Leggi l`articolo (free!) - Rivista di Studi Italiani
Transcript
Leggi l`articolo (free!) - Rivista di Studi Italiani
FRANCO ZANGRILLI L'ARTE NOVELLISTICA DI PIRANDELLO Ravenna: Longo Editore, 1983. 302 pp. Il considerare le novelle di Pirandello ancillari alle sue commedie era un tempo una caratteristica quasi costante della critica; ma ormai da parecchi anni la loro autonomia artistica è quasi unanimamente accettata. Senza la produzione teatrale il grande agrigentino sarebbe stato lo stesso un intenso, complesso e fecondo artista, anche se senza il Nobel. Il presente è un altro volume il cui interesse è diretto all'arte novellistica pirandelliana. E un lavoro repleto di riferimenti a critici pirandelliani importanti, secondari o superficiali e perfino a commenti interessanti o marginali di studiosi che non si sono principalmente cimentati con l'opera pirandelliana. Questa mancanza di selezione (639 note, molte multiple e parecchie di mezza pagina o più) può essere molto utile agli "addetti ai lavori," mentre per altri potrà forse sembrare ridondante. Ad un dettagliato excursus sulla storia delle novelle e la loro fortuna in Italia e all'estero, segue il capitolo " L ' u m o r i s m o : poetica m o r a l e " in cui lo Zangrilli interpreta il saggio L'umorismo e altri scritti letterari di Pirandello, come " A r t e e coscienza d'oggi" e il saggio su Cecco Angiolieri, per concludere, contro alcuni studiosi e d'accordo con altri, che quel " c o m plesso di sostrati etici di cui è costruito il m o n d o interiore dell'uomo è l'argomento proprio del poeta u m o r i s t a , " il quale "contempla con partecipazione profonda e sincera il d r a m m a vissuto dell'intima realtà morale dell'individuo . . . [e] penetra nella realtà fino a toccare l'essenza più vera della vita" (p. 86). Tale "poetica m o r a l e " è l'angolazione visuale da cui il critico guarda ed interpreta le Novelle per un anno. Già nel 1950 Giuseppe Petronio aveva notato q u a n t o fosse difficile "trovare uno svolgimento cronologico e ideale" nelle novelle, e più tardi, nel 1970, Renato Barilli riteneva che la " m a t u r i t à " poetica pirandelliana non subisce un marcato sviluppo e che dunque le novelle possono studiarsi sincronicamente. Non essendo direttamente interessato all'evolversi di - 136 - Pirandello novelliere negli aspetti formali di stile, di lingua e di linguaggio, lo Zangrilli imposta le sue analisi a p p u n t o sincronicamente. In cinque capitoli l'autore privilegia, per una meditata e minuziosa lettura sociologica, psicologica e letteraria, delle novelle che più mettono in rilievo quei personaggi emblematici della "poetica m o r a l e " introdotta nel secondo capitolo. Alcuni di questi personaggi sono visti come "vittime dei pregiudizi sociali e delle ingiustizie del sistema" e vanno "dal personaggio silenzioso al personaggio p a r l a n t e " (Cap. III; vi sono discusse le novelle " I n silenzio," " L o scaldino," "Il professore terremoto"). Sono poi esaminate le "prigioniere della tradizione": "dal personaggio femminile vergine alla zitella, alla v e d o v a " (Cap. IV; "Prima n o t t e , " "Scialle n e r o , " "Il viaggio"). Nel capitolo V sono presentati "gli alienati della società," che includono tipi "dal personaggio in un ambiente nuovo al personaggio nell'ambiente n a t a l e " ( " L o n t a n o , " "Ciàula scopre la luna"). Nel sesto capitolo sono studiati gli "avvocati di una morale n u o v a , " individui di una variata g a m m a : "dal personaggio in cerca di giustizia al personaggio vittima della giustizia" ("La p a t e n t e , " " L a verità"). Infine nell'ultimo capitolo vengono analizzate le " m e t a n o v e l l e " ("La scelta," " L a tragedia d'un personaggio," ecc.) e quelle che d a t a n o dal 1931, divise in "novelle del tribunale" ("Una sfida," "Il c h i o d o , " " L a t a r t a r u g a " ) ed in novelle dell ' " u o m o s o l o " e del " t e m a della m o r t e " ( " U n o di p i ù , " "I piedi sull'erba," "Soffio," " U n a g i o r n a t a , " ecc.). Nell'ultima pagina si ribadisce che "Nel cosmo poetico delle Novelle per un anno, Pirandello tratta estesamente il tema dell'intima realtà morale dell'individuo." Il libro si conclude con l'asserzione: "il Pirandello narratore potrebbe essere apprezzato q u a n t o il d r a m m a t u r g o , specialmente q u a n d o si scopre la poesia che nasce sulla umanissima tematica dell'intima realtà morale dell'individuo che tanto più anela ad affermarsi q u a n t o più egli si sente straziato dai crudeli meccanismi dell'esistenza" (p. 283). L'espressione riportata da me in corsivo può essere considerata come il Leitmotif dell'intero volume: appare, oltre che nell'ultima pagina e in quella già citata alla fine del secondo capitolo (p. 86), molte altre volte nel testo, infer alia, alle pagine 98,102,104,121,147, 163,174, 197,216, 227,238,253,267, 270; inoltre la si p u ò riscontrare in molte altre varianti. Con ciò si vuole additare come lo Zangrilli persegua la sua tesi — la "poetica m o r a l e " sottostà alla produzione di Pirandello novelliere — c o n tenace continuità e con logica consequenzialità, servendosi di minuziose citazioni da testi primari e secondari. Questo instancabile proseguimento però nasconde il rovescio della medaglia: la tesi può diventare limitativa, unilaterale, parziale. Anche se tutte le analisi del critico fossero accettabili — che la maggior parte di esse siano illuminanti è fuori dubbio — bisogna ammettere che costringere l'umorismo pirandelliano a "poetica m o r a l e , " far derivare l'angoscia e l'assurdo dei suoi personaggi novellistici, o degli altri, da "pregiudizi sociali," "ingiustizie del sistema," prigionia "della tradizione" (perché solo donne in questa categoria?), dalla "società" e dalla "giustizia," sembra uno - 137 - svisare Pirandello o almeno presentarne solo un aspetto. Vi è pure il Pirandello — incluso quello delle novelle — ossessionato da problemi e d o m a n d e epistemologici e metafisici; cioè il Pirandello al di là della " m o r a l e " il quale lotta per una irraggiungibile o forse inesistente autenticità individuale o "intima realtà"; o addirittura per una realtà stessa irraggiungibile; il Pirandello che sconta, per dirla con Schopenhauer, "il peccato originale, cioè, il crimine dell'esistenza stessa." Ma lo Zangrilli, anche se parziale, fa bene quel che fa. Chiedergli di più sarebbe chiedergli un libro diverso. Se la sua tesi non ci ha del tutto convinti, ci ha tuttavia parzialmente vinti, vale a dire, ci ha attirati ad un riesame dell'arte novellistica pirandelliana. EMANUELE LICASTRO State University of New York at Buffalo - 138 -