relazione convegno 22 febbraio 2008
Transcript
relazione convegno 22 febbraio 2008
“Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Convegno 22 febbraio 2008 Palazzo Castiglioni - Unione CTSP, Corso Venezia 49, Milano Si può prevenire e curare la malattia e rallentare il processo di invecchiamento cellulare? Ideato da Rossella de Focatiis PROGRAMMA Ore 14.00: Registrazione Inizio lavori: presentazione di Rossella de Focatiis Ore 14.30: Presentazione di 50&Più Università Giancarla Conti - vice Presidente 50&Più Fenacom Milano Ore 14.40: Ore 15.00: L’attivazione naturale del metabolismo come strumento di rallentamento dell’invecchiamento: non anni, ma qualità degli anni Luca Speciani - Dottore in Scienze Agrarie e consulente nutrizionale Diagnosi e terapie del difetto osseo orale: nuova frontiera mediante l’utilizzo di cellule staminali Marco Baldoni - Professore ordinario di malattie odontostomatologiche dell’Università degli Studi di Milano Bicocca Ore 16.00: Intervallo Ore 16.30: Una chiave per capire, un cervello per guarire Giorgio Mambretti – Agopuntore, Osteopata, esperto conoscitore della Medicina Tradizionale Cinese Ore 17.30: L’importanza dell’equilibrio degli oli polinsaturi per l’integrità cellulare Sergio Chiesa – Esperto di nutrizione e in particolare del Metodo Kousmine Ore 17.50: L’alimentazione anti-invecchiamento Gigliola Braga - Biologa, nutrizionista, esperta di alimentazione Ore 18.10: Invecchiamento cellulare e integrità delle cellule matrici staminali, fondamento della salute Luciano Pecchiai - Dott. Prof. Primario Patologo Emerito dell’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano. Direttore del Centro di Eubiotica Umana di Milano, Esperto di alimentazione e Medicina Naturale Ore 18.30: Breve dibattito Moderatore: Maria Antonia Rossini – Presidente Associazione Regionale Lombarda stagionatori e grossisti caseari. Presidente Comitato Ingrosso Alimentare. Presidente Terziario Donna dell’Unione del Commercio di Milano. Si ringrazia 50&Più Università “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Convegno 22 febbraio 2008 “Si può prevenire e curare la malattia e rallentare il processo di invecchiamento cellulare?” Dr. Luca Speciani Luca Speciani, dottore in Scienze Agrarie e attualmente in corsa per una seconda laurea in Medicina e Chirurgia, si occupa da anni di medicina, alimentazione e agricoltura naturale. Dalla sua attenzione alla profonda unità tra mente e corpo sono nati alcuni libri sul movimento ("Lo zen e l'arte della corsa", "Mente e maratona" [con lo psicologo Pietro Trabucchi] e "L'ultramaratona") e sui legami tra cibo e benessere psicofisico (con il fratello Attilio: "DietaGIFT", "La dieta antifame", "Prevenire e curare la depressione con il cibo", "Guarire con la natura", "Guida pratica alla DietaGIFT", “Lo zen e l’arte di far muovere i nostri figli”). Con il Dr. Fabrizio Duranti ed altri autori ha scritto “Il circolo virtuoso del benessere” e “Le 100 regole del benessere”. Il progetto DietaGIFT (un regime alimentare innovativo basato sul valore dei segnali metabolici di ingrassamento e dimagrimento, piuttosto che sul calcolo delle calorie) lo impegna sia nel suo studio milanese dove svolge attività di consulenza nutrizionale, sia nell’attività di ricerca scientifica in varie sedi su alimentazione e nutrizione. Su questi argomenti tiene convegni ed incontri, stage e corsi in Italia e all'estero per medici, farmacisti, naturopati, dietisti e sportivi in genere. Prepara programmi di nutrizione e rieducazione al movimento, sia in studio che tramite internet, attraverso i siti www.dietagift.it, www.lucaspeciani.it e www.eurosalus.com E' tecnico della federazione di atletica leggera, coordinatore editoriale e responsabile scientifico della più diffusa rivista italiana rivolta alla corsa ("Correre") e collabora stabilmente con il sito medico-scientifico Eurosalus. Contrastare il rallentamento metabolico con la dieta di tutti i giorni L’invecchiamento cellulare, e in definitiva l’invecchiamento dell’intero nostro organismo, sono processi che seguono un loro ritmo naturale, nei confronti del quale non ha senso sognare rimedi “miracolosi” o “filtri della giovinezza”. Diventare adulti, poi maturi e infine godere serenamente dei piaceri di una terza età in piena salute è tuttavia possibile per tutti, ma non senza impegno. Dai 18 anni in avanti il nostro organismo, per effetto di molti cofattori (che vanno dall’accorciamento dei telomeri cromosomici, all’irrigidimento delle membrane cellulari, dalla presenza di radicali liberi alla riduzione delle masse muscolari), incomincia a dare piccoli segnali di invecchiamento. Chi ha stimato il valore cumulativo di questi fattori ha quantificato la “decadenza” in un 1% annuo approssimativo. Ciò vuol dire che un individuo in piena salute di 48 anni ha un metabolismo naturalmente rallentato del 30% circa rispetto ai suoi 18 anni. Se fosse così per tutti, gli ospedali sarebbero vuoti e l’industria farmaceutica non fatturerebbe i miliardi di Euro che fattura a spese di noi tutti. La realtà è purtroppo molto diversa: numerosi fattori (primi tra tutti però la sedentarietà e la cattiva alimentazione) contribuiscono a rendere le persone molto più “vecchie” biologicamente di quanto esse non siano dal punto di vista anagrafico, con tutto il corollario annesso di malattie, disagi e – in definitiva – cattiva qualità della vita. Esistono dunque delle strade, facilmente percorribili, per rallentare questo processo patologico di “invecchiamento accelerato”? Certamente sì. Quelle legate ad un migliore stile di vita, in grado di ripristinare con forza l’efficienza del metabolismo, sono principalmente quattro: “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere 1) Il movimento fisico Il rispetto dei ritmi naturali alimentari con una colazione molto ricca 2) 3) Un adeguato apporto quotidiano di proteine Il mantenimento della calma insulinica 4) La relazione tratterà in dettaglio questi mezzi naturali (proposti anche da DietaGIFT) discutendo con esempi pratici la diversa situazione di un individuo attento a questo aspetto e di uno che non cura la sua salute. In particolare verrà discusso l’effetto dell’incremento di massa muscolare (grazie a dieta e movimento) sull’incremento metabolico complessivo. E’ possibile restituire anni alla vita solo se ci predisponiamo a un lungo periodo di alta qualità della vita stessa. Se gli anni guadagnati li spendiamo in un lettino d’ospedale o a combattere gli effetti collaterali dei pesanti farmaci che stiamo assumendo, siamo certamente fuori strada. L’incremento del metabolismo è segno diretto di un migliore stato di salute e di una attiva prevenzione dell’ingrassamento: perseguire questo obiettivo con costanza ci aiuterà a non perdere la strada intrapresa. Quando un paziente arriva nel nostro studio cerchiamo per prima cosa di aiutarlo a capire che, se vuole dimagrire, deve trovare un modo naturale per mobilizzare le sue riserve di grasso. L’unico modo perché questo avvenga senza che la sua salute sia messa a rischio, è una graduale stimolazione del metabolismo che porti l’attività di tutti i nostri sistemi organici ad un livello ottimale. Ma come fare ad ottenere in modo naturale questa attivazione metabolica? La prima informazione fornita a chi ci chiede di perdere peso, è che non abbiamo alcuna intenzione di metterci a contare le calorie contenute in ogni piatto. Chiunque sia costretto a farlo, rinuncia ad un pezzo importante della sua libertà, e dovrà vivere quotidianamente la sua dieta come una prigione. La via principale da noi seguita passa invece per la strada dell’attivazione del metabolismo. Avere un metabolismo attivo significa poter contare su un organismo che lavora a pieno regime: nel consumo delle calorie assunte, nell’eliminazione delle scorie metaboliche, nella riparazione dei tessuti danneggiati, nella rapidità e brillantezza mentale e nella capacità di esprimersi dal punto di vista fisico. Un metabolismo pigro, al contrario, porta a consumi calorici rallentati, indolenza fisica e mentale, accumulo di sostanze di scarto difficili da eliminare, lentezza nel recupero e – in definitiva – facilità di ingrassamento e inerzia nel dimagrimento. La maggior parte delle diete che comportano una maggiore o minore restrizione calorica ignorano o sottovalutano il fatto che non appena l’introduzione di cibo diminuisce, “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere l’organismo risponde rallentando i consumi, perché nella storia della nostra evoluzione, abbiamo sempre avuto più paura della fame che della sovrabbondanza. Durante il paleolitico, in un periodo che va tra 800.000 e 1.000.000 di anni dietro di noi, al mattino al risveglio i nostri progenitori avevano poche alternative. Se trovavano subito da mangiare qualcosa (o lo avevano conservato durante la nottata) trasformavano le calorie introdotte col cibo in calore ed energia, adatta per potere andare a cacciare o raccogliere alimenti per sé stessi o per la propria famiglia. Se non trovavano da mangiare, il segnale era chiaro: carestia. Con poche differenze questo è ciò che succede oggi: le calorie introdotte entro un ora circa dal risveglio vengono quasi interamente dissipate dall’organismo come energia termica o come energia adatta al movimento. Solo una piccola parte viene depositata sotto forma di grasso. Succede invece il contrario quando si aspetta a fare la prima colazione, o la si salta del tutto, o quando si fanno pranzi luculliani in ore serali o notturne. Lì, senza equivoco, gli ormoni dell’organismo sono tutti predisposti a trasformare le calorie introdotte in grasso di deposito per i possibili momenti di carestia. Il nostro corpo “ragiona” in termini evolutivi. Noi siamo, dal punto di vista biologico, quello stesso uomo primitivo che cacciava e raccoglieva nelle valli africane circa un milione di anni fa: le nostre risposte biologiche e i nostri meccanismi fisici e psichici sono ancora quelli. Quando c’è da mangiare, lo facciamo senza indugio (le occasioni per cibarsi con abbondanza, allora, non erano certo frequenti), mentre non appena ci manca un po’ di cibo teniamo da conto quello che abbiamo (anche le nostre scorte di grasso) come se fosse il bene più prezioso del mondo. Questo “ragionamento” ci ha mille volte salvato la vita in passato: oggi può accorciarcela in modo drammatico se non comprendiamo questa semplice dinamica corporea. Quando impostiamo delle diete dimagranti secondo modalità che ricordano il digiuno e la carestia, l’organismo mette in moto gli stessi meccanismi difensivi che usava in passato: riduce il metabolismo attraverso un segnale leptinico insufficiente, e attiva l’insulina, che prontamente trasforma in grasso quei pochi zuccheri introdotti. Chi basa la sua dieta su rigidi calcoli calorici, ipotizza con ingenua semplicità che il corpo sia l’equivalente di una macchina metallica dotata di risposte meccaniche predefinite. Basta ridurre il getto del rubinetto, e il gioco è fatto. Invece non è così: appena il getto diminuisce, prima ancora che se ne possano vedere gli effetti, l’organismo reagisce stringendo il foro d’uscita, in previsione di una futura possibile carestia. Con il risultato non solo di non dimagrire (per farlo con quel sistema occorre quasi azzerare il getto del rubinetto, a costo di immani sacrifici psicofisici), ma anche di rallentare pericolosamente il ritmo metabolico complessivo del proprio organismo. Quando il getto d’acqua tornerà ad essere normale, prima che il corpo riallarghi il foro d’uscita alle condizioni originarie (per il principio evolutivo di “prudenza” sopra accennato) passerà del tempo. Ed in quel tempo il corpo riacquisterà – grammo dopo grammo – ogni molecola di peso faticosamente perduta, con grave frustrazione di chi “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere (magari per mesi interi) si è sottoposto ad enormi sacrifici. Quel che è peggio, con gravi rischi per la salute dovuti al continuo oscillare del peso, oggi correlato con il rischio cardiovascolare ancora più della semplice obesità. Se quindi è vero che il dimagrimento avviene solo quando la quantità di calorie assunta è inferiore a quella consumata, è anche altrettanto vero che è possibile lavorare assecondando le naturali tendenze del corpo, piuttosto che contrastarle, per ottenere lo stesso risultato. E’ questa la strada scelta da dietaGIFT. L’intero organismo risponde invece al calo calorico con tutti gli strumenti che ha a disposizione per sopravvivere, e paradossalmente si ritrova privo di massa muscolare, in pessime condizioni generali di salute, e con molta massa grassa in più del momento di inizio della dieta. In conclusione: per prepararci a vivere anni meravigliosi quando di anni non ne abbiamo più 18, il modo migliore è quello di innalzare il nostro metabolismo con metodi naturali, per ripristinare le funzioni biologiche fondamentali in grado di darci energia, vitalità, voglia di vivere. E se non ci mancherà il sorriso, avremo davvero fatto centro. Dr. Luca Speciani c/o SMA (Centri Medici Associati) via Ariosto 28 - Milano Tel 02 48008454 E-mail: [email protected] ; [email protected] Siti internet: www.eurosalus.com; www.dietagift.it; www.lucaspeciani.it “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Convegno 22 febbraio 2008 “Si può prevenire e curare la malattia e rallentare il processo di invecchiamento cellulare?” Prof. Marco Baldoni Laurea in Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Milano, specializzazione in Odontostomatologia e specializzazione in Ortognatodonzia. Nel 1999 viene chiamato a fondare e dirigere la Clinica Odontoiatrica dell’Università di Milano-Bicocca (H.S. Gerardo Monza). Dal 2001 ad oggi è Presidente del Consiglio di Coordinamento di: a) Corso di Laurea in Igiene Dentale b) Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria • Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Odontostomatologica • Coordinatore del Dottorato di ricerca in Parodontologia Sperimentale • Direttore dell’U.O. di Odontostomatologia (Azienda Ospedaliera San Gerardo di Monza) • Consulente di Scienze Odontoiatriche presso la “Fondazione Don Gnocchi” di Milano e Ferb (Bergamo) • Direttore del Dipartimento di neuroscienze e Tecnologie Biomediche Il Prof. Baldoni ha inizialmente svolto attività di ricerca relativa all’epidemiologia microbiologica della malattia parodontale. Nei primi anni dell’attività Universitaria (1982-1986) il suo interesse scientifico si è rivolto alle problematiche preventodontiche in età pediatrica, alla pedodonzia e all’ortognatodonzia. Dal 1987 ad oggi si occupa di ricerca, didattica e assistenza in Chirurgia Orale (dalla Parodontologia all’Osteintegrazione di base e avanzata) con particolare attenzione alla popolazione adulto-geriatrica. Il Prof. Baldoni è autore di ben 20 monografie e più di 200 pubblicazioni in campo nazionale ed internazionale. Diagnosi e terapie del difetto osseo orale: nuova frontiera mediante l’utilizzo di cellule staminali Il miglioramento della qualità di vita che ha seguito l’evoluzione della società moderna e il progresso delle conoscenze mediche e tecnologiche, hanno influito in modo significativamente positivo sull’aspettativa di vita della popolazione geriatrica. E’ ormai accertato che la vita media dell’uomo si stia progressivamente allungando e che tale fatto, unito al sempre minor indice di mortalità, influirà sempre più sull’assetto demografico delle popolazioni future. Queste variazioni demografiche non possono essere considerate come delle pure variazioni numeriche e sicuramente l’aumento della popolazione geriatrica impone delle considerazioni più profonde. Colui che raggiunge l’età della “pensione”, non si accontenta più di vivere gli anni che restano ma pretende di svolgere un ruolo attivo a livello sociale riorganizzando la propria vita di relazione. La Medicina ha necessariamente dovuto rispondere al crescere delle esigenze di questa fascia di popolazione convertendo l’approccio alle problematiche geriatriche da “quantitativo”a “qualitativo”. Anche in odontoiatria si è sentita l’esigenza di affrontare la tematica geriatrica in modo sempre più specialistico nell’intenzione di offrire delle soluzioni terapeutiche di alto livello qualitativo in particolare nell’ambito della prevenzione e cura della malattia parodontale. “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere La malattia parodontale è una patologia che può essere definita malattia sociale dell’età avanzata, in quanto mostra un’elevata incidenza in questa fascia di popolazione, comporta un certo grado di invalidità funzionale e presenta costi sociali ed economici importanti. Essa è determinata da un fenomeno infiammatorio acuto o cronico dei tessuti di sostegno del dente ed è la causa principale della perdita degli elementi dentari e quindi dell’edentulismo. Quest’ultimo comporta conseguenze al cavo orale di natura funzionale ed estetica, la cui cura richiede un approccio multidisciplinare: 1. Approccio preventodontico La prevenzione della Malattia Parodontale, riveste una fondamentale importanza nell’economia di un apparato masticatorio destinato a mantenere una corretta funzionalità per sempre più anni. Nell’anziano, come nel bambino e nell'adulto, il campo della prevenzione coinvolge differenti aspetti: grande importanza hanno le istruzioni fornite al paziente in tema di igiene orale. Nel paziente geriatrico la prevenzione della malattia parodontale richiede protocolli di igiene più scrupolosi con una maggiore attenzione di quelli applicati alla popolazione adulta. 2. Applicazione di tecniche d’ingegneria tissutale per la rigenerazione L’ingegneria tissutale è una tecnica emergente rivolta allo sviluppo di metodiche per la sintesi di nuovi tessuti in sostituzione di quelli danneggiati a causa della malattia parodontale, e grazie alle sue potenzialità si profila come una possibile risposta terapeutica a numerose patologie. 3. Utilizzo di tecniche chirurgiche proteiche innovative per il miglioramento della funzionalità orale Contemporaneamente, l’applicarsi di tecniche di chirurgia parodontale e osteointegrative sempre più precise e sicure consente di riabilitare correttamente, dal punto di vista funzionale ed estetico, la cavità orale di soggetti odontoiatricamente compromessi mantenendo uno standard ottimale dei risultati. Nel corso dei prossimi decenni, l’analisi dei dati epidemiologici permette di ritenere che i soggetti anziani avranno richieste estetiche e funzionali sempre maggiori, alle quali lo specialista deve fare fronte nel miglior modo possibile, attraverso una progressiva padronanza delle metodologie preventive e terapeutiche. “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Lo sviluppo delle potenzialità terapeutiche nel soggetto in età geriatrica coincide con il cambiamento favorevole della prognosi di condizioni orali complicate, conducendo ad un deciso miglioramento della funzione del cavo orale del soggetto anziano e, quindi, della sua qualità di vita. Prof. Marco Baldoni Professore Ordinario Clinica Odontoiatrica dell’Università di Milano-Bicocca (H.S. Gerardo Monza) Tel. 039 2332301 E-mail: [email protected] “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Convegno 22 febbraio 2008 “Si può prevenire e curare la malattia e rallentare il processo di invecchiamento cellulare?” Sergio Chiesa Esperto di nutrizione e in particolare del Metodo Kousmine, membro del Consiglio Internazionale della “Fondation Dr Catherine Kousmine”. Autore dei libri: “La dieta del Metodo Kousmine”, edizione Tecniche Nuove, Milano e “Vivere in positivo”, edizione Lampi di Stampa, Milano. Presidente dell’Associazione “Cibo è Salute” L’equilibrio degli oli polinsaturi per l’integrità cellulare L’integrità della membrana cellulare è essenziale per la vita della cellula. Questa integrità dipende fondamentalmente dall’equilibrio tra i lipidi che la costituiscono: omega 9, omega 6 e omega 3. Ogni disequilibrio compromette la funzionalità della membrana e quindi la vita stessa delle cellule. Oggi è possibile analizzare con precisione scientifica la qualità e la quantità dei lipidi di membrana e intervenire, correggendo l’alimentazione, per ristabilire la salute dell’organismo. Si confermano così le intuizioni della dott. Kousmine e le sue indicazioni alimentari. Dott. Sergio Chiesa Esperto di nutrizione e in particolare del Metodo Kousmine Tel. 0321 833503 E-mail: [email protected] Sito internet: www.kousmine.eu “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Convegno 22 febbraio 2008 “Si può prevenire e curare la malattia e rallentare il processo di invecchiamento cellulare?” Dott.ssa Gigliola Braga Biologa, nutrizionista, si occupa delle problematiche legate agli alimenti, alla formazione e all’informazione nutrizionale presso società private, enti pubblici e con corsi collettivi e incontri individuali in varie città. Ha scritto tre libri per la Sperling e Kupfer: “La Zona italiana”,“Più belle con la Zona”e “Il grande libro della Zona Italiana” che sono diventati tre best-seller di vendite. Scrive articoli per giornali e riviste ed è chiamata per convegni e conferenze in tutta Italia. Partecipa a trasmissioni televisive come Domenica In e Porta a Porta. Segue numerosi atleti di vertice in varie discipline a livello nazionale e internazionale e collabora con diverse società sportive per applicare una nuova alimentazione ai loro atleti. E’ consulente nutrizionale della Juventus. L’alimentazione anti-invecchiamento L’invecchiamento è un complesso fenomeno progressivo che tutti vorremmo rallentare. Esiste una strategia dietetica capace di influenzare gli effetti del tempo che passa? Per scoprirlo, bisogna innanzitutto valutare i parametri classici dell’invecchiamento che sono: gli eccessi di glucosio, di insulina, di cortisolo e di radicali liberi. Contemporaneamente con l’età aumentano l’insulino-resistenza, la pressione sistolica, la massa grassa, i lipidi che circolano nel sangue e diminuiscono la tolleranza al glucosio, la massa magra e la forza; il sistema immunitario diventa meno efficiente e aumenta la resistenza aerobica, rendendo più debole un organismo. Se si analizza l’alimentazione unicamente sotto l’aspetto calorico, non c’è modo di influenzare significativamente gli indici biologici dell’invecchiamento, anche se siamo tutti d’accordo nel ritenere che un modo sicuro per ritardarlo consiste nel mangiare poco, cioè nel limitare le calorie. Tuttavia ciò si scontra con la possibilità di dovere costantemente fare i conti con la fame e con il rischio di indurre inedia e denutrizione se l’organismo non ha a disposizione quanto gli serve. Esiste invece un altro modo per valutare l’alimentazione. Si tratta di una nuova strategia dietetica che analizza l’influenza del cibo sugli ormoni, i quali non sono solo i maggiormente indagati come quelli sessuali o della tiroide, ma sono dei messaggeri chimici che intervengono in moltissime funzioni fisiologiche. Possono condizionare favorevolmente gli indici biologici dell’invecchiamento, il quale può essere visto come la perdita da parte degli ormoni della capacità di comunicare e di interagire correttamente. Un giusto equilibrio, invece, rallenta l’invecchiamento. Il cibo può alterare le risposte ormonali e quindi rappresenta un potentissimo strumento anti-età, se usato sapientemente, in modo da interferire favorevolmente e direttamente sui parametri biologi d’invecchiamento. “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Con questa nuova strategia alimentare si possono sfruttare i benefici della restrizione calorica senza soffrire la fame e si dà all’organismo tutto quanto gli serve. Inoltre si riesce a influire sull’efficienza sia fisica, sia mentale che, come si sa, è un empirico, ma serio indicatore biologico dell’età. In questo modo, non si vive solo più a lungo, ma anche in salute. Dott.ssa Gigliola Braga Biologa nutrizionista E-mail: [email protected] “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere Convegno 22 febbraio 2008 “Si può prevenire e curare la malattia e rallentare il processo di invecchiamento cellulare?” Prof. Luciano Pecchiai Medico dal 1947. Libero docente in Anatomia Patologica. Ricercatore del C.N.R. negli anni ’50. Primario patologo presso l’Ospedale dei Bambini “Vittore Buzzi” di Milano dal 1959 (con qualifica di emerito dal 1993). Ha istituito presso l’Ospedale stesso, nel 1960, il “Centro di Eubiotica Umana”, proponendo un progetto di vita e di alimentazione in sintonia con la natura, secondo la nostra scienza e tradizione. Invecchiamento cellulare e integrità delle cellule matrici staminali, fondamento della salute Il tema di questo Convegno ipotizza chiaramente una correlazione tra invecchiamento cellulare e insorgenza della malattia. È quindi importante capire i fondamenti dell’invecchiamento cellulare e di conseguenza le cause, tenendo presente l’interrogativo di sempre. È possibile restare giovani sia nel corpo, che nella mente? La risposta è positiva. Le cellule dei vari tessuti hanno la capacità di rinnovarsi, nell’ambito del loro accrescimento numerico. Ciò avviene attraverso due processi. Innanzitutto la divisione mitotica, con la quale, da una cellula adulta derivano due cellule uguali, della stessa età di quella che ha attuato la mitosi. Oltre a questo processo, che caratterizza gli organismi pluricellulari (metazoi), esiste anche un altro processo, cioè la moltiplicazione amitotica, che caratterizza l’accrescimento numerico degli organismi monocellulari, come i protozoi e le alghe monocellulari, oltre ai microrganismi (batteri, miceti). Da modalità più comune è la sporulazione. Ma la moltiplicazione cellulare amitotica è presente anche nei metazoi, in particolari situazioni, ma innanzitutto nei processi di differenziazione dei tessuti, ad opera delle cellule staminali. Ho approfondito questa modalità di proliferazione cellulare fin dagli anni ’60 (“Contributo alla conoscenza morfologica e istochimica dei processi di moltiplicazione, accrescimento e differenziazione cellulare” “Rivista di istochimica normale e patologica” – Ottobre 1961 – Vol. 7°, fasc. V°, pg. 315-356”). Per capire la modalità di questo processo di moltiplicazione e differenziazione cellulare, può essere fatto l’esempio dell’epitelio pavimentoso dell’epidermide embrionale, nel cui contesto, durante lo sviluppo, si formano gli abbozzi delle ghiandole sebacee e sudoripare. È evidente che questa differenziazione, da ricondurre alle cellule staminali (che nel 1961 ho denominato “matrici”), non può naturalmente essere ricondotta a un processo di divisione mitotica, perchè dalla mitosi di cellule staminali si potrà avere sicuramente un aumento del numero di cellule staminali, ma non la comparsa di cellule differenziate. In verità il processo è un po’ più complesso, “Chiacchiere consapevoli” di cultura, scienza, alimentazione e benessere perchè la cellula staminale, attuando una funzione matrice, genera attraverso una moltiplicazione un numero, anche elevato, di cellule figlie differenziate. A livello cellulare avviene quindi un evento analogo a quello che caratterizza il macrorganismo. La madre infatti genera nuovi organismi, ma non si trasforma in un nuovo organismo. E, così come per il macrorganismo, anche le nuove cellule differenziate subiscono tutto un processo di maturazione: cellule embrionali, fetali, giovani, adulte, invecchiate. Una volta attuato il processo di differenziazione, le cellule adulte possono aumentare numericamente attraverso un processo di divisione mitotica, che genera cellule tutte uguali tra loro. Lo stesso può avvenire anche per le cellule staminali, la cui presenza numerica esprime la giovinezza di ogni organo, mentre la loro carenza e quindi una prevalenza di cellule “vecchie”, sarà espressione di invecchiamento. A questo punto è facilmente comprensibile, che quanto più le cellule di un organo sono vecchie, tanto più sarà deficitario il trofismo e l’attività funzionale di quell’organo e quindi anche la sua capacità di difendersi dagli agenti patogeni endogeni e ambientali, così da esserne pregiudicata l’omeostasi e la salute. Di conseguenza insorgerà più facilmente la malattia, indotta dai vari fattori patogeni. La medicina naturale eubiotica attuando innanzitutto un’alimentazione a base di alimenti ricchi in fattori vitali probiotici e fattori di crescita è in grado di attivare la vitalità delle cellule e in particolare delle cellule staminali, fondamento della giovanilità. Da un punto di vista pratico il risultato sarà, oltre che un maggior benessere psico-fisico, anche una maggiore resistenza alla patologia ambientale, con particolare riguardo a quella opportunista sub-patogena, particolarmente quella virale. Questo, attraverso un aumento delle proprie difese. Prof. Luciano Pecchiai “Centro di Eubiotica Umana” V.le Nazario Sauro 11 – 20124 Milano Tel. 02 680732