Bollettino Nr.3-2013 - Aiuto alla Chiesa che Soffre
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Bollettino Nr.3-2013 - Aiuto alla Chiesa che Soffre
Stat e siat saldi n e fo rti ( ella fed 1C e or 1 6,13 ). N. 3 - Aprile 2013 Esce otto volte l’anno www.aiuto-chiesa-che-soffre.ch «Il sacerdozio è quindi non semplicemente “ufficio”, ma sacramento: Dio si serve di un povero uomo al fine di essere, attraverso lui, presente per gli uomini e agire in loro favore. Questa audacia di Dio che ad esseri umani affida se stesso; che, pur conoscendo le nostre debolezze, ritiene degli uomini capaci di agire ed essere presenti in vece sua – questa audacia di Dio è la cosa veramente grande che si nasconde nella parola “sacerdozio”». Il vescovo, Mons. Jose Mukala, India, dona conforto. il Mistero Pasquale del sacrificio della Croce e della Risurrezione del Signore è già prefigurato nell’ultima cena del Giovedì Santo. Gesù celebra il primo Sacrificio della Santa Messa, donando agli Apostoli tutto se stesso sotto le specie eucaristiche del pane e del vino. Egli dà loro l’incarico di celebrare la Santa Eucaristia in Sua memoria, rendendoli i suoi primi sacerdoti, attraverso i quali può dire: «Questo è il mio Corpo. Questo è il mio Sangue». A chi mai sarebbe venuto in mente di pronunciare sopra il pane e il vino queste parole trasformanti, se non fosse stato Dio stesso a conferirgli il mandato e il potere? Il sacerdote è un secondo IO del Signore. In questo modo, attraverso il sacerdote, Gesù può portare a tutti gli uomini anche la gioia pasquale del perdono e dire: «IO ti assolvo dai tuoi peccati». Il sacerdote non dev’essere manager o grande oratore, né esperto di finanza o di psicologia. Nel profondo del loro animo, ciò che gli uomini si attendono dal sacerdote è che sia un riflesso della misericordia divina. A maggior ragione sono, quindi, - Benedetto XVI 11 giugno 2010, Santa Messa di conclusione dell’Anno Sacerdotale il Regno di Dio. Senza i sacramenti, infatti, l’animo umano languirà. Cari amici, ci donate le vostre preghiere e la vostra carità e molti di voi offrono la loro malattia o il logoramento fisico per le nuove vocazioni e per la santificazione dei presbiteri. Quanto sia indispensabile ed eccelsa la vostra cooperazione con preghiere e offerte, lo affermano le stupende parole del santo francese Jean Eudes: «Il sacerdozio sacramentale è tanto sublime, tanto divino che sembra «Se il sacerdote confida nella non esserci niente più sublime grazia divina, Gesù gli donerà e più divino di esso. Eppure esiil Suo cuore e si farà carico ste un sacerdozio che, in qualdella sua debolezza». che modo, supera quello dei sacerdoti: è la vocazione a opeché nelle sue mani unite e consacrate è de- rare per la loro santificazione, salvando i posta la pienezza di ogni grazia. salvatori e pascolando i pastori; dando la Gesù ci dice: «Pregate dunque il padrone luce a chi è la luce del mondo e santifidella messe che mandi operai nella sua cando coloro che sono la santificazione messe!» (Mt 9,38). Non è possibile, sem- della Chiesa». plicemente, farsi sacerdote. L’ordinazione sacerdotale non è una laurea universitaria, Vi benedico col cuore pieno di gratitudine, dopo la quale si firma un contratto di lavoro con la diocesi. È con la preghiera che si ottengono dal Signore sacerdoti. Senza le vocazioni sacerdotali, anche tutte le attività di P. Martin M. Barta ACCS non darebbero frutto che rimane per Assistente spirituale grandi la delusione e lo scandalo che essi provano quando il sacerdote si rivela persona autocompiacente, ipocrita, uno che non crede più nella sua missione soprannaturale. Certamente il sacerdote, nella sua umana debolezza, non sarà mai all’altezza della sua vocazione, ma confidando nella grazia di Dio, Gesù gli donerà il Suo cuore e si servirà anche della sua debolezza. Così egli diventa indispensabile agli uomini, per- 1 , ll’Est pa de Euro Questione di cuore e di mani «La fede non è un’astrusa filosofia, ma una strada per arrivare alla saggezza, alla sapienza, all’obiettività e alla percezione di tutta la realtà» (Benedetto XVI). In Ucraina, nel seminario greco-cattolico di Ivano-Frankivsk, questa realtà ha un volto tutto suo. Con in una mano un testo di dogmatica e nell’altra una spatola o uno scalpello… è così che possiamo immaginare gli studenti di questo seminario. Studiano e, nel tempo libero, danno una mano a rimetterlo in sesto, visto che ha più di 100 anni. È un rinnovamento sotto tutti i punti di vista. Nel 1946, infatti, i sovietici deportarono in Siberia la maggior parte dei docenti; altri furono fucilati direttamente sul posto, così come avvenne a quasi tutti i seminaristi. Per decenni l’edificio fu adibito a Scuola di formazione del Partito. Da 18 anni è stato restituito alla preghiera e allo studio della teologia e i giovani che giungono qui sono sempre Li si riconosce dalla veste: l’arrivo dei giovani seminaristi. più numerosi. Ormai, la vecchia struttura è troppo angusta. Le stanze, di appena nove metri quadrati, ospitano ciascuna tre seminaristi. Lo spazio che avanza è occupato da una scrivania e un lavandino. Gli studenti sono ben 282 e dispongono di appena 12 docce nello scantinato. La situazione si è fatta insostenibile. Anche per loro vale il principio mens sana in corpore sano. Servono vere finestre che non lascino passare gli spifferi. cerdoti. E altrettanto urgenti sono i lavori di manutenzione del seminario. Per non interrompere i Corsi, i lavori vengono fatti gradualmente. Ora tocca al tetto e all’ala Questi seminaristi provengono da nove sinistra. È come se rimovendo tutto il ciardiocesi che hanno urgente bisogno di sa- pame del passato, dalle macerie stesse rinascendo nuova vita. Per questo è giusto che i seminaristi non lavorino soltanto alla loro vita interiore, studiando e pregando, ma anche a rendere più accogliente il loro seminario. Così troveranno la strada per arrivare «a tutta la realtà». Noi li sosteniamo in questo: in una mano teniamo il Rosario, l’altra rimane libera per fare un’offerta… Un rinnovamento ha bisogno Impegno per la mente: in aula durante Impegno per le mani: preparare tutti in- di tutte e due le cose. Abbiamo promesso uno dei numerosi esami. sieme conserve di frutta. CHF 200.000. • Hanno dato tutto Li chiamano Batwa, sono piccole tribù di pigmei del Burundi. Emarginati della società, vivono in insediamenti simili a baraccopoli. I bambini non sanno cosa sia una scuola o un pasto regolare. Di essi si prende cura la giovane Congregazione degli “Apostoli del Buon Pastore e di Nostra Signora del Cenacolo”. La Congregazione, fondata appena 23 anni fa, assiste anche chi è in ospedale, in carcere e i malati di lebbra. Nonostante il suo fondatore, l’arcivescovo Joachim Ruhana, morì appena sette anni dopo averla istituita, la Congregazione cresce. Ne fanno 2 parte 13 sacerdoti, 18 religiosi, otto novizi, nove seminaristi e una trentina di giovani che si preparano al noviziato. Per aiutare i pigmei a diventare stanziali, hanno costruito loro delle case e un convitto dove impartiscono un’educazione cristiana a bambini e ragazzi. Hanno dato tutto per i poveri, ma adesso sono loro ad avere bisogno di aiuto per i seminaristi. Non riescono più a far fronte ai costi per la loro formazione. «Vogliamo servire la nostra Madre Chiesa», scrive il superiore generale, padre Zenon. Con CHF 11.900 è possibile mantenere Nel villaggio dei pigmei: aspettando il Buon Pastore. vivo questo servizio di carità. • Il vostro dono sosterrà questo progetto o un altro identico, e darà continuità al nostro lavoro nell’ambito della pastorale. risti na Semi Ovunque chiami il Signore «L’amore di Dio segue a volte percorsi impensabili, ma raggiunge sempre coloro che si lasciano trovare». Scriveva così Benedetto XVI nel suo Messaggio in occasione della 50ª .Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni che si celebrerà in aprile. Chi fa da sé: seminaristi all’opera nell’orto di Ziguinchor, in Senegal. Alcuni sentono la chiamata già da piccoli. Ignatius ricorda: «Un giorno venne nel nostro villaggio un sacerdote che ascoltai ammirato per tutto il tempo della Messa. Alla fine, indicandolo a mia madre, dissi: “Voglio diventare come lui”». Dovettero passare ancora alcuni anni prima che Ignatius giungesse dal suo villaggio al seminario di Ziguinchor, in Senegal. Per il confratello Hervé-Jean, la strada è stata ancora più «Rivestitevi del Signore» (Rom 13,14): lunga: già dalla scuola materna era affascii futuri sacerdoti prima della vestizione. nato dai paramenti sacerdotali e quando Affinché il seme dia frutto Il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani: in pochi altri Paesi questa frase degli inizi del cristianesimo, è attuale come in Nigeria. Quando venne fondato il seminario al Buon Pastore a Kaduna – località nel Nord-Ovest del Paese, con una popolazione prevalentemente musulmana – i seminaristi erano appena nove. Oggi sono 94. E questo accade in una regione ai margini del Sahara e in edifici fatiscenti più simili a baracche che a strutture destinate alla formazione di futuri sacerdoti. Gli studenti sono tre per stanza, ambienti che erano stati costruiti per ospitarne solo uno. La cappella, cuore di ogni seminario, è ricavata da una vecchia aula dove, subito dopo la Messa e le preghiere, si ten- gono i Corsi. Il refettorio è un ricovero di fortuna, gli impianti sanitari sono al limite del sostenibile. I professori sono alloggiati in sistemazioni esterne. I seminaristi non possono essere biasimati se vedono le vacanze come un modo per non stare, almeno per qualche giorno, in un luogo così angusto. Ma ritornano sempre, tutti. Sperano, infatti, nel nostro aiuto per costruire una cappella e degli alloggi. Sanno che molti correligionari in Nigeria stanno peggio di loro. Sanno anche che spesso i cristiani vengono uccisi per la loro fede, ma che, nonostante ciò, il numero dei battezzati cresce. E sanno bene che mancano i sacerdoti. Abbiamo promesso CHF 185.000 per costruire cappella e alloggi. Affinché il seme dia frutto. Inculturazione del Santissimo: Tabernacolo in Papua Nuova Guinea. vide una mitra di cartone ritagliata dal fratello maggiore, capì: «Sarò sacerdote e vescovo». Oggi, alla vigilia della sua Ordinazione, questo desiderio appare più definito. Vuole essere «un operaio nella vigna del Signore». Hervé e Ignatius sono due dei 42 candidati al sacerdozio nel Seminario di San Jean-Marie Vianney. In un Paese dominato dall’islam e dalle religioni tradizionali, la fiamma della loro vocazione va protetta in modo particolare attraverso la formazione e la costruzione di un rapporto personale con Cristo. Con il vostro aiuto per la formazione (CHF 17.300) contribuite affinché questi giovani cuori «si facciano trovare» e «affondino il loro volere nel volere di Gesù». Gregory, Frank, James, Lito e Frank: su loro cinque – seminaristi nella diocesi di DaruKiunga in Papua Nuova Guinea, Paese dell’Oceania, dove si contano decine di gruppi etnici – si fonda la speranza del vescovo, monsignor Gilles Coté. Sono ragazzi allegri che, essendo nati nel Paese, conoscono bene gli usi delle religioni tradizionali. Ora studiano e approfondiscono i dogmi della teologia cattolica. Hanno bisogno di libri, quaderni, materiale didattico. Investire nella loro vocazione costa più di quanto il vescovo Coté abbia a disposizione. Abbiamo promesso un aiuto di CHF 6.200. Devono poter Rallegratevi nel Signore!» (Fil 4,4): Lavare e rinnovare: anche questo fa parte rispondere con il cuore e la mente alla chiala gioia è parte della vocazione. della vita di chi ha ricevuto la chiamata. mata del Signore. • • Il vostro dono sosterrà questo progetto o un altro identico, e darà continuità al nostro lavoro nell’ambito della pastorale. 3 È stata una festa di famiglia. Erano presenti anche benefattori della prima ora che hanno conosciuto di persona padre Werenfried, come alcuni membri dei c.d. “Soci Costruttori”. Si sono incontrati in Belgio, a Lovanio, per celebrare il centenario della nascita del Fondatore di ACCS. Erano presenti anche due anziane sorelle che, nonostante i loro gravi problemi di salute, non hanno ancora voluto rinunciare al loro impegno per le Missioni. Tuttora, infatti, lavorano a maglia dei berrettini. C’era poi padre Steve Mulambo del Malawi (vedi foto), uno dei 40 studenti che studia in Belgio con una delle Borse di Studio che ACCS assegna grazie e voi. Per questo, vi sono molto grati. E per esprimere la sua gratitudine, questo padre ha eseguito anche una danza africana. Sofferenza, amore e gratitudine – Le vostre lettere Auguri per la vostra opera che porta avanti lo spirito di padre Werenfried Sono lieto che ACCS cerchi, in così tanti modi, di sostenere materialmente e spiritualmente i cristiani perseguitati e minacciati. Possa l’impegno e lo spirito di sacrificio portare ricca messe nel 2013, anno del centenario della nascita di padre Werenfried van Straaten. Con i migliori auguri che portiate avanti questa Opera con il carisma del Fondatore. - S.E.R. Peter Stephan Zurbriggen Nunzio apostolico in Austria - benefattori e accompagnare la realizzazione dei vostri Progetti. - Una benefattrice dall’Australia - Un’offerta in occasione del primo anniversario di nozze La scorsa primavera, durante il nostro viaggio di nozze in Turchia, abbiamo avuto modo di conoscere meglio le vostre opere. Anche per questo, in occasione del primo anniversario di matrimonio, vi inviamo un’offerta a sostegno dei vostri progetti. Preghiamo per il vostro lavoro e le vostre missioni, così importanti nel mondo di oggi. Esercizi spirituali in piccolo - Una coppia di sposi dalla Francia Penso di parlare a nome di molti quando affermo che la lettura de L’Eco dell’Amore è un esercizio spirituale in pic- Per Padre Lardo colo. Lo sono tutti i numeri, ma il primo Fin da ragazza sostenevo “Padre Lardo”. del 2013 lo era talmente tanto che mi pia- Ho già preparato la distinta per inviare 40 cerebbe lo leggessero anche dei miei euro non appena arriverà la mia pensione amici. Avrei quindi bisogno di altre all’inizio del mese prossimo. Mi sento copie. Possa la benedizione di Dio essere unita a voi nei pensieri e nelle preghiere. sempre con ACCS, con i perseguitati e i - Una signora del Belgio - Per la SVIZZERA: UBS, Bellinzona Cto. No.: 234-340012.01 M, IBAN: CH19 0023 4234 3400 1201 M, Conto postale: 60-29700-0 • Ufficio nazionale: AIUTO ALLA CHIESA CHE SOFFRE, Cysatstrasse 6, 6004 Lucerna, Tel.: 041 410 46 70 • Antenna per la Svizzera francese e italiana: Ch. du Cardinal-Journet 3, CH-1752 Villars-sur-Glâne, Tel.: 026 422 31 60 E-mail: [email protected] • www.aiuto-chiesa-che-soffre.ch Per favore, dopo aver letto l’ECO DELL’AMORE, passatelo ad amici, ai vicini e al parroco. Potete utilizzare l’ECO nel bollettino parrocchiale. 4 Johannes Heereman, Presidente esecutivo Non è certo un caso che il centenario della nascita di padre Werenfried van Straaten cada nell’Anno della Fede. Per lui era essenziale salvarla e rafforzarla laddove essa è maggiormente minacciata e i cristiani sono perseguitati. È lo stesso obiettivo che si è dato Benedetto XVI proclamando tale Anno. Quando lo ha fatto, di certo pensava anche ai Paesi Occidentali. La nuova evangelizzazione è stata chiesta non per la Chiesa, ma per la felicità degli uomini. Il desiderio di Benedetto XVI è rivolto anche a noi. Cari benefattori, in occasione del centenario della nascita di padre Werenfried, avete fatto alla Chiesa e a Benedetto XVI un grande dono. L’anno passato ci avete affidato molto più di 105 milioni di franchi, il più alto contributo mai registrato nella storia dell’Opera. Lo avete fatto per aiutare la Chiesa anche dove è minacciata dalla violenza, dove è grande la sete della Parola del Signore che ci ama, anche o la fede è sopraffatta dalla secolarizzazione. Padre Werenfried diceva spesso che «i benefattori sono il nostro più grande capitale». È vero ancora oggi. Vi inoltro con gioia il grazie che riceviamo ogni giorno da tutto il mondo per la vostra generosità. Redazione: Jürgen Liminski KIRCHE IN NOT, D-61452 Königstein • Colofone: Editore: KIRCHE IN NOT, Cysatstrasse 6, CH-6004 Lucerna • Printed in Switzerland • ISSN 0252-2519 • De licentia competentis auctoritatis ecclesiasticae • Circolare • esce otto volte l’anno • quota assocciativa CHF 10.--. tudio e di s Bors Foto: Andrzej Polec Per placare la sete di verità Per il curato di Ars, san Jean-Marie Vianney, lo studio fu pieno di difficoltà. A 17 anni sapeva a malapena leggere e scrivere e, senza l’aiuto dei molti amici, non avrebbe mai potuto arrivare a svolgere il servizio all’altare. Oggi è il patrono dei sacerdoti. Aveva ciò che i Padri del Concilio Ecumenico Vaticano II indicarono come la «sete di verità che arde nel cuore». Una sete che lo spingeva a parlare a tutti della «stretta amicizia con il Maestro divino» esortandoli ad aprire i loro cuori «all’amore misericordioso del Signore» (Benedetto XVI). Tante Chiese locali conoscono questa sete, hanno molte vocazioni, ma non i mezzi per far studiare questi giovani. I vescovi ci chiedono un aiuto, hanno bisogno di sacerdoti con una buona preparazione per placare la sete di verità nelle loro diocesi. Le Borse di studio assegnate grazie a voi, lo rendono possibile. La maggior parte degli studenti che sostenete, porta a termine gli studi con ottimi voti. Padre Salvador Augualada ha studiato fino al 2011 presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Tornato nelle Filippine, sua terra di origine, ora è professore all’Istituto di vita consacrata in Asia. Sta introducendo alla teologia oltre 180 studenti, ha scritto un libro su san Pedro Calungsod, il secondo santo delle Filippine elevato all’onore degli altari lo scorso ottobre. «Sono tornato – scrive nella sua let- Rinnoveremo il volto del mondo: padre Werenfried con borsisti a Roma. tera di ringraziamento – con una comprensione molto più profonda della missione universale della Chiesa». Anche padre Lewis Mutachila della diocesi Ndola nello Zambia, ha avuto un’esperienza simile. Grazie al vostro aiuto ha potuto studiare presso il Camillianum di Roma, l’Istituto Internazionale per la Pastorale della salute. Oggi ha una visione più caritatevole verso i malati e i portatori di handicap. Insegna agli assistenti medici e ai religiosi che operano negli ospedali e nelle comunità, a capire gli aspetti biblici e morali della vita dall’inizio alla fine, dalla nascita alla vecchiaia, parla loro della morte e della speranza. Grazie alla formazione ricevuta, è stato in grado di predisporre un Programma per la pastorale dei malati di AIDS. Padre Lewis vive per il suo lavoro e molti sopravvivono grazie al suo lavoro. I bor- Da borsista a vescovo di Riga: monsignor Zbignevs Stankevics (al centro). sisti conoscono le sfide nei loro Paesi. Padre Promildon Lobo, indiano, afferma: «Abbiamo bisogno di sacerdoti con un’ottima preparazione, affinché insegnino nei nostri seminari» e padre Williams da Ehiti, in Nigeria, conosce la problematica della multiculturalità. Per questo, nella sua tesi di laurea la indica come un’opportunità «per imparare a convivere pacificamente». Ma padre Williams sa – come tutti i 400 sacerdoti e le suore provenienti da Africa, Asia, America Latina e Europa dell’Est che grazie alla vostra generosità hanno una Borsa di studio ACCS e studiano a Roma o altrove in Europa Occidentale – che «non studiamo per noi, ma per la Chiesa e gli uomini» e che i benefattori «non hanno di certo un giardino con un albero che dà come frutto delle banconote». Sa che i nostri benefattori Anche lui è stato borsista: l’arcivescovo Borsista, sacerdote, martire: padre fanno delle rinunce per aiutarli, affinché maggiore di Kiev, Sviatoslav Shevchuk, Ragheed Ganni quando era seminari- possano placare, al servizio della Chiesa, capo della Chiesa greco-cattolica ucraina. sta in Iraq. la sete di verità della gente. • 5 Il vostro dono sosterrà questo progetto o un altro identico, e darà continuità al nostro lavoro nell’ambito della pastorale. rdozio e c a s l arsi a Prepar La gioia che nasce da Dio Slovacchia : da 1.150 anni Cristo è alla testa della Chiesa. A fronte di tutta la gioia: gli esami sono sempre una cosa seria. Sant’Agostino scrive nelle Confessioni: «La felicità non è altro che la gioia che nasce dalla verità […] questa verità si ritrova in te, Signore, in te che sei la verità più alta». Chi vive presso la verità, come i seminaristi che passano ogni giorno molte ore a studiarla, ha molti motivi per gioire. Nel seminario di Bukavu, nella Repubblica Democratica del Congo, hanno provato ad elencarne alcuni: la gioia della preghiera quotidiana comune e quella di celebrare insieme ogni giorno la Santa Eucaristia; la gioia di giocare a calcio, anche tra studenti di diverse annate, o di lavare insieme i piatti e quella di essere collegati con il mondo tramite Internet. Dà gioia anche poter disporre di una piccola biblioteca con trattati recenti di teologia e filosofia e avere ottimi professori e assistenti, sempre disponibili al colloquio. Contribuire al sostentamento del semina- Repubblica Ceca: la preghiera a Dio suorio con il proprio lavoro, è anch’esso mo- nata all’organo nel seminario di Olomouc. tivo di gioia. Ne elencano anche altre. Quella più grande è essere figlio di Dio e aver trovato la via della vocazione sacerdotale. Per Jean Pierre «lo studio lungo questa via» con i suoi insegnamenti teorici e pratici «non è altro che una scoperta continua e sempre attuale di Gesù Cristo». Per questo vede nel sostegno che date a lui e a tutti i semi- India, Paese di vocazioni: a Bijhan stunaristi «una testimonianza del vostro diano ben 216 seminaristi. amore verso Cristo». Antoine parla del «grandioso dono del celibato volontario», Armel aggiunge che esso lo aiuta «a essere universalmente disponibile per Cristo e la Chiesa». Birhange parla della «stupenda missione di far conoscere il Salvatore a chi non conosce ancora Dio», mentre Justin è «felice di poter dire agli uomini in questo freddo mondo tecnologico che Dio è venuto come persona in Cristo». Quest’anno i nuovi seminaristi sono 14, in tutto sono in 90, in una regione contrassegnata da guerre, violenza e povertà. Vogliono cambiare il mondo raccontando a tutti la verità dell’amore di Cristo. Con CHF 400 donati per ognuno di essi, li si «Rallegratevi con quelli che sono nella aiuta a realizzare il loro impegno per un gioia, piangete con quelli che sono nel anno. La gioia che nasce da Dio dovrebbe Cuba: ogni undicesimo seminarista al mondo, studia grazie a voi. pianto» (Rom 12,15). valere il sacrificio… • Il vostro dono sosterrà questo progetto o un altro identico, e darà continuità al nostro lavoro nell’ambito della pastorale. 6