GRAZIE ALLA DENUNCIA ANPAV RYANAIR DEVE PAGARE 12

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GRAZIE ALLA DENUNCIA ANPAV RYANAIR DEVE PAGARE 12
GRAZIE ALLA DENUNCIA ANPAV
RYANAIR DEVE PAGARE 12 MILIONI ALLO STATO
E’ da tempo che denunciamo le troppe disinvolture del Vettore irlandese:
viene premiata la nostra perseveranza nella difesa del Trasporto Aereo italiano.
Partendo dalla “massima” che la concorrenza fa bene ma che va fatta secondo regole uguali per tutti, è
da tempo che lamentavano le palesi alterazioni della concorrenza per la presenza di regimi fiscali e
contributivi diversi fra le varie compagnie che operano in Italia.
Gli accertamenti al vettore irlandese sono nati dopo svariate e ripetute segnalazioni della scrivente
Associazione ai vari Enti di interesse. La Direzione Provinciale del Lavoro di Bergamo ha “condiviso” le
nostre tesi e contesta a Ryanair di aver evaso contributi per quasi 12 milioni di euro (11 milioni 860
mila euro, per la precisione) in quanto i suoi 650 dipendenti che lavorano in Lombardia, usufruiscono
del sistema sanitario nazionale ma risultano assunti a Dublino, anziché in Italia. Contrariamente al
giusto operato delle altre compagnie aeree estere che hanno una base italiana, queste ultime, infatti,
assumono i dipendenti secondo regole italiane (Easyjet, AirAlps).
A Dublino la tassazione per stipendi fino a 32 mila euro è inferiore al 10%...
Un dumping fiscale che si trasforma in concorrenza sleale.
Il Vettore Low Cost elude palesemente la regola di assoggettare ai contributi previdenziali italiani il
personale che lavora in Italia alle dipendenze di una compagnia aerea straniera che abbia una «stabile
organizzazione».
Quest‟ultima é facilmente certificabile dato che la Sacbo, società di gestione dello scalo orobico, ha
affidato alla Compagnia locali dotati di computer, telefoni e fax,
e vi sono scaffalature contenenti
comunicazioni di servizio. La Compagnia ha, peraltro, individuato per ogni contratto di lavoro la base di
servizio alla quale il lavoratore è assegnato, prevedendo espressamente l‟obbligo di risiedere entro
un‟ora di distanza. La base è il luogo dove inizia e termina la prestazione lavorativa, come sede stabile
di lavoro in Italia, quindi è a tutti gli effetti assoggettabile alla contribuzione e alle fiscalità italiane.
Tutti ricordano che il problema era già stato sollevato in Francia qualche anno fa, ma quando iniziarono
a nascere i primi contenziosi, Ryanair annunciò la chiusura della base di Marsiglia pur di non
assoggettare alla normativa francese il proprio personale.
L‟allegra gestione ha portato, negli ultimi anni, fra “pubblicità progresso” e una colpevole indifferenza
delle Istituzioni, a sbaragliare la concorrenza, generando la chiusura di 12 Compagnie medio/piccole
che hanno lasciato per strada 4.000 disoccupati.
Abbiamo inoltrato analoghe richieste di verifica/segnalazioni agli Ispettorati del Lavoro
delle Regioni dove la compagnia ha altre Basi operative, ovvero Roma, Cagliari, Bari,
Brindisi, Pisa: e siamo fiduciosi che queste verifiche porteranno ad accertare altre presunte
violazioni fiscali.
Ribadendo che la richiesta di legalità non va configurata come un attacco ai posti di lavoro dei colleghi
Ryanair, ai quali più volte abbiamo offerto il nostro apporto per istituire il sacrosanto diritto di
rappresentanza che gli viene da troppo tempo negato, auspichiamo che il vettore irlandese, e i suoi
„intrepidi‟ manager, rispettino le „regole del gioco‟, allineandosi, come gli altri vettori, alle normative
fiscali e previdenziali previste dal nostro ordinamento, auspicando il rientro della realtà contrattuale
Ryanair nell‟alveo di una più tutelante (per i colleghi in primis) cornice contrattuale nazionale.
Roma, 9 febbraio 2012
ANPAV
ANPAV - Associazione Nazionale Professionale Assistenti di Volo –Via Marco Marulo, 78 – 00143 Roma
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