ricominciamo - Rotaract Club Trieste

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ricominciamo - Rotaract Club Trieste
RICOMINCIAMO
Sono nel Rotarct di Trieste da tanti anni, ma ricordo di aver sentito poche volte l’entusiasmo
che si respirava in sede l’altra sera. Dico “respirare” in senso metaforico: benché in audioconferenza non sia ancora possibile sentire gli odori, mi bastavano le parole per percepire il
cambiamento.
Vivo a Lione da gennaio e proprio qui ho riscoperto il piacere di far parte della grande famiglia
rotariana. Non sentivo il potere della grande rete mondiale che ci unisce dall’Euco di Mosca e
mi è bastata la prima riunione al club di Lyon per sentirmi di nuovo parte di qualcosa di
grande. Anche se non conoscevo nessuno ed anche se ancora non parlavo la lingua (e chi mi
conosce sa quanto possa per me essere doloroso il silenzio) ho trovato casa in un'altra
Nazione. Al di là di frasi melense sull’amicizia attraverso il servire, sulla rotaractiana condivisione e sul
senso della vita, quello che ho provato io è stato reale! Il fatto di avere obiettivi comuni, dei
principi semplici e meravigliosi (oltre che umanamente condivisibili) ci avvicina in modo
sorprendete: è quasi come se tifassimo tutti per la stessa squadra di calcio, ma senza curva
nord e curva sud (non so se il paragone è calzante, sono stata allo stadio solo una volta).
Oggi, dopo 4 mesi e qualche giorno dal mio arrivo in Francia, ho partecipato ad un dibattito
tra gli esponenti locali della comunità musulmana, cristiana-cattolica ed ebraica. Era un
incontro organizzato dal presidente del Rotary lionese e devo dire di esserne stata
profondamente toccata. L’idea di mettere insieme un prete, un rabbino ed un musulmano
sembrava l’inizio di una barzelletta ed invece è risultato un incredibile spunto di riflessione.
Nonostante le idee apparentemente contrastanti ed al di là delle differenze culturali, le tre
religioni sono unite dall’amore e dal desiderio di pace universale. È un po’ quello che succede
anche a noi: nel momento in cui indossiamo la spilla, c’è qualcosa di più profondo ad unirci,
qualcosa che annulla la naturale diffidenza nei confronti di chi non conosciamo e ci fa
dimenticare di essere estranei. Nel mio amato club di Trieste ci siamo riscoperti famiglia e l’altra sera è stato un bellissimo
capodanno. Impegniamoci, responsabilizziamoci, ricordiamo ogni giorno l’emozione della
nostra spillatura, portiamola con orgoglio e non dimentichiamo mai quanto bello sia fare
rotaract.
Rotaractianamente
Bianca Maria Sibillo