ORDINE FRANCESCANO SECOLARE

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ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
ORDINE FRANCESCANO SECOLARE
FRATERNITA’ SACRO CUORE SAN RAFFAELE
V.le Piave, 2 – 20129 Milano tel. 02.77122-581 - Anna 02.66804940 - 380.5233368 - Francesco 347.8447247
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Fratelli e sorelle carissimi,
il Signore vi doni la pace!
Anche se l’atmosfera natalizia e la manifestazione del Signore sono ancora
profondamente presenti nel nostro cuore, la liturgia ci richiama e ci introduce ad un
altro tempo forte dell'anno liturgico, la Quaresima. A questo momento ci prepareremo
con il ritiro cittadino previsto per domenica 26 in un luogo ancora da confermare.
Proiettati nell'attesa, valorizziamo e viviamo i momenti di formazione continua e di
condivisione fraterna che ci arricchiscono e ci fanno crescere grazie anche alla
sapiente guida dei nostri Assistenti Padre Eugenio e Padre Giampaolo, che
ringraziamo di vero cuore per la loro fraterna disponibilità.
La nostra fraternità sta cambiando volto, si sta rinnovando, e noi tutti dobbiamo
gioire per tanta fecondità. Fratelli e sorelle, novizi, iniziandi e simpatizzanti chiedono
di condividere la ricchezza e la bellezza dell'Ordine Francescano Secolare. Ripercorro
le parole di San Francesco nel Testamento: “Il Signore mi donò dei fratelli”. È la
grazia del Signore che si manifesta a noi, fratelli e sorelle professi, compete aprire il
nostro cuore ed accogliere i nuovi con amore perché la fraternità è azione dello
Spirito Santo che genera comunione e unione, forma e sostiene la vita fraterna.
L’accoglienza gioiosa è un gesto che riempie il cuore, di chi accoglie e di colui che
riceve. La gioia esprime contemporaneamente l'appartenenza a Dio e alla fraternità,
memori delle parole di Gesù nel Vangelo "Amatevi gli uni altri come io ho amato voi".
La gioia è sentirsi amato e poter amare. Chi ci incontra percepisce e rimane
affascinato che siamo una fraternità dove "volersi bene nel nome del Signore e nello
spirito di Francesco" è una testimonianza di fede, di speranza e di carità.
La testimonianza deve sostenere, i Novizi ad amare e vivere la nostra Regola e le
Costituzioni, perché come diceva l’amato papa Giovanni Paolo II° "esse sono un vero
tesoro nelle nostre mani", e gli Iniziandi a un periodo importante di formazione
iniziale prima di accedere al noviziato.
Ai simpatizzanti chiediamo di frequentare la fraternità per conoscere e discernere se
questo è il luogo dove è possibile seguire il Signore nello spirito di Francesco d’Assisi.
Le Fonti Francescane così dicono di lui: " Francesco d’Assisi a tutti dava una regola di
vita, e indicava la via della salvezza a ciascuno secondo la propria condizione" (FF 385).
Voglio rendere partecipi i novizi e gli iniziandi di un ricordo personale per me molto
significativo, legato al mese di febbraio che ancora oggi mi emoziona. Il giorno 11 del
1995, giorno nel quale la Chiesa ricorda la Madonna di Lourdes, cominciai a
frequentare il Convento di Oreno, ed esattamente un anno dopo allo stesso giorno
iniziavo il noviziato nella chiesa dei cappuccini sempre a Oreno, per emettere poi la
professione temporanea due anni dopo nella nostra chiesa del Sacro Cuore con altri
fratelli e sorelle.
Cari fratelli e sorelle, novizi e iniziandi, che siete in cammino, ho ricordato questo
perché voi siete all’inizio di una meravigliosa avventura. Amate la fraternità, i fratelli e
le sorelle che vi accolgono, anche se hanno i capelli bianchi, perché vi aiuteranno con
la loro testimonianza a riconoscere il volto del Signore che vi chiama e a confidare in
Colui che sa guidarvi con la Sua luce. E soprattutto sentirete l’abbraccio tenero e
fraterno che vi avvolge.
In allegato, troverete il programma di un bellissimo pellegrinaggio:
INSIEME VERSO I SANTUARI DI FRANCIA CON FRANCESCO D’ASSISI.
Chi avrà la possibilità di partecipare, come al solito deve rivolgersi alla nostra Marisa
per versare l’acconto entro 12 febbraio 2012.
Vi abbraccio con grande affetto e, con San Francesco, auguro a tutti voi pace e gioia!
Laudato sii… mi Signore
Anna
sorella Vostra
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RIFLESSIONI DEGLI ASSISTENTI
DAL VANGELO ALLA
VITA!!!
E
PADALLA
DRE PVITA
IEROALBOLCHI
VANGELO!!!
(regola OFS 4)
E’ una frase ad effetto che colpisce a vista d’occhio.
Il Vangelo!!! Ma cos’è? Perché S. Francesco vuole che i suoi seguaci lo osservino alla lettera e senza commenti,
ma con semplicità (FF. 130; 1672)? Esso è attraente e pure ostico! Fa piacere sentirlo e risulta difficoltoso
praticarlo. E’ generatore di vita e come tale nel generare procura dolore.
Ma l’esito è VITALITA’! E’ GIOIA! E’ SALVEZZA ETERNA!
Ecco perché Francesco, Chiara, Elisabetta, Ludovico hanno ispirato la loro vita al Vangelo. Ecco perché anche
oggi, pur in mezzo alla secolarizzazione imperante, il Vangelo è ancora punto di riferimento sia in positivo che
di contrasto.
La Regola OFS è uno strumento che vuol aiutare la persona e la fraternità ad avere il coraggio della verità per
generare vita in un mondo che vuole ostacolare ogni via di giustizia e di
amore, perché ripiegato su un gretto egoismo alla ricerca soltanto della
propria soddisfazione a scapito di ogni valore umano!
A leggerlo bene il Vangelo dona pace e serenità.
Infonde coraggio nella certezza che non si è da soli nel cammino verso la
perfezione umana e cristiana. C’è sempre quel Dio che ci ha voluti per amore,
che ci segue per amore e ci sostiene nel nostro traballante cammino
comprendendo le fatiche e le inevitabili cadute. Egli è sempre quel buon
pastore che ha cura delle sue pecorelle, specie di quelle che si lasciano
abbagliare dai cammini facili rischiando di perdere la via diritta. E’ sempre
pronto a camminare accanto a noi per indicarci via, meta, premio.
Ma è proprio innamorato dell’uomo questo Dio di immensa bontà!
Ha ragione Francesco d’Assisi di fermarsi frequentemente davanti al Dio
immolato per amore e piangere di dolore per aver causato tale morte e di
gioia per essere stato da Lui salvato.
Questo è Francesco, ma io che sono suo seguace che faccio? Forse la mia
presunzione mi fa passare davanti al Crocefisso senza badare a Colui che per me ancora oggi si offre nel
Sacrificio Eucaristico e desidera il mio cuore, il mio affetto.
Forse dovrei riprendere in mano con più attenzione quel Vangelo che mi ripresenta la persona di Gesù
innamorato di me che mi indica giorno per giorno il cammino da seguire.
Forse dovrei fermarmi di più a contemplare quel cuore trafitto per me che vuol riscaldare il mio cuore del suo
amore.
“Non ti ho amato per scherzo”, dice Gesù alla B. Angela di Foligno, terziaria francescana mostrandole le sue
piaghe.
Egli chiede ad ogni suo seguace di rispondere al suo amore non per scherzo, ma con fedeltà.
Passiamo allora dalla lettura del Vangelo alla Vita evangelica senza timore: c’è Qualcuno che non ci abbandona
nel nostra cammino, ma ci sostiene con Amore.
E allora sapremo tornare dalla vita al Vangelo con più entusiasmo!
Che Francesco d’Assisi ci aiuti a penetrare la Parola del Vangelo e a viverla come ha fatto lui!
Fra Eugenio
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“ LA VOCE DEL PAPA ”
cura di Anna Rita
Meditazione al Salmo 23 del Santo Padre
Secondo la datazione greco latina 22 - è un testo familiare a tutti e
amato da tutti.
E' tutto pervaso di fiducia, in cui il Salmista esprime la sua serena
certezza di essere guidato e protetto, messo al sicuro da ogni pericolo,
perché il Signore è il suo pastore.
«Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla»: così inizia questa
bella preghiera, evocando l’ambiente nomade della pastorizia e
l’esperienza di conoscenza reciproca che si stabilisce tra il pastore e le pecore che compongono il suo piccolo gregge.
L’immagine richiama un’atmosfera di confidenza, intimità, tenerezza: il pastore conosce le sue pecorelle una per una,
le chiama per nome ed esse lo seguono perché lo riconoscono e si fidano di lui (cfr Gv 10,2-4). Egli si prende cura di
loro, le custodisce come beni preziosi, pronto a difenderle, a garantirne il benessere, a farle vivere in tranquillità.
Nulla può mancare se il pastore è con loro. A questa esperienza fa riferimento il Salmista, chiamando Dio suo
pastore, e lasciandosi guidare da Lui verso pascoli sicuri:
«Su pascoli erbosi mi fa riposare,
ad acque tranquille mi conduce.
Rinfranca l’anima mia,
mi guida per il giusto cammino
a motivo del suo nome» (vv. 2-3).
La visione che si apre ai nostri occhi è quella di prati verdi e fonti di acqua limpida, oasi di pace verso cui il pastore
accompagna il gregge, simboli dei luoghi di vita verso cui il Signore conduce il Salmista, il quale si sente come le
pecore sdraiate sull’erba accanto ad una sorgente, in situazione di riposo, non in tensione o in stato di allarme, ma
fiduciose e tranquille, perché il posto è sicuro, l’acqua è fresca, e il pastore veglia su di loro. E non dimentichiamo
qui che la scena evocata dal Salmo è ambientata in una terra in larga parte desertica, battuta dal sole cocente, dove
il pastore seminomade mediorientale vive con il suo gregge nelle steppe riarse che si estendono intorno ai villaggi.
Ma il pastore sa dove trovare erba e acqua fresca, essenziali per la vita, sa portare all’oasi in cui l’anima “si
rinfranca” ed è possibile riprendere le forze e nuove energie per rimettersi in cammino.
Come dice il Salmista, Dio lo guida verso «pascoli erbosi» e «acque tranquille», dove tutto è sovrabbondante, tutto è
donato copiosamente. Se il Signore è il pastore, anche nel deserto, luogo di assenza e di morte, non viene meno la
certezza di una radicale presenza di vita, tanto da poter dire: «non manco di nulla». Il pastore, infatti, ha a cuore il
bene del suo gregge, adegua i propri ritmi e le proprie esigenze a quelli delle sue pecore, cammina e vive con loro,
guidandole per sentieri “giusti”, cioè adatti a loro, con attenzione alle loro necessità e non alle proprie.
La sicurezza del suo gregge è la sua priorità e a questa obbedisce nel guidarlo.
Anche noi, come il Salmista, se camminiamo dietro al “Pastore buono”, per quanto difficili, tortuosi o lunghi possano
apparire i percorsi della nostra vita, spesso anche in zone desertiche spiritualmente, senza acqua e con un sole di
razionalismo cocente, sotto la guida del pastore buono, Cristo, siamo certi di andare sulle strade “giuste” e che il
Signore ci guida e ci è sempre vicino e non ci mancherà nulla.
Per questo il Salmista può dichiarare una tranquillità e una sicurezza senza incertezze né timori:
«Anche se vado per una valle oscura,
non temo alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro
mi danno sicurezza» (v. 4).
Chi va col Signore anche nelle vali oscure della sofferenza, dell'incertezza e di tutti i problemi umani, si sente sicuro.
Tu sei con me: questa è la nostra certezza, quella che ci sostiene. Il buio della notte fa paura, con le sue ombre
mutevoli, la difficoltà a distinguere i pericoli, il suo silenzio riempito di rumori indecifrabili. Se il gregge si muove
dopo il calar del sole, quando la visibilità si fa incerta, è normale che le pecore siano inquiete, c’è il rischio di
inciampare oppure di allontanarsi e di perdersi, e c’è ancora il timore di possibili aggressori che si nascondano
nell’oscurità. Per parlare della valle “oscura”, il Salmista usa un’espressione ebraica che evoca le tenebre della morte,
per cui la valle da attraversare è un luogo di angoscia, di minacce terribili, di pericolo di morte. Eppure, l’orante
procede sicuro, senza paura, perché sa che il Signore è con lui. Quel «tu sei con me» è una proclamazione di fiducia
incrollabile, e sintetizza l’esperienza di fede radicale; la vicinanza di Dio trasforma la realtà, la valle oscura perde ogni
pericolosità, si svuota di ogni minaccia. Il gregge ora può camminare tranquillo, accompagnato dal rumore familiare
del bastone che batte sul terreno e segnala la presenza rassicurante del pastore.
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Questa immagine confortante chiude la prima parte del Salmo, e
lascia il posto ad una scena diversa. Siamo ancora nel deserto, dove
il pastore vive con il suo gregge, ma adesso siamo trasportati sotto la
sua tenda, che si apre per dare ospitalità:
«Davanti a me tu prepari una mensa
sotto gli occhi dei miei nemici.
Ungi di olio il mio capo;
il mio calice trabocca» (v. 5).
Ora il Signore è presentato come Colui che accoglie l’orante, con i
segni di una ospitalità generosa e piena di attenzioni. L’ospite divino
prepara il cibo sulla “mensa”, un termine che in ebraico indica, nel
suo senso primitivo, la pelle di animale che veniva stesa per terra e
su cui si mettevano le vivande per il pasto in comune. È un gesto di condivisione non solo del cibo, ma anche della
vita, in un’offerta di comunione e di amicizia che crea legami ed esprime solidarietà. E poi c’è il dono munifico
dell’olio profumato sul capo, che dà sollievo dall’arsura del sole del deserto, rinfresca e lenisce la pelle e allieta lo
spirito con la sua fragranza. Infine, il calice ricolmo aggiunge una nota di festa, con il suo vino squisito, condiviso
con generosità sovrabbondante. Cibo, olio, vino: sono i doni che fanno vivere e danno gioia perché vanno al di là di
ciò che è strettamente necessario ed esprimono la gratuità e l'abbondanza dell’amore. Proclama il Salmo 104,
celebrando la bontà provvidente del Signore: «Tu fai crescere l’erba per il bestiame e le piante che l’uomo coltiva per
trarre cibo dalla terra, vino che allieta il cuore dell’uomo, olio che fa brillare il suo volto e pane che sostiene il suo
cuore» (vv. 14-15). Il Salmista è fatto oggetto di tante attenzioni, per cui si vede come un viandante che trova riparo
in una tenda ospitale, mentre i suoi nemici devono fermarsi a guardare, senza poter intervenire, perché colui che
consideravano loro preda è stato messo al sicuro, è diventato ospite sacro, intoccabile. E il Salmista siamo noi se
siamo realmente credenti in comunione con Cristo. Quando Dio apre la sua tenda per accoglierci, nulla può farci del
male.
Quando poi il viandante riparte, la protezione divina si prolunga e lo accompagna nel suo viaggio:
«Sì, bontà e fedeltà mi saranno compagne
tutti i giorni della mia vita,
abiterò ancora nella casa del Signore
per lunghi giorni» (v. 6).
La bontà e la fedeltà di Dio sono la scorta che accompagna il Salmista che esce dalla tenda e si rimette in cammino.
Ma è un cammino che acquista un nuovo senso, e diventa pellegrinaggio verso il Tempio del Signore, il luogo santo
in cui l’orante vuole “abitare” per sempre e a cui anche vuole “ritornare”. Il verbo ebraico qui utilizzato ha il senso di
“tornare”, ma, con una piccola modifica vocalica, può essere inteso come “abitare”, e così è reso dalle antiche
versioni e dalla maggior parte delle traduzioni moderne. Ambedue i sensi possono essere mantenuti: tornare al
Tempio e abitarvi è il desiderio di ogni Israelita, e abitare vicino a Dio nella sua vicinanza e bontà è l’anelito e la
nostalgia di ogni credente: poter abitare realmente dove è Dio, vicino a Dio. La sequela del Pastore porta alla sua
casa, è quella la meta di ogni cammino, oasi desiderata nel deserto, tenda di rifugio nella fuga dai nemici, luogo di
pace dove sperimentare la bontà e l’amore fedele di Dio, giorno dopo giorno, nella gioia serena di un tempo senza
fine.
Le immagini di questo Salmo, con la loro ricchezza e profondità, hanno accompagnato tutta la storia e l’esperienza
religiosa del popolo di Israele e accompagnano i cristiani. La figura del pastore, in particolare, evoca il tempo
originario dell’Esodo, il lungo cammino nel deserto, come un gregge sotto la guida del Pastore divino (cfr Is 63,11-14;
Sal 77,20-21; 78,52-54). E nella Terra Promessa era il re ad avere il compito di pascere il gregge del Signore, come
Davide, pastore scelto da Dio e figura del Messia (cfr 2Sam 5,1-2; 7,8; Sal 78,70-72). Poi, dopo l’esilio di Babilonia,
quasi in un nuovo Esodo (cfr Is 40,3-5.9-11; 43,16-21), Israele è riportato in patria come pecora dispersa e ritrovata,
ricondotta da Dio a rigogliosi pascoli e luoghi di riposo (cfr Ez 34,11-16.23-31). Ma è nel Signore Gesù che tutta la
forza evocativa del nostro Salmo giunge a completezza, trova la sua pienezza di significato: Gesù è il “Buon Pastore”
che va in cerca della pecora smarrita, che conosce le sue pecore e dà la vita per loro (cfr Mt 18,12-14; Lc 15,4-7; Gv
10,2-4.11-18), Egli è la via, il giusto cammino che ci porta alla vita (cfr Gv 14,6), la luce che illumina la valle oscura e
vince ogni nostra paura (cfr Gv 1,9; 8,12; 9,5; 12,46). È Lui l’ospite generoso che ci accoglie e ci mette in salvo dai
nemici preparandoci la mensa del suo corpo e del suo sangue (cfr Mt 26,26-29; Mc 14,22-25; Lc 22,19-20) e quella
definitiva del banchetto messianico nel Cielo (cfr Lc 14,15ss; Ap 3,20; 19,9). È Lui il Pastore regale, re nella mitezza e
nel perdono, intronizzato sul legno glorioso della croce (cfr Gv 3,13-15; 12,32; 17,4-5).
Il Salmo 23 ci invita a rinnovare la nostra fiducia in Dio, abbandonandoci totalmente nelle sue mani. Chiediamo
dunque con fede che il Signore ci conceda, anche nelle strade difficili del nostro tempo, di camminare sempre sui
suoi sentieri come gregge docile e obbediente, ci accolga nella sua casa, alla sua mensa, e ci conduca ad «acque
tranquille», perché, nell’accoglienza del dono del suo Spirito, possiamo abbeverarci alle sue sorgenti, fonti di
quell’acqua viva «che zampilla per la vita eterna» (Gv 4,14; cfr 7,37-39).
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12 DICEMBRE 2011 - ALL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE, FRATERNITA’SACRO CUORE S. RAFFAELE.
Cari confratelli e consorelle, sono un vostro confratello, Aldo Sorrentino, molti di voi non mi conoscono dato che è un
po’ di tempo che non frequento la fraternità, sono avanti negli anni, però il mio pensiero è sempre vivo tra voi. Ora
mi permetto di scrivervi per accogliere un gentile suggerimento del vostro Ministro Anna Franco, che rivedendomi mi
disse che avrebbe gradito volentieri un mio scritto raccontando la mia esperienza in fraternità.
Non mi è facile spiegare se sono stato degno o meno di far parte del III° Ordine Francescano, però una cosa è
certa, non è stato mio merito se faccio parte della fraternità, ma del Buon Dio, Maria e San Francesco.
Anni fa, camminando per strada vidi sul selciato uno stralcio di giornale stropicciato, non so di quale redazione fosse,
fui attratto, lo raccolsi, lo lessi ed è così che venni a conoscenza dell’esistenza di una
fraternità francescana del III° di San Francesco. Mi interessai ed ebbi il piacere di
conoscere un santo frate di nome Fra Cecilio Cortinovis da Costa Serina (BG) che
prestava servizio a Milano alla mensa dei Poveri in V.le Piave presso la Chiesa del Sacro
Cuore, erano gli anno 1978. Lo frequentai per molto tempo, questo Santo Frate e quasi ogni giorno pregavamo
assieme il Santo Rosario con una Signora di nome Maria Coari, molto pia. Espressi a Fra Cecilio il desiderio di voler
far parte del III° Ordine Francescano, e mi disse di presentarmi a nome suo in fraternità, e così feci. Mi accolsero
benevolmente, allora la fraternità risiedeva in via Kramer e ricordo volentieri la bella cappelletta con suo altare dove
ci si sentiva molto raccolti. Incominciai il postulandato il 14 dicembre 1980 e poi
seguii il noviziato, ed ebbi come maestro il caro Marino Chiaffarelli che ricordo
benevolmente con affetto e sua moglie Enrica, e il buon Ministro
Giuseppe De Carli.
Nel frattempo, ricordo, ci fu un rinnovo del Consiglio ed ebbi come maestro
Francesco Sina, che è tutt’ora amico e confratello e di tanto in tanto ci vediamo o
telefoniamo. Con lui terminai il noviziato. Feci la Professione il 13 giugno 1982 e
conservo ancora l’attestato di accettazione e Professione firmati entrambi da
Padre Serafico Lorenzi. Poi ci fu ancora il rinnovo del consiglio, Francesco Sina
volle che mi presentassi sulla lista dei candidati e esortò a farlo e così feci. Fui
eletto, e alla prima riunione del nuovo Consiglio mi trovai, con stupore, vice
Maestro con Francesco Sina Maestro.
In seguito, più delle volte le lezioni per i postulanti e novizi, si tennero nella
Chiesa di San Raffaele (via San Raffaele), antica Sede dove sorse a Milano la
prima fraternità francescana maschile del III° Ordine Secolare. Ecco perché
ancora oggi la fraternità conserva questo nome. Poi ci fu la fusione delle fraternità
maschile e femminile del Sacro Cuore. Quando feci parte del Consiglio conobbi più
da vicino Padre Serafico Lorenzi nostro Padre Spirituale di allora che strinsi con lui
un rapporto di vera stima reciproca. Molte volte andavamo, con lui, ed altri
componenti del Consiglio a domicilio dei confratelli in difficoltà, dietro loro
richiesta. Dopo la Santa Messa e comunione officiata da Padre Serafico, ci si
raccoglieva in un clima sereno e di gioia per tutti per la consolazione data e
ricevuta. Ed ora, un caro pensiero al caro confratello Giuseppe Feroldi che col rinnovo del Consiglio fu Maestro ed io
Vice. Mi incoraggiò sempre, essendo io un po’ timido, facendomi, appositamente prendere la parola sull’argomento
della lezione. In seguito fui eletto anch’io Maestro e come vice il buon Ezio Girelli, e questa esperienza mi fu utile
per l’insegnamento. Un ricordo al caro Franco Giorgetti, segretario e cassiere per il suo dinamico fare molto prezioso,
e Leida Pierantonio per il suo interessamento e aiuto ai giovani in difficoltà e a tutti i miei confratelli ai quali devo
molto, sia come insegnamento della vita e come essere veramente francescani, a loro rivolgo il mio affetto più
sincero, particolarmente a Padre Serafico Lorenzi e ai confratelli Francesco Sina e Enzo Terranova, che si
susseguirono come Ministri, i quali mi incoraggiarono sempre. Essendo Maestro conobbi molte persone e i loro
sentimenti e propositi. Cercai sempre di essere d’aiuto finalizzato verso la conoscenza delle sacre scritture,
specialmente del Santo Vangelo e la vita semplice e povera, ma ricca di San Francesco. Esortandoli, poi, con
l’apprendimento, di accrescere meglio la loro vita in modo cosciente e sincero verso se stessi e verso gli altri, usando
bontà e disponibilità, considerando tutti in un solo essere, come nostro Signore Gesù Cristo ci ha insegnato. Con
alcuni di loro organizzai un gruppo disposto di andare, singolarmente e anonimamente, negli ospedali pregando il
Santo Rosario, in silenzio, come se fossimo anche noi visitatori degli ammalati. Di alcuni di essi, facenti parte del
gruppo, ricordo i nomi: Luigi Baroni, Michele Di Prinzio, Michele Corrao quest’ultimo si fece frate, ed altri di cui non
ricordo i nomi. Questo durò un pò di tempo, poi tutto finì dato che il proseguo non fu possibile per gli impegni di
lavoro e di famiglia. Se tutto fosse continuato, il mio forte desiderio fu, che venissimo considerati, senza
presunzione, preghierini di San Francesco, naturalmente, mettendo poi al corrente il Ministro il padre Assistente e il
Consiglio. Ricordo volentieri i ritiri spirituali a Capiago, Vercurago, Oreno e all’arcivescovado di Milano perché mi
hanno dato modo di formarmi e capire cos’è veramente il francescanesimo e la spiritualità dell’essere cosciente.
Ed ora cari confratelli e consorelle mi scuso per il prolungare del mio scritto, ma ho voluto raccontarvi e rivivere la
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mia esperienza e ricordi che saranno sempre in me. Vi ricordo nelle mie preghiere e vi auguro tante buone cose in
Grazia di Dio e della nostra cara Mamma Maria Santa Immacolata e San Francesco.
Un affettuoso abbraccio a tutta la fraternità al Ministro Anna Franco al Padre Spirituale e al Consiglio.
Pace e Bene.
Aldo Sorrentino
20 DICEMBRE ’11
Carissima Anna,
solo ora rispondo all’affettuoso biglietto da te inviatoci a nome di tutta la fraternità. Con negli occhi i colori dei fiori
che danno gioia (sarebbero piaciuti anche papà) faremo tesoro delle consolanti parole di Sant’Agostino e ancor più
dell’affetto che la fraternità ci ha dimostrato. Come dici sempre tu è bello avere dei fratelli: soprattutto averne così
tanti che ci fanno sentire avvolti in un grande abbraccio che scalda il cuore.
A te e a tutta la fraternità va il nostro più profondo ringraziamento.
Lucia & Felice
AUGURI
Carissimi, abbiamo ricevuto tantissimi auguri anche telefonici – con piacere trasmettiamo - alla nostra
fraternità da tanti fratelli e sorelle, tra cui Giovanni Chiaffarelli, il figlio di Enrica, Misette dalla casa di riposo
dove si trova e anche da Padre Teotimo che ci ricorda sempre tutti con profondo affetto.
20 DICEMBRE 2011
Mi spiace proprio non essere stata presente nell'ultimo incontro desideravo tanto abbracciarvi augurandovi un sereno
e lieto Natale. Lo faccio ora con tutto il cuore tanti cari auguri e baci.
PACE E BENE
Lucia Mastropasqua
21 DICEMBRE 2011
Cara Consorella Anna, non sono riuscito ad aprire i tuoi auguri, però te li ricambio di tutto cuore unitamente a tutta
la Fraternità. Si rallegrino pure gli uomini nel Signore come la terra si rallegra quando il sole sorge a liberarla dalle
tenebre. Il Natale è la grande aurora della nostra liberazione.
Vostro confratello in San Francesco.
Fra Serafico
22 DICEMBRE 2011
Buon Natale anche a voi,fratelli carissimi in Cristo Signore!
La stella della fede ci guidi tutti insieme verso la piena maturità spirituale nella carità.
Pace e bene
Laura Brovelli
22 DICEMBRE 2011
Grazie di cuore per gli auguri che ricambio con gioia anche da parte di tutte le fraternità ticinesi. Che per tutti noi il
nuovo anno ci porti la speranza del Bambino nuovo nato, anche se venti e marosi ci circondano e forse ci
spaventano......Un abbraccio
Gabriella Modonesi.
DA: GIUSEPPE FAILLA [mailto:[email protected]]
Inviato: venerdì 23 dicembre 2011
A: Anna Franco
Oggetto: Re: I: AUGURI
Di cuore, cara Anna, ricambio affettuosi e fervidi auguri per le Sante festività Natalizie ed auguro che il nuovo anno
sia per tutti un tempo di pace e serenità, sia ricolmo di ogni Divina Benedizione e Provvidenza.
Un abbraccio.
Giuseppe.
NATALE 2011
Al Ministro Anna Franco e a tutta la fraternità un sentito ringraziamento di cuore per le vostre preghiere rivolte al
Signore, per la mia guarigione. Sono contento per tutto quello che fate, io, mia moglie Luisa e mia figlia Romina
sarete sempre nei nostri cuori. Con la speranza che il 2012 ci porti tanta salute, o almeno un po’ di sollievo nella
sofferenza. Auguriamo a tutti voi di passare il Santo Natale con serenità, nella certezza che Gesù ogni giorno, ogni
istante ci dona il Suo prezioso amore. Auguri!
Michele Di Prinzio e famiglia.
NATALE 2011
Cara sorella Anna,
ho ringraziato il Signore per la bellissima preghiera e gli auguri che ricambio.
Tanti lieti pensieri per te e alla Fraternità. Pace e bene
Francesca Alessandretti.
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Da: francesco chiesa [mailto:[email protected]]
Inviato: giovedì 5 gennaio 2012 19:20
A: [email protected]
Oggetto: saluti Alessandra Chiesa
Gentile Sig.ra Anna
mi scuso se fino ad ora non sono riuscito a comunicare con Lei, finalmente oggi ho recuperato sua e-mail e
la ringrazio per gli auguri natalizi.
Alessandra sta progressivamente peggiorando. Ieri ha avuto ennesimo piccolo tia cerebrale. Era afasica e
disorientata. Oggi sta meglio e penso stia soffrendo anche di una forma virale.
Le lascerò in portineria dai frati di viale Piave una busta con una piccola offerta per contribuire alle spese del III
Ordine francescano. Penso che questa sia la volontà della mamma.
La testimonianza dei miei genitori, vivendo la sequela di S. Francesco è stata per me di esempio, una bella eredità di
cui sempre ringrazio il Signore. Indegnamente porto il nome il nome del Santo.
Mentre scrivo mi sovviene il ricordo del funerale di mio padre, dei terziari e di padre Raffaele.
La bara povera è stata fonte di riflessione a chi non conosceva lo spirito francescano.
La ringrazio.
Francesco Chiesa
1° GENNAIO 2012
Cari fratelli e care sorelle,
"Dio ci benedica con la luce del suo volto".
In occasione del Natale, alle soglie di un nuovo anno o in occasione del compleanno é tradizione scambiarci gli
auguri.
Ma nella tradizione cristiana gli auguri diventano benedizione: cioè "dire bene", "dare bene", "fare del bene".
Noi, come cristiani, non solo dobbiamo auspicare che il bene accada, ma siamo abilitati in forza del Natale, a
regalare quanto di più prezioso ci è stato loro donato: Gesù, Figlio di Dio fatto uomo per amore degli uomini. "Dio ci
benedica con la luce del suo volto" Questa é la benedizione più grande che ha raggiunto ogni uomo ed equivale ad
una promessa. Come dicessi nel nome del Signore ad ognuno di voi e ad ogni uomo:
"Sei amato da Dio. Dio ti stima. Al suo cospetto sei prezioso e di grande valore". Come anche Isaia aveva detto:
"Perché tu sei prezioso ai miei occhi, perché sei degno di stima e io ti amo, do uomini al tuo posto e
nazioni in cambio della tua vita" (Is 43,4).
"Dio ci benedica con la luce del suo volto"
Clara.
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Ero uno spacciatore Ora
faccio il prete.
Don Roberto Dichiera,
il prete di Santa Maria a Monte a Roma
Ha ancora tatuato il simbolo dell’insonnia sulla
spalla sinistra.
Sì perché lui è stato uno tra i più assidui
frequentatori di quella che fu ribattezzata la
“discoacropoli d’Italia”, la nota discoteca delle
Melorie, a Ponsacco, in provincia di Pisa, super in
voga dalla fine degli anni ’80 fino a tutti gli anni ’90. E purtroppo protagonista sulle cronache per drammatici episodi
legati al consumo di droghe anche pesanti. Ecco, tra i più fedeli appassionati del “viaggio psichedelico”, consumatore
e venditore dello sballo, c’era anche lui, Roberto Dichiera, di Tavolaia, Santa Maria a Monte, classe ’74, ex
parrucchiere per donna. Oggi sacerdote a Roma. Ma andiamo per gradi.
Don Roberto, davvero è stato anche uno spacciatore?
«Sì, ma dammi del tu. Prima di diventare spacciatore ho provato tutte le droghe che c’erano in giro, ma proprio
tutte, esclusa l’eroina. La droga la vendevo sia in discoteca che fuori. Nei week-end prendevo il treno e facevo i miei
giri nel nord Italia, a Torino, Bologna, Verona, Genova, Riccione».
Perché ti drogavi?
«Per divertirmi, per evadere, il trip, ad esempio, era la droga di cui facevo più uso in assoluto perché mi piaceva
viaggiare con la mente. Ricordo che una volta ne ho venduto uno a una ragazza di Pontedera, eravamo proprio
all’insonnia. Si sentì male fino al punto che rischiò la vita. La portammo all’ospedale dove rimase ricoverata tre
giorni. Nonostante questo episodio continuai a fare la mia vita di sempre».
Poi cosa è successo?
«Un giorno ero sul treno, Firenze - Bologna, tornavo in caserma perché in quel periodo ero militare. Nello
scompartimento incontrai una ragazza, parlammo, ci scambiammo i numeri di telefono e da lì ci iniziammo a vedere.
Poi c’innamorammo. Siamo stati insieme due anni».
L’incontro con questa ragazza ti ha cambiato la vita?
«Sì, indubbiamente. Lei era credente e frequentava la chiesa, così capitava anche a me, sporadicamente, di andare
alla messa. Dopo ben nove anni mi sono di nuovo confessato e ho fatto la comunione».
Nel frattempo facevi ancora uso di sostanze?
«Sì, anche se è stato in quel contesto che iniziai a maturare il proposito di smettere. Per amore della mia fidanzata.
Ma non era facile, per niente. Poi un giorno trovai in casa il Vangelo e... ecco, quello è stato il vero viaggio che ha
cambiato radicalmente la mia vita».
C’è una frase che ti colpì in modo particolare?
«Sì, quando Gesù si rivolge ai discepoli e dice: “Seguitemi, vi farò pescatori di uomini”».
E’ quello che sei oggi...
«Io amo definirmi “sacerdote di strada”, sono tanti i giovani
intrappolati nel falso mito del divertimento sintetico, che
però hanno bisogno di essere capiti, ascoltati, amati. Non
giudicati. Ecco, li vedo quando mi avvicino a loro e racconto
la mia storia, loro si aprono, mi ascoltano. Qualcuno cambia
vita, per altri è più dura, si sa. Sabato siamo andati in un
centro sociale qui a Roma e siamo rimasti lì fino alle cinque
del mattino. Vedere questi ragazzi che si buttano via così è
per me un grande dolore. Ma il compito mio, adesso, è
quello di portare un raggio di speranza. Quello stesso raggio
che anni fa, durante il mio primo viaggio a Medjugorje, ha
illuminato il mio cuore, la mia vita. Lì, sul monte delle
apparizioni, ho sentito, inequivocabile, la chiamata. Da
allora, lasciai la mia fidanzata per un amore più grande,
l’amore di Dio e quindi l’amore per tutte le persone più
bisognose».
Pontedera, 20 dicembre 2011
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INSIEME VERSO I SANTUARI DI FRANCIA
CON FRANCESCO D’ASSISI
Stupendo pellegrinaggio dal 28 aprile al 4 maggio
PROGRAMMA:
1° GIORNO: ITALIA - CHAMBERY - LIONE.
Partenza in pullman per la Francia e arrivo a Chambery.
Pranzo. Nel pomeriggio continuazione per Lione: visita
al Santuario di Notre Dame de la Fourviere da cui si
gode l’ampio panorama della città. Sistemazione in
albergo: cena e pernottamento.
2° GIORNO: LIONE - ARS - BEAUNE - PARIGI.
Santa Teresa di Lisieux
Colazione. Partenza per Ars, piccolo villaggio
conosciuto per il suo santo Curato: visita ai ricordi di
San Giovanni Maria Vienney. Proseguimento per
Beaune: pranzo in ristorante. Continuazione per Parigi.
Sistemazione in albergo: cena e pernottamento.
Santa Teresa di Lisieux
3° GIORNO: PARIGI. Pensione completa. Visita con guida della città. In serata
escursione facoltativa in battello sulla Senna (da pagarsi in loco).
4° GIORNO: PARIGI - LISIEUX. Colazione. Visita alla cappella della Medaglia Miracolosa e tempo a disposizione a
Parigi. Pranzo e nel pomeriggio continuazione per Lisieux, cittadina legata ai ricordi di S.
Teresa del Bambino Gesù. Visita della basilica. Sistemazione in albergo: cena e
pernottamento.
5° GIORNO: LISIEUX - ALENÇON - TOURS. Colazione. Sosta al convento delle Carmelitane
di Lisieux, in cui si trova il corpo di S. Teresa. Visita ai luoghi ove la Santa è vissuta e
continuazione per Alençon, suo paese natale. Pranzo e nel pomeriggio proseguimento per
Tours, nella valle della Loira. All’arrivo visita della cattedrale gotica di Saint Gatien.
Sistemazione in albergo: cena e pernottamento.
6° GIORNO: TOURS - NEVERS - PARAY-LEMONIAL. Colazione. Partenza per Nevers. Visita
della cappella dove è custodito il corpo di S. Bernardetta, la veggente di Lourdes, nel convento
di St. Gildard. Pranzo. Nel pomeriggio continuazione per Paray-le- Monial, uno dei grandi
centri religiosi e spirituali della Francia. Visita alla basilica del Sacro Cuore in stile romanico
cluniacense e alla cappella delle Visitandine. Sistemazione in albergo: cena e pernottamento.
7° GIORNO: PARAY-LEMONIAL - ANNECY - ITALIA. Colazione e partenza per Annecy,
sulle rive dell’omonimo lago. Pranzo e nel pomeriggio, rientro in Italia.
QUOTE NETTE INDIVIDUALI MINIMO 30 PARTECIPANTI
Pacchetto base in camera doppia
Supplemento singola
Quota iscrizione
€
€
€
960,00
260,00
35,00
Acconto € 250,00 entro il 12 febbraio 2012 – saldo entro 28 marzo 2012
Documenti: è necessario documento d'identità valido
Info: portineria Convento V. le Piave 2 – Segreteria operativa: 0277122581
347.7805619 - 380.5233368 e-mal [email protected]
Santa Bernardetta
®
Vuoi partecipare? c’è un posto anche per te!
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CALENDARIO DI FEBBRAIO
PORTARE SEMPRE LA PREGHIERA DEL FRANCESCANO E LA BIBBIA DI GERUSALEMME
E il testo di formazione “Educazione al Vangelo e vita quotidiana”
Sabato
11
ore 15,30/17
Formazione per Neo Professi e Novizi.
Sabato
11
ore 13,30
Formazione per soli Iniziandi con Padre Giampaolo.
Domenica
12
ore 8,30
6a domenica del Tempo Ordinario.
Tu sei il mio rifugio, mi liberi dall’angoscia. (Sal 31)
Lodi IIa sett. Santa Messa, - Incontro fraterno
Catechesi dell’Assistente - Angelus.
Sabato
25
Domenica
26
ore 13,30
ore 8,30/12,30
Formazione per soli Iniziandi con Padre Giampaolo
1a domenica di Quaresima
Tutti i sentieri del Signore sono amore e fedeltà. (Sal 24)
Ritiro cittadino - luogo da confermare.
CI SONO ANCH’IO! MI CHIAMO LEONARDO MESSINA,
SONO NATO IL 6 DICEMBRE 2011
Fate gli auguri alla mia mamma Laura e al mio papà Valerio …
ma anche ai miei nonni, Francesco e Michela.
Ciao a tutti!
Buon Compleanno:
Fra Giampaolo 3, Rizzini Giuseppe 4, Catalano Maria Grazia 7, Notarbartolo Fabio 8, Trabattoni
Maria Laura 16, Tibaldi Daniela 17, Pasqua Paola 22, Muratori Bruna 25.
Alla casa del Padre
La sorella Ines Cologna è tornata alla casa del Padre alla bella età di 96 anni.
Ines non frequentava da molto tempo la fraternità data l’età, ma veniva speso nella nostra chiesa del
Sacro Cuore per la Santa Messa serale.
Ci uniamo alla famiglia con affetto e con la nostra preghiera.
AVVISO:
Ricordiamo che il nuovo numero di telefono della nostra segreteria di fraternità è 02.77122581.
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