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Testati M ISTE R CAR BON 61 della C4 di Michele Rubbini Il vino buono sta nelle botti piccole… Questa versione “mignon” é simile in tutto e per tutto agli altri modelli della fortunata serie. Ottima potenza (se rapportata alla lunghezza) e un’incredibile maneggevolezza lo rendono fantastico per pescare in acqua libera nel torbido D a parecchi anni C4 sta presentando prodotti di altissimo livello, che hanno via via conquistato sempre più estimatori. Prima con le pinne e poi con i fucili, il connubio dell’approccio scientifico/tecnico con l’armonia delle forme si è rivelato vincente; specie quando il tutto è confermato da buone performance, totale assenza di manutenzione e decadimento praticamente nullo delle prestazioni con il passare degli anni. Probabilmente il primo a chiedere a C4 un fuciletto corto è stato Maurizio Ramaciotti: il campione toscano basava la sua richiesta su una condivisibile valutazione; se la mia mano, il mio braccio e i miei occhi sono abituati a brandeggiare, gestire e mirare con una certa tipologia di fucili, l’ideale è utilizzare sempre e solo quella per ridurre gli errori. Tant’è che parecchi anni fa ebbi modo di vedere all’interno dello stabilimento della C4 una sorta 4 di prototipo di un Monoscocca 60, che però non vide mai la luce: il progetto non era condiviso dal titolare dell’azienda e quindi “faticava” a ricavarsi il suo spazio. In pochi anni C4 ha rivoluzionato la produzione introducendo tanti nuovi prodotti: il Mister Carbon si è dimostrato il degnissimo erede del Monoscocca, esaltandone le qualità e smorzandone i limiti. Tra l’altro si tratta di un fucile dalle forme sinuose molto accattivanti e dall’estetica davvero curata. Ora il Mr Carbon 61 esiste, con grande soddisfazione, immagino, del suo primo promotore, Ramacciotti. IL FUCILE Sappiamo che la fibra di carbonio garantisce elevatissima rigidità e, per questo, permette di ottenere prestazioni eccellenti sui fucili lunghi: un’arma che flette disperde energia, una rigida permette invece di trasferirla tutta all’asta. Per ottenere la Ho prestato il Mr Carbon 61 a un mio amico, Alberto, e questo é stato il risultato: un paio di saraghi e, soprattutto, una grossa spigola colpita in coda e subito recuperata. Il tutto é avvenuto nelle affascinanti acque della Costa Azzurra. per voi L’ impresa è ardua. L’ultima volta che mi è stato chiesto di testare un attrezzo per conto della rivista si trattava di un prototipo di cannone fotonico: il precursore dell’Urukay 120. Questa volta ho in mano un “gingillino” di dimensioni minime, dal peso ridicolo, che monta un’astina che sembra uno stuzzicadenti. ● In primo luogo è importante segnalare che l’impressione che ha dato a me (identica a quella suscitata in tutti i miei amici) è che si trattasse di tutt’altro che un giocattolo. Il 60 viene spesso interpretato come il fuciletto per il turista che vuole catturare un polpo durante le ferie, questo 61, invece, ha la medesima dignità degli altri Mister Carbon. In definitiva, si tratta di un arbalete destinato a un utilizzatore di livello medio-alto, che intende affrontare svariate tecniche di pesca (anche complesse) in condizioni di scarsa visibilità. ● In pratica, cercando una definizione un po’ romanzata, si tratta del pugnale decorato del cavaliere medioevale: il cavaliere lo utilizzerà ogni qual volta che la spada o la lancia siano inadatte per eseguire un suo micidiale attacco al nemico. ● La prima sensazione quando lo si immerge è che il fucile sia rimasto a casa. Chiunque sa che pescare con un 60 a elastici è una sensazione particolare, tanta è la facilità con cui si riesce a muoverlo e la velocità con cui si può allineare il bersaglio: con il Mr. Carbon 61 queste sensazioni sono amplificate. ● Per assurdo, si potrebbe pensare che l’incremento di mobilità e di comodità di brandeggio, su un fucile così corto, sia superfluo (confesso che ne ero fermamente convinto anch’io), in realtà è entusiasmante constatare quanto sia più semplice muovere questo fucile rispetto ad altri di pari lunghezza. ● E’ possibile disporlo immediatamente e rapidamente in qualsiasi direzione, semplicemente orientando il polso: per chi, come me, lo utilizza per aspetti e agguati nel torbido estremo, queste caratteristiche sono formidabili. ● Durante le prime uscite in mare mi sono invece trovato al cospetto di condizioni di visibilità discrete, tali da consentire l’uso pure di un modello più lungo, peccato che la popolazione ittica fosse migrata altrove. Mai però perdersi d’animo… E così continuo a eseguire (in verità sempre con minore entusiasmo) agguati sotto costa e brevi percorsi sul fondo: ma di pesci nemmeno l’ombra. ● Colto dalla disperazione decido di tentare qualche prova di tiro su bersagli inerti (alghette in sospensione, detriti e altro). La gittata e la potenza del tiro su un fucile così corto sono caratteristiche secondarie: non è un’arma nata per l’aspetto alle ricciole e non ci si deve aspettare che l’asta sia lanciata in orbita. ● Fatta questa doverosa premessa, devo comunque ammettere che la caratteristica che mi ha maggiormente sorpreso del Mr. Carbon 61 è proprio il suo tiro. A mio avviso questo fuciletto, se settato a dovere, può mangiarsi moltissimi arbalete di lunghezza superiore (mi riferisco a molti 75, ad esempio). Chiaramente, questo si ottiene montando elastici piuttosto corti, che renderanno un po’ più impegnativo il medesima rigidità di un esile fusto in carbonio con altri materiali è necessario un sovradimensionamento, con conseguenti successive difficoltà di brandeggio. Il Mister Carbon coniuga, quindi, una siluette minimalista a una grande rigidità, praticamente un fioretto che offende quanto una sciabola. Ma su misure così corte quanto quelle del 61 la snellezza (intesa come il rapporto tra la lunghezza e la sezione) è estremamente inferiore rispetto alle misure classiche di questi fucili (94 e 104); di conseguenza, la rigidità garantita da un fusto in allumi- caricamento, ma il risultato balistico è fantastico. ● La stessa impressione che ho avuto io è condivisa da moltissimi appassionati che hanno avuto occasione di provarlo durante il “C4 H2O Test” che si sta svolgendo in giro per l’Italia. Per comprovare l’efficacia dei tiri a circa tre metri dalla testata, è possibile prendere visione dei filmati dei test (sono scaricabili su www.bluworld.com): l’asta si conficca per diversi centimetri su un bersaglio in espanso ad alta densità, sicuramente più “tosto” di un sarago! ● Per quanto mi riguarda, l’unico problema è che, con un fucile così corto, centrare un bersaglio a 3 metri non è cosa semplicissima. E infatti sostengo che sia meglio impugnare sempre il fucile più lungo possibile in funzione della visibilità, così da avere la garanzia che il tiro parta istintivamente e che non sia necessario traguardare eccessivamente asta e bersaglio per essere certi di fare centro. ●Con un cortissimo in mano, è invece importante la fase di mira per colpire un bersaglio posto a 3 metri dalla punta, tanto quanto lo è con un 110 per un bersaglio a 4 o 5 metri. Ma è indubbiamente una caratteristica che nobilita il fucile, rendendolo più versatile degli altri rappresentanti della sua categoria. In pratica, credo che si possa pescare al razzolo sostituendolo a un 75 di tipo standard senza problemi: le prestazioni balistiche saranno simili, ma il brandeggio è tutt’altra cosa. Dove questo fucile non può offrire vantaggi eclatanti è nell’utilizzo con asta filettata e fiocina avvitata. La fiocina pregiudica in maniera spaventosa le prestazioni balistiche (e questo è assodato su qualsiasi arma), ma principalmente pregiudica la fluidità di movimento. La sensazione è di avere in mano un oggetto frenato: la fiocina si comporta infatti come un freno idrodinamico che non si concilia in alcun modo con le forme sinuose e filanti del Mr Carbon 61. ● Complessivamente sono stato piacevolmente colpito dal nuovo nato di casa C4. A mio avviso si assisterà a quello che successe in passato con il Monoscocca 75: in molti all’inizio contesteranno la poca utilità di una architettura e di un design così complessi su una lunghezza così contenuta, poi lo proveranno e allora si renderanno conto che, invece, si tratta di un progetto decisamente ben riuscito. nio dovrebbe essere più che sufficiente a contrastare le eventuali flessione indotte dalle gomme cariche. Ma non sempre é così e anche sui corti una struttura monolitica in materiale composito offre I suoi vantaggi. Vediamo quali sono. Se ci limitiamo a parlare di pre- stazioni è necessario portare in acqua il fucile per capirne le reali potenzialità, analizzandolo a secco è indiscutibile il riscontro di forme che ne ottimizzano il brandeggio. Confrontato con un altro arbalete di pari lunghezza, presumibilmente sarà più semplice da muovere. Anche questa 5 Testati M ISTE R CAR BON 61 della C4 caratteristica può apparire secondaria su un fucile così corto. Dal canto mio so che a quest’arma ricorrerò per tutte le mie battute primaverili ed estive nelle dighe frangiflutti, dove spesso la visibilità è pessima. Condizioni durante le quali non si pesca in tana ma all’agguato e all’aspetto con tiri su ombre filanti al limite della visibilità. Qualsiasi vantaggio mi sia offerto per incrementare la velocità di puntamento verrà dunque apprezzato. L’ALLESTIMENTO Il fucile è nudo e crudo. Un solo accessorio di serie, il mulinello Mpl montato su tutti i Mister Carbon direttamente in stabilimento. E poi basta. La scelta dell’asta è piuttosto semplice, almeno per me. In tanti anni di pesca nel torbido mi sono affezionato alle sottili frecce da 6 millimetri, lunghe 100 centimetri, provviste di tacche e di singola aletta imperniata in posizione piuttosto avanzata rispetto alla punta. Anche per questo fucile decido di mantenere il medesimo dardo. Sono però tentato dalla 6,5 millimetri… Se le voci che sento in giro su questo fuciletto sono reali, il tiro potrebbe risultare sorprendente e disporre di un’asta più pesante (che quindi immagazzina maggiore energia) significherebbe avere una gittata degna di un fucile di categoria superiore, come ad esempio un 75. Pur essendo fermamente convinto che si debba scegliere la giusta lunghezza del fucile in funzione della visibilità (un corto plurigomma che spara a 5 metri è un oggetto a mio avviso da evitare con cura) devo ammettere che in certi casi capita di impostare una battuta nel torbido estremo, trovandosi poi in condizioni di visibilità superiore alle aspettative: in questi casi avere un fucile dalla gittata superiore ti può salvare la pescata. Per le gomme ho scelto quelle di C4, le Superelax. Il diametro è 17,5 millimetri per 17 centimetri di lunghezza. Sono particolarmente soddisfatto di queste gomme perchè, se tagliate sulla base di fattori di allungamento standard, offrono buone prestazioni, ma nel caso si decida di esagerare e di usarle cortissime (anche con fattori di allungamento complessivi superiori al 400 per cento) non si snerveranno, anzi forniranno un tiro veloce e potente e le loro prestazioni Scheda tecnica Materiale: Composito di fibra di carbonio Megaforce T700 Peso: circa 1,1 kg (allestito e con mulinello carico) Impugnatura: regolabile Testata: a pallino singolo, per elastici da legare Gomme: C4 Superelax nere, lunghe 160 mm non subiranno un decadimento rapido (quelle che monto sul 94 hanno più di un anno e si comportano ancora egregiamente). Le gomme sono, ovviamente, legate, trattandosi di un Mr Carbon PS. Da qualche tempo a questa parte utilizzo il monofilo del 140 per le legature: molti non approvano questa scelta in quanto il monofilo è elastico e tale elasticità potrebbe determinare una tenuta insufficiente. In realtà, se si serrano i nodi con la forza necessaria il problema non si pone. L’ogiva è una Sigalsub con l’archetto in filo metallico: un prodotto ottimo sui Mr Carbon in quanto i braccetti cortissimi e l’archetto circolare sembrano pensati apposta per esaltarne le prestazioni. Questi fucili, vista la maniacale attenzione ai particolari messa nel progetto, sono particolarmente sensibili all’allestimento: un buon settaggio DIAMO I NUMERI Brandeggio Ineccepibile, sembra di avere in mano la sola impugnatura Semplicità di mira L’asta è completamente libera, è possibile traguardare il bersaglio senza alcun ostacolo Semplicità di settaggio Le gomme da legare implicano un minimo di manualità. Per chi sceglie un fucile di questo livello credo che ciò sia da considerarsi un pregio in quanto è possibile regolare a piacimento l’azione delle gomme. Esiste comunque anche la versione per elastici imboccolati Caricamento Semplicissimo, grazie anche a un’appendice posteriore larga e piatta. Il vincolo dell’asta alla testata con il giro di monofilo si automatizza dopo qualche tentativo Gittata Contenuta in termini assoluti; incredibile se si considera che questo 61 tira molto più distante di moltissimi 75 (la punta riesce ad attraversare un bersaglio in espanso posto a 3 metri dalla testata) Potenza Non è il requisito da cercare in un fucile corto. Può comunque essere preparato con asta da 6,5 mm e gomme nervose per avere più energia a fine corsa Possibilità di personalizzazione Ottimale. L’impugnatura è regolabile, le gomme sono preparate su misura dall’utilizzatore, si comporta bene con aste di diverso diametro... Raggiunge il massimo se si considera che esistono alcuni kit di elaborazione in vendita dedicati proprio a questo fucile Design e finiture Pur non avendo la forma snella e sinuosa dei fratelli maggiori (il 79, il 94, il 104 e il 119) conserva l’aspetto aggressivo e futuristico che caratterizza questa serie di prodotti. Curato nei particolari Rapporto qualità prezzo 579 euro sono tanti, ma siamo di fronte a un attrezzo unico sul mercato, simile in tutto e per tutto alle versioni più lunghe Legenda: i giudizi vanno da un minimo di uno a un massimo di sette 6 determina miglioramenti complessivi notevoli. In particolare, l’archetto in filo metallico evita “l’effetto alettone” prodotto da moltissime ogive a mezzaluna, le quali si comportano come uno spoiler facendo modificare la traiettoria dell’asta. Certo, si tratta di variazioni di entità minima, ma su un prodotto sofisticato quanto il Mister Carbon è opportuno tenerle in considerazione. Impiomberò l’asta con monofilo trasparente del 140 fissato con sleeves a cannocchiale. Nel mulinello ho caricato della treccia da 120 di qualità standard: non credo mi capiterà spesso di lavorare prede di mole e quindi non vedevo la necessità di montare sagole tecniche. Come in ogni mio fucile ho interposto una girella con moschettone tra la sagola del mulinello e il monofilo usato per l’impiombatura dell’asta. ■