utilizzo delle scale - Quadri degli Studenti

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utilizzo delle scale - Quadri degli Studenti
Alberti Marta
3ASE
Bernardotto Simone
5DSA
Brendolan Maria
3CSC
Bressan Ivan
5DSA
Callegaro Francesco
2DSA
Camerra Petra
3BSA
Caucchiolo Chiara
2ESC
Chichellero Elena
3CSC
Corradin Giulia
1BSC
D’Angelo Luca
3BSE
Gleria Sofia
1DSC
Graziano Corrado
3BSE
Graziano Gerardo
5DSA
Leonardo Rossi
3CSA
Luisetto Nicolò
3BSE
Memola Camilla
1ASE
Mistrorigo Michele
3BSE
Montanaro Giulio
3CSA
Qi Xia Yu
3CSA
Rossetto Asia
2DSA
Savoca Silvia
3CSC
Segota Clara
1ASE
Tara Serena
5BSC
Zaggia Camilla
1DSC
Zambetta Valentina
3DSA
Zanoni Marco
4ASE
Zoico Jyothi
3DSA
B
Uomo obiettivo: Giuliano Cisco
Direttore: Gerardo Graziano, 5aDSA
Vice direttori: Corrado Graziano, 3aBSE
Marta Alberti, 3aASE
Impaginazione: Andrea Campesan, 4aDSA
Cosimo Bortolan, 4aDSA
Copertina & Quarto: Ivan Bressan, 5aCSA
Silvia Savoca, 3aCSC
Clara Segota, 1aASE
Titolista: Andrea Marchetti, 2aDSA
Editoriale
uon giorno a tutti!
Anno nuovo, Quadri vecchio. Oppure no?
Ogni volta che torno a settembre mi pongo questa domanda, e sempre più credo che la mia iniziale affermazione sia falsa. Sarà che sto invecchiando io, e
che mi fa sempre più strano pensare di essere tra “i più vecchi”, osservando
quel centinaio di ragazzi o poco più che entrano in questa scuola colmi di speranza e spensieratezza, non sapendo ciò che realmente li attende.
Cambiano le facce, cambiano i ruoli. Abbiamo 4 nuovi rappresentanti, un Project X 2° mancato (poco male, non è con le feste che si prendono i voti), e tante nuove idee tra cui spicca quella che realmente potrebbe dare una spinta in
più a questa scuola. Ebbene sì, sto parlando del tappeto elastico. Scherzi a
parte, in bocca al lupo ai nostri nuovi condottieri, e un ringraziamento vorrei
anche farlo a quelli dell’anno scorso, che chi più, chi meno, hanno contribuito
a mandare avanti la baracca.
Ora però è il momento di guardare avanti, iniziare a pensare al futuro che si
avvicina sempre di più. Chi di certo non pensa ai cambiamenti è il ministero
della pubblica istruzione. Non tutti forse sanno (di certo non lo sanno i politici
incaricati) che verso giugno si terrà una prova denominata “Esame di Stato
conclusivo del corso di studio di istruzione secondaria superiore”; “Maturità”
per gli amici. Ecco alcune proposte che sono state formulate fino ad adesso da
quei bontemponi:
Abolizione dell’esame: non succederà mai, almeno fino a quando questo paese
non si darà una svegliata. Se veramente si vogliono tagliare i costi degli esami, per quale motivo non si elide completamente la Maturità? Perché tenere
una prova anacronistica a livello europeo (perché sì, né in Germania, Spagna, Francia, Inghilterra e via dicendo tale complicazione esiste) che costa
pure tanto?
Giunte interne: a che pro? La maturità non sarebbe altro che un esame farsa,
dove gli stessi professori, che hai avuto 5 anni, tra gioie e dolori, dovrebbero giudicarti per una prova di 5 ore. Tanto vale rimandare anche in quinta
allora...
Seconda prova mista (una materia? Più di una?): secondo alcune indiscrezioni
molto vicine al ministero, posso anticiparvi che la seconda prova potrebbe
essere una sorta di mix tra più materie, rendendola un trailer per la terza.
Le materie interessate (secondo stime accurate) potrebbero essere: matematica,fisica, scienze, informatica, cucina, filato, astrologia o bocce.
Invalsi: Questo sarebbe un regalone, consci del fatto che il Quadri è la scuola
migliore d’Italia (dati alla mano, in base alle vecchie prove Invalsi), sarebbe
veramente manna dal cielo. Ma non vi preoccupate, in tal caso ci sarà sempre una fregatura in mezzo. Sicuro.
Cosa ne penso io? Che non cambierà nulla. Io il mio eurino ce lo metto. Siamo
sempre tanto bravi a parlare di cambiamenti e nuove idee, che non ci si rende
conto che nel frattempo, quello che era futuro, diventa presente, e che tutte
le parole spese in contrattazioni, affermazioni e ritrattazioni, non sono altro
che sabbia che scorre tra le nostre dita. Quei pochi granelli che rimarranno nel
nostro palmo, non saranno altro che le azioni compiute da chi ci stava prima,
ovvero, l’esame sarà sempre il solito.
Il mio augurio per tutti è sempre il solito comunque, prendete la vita alla leggera, divertitevi e (ahimè) studiate. Cogliete le tante occasioni che vi offre questa scuola, che tanto ci chiede ma che tanto ci dà.
E ricordatevi che la più grande gioia che ci dà il Quadri è il suo amato giornalino ;)
Buon anno e buone vacanze a tutti!
Gerardo Graziano, 5aDSA
2
Mi capitava di andare in bici su e giù per
i marciapiedi per mia semplice soddisfazione
Quattro chiacchiere con i rappresentanti uscenti
E
una riuscita giornata sulla neve; io e Alice siamo riusciti a porcco a voi una breve intervista ai rappresentanti che ci tare a termine la vendita dei Jackets, mentre con Banovich
hanno guidato (soprattutto sulla neve) l’anno scolastico siamo riusciti a portare a termine il torneo di pallavolo pomepassato!
ridiano.
(N.B.: l’intervista è stata fatto virtualmente, usando social e associati)
(N.B. 2: L’intervista di Emiliano non è pervenuta, in quanto ha continuato
ad ignorare le mie richieste di risposta).
1.
Cosa pensate vi sia riuscito bene l'anno scorso.
Alice: Premetto: non voglio tirare acqua al mio mulino;
tutto quello che è riuscito bene durante lo scorso anno scolastico è stato frutto del lavoro di quattro persone [tre e mezza;
N.d.R], né solo mia, né solo di Antonio o di Glauco o di Emiliano. Ci sono state parecchie discussioni tra di noi, va ammesso, ma sono dell'idea che abbiano contribuito a renderci
un gruppo affiatato e (nel senso buono del termine) eterogeneo. Dovendo concretizzare cosa ci sia riuscito bene, ripercorro brevemente quella che è stata la mia esperienza. Mi
viene in mente la "Lista Better Together", l'essermi voluta
candidare convinta di poter fare qualcosa di utile per la mia
scuola. E ripensandoci, sento di aver portato a termine gli
obiettivi che mi ero prefissata, anche grazie a chi ha saputo
accompagnarmi e sostenermi nel mio percorso.
[Ok, ora basta romanticherie; N.d.R]
Io e i tre moschettieri abbiamo dovuto affrontare una nuova
generazione di studenti che si mostra spesso disinteressata a
tematiche a noi vicine; mi sono presa a cuore la questione
delle assemblee d'istituto, cercando più momenti di confronto con i rappresentanti di classe per capire come rendere queste occasioni effettive opportunità di partecipazione democratica degli studenti. Mi sono interessata a tutta la parte burocratica legata al ruolo di rappresentante, che va dalle millemila autorizzazioni per le assemblee d'istituto, agli altrettanti
verbali dei consigli d'istituto o qualsivoglia scartoffia.
Ho lavorato più "nell'ombra" di miei colleghi; a differenza loro
(critica che mi è stata più volte mossa contro) non mi sono
"schierata politicamente", ma sono soddisfatta della scelta
fatta.
[Sto parlando troppo? N.d.R]
Concludo: quello che mi è riuscito bene non lo devo dichiarare io. I fatti parlano, o ancora meglio parla chi l'anno scorso si
è rimboccato le maniche e si è dato da fare. Passo e chiudo.
Antonio: Domanda complicata. Penso che la cosa che mi
sia riuscita meglio l’anno scorso non l’ho fatta da rappresentante, ma da studente, ed è stato il laboratorio di politica. In
quanto rappresentante trovo che abbiamo collaborato per
Glauco: Sicuramente l’informazione trasmessa anche ai
comitati speciali (ad esempio quello sui forconi o sul dislocamento scolastico); il ‘Quadri sulla neve’, che ha portato un po’
d’innovazione, e anche le assemblee.
2. Quali sono, secondo voi, gli errori che deve evitare di fare
un rappresentante.
Al: [Risata; N.d.R] Sarò breve ed eviterò le frecciatine, promesso. Un rappresentante deve saper essere costante, coerente e portare a termine i punti del proprio programma. Un
po' di olio di gomito e di umiltà non guastano, ma alla fine
penso che polso, disponibilità e capacità di intermediare siano le caratteristiche che non devono mancare.
An: Sicuramente un rappresentante non può stare ad
ascoltare ciò che altri gli dicono, e deve sapersi prendere le
proprio responsabilità.
Gl: Trascurare i piccoli dettagli, come i comitati o la partecipazione ai consigli di istituto, e non ascoltare (o ignorare) le
persone che hanno domande.
3. Un incoraggiamento per i nuovi rappresentanti.
Al: Un incoraggiamento? Naaah, non ne hanno bisogno,
hanno già capito come funziona. Piuttosto mi sento in dovere
di fare loro un augurio: vi auguro che questa possa essere una
delle esperienze più intense e educative della vostra esperienza scolastica, come lo è stato per me. Vi auguro di riuscire
a coniugare lo studio ai doveri di rappresentante, cosa spesso
molto faticosa, ma anche di divertirvi e di imparare a non
prendere troppo seriamente le critiche. Per il resto basta,
avete la mia benedizione: andate in pace. Amen.
An: Andate sempre avanti per la vostra strada mantenendo le promesse fatte in presentazione delle liste. Vi auguro
anche di sentire la soddisfazione che ho provato io tante volte dopo aver portato a termine un compito che mi ero preso.
Gl: Vi auguro tutto il meglio di questo incarico e potete
pure contare su di me se avete qualche problema.
Oh Maria Santissima gò perso tuto!!
intervista a cura di
Simone Bernardotto, 5aDSA
3
n data 27 Settembre 2014 si è svolto,
durante la seconda e terza ora, il
“Quizzone”.
Ma cos’è il Quizzone? Per chi non lo sapesse, è l’attività ludico-ricreativa proposta alle classi prime dal gruppo Tutor
al fine di far relazionare e socializzare i
ragazzi.
Io ora sono qui, in qualità di giornalista e
tutor, per riportare lo svolgimento dei
fatti, tramite un testo non proprio oggettivo.
Tu tump tu tump¹ … I miei ragazzi hanno passato il primo
round … Tu tump tu tump … Wow! È dall’epoca del Paleolitico che la sezione A dell’economico sociale non lo passava…
Tu tump tu tump … Il secondo turno, beh ecco il secondo
turno sta andando bene … Tu tump tu tump … C***o, eh no
il punto agli altri … Tu tump tu tump … Dai, dai, dai, dai! Ce la
stiamo facendo … Tu tump tu tump … Yeeeee hanno vinto
anche questo turno! … Tu tump tu tump speriamo nella semifinale!
Il clima è torrido, sembra di essere al confine del mondo, l’umidità penetra attraverso i vestiti e si appoggia alla pelle, la
luce si affievolisce sempre di più, meglio uscire per prendere
una boccata d’aria.
Il cinguettio degli uccelli e le urla dei prof di educazione fisica
mi riportano alla realtà, da quando è stato introdotto l’indirizzo SE o ES scegliete voi, nessuna classe aveva mai raggiunto
una vetta cosí alta, al secondo round siamo sempre stati tutti
tagliati fuori dal giro.
(Voce dall’interno) “Si sfidano ora l’ASE e …” È ora di rientrare!
Camilla Zaggia, 1aDSC
I
iniziano a vedere i primi corpi
stremati dalla corsa sparsi lungo
il tracciato della campestre. I
professori intimano ai ragazzi di
ripartire a correre, perché loro
alla nostra età saltavano i fossi
per lungo, altro che la campestre!
L’altro scontro sta giungendo al
termine, vediamo contro chi
combatteranno i miei della Ase.
Bene bene bene, le cose si fanno
interessanti, duello all’ultimo sangue tra Ase e Dsa!
Tu tump tu tump … Si inizia ora …
Tu tump tu tump … Primo punto nostro, complimenti …
Tu tump tu tump … Ecco una domanda di geografia, il nostro
“poliglotta” non può sbagliare … Tu tump tu tump … Mmm,
le Brioches!!! … Tu tump tu tump … No no, le mie brioches,
perché hanno fatto un punto gli altri, non è giusto!!! … Tu
tump tu tump … Eh no, non possono rimontare cosí velocemente … Tu tump tu tump … Inizio a respirare male, la vittoria si sta facendo sempre più vicina. Per la prima volta l’economico sociale rischia di vincere … Tu tump tu tump … Si
vince a 5, un 4 a 3 ci da ancora la vittoria in mano … Tu tump
tu tump Tu tump tu tump² … O mio Dio, 4 a 4 … Tu tump tu
tumpTu tump tu tump … Voglio quel punto, voglio quel
punto, voglio quel maledetto punto … Tu tump tu tumpTu
tump tu tump … La mia fronte e imperlata di sudore, il mio
braccio si muove come il pistone di una locomotiva a vapore
portata ai 120 su un rettilineo nel tentativo di farmi aria … Tu
tump tu tumpTu tump tu tump … Non ci credo, non ci credo,
non ci credo, non ci credoooo!!! Abbiamo vintoooooooo!!!
Yeeeeeeeeeaaaa!
Tu tump tu tump … Ma che canzone è questa? Ma chi l’ha mai
sentita? … Tu tump tu tump … Wow l’hanno azzeccata!! Mazza che bravi … Tu tump tu tump … Ah ecco che torna la tanto
amata geografia, “qual è la capitale dell’Australia?” … Tu
tump tu tump … La mia ignoranza mi ha appena sbalordito …
Tu tump tu tump … Sento il profumo delle brioches farsi sempre più forte … Tu tump tu tump … Il mio olfatto aveva ragione, sono in finale!!!!
Dopo aver fatto un salto valevole per la medaglia d’oro mondiale di salto in alto, un’esplosione di congratulazioni scoppia
tra me e i ragazzi di prima. Rimarranno nel corazon dei loro
tutor per questa impresa ben riuscita.
L’aria, fuori dal nuovo microclima creatosi all’interno dell’aula
magna, è fresca e pungente. Giunti a questo punto dell’ora, si
Marco Zanoni, 4aASE
Complimenti alla 1^ASE che ha portato in alto il valore dell’economico sociale, da molti, se non da tutti quelli dello scientifico e delle scienze applicate deriso o disprezzato.
Questa volta ci siamo fatti valere!
¹ Tu tump tu tump: onomatopea di nuova creazione per il battito del cuore.
² Tu tump tu tump Tu tump tu tump: ritmo frenetico del cuore.
4
Altrimenti vivremmo tutti nel mondo di Banderas...
(n.d.r.) E’ importante ricordare alle intervistate che non esistono domande giuste o sbagliate.
Nome e cognome
Alessandra Dall’Ara
Segno zodiacale
Leone
Data e luogo di nascita
24/07/1973 a Rovigo
Da quanti anni insegna?
5 anni
La sua filosofia di vita. E’ sicura di averne una?
Sì, vivere in modo semplice,sobrio e vicina ai ritmi della natura
Primo giorno al Quadri. Quali emozioni l’hanno attraversata?
Inizialmente curiosità per una scuola tranquilla e ben organizzata
La cosa che detesta di più al Quadri e quella che le piace
maggiormente
Sono qui da poco, mi piace il ritmo calmo e al momento non
detesto niente.
Il professore più simpatico che ha conosciuto e quello
meno
E’ simpatico e anche molto disponibile il professor Vidali,
nessuno mi è meno simpatico
Preferisce colleghi maschi o colleghe femmina?
Colleghi maschi
Con un termine, come potrebbe definire il rapporto
tra Lei e gli studenti?
Trasparente
E quello che gli studenti hanno nei suoi confronti?
E’ troppo presto per stabilirlo
Se si dovesse trovare in difficoltà nella gestione
della classe chi chiamerebbe?
Il preside
E’ sicura che arriverebbe qualcuno ad aiutarla?
Se ci fosse un motivo grave dovrebbe venire, altrimenti
risolverei parlando ai genitori
Colore preferito
Rosso
Ci descriva una sua giornata tipo
Una buona colazione, vado a scuola, un buon pranzo
con solo un primo, riposo fino alle 4.30 e poi per un’ora e
mezza mi rivedo le lezioni e poi stacco un po’
Attività preferita nel tempo libero
Un’attività sportiva che non dico e la ricerca di libri che mi
piacciano
Ma adesso che è al quadri, il suo tempo libero è rimasto lo
stesso di prima?
Ora ho più tempo libero di prima
Nicolò Luisetto, 3aBSE
Più segnalo l'errore, più la gente fa questo errore.
Sembra un meccanismo perverso.
5
Numero di scarpe
39
Lo sport che ama di più
Il nuoto
Programma televisivo preferito
Il telegiornale
Giorno del matrimonio
Non sono sposata
Voto più basso e più alto che ha dato
4e9
Cinque stelle o pan di stelle
Pan di stelle
Anello o fede
In questo momento anello
Hellas Verona o Lanerossi Vicenza
Beh… direi Lanerossi Vicenza!
Gazzetta o leone
Leone… al circo però
Gambe, testa o cuore
Cuore
George Clooney o Maurizio Crozza che imita Banderas
Maurizio Crozza che imita Banderas
1D o 3D
3D
4X4 o 16
4x4
Nietzsche o Nike
Nike
Lei dice sì a Valsoia?
No
Mangia qui o porta via
Porto via a casa
(A)DSL o LSD
(A)DSL
Birra e Champions con gli amici o serata romantica
Serata romantica
Carlo Cracco o JoeBastianich
Non li conosco
Grande Fratello o l’Isola dei Famosi
Nessuna delle due
Caffè corretto o decaffeinato
Corretto
Sasha o Dorian Grey
Nessuno dei due
Red, yellow o Dorian
Yellow
Zumba o ballarò
Nessuno dei due
Giannini o Floris
Scelgo la “Giannini cantante”
Tortellini Giovanni Rana o Giorgio Cavalli
Giovanni Rana
6
Biancheria intima o lingerie
Biancheria intima
Se dovesse iniziare una partita a tris dove farebbe la
prima x?
Sei politico o sei Renzi
Nessuno dei due
Selfie con Papa Francesco o con Edoardo
Con nessuno dei due
Pianoforte o medio
Forte
Canne o arbusti
Arbusti
Pene o dolori
Nessuno dei due
Remi o fa,sol
Fa,sol
Alce o Gabbiana
Alce
Banane o lamponi
Banane
Chi c’era con te?
Il Gatto
Zio Sam o Zio Tom
Zio Tom
Francese o Napoleone
Francese
Lega o incolla
Incolla
Cos’è che fa primavera. Pettirosso o passera?
Tutti e due
Tweet o cinguettio
Cinguettio
Una frase per concludere l’intervista
E’ stata un’intervista piacevole, speriamo che questo sia un
bell’anno tranquillo
Ce lo offrirebbe un caffè adesso?
In questo momento andrei più sulla pastasciutta!
intervista a cura di
Nicolò Luisetto, Corrado Graziano e Michele Mistrorigo, 3aBSE
Si, muoviamoci, perchè devo fare un sudoku!
N
ome e cognome
Ida Marina Adami
Segno zodiacale
Acquario
Data e luogo di nascita
1/2/1967 a Verona
Da quanti anni insegna?
14 Anni
La sua filosofia di vita. E’ sicura di averne una?
Ne ho sicuramente più di una. Credo molto nella correttezza, nell’onestà e nei valori e mi affido al mio ottimismo congenito.
Primo giorno al Quadri. Quali emozioni l’hanno attraversata?
Un’immagine: un frullatore
La cosa che detesta di più al Quadri e quella che le piace
maggiormente
Non detesto niente e mi piace tutto
Il professore più simpatico che ha conosciuto e quello
meno
Quello meno non te lo dico neanche sotto tortura e diciamo
che mi sono sentita accolta bene da tutti
Preferisce colleghi maschi o colleghe femmina?
Indifferente, preferisco i bravi colleghi
Con un termine, come potrebbe definire il rapporto tra Lei
e gli studenti?
Bello
E quello che gli studenti hanno nei suoi confronti?
Bello?
Se si dovesse trovare in difficoltà nella gestione della
classe chi chiamerebbe?
Non chiamerei nessuno e mi metterei in discussione
E’ sicura che arriverebbe qualcuno ad aiutarla?
Qualcuno penso verrebbe ad aiutarmi, ma la prima cosa che farei è capire il perchè
Colore preferito
Michele Mistrorigo, 3aBSE
Tutti, forse l’arancione
Ci descriva una sua giornata tipo
Mi alzo presto, mio marito aiuta i bambini a vestirsi, io invece mi dedico alla colazione, saluto e faccio uscire mio figlio e porto a
scuola mia figlia. Dopo vengo a scuola e poi arrivo a casa, preparo da mangiare per i miei bambini, il pomeriggio sono un pallina
da flipper, perché porto di qua e di là i figli e mentre lo faccio studio, ho sempre un libro in borsa. Di sera preparo da mangiare, si
riunisce la famiglia e poi studio.
Attività preferita nel tempo libero
Sicuramente leggere, mi piace correre e stare con la mia famiglia e con gli amici
Ma adesso che è al Quadri, il suo tempo libero è rimasto lo stesso di prima?
Ma stai scherzando?!? …ho risposto vero?
Numero di scarpe
35, miseramente 35…è un problema perché il mondo non sa che ci sono tante donne che hanno il 35
Se io ti dico costolone e tu mi dici costoletta d'agnello
allora vuol dire che non hai studiato
7
Lo sport che ama di più
Amo lo sport in generale, adesso la corsa perché è l’unico
che posso fare, ma anche il rugby e molti altri
Programma televisivo preferito
Invasioni Barbariche
Giorno del matrimonio
22 Luglio del 2000
Voto più basso e più alto che ha dato
Ho dato un 10 e ho dato un 3 per adesso, ma erano anche
altre scuole
Cinque stelle o pan di stelle
Assolutamente pan di stelle
Anello o fede
Fede
Hellas Verona o Lanerossi Vicenza
Hellas Verona… anzi ancora meglio Chievo
Gazzetta o leone
Posso essere dalla parte della gazzella?
Gambe, testa o cuore
Testa assolutamente
George Clooney o Maurizio Crozza che imita Banderas
Brad Pitt
1D o 3D
3D… anche 4D
4X4 o 16
16
Nietzsche o Nike
Nietzsche
Lei dice sì a Valsoia?
Non mi piace la soia
Mangia qui o porta via
Se mi capita qua, mangio qua
(A)DSL o LSD
(A)DSL
Birra e Champions con gli amici o serata romantica
Questa è da maschi però! Vedere una partita con mio marito
Carlo Cracco o JoeBastianich
Mi sono antipatici tutti e due: uno è insopportabile e l’altro
non lo capisco…ma se devo decidere Bastianich
Grande Fratello o l’Isola dei Famosi
Il primo Grande Fratello
Caffè corretto o decaffeinato
Caffè macchiato
Sasha o Dorian Grey
Dorian Grey
Red, yellow o Dorian (Grey)
Yellow
Zumba o ballarò
Zumba
Giannini o Floris
Che guerra…
8
Tortellini Giovanni Rana o Giorgio Cavalli
Giovanni Rana, è di Verona!
Se dovesse iniziare una partita a tris dove farebbe la
prima x?
Biancheria intima o lingerie
Lingerie
Sei politico o sei Renzi
Non capisco la domanda, toglietela… è veramente ambigua!
Selfie con Papa Francesco o con Edoardo
Diciamo che con Edoardo è più semplice e immediato
Pianoforte o medio
Forte, sempre!
Canne o arbusti
Arbusti
Pene o dolori
Dolori
Remi o fa,sol
Remì? Dolce Remi no per carità… una tristezza!
Alce o Gabbiana
Alce e Gabbiano
Banane o lamponi
Preferisco gli U2
Chi c’era con te?
Nessuno
Zio Sam o Zio Tom
Uno zio
Francese o Napoleone
Francese
Lega o incolla
Incolla
Cos’è che fa primavera. Pettirosso o passera?
La rondine?
Tweet o cinguettio
Tweet
Una frase per concludere l’intervista
Oddio, una sola?
Ce lo offrirebbe un caffè adesso?
Mangiamo insieme prima e poi vi offro un caffè!
intervista a cura di
Nicolò Luisetto, Corrado Graziano e Michele Mistrorigo, 3aBSE
Dalla Lombardia scendiamo un po' più giù,
in Emilia: tortellini!!!
L
’arte è da sempre considerata come un
mondo in cui ognuno è libero di esprimersi e di rappresentare se stesso o ciò che
lo circonda. E’ la “via maestra” per la libera
diffusione di immagini, pensieri, opinioni diverse da quelle della società in generale.
Ecco, l’ekphrasis è la descrizione e la reinterpretazione del mondo in cui viviamo. Un
esempio di ekphrasis ci è stato offerto
dall’artista del Quatar, ShuroqAmin
(madrelingua inglese) la quale ci ha portato
alcune sue opere per comprendere meglio il
mondo che cerca di rappresentare attraverso
l’arte. Tutte le sue opere sono ricche di testi,
immagini e simboli che, dopo essere stati
interpretati, raccontano la vita costellata di
restrizioni a cui le donne, nel mondo arabo,
sono sottomesse.
Lei, mamma di origini arabe, è il simbolo della ribellione, che questa fetta di società sta
cercando in tutti i modi di fare conoscere al
mondo, ma che non ci riesce a causa delle
censure sempre più impiegate per non
diffondere messaggi “negativi” al resto della
popolazione, ma soprattutto agli altri stati
del mondo.
Così, anche noi della 3BSE, abbiamo provato
a comporre delle piccole opere (chi sotto forma di disegno, chi per vie multimediali e altri
ancora attraverso il linguaggio), che abbiamo
poi presentato direttamente all’artista. E’
stato un incontro che ci ha permesso di avere una nuova prospettiva verso questa parte di mondo, spingendoci ad essere
noi i primi a cambiare le cose nel mondo, partendo dal nostro
piccolo, dall’ambiente in cui viviamo tutti i giorni.
Antonio Beggiato, 3aBSE
Ecco alcuni dei lavori da noi realizzati per l’occasione:
è la reinterpretazione musicale del notissimo brano “The
sound of silence” di Simon & Garfunkel. Abbiamo pensato di
- Il disegno vuole rappresentare l’intera umanità come una
rappresentare la nostra scuola attraverso l’impiego di tutti
maschera. Al di fuori di essa si vede un uomo che sorride ed
quei suoni che la caratterizzano, che scandiscono i suoi temesprime sicurezza, ma dietro questa maschera si intravedono pi, che ne determinano il suo “essere scuola”.
tutte le ingiustizie commesse dall’umanità stessa. Solo pochi (Per vedere il video è sufficiente cercare “The sound of Quahanno avuto la forza di togliersi questa maschera e di vedere dri” su Youtube)
le cose come realmente stanno, ma finchè saranno così poNicolò Luisetto, 3aBSE
chi, sarà molto difficile che le cose possano cambiare verso.
Ho l'orologio che se ne sta andando a spasso
9
...OVVERO:
QUANDO LA VITTORIA
ARRIVA INASPETTATA...
F
orse non tutti sanno che... ogni tanto a partecipare ai
concorsi si vince pure!!!
Come è successo a noi, 3 ASE...
E' il 15 ottobre (un mercoledì come tanti altri) e per caso incontriamo la prof. Zanesco (nostra docente di inglese), che ci
comunica con immensa gioia che siamo stati convocati a Verona perchè tra i primi cinque finalisti del concorso...
Momento di estasi generale.
Poi sopraggiunge il dubbio "Ma quale concorso?!?"
Così andiamo a ripescare nella nostra memoria un concorso
cui la professoressa ci aveva iscritto nella primavera dell'anno
scorso: "Europei... non per un solo giorno", organizzato in
occasione della Giornata Europea delle Lingue, al quale avevamo partecipato con delle brochure di nostra creazione.
Pensavamo fosse già concluso da tempo e ormai dimenticato...
Invece ecco la sorpresa: addirittura finalisti!! L'appuntamento
è per il successivo lunedì 20 ottobre a Verona per la premiazione, ma sfortunatamente non tutti possiamo andare, e vengono scelti quattro di noi che rappresentino la classe.
Dopo autorizzazioni da firmare e chiarimenti dell'ultimo minuto, eccoci in stazione a Vicenza pronti a partire! Senonchè
il treno che dovevamo prendere viene soppresso e prendiamo
il successivo, arrivando a Verona con un ritardo di circa 40
minuti... la giornata inizia per il meglio insomma!!
Dopo una breve "passeggiata" ( ad una velocità degna del
miglior maratoneta) arriviamo a destinazione: Educandato
"Agli Angeli". Percorriamo un corridoio, e arriviamo alla sala
dove si doveva tenere la premiazione: non c'era un posto libero che fosse uno!! Così rimaniamo in piedi...
La premiazione si apre con l'intervento di varie personalità tra
cui la dott.ssa Diana Saccardo (Dirigente Tecnico del MIUR
Veneto), il Presidente della Banca Popolare di Verona, il Presidente di Confindustria-Giovani.
Ci viene spiegato che verranno consegnati quattro attestati, e
poi si passerà alla premiazione delle tre scuole podiste... e
uno ad uno i quattro attestati vengono consegnati a quattro
scuole del Veneto, senza che il Quadri sia tra queste... perciò
deduciamo di esserci classificati tra i finalisti... la tensione
aumenta...
Il terzo posto è di una scuola media che ha ideato e realizzato
in lingua spagnola un intero palinsesto televisivo... teoricamente dovremmo essere o primi o secondi... ma quando il
secondo premio viene assegnato ad una classe che ha messo
10
in scena in lingua madre "Romeo e Giulietta" di Shakespeare
e ne ha rappresentato alcune scene al momento; comincia a
farsi strada nelle nostre menti la possibilità che possa esserci
stato un errore e ci abbiano invitati anche se non vincitori...
La tensione è alle stelle mentre la conduttrice pronuncia ciò
che mai avremmo pensato di poter sentire: il primo premio è
stato assegnato al Liceo Quadri di Vicenza!!!
Completamente sbigottiti, ma carichi di soddisfazione, camminiamo sul tappeto rosso che attraversa la sala, e andiamo a
ritirare il nostro premio.
Tra i vari commenti di coloro che ci premiano uno ci colpisce
in particolare: il Presidente della Banca Popolare di Verona
infatti si dice non stupito del fatto che sia stato il Quadri a
vincere... avreste mai pensato che il nostro Liceo fosse conosciuto anche al di fuori dei confini provinciali??? E per di più
dal direttore di una Banca??? Bè, noi no... e la soddisfazione
è stata davvero tanta!!!
Il premio in palio non era di importanza straordinaria ( 700€
da destinare ai progetti scolastici), ma la stupenda sensazione di essere arrivati così in alto è stata impagabile!!!
Marta Alberti, 3aASE
Secondo la mia esperienza il quinto anno al Quadri è un’entità a sé stante.
Non intendo semplicemente che sia separato dagli altri quattro anni, bensì
proprio in quel senso di entità magica cui per definizione vi si può avvicinare Maria Rosa della segreteria. Mi riferisco a lei senza dilungarmi in
spiegazioni perché so che la conoscete già.
Occorre scegliere come e se proseguire negli studi, come e se farsi ammettere agli esami, come e se prepararsi ad essi.
C’è la gita tanto desiderata fin dal primo giorno di liceo che, arriva statisticamente in una città del nord – terra promessa per gli studenti cittadini che non ne possono più di rimanere a Vicenza.
Queste sono soltanto alcune delle principali avventure che mi curo di non
spoilerare ulteriormente.
Anche perché, in un battibaleno è già Giugno e, tra le simulazioni delle
prove e i ripassi, si inizia a rendersi conto che per quanto terribili possano
Non sarò cattivo quest'anno, ma carogna
D
urante lo stage storico-scientifico a Trieste (10-12 Marzo 2014), abbiamo avuto modo di visitare anche la
Grotta Gigante. Questa, come spiegatoci dalla guida, si è formata dall’unione, a seguito di una frana, di due cavità di grandi dimensioni generatesi a loro volta dall’erosione della roccia
carsica (tipica del luogo) ad opera di fiumi, ora prosciugati,
che scorrevano al loro interno. Ci è stato fatto notare che in
numerosi casi il tratto sotterraneo di corsi fluviali, che scorrono all’interno di conformazioni montuose, non è noto: difatti
è stato possibile scoprirne solo gli sbocchi per mezzo di coloranti solubilizzati nei fiumi stessi o nei punti a quota elevata
in cui scorrevano in superficie o dentro grotte visitabili.
Da lì ci è venuta l’idea di progettare un drone capace di registrare il percorso nel sottosuolo di questi fiumi.
Invitati e supportati dalle nostre professoresse di lettere e
scienze naturali, abbiamo preso parte al progetto Marzotto.
Questo concorso prevede l’invio da parte di studenti di tutti
gli istituti vicentini (superiori di primo e secondo grado, così
come elementari) di elaborati di ogni genere (composizioni
grafiche, video o scritte) inerenti ad una nuova tematica ogni
anno. Nel nostro caso il tema proposto era “La tecnologia che
vorrei”.
Inizialmente il progetto è partito da un’idea di due dei tre
componenti del gruppo, che poi ha visto la sua realizzazione
in un video, il cui maggior contributo si deve al terzo. Il progetto ha richiesto un impegno costante da parte dei componenti, sia dal punto di vista audio-visivo oltre che organizzativo.
Alcuni mesi dopo l’invio dell’elaborato ci è stato comunicato
di essere fra i finalisti che avrebbero partecipato alla premiazione, che si sarebbe tenuta il 29 settembre nel teatro Olimpico di Vicenza.
Grande è stata la sorpresa quando, durante la cerimonia, il
nostro progetto è stato nominato non una, ma ben 2 volte
vincitore, rispettivamente del miglior lavoro di gruppo e come elaborato segnalato dal Muse di Trento.
Infine la nostra scuola ha ricevuto una somma pari a 5000€
come istituto vincitore del maggior numero di borse di studio, grazie all’elaborato vincitore del premio individuale di
Laura Posenato e al nostro.
Bressan Ivan, Felet Francesco, Nale Elisabetta, 5aCSA
essere stati i propri compagni di
classe, essi sono gli umani con i quali
si è condivisa l’aria di ogni giorno
per cinque ore per duecento giorni
per cinque anni. Matematica, calcolate. La fine. Calcolate, spiegatemi voi
in termini scientifici ciò che succede:
quando esattamente, in che misura
avvenga l’effettuale fine.
A seguire eccone una breve trattazione fenomenologica, che ha più
l’aspetto di un incoraggiamento post
mortem alias maturitas – di meglio
non saprei fare.
FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO IN MATURAZIONE
P.G.R. San Crsipino San-Gria Sam-buca et cetera
- I TRE MOMENTI DIALETTICI DELLO SPIRITO DEL MATURANDO 1) Invocazione dell’aiuto di-vino (perché proprio a me??!?)
Tradizionalmente, da sempre, almeno da prima che sparisse la civiltà minoica, ci sono riti di
passaggio che gli adulti immancabilmente amplificano; dopo averli superati impari tu stessa ad
alimentare quell’alone di riverenza che gli appartiene.
2) Essere alla frutta (perché proprio a me??!?)
Non c’è bisogno che tu sia tranquilla, come non c’è bisogno che tu non lo sia, sarà sufficiente
che tu ti levi il cuore dal petto e lo metta sul banco perché ti sorrida proprio nel momento del
trapasso.
3) Un buco nell’acqua (E’ FINITA!!!!)
Vivi questa cosa come vuoi, come ti senti, spara con fucili a fulminanti, bevi aranciata in lattina, o fai una coroncina di fiori per la tua speciale persona, ma corri fortissimo come se fosse il
giorno più fico della tua vita, fa che ti lasci qualcosa di cui andare fiera sempre.
Ex studentessa del Quadri
Quando parliamo di arte bizantina non stiamo mica
parlando di noccioline italiane
11
Riflessioni dalla Nuova Zelanda
S
ono in Nuova Zelanda per il semestre scolastico all'estero. Qui, essendo inverno, ho iniziato ad andare a
scuola appena arrivata il 18 luglio, e, come mi avevano detto durante i corsi di preparazione, il
sistema scolastico é per molti aspetti diverso da quello italiano, ma per altri
molto simile.
La differenza principale credo sia
questa: qui non si sceglie la scuola,
ma sei materie delle quali si ha un'ora di lezione ciascuna tutti i giorni.
Alle 12.30 si fa la pausa pranzo nella
quale ci si trova tutti insieme tra amici
(non tutti necessariamente frequentanti
gli stessi corsi); poi si ricomincia.
Si va a scuola dalle 8.40 alle 15.40 (il mercoledì fino
alle 14.40). Le materie sono le più disparate: si va dal corso di
cucina a quello di teatro maori a quelli più specifici di chimica
e fisica. Informatica viene affrontata per imparare a usare il
computer o per grafica pubblicitaria.
Io ho cercato di scegliere materie che per quanto possibile mi
sarebbero state utili al mio ritorno in Italia e che mi avrebbero
chiarito le idee sul mio futuro. Ho scelto così inglese, matematica, chimica, fisica, educazione fisica e musica.
Questo sistema di scelta delle materie a mio parere é utile in
quanto gli studenti non sono obbligati a studiare argomenti
ai quali non sono particolarmente interessati; penalizza però
la cultura generale delle persone che in questo modo diventano degli “specialisti” in ciò che amano, ma in fondo trovandoci poi con tutti i ragazzi della scuola non possiamo scambiarci
pareri e nozioni riguardanti i corsi che non frequentiamo.
12
La materia dove ovviamente all'inizio ho avuto maggiori difficoltà é stata inglese non essendo la mia lingua madre, anche
se si svolgono gli stessi argomenti che noi approfondiamo in
italiano.
Dopo aver trascorso gran parte dell'anno
scorso ad analizzare testi poetici e figure retoriche di tutti i tipi, me la sono
cavata bene anche qui, e in cuor mio
ho ringraziato la professoressa che
mi incoraggiava a prendere appunti durante le numerose ed esaustive spiegazioni, nonostante l'anno
scorso qualche “uffa, chi me lo fa
fare e a che serve questa roba” era di
casa. Le sue lezioni sono servite a farmi
passare i test di analisi del testo in inglese!!!!!!
Posso così darvi un suggerimento: studiate, perché ho sperimentato che serve a qualcosa!!!!
Durante le ore di matematica, materia che per me al Quadri
non era fra le piú semplici, mi "sento un genio": mi é capitato
piú di una volta di aiutare alcuni miei compagni a risolvere
qualche esercizio che a me sembrava facile, ma che per loro,
nonostante siano nella classe piú elevata, era molto difficile.
Bellissima sensazione!
Le ore di lezione che preferisco però sono quelle di chimica,
materia che prima di arrivare qui avevo affrontato solo superficialmente e che sto avendo la possibilità di studiare in maniera piú approfondita facendo molti esprimenti in laboratorio che almeno al biennio sono stati per me rari; anche la teoria però, con mia grande sorpresa, mi appassiona.
Durante le ore di fisica mi sembra di essere al Quadri, quindi a
casa.
L'attività motoria è divertente soprattutto per le palestre (qui
gli spazi sono enormi) ed anche se è un po' monotona, va bene.
Ho avuto occasione anche di riprendere a suonare il piano:
non male.
Alla fine dunque consiglio a tutti di ascoltare i prof: anche se
durante gli anni vi tartassano e vi dicono che non ce la farete,
in qualsiasi posto andiate dopo il liceo il metodo di studio e le
nozioni che il Quadri permette di acquisire vi saranno utilissime. Parola di studentessa!
La mia era una famiglia d'insonni: mia mamma che stirava,
mio papà che leggeva il giornale…
poi il pomeriggio se facevi rumore ti veniva giù il cataclisma
Jyothi Zoico, 3aDSA
Dopo un acceso dibattito, dove abbiamo potuto notare l’accanimento di qualcuno contro qualcun altro, ecco a voi i nuovi
rappresentanti, pronti a mettersi in gioco in questa intervista e si, anche per la nostra “amatissima’’ scuola.
Data di nascita
M: 2 novembre 1998.
U: 20 marzo 1998.
A: 8 luglio 1997.
B: 16 giugno 1997.
Materia preferita?
M: Inglese.
U: Storia.
A: Informatica.
B: Matematica, quando mi viene.
Curti
Nome cognome classe
M: Matteo Carletti, 3ASC.
U: Umberto Curti 3DSC.
A: Anthony Maistrello 4BSA.
B: Bruno Meneghello 4ESA.
Umberto
E l’intervista non finisce qui …
La cosa che vi piace di più del Quadri?
M: La curiosità che ognuno ha.
U: Le diverse iniziative che propone la scuola, ad esempio l’educazione alla cittadinanza, che ci formano anche come cittadini e non solo come studenti.
A: L’organizzazione che ha il Quadri.
B: La struttura che mi sprona a dare il meglio e il clima che c’è.
Adesso, francamente, pensate veramente di poter cambiare il Quadri?
M: Si.
U: Cambiarlo no, migliorarlo si.
A: Si.
B: Ci spero.
Meneghello
Cosa volete portare a termine del vostro programma?
M, U: Tutto possibilmente.
A, B: Tutto ciò che abbiamo proposto.
Bruno
Perché vi siete candidati?
M: Per partecipare più attivamente a scuola.
U: Dare qualcosa in più alla scuola.
A, B: Per dare volume alle idee di noi studenti.
Silvia Savoca, 3aCSC
Cosa pensi a proposito della mancanza di un elemento femminile?
M: Non è una bella cosa, perché le ragazze e i ragazzi vedono le cose da un altro punto di vista e quindi possono dare una diversa opinione.
U: Bella sfiga!
A: Abbiamo le dovute segretarie.
B: C’è Carletti. (n.d.r. i rappresentanti ridono)
Ho provato a fissare la mia cagnetta che faceva la cacca...
non è che fosse molto a suo agio
Adriana Trancic, 2aBSE
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Leopardi o Machiavelli?
Qual è, secondo te, il problema della scuola italiana?
M: La si vede come un peso, ma è una risorsa!
U: Si investe poco su di essa, e si è concentrati di più sulla
didattica che sulla formazione come cittadini.
A: La visione cha ha lo studente della scuola.
B: Viene vista come un obbligo dai ragazzi.
M: Picasso.
U, B: Machiavelli.
A: Leopardi.
Carletti
Maistrello
Michele Mistrorigo, 3aBSE
Matteo
U: E’ l’ultima spiaggia (almeno per il momento).
A: E’ simpatico.
B: E’ partito bene, ma sta degenerando.
Anthony
Cosa avete pensato per il ballo di fine anno?
M, U: Dobbiamo ancora organizzarlo
A, B: TOP SECRET.
Maria Rosa o Mauro?
M: Entrambi.
U: Maria Mauro.
A, B: Maria Rosa.
Adriana Trancic, 2aBSE
Vidali o Peron?
M: Vidali.
U: Cisco.
A, B: Vidali.
Serata romantica o partita con gli amici?
M, B: Partita con gli amici.
U: Serata romantica.
A: Partita con le amiche.
Cos’hai mangiato ieri?
M: Pasticcio.
U: Bigoli all’anitra.
A: Alzheimer a colazione. (n.d.r. non si ricorda)
B: Pollo, credo.
Una rana nera e rara sulla rena errò una sera, secondo te, questa rana era un po’ ubriaca?
M, U: Secondo me siete voi ubriaco.
A: Si può ripetere?
B: Si.
Cosa ne pensi del governo Renzi?
M: SHISH!
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Dite qualcosa a chi vi ha votato e a chi non.
M: Grazie a tutti quelli che mi hanno votato, non vi deluderò!
U: Grazie a chi mi ha votato, a chi no, cercherò comunque
di rappresentarvi.
A: Se mi avete votato, avete fatto bene, se non mi avete
votato, beh, sono salito lo stesso.
B: Bella li! E chi non mi ha votato eravate liberi.
Fatti una domanda e datti una risposta
M: ‘Questa intervista è interessante?’ ‘No.’
U: ‘Sono all’altezza di questo incarico?’ ‘Si.’
A: ‘ Quanto sono bello da 1 a 10?’ ‘9 , perché si migliora
sempre!’
B: ‘Sono un mollo?’ ‘No, non sono un mollo!’
Come credi sarà il Quadri tra un anno?
M: Un Quadri migliore e con la carta igienica.
U: Senza di me come rappresentante.
A: Migliore: pieno di arcobaleni ed unicorni!
B: Con meno 96, si spera.
intervista a cura di
Stavo guardando me stesso arrabbiato, e mi sono fatto paura
Simone Bernardotto, 5aDSA
Fase 1: L’ascesa
Inizio tragico: Savio nasce in Uganda, poverissimo. La fortuna però gli
sorride, perché riesce a trasferirsi in Germania per sfuggire ai dolori
della guerra.
La svolta: Il nostro giovane eroe scopre di avere un grande talento calcistico, di essere abile nel dribbling e fulmineo nello scatto, ed entra
per cui nelle giovanili del Monaco 1860.
Fase 2: Illudere tutti e trovare una grande squadra
Trasferirsi in Italia: Nessuno può dirsi calciatore ignorante se prima non
è stato in Italia (“Postulato del bidone” di Ricardo Quaresma). Savio
rimedia facendosi notare da Gianluca Nani, dirigente del Brescia, che lo
porta entro i nostri confini.
Esordire in tenera età: Savio gioca la sua prima partita tra i professionisti a 15 anni, in un roboante derby, Crotone-Brescia,
partita di incredibili sbadigli e sonnolenza, terminata 0-0.
Crescere tra personalità di spicco: Tutti i più grandi campioni hanno avuto in squadra dei maestri, qualcuno cui insegnò loro il
rispetto e l’amore della maglia. Totti ebbe Mazzone come mentore, Del Piero ebbe un esempio come Baggio in squadra; Savio si allenava con individui come Marius Stankevicius e Davide Possanzini: è un miracolo che non sia in viale San Lazzaro a
spacciare.
Le aspettative: Una grande asta si scatena sul nostro idolo, e il West Ham ne esce vincitore, che se lo accaparra per 10 milioni, che vedendo le cifre del calcio di oggi non sembrano molti, ma pensando alla situazione di 7-8 anni fa è una signora somma.
Il grande calcio: Savio ha una eredità pesante, giocare in Inghilterra non è facile, in più sceglie di vestire la maglia numero 10,
quella del fantasista, non un numero come tanti.
Fase 3: I primi accenni di declino
La prima delusione: Nsereko non impressiona, gioca solo 10 partite, un po’ come se ogni partita fosse costata un milione alla sua squadra.
Illuminati confirmed: Il nostro eroe è chiaramente vittima di un complotto internazionale. Avete notato? 10 sono i milioni spesi dal West Ham, 10 è la sua maglia, 10 sono le presenze. 3 dieci. 3 come i
lati di un triangolo. Coincidenze? Io non credo.
La voglia di riscatto: L’avventura in Inghilterra non decolla, a questo punto Savio rientra in Italia alla
Fiorentina, dove però non si smentisce, collezionando 2 presenze in 1 anno. Decide quindi di tornare
nel Monaco 1860, sperando di ritrovare un ambiente che potesse farlo sentire a casa.
Fase 4: Sparizione, prostitute, sequestro di se stesso
La fase più importante! Qua si vede il vero bomber: è facile eclissarsi silenziosamente come un qualunque giocatore; il vero
delinquente è in questa fase che si scatena.
Il primo acuto: Dopo aver giocato 2 partite soltanto, sparisce nel nulla; la sua società (il Monaco) sporge denuncia. Savio verrà ritrovato due giorni dopo in casa di sua sorella. La vicenda ovviamente irrita moltissimo la dirigenza, che lo rispedisce nuovamente alla Fiorentina.
Una nuova sparizione: ovviamente il nostro protagonista non rientra più nei progetti tecnici della Viola, che lo passa in prestito in Serie B allo Juve Stabia. Qui, in seguito a una sostituzione non gradita, scappa nuovamente, questa volta a Londra, in
allegra compagnia di una donna, di un jet, e di 160 mila euro. Il fuggitivo cercherà di coprire la sua assenza con un certificato
medico di dubbia validità, tanto da causargli la rescissione del prestito dalla squadra.
La maglietta puoi asciugarla, la mappa concettuale no.
15
Il colpo di genio: Scaricato da tutti, passa prima al Vaslui, dove la notizia è il fatto che non succeda nulla, per poi appro dare
all’Unteraching, dove compie la sua più grande prodezza in carriera. Inscena un sequestro degno del miglior giallo, che lo
vede protagonista come vittima; una volta chiesti e ottenuti i soldi del riscatto (dalla sorella di prima), si sarebbe potuto garantire una vita da nababbo in Thailandia, dove si era già assicurato una villa con due prostitute. Le bugie, però, proprio come Brunetta, hanno le gambe corte, e viene scoperto e processato, senza comunque essere messo in gattabuia (del resto, come detto all’inizio, aveva una grande
capacità nel dribblare inizialmente degli avversari, poi la galera).
L’ultimo squillo (no, non l’ultima): Nsereko riparte dalla quarta divisione tedesca
(per intenderci, un po’ come se giocasse in una squadra di un paesotto), più precisamente nel Viktoria di Colonia. Dopo solo 6 partite, ruba un orologio in spogliatoio a
un suo compagno, dove quasi subisce un linciaggio di gruppo.
Conclusioni
Tutto quello che ho scritto, che quasi sembra un bollettino di guerra, si potrebbe
pensare come il frutto di una carriera lunga più di 20 anni degna di un Gascoigne o di un George Best. Invece no. Noi la prendiamo con un sorriso, ma Savio Nsereko, oggi ha solo 25 anni. Il dramma di questo ragazzone africano, che ha giocato 47
partite negli ultimi 5 anni (un numero ridicolo, che un giocatore come lui avrebbe potuto raggiungere in una stagione e mezzo), ci fa riflettere. Soldi e fama hanno giocato un brutto scherzo a una persona che mai, prima di quel momento, aveva vissuto i lussi e gli sfarzi che gli sono costati la sua classe cristallina, seppur ancora grezza; e oggi ci ritroviamo a rimpia ngere la
storia di un (quasi)calciatore che sarebbe potuto diventare grande, almeno caratterialmente.
Gerardo Graziano, 5aDSA
iL BLOCCO
ci aspettavamo era la tranquillità e la fluidità nel compiere
ogni azione come l'avevamo compiuta un tempo, ma quest'oggi, senza alcuna ragione plausibile, questo non ci sembra
possibile.
Ogni volta che si deve fare qualcosa, c'è sempre qualcos'altro
di meglio fare. È un problema di inerzia? Di pigrizia? Eppure
non la chiamerei così. Non è semplice “sfaticaggine” ma ben
di più.
orrei parlarvi di un problema che probabilmente afflig- È una crudele realtà perché ci fa rendere conto che il nemico
più grande contro cui stiamo lottando siamo noi stessi e
ge persone di ogni età, ma specialmente noi adolenient'altro.
scenti.
E no, non sto parlando dei blocchi che potrebbero cadervi in Quante volte, per degli impeti di orgoglio, un solo commento
testa da un momento all'altro quando passate sotto a un can- ci desta a fare del nostro meglio, eppure, purtroppo, meglio si
cerca di fare, meno si riesce a fare. Tutto sembra venirci contiere.
Il problema, anzi, non è affatto materiale, ma ha una sua cer- to, anche se si vorrebbe che il tutto ci venisse incontro, magari con un sorriso rassicurante.
ta fisicità, mentalmente.
Ma in momenti del genere l'unica sicurezza sta nel non cedere, anche se tutto ciò che ci sta attorno crolla, perché siamo
Quest'anno ho iniziato la terza ma l'unica certezza che ho è
noi stessi le fondamenta per il nostro avvenire. Magari questa
che questo fatto mi ha messo in crisi (bivio, scelta quindi) e
è la reale prova per dimostrare a tutti e a noi stessi che se non
non riesco più a trovare la strada giusta per uscirne. Ma non
riusciamo a scavalcare il blocco emotivo o fisico che sia, con
penso affatto di essere l'unica, né tra le terze, né tra gli stuun po' di impegno e fiducia siamo almeno in grado di girarci
denti di questa scuola, tanto meno tra quelli di altre scuole.
attorno e comunque continuare, anche se non come desideIl blocco, una parola, un fatto, ci ostacola.
ravamo.
Non si comprende da dove scaturisca questo problema, né
come nasca. Eppure ci ferma, ci impedisce di andare avanti e In fin dei conti, un po' di difficoltà nella vita ci serve sempre,
per aiutarci, per farci crescere e perpetuamente maturare.
continuare ad essere come sempre siamo stati.
Qi Xia Yu, 3aCSA
E molto spesso ci porta a pensare “cosa c'è che non va? Perché è tutto diverso da come ci aspettavamo?”. Esatto, ciò che
V
16
Anche i quaderni sanno profumo... non solo i libri!
I
l 10 ottobre 2014, a un’adolescente e a un sessantenne è
stato assegnato il premio Nobel per la Pace (che riceveranno il 10 dicembre a Oslo) per la loro lotta contro la repressione dei bambini e dei ragazzi. Malala Yousafzai e Kailash Satyarthi sono stati infatti premiati per aver difeso i diritti dei
minori, che, purtroppo, vengono ancora sfruttati e tratta alla
stregua di oggetti in molti paesi. Dopo le premiazioni degli
ultimi due anni, piuttosto magre se confrontate con questa,
finalmente due vincitori forti, con delle battaglie difficili alle
spalle, che possono essere considerati veri e propri eroi.
Malala Yousafzai è nata a Mingora (Pakistan) il 12 luglio 1997;
fin dall’età di undici anni si è battuta per i diritti di donne e
bambini ed è la più giovane tra i vincitori del Premio Nobel.
Nel suo paese il diritto all’istruzione è garantito dalla Costituzione sia per gli uomini che per le donne, ma, di fatto in alcune zone, come la valle dello Swat, da cui proviene Malala,
l’istruzione femminile è vista come un inutile spreco e i genitori preferiscono garantire l’educazione dei figli maschi. Questa ragazza però si è battuta per la sua istruzione. “Non mi
importa di dovermi sedere sul pavimento”, ha detto in un’intervista, “tutto ciò che voglio è istruzione. E non ho paura di
nessuno”. Era, ed è tutt’ora, disposta a tutto pur di ricevere
un’educazione e ha espresso più volte questo suo desiderio,
così in contrasto con la mentalità di alcuni di noi, per i quali
l’andare a scuola è visto più come un obbligo imposto dalla
società e dai genitori, più che un privilegio. Non ha paura di
nessuno, Malala, e l’ha dimostrato continuando ad andare a
scuola, quando ancora era in Pakistan, pur sapendo cosa pensano i talebani pakistani delle ragazze
come lei. Infatti due
anni fa è stata vittima di un attentato,
in cui sono state
coinvolte anche altre due ragazze, a
bordo del pullman scolastico che la stava riportando a casa. I
talebani hanno rivendicato l’attentato, minacciando di compierne un altro qualora ce ne fosse stato bisogno. Non sono
però riusciti a macchinare altro contro di lei, poiché Malala è
stata trasferita in un ospedale inglese, a Birmingham per l’esattezza, dove risiede tutt’ora con i genitori e i suoi due fratelli.
Il riconoscimento che ha ricevuto la incoraggerà ad andare
avanti e a perseguire il suo sogno di diventare un buon politico, magari persino il Primo Ministro del Pakistan.
Kailash Satyarthi invece è nato a Vidisha, in India, l’11 gennaio 1954 e dal 1990, poco dopo aver iniziato la sua battaglia
contro il lavoro minorile, ha liberato 80.000 bambini da varie
forme di schiavitù. Ha studiato ingegneria e poi ha iniziato ad
insegnare, ma ha abbandonato tutto per fondare il movimento Bachpan Bachao Andolan (Missione Salvare l’Infanzia) e
diventare il segretario del Fronte di Liberazione dalla Schiavitù per Debiti. La schiavitù per debiti e il lavoro minorile sono
diffusi in gran parte del mondo, ma in India si riscontrato molti più casi che in altri paesi. I minori vengono venduti, anche
dai propri genitori che non hanno abbastanza soldi per mantenerli, o rapiti (secondo il National Crime Records Bureau in
India scompare almeno un bambino ogni otto minuti) e rimangono alla mercé di veri e propri trafficanti di esseri umani. Possono essere rivenduti, a scopo sessuale oppure impiegati in attività illegali, o sfruttati come lavoratori, ad esempio
nelle piantagioni di cotone. Oltre ad essere oppressi psicologicamente, spesso questi bambini e ragazzi sono vittime di
abusi fisici e, in alcuni casi, possono anche subire amputazioni
o sfregi permanenti (in questo modo, i ragazzi che chiedono
l’elemosina inducono alla pietà). Come già detto, questo è un
problema di tutti i paesi in via di sviluppo e non (si sono riscontrati dei casi anche in Europa e negli Stati Uniti), ma Kailash ha cercato di risolvere il problema a partire dal suo paese, l’India. Infatti, non solo ha liberato migliaia di ragazzi dalla
schiavitù, ma li ha anche aiutati a reintegrarsi e ha fatto aver
loro un’istruzione. La sua lotta non è stata certo tutta rose e
fiori, in quanto si è dovuto scontrare con la criminalità organizzata indiana, esponendosi pericolosamente. Oltre ad aver
ricevuto minacce di morte, sia lui che altri attivisti sono stati
picchiati più volte quando hanno cercato di liberare minori
ridotti in schiavitù, irrompendo in strutture clandestine, e alcuni di loro, come Dhoom Das e Adarsh Kishore, hanno anche perso la vita.
Nel corso degli anni, Kailash ha fatto parte di vari movimenti,
come la Marcia Globale contro il lavoro dei bambini, durante
la quale ha sostenuto che i soldi impiegati in tutto il mondo in
spese militari nell'arco di tre giorni (11 miliardi di dollari), sarebbero sufficenti a garantire un'istruzione ai 246 milioni di
bambini che sono costretti a lavorare, ed è stato il presidente
della coalizione internazionale Campagna Globale per l'Educazione dal 1999 al 2011; ha fondato il network Rugmark
(GoodWeave International), che monitora e certifica i tappeti
fabbricati senza l'uso di manodopera minorile in Asia.
Malala e Kailash professano due religioni diverse, una è musulmana e l'altro hindu, vengono da paesi in conflitto tra loro,
ma hanno un obbiettivo comune: difendere i diritti di bambini
e ragazzi. Hanno dimostrato che si può fare la differenza, pur
non avendo molti mezzi a propria disposizione, per aiutare e
difendere chi non può farlo da solo.
Non osare, perchè non c'entra un tubero!
Maria Elena Lovato, 4aESC
17
“Beautiful”
Traduzione italiana di
di Christina Aguilera
Non guardarmi
C
ome si può credere di essere liberi in una società che è
in realtà oppressa dai pregiudizi?!
Ci si muove tra la folla al proprio meglio, solamente per evitare di essere additati e giudicati. Certo può sembrare normale
camminare per strada e trovarsi gli occhi di qualcuno addosso, ma non lo è per chi non si sente accettato poiché ritenuto
diverso o sbagliato.
Una situazione in cui capita di sentirsi a disagio oggigiorno, è
quella in cui si è attratti da persone dello stesso sesso. L’omosessualità, infatti, nella società odierna, non viene accettata e
riconosciuta dalla maggior parte delle persone, viene però
malvista, criticata e discriminata.
L’omosessualità, però, non è sempre stata vista negativamente dalla società, basta pensare ai Greci, i quali avevano
frequentemente rapporti con persone dello stesso sesso,
semplicemente perché ricercavano il bello, indipendentemente dal genere. Questa libertà, oggi, è sparita, anche nella
nostra società che ha preso le basi della sua cultura dai Greci.
Probabilmente è sparita o meglio, è stata soppressa dalla tradizione tramandata dalla Chiesa: Cercare la persona con la
quale non si soddisfino i propri bisogni sessuali, ma la persona
con la quale si possa creare vita. Infatti, la Chiesa, se anche
accetta l’omosessualità come sentimento d’amore, non ne
approva il matrimonio e perciò gli atti sessuali.
La recente comparsa e diffusione dell’argomento dell’omosessualità nel mondo, però, porta i suoi praticanti, ad una
sempre maggiore conquista di libertà, infatti, si possono riscontrare movimenti ed organizzazioni a favore degli omosessuali, si possono sentire ogni giorno storie di ragazzi e ragazze, di uomini e donne che ammettono la loro omosessualità, precedentemente tenuta nascosta o soppressa a causa di
pregiudizi.
Siamo in una società dinamica, che cambia ogni giorno che
passa, siamo in una società in cui si ha timore di ammettere
l’attrazione per persone di sessi diversi, figuriamoci allora, se
non si ha timore di ammettere di amare un individuo dello
stesso sesso. Grazie proprio al cambiamento e all’affermazione dei propri sentimenti però, si può modificare il modo in cui
si giudicano gli altri.
18
Ogni giorno è così meraviglioso
E all'improvviso, è difficile respirare
Ogni tanto, divento insicura
Per colpa di tutta la mia fama,
mi vergogno così tanto
Sono bellissima non importa quello che dicono
Le parole non possono abbattermi
Sono bellissima da ogni punto di vista
Sì, le parole non possono abbattermi
Per cui non fatemi abbattere oggi
tu sei delirante, per tutti i tuoi amici,
Così consumato in tutta la tua rovina
Provando insistentemente a riempire il vuoto
Il pezzo è sparito e il puzzle è incompleto
E' così cha va...
Non importa quello che facciamo
Non importa quello che dicono
Noi siamo la canzone in questa tonalità
Piena di bellissimi sbagli
E in qualsiasi posto andiamo
Il sole splenderà sempre
E domani ci potremmo svegliare
dall'altra parte, anche x sempre.
Siamo bellissimi non importa quello che dicono
Sì, le parole non possono abbatterci
Siamo bellissimi non importa quello che dicono
Sì, le parole non possono abbatterci
Non fatemi abbattere oggi
Non fatemi abbattere oggi
Non fatemi abbattere oggi.
Ragazzi, l'ultima riga non è il luogo dei peccati, eh!
Luca D’Angelo, 3aBSE
Camilla Zaggia, 1aDSC
Ci vorrebbe un po' di Ebola...
19
…mai niente fu più
P
REMESSA: da quest’anno sono tutor di una classe prima e sono molto contenta del mio compito. È un’attività che ho sempre voluto intraprendere, sin dal primo giorno
del primo anno. Se c’era, invece, una cosa che non avrei mai
creduto di fare quando, circa due anni fa, entrai al Quadri di
certo era scrivere un articolo per il Quadrifoglio. Ma il problema di avere un amico nella redazione è che, essendo sempre
a caccia di nuove storie da raccontare (e non scherzo, passa
intere mattinate a fare la caccia al tesoro), non appena gli è
giunta la notizia della disavventura della mia classe ha voluto
che scrivessi un articolo (sì, M, sto proprio parlando di te e tu lo sai benissimo). Tuttavia, voglio cogliere comunque questa opportunità
per cercare di spiegare cos’è il Quadri a quei
ragazzi di prima che sono appena entrati nel
vortice di questa scuola (e non ne uscirete
facilmente, MUAHAHAHAH) e credo che
il modo migliore per farlo sia raccontarvi la mia esperienza USANDO
un’analogia: HUNGER GAMES.
Quindi, sedetevi e buona lettura ;-)
PS: ogni citazione alla serie di Hunger Games è puramente casuale.
una conclusione. Sì, voglio fare il liceo e sì, deve essere scientifico. A questo punto, tra Quadri e Lioy la scelta è caduta sul
primo (e diciamocelo, il Quadri sembrerà anche un ospedale
ma in confronto al Lioy è la casa di un califfo). Non sono del
Distretto 2, alias il Centro, né una matta come Katniss Everdeen ma comunque corsi incontro alla Effie Trincket del caso,
ovvero il mio professore di italiano “Magia” (tranquilli, è un
soprannome, non circolavano strane erbe tra una lezione e
l’altra) ed esclamai a gran voce: “Mi offro volontaria! Mi offro
volontaria come tributo!”
Cosa ho fatto? Cos’è questa scuola? Non è adatta a me…
ahahaha BAZINGA! (Perdonate questa deviazione dal tema
principale, ma non potevo non includere The Big Bang Theory. A proposito,
primini, un giorno diventerete come
quei quattro matti se non state attenti).
Il primo giorno di scuola è stato ultramega-iper-meravigliosamente sensazionale. E NON SEMBRAVA COME GLI
HUNGER GAMES! Tutor fantastiche,
professori preparati e comprensivi, merende alle macchinette che a Capitol City
neanche si immaginano e non ci è voluto
molto a trovare Peeta, Gale e Finnick. È sempre stato così bello il
primo giorno di scuola!
Mi strofino le mani per cercare di scaldarmi nell’aria gelida di fine gennaio. I miei
muscoli sono contratti per combattere il freddo. Clara Segota, 1aASE
Se in questo momento comparisse una muta di
Se dipendesse da me cercherei di dimenticarlo il pricani selvatici, le probabilità di riuscire ad arrampicarmi su un mo anno al Quadri. Di non parlarne proprio. Di fingere che
albero non sarebbero a mio favore. Mentre aspetto assieme non sia mai esistito. Okay, questa l’ho copiata spudorataagli altri ragazzi della mia età che i Pacificatori aprano i porto- mente dal secondo libro e davvero, non corrisponde alla realni per dare inizio ad un’altra giornata di scuola, penso. E pen- tà, più o meno; no, dai, non corrisponde alla realtà. Comunso che non riuscirò mai a pensare a me stessa fra sei mesi. que, che sia stato un anno duro il primo non ci sono dubbi:
Che cosa devo fare? L’alba comincia a rischiarare il campo da prima di tutto, credo che mettano tutti i professori più buoni
calcio di fronte la scuola (okay, forse il sole era già sorto). Non il primo giorno della prima e lascino gli altri per il secondo e il
posso lottare contro il sole. Posso solo osservarlo con un sen- terzo; poi, l’FTV è come l’artrite per i vecchi, più si va avanti e
so di impotenza mentre mi trascina in una giornata che teme- più peggiora; infine, non so bene come ma avevo l’impressiovo da mesi. Nessuno è felice il giorno della Mietitura. Manca ne che in prima “the world was watching” e io didn’t like it at
un giorno al termine delle iscrizioni per le superiori e devo all. Qualsiasi cosa sia successo il primo anno, questo sarà diancora decidere. Così, mentre osservo la schiera di giovani verso. Ben quattro tributi ci hanno lasciato (no, non sono
che come me aspettano i comodi dei Pacificatori, giungo ad morti, ci hanno letteralmente lasciato, neanche il Quadri
20
Bè, dopo la mesosfera c'è la menopausa...
adotta misure così drastiche) ma so che noi venticinque rima- ritornando al discorso REALTÀ: primini, non preoccupatevi,
sti ce la faremo.
non diventerete mai una classe come la mia (o almeno ve lo
auguro con tutto il cuore). Il vostro percorso al Quadri sarà
arduo e a volte penserete di non riuscire a continuare: va beNon sono riuscita a paragonare questo giorno a nessun pezzo
ne, se state proprio male non sono necessari atti suicidi, vi
di nessuno dei tre libri di Hunger Games. Certo, si può trovare
comprendiamo se volete cambiare classe. Ma abbiate coragpiù di un momento in cui Katniss sopporta le perdite dei suoi
gio e continuate per la vostra strada, questa scuola sarà in
compagni di viaggio (attenzione, non siate troppo intelligengrado di apprezzarvi e offrirvi molte possibilità, come quella
ti, potreste trovare degli spoiler per ogni mia allusione :-P)
che ho avuto io scrivendo questa storia.
ma mi sembrava vagamente… iperbolico associare la perdita
Quindi, tosi belli, insieme ce la potremo fare (voglio dire siadi ben altri 10 tributi a quella nei sotterranei di Capitol City
mo in tutto 1400 studenti!) e… che la fortuna possa essere
con gli ibridi (quasi sicuramente questa parte la mettono nel
sssempreee a vostro favore.
quarto film ---> e questo è uno spoiler). Comunque è quello
Anna Mutterle, 3aESC
che è accaduto: due tributi persi durante la seconda, cinque
nel cambio d’anno, tre nelle prime tre settimane. Adesso, PS: a chi non piace Hunger Games si ricordi che chiunque altro avrebbe fatto l’articolo paragonandolo a Twilight.
Colpa delle
STELLE
"
È difficile dimenticare chi ti
ha dato molto da ricordare!"
Si, perché questo libro mi ha insegnato molte cose. Soprattutto
mi ha insegnato a riflettere su
aspetti comuni della vita come la
morte, la malattia ma soprattutto l'amore. Eh si perché, come
tutti gli esseri viventi, dobbiamo
affrontare momenti difficili della
nostra vita e non pensare solo
alle cose belle! Il fatto che il libro
descriva Hazel come una granata
non significa che parli solo di
morte o cose del genere, anzi non te ne accorgerai neanche
che si parla di una persona malata di cancro terminale ai polmoni. Comunque, Hazel è la protagonista e ha 16 anni. Come
ho già accennato prima è malata di cancro terminale ai polmoni, ma grazie ad un farmaco sperimentale la sua malattia
ormai è in regressione. Ma un giorno il destino le fa incontrare questo ragazzo: Augustus Waters, diciassettenne ed ex
giocatore di basket a cui è stata amputata una gamba a causa
di un osteosarcoma. I due fanno subito amicizia e si scambiano risate, passioni ma anche tragedie. Dal primo momento
Silvia Savoca, 3aCSC
che Augustus ha visto Hazel le ha detto: "Perché mi fissi così?
Perché sei bellissima." E dopo un po' è amore corrisposto perché Hazel si innamora follemente di Gus dicendo: "Mi sono
innamorata così come ci si addormenta: piano piano, e poi
tutto in una volta".
È un libro fantastico che consiglierei a qualunque persona. È
un libro che leggerei mille volte perché è pieno di colpi di scena e poi, chi non ma le storie d'amore?!
Ve vojo ben, ci vediamo ad agosto
Camilla Memola, 1aASE
21
"
Hunger Games: Il canto della rivolta parte 1" è un Hunger
Games senza Hunger Games. Eh sì, perché dopo che la
nostra Katniss Everdeen (l'attrice premio Oscar Jennifer Lawrence) ha scoccato la sua freccia contro il campo di forza che
avvolgeva l'arena in "La ragazza di fuoco", i terribili giochi del
malvagio Presidente Snow (Donald Sutherland) sono stati
annientati per sempre. In questo nuovo, entusiasmante capitolo, ritroviamo un'eroina spaesata, distrutta dagli eventi e in
un luogo completamente estraneo a lei, il misterioso Distretto 13, creduto raso al suolo molti anni prima e ricostruito sotto terra. Il nuovo fulcro tematico è la rivoluzione, e il suo simbolo è quello della
"Mockingjay" (titolo originale del film), la
Ghiandaia Imitatrice, le
cui sembianze sono
quelle di Katniss, emblema di speranza, forza,
sfida. Il fuoco in lei, però, si sta spegnendo e
solo con l'aiuto dei suoi
fedeli amici, dal mentore Haymitch (Woody
Harrelson), all'aiutante
Effie (Elizabeth Banks),
all'adorata sorella Prim
(Willow Shields), alla
madre (Paula Malcomson), al bellissimo Finnick (Sam Claflin) e all'amico d'infanzia Gale
(Liam Hemsworth) riuscirà a spiegare le sue ali e far risuonare
la sua voce su tutto Panem. In questo gioco a colpi di propaganda, però, il letale dittatore schiera dalla sua parte, dopo
averlo preso in ostaggio, l'amato Peeta Mellark (Josh Hutcherson), compagno di Katniss ( e qualcosa di più!) durante
gli Hunger Games. Così i due ragazzi, che durante il primo
film ("Hunger Games") si erano rifiutati di uccidersi a vicenda,
come le regole prevedevano (accendendo la scintilla di speranza che si sarebbe poi trasformata in una vera e propria
22
guerra civile per la libertà), si ritrovano ora a fronteggiarsi
come armi di due fazioni politiche contrapposte. La nostra
Katniss dovrà cominciare a capire di chi fidarsi veramente
(visto che anche nel Distretto 13 c'è qualcuno che la vuole
solo usare, incurante dei suoi sentimenti), per riuscire a salvare Peeta (che purtroppo non è più lui…) e gli altri vincitori prigionieri (come Johanna Mason, interpretata da Jena Malone)
dalle grinfie del Presidente, portando la pace nel suo paese,
incoraggiata ogni giorno dal suo coraggio e dal suo spirito.
"Il canto della rivolta Parte 1" è un film completamente diverso dai precedenti, un grande punto di svolta della saga: cupo,
sconvolgente, ricco di suspense e colpi di scena inaspettati.
L'aspetto psicologico è uno dei pilastri portanti, un elemento
fondamentale della narrazione. Si scoprono i lati più complessi e intimi dei personaggi, si scava dentro di loro per comprendere come reagiscono agli eventi, come li affrontano.
Per forza di cose, nel contesto in cui tutto ciò è calato, la pellicola ti prende molto dal punto di vista emotivo. Il coinvolgimento è alle stelle, ti sembra di fare parte del film, di provare
gli stessi sentimenti, le stesse emozioni. Anche per chi conosce la storia e ha letto i libri (questa saga è infatti basata
dall'omonima trilogia della scrittrice americana Suzanne Collins e caso editoriale mondiale degli ultimi anni), le sorprese
sono assicurate. Il regista, Francis Lawrence, si è tenuto molto fedele al libro (ad esempio i dialoghi, praticamente identici
a quelli originali scritti dalla Collins), aggiungendo, però, alcune scene per dare allo spettatore una "veduta più ampia" degli eventi, chiarendo magari le idee a chi non conosce i romanzi o visto i film precedenti. Inoltre, per quanto poco, ha
saputo "alleggerire" i toni del film in alcune parti, attraverso
battute e comportamenti dei personaggi molto buffi e simpatici, quasi a voler far dimenticare a tutti, per un momento, le
difficili condizioni in cui i loro beniamini si trovano. Il tutto,
però, non avrebbe reso senza un cast d'eccezione: le loro interpretazioni, così realistiche, sono a dir poco magistrali.
Ognuno è riuscito ad entrare dentro il proprio personaggio, a
farlo suo, a comprenderne ogni piccola sfaccettatura, per poi
riportarla sullo schermo in maniera impeccabile. La scena in
cui Katniss canta "The Hanging Tree" ("L'albero degli Impiccati", eseguita dalla stessa Jennifer Lawrence, nel film non
tradotta), l'attacco al Distretto 8 con la celebre frase "SE NOI
BRUCIAMO, VOI BRUCIATE CON NOI", sono solo alcune delle scene più intense e struggenti di questo fantastico film.
Personalmente (sono una grandissima fan della saga!), l'ho
trovato all'altezza dei primi due capitoli: coinvolgente, commovente, forte per i messaggi che lancia. Una straordinaria
storia che lascia il segno, una protagonista indimenticabile in
cui tutti possono identificarsi, sullo sfondo della lotta per la
libertà, la giustizia,la pace e l'amore.
testo e disegno di
Trovati un limbo tutto tuo
Giulia Corradin, 1aBSC
Il Silmarillion:
caposaldo della letteratura fantasy mondiale
Dopo le precedenti recensioni de “Il Signore degli Anelli”
e de “Lo Hobbit”, per continuare la serie di libri del celeberrimo J. R. R. Tolkien, mi è sembrato doveroso proporvi
quell’opera che, non solo nel mio modestissimo parere,
bensì secondo numerosi esperti, è considerata uno dei
massimi capolavori - nonché capisaldi – della letteratura
fantastica mondiale.
Premetto che questo non è un libro semplicissimo: infatti
è così bello, così affascinante e complesso che per capirlo e
gustarlo al meglio è necessaria un po’ di concentrazione in
più del solito. È un’opera per i fortemente appassionati di
fantasy, ma anche per coloro che vorrebbero imparare a
conoscere questo genere letterario in modo più approfondito.
Vi presento, perciò, Il Silmarillion di Tolkien!
Prima di tutto, dunque, di cosa parla quest’opera? In una
frase, potremmo dire: essa parla dei fatti e degli eventi accaduti in Arda che sono legati al destino e al significato dei
Silmaril. Chiaro, no? Mica tanto. Questa frase è grosso modo la stessa che Tolkien medesimo usò per dare un’idea
generale del Silmarillion nella sua lettera del 1951 all’amico
editore Milton Waldman.
Per spiegarla, dobbiamo partire dai primi due libri minori
che, uniti successivamente alla morte dell’autore, compongono l’opera: l’Ainulindalë e il Valaquenta. Brevemente, il
primo narra un mito cosmogonico, conosciuto con il nome
di Musica degli Áinur, in cui viene descritta la Creazione del
mondo tolkieniano da parte di Eru Ilùvatar, l’unico Dio, che
crea gli Ainur, ovvero le potenze angeliche. Seguendo il
desiderio di Eru, grazie al loro canto e al loro pensiero, gli
Ainur generano l’Universo ed in esso il mondo, chiamato
Arda. Il Valaquenta descrive invece la gerarchia degli Ainur,
divisi in Valar, i più potenti e importanti, e in Maiar, secondari e subordinati ai primi. In particolare, alcuni Valar, presa
forma corporea, si sono stabiliti su Arda e gestiscono il
mondo su consiglio di Ilùvatar.
Mi scuserete se questi dettagli vi sono sembrati inutili,
ma erano i presupposti fondamentali per parlare del Silmarillion vero e proprio, il corpo del libro: il Quenta Silmarillion. Il tema principale, come già detto, sono i Silmaril;
creati da Fëanor figlio di Finwë, il più magnifico degli Elfi,
essi sono splendidi gioielli che conservano parte della luce
pura e divina che un tempo illuminava il mondo. Sarà pro-
prio la loro bellezza, infatti, a dare inizio alla lunga serie di
episodi epici e drammatici che compongono il libro.
Fondamentale importanza in questi eventi ce l’ha, inutile
dirlo, il Male. Il Vala Melkor, infatti, chiamato anche Morgoth (il Nero Nemico), mosso dall’invidia per il potere di
Dio e desideroso di esercitare il suo proprio dominio sul
mondo, tenta dapprima di disfare le opere dei suoi fratelli
Ainur, ma viene sconfitto. Così, accecato dalla rabbia e dal
rancore, egli inizia a diffondere il Male attraverso l’inganno
e la menzogna finché, all’apice del suo profondo odio, Melkor fa calare le tenebre su Arda, rubando i divini Silmaril; si
rifugia poi negli oscuri abissi di Angband, la Prigione di Fer-
Huan difende Beren da Carcharoth
ro, dove, circondatosi da creature immonde e demoniache,
prepara la sua vendetta contro il mondo intero.
I numerosi capitoli del Quenta Silmarillion, dunque, parlano della storia di Arda vedendo come protagonisti principali gli Elfi, gli Uomini e i Nani, sul cruciale sfondo della tremenda lotta contro il Male, che genera effetti via via più
devastanti, tanto da portare notevoli mutamenti nelle intere terre conosciute.
In particolare, vicende che meritano di essere citate sono
quelle di Beren e Lùthien, due giovani innamorati la cui
storia è davvero appassionante e carica di significati; quelle
di Tùrin Turambar, eroe valoroso e straordinario; quelle di
Eärendil e della guerra dell’ira. Sono solo alcune delle più
significative.
Infine, gli ultimi due libri – Akallabêth e Degli Anelli del
Ho fatto una scoperta da far cascare i pantaloni!!
23
Potere e della Terza Era – narrano rispettivamente gli eventi
del mirabile impero di Númenor, della sua immensa gloria e
della sua tragica caduta, e della Terza
e ultima Era di Arda, preludendo e
dando le basi al ben più noto Il Signore degli Anelli.
Per dirla tutta, alla fine, con la sua
narrazione appassionante, epica e
riflessiva, in certi punti ricca di pathos
e sempre carica di sentimento, il Silmarillion racconta i miti e la storia di
un intero mondo fantastico.
Bene. Questo era il succo. Non
male, vero? Se già pensate che vi
possa piacere, aspettate di leggere
quanto segue. Una buona recensione, infatti, non può essere tale senza
Fingon affronta il
una seppur breve analisi sul contenu- BalrogGothmog
to e, viste le premesse che ho fatto
all’inizio, vediamo di dire qualcosa su almeno uno dei significati
che il Silmarillion possiede. Che
ne dite? Ardisco? Sì, dai, ardisco!
Innanzi tutto, per capire al
meglio i contenuti di quest’opera
grandiosa, credo possano essere
usate molteplici chiavi di lettura.
Non me ne vogliano i professori
di lettere per questa analogia
profana*, ma si potrebbe dire
che, da alcuni punti di vista, questo libro ha un significato letterale, ovviamente, ma anche allegorico, morale e perfino anagogico. L’elemento fondamentale
che presenta questa complessità
di aspetti – e non per niente uno
dei concetti-pilastro del libro – è
sicuramente la figura di Mor- Il duello tra
goth, il Nemico Oscuro, l’arche- Fingolfin e Morgoth
tipo del Male per eccellenza. Egli
è infatti una presenza imprescindibile per lo svolgimento
della narrazione: a lui e ai suoi Orchi sanguinari è dovuto lo
sviluppo di più o meno tutta la storia, poiché le battaglie
sono combattute per difendersi dalla tenebra e dalla distruzione che egli diffonde. Letteralmente è perciò un nemico
da soverchiare militarmente; allegoricamente, però, è l’odio, la morte, la paura e l’oscurità. Moralmente egli rappresenta la fonte del peccato, la tentazione che facilmente
coglie le persone, che le travia e le porta sulla via del Male:
oltre alle creature inumane come gli Orchi e i Goblin, infatti, anche alcuni Elfi e numerosi Uomini si
uniscono alla causa di Morgoth, attratti
perlopiù da perfide promesse di potere o
semplicemente trascinati in modo inconsapevole verso il tradimento e la crudeltà,
prede di subdoli tranelli psicologici. Per
questo motivo Morgoth è considerato il
Male Supremo; e anche dopo la sua dipartita le tracce da lui lasciate tra le altre
creature, i semi del Male, continuano a
portare il dolore e la rovina nel mondo.
Sauron l’Aborrito (cfr. Il Signore degli
Anelli) ne è un esempio lampante.
Infine, da un punto di vista che potremmo
definire – nemmeno del tutto impropriamente – anagogico-teologico, Morgoth è
innanzi tutto il Male che peggiora il mondo, che diffonde la discordia tra i popoli e
con essa l’omicidio; ma è anche Lucifero, l’angelo caduto che aspirava ad
avere il potere di Dio, e che così facendo ha sviluppato l’odio per tutti e per
tutto. Sebbene Tolkien abbia negato
ogni riferimento alle Sacre Scritture,
questo concetto appare in fondo facilmente percepibile.
Miei cari lettori, innumerevoli sarebbero ancora gli ambiti ed i significati
che si potrebbero trattare parlando de
Il Silmarillion; innumerevoli, ed estremamente interessanti. Penso all’immortalità degli Elfi, alla Morte, all’amore, al coraggio, alla fedeltà, al significato della Luce, al valore della
famiglia e a molto altro. Ma le lascio a
voi. Visto ciò che ho scritto fino a qui,
che mi sembra possa bastare, credo e
spero vivamente di aver mosso in voi
se non un forte interesse, almeno la
curiosità di leggere questo libro grandioso, questa fonte geniale di riflessioni sul Mondo e non
solo, che non vale esclusivamente per gli Ainur, per gli Elfi,
per i Nani o per gli Hobbit: vale per ognuno di noi, vale per
ogni Uomo.
Spero vi sia piaciuto questo articolo. Grazie dell’attenzione, e… buona lettura!
Giulio Montanaro, 3aCSA
*Per il biennio: le quattro chiavi di lettura citate rappresentano il metodo analitico con cui si affrontano i significati della Divina Commedia di Dante Alighieri.
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Uno che non sa scrivere il nome della materia
che insegna è meglio che vada a spazzare le strade!
MANUALE DI SOPRAVVIVENZA
-INVASIONE ZOMBIEOVVERO: quando al Quadri l’acquario non è più l’unica natura “morta”
"È cosa nota e universalmente riconosciuta che uno zombie in possesso di un cervello debba essere in cerca di
altro cervello.” (Seth Grahame-Smith)
"Amico, caro... cosa te ne fotte delli muort... qui è tutta malvivenza... fatti li ca**i tua..." (On. Antonio Razzi)
B
uongiorno a voi, giovani speranze del Quadri! Voi che,
tanto previdenti, sconvolgenti e a tratti allucina(n)ti,
avete posato lo sguardo su quest'utile manuale! Voi, che siete
testimoni della fine della mia credibilità! Voi... eccovi qua.
Buona lettura!
Tutti voi conoscete i dettagli di quella che per i più è una banale leggenda: i morti viventi. Li avete sicuramente incontrati
in film, videogiochi e libri, sempre come qualcosa di immaginario. Ma se invece la presenza nel mondo di questi cadaveri
paranoici fosse reale?!
Ebbene, lo è: esistono. O meglio, possono comparire. L'ha
dimostrato il CAZ, che non è solo la vostra esclamazione davanti a questo articolo, ma è anche la sigla del celebre Comitato Anti Zombie, con sede internazionale a Grumolo delle
Abbadesse.
Secondo il CAZ, gli zombie esistono, possono colpire l'uomo
e, stando alle ipotesi più accreditate aspettano solo la nuova
canzone di Giuseppe Sapio per fare capolino dai cimiteri. Purtroppo non c'è niente da fare per i Gormiti: scomparsi, probabilmente mai esistiti (ahimè).
Se pochi sanno dell'esistenza del CAZ e delle sue teorie, ancora meno persone sanno che il Liceo Scientifico Quadri è
stato progettato apposta per fronteggiare un'invasione di
non morti.
In questo breve, conciso e autorevole manuale, intendo fornire delle informazioni agli alunni del summentovato Liceo,
tramite tre punti.
1 - Come riconoscerli?
Se avete visto film a tema saprete sicuramente trovare la
differenza tra un non-morto, uno che lo è davvero, ed uno
che non lo è ancora. Il CAZ comunque ha fornito una dettagliata descrizione: “Lo zombie manifesta poca loquacità, lo
sguardo allegro dello studente medio a settembre, la pace
interiore del maturando a maggio, e la vasta padronanza linguistica del Presidente della Sampdoria Ferrero. Non si dimentichi inoltre che lo zombie è morto, spesso anche da molto, e ama i cervelli freschi.”
2 - Come fronteggiarli?
Una volta che avrete realizzato di essere assediati da paranoici zombie mangia-cervello, dovrete anche trovare il modo di
fronteggiare la loro avanzata. La scuola dispone di un avanzato sistema di difesa, ma ci si può ritrovare ad affrontare
l'invasione al di fuori del Liceo.
Ricordiamo che l'unico modo per far tacere il simpatico nonmorto è la decapitazione dello stesso: purtroppo, causa la
scarsa diffusione di corsi per boia, la strategia di sopravvivenza migliore in un incontro diretto è una buona, sana e tonificante corsa campestre condita con un pizzico di disperazione. Come avviene, d'altronde, durante le normali ore di educazione fisica in inverno e fuori dalla palestra.
3 - Come si può difendere il Quadri?
Allo scopo di difendere i pargoli del Liceo ed anche le case
circostanti, il Quadri è stato costruito con al suo interno difese ipertecnologiche. In poche e deprimenti battute, più un
Pentagoni che un Quadri... Ma andiamo avanti, stendendo
ettari di veli pietosi.
Avete presente il misterioso e oscuro quarto piano? Quale
posto migliore per celarvi pistole al plasma e bidelli bionici? E
ricordate il “finto” bottone con il simbolo dell'infinito, nell'ascensore? Se vi dicessi che durante un'invasione zombie si
attiverebbe e porterebbe, per via aerea, gli studenti direttamente a Grumolo delle Abbadesse?
Non dimentichiamoci inoltre del planetario: pochi sanno che
non serve solo ad attirare giovani studenti, cadendo poi nel
L'Italia è una Repubblica democratica fondata sulle carte.
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dimenticatoio e nel Limbo dantesco, ma funge anche da rifugio atomico. In questo modo i rifugiati possono godersi le
stelle al riparo non solo da zombie, ma anche da catastrofi
nucleari. Unico problema: date le ridotte dimensioni del bunker-planetario, il novanta per cento degli studenti si ritroverà
allegramente fuori a bussare, magari cantando “Knockin' on
planetarium's door”.
Passiamo ora, con sollievo di voi lettori, all'ultima, curiosa e
segretissima difesa del Quadri, ovvero... l'acquario paradossale post-apocalittico!
teschi pesci soldato anti-zombie, partendo da quei pochi che
un tempo nuotavano nell'acquario. Badate che avevo scritto
solo spiegazione, non spiegazione sensata...
In ogni caso, ricapitolando, siamo difesi da armi al plasma,
cyborg-bidelli, ascensori anomali, bunker planetari e trote
OGM.
Meglio di così, per restare in tema, si muore.
Rullo di tamburi, squillo di trombe, e anche questo manuale si
conclude. Vi ringrazio, miei cari (e pochi) lettori: cosa sono le
Clara Segota, 1aASE
Avete presente quel mobile di dubbia utilità, vicino alla segreteria, che conferisce alle bidelle e alla zona circostante un'aria
da studio dentistico? Aggeggio anche interessante, fino a
quando vi nuotavano pesci; da quando, invece, questi sono
scomparsi, a dominare è la Desolazione di Smaug.
Una spiegazione, però, c'è anche per l'acquario paradossale
post-apocalittico. Il mobile cela l'entrata ad un laboratorio
segreto gestito dagli Illuminati, che hanno creato dei gigan-
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dodici fatiche di Ercole in confronto alla vostra tenacia, che vi
ha permesso di arrivare alla fine di questo articolo?
E con questo saluto gli studenti del Quadri e soprattutto la
mia reputazione!
Mi mancherai, cara!
Sciapò.
Internet Explorer è un vecchio cassone pieno di buchi...
Leonardo Rossi, 3aCSA
G
uarda per terra con finto disinteresse: è tutta una
strategia! In realtà spii dal basso i tuoi nemici, i tuoi
concorrenti, QUESTA è SPARTA!
Gli occhi si serrano a fessura, le mascelle si serrano, le mani
si chiudono a pugno. Uno, due, tre e via! Le fronti imperlate
di sudore, gli sguardi assassini, le dita contratte attorno alla
cartellina e i finti sorrisi.
Cominciano a passarti davanti, ma tu, fingendo tranquillità, fai qualche passo avanti.
Ed infine eccolo, l'oggetto del desiderio, l'incubo: l'autobus.
Si sta per fermare, si sta per fermare, si ferma! Fa che sia
davanti a me, fa che sia davanti a me, oh, ti prego, apri le porte dietro... tutti in questi momenti diventano religiosi.
Guardati attorno: gli amici diventano nemici, i nemici diventano un “ti prego fa che lo tiri sotto”. Non esistono simpatie quando è ora di salire in autobus.
Allunghi un piede, borbotti una parolaccia ad uno spintone, deglutisci, ti afferri alla maniglia eeeeeeee sei sull'autobus. Complimenti! Ora devi solo riuscire ad arrivare in fondo.
Non passi nemmeno l'abbonamento, nella tasca del cappotto, ne hai due e quella in cui frughi è sempre quella sbagliata, sperando che il conducente non ti richiami. Senti le
cuffiette scivolarti via dalle orecchie, e fai smorfie degne di un
esorcismo sperando che non cadano.
Ti fai strada, reprimendo la voglia di urlare un “stai calmino, eh” a quello dietro di te, che ti spinge come se fossi lì
spensierato a bere un thè anziché procedere.
Finalmente la vedi: la meta, dopo quella non diventa tutto
più semplice, ma almeno per la “teoria delle galline” metà
gente si ferma prima ad ostruire la strada, quindi ci dovrebbero essere meno persone.
E ci sei!
Ti prendi il tuo spazietto, allentando la presa sulla cartellina che va immancabilmente a sbattere sul piede di un catatonico ragazzo che non ti guarda nemmeno quando chiedi scusa.
Scenario apocalittico: gente con occhiaie degna di zombie
o di sopravvissuti zombie o di malati allo stato terminale che
si appoggia dove può, contro i pali, contro i sedili. Ne vedi
addirittura alcuni stesi per terra, intenti a dormire sui piedi
dei compagni.
La metà di loro pare vestita con abbigliamenti presi a caso,
al buio: ragazze con vestiti troppo corti e troppo stretti, ra-
gazzi con vestiti troppo larghi. Con quelli che dormono per
terra o stravaccati in giro, poi, sembra davvero un campo profughi.
Non ti pare vero, eppure sì, dopo 3 mesi stai tornando a
scuola.
Clara Segota, 1aASE
Fissi in alto e vedi il profilo del naso del ragazzo di fianco a
te che trasforma la scritta “FERMATA PRENOTATA” in
“RMATA PRENOTATA”. Distogli lo sguardo. Non sta bene
fissare le persone.
L'autobus si ferma, lo senti sotto i piedi: è come se tu e tutti gli altri foste una parte di un immenso animale vivente, non
più di un semplice mezzo di trasporto.
Le porte si aprono e gli zombie si alzano in piedi per fare
spazio ad altri zombie. Nessuno dorme più per terra: con tutte le cartelle che si accumulano rischiano il naso.
Il mezzo si rimette in locomozione e il braccio prende uno
strattone. Senti il sudore freddo scorrere sulla schiena. Fa
troppo caldo, ma non osi provare a togliere il giubbotto. Sarebbe una cosa in più da portare, senza contare che a muoverti rischi di accecare la decina di persone che ti sta addosso.
Ci sei, ci sei, ci sei, ci sei!
Vedi la fine.
Ecco la tua fermata.
Peccato che sia anche la fermata di quasi tutti.
Ti butti nella mischia, spalle strette e testa bassa per essere
più aerodinamico. Tocchi terra col piede e ti trattieni dal baciare il pavimento del marciapiede.
Per quel giorno … ok, per quell'autobus... ok, per quell'ora
… ok, per quel quarto d'ora è stata l'ultima esperienza del
genere.
Le domande cattive sono la mia passione smodata...
Petra Camerra, 3aBSA
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P
remesse che mi sento in dovere di fare al fine di evitare il linciaggio:
Io non penso assolutamente che le scarpe con la suola
rialzata siano brutte, orrende, strane o fuori dal mondo.
Ogni riferimento a fatti, idee o persone realmente esistite/nti riportato di seguito è puramente casuale.
Conosco un pirla, e questo riferimento, a differenza di
tutti gli altri non è casule. Per mantenerne l’anonimato mi
limiterò a dirvi che il suo nome inizia con Michele e finisce
con Mistrorigo e pur essendo
in obbligo di tenere segreta
la sua classe di provenienza
vi darò un piccolo indizio:
classe 3a, sezione B, indirizzo
SE (ergo, questa è la persona
che eventualmente potreste
linciare).
Un giorno, nel mezzo del
cammin di nostra vita, mi
ritrovai per una selva oscura
(semplice allegoria del nostro amatissimo Liceo Quadri) e mi si parò davanti proprio quel Michele sopra citato. Cominciammo a parlare
proprio come Dante e Virgifoto di Silvia Savoca, 3aCSC
lio nel primo canto dell’Inferno (oddio, non è che uno di
noi abbia chiesto aiuto all’altro per scampare a delle feroci
belve che sbarravano la strada, ma insomma, abbiamo iniziato a parlare). L’argomento era - e qui io entro in posizione neutrale - udite udite: ”Ma secondo te, perché le ragazze
portano le scarpe con la suola rialzata?”. Nonostante la stupidità dell’interrogativo, devo confessarvi che questo mi ha
assillato per diversi giorni, e ho così deciso di raccogliere
delle varie opinioni dai più svariati tipi di persone per età,
sesso, scuola, lavoro, viaggiatori o non.. insomma, ho finito
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per chiedere anche a dei mezzi sconosciuti cosa ne pensassero delle scarpe con la suola rialzata. E ne ho ottenuto uno
svariatissimo numero di risposte! Tra le più ricorrenti: per
sentirsi più alti, perché sono belle/mi piacciono, perché sono
diverse, perchè sono comode. Ora però io non mi soffermerò su queste ragioni, perché piuttosto banali e scontate.
Vorrei invece provare ad azzardare qualche teoria più interessante, che chissà mai a qualcuno sarà balenata, se non
per la testa, almeno per l’anticamera del cervello.
1) Un ritorno al passato: lo sapevate che nel Cinquecento le donne veneziane se ne andavano in giro con dei
sandali (i cosiddetti calcagnini) con la zeppa piuttosto alta?
Certo uno potrebbe dire “beh era per l’acqua alta”, ma siamo sicuri che invece non fosse soprattutto un accessorio
femminile? Ed infatti è proprio così! Consistevano in una
semplice scarpa piana montata su di un’altissima suola in
legno o sughero e talvolta decorata con pietre preziose, o
dipinte, o rivestite di tessuti o cuoio. Diventarono uno status symbol, più alta la suola maggiore il prestigio
(addirittura 60 cm). Fatto è che le donne appollaiate lassù
Ho creato una cartella con un nome un programma:
scoaSSe, con due esse!
erano costrette a farsi accompagnare da almeno due persone, e questa scarsa possibilità di andare in giro o ad esempio
di danzare ottenne l’appoggio sia dei mariti (per le loro manie di controllo) che della Chiesa (che considerava la danza
come peccaminosa). Se siete interessati alla questione, cosa a riguardo della quale ho però qualche dubbio, potreste
cercare un’interessantissima pagina web dal titolo “storia e
geografia della calzatura”
2) Una berlusconata!: è ben noto a tutti che uno dei
più famosi politici italiani, il nostro Berlu, non è affatto soddisfatto di se stesso. Proprio per questo ha diverse parti del
corpo rifatte, un costante e pesantissimo strato di trucco e..
le suole delle scarpe rialzate! L’unica ragione che la mia piccola e insignificante mente riesce ad attribuire a questo è il
voler sembrare più alto. Ma dato che nell’attuale pagina
wikipedia del nostro silvio non c’è ancora la voce “interventi
di chirurgia plastica” o “dati fisici”, bensì c’è “procedimenti
giudiziari”, non posso aggiungere molto a riguardo.
Rimanendo in tema di politici, però, posso dirvi qualcosa
di Kim Jong-Un, il leader nord coreano, che avendo voluto
indossare scarpe col tacco cubano (ovvero interno, sotto il
tallone) per sembrare più alto, si è rimediato un doppio intervento chirurgico per ricomporre le fratture che si era procurato ad entrambe le caviglie a causa di una brutta caduta.
un consistente strato di gomma sotto i piedi (che come tutti
noi sappiamo è un ottimo isolante), potrebbe proteggerci
da una morte a spiedino.
Direi quindi che le donne da sempre amano l’altezza,
spesso indice di bellezza in quanto conferisce slancio, e utilizzano zeppa o tacco che sia come “accessorio” a loro favore. Risultati più concreti e positivi di quelli sopra citati (a dire
la verità pensati per puro diletto e scarsa voglia di studiare
filosofia) potrebbero essere l’azione tonificante dei muscoli
delle gambe e dei glutei, o perché no un miglioramento
dell’equilibrio. Infatti, in America dopo il periodo delle scarpe rassodanti, è ormai divampata la moda dello “Stiletto
Workout”, ovvero l’allenamento sui tacchi! E da qui sono
nati numerosi corsi come quello dello striptease aerobico,
definito come modo divertente e sexy per fare ginnastica.
O come non citare un’ideale femminile quale è la danza.
Ovviamente oggigiorno si sono creati i più svariati stili, ma
proviamo a pensare alla danza classica. Quando mai una
ballerina non è sulla punta dei piedi? Sono state create apposta per questo le cosiddette “punte”, ovvero le scarpette
con la punta di gesso per far si che si salga sulla punta della
punta dei piedi.
Resta comunque che chiunque può scegliere di indossare quelle cavolo di scarpe che vuole!
Elena Cichellero, 3aCSC
3) Maggiore protezione dai fulmini: poiché un fulmine, una volta caduto, si disperde al livello del terreno, avere
L
e fotocamere degli ultimi smartphone non vi soddisfano più?
Le macchine fotografiche sono diventate oggetti di antiquariato?
Siete stufi dei selfie allo specchio perché ormai se li fanno tutti?
Beh, essere originali e alla moda da oggi si può! Con FONIE!
Fonie è un bellissimo, costosissimo ed inutilissimo phon che, mentre
permette alla tua bellissima chioma di librarsi nell’aria investendo il
tuo viso con una vampata di caldo etere, (incredibile ragazzi/e!) TI FA
I SELFIE! Ma non semplici selfie, scatta una sequenza di foto con i capelli al vento, ti fa sentire un divo di Hollywood semplicemente stando
comodo nel bagno di casa tua! Dopo aver postato tutto il servizio fotografico sul tuo profilo Facebook tutto il mondo vedrà quanto sei felice mentre ti asciughi i capelli!
Sorridi anche tu asciugandoti i capelli! Rendi migliore la tua giornata, con Fonie!
Vi sembra tutta una bufala?
Mi spiace davvero tanto dirvi che purtroppo è vero…
Valentina Zambetta, 3aDSA
È una grande famiglia quella della erre moscia
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1° Piano I l p r i m o Q u a d r i b i n t o a 4 p i a n i
2° Piano
Cosimo Bortolan e Andrea Campesan, 4aDSA
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Le idee strane vengono sempre a me,
quelle intelligenti agli altri, quelle strane a me
Prima di cominciare leggi le istruzioni
Prima di cominciare leggi le istruzioni
Quando hai finito manda la foto di queste due pagine a
[email protected]
3° Piano
4° Piano
Per completare il percorso bisogna salire o
scendere delle 'scale' individuate dalle lettere
e dai numeri.
UTILIZZO DELLE SCALE:
Ad ogni lettera corrisponde una scala diversa.
Quando si arriva ad una scala con la freccia
verso l’alto bisogna salire di un piano, arrivando alla lettera/numero corrispondente con il
cerchietto che si trova nel piano superiore.
Le frecce verso il basso indicano di scendere
di un piano.
Non si possono prendere le scale dalle lettere
con il cerchietto. Non si possono oltrepassare
le caselle contenenti lettere o numeri, ovvero
è obbligatorio imboccare le scale quando si
incontrano.
disegno di Alessandro
Come dice Matteo Renzi: "Grazie per questa domanda!"
Ciprino, 4aDSA
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