto)
150g di zucchero di canna
equosolidale
codette per decorare.
Lavorare le uova con lo zucchero, aggiungere succo di limone,olio, le scorze .
Incorporare le farine setacciate con il lievito ed amalgamare. Versare in una tortiera
imburrata ed infarinata . cospargere con le codette colorate.cuocere in forno
preriscaldato a 180° con una copertura di stagnola o carta da forno per evitare di far
sciogliere le codette per circa 40/45 minuti.
il piu' abbiamo mangiato due mele del nostro frutteto e bevuto una spremuta di
arance.
http://fiordiviola.blogspot.com/2008/01/merenda-e-favola-al-lume-di-candela.html
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Ricettario
Torta di nocciole nella cucina a legna
Astrid di Alle isole Svalbard
150 g di nocciole dell'orto, sbucciate
e tostate in forno per qualche minuto,
quindi tritate con il tritacarne a
manovella
3 uova delle mie galline
180 g di zucchero di canna del
commercio equosolidale
200 g di farina per dolci soffici del
molino vigevano
(abitando nel profondo nordest non
ho potuto usufruire dei mulini locali
che producono principalmente farina
di mais)
100 g di burro della latteria
spilimbergo (circa 25 km)
latte delle latterie friulane (circa 20 km)
lievito per dolci
buccia grattugiata di un limone del mio giardino
chilometri percorsi per procurare gli ingredienti: 10
Attrezzi utilizzati per l'esecuzione della ricetta:
forno a legna per tostare le nocciole e cuocere la torta
tritacarne a manovella per tritare le nocciole
frusta a mano per lavorare gli ingredienti : Ho sbattuto le uova con lo zucchero fino a
renderle gonfie e spumose, ho aggiunto il burro fuso a bagnomaria e le nocciole, poi la
farina setacciata insieme con il lievito, la buccia grattugiata del limone e latte quanto
basta per avere un impasto fluido ma non troppo liquido.
Quindi ho versato l'impasto nello stampo foderato di carta da forno, e ho ricoperto lo
stampo con un foglio di alluminio. Questo accorgimento mi ha permesso di aprire il
forno per girare lo stampo senza far sgonfiare il dolce. Infatti il calore del forno della
cucina economica non è per niente uniforme ed è stato questo che ha rovinato il mio
primo tentativo. Ho girato lo stampo all'incirca ogni quarto d'ora, mentre verso fine
cottura ho tolto il foglio di alluminio e ho lasciato lo stampo ancora 10 minuti nel
forno.
Anche così il dolce è venuto leggermente troppo asciutto, forse 5 minuti senza
alluminio potevano bastare, comunque molto meglio dell'altra volta, quando la torta
era bruciata sopra e semiliquida all'interno...
torta di nocciole. Fino ad oggi non avevo mai provato a fare dolci lievitati in questo
forno, proprio per il calore non uniforme, ma penso che ne farò altri, almeno finché
dura la stagione fredda e teniamo acceso il forno.
http://isolesvalbard.blogspot.com/2008/02/un-tentativo-di-torta-2-riuscito.html
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Ricettario
Tortino di panzanella invernale
Salsadisapa di Qualcosa di rosso
Nella mia intramontabile rompi-fissa della roba di stagione, ho voluto rendere omaggio alle
tante e ottime verdure invernali che in questi giorni si trovano a poco prezzo ed alta qualità: e
allora spazio a sedani, carote, rape, cavolacee e simili! per minimizzare al massimo il consumo
energetico, ho utilizzato verdure in parte di produzione propria (w i nonni!) e in parte
comprate al supermercato sotto casa. e quando dico sotto casa intendo proprio in senso
verticale :-)
altra idea. parlando l'altro giorno con serena e ammorbandola con la mia suddetta fissa delle
stagioni, le ho illustrato l'intenzione di fare una specie di panzanella invernale, alla quale
seguirà fra qualche giorno anche una ratatouille invernale :-) e dunque: al bando pomodori,
cetrioli e altre verdure attualmente irreperibili, e spazio alla fantasia! il basilico,
apparentemente fuori stagione, non è un problema: è un'erba aromatica di facile coltivazione,
e se resisto dal brucarla come una capra o utilizzarla per una spaghettata, posso provare a
prolungarne la vita in un vaso a casa mia! :-P la ricetta è semplicissima: credo la conoscano
tutti, e posso dire che riadattata con le verdure invernali non ha nulla da invidiare alla
panzanella estiva... è davvero ottima, sana, facile, economica e soprattutto gustosa. buon fine
settimana!
ingredienti per 2 tortini
4 fette di pane raffermo (o anche
pane croccante tipo granetti del
mulino bianco o simili)
1 rapa rossa lessa
1/4 di finocchio
1 carota
1 sedano
una manciata di cavolo cappuccio
qualche foglia di basilico
uno spicchio di cipolla bianca
olio extravergine
aceto di vino bianco
sale e pepe
Ammollare il pane per venti minuti
in acqua fredda. strizzarlo bene con
le mani e sbriciolarlo accuratamente. Tagliare a piccoli dadini le rape rosse e condirle
in una ciotola. Lavare le verdure e tritarle a dadini molto piccoli: l'acqua dell'ultimo
risciacquo può essere riciclata per innaffiare le piante.
Mettere tutto, tranne le rape rosse, in una grande ciotola, e condire con olio, aceto,
sale e pepe. mescolare bene in modo che il tutto si amalgami uniformemente col
pane. Disporre i dadini di rapa rossa negli stampini di silicone inumiditi, aggiungere il
resto e pressare bene con le mani, fino ad esaurimento degli ingredienti.
Rovesciare nei piatti e servire con un filo d'olio: se è preparata qualche ora prima è
ancora più buona!
http://qualcosadirosso.blogspot.com/2008/02/qualcosa-per-tutti-millumino-dimeno.html
61
Ricettario
Voglia di primavera
Sunny di Sunnypam
E’ un richiamo ai colori, ai profumi ed ai sapori che sanno di leggerezza e di fresco.
Per questo l'altra sera mi sono preparata con cura una bella insalata fresca e colorata.
Non so se potrebbe concorrere all'iniziativa "m'illumino di meno" proposta da comida de mama
e dalla cuoca petulante , relativamente alla manifestazione promossa da Caterpillar per il
prossimo 15 febbraio, In ogni caso tutti gli ingredienti erano rigorosamente di provenienza
locale (tranne gli agrumi).
Ingredienti:
2 finocchi medi;
5 ravanelli;
10 olive nere denocciolate;
1 arancia;
1 carota;
la buccia rigata di 1 lime;
50 gr di giuncata
sale e pepe q.b.
1 cucchiaio di olio evo.
http://sunnypam.altervista.org/index.php?mod=read&id=1202164002
62
Ricettario
M’illumino di meno, solo un racconto
Alex di Cuoche dall’altro mondo
Avrei voluto aderire con una ricetta
all'iniziativa Mi illumino di meno 2008 e
partecipare alla raccolta di
ComidaDeMama e di Petula, ma non ce
l'ho fatta. Forse dovrei piuttosto
partecipare alla giornata della lentezza,
perchè qui i ritmi sono tornati ad essere
troppo veloci.
Avessi saputo prima dell'iniziativa di
Caterpillar, a Natale avrei fatto un servizio
fotografico in Abruzzo dove vivono
praticamente tutti i miei parenti, dove
sono cresciuti i miei nonni, dove è nato e
cresciuto mio padre e dove ho passato
tutte le estati, tutte le feste e innumerevoli
fine settimana da bambina e adolescente.
Come raccontavo già a Comida,
pensandoci bene i miei parenti si
illuminano di meno tutto l'anno. Tornare al
paese è come tuffarsi in un mondo di altri
tempi, l'aria è pulita, il cibo è genuino, i
ritmi sono lenti, piacevolmente lenti.
Vorrei quindi far le veci dei miei parenti e
far partecipare loro a questa iniziativa,
perché lo meritano davvero. Perché loro
vivono così tutti i giorni dell'anno:
- Pane: il pane viene fatto una volta al mese e cotto nel forno del paese o nel proprio
forno a legna. Ricordo che fino a qualche anno fa le donne che non avevano un
proprio forno trasportavano al forno del paese i filoni di pane adagiati su tavole di
legno sulle loro teste, con un turbante fatto di canovacci. Tutto il paese si riuniva al
forno. Appuntamento mensile per fare anche la pizza e i biscotti. Il pane si mantiene
molto a lungo, ha una mollica estremamente compatta ed è ottimo fatto a bruschetta.
- Verdura: si vive dell'orto davanti casa. Pomodori, insalata, fagiolini, patate, carote,
erbetta (come chiamamo il prezzemolo) e rosmarino. Questi gli ortaggi standard che
coltivano praticamente tutti. Per il resto (e per la frutta che non siano mele o prugne)
passa due volte a settimana un camioncino col megafono "Fruttaaaaaaaaaaaaaa,
verduraaaaaaaaaaaaa". Non si consuma altra benzina per andare a comprarla altrove
la frutta!
- Conserve: in estate tutti a fare i pomodori. Tonnellate di pomodori (sempre portati
col camioncino), lavati e messi ad asciugare su vecchie reti. E tutti ad aiutare a
63
Ricettario
passare i pomodori. Mia nonna era l'unica a voler fare la conserva con i pezzetti ... e
noi lì a tagliare tutto il giorno. La sera le bottiglie vengono messe in un enorme paiolo
di rame, coperte con dei sacchi e fatte bollire tutta la notte. Il giorno dopo si contano
le bottiglie scoppiate ... e il resto si mangia tutto l'anno.
- Uova e carne: i polli e i tacchini sono quelli dell'aia (ovviamente anche le ovette
sono fresche di giornata!) e poi ogni famiglia ha due o tre maiali. Oltre al secchio
normale dell'immondizia ricordo quel secchio per i maiali con le bucce d'anguria, le
bucce di patate e tant'altro. I maiali vengono fatti ingrassare tutto l'anno e macellati
nel periodo tra Natale e Capodanno (a seconda della luna e delle temperature). Si
fanno prosciutti, salami, salsicce di carne e di fegato. E altra carne viene surgelata. La
carne di manzo, vitello e agnello la compriamo da mia zia a 2 chilometri di distanza.
Carne di proprio allevamento.
- Pesce: passa sempre un camioncino, il venerdì mattina alle 7. Chi c'è c'è, chi non
c'è compra il capitone, le alicette sotto sale e lo stoccafisso nell'unico negozietto del
paese ... sempre di un'altra zia!
- Formaggio: c'è un caseificio nel paese vicino che fa le mozzarelle e il formaggio più
buono che io abbia mai mangiato. Ogni volta che torniamo, prima ancora di arrivare a
casa, ci si ferma dalle mozzarelle (sperando che non ci sia il cartello fuori "le
mozzarelle sono terminate"). Niente di più buono di mangiare in macchina una
mozzarella ancora calda!
- Pasta: fettuccine e lasagne fatte in casa - ovviamente. Altrimenti la buona De Cecco
... che essendo abruzzese non ha neanche lunghi tempi di viaggio per arrivare da noi!
Un'ultima cosa: il riscaldamento! Nelle cucine si usa ancora la vecchia stufa a legno
dove si cucina praticamente tutto. In sala si accende il camino, ma solo quando ci
sono gli ospiti. E le stanze da letto sono sempre GELATE!! Questa è una cosa che non
ho mai capito da bambina. Il perchè avessero tutti le stanze da letto freddissime, pur
avendo i termosifoni. Fino a circa 15 anni fa anche mia nonna usava ancora il prete
scaldaletto finchè per poco non andò a fuoco la coperta e mio padre vietò il prete!
Una cosa è certa: in quel paesino in provincia dell'Aquila non si consuma molto. Fino a
qualche anno fa l'acqua si andava a prendere alla fontana. Ma purtroppo non è più
potabile. Ci vanno a bere solo gli animali.
http://cuochedellaltromondo.blogspot.com/2008/02/mi-illumino-di-meno-solo-unracconto.html
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Ricettario
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