Il Tirreno
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«Coraggio Italia» La sfida di0, Pisa dei 3Omila scout «Zaino i n al la, sassi per nare e si i m ara la vita» Il segreto di un movimento che non conosce crisi di Mario Lancisi 1 FIRENZE Li potete incontrare vestiti tutti eguali con calzoni corti, camicia, fazzolettone al collo e zaino da venti chili sulle spalle tra le cime delle Apuane come nella macchia della Magona di Bibbona, a Pitigliano come nell'oasi di Burano all'Argentario. Sono i 1600 scout toscani che da due giorni si stanno preparando, nei boschi e nei monti della nostra regione, alla terza Route nazionale che si svolgerà nel parco di San Rossore, da giovedì fino a domenica prossima e alla quale parteciperanno 30mila scout, dai 16 ai 21 anni, i rover e le scolte, che fanno parte del terzo branco, quello più grande, dello scoutismo, dopo i lupetti e le coccinelle (8-11 anni) e le guide e gli esploratori (11-16 anni). Nati a Bagni di Lucca nel 1910. Gli scout dell'Agesci sono in tutto 177mila associati, di cui 9.468 quelli della Toscana, dovelo scoutismo è nato, a Bagni di Luccail 12 luglio del 1910 ad opera del baronetto inglese sir Francis Vane e del maestro Remo Molinari, che il 6 novembre dello stesso anno furono ricevuti dal re Vittorio Emanuele III a San Rossore, allora residenza di vacanza della monarchia. Tema della Route è il coraggio: «Per noi il coraggio è l'impegno per gli altri, per cambiare il mondo e il nostro Paese», spiega Elena Bonetti, responsabile nazionale della branca rover e scolte. E forse anche per questa ragione gli scout hanno invitato papa Francesco (che non verrà) e il premier Matteo Renzi (che invece ci sarà), due personaggi considerati punti di riferimento di una visione coraggiosa della vita e della voglia di cambiare nella Chiesa e in politica. Generazione Renai . «Renzi? Noi non facciamo politica, ma siamo in sintonia con la generazione di giovani che vuole cambiare. Il fine della nostra missione è quello datoci da Baden Powell, il fondatore: lasciare il mondo un po' meglio di quello che abbiamo ricevuto», spiega Sara Fornaini, 19 anni, pontederese, maturità scientifica appena conseguita. Dal gioco al servizio. Per diventare classe dirigente lo scoutisino rappresenta per questi giovani una scuola «di valori ma anche fisica come camminare per sentieri montani per ore e ore con uno zaino pesante sulle spalle», racconta un ex come Federico Gelli, ex vicepresidente della Regione Toscana. Valori ma anche senso pratico, fatica, lavoro. «Tra gli scout ho imparato il lavoro, il fare gruppo, la solidarietà e la capacità di riflettere insieme», spiega la parlamentare pistoiese Caterina Bini. Mentre Emanuele Rossi, docente al Sant'Anna di Pisa, scout a undici anni, racconta così la sua esperienza: «Dello scoutismo si dice che "si entra per gioco, si esce per servire": io ci sono entrato per gioco, spero di avere imparato a ser- vire» La giornata dello scout . Ma torniamo ai nostri scout che si stanno preparando al raduno pisano in campi mobili sparsi per la Toscana. Sono partiti senza cellulari, smartphone, i pad. Fino a domenica niente chat e facebook. Giornate faticose, le loro. Sveglia all'alba e poi ogni giorno anche 15-20 chilometri di cammino tra i boschi, con lo zaino in spalla («ci ho messo 4 magliette, 4 paia di pantaloncini, un sacco a pelo, un fornello da campo, la tenda», racconta Gabriele Cimmino, 17 anni, cecinese). Arrivati a destinazione si mettono seduti in cerchio e fanno attività, che nel gergo scoutistico significa riflettere, pregare e cantare al suono di una chitarra. Ilaria Pellegrini, 20 anni, di Montepulciano, addirittura sostiene di risentire nelle parole e nel look renziani la voglia e il coraggio di darsi da fare che sono propri dello scoutisino. «Ad esempio Renzi si fa vedere molto spesso con le maniche arrotolate sopra il gomito, tipico gesto degli scout che si rimboccano le maniche, si mettono al servizio: è la nostra legge», sostiene la scolte senese. Ia città delle lOmila tende I '«,rari tira c.mIi R1u. 4CùraKgio hallo» li sfida di Pisa dei 30mila scout Poi i pasti: «Da noi si cucina alla trappeur, senza pentole e posate, ma usiamo ad esempio dei sassi per cucinare la carne. La vita da scout mi ha aiutato ad essere più pratica, a cavarmela da sola, quando spesso noi giovani in casa non sparecchiamo neanche la tavola. Io so fare tutto, ho imparato anche a cucinare», racconta Erica Alberini, 17 anni, liceo scientifico a Piombino, che fa parte del gruppo scout di San Vincenzo. L'amore tra i lupetti . In genere gli scout si riuniscono una volta alla settimana. Riunione che serve ad organizzare «l'uscita mensile», che può essere una camminata tra i boschi, anche di notte, oppure «azioni di coraggio», come chiamano la solidarietà. <,Il fi- ne della nostra missione è quello di lasciare il mondo un po' meglio di quello che abbiamo ricevuto. E per questo è importante la solidarietà e il servizio», spiega laFornaini. E il rapporto con gli altri coetanei? «Non siamo diversi dagli altri giovani. Ad esempio anche a me piace ballare ma tra gli scout trovo un senso di comunità e di capacità di riflessione che non ho trovato altrove», spiega Margherita Campigli, diciassette anni, empolese. E nei campi non c'è solo il tempo della preghiera e della riflessione, ma anche quello dell' amore: «Sapesse quante coppie nascono tra i lupetti», sorride Mariluna Bartolo, 20 anni, massese. (ha collaborato Mario Neri) ©RIPRODUZIONE RISERVATA spassa Sa,':i f 9rsaafrpi , p ^iZt+ ^e;';; i iiciclette porta sacchi per raccolta fferenziata, con 7.000 .cchi trasparenti e riciclati docce agni tende saponette ai sapone biologico e naturale artigianale + 500 dispenser dello stesso -pone ai lavabi .)asti: colazione, pranzo, una per i giorni 7-8.9 agosto, colazione e pranzo per il 10 Margherita Einpoli nazioni presenti oltre all'Italia: Austria, Burkina, Egitto, Francia,lslanda, Libia, Palestina, Portogallo, Spagna, Tunisia, Ucraina scout stranieri campi mobili i Routes) tutta Italia 2l'1 al 5 agosto volontari addetti alla distribuzione dei pranzi, all'accoglienza, alla sicurezza, dla comunicazione ' partecipanti totali