- ISIS Pitagora
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A Arrccoobbaalleen noo Giornalino scolastico 3° numero MAGGIO 2012 ..”Somewhere over the rainbow Way up high And the dreams that you dreamed of Once in a lullaby ii ii iii………………………” Questa è la traduzione del testo da cui abbiamo tratto il titolo del nostro giornalino: ..”Da qualche parte sopra l'arcobaleno proprio lassù, ci sono i sogni che hai fatto una volta durante la ninna nanna da qualche parte sopra l'arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che hai fatto, i sogni diventano davvero realtà un giorno esprimerò un desiderio su una stella cadente mi sveglierò quando le nuvole saranno lontane dietro di me dove i problemi si fondono come gocce di limone lassù in alto, sulle cime dei camini è proprio lì che mi troverai da qualche parte sopra l'arcobaleno volano uccelli blu e i sogni che hai osato fare, oh perchè, perchè non posso io? Beh vedo gli alberi del prato e anche le rose rosse le guarderò mentre fioriscono per me e per te e penso tra me e me 'che mondo meraviglioso!' Beh vedo cieli blu e nuvole bianche e la luminosità del giorno mi piace il buio e penso tra me e me 'che mondo meraviglioso!' I colori dell'arcobaleno così belli nel cielo sono anche sui visi delle persone che passano vedo degli amici che salutano dicono 'come stai?' in realtà stanno dicendo 'ti voglio bene’ ascolto i pianti dei bambini e li vedo crescere impareranno molto di più di quello che sapremo e penso tra me e me 'che mondo meraviglioso!' Un giorno esprimerò un desiderio su una stella cadente mi sveglierò quando le nuvole saranno lontane dietro di me dove i problemi si fondono come gocce di limone lassù in alto, sulle cime dei camini è proprio lì che mi troverai da qualche parte sopra l'arcobaleno ci sono i sogni che hai osato fare, oh perchè, perchè non posso io?”.. (Somewhere over the raimbow) Perché è proprio questo quello che esprime l’arcobaleno: serenità, pace, armonia.. un insieme di colori uniti tra loro formano uno spettacolo unico. (Mullaj Jessika) In questo articolo tratteremo i seguenti colori: ARANCIONE AZZURRO Il colore dello spettro della luce situato fra il verde e l 'indaco;simboleggia la comunicazione attraverso la creatività. Colore emblema della lealtà e dell’idealismo, trasmette senso di pacatezza aiutando la meditazione e l’estroversione. Inoltre stimola il sonno e favorisce i rapporti di diplomazia. Associato al quinto Chackra il colore azzurro tende, inoltre, a favorire l’abbassamento della pressione arteriosa Il colore arancione è simbolo di armonia interiore, di creatività artistica, di fiducia in se stessi e negli altri. Nello spettro luminoso si colloca tra il colore rosso e il colore giallo ed è abbinato al secondo Chackra. L’arancione inoltre simboleggia la comprensione, la saggezza, l’equilibrio e l’ambizione. Questo colore, spesso associato alla salute del nostro corpo, agisce sulla nostra vitalità e su tutto ciò che concerne l’assorbimento di ciò che si mangia. Libera inoltre da sintomi depressivi aumentando la capacità di reagire alle avversità della vita in modo repentino ed efficace. (Mullaj Jessika) In caso vogliate regalare un fiore a una persona a voi cara, ecco qui lo spunto su casa prendergli.. .. … perché ogni singolo fiore ha il suo significato: Agrifoglio: forza e resistenza. Ambrosia: amore corrisposto. Anemone: per la sua caducità simboleggia i sentimenti effimeri, il senso di abbandono e l'amore tradito, ma anche la speranza e l'attesa. Da regalare per dire: mi trascuri, torna da me. Non solo ad un amore ma anche ad un amico e un parente. Azalea: simbolo cinese della femminilità e della temperanza, simboleggia anche la fortuna, un fiore da regalare prima di affrontare una prova importante Begonia: fai attenzione. Balsamina: fidanzamento. Da donare come se fosse un invito a sciogliere i dubbi. Biancospino: speranza, e prudenza. Si può regalare in attesa di una risposta positiva. Bucaneve: consolazione. Da donare per attestare la propria solidarietà. Calendula: dispiacere, gelosia, pena d'amore. Camelia rossa: sei la fiamma nel mio cuore. Camelia bianca: sei adorabile. Ciclamino: rassegnazione e addio. Crisantemo: dolore. Felce: sincerità Fiordaliso: delicatezza e primo amore Fiori d'arancio: verginità, fecondità, purezza e per i più coraggiosi richiesta di matrimonio. Fiori di ciliegio: buona educazione Fiori di pesco: amore immortale. Gardenia: sincerità. Se qualcuno pensa che abbiate mentito questo è il fiore giusto per dire la vostra. Garofano bianco: fedeltà. E' il simbolo di un amore reciproco. Donatelo per dirle che è unica. Garofano rosso: rabbia, risentimento, ma anche energia. Gelsomino bianco: amabilità, affetto, è il fiore della timidezza da usare quando ci si vuole esporre ma non troppo. Gelsomino giallo: gentilezza, candore, eleganza e nobiltà. Giacinto blu: costanza. Giacinto porpora: perdonami. Giacinto rosso o rosa: gioco. Giacinto giallo: gelosia. Giglio: purezza. Una leggenda narra che Maria abbia scelto Giuseppe tra tanti perché lo vide con un giglio in mano. Nel significato dei fiori oltre che rappresentare la purezza e la castità, significato che ancora permane, il giglio oggi simboleggia la nobiltà e la fierezza d'animo. E' il fiore ideale da regalare ad una donna fiera, onesta e di classe, per dirle che la consideriamo una regina. Giglio rosa: vanità. Girasole: amore adorante, amore infelice. Iris: simboleggia la fede e la speranza ma anche la voglia di mandare un messaggio. Per comunicare che ci sono novità o buone notizie per fare gli auguri per chi sta per intraprendere qualcosa d'importante. Iris giallo: ardo di passione per te. Lauro: gloria, trionfo, afrodisiaco. Lavanda: buona fortuna, o diffidenza e distacco. Lillà bianco: purezza e verginità. Lillà giallo: sono fra le nuvole. Lillà tigre:orgoglio. Lillà della valle: tenerezza, umiltà. Margherita: semplicità, innocenza, spontaneità, bontà, freschezza e purezza. Mimosa: innocenza, libertà, autonomia. Narciso:egotismo Nontiscordardime: amore eterno e fedeltà perpetua. Orchidea: sensualità, passione. Il fiore da regalare quando siete proprio sicuri che la vostra passione sia corrisposta. Nel linguaggio dei fiori l'orchidea significa "grazie per esserti concessa!" Palma: vittoria. DEDICATO AL NOSTRO DIRIGENTE SCOLASTICO LA RABATANA ( 'A RAVATÈNE') La Rabatana (da 'Rabhàdi', borgo), è situata nel punto più alto del paese ed è letteralmente circondata per ogni lato da profondi e inaccessibili burroni che costituiscono il fantastico Papavero rosa: serenità, vivacità. Papavero rosso: orgoglio. Primula: giovinezza, primo amore, speranza di rinnovamento Rododendro: primo amore Rosa: la rosa meriterebbe un dizionario a parte. Ogni colore porta con sè un messaggio diverso. Importante però è conoscere il significato che le accomuna tutte. La rosa è il simbolo del segreto , delle cose da rivelare con delicatezza. La rosa il cui bocciolo è ben nascosto dai petali incarna anche la castità femminile mentre la rosa sbocciata rappresenta bellezza della gioventù. Rosa bianca: silenzio. Rosa canina: delicatezza e piacere ma anche sofferenza e dolore. Rosa gialla: gelosia. Rosa rosa: tenerezza. Rosa rossa: passione, vero amore. Tulipano: non tutti lo sanno ma il fiore che rappresenta il vero amore è il tulipano, il fiore perfetto per una dichiarazione d'amore in piena regola. La leggenda popolare racconta che il fiore sia nato dal sangue di un giovane suicidatosi per amore. Perfetto per dire che amate e amerete per sempre. Tulipano rosso: dichiarazione d'amore. Tulipano giallo: c'è il sole nel tuo sorriso. Tulipano violetto: modestia. Viola del pensiero: pensiero intenso e romantico, è adatta per essere donata agli anniversari. Violetta: umiltà e modestia. (Mullaj Jessika) mondo delle 'Jaramme' di Albino Pierro. Situata a 305 m/slm, domina il suggestivo paesaggio ionico della valle dell'Agri e del Sinni. Il rione è stato il primo nucleo abitativo di Tursi. Per la sua posizione dominante e distac cata dal resto del paese, ha saputo conservare il dialetto e i costumi più genuini del popolo di Tursi. Fino a pochi decenni è stato un centro vitale molto popolato e importante, custode di tradizioni e propulsore di cultura. Rappresenta la memoria Storica di Tursi, le radici di ogni Tursitano. Anticamente l'accesso era regolato dal portone di una torre situata presso il ponte denominato 'ponte della Rabatana', da una porta sistemata presso il piccicarello e da una porta situata presso il Castello. Oggi il nucleo primitivo sotto il castello è disabitato; la parte più recente, accessibile con gli automezzi, è invece abitata da tenaci cittadini che lì hanno la casa, i terreni, i ricordi. Le origini della Rabatana risalgono alla costruzione del castello da parte dei Visigoti di Alarico nel V sec.d.c. I Goti infatti, dopo aver semidistrutto Anglona, si ritirarono nella zona alta di Tursi costruendo prima un castello e poi un villaggio ove si rifugiarono anche i profughi di Anglona. Fu abitata in seguito da arabi Saraceni, che hanno dato il nome al villaggio. La Rabatana è collegata al resto del paese tramite una strada denominata in dialetto 'petrizze', che spicca dal punto più alto del rione S. Michele verso l'estremo pizzo (piccicarello) della Rabatana, elevandosi imponente fra i burroni del fosso S.Francesco e i burroni del fosso Cattedrale. In dialetto Tursitano si dice 'petrizze' pronunciando la parola con la 'e' muta. La 'Petrizza' è un'ampia e ripida strada ricoperta da un selciato di pietre che si estende sui burroni per oltre 200 metri di lunghezza. Poggia su un costone di timpa e all'origine era un selciato a gradini interamente costruito in pietre calcare non squadrate, di varie dimensioni, incastrate fra loro spesso senza frapposizione di malta. Ai lati si alzavano robusti muretti di protezione, di pietre, finiti in superficie da un piano di mattoni d'argilla murati a coltello. I gradini erano molto larghi e bassi, tali da poter consentire agevolmente il camminamento a persone e animali. Oggi la 'petrizze' rimodernata non genera più le emozioni di una volta. Le balze che circondano la Rabatana creano effetti suggestivi e misteriosi:salendo la 'petrizza' si ha la sensazione che i burroni ruotino paurosamente intorno e che la Rabatana si avvicini quasi a venirci addosso. Scendendo si ha la sensazione di precipitare nei profondi dirupi. La sua posizione ci consente di godere il paesaggio delle campagne limitrofe ed in lontananza i colori dei paesi circostanti, il mare e i monti del massiccio del Pollino. Carlo Doria, nipote di Andrea Doria, signore di Tursi, nel 1600 la fece costruire a sue spese in sostituzione di un viottolo molto pericoloso. La Petrizza, per volere di Carlo Doria, fu costruita con lo stesso numero di gradini di un suo Palazzo a Genova che in seguito denominò 'Palazzo Tursi'. Il Palazzo, adibito a municipio della Città di Genova, conserva ancora oggi, questa denominazione. In Rabatana si possono percorrere le strette stradelle dei ruderi del nucleo primordiale e visitare quel che resta delle umili abitazioni, spesso di un solo vano a pianterreno, ove la gente vi dimorava con gli animali domestici: cane, gatto, asino, maiale, galline. Le case, i vicoli, i palazzi, denotano un'architettura semplice, povera, con appena qualche cenno di barocco nei palazzi signorili di cui si possono ammirare le strutture. La Rabatana è argomento di seminari e progetti di ripristino. Nella parte abitata, si interviene per migliorare i servizi, pur sempre carenti, e la viabilità molto difficile. Nella parte più antica è stato restaurata un'intera casa nobiliare e ristrutturata a centro di accoglienza con albergo e ristorante da parte della società 'Quadrifoglio' dei fratelli Popia. Il complesso è in fase di ultimazione. É continua meta di turisti e visitatori, locali, italiani e stranieri soprattutto per merito di Albino Pierro che ha saputo trovare nella Rabatana la fonte ispiratrice di tutta la sua poesia fatta di ricordi della fanciullezza, immagini, evocazioni di momenti irripetibili. Il mondo di Pierro e la Rabatana sono noti a tutto il mondo. Il poeta è nato in una piccola casa della Rabatana da Salvatore Pierro e Margherita Ottomano, maestra elementare presso la scuola del rione. E proprio nel suo amato rione ha saputo trovare l'ispirazione di tutta la sua poesia. L'antico rione Rabatana, luogo compreso e separato dal paese, disposto sull'altura di una zona caratterizzata da jaramme e fossi arsi dal sole. La notte il vento vi s'intrufola generando strani rumori, sinistre voci che risvegliano le civette. L'autore ripensa e rivive quei luoghi, rivede i "Ravetanèse" vivere nella miseria, in promiscuità con la loro scarsa ricchezza "Ciucce e Purcèlle" ( asini e porcelli), ma sono anche capaci di divertirsi al suono di chitarre e mandolini. 'A RAVATÈNE (in dialetto Tursitano) Cchi ci arrivè a la Ravatène si nghiànete 'a pitrizze ca pàrete na schèhe appuntillète a na timpa sciullète. Quanne u tempe è sincire nturne nturne a terre de jaramme ci ampiite a lu souue cumme u specchie e quanne se fè notte c'è nu fruscie de vente ca s'ammuccete ndi fosse e rivigghiite u cucche e ci fè nasce nu mère d'èrve. Pòure cristiène! Ci durmine cch'i ciucce e cch'i purcèlle nda chille chèse nivre com'i fòrchie; e pure mé lle chiàmene 'biduine' cc' amore ca su triste e fèn'a sgrògnue a piscunète e a lème di curtèlle. C'è aria fine, alledàvete, quanne vènete 'a 'stète; e nun mpòrte si po' ci fèn' 'a fére e chiàmene u taùte i cuccu-uèlle: l'avères' 'a viré chille ca fène i Ravitanése quanne c'è na zite; vi ndippèrese i ricchie cchi nun sènte catarre manduline e colp-scure, scamizze di uagnune e d'urgarìètte e battarie e trone di tammure. Ma ié le vògghie bbéne 'a Ravatène cc' amore ca c'è morta mamma méje: le purtàrene ianca supr' 'a sègge cchi mmè nd'i fasce com'a na Maronne cc'u Bambinèlle mbrazze. Chi le sàpete u tempe ch'è passète... e nun tòrnete ancore a lu pahàzze. (Albino Pierro, da Metaponto) 'A Ravatène è la poesia più significatica, più letta e più conosciuta di tutta la produzione di Pierro. Racchiude perfettamente tutti i motivi pierriani: il paese, il ricordo, il passato, la madre, la fanciullezza. Le foto sono di Nicola Crispino. Dall'alto verso destra, la petrizza, affreschi della chiesa, archi del piccicarello, la chiesa, casa con scala, casa arcata, le iaramme, il presepe, palazzo nobiliare, sarcofago De Giogiis della famiglia Doria. LA RABATANA (traduzione in italiano) Per arrivarci alla Rabatana si sale la pitrizze che sembra una scala addossata a una timpa in rovina. Quando il tempo è limpido, intorno intorno la terra dei burroni ci lampeggia al sole come lo specchio, e quando si fa notte c'è un fruscìo di vento che si nasconde nei fossi e sveglia il cuculo e ci fa nascere un mare d'erba. Poveri cristiani! Ci dormivano con gli asini e coi maialetti in quelle case nere come le tane; e anche ora li chiamano `beduini' perché sono violenti e fanno a pugni a sassate e a lame di coltello. C'è aria fina, lassù, quando viene l'estate; e non importa se poi ci fanno la fiera e chiamano la bara le civette: dovresti vederlo quello che fanno i Rabatanèsi quando c'è una sposa; vi otturereste le orecchie per non sentire chitarre mandolini e mortaretti schiamazzo di ragazzi e di organetti e batterie e tuoni di tamburo. Ma io voglio bene alla Rabatana perché c'è morta la mamma mia: la portarono bianca sopra la sedia con me nelle fasce come una Madonna col Bambinello in braccio. Chi lo sa il tempo che è passato... e non ritorna ancora al palazzo. (Mullaj Jessika) IA PIA Il mondo ha bisogno di pace… Quando studiamo la storia,scopriamo che gli uomini hanno spesso fatto ricorso alla violenza per risolvere i loro contrasti. La guerra spinge gli stati e i popoli a usare la violenza per ottenere i loro scopi. Nel secolo che ci precede, sono stati combattuti due terribili conflitti: La prima(1914-1918) e la Seconda guerra Mondiale(1939-1945). Da allora non sono più state combattute delle “guerre mondiale”, ma il mondo non ha mai avuto una pace completa. Infatti, decine di conflitti locali( tra due o all’interno di uno stesso stato,la cosiddetta guerra civile),per lo più conflitti interni e lotte tra governi e movimenti armati che vi si oppongono. Purtroppo la guerra oggi ha assunto anche un altro volto:la guerra del terrorismo…che mite vittime tra la gente comune per creare un clima di paura. La comunità internazionale interviene per favorire trattative di pace a sostegno delle popolazioni innocenti. Al termine della seconda guerra mondiale nacque l’ONU(Organizzazione Nazioni Unite) che unisce quasi tutti i paesi del mondo. Quest’organizzazione è stata creata per salvare le generazioni future del flagello della guerra. Nel 1948 ha approvato la DICHUIARAZIONE DEI DIRITTI FONDAMENTALI DELL’UOMO e a essa s’spira per la sua opera di dialogo e di pace in tutto il mondo. L ONU riunisce tutti quei paesi che rifiutano la violenza per risolvere i rapporti tra di loro e per far rispettare questo principio essa ha la possibilità di intervenire con le proprie truppe per garantire la sicurezza alle popolazioni in guerra. A favore dell’ONU intervengono alcune agenzie quali: 1. LA FAO (organizzazione nazione unite) 2. L’UNICEF( fondo internazionale di emergenza per i bambini) 3. L’UNHCR(alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati) Mentre l’ONU è un’associazione tra i governi degli Stati, le altre associazioni agiscono a favore dei diritti di tutti,animate dalla buona volontà dei cittadini: 1. La croce rossa,nata nel 1864,che opera a favore di tutte le vittime dei conflitti armati 2. Medici senza frontiera,nata nel 1971,un’associazione tra i medici e operatori sanitari di ogni parte del mondo 3. Amnesty International,che interviene a difesa dei diritti umani ovunque nel mondo e combatte contro la tortura,la pena di morte,lo sfruttamento ecc.. Mentre nel mondo molte organizzazioni s’impegnano per la pace,ciascuno di noi può fare molto per creare un mondo giusto…infatti,se ci riflettiamo,di occasioni per diventare “volontari” c’è ne sono molte. D’ALESSANDRO DONATELLA L’ADOLESCENZA … Al termine dell’età dell’infanzia,intorno ai 10 anni,comincia per ciascuno di noi un periodo di cambiamenti e di profonde trasformazioni. Questa fase della nostra vita viene chiamata ADOLESCENZA e si prolunga fino ai 18 anni circa … E’ un età ricca di cambiamenti e nuovi interessi, ma è anche un’età nella quale si provano nuove incertezze e nuovi timori. Ogni adolescente ha bisogno di sentirsi parte di un gruppo di suoi coetanei. Con gli amici ci si sente a proprio agio:possiamo divertirci,esprimerci e confidarci… e se abbiamo la fortuna di avere vicino amici sinceri,l’attenzione positiva degli altri verso noi, aumenta la fiducia in noi stessi…Recenti indagini su ciò che i ragazzi e le ragazze italiane tra i 15-24 anni considerano le cose più importanti della vita: 1. una buona relazione con la famiglia 85% 2. il rapporto con gli amici 75% 3. divertimenti nel tempo libero 52% 4. lo studio 34% 5. lo sport 33% 6. l’impiego sociale 18% 7. impiego politico 4 % Le buone qualità delle nostre relazioni è per noi la qualità della nostra vita,anche se spesso pur di farsi accettare l’adolescente cerca di somigliare agli altri sotto ogni aspetto… insomma il contatto con gli altri può farci stare bene ma può anche essere motivo per non sentirsi soddisfatti di se stessi … Gli altri, infatti possono capirci e confermare l’immagine positiva che abbiamo di noi stessi,ma altre volte non ci capiscono e non apprezzano il nostro modo di fare. Io penso che star bene con se stessi non significa essere il massimo, cioè identificarci come i personaggi più ammirati,ma bisogna soltanto imparare ad accettarsi così come si è …. D’ALESSANDRO DONATELLA LA GLOBALIZZAZIONE Viviamo in un mondo in cui l'econo mia agisce a livello planetari o. La chiamano globalizzazione. Se si tratti di un fenomeno nuovo e quali siano le sue precise caratteristiche, restano questioni aperte. Di fatto, le economie mondiali sembrano interconnesse, i mercati borsistici strettamente collegati, le aziende, non solo quelle multinazionali, ma anche le medie e le piccole aziende, sono in grado di dislocare la produzione fuori dai confini nazionali, laddove è più conveniente. Tutto il mondo, almeno i paesi occidentali, ma anche gran parte degli altri paesi sparsi nei cinque continenti, consuma gli stessi prodotti, vede gli stessi film, legge i medesimi romanzi, beve Coca-Cola e pasteggia da Mc-Donald's, sfoglia giornali assemblati tecnicamente e ideologicamente allo stesso modo, si connette alla Grande Rete mondiale, Internet. Tutto è strettamente collegato, per cui si può tranquillamente dire che un battito d'ali di farfalla a New York produce conseguenze concrete e spesso imprevedibili in tutto il mondo. Sì, perché sono gli Stati Uniti la realtà guida, egemone, della globalizzazione. Il modello da imitare universalmente Gli stati nazionali sembrano ormai segnare il passo, realtà obsolete, ferrivecchi inidonei a garantire la libera e veloce circolazione di beni, servizi, idee, fautori di potenziali pericolosi sciovinismi, capaci di minare la pace, quella pace così necessaria all'intero ciclo economico, la pace così cara ai mercanti di ogni tempo. Persino i gloriosi stati europei, ricchi di una forte identità storica, hanno recentemente portato a termine un'unione che non è soltanto economica, bensì politica e amministrativa. Ma la globalizzazione, dunque, è un bene o un male? Rappresenta la promessa di maggiore libertà e benessere per i cittadini di tutto il mondo, o costituisce un pericolo, perché favorisce l'omogeneizzazione culturale, l'omologazione consumista, la fine delle particolarità culturali, dell'identità dei popoli e della ricchezza delle tradizioni locali? I critici della globalizzazione sostengono che si tratta di un concetto inventato dal potere economico, propagandato e venduto come un dentifricio, per contrabbandare un nuovo e più feroce colonialismo, il dominio incontrastato delle multinazionali, l'oppressione "scientifica" dei poveri del mondo e persino delle classi medie della società affluente. Movimenti, non sempre omogenei ideologicamente e culturalmente, sono balzati all'attenzione della cronaca per la violenta contestazione del nuovo ordine mondiale. Alcune città, fra cui Genova, sono state letteralmente messe a ferro e fuoco dalla furia devastatrice dei cosiddetti black-block. Alcuni intellettuali stanno mettendo in dubbio, nei loro libri, l'utilità e i benefici della globalizzazione. L'orribile attacco dell'11 settembre alle Twin Towers è stato letto come un tentativo di dare una spallata alla globalizzazione. Le informazioni di cui dispone il cittadino comune, il fantomatico "uomo della strada", per farsi un'idea attendibile del fenomeno sono caotiche e contraddittorie. E forse non può essere che così. La globalizzazione è ancora un fenomeno troppo nuovo, un'escrescenza dell'attualità, non un fatto storico decantato e ben analizzato, sul quale stilare giudizi e riflessioni attendibili e meditati. La globalizzazione la stiamo vivendo, ma non comprendendo appieno. L'idea che me ne sono fatta io, è che non è tutto oro quello che luce. Il divario fra ricchi e poveri si sta ampliando e questo non è bene. Ampi strati della popolazione, persino nel ricco Occidente, conducono una vita sempre più precaria, alla mercé della variabilità del mercato. In queste condizioni si impedisce però alle persone di sperare, di progettare il futuro, per sé e per i propri figli. L'insicurezza e l'incertezza totale, elevate a sistema di vita possono portare alla disgregazione individuale, familiare, sociale. Non si può pretendere da un individuo che cambi lavoro una decina di volte nell'arco della vita, come qualcuno fanaticamente va ipotizzando. La flessibilità delle persone non è illimitata. E' altresì vero che la pletora di beni e servizi, che ci vengono quotidianamente offerti a prezzi più convenienti è un beneficio e che la globalizzazione rappresenta probabilmente un processo irreversibile di modernizzazione, il compimento di un cammino culturale che ha visto sempre più filosofi e intellettuali pensare in modo "globale", "totale", "universale" (le grandi religioni, in primo luogo quella cristiana, l'illuminismo, il marxismo...). La globalizzazione potrebbe essere, dunque, una categoria insita nel modo di pensare occidentale. Si tratta di trovare correttivi, equilibri. L'economia deve rimanere un mezzo. Il fine è l'uomo. Bisogna evitare assolutamente che una nuova utopia progressiva si trasformi nell'ennesimo inferno sulla terra. Classe V A TCB Rotondella PER UNA SICUREZZA AMBIENTALE… Gli studenti delle classi 3° e 4° dell’istituto Chimico Biologico di Rotondella sono stati coinvolti nel progetto sovvenzionato dalla C.E. sulle problematiche relative all’ambiente e allo sviluppo sostenibile. È un progetto coordinato dalla prof.ssa Grazia Radesca tramite lezioni frontali e, dall’assistente Giovanni Camardo. Questo corso è stato articolato in tredici rientri pomeridiani di tre ore ciascuno; ha avuto inizio in Aprile e terminerà a Giugno. Il progetto, la cui stesura è del professore Dimatteo Giovanni, ha come finalità la conoscenza delle problematiche che riguardano il nostro territorio,soprattutto nel settore ambientale che richiede, appunto, servizi diversificati forniti da personale professionalmente preparato. Anche se la chimica e la biologia sono già materie di indirizzo,con questo progetto abbiamo potuto approfondirle sia nel settore ecologico ma anche dal punto di vista microscopico e macroscopico . Ci siamo resi conto che in Basilicata si avverte l’esigenza di gestire al meglio le risorse energetiche per far si che aumenti l’utilizzo di fonti alternative e di tutelare e rafforzare la qualità di comparti ambientali soggetti a preoccupanti forme di inquinamento,infatti l’oggetto di questo progetto è stato appunto l’inquinamento soprattutto atmosferico. Abbiamo approfondito il concetto di energia chimica sviluppata nei processi di combustione, facendo riferimento ai combustibili fossili e nucleari, alle fonti energetiche non rinnovabili ed altamente responsabili dell’inquinamento atmosferico sottoforma di effetto serra e buco nell’ozono. Il corso ci ha permesso di trattare le modalità di controllo e previsione dell’inquinamento e fonti energetiche SPERIMENTANDO……L’ACQUA! Quest’anno, nell’ Istituto Chimico Biologico di Rotondella,è stato proposto il progetto, “Il laboratorio dell’acqua”. Le classi coinvolte sono state la 3° A O.C.B. e 4° A T.C.B. dal mese di gennaio fino a maggio. Lo scopo di questo progetto è stato quello di consolidare i contenuti dell’argomento sull’acqua, cominciando dalla sua importanza storica, del suo ciclo naturale e dei trattamenti che vengono effettuati quotidianamente per la sua potabilità. Nelle ore pomeridiane ci siamo ritrovati ad analizzare i diversi campioni d’acqua,prelevati da noi stessi alunni sul territorio(acque di pozzo o acque sorgiva) e diversi tipi di acque minerali,partendo da rinnovabili con vantaggi e problematiche attinenti. Molto importante ed interessante è stato occuparsi dei vari processi di fusione e fissione nucleare e dell’inquinamento radioattivo data la presenza dell’ E.N.E.A. Le previste competenze sono state sia in campo ambientale che in quello delle risorse energetiche con l’obiettivo di formare in noi studenti una figura in grado di valutare e rilevare parametri di qualità e sicurezza ambientale connesso all’uso delle diverse risorse energetiche disponibili. Nonostante la fatica per portare avanti i vari impegni, questa è stata un’esperienza unica ed importante perché ci ha dato la possibilità di allargare il nostro bagaglio culturale, che ci aiuterà, così, attraverso molto studio a diventare persone competenti nel campo del lavoro. Franchino Donatella Corsi Daniele classe IV A TCB quelle con un basso residuo fisso(acque oligominerali) a quelle ad alto residuo fisso ( acque minerali). Le analisi sono state svolte sia dal punto di vista microbiologico,con la determinazione della carica microbica totale a 36° C e a 22°C e la determinazione quantitativa di indicatori di inquinamento,ovvero di coliformi totali,ma anche dal punto di vista chimico,con la determinazione del residuo fisso a 180° C ,quella della durezza totale in gradi francesi,la determinazione dell’alcalinità, dell’ammoniaca e infine dei nitriti. I valori che abbiamo ottenuto da queste analisi li abbiamo confrontati con l’etichetta riportata sulla bottiglia dell’acqua in esame ed il valore trovato è stato corrispondente a quello effettivo. Tutto questo lavoro è stato reso possibile,oltre alla nostra partecipazione,anche grazie all’ insegnamento dei nostri professori Dimatteo Giovanni, Negro Rosalba e Zaccone Caterina. Ed è così che questa bellissima esperienza ha alimentato il nostro sapere, incuriosendoci sempre più e facendoci diventare piccoli chimici all’opera per una nuova scoperta. Questa scoperta ci accompagna ogni giorno,perché nella nostra società moderna dei consumi è fondamentale saper riconoscere quel che viene utilizzato attraverso l’etichette e sappiamo anche che non usiamo direttamente i prodotti chimici e biologici, ma essi sono incorporati praticamente in tutti gli oggetti di uso quotidiano. Ecco l’importanza di queste due materie, perché offrono soluzioni in tutti i campi migliorandone la qualità della vita. Tarantino Antonietta Franchino Donatella Battafarano M. Antonietta Internet e giovani Una volta, negli anni sessanta, si parlava di “beatgeneration”, ad indicare una generazione caratterizzata dalla voglia di cambiamento, dal desiderio di vivere “on the road”, al di fuori degli schemi convenzionali borghesi. Oggi invece si usa il temine omofono “bit-generation” per segnalare che i giovani di oggi vivono la dimensione telematica come connaturata alla loro esistenza. Essi imparano da piccoli a giocare ai videogame e ad utilizzare il computer. Poi entrano in internet per fare ricerche, si iscrivono alle chat, che frequentano assiduamente, come i forum, ed imparano a fare siti web e tante altre cose che un adulto magari impara a fatica. Ma questa rivoluzione ha portato un miglioramento o un peggioramento nel modo di vivere? Senz’altro ci sono aspetti negativi e positivi. Talvolta il contatto virtuale sostituisce quello reale, e approfondisce la timidezza o l’introversione del giovane. Le ore (tantissime) passate davanti a televisione, videogame e computer, inoltre, potrebbero inibire lo sviluppo di una capacità critica di giudizio, che progredisce invece con le letture e gli incontri personali. L’utilizzo esagerato di questi mezzi, come se non bastasse, inibisce la capacità di immaginazione: ci troviamo tutto già riprodotto e fissato sullo schermo, senza che ci venga richiesto lo sforzo di immaginare e utilizzare la nostra fantasia e intelligenza. Infine sappiamo che internet è un mezzo anarchico, nato di per sé senza regole poiché nessuno detiene in modo accentrato le chiavi della comunicazione. Questo, se da un lato permette l’espressione di tante idee e notizie, dall’altro rende molto difficile tutelare le leggi e la psicologia di un giovane in crescita. Moltissimi per esempio sono i siti pornografici, le attività che trasgrediscono il diritto di autore, ecc… che proliferano sulla rete, trovando proprio tra i giovani numerosi utenti. Le volgarità, le immagini disgustose, le chat molto “spinte”, ecc… sono purtroppo una realtà che nutre la curiosità morbosa dei giovani (e non solo). Bisogna allora buttare il bambino con l’acqua sporca, vivere come in una campana di vetro, privandosi dei ritrovati della tecnologia per non incorrere in questi rischi? Penso che un giovane, se è già in possesso di una sua capacità di giudizio possa e debba invece utilizzare questi potenti mezzi, che gli permetteranno di amplificare le sue capacità e di esprimersi in modo nuovo e originale. Pensate come è bello, per esempio, navigare in internet e vedere dei siti web, ricchi di pagine affascinanti dal punto di vista grafico, realizzati dai ragazzi di meno di vent’anni, che dimostrano in questo una sensibilità e una capacità non comune presso le altre generazioni. Certi programmi o linguaggi di programmazione richiedono per essere imparati da una persona adulta tempi spropositati, mentre i giovani li sentono come un loro linguaggio. Essi vivono in una società che all’immagine ha dato un ruolo fondamentale, e questo non è sempre negativo, perché rende tutto più immediato. Leggendo certi romanzi scritti a cavallo tra ottocento e novecento possiamo intuire come le convenzioni fossero in quell’epoca asfissianti, ed ognuno doveva spesso cambiare formula di cortesia a seconda della classe sociale di chi gli stava davanti, o utilizzare ampollosi preamboli prima di arrivare al nocciolo della questione. Oggi internet ci ha insegnato ad essere immediati, ad utilizzare il tu con tutti, senza dimenticare una certa cortesia nell’espressione (la cosiddetta netiquette) e soprattutto ad esprimerci senza nessun preliminare, poiché la natura del mezzo ci impone di essere sintetici e concreti. Qualcuno potrebbe obiettare che tutti questi aspetti positivi, messi in mano ad un ragazzo immaturo, verrebbero eclissati dalla negatività dei messaggi presenti sulla rete. Eppure c’è un sistema per avvicinare ad internet anche un giovane non ancora capace di distinguere, di essere critico. Basta che all’inizio sia accompagnato da un adulto, anche con delle regole e dei limiti, sia quantitativi (ore da dedicare al computer e agli altri mezzi elettronici) sia qualitativi, che gli possa insegnare come si fa una ricerca, come si usano i programmi del computer, ecc…. Sono convinto, infatti, che ogni proibizione assoluta e, soprattutto, immotivata, non porterebbe a nulla di buono, anzi potrebbe avere effetti controproducenti. Forse noi non ce ne rendiamo conto, ma le ore davanti a un videogioco o al computer non sono sempre così sprecate, poiché possono sviluppare alcune capacità. Certo, non tutte: ecco il motivo per cui non rinunciare mai anche alla lettura di un buon libro, o ad un altro tipo di svago o attività fisica. Ma teniamo presente che il giovane di oggi, che sia il manager o l’operaio specializzato o l’addetto ai servizi di domani , comunque, dovrà saper maneggiare internet, computer, telefonini, ed altri ritrovati della tecnica per riuscire con successo nel suo futuro. Classe IV Istituto Chimico – Biologico Rotondella LA MORTE DI PIERMARIO MOROSINI Il giocatore Bergamasco centrocampista del Livorno Piermario Morosini è morto sabato 14 aprile durante un match di serie B allo stadio Adriatico mentre si svolgeva la partita Pescara- Livorno. All’improvviso qualcosa ha interrotto la corsa fluida di Piermario come un inciampo: lui è caduto, appoggiato le mani per terra e si è rialzato, ma subito dopo è crollato a faccia in giù e a braccia aperte, come in croce e ci ha lasciato alla giovanissima età di 25 anni. L’autopsia è durata circa 6 ore e saranno necessari ulteriori approfondimenti, si pensa a un difetto genetico o ad alterazioni strutturali del cuore. La procura di Pescara ha aperto un‘indagine per accertare eventuali responsabilità penali. La salma è rientrata, da Pescara a Bergamo facendo una sosta a Livorno, il carro funebre entrato allo stadio Armando Picchi, dove si sono ritrovati i tifosi e cittadini per un ultimo saluto al loro campione. Il giorno per il rito funebre non è stato ancora deciso si pensa che avverrà il 20 Aprile. Sopra la tomba di Morosini hanno lasciato la maglietta come ricordo della sua carriera da calciatore. I familiari hanno chiesto ai media di non pubblicare video e immagini degli ultimi momenti della sua vita FORTUNATO EGIDIO 3AOP/EL FRANCESCA PETRILLO 2APIA " God save the Queen " 2012 is a very important year for the United Kingdom of Great Britain and Northern Ireland because it is the 60th year of reign of Queen Elizabeth the second.(Diamond Jubilee) Queen Elizabeth is that nice old lady with funny hats , particular dresses and gorgeous jewels. Sometimes she can appear a little old fashioned and far from our world but the most of “Her Majesty” subjects agree that 60 years of reign have been very important of Great Britain both for economy and politics. After 60 years Queen Elizabeth in for the United Kingdome yet a model and the guardian of culture and the traditions of a nation. The jubilee was celebrated all over the United Kingdome last week, specially in London and Windsor Castle . Also Italy took part the celebrations of the jubilee in Windsor with the spectacular tournament of” Carabinieri a cavallo “ . Their performance has been very much appreciated by those who attended the tournament ,specially by the Queen who is estimator of horses. Alessandro Acinapura 5 A T.I.E.L La morte di Melissa Bassi a Brindisi Gli assassini di Melissa, la ragazza uccisa nell'attentato a Brindisi, "la pagheranno" e saranno "assicurati alla giustizia". Lo ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, parlando a Palermo alla commemorazione della strage di Capaci. "Una cosa è certa - ha assicurato il capo dello Stato - questi nemici del consorzio civile e di ogni regola di semplice umanità avranno la risposta che si meritano. Se hanno osato stroncare la vita di Melissa e minacciare quella di altre sedicenni aperte alla speranza e al futuro, la pagheranno, saranno assicurati alla giustizia". Mai avremmo pensato che la ferocia della criminalità si spingesse a tanto. Credevamo di aver visto tutto. Ci eravamo persino illusi che nelle società del crimine, di cui questo Paese è sciaguratamente ricco, esistesse almeno un brandello di regole. Ma le scuole e i ragazzi non si toccano. Invece tutto questo è stato fatto!!! E’ stato messo un ordigno, davanti a una scuola e decidere di farlo esplodere a distanza in modo da causare morte sicura. Usando forse un telecomando, come accadde nella strage di Capaci, giusto vent'anni fa, quando morì accanto al marito Giovanni Falcone anche Francesca Morvillo, alla quale è intitolato l'istituto di Brindisi, proprio perché era stato segnalato per una coraggiosa battaglia in nome della legalità e contro le mafie. Un gesto di barbarie inaudito. La minaccia di una criminalità, che pur essendo stata in questi anni combattuta anche con successo, esprime nello spargere sangue, il segno della propria invincibilità. Le indagini ci diranno, speriamo presto, qual è l'origine e chi sono i responsabili. Nel piangere Melissa e nel guardare negli occhi, atterriti, i suoi compagni e, idealmente, tutti i ragazzi d'Italia, oggi abbiamo un compito in più. Investigatori e magistrati sono chiamati a moltiplicare gli sforzi contro ogni tipo di criminalità e illegalità. Ne fanno già tanti, non bastano. E non vanno lasciati soli, come Falcone e Borsellino. Ma gli strumenti efficaci nel contrasto dei fenomeni mafiosi, e non soltanto, sono molti altri: una coscienza civile vera e diffusa, una maggiore coesione sociale, un più vivo spirito di legalità, un forte senso dello Stato necessarie come esempio per le prossime generazioni. Altrimenti non ha alcun senso dare un premio alla legalità, come quello che ottenne la scuola Morvillo Falcone di Brindisi. Un riconoscimento motivo di orgoglio per Melissa, Veronica e le loro compagne. Abbracciamo commossi le loro famiglie. Ma senza risposte concrete, anche i migliori sentimenti, di cui questo Paese è generoso, appaiono vuoti ed effimeri. Se tutto questo passa inosservato anche altri studenti, come noi, potrebbero subire la stessa sorte. La scuola Morvillo-Falcone. Una scuola. Dedicata all’amore di un nostro eroe, vivo fortissimamente dentro di noi. Quanti più simboli sa scegliere il male, tanto più appare malefico. Quanto più sradica i deboli e i loro sogni tanto più appare malefico. Quello che hanno sradicato, interrotto, questi piccoli mezzi-uomini non lo sanno nemmeno. Ecco cosa raccontava il poeta francese Jacques Prévert che succedeva ad un ragazzo ogni giorno che usciva da scuola. In italiano: Uscendo da scuola abbiamo incontrato una strada ferrata che ci ha trasportati intorno alla terra in un vagone dorato. Intorno alla terra abbiamo incontrato il mare vagabondo con le sue conchiglie le isole profumate e poi i bei naufragi e i salmoni affumicati. Al di sopra del mare abbiamo incontrato la luna e le stelle sopra una barca a vela che partiva pel Giappone ed i tre moschettieri delle cinque dita della mano giravano la manovella di un piccolo sottomarino che immerso in fondo al mare cerca ricci di mare. Tornando sulla Terra abbiamo incontrato sulla via della ferrovia una casa che scappava via intorno alla Terra ed intorno al mare davanti all’inverno che voleva raggiungerla. Noi però sulla nostra ferrovia ci siamo messi a correre a correre dietro all’inverno e l’abbiamo schiacciato la casa si è fermata e la primavera ci ha salutati. Era lei la casellante e ci ha detto grazie tante e tutti i fiori di tutta la terra ecco che d’improvviso spuntan su e spuntano a casaccio sulla via della ferrovia che non voleva andar più via per paura di rovinarli. Allora siamo ritornati a piedi a piedi intorno alla terra a piedi intorno al mare a piedi intorno al sole alla luna e alle stelle. A piedi a cavallo in vettura e in barca a vela. Possiate essere bruciati vivi per sempre dal rimorso che da ora non vi lascerà più. L’alunna della IV A TCB Tarantino Antonietta Rotondella Urla-Terrore- Incredulità:perché? Sabato 19 Maggio 2012 ore 07:45: un grande ed improvviso boato squarcia l’aria. Nuvole di fiamme e fumo si innalzano come lingue di morte scaraventando brandelli di resti umani, libri e quaderni. Tutto intorno nell’aria ha un tragico aspetto ed odore di morte. Urla, terrore, incredulità. Perché?...... che cosa mai di male avranno fatto queste ragazze per meritare una sorte cosi atroce? Volevano solo venire a scuola per realizzare il loro sogno di diventare un giorno stiliste. Ma un destino beffardo ha deciso diversamente….ore 07:45 di qualunque giorno feriale: tanti pullman arrivano da tanti luoghi di tutta Italia per portare tanti ragazzi a scuola! Carmine Frontuto IA^ MAT Francesco De Lorenzo 4A^ TIEL Melissa Bassi, 16 anni, è la vittima dell’attentato a Brindisi. Uno splendido sorriso, si può ricordare semplicemente così la sedicenne rimasta uccisa a causa dell'esplosione di una bomba al di fuori della sua scuola, nel pieno centro . Uno splendido sorriso strappato via da un atto folle, che colpisce i giovani, sicuramente la parte più preziosa di questa Italia in piena crisi. Altre sette ragazze sono rimaste ferite, una è in condizioni disperate, sta lottando tra la vita e la morte. In testa, riguardando le immagini che arrivano da Brindisi, rimane solo il suo volto. Sul tavolo degli inquirenti diverse piste: da quella mafiosa a quella criminalità comune. Si segue persino una pista passionale.I carabinieri e le forze della polizia sono al lavoro per individuare la matrice dell'attentato e i responsabili. Il ministro Annamaria Cancellieri dichiara: "Un fatto gravissimo. Non sono ancora in grado di dire quale può essere il filone di questi atti, sono vicina alla famiglia della ragazza. " Pizziferri Alessia e Karen 1 A P.I.A. Basilicata LA REGIONE E I SUOI CONFINI La Regione Basilicata si affaccia su due mari: il Tirreno e lo Jonio, confina a Nord con le province di Avellino e di Foggia, a Est con la provincia di Bari, a Sud con la provincia di Cosenza ed a Ovest con quella di Salerno. Possiede località montuose e marine incantevoli. Oggi, con lo sviluppo del turismo, si sta finalmente scoprendo questa terra. E’ una delle zone più belle e inesplorate della penisola italiana, ha la caratteristica di una Regione eterogenea in ciascuna sua area (dalle pianure, alle alte vette dell’Appennino, alle coste). E’ importante capire l’origine del primo nome della regione e cioè quello di Lucania. Secondo alcuni storici il nome deriverebbe dal latino "LUCUS" che significa bosco. Infatti, sappiamo che la regione era in epoche remote ammantata di foreste stupende, foreste che, purtroppo, vennero in seguito abbattute dagli uomini. Secondo altri storici il nome di Lucania deriva dal greco "LIKOS" (lupo), riferendosi ai branchi di lupi che popolavano le selve, invece, secondo altri deriva dalla parola "LUCI" o addirittura si richiama ai "LUCI", lontanissimi progenitori giunti dall’Oriente attraverso le coste illiriche, intorno al 1500 a.C.. Per quanto riguarda il nome di BASILICATA, bisogna, secondo alcuni storici far riferimento alle testimonianze dei monaci orientali BASILIANI, i quali popolavano le località del Materano, dove ancora oggi ci sono ricche testimonianze di ricoveri anacoreti, di chiese sotterranee, di cenobi. Un’altra versione storica attribuisce alla regione il nome Basilicata e cioè durante il secolo X, con l’arrivo dei Bizantini e con il dominio dell’Impero d’Oriente. Infatti, è in questo periodo che la Regione acquisisce la denominazione di Basilicata, il cui significato è "funzionario imperiale" e deriva dalla parola greca "BASILIKOS". GLI ANTICHI ABITATORI La regione è stata un crocevia di popoli, ha subito dominazioni e devastazioni del suo territorio, ha conosciuto splendori e ombre ancor prima dei Greci si ha notizia di un popolo chiamato enotri. Gli enotri, Antica popolazione dell'Italia stanziatain Lucania e nel Bruzio. Secondo la tradizione antica sarebbero stati originarî dell'Arcadia, si attribuisce la documentazione archeologica indigena di queste aree tra gli inizî dell'età del Ferro e il 5° sec. a. C. , Sopraffatto dalla colonizzazione greca e dall'invasione osca, il popolo degli enotri scomparve verso la metà del 5° sec. a. C. I reperti archeologici sono stati ritrovati presso corleto perticara, guardia perticara e latronico. I Greci fondarono delle colonie sulla fascia costiera Jonica Fin dal VII sec a.C. arrivarono dall'odierna Turchia, in cerca di terre fertili da coltivare, i primi coloni greci, che fondarono la città di Siris su una collina tra le foci dei fiumi Agri e Sinni. Più a nord lungo la costa, nel 640 a.C. una popolazione proveniente dal Peloponneso fondò la città di Metaponto. Era una ricca città con un solido impianto urbanistico e molti splendidi templi ed edifici pubblici. L'influenza delle due città si estendeva su un vasto territorio, con una fiorente attività agricola e commerciale che permetteva lo sviluppo di produzioni artistiche di altissimo livello. Alla fine del VI sec. a.C. Siris fu distrutta da parte dei Crotoniati. Nel 433 a.C. fu fondata la città di Heracleia, da parte di una coalizione tra Taranto e Thurii. Heracleia era un'importante città, difesa da mura monumentali, con ricche case dotate di portici e pavimenti a mosaico, un'agorà con edifici pubblici ed un'area sacra con templi monumentali. I Romani giunsero intorno al 298 a.C., Nello scenario convulso che caratterizzò il III sec. a.C. nell'Italia meridionale, emerse la forza organizzativa e militare di Roma. Sotto il giogo dei Romani, si andò costituendo un sistema di latifondo votato a pascolo o alla coltivazione estensiva di cereali, tanto da causare gravi fenomeni di impoverimento del suolo. Tra il III ed il II sec. a.C. le città di Venusia e di Grumentum ebbero un travolgente sviluppo, diventando importanti poli di attrazione per le popolazioni delle campagne. Intanto Heracleia e Metapontum conservavano una relativa prosperità fino al I sec. d.C. Anche nel resto della regione gli antichi culti erano stati soppiantati, la lingua osco-sabellica sostituita dal latino e l'antica struttura sociale completamente romanizzata. Nel corso del II e III sec. d.C. il disboscamento senza freni, le imposte insostenibili, la gestione miope del latifondo rendevano sempre più misero il territorio. Il malcontento della popolazione e la pressione dei barbari ai confini settentrionali preparava lentamente la caduta di Roma La Basilicata restò un possesso bizantino fino alla conquista longobarda nel 568, entrando a far parte del Ducato di Benevento. Le incursioni saracene portarono le popolazioni locali all'abbandono degli abitati in pianura e in prossimità della costa, a favore di centri protetti sulle alture. Tricarico e Tursi conoscono una dominazione araba di più lunga durata che inciderà profondamente sulla struttura stessa degli abitati, che hanno conservato testimonianze ancora oggi ben visibili nei quartieri della ràbatana e della saracena a Tricarico e della rabatana a Tursi Nel 968, dopo la conquista bizantina, venne costituito il thema di Lucania, con capoluogo Tursikon (attuale Tursi)[8]. Nel 1059 con la conquista normanna, il thema scomparve e Melfi divenne una delle sedi del potere regale. Federico II di Svevia soggiornò a Melfi nel 1225 e nel 1231, anno in cui vennero emanate le Constitutiones regni Siciliae ("Costituzioni di Melfi"), e in quegli anni, venne costruito il castello di Lagopesole. Nel XIV secolo la Lucania attraversò una profonda crisi demografica, attribuibile probabilmente alla "cacciata dei Saraceni" ordinata da Carlo d'Angiò. Nel corso dell’ Ottocento la Basilicata farà parte del Regno delle due Sicilie la cui scomparsa avverrà con la proclamazione del Regno d’Italia nel 1861 con la spedizione dei mille guidata da Garibaldi. (Mullaj Jessika) Rosse da sogno Durante il viaggio d’istruzione, il giorno 6 Maggio noi studenti dell’ISIS “PITAGORA POLICORO ci siamo recati a Maranello per visitare il Museo Ferrari, lo stabilimento dove vengono create le famose rosse e quindi la pista di Fiorano. La gita al Museo è stata molto interessante; la guida ci ha accompagnato a vedere le auto in mostra e ci ha spiegato tutti i particolari come l’anno in cui sono state realizzate e le modifiche che sono state apportate col tempo. Successivamente una navetta ci ha portato allo stabilimento Ferrari dove abbiamo visitato gli edifici in cui vengono progettate,costruite e perfezionate le vetture. Finito il giro ,sempre con la navetta, abbiamo visto la pista di Fiorano che non è usata per scopo agonistico ma solo per provare le prestazioni delle auto e vedere se ci sono imperfezioni. In fine siamo saliti sul nostro pullman e abbiamo preso la strada di ritorno verso casa con la consapevolezza e la gioia di aver vissuto un sogno. Ognuno di noi ha infatti immaginato un giorno di possederne una o almeno di pilotarla. Siamo però certi che, almeno per ora, la nostra realtà ci può permettere solo di seguire la Ferrari in televisione e… appendere un poster in camera mostra. Ludovico Modarelli 3^AOM Francesco De Lorenzo4^ATIEL Hostess per un giorno Nell’ambito delle manifestazioni sportive giocagol campionato di Calcio Giovanile a cura del US ACLI con il patrocinio del CONI il giorno 25-04-2012 la nostra scuola ha partecipato al Campionato Giovanile - ottavo memorial Renato Gioia pulcini anno 2001-2002. A questa manifestazione hanno partecipato circa 300 alunni provenienti da diversi comuni della provincia di Matera. All’interno della stessa manifestazione alla nostra scuola è pervenuta la richiesta di alcune di noi come hostess e di alcuni altri come giudici di gara. Alle ore 16:00 nel campo sportivo di Marconia hanno presenziato alla Santa Messa celebrata dall’ Arcivescovo Salvatore Ligorio. Successivamente c’è stata la presentazione della manifestazione e la sfilata dei partecipanti; quindi le gare vere e proprie. In conclusione c’è stata la premiazione e le 20 hostess dell’Istituto ISIS Pitagora di Policoro hanno consegnato i premi. Perfette nel proprio ruolo, le hostess si sono dimostrate eleganti, sicure di sè ed efficienti. MODAE’… CI SIAMO ANCHE NOI!!! Il periodico “Modaè” edito dall’accademia della moda di Napoli, si pone da tempo come un mezzo per presentare agli addetti ai lavori, imprenditori, tecnici dell’abbigliamento ed appassionati di moda, idee originali e vivaci proposte creative. La rubrica “Vision&Co, interamente dedicata agli aspiranti designer di moda,ha l’intento di offrire ai giovani talenti del settore una finestra creativa e l’opportunità di passare dalla teoria dello studio alla concretizzazione di un’idea, pubblicando quei progetti che meglio esprimono i mood delle stagioni. Quest’anno tale sezione ospita anche dei figurini di moda realizzati da due allieve che hanno conseguito il diploma di tecnico abbigliamento e moda presso il nostro istituto: Sara Francesca Rita Agata ed Elvira Dimatteo. Attraverso i loro V A TAM lavori, le ragazze hanno avuto la possibilità di esprimere la loro creatività, fare le loro proposte e raccontare la moda attraverso le loro esperienze, la loro fantasia, sperimentando così nuove forme e nuovi accostamenti. Sara Francesca Rita Agata, utilizzando il tessuto jean accostato a colori molto vivaci, ha realizzato dei modelli sportivi, dalla linea aderente che mettono in evidenza la silhouette femminile.Elvira Dimatteo, invece, ha proposto degli abiti adatti a delle ragazze che non vogliono passare inosservate, senza trascurare, però, l’eleganza. Ha utilizzato tessuti leggeri e colorati ai quali sono stati abbinati anche gli accessori. Entrambe, si sono classificate al quarto posto nel concorso Vision&Co per aspiranti designer di moda, vincendo una borsa di studio del valore di. 1.500 euro cadauno. CARMELA CONTE V TAM La profezia Maya: vero o falso? Secondo il Calendario Maya, l’attuale Età dell’Oro (la quinta), terminerà il 21 - 12 2012. Le precedenti quattro Ere (dell’Acqua, Aria, Fuoco e Terra) sarebbero tutte terminate con degli immani sconvolgimenti ambientali. Io stesso fin’ora, come la maggior parte di noi, non ci ho creduto, ma ora inizio a crederci: la morte del SIC, di Lucio Dalla, di Piermario Morosini, della cantante americana Witney Houston e di molte persone giovani e anziane nel mio paese, Policoro, rafforzano la mia paura; certo potrebbe essere una strana coincidenza, ma se non fosse così? Se fossimo tutti destinati a morire il 21-12 di quest’ anno? Secondo vari ricercatori, i cataclismi che caratterizzarono la fine delle Ere Maya furono causati da una inversione, dovuto ad uno spostamento dell’asse del pianeta. La Terra infatti subirebbe periodicamente una variazione dell’inclinazione assiale rispetto al piano dell’ellittica del sistema solare. Ciò provocherebbe scenari apocalittici. L’unica cosa che mi tiene ancora “lontano” dalla profezia Maya è il fatto che già ci sono state delle dicerie sulla fine del mondo sul 2000 che si sono rivelate false ma sono state utili ai commercianti perché la popolazione è andata a comprarsi delle cose inutili come i cellulari di ultima generazione, inutili se si ha già un cellulare ben funzionante, e c’è chi si è fatto anche dei debiti pensando”tanto devo morire chi glieli restituisce i soldi!” e ora è ancora in debito dopo 12 anni. E questa storia potrebbe essere come quella. Ed è l’unica soluzione se si prende per vero il fatto che qualche anno fa i telegiornali hanno detto che la fine del mondo sarebbe arrivata nel 2036. Ora la mia domanda è: vero o falso? Decidete voi cosa credere e cosa fare, io intanto crederò ai Maya ma non spenderò neanche un centesimo per cose che non mi servono o che non posso pagare subito. Cosimo D’Adamo I°A I.T.E Champions League: il Chelsea di Di Matteo annienta il Bayern Monaco nel suo stesso stadio e conquista la sua 1° Champions Quella del 19-05-2012 è stata una vittoria storica per il Chelsea, alla prima Champions Leagu e della sua storia. La squadr a inglese è andata vicina al trofeo più volte negli anni scorsi, ma solo quest'anno è arrivata alla conquista della coppa nella stagione più controversa, solo 3 mesi dopo una probabile e preannunciata stagione fallimentare, all'indomani della debacle dell'ex allenatore André Villas-Boas e la sconfitta a Napoli per 3-1 nella partita d'andata di Champions League. Ma l'arrivo di Di Matteo ha portato la squadra dagli abissi alla stagione più trionfale dei 107 anni di storia del Chelsea, battendo il Napoli 4-1 a Londra, ed eliminando il Napoli agli ottavi, il Benfica ai quarti, i campioni del Barcellona in semifinale, e trionfando contro il Bayern Monaco in finale ai rigori, dopo aver pareggiato il gol di Muller con un imperioso colpo di testa del solito Drogba, l'uomo delle finali, con 9 gol in altrettanti finali. E' senza ombra di dubbio la vittoria di Di Matteo, artefice di un trionfo inimmaginabile solo 3 mesi fa. E stata anche la vittoria di Cech, portiere formidabile (che ha parato due rigori finali e il rigore a Robben) e del trascinatore Drogba, determinante a suon di gol in tutte le partite più importanti. Ma subito dopo la festa di 100.000 londinesi, Di Matteo e Drogba sono essere entrambi sul piede di partenza. Nonostante siano arrivate due coppe: la Fa Cup e la Champions League, Abramovich non esclude l'arrivo di un allenatore dal calibro internazionale, come Fabio Capello e Laurent Blanc. L'arrivo di un nuovo tecnico è ammesso anche dal presidente del Chelsea, Bruce Buck: "E’ certamente nella rosa dei possibili allenatori per la prossima stagione. Ha fatto un lavoro straordinario e verrà sicuramente tenuto in considerazione perché è riuscito a tirare fuori il meglio dalla squadra". Anche per Drogba si prospetta un futuro lontano da Londra. A 34 anni, Drogba chiede un biennale, ma il Chelsea vuole offrirgli un contratto di un anno. L'ivoriano, dopo 8 anni al Chelsea, sta pensando di andare a giocare a Shanghai, in Cina, dove raggiungerebbe il vecchio amico, Nicolas Anelka. Le decisioni di Abramovich contrastano con i protagonisti del successo europeo, anche in considerazione del fatto che per arrivre sul tetto d'Europa, il magnate russo ha speso ben 2,5 miliardi di euro. Il Napoli vince la Coppa Italia Cavani e Hamsik firmano la quarta Coppa Italia della storia del Napoli al suo primo successo nell'era De Laurentis. Battuta la Juventus campione d'Italia, inizia la grande festa di Napoli: in 30mila hanno assistito alla partita grazie al maxischermo allestito sul lungomare di via Caracciolo. A loro, subito dopo il triplice fischio finale, si sono aggiunti tantissimi altri tifosi, che si sono riversati in strada con trombe e caroselli d'auto. Non sono mancati i fuochi d'artificio. Festa grande ovviamente all'Olimpico dove si è svolta la classica gara tra coreografie, vinta, almeno questa, dai supporter bianconeri, che hanno rappresentato la Mole Antonelliana impreziosita dalle tanto discusse tre stelle degli scudetti, inserita tra un tricolore realizzato con centinaia di bandierine sventolate in aria e la scritta 'Godetevi lo spettacolo, a Torino padroni in Italia campioni'. Un messaggio esplicito al presidente della Federcalcio Giancarlo Abete che siede in tribuna autorita' accanto a Schifani. Voleva continuare a sognare la Juve, ha scritto una pagina di storia il Napoli. Dopo 30 anni e senza Maradona in campo, la squadra alle pendici del Vesuvio riporta a casa un trofeo: la Coppa Italia, la quarta nella bacheca azzurra, la vincono Cavani and company, 2-0 ai campioni d’Italia, in una finale inedita in cui la festa è tutta partenopea. Ed è tanta perché da troppo tempo il Napoli non vinceva qualcosa: l’ultima coppa nazionale risale al 1987, l’ultimo trofeo vinto (la Supercoppa italiana) nel 1990 con il “Pibe de oro” ormai ai titoli di coda. In un Olimpico da grandi occasioni, con il silenzio per i morti del terremoto e dell’attentato a Brindisi, Cavani su rigore e Hamsik hanno messo a tacere la Vecchia Signora, regalando il sogno a una città intera. Per la Juve una serata amara: dopo 43 partite se ne va l’imbattibilità di una stagione comunque da record. E ad Antonio Conte, sotto pressione per il Calcio scommesse, non riesce la doppietta. FARINA DOMENICO 4°A T.I.E.L Gita a Taranto 14 aprile 2012: tutte le classi del biennio maschile, insieme a seconde e terze del settore femminile si sono recate in gita a Taranto. La gita prevedeva una perlustrazione del Golfo in battello seguita da una visita al museo e dopo la “pausa pranzo” una visita al Castello Aragonese per poi terminare con un’ora e mezza di libertà all’Auchan per gli studenti. Risultato: ci siamo divertiti e non siamo stati male duca ti o disor dinat i, tanto che la prof. Gatto, come premio, ci ha concesso un’altra gita, destinazione a scelta tra Maratea e Pertosa. Ma torniamo ora alla gita svoltasi sabato 14: una gita che a parole premature sembrava dover essere noiosa, data la località che già tutti noi conoscevamo molto bene, d’altronde tutti sono stati almeno una volta all’Auchan o al porto, si è rivelata al contrario molto interessante, anche dal punto di vista culturale, che era l’aspetto che nessuno avrebbe mai immaginato potesse interessare così tanto a degli studenti che fanno parte di una FINALMENTE IN GITA! generazione che ormai pensa solo all’amore, allo shopping e ai videogames. Bhè chi pensava così si sbagliava di grosso perché tutti, nessuno escluso, si sono interessati a ciò che diceva la guida sulla motonave, la Calajunco, la guida al museo e il maresciallo della Marina Militare che ha fatto da guida nella loro base, il Castello Aragonese. Abbiamo tutti scoperto un lato interessante della “solita” noiosa Taranto. Ecco di seguito delle immagini di ciò che è stato argomento di molte spiegazioni e curiosità da parte della giuda sulla motonave, in ordine : 1. Il ponte girevole; 2. Taranto vecchia; 3. L’ex ammiraglia della Marina Militare Italiana, la Vittorio Veneto; 4. Il ponte Punta Penna. (Cosimo D’Adamo & Domenico Dimarco) Prima dall’ 11 al 15 aprile, poi dal 24 al 29 aprile, finalmente… il 2 maggio siamo partiti per Rimini. 55 alunni e cinque docenti accompagnatori, alle ore 6,00, ci siamo ritrovati nel piazzale antistante alla scuola, e contenti e soddisfatti siamo arrivati a Loreto dove abbiamo visitato la cattedrale, e consumato il pranzo. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Rimini e ci siamo sistemati nell’albergo la coccinella. Il secondo giorno siamo andati a Mirabilandia dove abbiamo trascorso l’intera giornata divertendoci sulle varie attrazioni e assistendo anche ad uno spettacolo denominato “Scuola di polizia”. La sera siamo tornati in albergo per la cena. Il terzo giorno siamo andati a “San Marino,” repubblica politicamente non dipendente dall’Italia. Abbiamo visitato il castello, il palazzo ducale e le torri e dopo, aver fatto shopping, siamo rientrati a Rimini per la cena. Il quarto giorno abbiamo visitato sul battello il delta del Po conoscendo la storia del corso del fiume. Il pomeriggio è stato dedicato a Ravenna, capitale dell’Impero Romano d’Occidente dove abbiamo visitato la tomba di Dante Alighieri. Il giorno più bello della gita e stato il quinto quando da Rimini ci siamo recati a Modena per visitare la fabbrica e il museo della Ferrari e anche a Maranello invece a Fiorano abbiamo visto la pista della Ferrari. A Maranello nel museo abbiamo visto tutte le macchine dalla più antica alla più moderna fino a quella usata oggi, nel museo c’era anche un posto dedicato all’ufficio di Enzo Ferrari dove una statua faceva sembrare che c’era lui. A Fiorano modenese abbiamo visto la pista da dentro dove le Ferrari vanno a provare il percorso nell’allenamento spiegandoci anche i vari movimenti dei lavoratori. Ripartiti da Modena intorno alle 17,00 contenti e soddisfatti siamo arrivati qui a Policoro alle 3,00 di notte. Raccolti i commenti a caldo è stata una bella gita e vale la pena rifarla. ALLA MIA SCUOLA… Sono trascorsi già cinque anni dal primo giorno in cui sono arrivata all’I.S.I.S “Pitagora” di Policoro. Ricordo ancora l’imbarazzo del primo giorno, conoscevo solo poche persone e avevo paura di non riuscire a relazionarmi con le altre ragazze. All’inizio, ho avuto qualche difficoltà a farmi conoscere per quella che ero, ma oggi sono in buoni rapporti con tutti, sia ragazze che professori. La mia classe, era numerosa, ma con il trascorrere degli anni, molte mie amiche sono state respinte ed ora in classe siamo solo Anche alcuni professori sono cambiati, la classe ha avuto qualche difficoltà ad abituarsi ai nuovi metodi di studio, ma ora abbiamo compreso che con qualunque professore, se si riesce ad instaurare un rapporto di fiducia e di rispetto reciproco, tutto può divenire più semplice. Nella classe, negli anni scorsi, si sono formati dei “sottogruppi chiusi”, che non comunicavano fra loro; infatti, spesso si sono create situazioni incresciose che hanno avvelenato il clima scolastico. Quest’anno, grazie alla maggiore consapevolezza e responsabilità di ognuna di noi, nonché al lavoro svolto dal consiglio di classe, finalmente, ci siamo aperte, ci siamo comprese, dunque ci siamo conosciute e abbiamo solidarizzato diventando una vera classe che condivide ansie, preoccupazioni, che sa prendersi in giro e sa essere seria nel momento opportuno. Se prima si invocava la fine del percorso scolastico per separarci definitivamente, adesso già rimpiangiamo i nostri momenti e ci rattristiamo perché presto le nostre strade si separeranno. Ormai gli esami di maturità si avvicinano, e … si inizia a “respirare” un’aria di tensione!Sperando che tutto vada per il meglio, ci si promette di non perdere mai i contatti, di fare ,nel futuro, delle Stefano Scardillo 3^ A OEL rimpatriate dove ricordare la nostra adolescenza. Sono sicura che la scuola mancherà ad ognuna di noi perché è stata la nostra palestra di vita, dove siamo cresciute sia fisicamente, sia psicologicamente fino a diventare le giovani che siamo adesso. Rivolgo un saluto affettuoso al Dirigente, ai collaboratori, ai docenti, chiedendo loro scusa se qualche volta sono stata impertinente. Conte Carmela VA TAM “IL MAGGIO DEI LIBRI” nella biblioteca di istituto Quest’anno la nostra scuola ha accolto con entusiasmo l’iniziativa proposta dal MIUR “Il Maggio dei libri” per promuovere negli studenti il piacere della lettura. maggio”, perchè se in “.I libri sbocciano in questo mese la natura si risveglia, lo stesso capita alla voglia di leggere. Leggere fa crescere: è questo lo spirito della campagna nazionale nata nel 2011 con l'obiettivo di sottolineare il valore sociale della lettura come elemento chiave della crescita personale, culturale e civile. La campagna, promossa dal Centro per il Libro e la Beni e le Attività Culturali, Lettura del Ministero per i inizia il 23 aprile, in coincidenza con la Giornata mondiale del libro e del diritto d'autore promossa dall'UNESCO, e culmina il 23 maggio con la Festa del libro. L’attività svolta nella nostra scuola ha permesso ai nostri alunni di sperimentare “l’incontro con il libro” nella biblioteca scolastica che vanta una ricca dotazione libraria. La I fase ha coinvolto gli alunni nella scelta di alcuni libri di narrativa da leggere. Durante la lettura ci sono stati scambi di riflessione da parte dei partecipanti. A conclusione del percorso gli studenti hanno redatto le recensioni dei testi letti la cui raccolta sarà custodita nell’archivio della Biblioteca scolastica. Gli obiettivi conseguiti sono stati molteplici e soddisfacenti, difatti, l’attività , oltre ad aver potenziato le competenze linguistiche, ha cercato di far diventare il libro un “compagno di viaggio” che consentirà anche in futuro, di coltivare le emozioni, la creatività e la riflessione del lettore. A tal fine la letteratura e le arti possono contribuire alla costruzione, partendo da sé, di una società e una civiltà più umana. Come diceva Dostoevskij “ La bellezza salverà il mondo” . Classe II B PIA e Prof.ssa Ant. Latronico VARIE MANIFESTAZIONE NELLA NOSTRA SCUOLA …………….. Uscita Lega ambiente “PULIAMO IL MONDO” Il biennio dell’I.S.I.S.”PITAGORA” ha partecipato con entusiasmo e forte motivazione ad un progetto nazionale che aiuta a sensibilizzare le coscienze future sull’ambiente. Accompagnati dai docenti di Scienze della Terra e Biologia, il giorno 25 maggio 2012 le classi seconde del nostro istituto sono andati, armati di pochi attrezzi e tanta buona volontà, con ragazzi di altri istituti a pulire le spiagge e il Bosco sottano di “Policoro”. Oltre ad aver reso un servizio utile all’ambiente e alle persone che a breve verranno i ragazzi hanno passato una giornata di sole e amicizia. PREMIAZIONE CALCIOBALILLA QUANTO CONTA LA LAUREA PER LE RAGAZZE Un’indagine sulle Prospettive femminili Dopo l’università conferma: I buoni risultati servono, le discriminazioni. Le ragazze si iscrivono di più all’università, ottengono voti migliori e si laureano più in fretta dei loro colleghi maschi. Una volta terminati gli studi, però, fanno più fatica a trovare lavoro e hanno salari mediamente più bassi. Per le donne laurearsi è importante: il tasso di occupazione cresce all’aumentare del titolo di studio , a differenza di quanto accade per gli uomini. Inoltre, quelle che riescono a concludere gli studi nei tempi previsti e con voti più alti trovano lavoro in tempi più brevi. Tabella 1 Le donne hanno sempre pari opportunità Nella maggior parte dei casi la pari opportunità è rispettata Nord 1,7 Centro 1,4 Sud 6,9 Estero 0,0 27,0 38,7 43,3 22,9 Quasi mai le donne Hanno pari opportunità Le donne non hanno Mai pari opportunità Non sa Totale *Tabella 1. 52,0 40,8 30,7 48,6 5,7 2,8 2,2 5,7 13,5 100,0 16,2 100,0 17,0 100,0 22,9 100,0 Percezione della presenza di pari opportunità in termini retributivi, per area di residenza (%) Tabella 2 Le donne sempre pari opportunità Nella maggior parte dei casi la pari opportunità è rispettata Quasi mai le donne hanno pari opportunità Le donne non hanno mai pari opportunità Non sa Totale Architet tura 2,5 Economico- Giuridico statico 1,1 7,3 Ingegneria Scientifico Umanistico 0,0 Politicosociale 2,2 3,6 4,1 17,5 33,7 37,6 37,5 30,8 41,3 32,2 62,5 51,7 41,3 50,0 50,5 32,3 39,7 10,0 6,7 10,1 7,5 11,0 20,4 21,3 10,0 100,0 6,7 100,0 10,1 100,0 7,5 100,0 11,0 100,0 20,4 100,0 21,3 100,0 Tabella 2. Percezione della presenza di pari opportunità in termini retributivi, per area di facoltà di laurea (%) Alessia Pizziferri 1 A P.I.A. Karen Pizziferri 1 A P.I.A. Elezioni comunali Policoro 2012 Il 6-7 Maggio a Policoro si sono svolte le elezioni amministrative per eleggere il nuovo sindaco. Sono 5 i candidati alla carica di sindaco. Al turno di ballottaggio sono andati Gianluca Marrese con 3582 voti e Rocco Leone con 3185 voti. Ballottaggio svoltosi nei giorni 20-21 di Maggio e il risultato finale è stato la vittoria del dott. Leone Rocco.. Cosimo D’Adamo I°A I.T.E.E. Cari lettori del Rainbow, siamo giunti alla fine di questo splendido anno scolastico, e quindi anche all’ultimo numero di questo giornalino. Nonostante il team del Rainbow si sia formato a Febbraio e non all’inizio dell’anno, molti ragazzi si sono dati da fare per accompagnarvi con un giornalino che abbiamo cercato in tutti i modi di rendere sempre più divertente e avvincente per i nostri lettori. Con la speranza che vi sia piaciuto e con l’ auspicio di ripetere l’esperienza anche il prossimo anno, l’intera redazione vi porge i più sinceri saluti e auguri di buone vacanze. Gli alunni Battafarano Angelica Conte Carmela Latronico Antonietta D’Adamo Cosimo D’Alessandro Donatella De Lorenzo Francesco Farina Domenico Manfredi Antonietta Fortunato Egidio Galasso Maria Mullaj Xhesika Pastore Carmela Petrillo Francesca Pizziferri Alessia Pizziferri Karen Scardillo Stefano Scevola Rocco Gli insegnanti D’Ammaro Esterina Celano Rosina Gatto Maria Gallo Antonietta Aiutante Tecnica Dattoli Concetta Il rompicapo 3 2 5 4 6 6 8 2 5 4 3 1 8 2 1 2 4 8 7 9 5 5 9 1 4 4 6 5 7 8 9 9 8 7 7 9 5 6 1 4 Cercate di risolvere questo semplicissimo sudoku, tenendo bene a mente le regole del gioco: 1. Riempire gli spazi vuoti con numeri da 1 a 9; 2. In ogni quadrato 9x9 devono essere presenti tutti i numeri da 1 a 9 senza ripetere mai un numero; 3. In ogni riga e in ogni colonna dell’intera tabella devono essere presenti tutti i numeri da 1 a 9 senza ripetere mai un numero. Buon lavoro! Cosimo D’Adamo I°A I.T.E.E.