M. Modoni Georgiou, Gugù. Migliaia di bambini nella mente

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M. Modoni Georgiou, Gugù. Migliaia di bambini nella mente
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Donne di arti e di lettere
Ravenna Festival 2011, Fusignano, Grafiche Morandi 2011, pp. 123127.
A. Imolesi Pozzi, Augusta Rasponi del Sale “Gugù” illustratrice per
l’infanzia, in Fabula in Festival. Ravenna Festival 2011, Fusignano,
Grafiche Morandi 2011, pp. 129-132.
G. U. Majoli, Palazzi, case e casati di Ravenna del passato, Ravenna,
Tipografia ravegnana, 1956, pp. 49-50.
M. Modoni Georgiou, Gugù. Migliaia di bambini nella mente, Ravenna,
Coop. Guidarello, 1986.
Z PIAZZETTA MAGNANI ANNA
piazzetta nel Borgo San Rocco in via Romolo Ricci
P.G. 154184 del 10/12/2013
Anna Magnani (1908-1973)
di Ada Foschini
Anna
Magnani
Anna Magnani attrice, simbolo indimenticato di una grande stagione
del nostro cinema, figura chiave del Neorealismo
italiano, antidiva per eccellenza, emblema perfetto di
quell’Italia popolana e combattiva determinata a guarire
le ferite della guerra, focosa e generosa, istintiva e fragile,
proprio come le straordinarie donne interpretate da
“Nannarella” ha abbattuto le barriere tra la vita e l’arte,
portando sullo schermo la sua verità di popolana che
sapeva essere regina, era di origini ravennati.
La famiglia risiedeva nel borgo San Rocco. La madre di
Anna, Marina Magnani, era nata a Ravenna nel 1887,
così come erano nati a Ravenna i genitori di Marina,
Ferdinando (1860) e Giovanna Casadio (1862). Dopo
vari trasferimenti legati al mestiere del padre, usciere del
tribunale, la numerosa famiglia si stabilisce a Roma nei pressi delle
mura vaticane, vicino al Palazzo di Giustizia. Ferdinando continuerà a
ricoprire l’impiego di usciere e Giovanna che è una brava sarta, con il
suo lavoro oltre ad aiutare il bilancio famigliare, avvia le figlie al suo
mestiere. La più irrequieta della famiglia è Marina, ha un temperamento
forte, insofferente a ogni costrizione e due anni dopo il suo arrivo a
Roma, rimane incinta non sposata. Dalle testimonianze dei documenti
d’archivio il 12 marzo 1908 Marina denuncia all’ ufficiale di stato civile
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la nascita di una bambina avvenuta il 7 marzo 1908 con i nomi di Anna e Maria, dagli
atti ufficiali un mendicante ne è testimone. Questo primo scorcio di vita già annuncia
la profonda e dolente umanità simile agli innumerevoli drammi di cui Anna Magnani
sarà una magnifica interprete. E’ uno scandalo in famiglia, Marina dopo pochi mesi
parte con le sorelle Olga e Venere per Alessandria d’Egitto dove grazie al mestiere
imparato dalla madre aprono un atelier nel quartiere El Attarine sede di molti italiani.
Anna viene affidata e cresciuta dalla nonna Giovanna che amerà profondamente. Il
padre di Anna non si presenterà mai per riconoscerla. Di lui si sa quel poco che ha
voluto rivelare nelle interviste: «Ma quante volte ve lo devo spiegà che non sono stata
raccattata per strada, che ho fatto fino alla seconda liceo, che ho studiato pianoforte
otto anni, che ho frequentato l’Accademia di Santa Cecilia? O come quando
sostengono che sono nata da padre egiziano in Egitto. Ma io ‘so nata a Roma da madre
romagnola e padre calabrese, come dice il mio certificato di nascita… ». Anna frequenta
il ginnasio, per un breve periodo il collegio delle suore francesi, studia pianoforte e
vive la realtà della vita modesta di borgata con i nonni e gli zii. La fantasia dell’attrice
è alimentata dai racconti della bellissima madre che vive al di là del mare in un luogo
remoto e misterioso, che ad Alessandria vive una vita di lusso grazie al matrimonio
con un facoltoso uomo d’affari austriaco, con il quale ha una figlia «bella docile bionda
e remissiva», al contrario di Anna mingherlina, scura con i grandi occhi infossati, i
lineamenti irregolari e scontrosa. La mancanza della madre e del suo amore
accompagneranno Anna per tutta la vita, «una lacrima di troppo una carezza in meno»,
dirà in più occasioni. Proprio dal desiderio di quell’amore negato nasce la sua vocazione
artistica che la spinge a cercarlo nell’applauso del pubblico. Così mentre frequenta
l’Accademia di Santa Cecilia, Anna scopre che nello stesso palazzo ha sede la Reale
scuola di recitazione Eleonora Duse diretta da Silvio D’Amico, si iscrive e supera le
prove, e nell’autunno del 1924 comincia a studiare recitazione. Già nel 1927 Dario
Niccodemi la scrittura per la sua compagnia, iniziando lunghe tournée anche in Sud
America. Recita accanto ad attori famosi come Vera Vergani e Luigi Cimara, nel 1931
entra a far parte della compagnia di Antonio Gandusio, uno dei mattatori dell’epoca,
fondamentale nella maturazione dell’attrice che fino ad allora non aveva avuto parti da
protagonista. E’ alla sua scuola che perfeziona la sua naturale disposizione per il teatro
brillante e comico e la spinge a tentare la strada del cinema. E’ del 1934 il suo debutto
al cinema con La cieca di Sorrento di Nunzio Malasomma. Nel 1935 sposa il regista
Goffredo Alessandrini con cui nel 1936 gira il film Cavalleria. Con la sua interpretazione
di Anna Christie di O’Neill diventa un’attrice teatrale apprezzata e famosa. Passa così
dalle tavole del palcoscenico, dove si rivela interprete di dolente drammaticità,
all’affermazione comica nelle riviste di grande successo nella fortunatissima serie di
spettacoli con Totò, a partire dal 1941. Dopo la fine del suo matrimonio con Goffredo
Alessandrini, il 23 ottobre 1942 nasce Luca, il suo primo ed unico figlio, dalla
relazione con l’attore Massimo Serato, che l’abbandona appena rimane incinta. L’attrice
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impose il proprio cognome al figlio, proprio come sua madre fece con
lei; un caso di genealogia matrilineare, precursore di modernità e
anticonformismo. Ma è con il regista Roberto Rossellini, con il quale
nasce una relazione sentimentale, che raggiunge la fama mondiale nel
1945 e vince il suo primo Nastro d’argento grazie all’interpretazione
nel film manifesto del Neorealismo Roma, città aperta. Rossellini gira
due mesi dopo la Liberazione della capitale e l’intera opera è pervasa
dall’urgenza di denunciare le conseguenze tragiche del conflitto. Nei
panni della popolana Pina, la Magnani rivela un calore, una forza
drammatica e un personalissimo stile recitativo che lasciano il pubblico
e la critica affascinati. Nannarella diventa l’emblema del nuovo cinema
italiano e il suo personaggio di donna del popolo forte, schietta,
istintiva, capace di grandi sentimenti, coraggio e generosità si impone
all’attenzione mondiale. La carriera cinematografica della Magnani
prende il volo. Nel 1947 vince il suo secondo Nastro d’argento e il
premio come migliore attrice alla Mostra di Venezia con il film
L’onorevole Angelina di Luigi Zampa, in cui incarna l’ennesima figura di
popolana. Nel 1948 porta sullo schermo un dramma della gelosia con
Assunta Spina di Mario Mattoli e interpreta il suo ultimo film con
Rossellini che le porta il terzo Nastro d’argento prima della rottura
della sua relazione con il regista. Nel 1949 interpreta Vulcano di William
Dieterle, nell’isola siciliana vicino a quella dove Rossellini sta girando
Stromboli, terra di Dio con la nuova compagna Ingrid Bergman. Le
riprese dei due film sono ricordate nella storia del cinema come “la
guerra dei vulcani”. Nel 1951 la Magnani vince il suo quarto Nastro
d’argento per Bellissima di Luchino Visconti. Questo è uno dei suoi film
più importanti dove raggiunge una profondità di recitazione
straordinaria, tratteggiando un autentico inno all’amore materno ferito
e vilipeso, ostinato e fiero. Nel 1955, corteggiata da Hollywood grazie
al successo mondiale dei suoi film italiani, la Magnani interpreta La
rosa tatuata di Delbert Mann, al fianco di Burt Lancaster, nel ruolo di
una vedova siciliana emigrata in Florida. Grazie a questo film si impone
come prima attrice italiana vincitrice dell’Oscar per la migliore
interpretazione femminile, l’unica ad averlo vinto con un film
americano recitato in inglese. Il quinto e ultimo Nastro d’argento le
viene conferito per Suor Letizia, il più grande amore di Mario Camerini,
in cui è una monaca che reprime il desiderio di maternità. Poi ancora a
Hollywood con Anthony Quinn per recitare nel film Selvaggio è il vento
di George Cukor, grazie al quale conquista il suo primo David di
Donatello come migliore attrice e la seconda candidatura al premio
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Oscar. Nel 1959 riceve il secondo David di Donatello per il film Nella città l’inferno di
Renato Castellani ambientato in un carcere femminile insieme a Giulietta Masina.
Con Pelle di serpente di Sidney Lumet si conclude il ciclo americano della Magnani. Nel
1962 con Mamma Roma Pier Paolo Pasolini le offre un personaggio forte e
indimenticabile, quello di una matura prostituta che tenta di cambiare vita per amore
del figlio. E’ questa l’ultima grande interpretazione cinematografica della Magnani.
Esauritosi il filone del Neorealismo il cinema pare dimenticarsi di lei, così nel 1971 si
lascia convincere dal regista produttore Alfredo Giannetti a cimentarsi con la
televisione con un ciclo di tre film intitolato Tre donne, figure femminili che ricalcano
quelle interpretate per il grande schermo; è il suo ultimo film da protagonista. Nel
1972 Federico Fellini a conclusione del suo film Roma insiste per averla, come simbolo
della città eterna. In una fulminea, notturna apparizione, mentre dolente, attraversa i
vicoli della capitale ridendo, entra in un portone e lo chiude davanti alla macchina da
presa. Si conclude così la sua lunga e magnifica carriera cinematografica che ha
impresso una traccia indelebile nella storia del cinema. Anna Magnani si spegne a 65
anni a Roma il 26 settembre 1973.
Alcune curiosità: la Magnani è una delle poche personalità italiane ad avere una stella
nel celebre Hollywood Walk of Fame; nel 2002 il Museum of Modern Art di New
York le rende omaggio dedicandole una retrospettiva dei 14 film più significativi che
l’attrice ha interpretato; le è stato dedicato un cratere di 26 km di diametro sul pianeta
Venere.
2 Bibliografia e sitografia
P. Carrano, La Magnani: il romanzo di una vita, Torino, Lindau, 2004.
M. Hochkofler, Anna Magnani: la biografia, con la collaborazione di L. Magnani, Milano,
Bompiani, 2013.
G. Pangaro, Anna Magnani, in Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della
Enciclopedia Italiana, 2006, vol. 67, ad vocem.
M. Sorgi, Le amanti del vulcano: Bergman, Magnani, Rossellini, un triangolo di passioni
nell’Italia del dopoguerra, Milano, Rizzoli, 2010.
www.mymovies.it/biografia/?a=508 http://it.wikipedia.org/wiki/AnnaMagnani