Scarica la guida - Navigli Lombardi

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Percorso creato da
Navigli Lombardi
La campagna tra Naviglio Grande e Naviglio
Pavese
L'itinerario si sviluppa lungo il Naviglio
Grande nella prima parte e raggiunge il
Naviglio Pavese passando attraverso le
risaie, le marcite e la campagna a sudovest di Milano. Ad Albairate è possibile
visitare il museo agricolo. Dal museo si
prosegue in direzione Vermezzo, si passa
attraverso il centro storico e si prende
l'alzaia del naviglio in direzione Milano.
Gaggiano offre diversi punti di interesse
nel centro storico e lungo l'alzaia, ma
anche nell'area agricola come la cascina
Guzzafame e il lago Boscaccio (con la
omonima cascina). Si prosegue dopo il
lago sulle strade del percorso "Camminando sull'Acqua" raggiungendo Buccinasco nell'area del
castello e per proseguire infine a Zibido San Giacomo. Si possono visitare le aziende agricole
dell'area, la chiesa di San Giacomo ed infine raggiungere il Naviglio Pavese dove è ubicata la
Cascina Salterio, oggi recuperata in museo del gusto e del paesaggio. Il percorso ha una durata
di circa 2,5/3 ore in bicicletta. L'area è servita dalla linea ferroviaria Milano - Mortara attraverso
le stazioni di Gaggiano e Cascina Bruciata.
Punti di interesse
Museo Agricolo Angelo Masperi
Chiesa di San Zenone
Palazzo Pozzobonelli
Chiesa di S. Invenzo
Madonna del Dosso
Villa Marino (Palazzo Gorini)
Villa Venini Uboldi
Palazzo Comunale
Cascina Guzzafame
Lago Boscaccio
Castello
Cascinazza
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Museo Agricolo Angelo Masperi
Inaugurato nel dicembre del 2003 e intitolato all’ex Sindaco di Albairate Angelo Masperi, il
Museo Agricolo si trova presso la Cascina
Salcano, in un'ala originariamente utilizzata
come caseificio. Ricco di strumenti di lavoro
e di macchine agricole è anche sede di una
“casera” cioè un edificio adibito alla
lavorazione del latte. All’interno del museo si
possono trovare vere e proprie testimonianze
della vita e del lavoro dei campi che fino a
non molti decenni or sono, caratterizzava
Albairate e tutto il territorio circostante.
Inclusa nel cortile del Palazzo Comunale,
nell’area del Museo Agricolo, si trova la
“Giassera” (ghiacciaia), strumento utilizzato
dai contadini per la conservazione del
ghiaccio durante il periodo estivo. Il ghiaccio
veniva creato durante la stagione invernale allagando il terreno attorno alla giassera. Lo strato
di ghiaccio che si formava veniva spaccato in pezzi di piccole dimensioni che venivano poi
sovrapposti per formare veri e propri blocchi. Questi venivano poi introdotti a strati, attraverso
fessure, nelle botole cilindriche della giassera, separati da uno strato di paglia di riso affinché
non si attaccassero gli uni agli altri. La particolare conformazione circolare della giassera,
incavata nel terreno, e le piccole aperture ai lati permettevano di mantenere il ghiaccio e la
temperatura fredda e quindi di conservare burro, carni e formaggi.
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Chiesa di San Zenone
La chiesa parrocchiale è dedicata a San Zenone. Essa venne edificata inizialmente per il culto
privato di qualche signore longobardo che
aveva una devozione particolare per il Santo.
La costruzione attuale, che risale al ‘600,
nasconde resti dell’antico edificio. Durante
gli scavi fatti per l’installazione dell’impianto
di
riscaldamento,
sono
apparse
le
fondamenta di un’antica basilica d'origine
longobarda, costruite con materiale di
demolizione proveniente da un precedente
insediamento romano: la sua creazione risale
con buona probabilità al IX secolo e la
decorazione al sec. X - XI. L’architetto che
progettò la facciata della chiesa odierna è
Fabio Mangone: in essa la ricchezza tipica
dell’età barocca si mescola ad elementi di
maggior rigore e austerità, di stampo classico.
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Palazzo Pozzobonelli
Di grande interesse artistico è il Palazzo Pozzobonelli, che deve il nome ad una delle famiglie più
importanti nella storia locale. La costruzione
sorse su probabile disegno del Bramante, che
vi lavorò verso la fine del ‘400, ed è certo
che questo artista diede il suo contributo
anche per altre dimore della famiglia. Il
palazzo, costituito da un corpo centrale con
due ali rivolte a sud, è caratterizzato da un
loggiato, in parte murato, sormontato da una
fascia di fregi e decorazioni. All’interno, oltre
a vari ambienti di epoca settecentesca, vi
sono due stanze del XV secolo, tutte
affrescate con motivi floreali. All’esterno
sono stati riportate alla luce finestre gotiche
con eleganti cornici in cotto e tracce di
decorazioni ormai consunte da tempo. Nel
1763, alla morte del Cardinale Pozzobonelli i
suoi due nipoti ne spartirono l’eredità. Uno di questi fu il marchese Giorgio Porro Carcano, che a
sua volta lasciò il palazzo di Vermezzo al proprio figlio, conte Luigi Porro Lambertenghi.
Quest’ultimo, vissuto in piena età risorgimentale, partecipò alle imprese carbonare dell’epoca. Il
Palazzo è proprietà privata, ospita uno studio di architettura e appartamenti di civile abitazione.
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Chiesa di S. Invenzo
La chiesa dedicata a Sant'Invenzio, vescovo di Pavia, fu edificata nel 1573 e si affaccia sul
Naviglio grande. La facciata barocca, scandita da lesene,
presenta quattro nicchie con statue, mentre l'interno e'
decorato da ricchi affreschi e stucchi. La torre
campanaria, progettata dall'ingegner Ercole Turati, risale
al 1606. Qualche anno piu' tardi, nel 1630, la grave
pestilenza che colpi' Milano e i paesi vicini, preservo'
miracolosamente il piccolo borgo di Gaggiano che, in
segno di riconoscenza, fece erigere sul piazzale della
chiesa una colonna in stile toscano sormontata da una
croce. Successivamente, tra il 1757 e il 1758, la struttura
della chiesa e' stata ampliata nelle due cappelle laterali
dedicate a Sant'Antonio e San Giuseppe. All'interno della
chiesa si pose inoltre la statua della Madonna delle
Grazie, a ricordo della protezione ricevuta appunto
durante il contagio del 1630. Un pittore sconosciuto
dipinse sulla volta dell'edificio la glorificazione di
Sant'Invenzio, un'opera di notevole valore.
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Madonna del Dosso
Considerata un piccolo gioiello del paese di Gaggiano, luogo di fede e di devozione, la cappella
sorge fra i campi delle cascine Baitana e
Cantalupo, sulla collinetta del Dosso.Il soffitto
della chiesetta è in legno e sul culmine è
posta una piccola croce di cemento. Sopra
l'altare una tela riproduce l'Annunciazione,
probabilmente dipinta ad imitazione di un
identico soggetto già presente nei secoli
precedenti.
C'è
anche
un
affresco,
recentissimo (1987), con un' immagine presa
dalla tradizione del Dosso: quella di una
Madonna che allatta il bambino. Una
Madonna fasciata di un panno nero al posto
dei panni azzurri e rosa dell'iconografia
religiosa.
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Villa Marino (Palazzo Gorini)
L'attuale palazzo barocco, che ebbe un precedente nella residenza quattrocentesca di Stefano
Stampa, intreccia la sua storia e lega il suo
nome ad un misterioso fatto di sangue.
Secondo alcune testimonianze, infatti, esso
fu costruito nel 1500 dal ricco banchiere
genovese Tommaso Marino che, secondo
alcune testimonianze, avrebbe qui ucciso la
bellissima moglie per poi fuggire. Da quel
momento il palazzo assunse il nome
dell'enigmatico proprietario. La villa e'
composta da un corpo principale, il cui asse
mediano e' segnato dal viale che la collega al
Naviglio, sul quale si innesta il corpo che
delimitava un lato della "corte rustica".
L'impianto ad "U" e' disposto con il fronte
verso la via d'acqua. Dalla campata mediana
del portico, si accede all'andito che collegava la "corte civile" alla sopracitata "corte rustica". A
sinistra, si trovano due vasti ambienti, destinati nel 1822 ad ospitare il torchio; a destra, due
sale, una più grande dell'altra. Le stanze del piano terreno si affacciano sul giardino che si
estendeva ad oriente della villa. Attualmente la villa è di proprietà privata.
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Villa Venini Uboldi
ll Palazzo Venini Uboldi è un notevole edificio settecentesco affacciato sul Naviglio che conserva
ancora l'originaria pianta a "U", tipica del
neoclassicismo . La facciata è caratterizzata
da alte finestre distribuite in modo regolare e
da una colorazione accesa che mette in
risalto gli elementi a stucco e le rifiniture. La
costruzione venne iniziata nel 1719 da
Giorgio Venini e completata tra il 1750 e il
1768 con la realizzazione della cappella,
dedicata a San Francesco e della piccola
torre campanaria. Attualmente è di proprietà
privata.
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Palazzo Comunale
Palazzo dalle forme cinquecentesche, esempio genuino di Rinascimento lombardo, che mantiene
ancora parte del porticato di cui si
conservano tre arcate a tutto sesto su
colonne di serizzo con capitelli decorati da
scudi. L’interno presenta decorazioni a
graffito con losanghe e motivi floreali; l’aula
consiliare presenta un affresco strappato del
1478, rappresentante la Vergine con il
Bambino.La proprietà originaria era dei
marchesi Stampa di Soncino, passò poi ai
Visconti ed infine alla famiglia Cavallotti che
nel 1887 lo vendette al Comune.
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Cascina Guzzafame
Fattoria didattica che è anche sede di un Punto Parco. In essa si possono svolgere attività e
laboratori creativi.
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Lago Boscaccio
La struttura è costituita dal Lago e dalla Cascina Boscaccio (area complessiva circa 85 ettari). Il
lago è un bacino artificiale rinaturalizzato
(cava recuperata) di 35 ettari. Si caratterizza
per la presenza di un'avifauna e di
un'ittiofauna
particolarmente
ricche
(nell'ambiente intorno al lago trovano rifugio
circa 180 specie di volatili). La zona è stata
individuata come area di ripopolamento e
cattura (divieto di caccia) ed è la stazione di
inanellamento dei volatili (gestita dal Gruppo
Ornitologico Lombardo) della provincia
milanese. Le acque del lago ospitano
numerose specie autoctone di pesci e
possiedono buoni caratteri di limpidezza (11
m di limpidezza nel rilevamento di aprile 97).
Lungo il perimetro del lago si svolge un percorso pedonale. Sulle rive del lago è situata la
Cascina Boscaccio tipica lombarda a corte chiusa, di origine settecentesca dedicata a S. Materno
(con fondamenta originarie dell'XI secolo).
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Castello
Le origini della costruzione paiono incerte: la parte più antica risalirebbe alla fine del 1300,
mentre l’aspetto odierno si potrebbe datare
tra il 1400 e il 1500. Il Castello sembra una
via di mezzo fra la fortificazione difensiva e la
casa della villeggiatura, dove i signori
trascorrevano il tempo libero. Esso è una
costruzione a pianta quadrata su due livelli,
dall'aspetto massiccio e austero accentuato
dalla presenza di poche aperture sui lati est e
ovest e da un fronte sud (l’ingresso dal
cortile interno) piuttosto sobrio e lineare. A
differenza dei lati sud, est e ovest, la facciata
a nord rompe decisamente lo schema
monolitico, aprendosi in due serie di archi,
uno al piano terra e uno al primo piano,
rivolti, quindi, verso la città. In particolare, il portico al piano terra è scandito da 5 archi, mentre
quello al piano superiore, ne ha 10. Il piano terra è tagliato a metà, lungo l’asse nord – sud da un
locale che unisce i due fronti e disimpegna gli altri ambienti di questo livello. I locali al primo
piano sono caratterizzati da soffittatura a cassettoni. Attualmente è un edificio privato, in parte
abitazione.
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Cascinazza
È una cascina che si è trasformata in monastero: il Monastero Benedettino SS. Pietro e Paolo .
Tale mutamento avvenne nel 1971 dopo la
ristrutturazione del 1970 . Da poco tempo
alla Cascinazza viene anche prodotta la
prima birra italiana di monastero. Presso i
monaci ha vissuto gli ultimi 20 anni della sua
vita, in ritiro, il pittore americano William
Congdon.
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