Ambasciata d`Italia a Mosca Rassegna della stampa russa
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Ambasciata d`Italia a Mosca Rassegna della stampa russa
Ambasciata d’Italia a Mosca Rassegna della stampa russa Traduzioni 21 luglio 2014 Vedomosti http://www.vedomosti.ru/ Pagina 1/6 – Il fattore del Boeing Il giorno del 17 luglio 2014, quando sopra la regione di Donetsk è stato abbattuto il Boeing malese, può diventare il secondo, dopo il 21 marzo (l’annessione della Crimea), momento di svolta nella storia russa. La differenza principale della nuova posizione politica russa “dopo il Boeing” sta nel fatto che il conflitto russo-ucraino ha smesso di essere una vicenda locale che interessa soltanto agli esperti della Russia e dell’Ucraina. Dopo la morte di quasi trecento cittadini europei i leader occidentali dovranno reagire alle domande dei propri elettori, e il rapporto verso la Russia potrebbe trasformarsi dal complicato (divergenze politiche da una parte, partenariato economico dall’altra) in uno semplice: negativo. Se finora le menzioni della guerra fredda dovevano funzionare su politici e storici, ora possono diventare un indizio del cambio della retorica. Così per i politici occidentali ora sarà più comodo costruire i rapporti con i propri elettori. Lo dimostrano, da una parte, le copertine dei giornali occidentali, che hanno già attribuito la catastrofe dell’aereo a Putin, dall’altra - dichiarazioni dei politici, molto più dure di quelle che si potevano sentire anche negli ultimi mesi. Il primo tra i leader mondiali ad avvertire le autorità russe della responsabilità per la catastrofe è stato Barack Obama. Venerdì ha dichiarato: “Se la Russia continua a sostenere i separatisti, abbiamo modi per costringere la Russia a riflettere sul prezzo di quel sostegno, e lo faremo”. Sabato sera il Premier britannico David Cameron ha definito quanto accaduto “un risultato diretto della destabilizzazione da parte della Russia di uno Stato indipendente”, dicendo che “se il Presidente Putin non cambia il proprio approccio alla situazione in Ucraina, l’Europa e l’Occidente dovranno cambiare radicalmente il proprio approccio verso la Russia”. Domenica il nuovo Ministro della Difesa della Gran Bretagna, Michael Fallon, in un’intervista a Mail on Sunday, ha definito la Russia “uno sponsor del terrorismo” aggiungendo che i russi devono “andarsene dall’Est dell’Ucraina, lasciando l’Ucraina agli ucraini”. Domenica sera invece è stato reso noto che i leader della Germania, della Francia e della Gran Bretagna hanno dichiarato la loro disponibilità a imporre alla Russia sanzioni supplementari se Putin non prende misure urgenti per facilitare l’indagine internazionale dei motivi dell’incidente. L’incontro dei Ministri degli Affari Esteri UE è programmata per martedì, ed è questa la scadenza entro cui si attende la reazione dei vertici russi. Fino a poco tempo fa, i leader dell’Europa continentale si esprimevano con molto più ritegno rispetto agli americani e ai britannici. La tragedia dell’aereo, però, costringe gli europei a una maggiore sincerità. La Russia ha bisogno di iniziare a ripristinare la fiducia nei rapporti con l’Europa. Tante cose ormai sono irreversibili, però passi netti e responsabili possono ancora segnare una via verso una reciproca comprensione. L’attenzione del mondo intero è concentrata sull’indagine che, in essenza, non è ancora neanche iniziata. Dalla Russia, qui, dipende tanto. Gli indugi e i problemi d’accesso al sito dell’incidente vengono percepiti nel mondo come tentativi di nascondere qualcosa. Autore: N. Epple Taglio: alto Traduzione: Lev Kats Kommersant http://www.kommersant.ru/ Pagina 6 – Il padre adottivo ha dimenticato di prendere la medicina – In Italia è stato ucciso un bambino adottato dalla Russia Sommario: Il Comitato Investigativo russo ha avviato un’inchiesta penale per negligenza in relazione alla pratica di adozione da parte di cittadini italiani del bambino russo, Mak sim Kichigin, rimasto ucciso nella famiglia adottiva. Il cinquenne è stato soffocato con un cuscino. I rappresentanti delle autorità russe hanno già chiesto il Presidente del Consiglio Matteo Renzi di prendere sotto controllo l’indagine del delitto, e alla Duma di Stato hanno iniziato a parlare della necessità di rivedere il sistema della selezione dei candidati italiani in genitori adottivi. Maksim Kichigin è stato trovato morto a casa dei genitori adottivi, nella città italiana di Pescara il 17 luglio; è il 47enne Massimo Maravalle il sospetto dell’omicidio del figlio adottivo. Secondo la versione preliminare dell’istruttoria, il bambino è stato soffocato con un cuscino. È stata la madre adottiva, Patrizia Silvestri, a ritrovare il corpo. La donna ha chiamato la polizia, che ha provveduto all’arresto del sospetto infanticida. Si dice che Massimo Maravalle è affetto da una turbe psichica ed è seguito da un medico psichiatra. Secondo una delle versioni, potrebbe aver dimenticato di prendere per tempo la medicina perdendo quindi il controllo di sé. Maksim Kichigin era nato il 9 marzo 2009 a Blagoveschensk, e si trovava nella casa dell’infanzia c omunale. Nel maggio 2012 i due coniugi italiani lo hanno adottato e portato in Italia. La Procura di Pescara ha già avviato il procedimento nei confonti del genitore adottivo. Si rileva che al momento dell’adozione le autorità competenti italiane non sapevano nulla del disturbo di Massimo Maravalle. Le autorità russe hanno reagito con durezza all’incidente: il capo del comitato della Duma di Stato per affari familiari, Elena Mizulina, ha dichiarato che bisogna rivedere il sistema di selezione dei candidati italiani a genitori adottivi e irrigidire i requisiti per gli adottanti. Il rappresentante per i diritti dei bambini Pavel Astakhov si è rivolto al Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi con la richiesta di prendere le indagini sotto il control lo personale. Inoltre il signor Astakhov si è rivolto al presidente del Comitato investigativo russo, Aleksandr Bastrykin, chiedendolo di effettuare la verifica dell’iter di adozione di Maksim Kichigin. “La decisione di avviare il procedimento penale è stata presa sulla base degli esiti di una verifica processuale, nel corso della quale sono stati acquisiti dati che testimoniano probabile negligenza da parte dei pubblici ufficiali degli organi di pubblica amministrazione della regione di Amur, degli organi di autogoverno locale, avutasi nel formalizzare i documenti per l’adozione del bambino nel 2012”, - dice il comunicato ufficiale del Comitato investigativo arrivato più tardi. Il procedimento è stato avviato dalla direzione d’inchiesta del Comitato inves tigativo russo per la regione di Amur sulla base della p.2 dell’articolo 293 del Codice Penale russo. Non hanno potuto precisare però qual è “il complesso di attività d’inchiesta mirate a stabilire tutte le circostanze dell’accaduto” che bisogna effettuare. “Non possiamo dire di più rispetto al comunicato sul sito del comitato investigativo” – ha detto a Kommersant una fonte nella direzione. Anche le autorità regionali per il momento non sono pronte a commentare la situazione. “Non posso rispondere a domande su una questione così importante via telefono”, - ha detto a Kommersant il capo del Ministero dell’Istruzione e Ricerca locale Marina Selyuch. Ha rilevato che la decisione dell’adozione viene presa dalla corta su istanza degli organi di tutela municipali. Nell’amministrazione della città di Blagoveschensk si sono rifiutati di commentare la situazione. Ricordiamo che anche la prima clamorosa vicenda sulla morte di un bambino russo adottato all’estero era stata legata alla regione di Amur. Nel 1999, dopo che la corte aveva privato dei diritti di genitori il padre e la madre, i tre figli della famiglia Tulimov sono stati adottati dalla famiglia americana dei Matthey. Nell’ottobre 2000 Vitya Tulimov è morto di surraffreddamento: era stato rinchiuso nel ripostiglio per tutta la notte. La corte ha stabilito che i genitori adottivi picchiavano il bambino, lo rinchiudevano nel freddo scantinato negandogli i soccorsi sanitari. Alla fine Robert e Brenda Matthey sono stati condannati a 10 anni di reclusione. Autore: P. Koshelenko Taglio: alto Traduzione: Lev Kats Moskovsky Komsomolets http://www.mk.ru/ Il bimbo adottato dalla Russia è stato ucciso da un padre con malattia psichica – È avvenuto il primo caso tragico in tutta la storia delle adozioni russo-italiane Ancora un dramma di un bambino russo adottato all’estero: in Italia è morto un ragazzino di cinque anni. Secondo la ricostruzione della polizia della città di Pescara, il bambino è stato ammazzato dal padre adottivo che soffre di una malattia psichica e non ha preso per tempo le medicine necessarie. Il 47enne Massimo Maravalle è stato arrestato, mentre il Comitato investigativo russo ha avviato un procedimento penale per negligenza nella formalizzazione dei documenti per l’adozione. MK ha accertato che Maksim Kichikin è nato il 9 marzo 2009 a Blagoveschensk, e i genitori lo hanno subito rifiutato. I coniugi italiani Maravalle lo hanno adottato nel maggio 2012. Secondo la versione preliminare, è stato il padre adottivo del bambino a soffocarlo di notte con un cuscino. È noto che il padre ha dei disturbi psichici, è seguito dai medici e, secondo le ricostruzioni, quel giorno si è dimenticato di assumere le medicine che lo mantengono in uno stato ragionevole. La madre adottiva del bambino, che dormiva accanto, ha chiamato subito la polizia che ha fermato l’omicida. La questione principale che sorge adesso è come è stato possibile che una persona con una malattia psichica ha avuto il permesso di adozione? - In Italia gli adottanti potenziali passano dei controlli estremamente severi e devono raccogliere tanti certificati medici, - ha spiegato a MK il direttore di una delle agenzie di adozione, Olga. – E dopo l’adozione il bambino rimane cittadino russo, viene registrato al Consolato russo, e le condizioni della sua vita vengono costantemente controllate. Solo che prima del 2012 la valutazione dello psichiatra non era obbligatoria, bastava un certificato rilasciato dal medico di famiglia. Forse Maksim era stato adottato ancora prima dell’introduzione di quella regola. Ora rimane da appurare in che modo è stato ottenuto il permesso di adozione, perché lo ha ottenuto una famiglia in cui uno dei coniugi è malato di mente, se il fatto era stato nascosto intenzionalmente o è stato frutto di disattenzione e del mancato adempimento ai propri compiti dei funzionari che rilasciano il relativo permesso. Per questo ora la Procura si occuperà di meticoloso esame di tutti i documenti presentati alla corte dei minori per capire come era stata emessa la decisione sul riconoscimento di quella coppia come pronta all’adozione. E il Comitato investigativo russo ha avviato un procedimento penale per negligenza. - Questa decisione è stata presa sulla base dei risultati di una verifica processuale, nel corso della quale sono stati percepiti dati sulla probabile negligenza da parte dei funzionari degli organi di pubblica amministrazione della regione di Amur, degli organi di autogoverno locale, commessa nel formalizzare i documenti per l’adozione del bambino nel 2012, - ha dichiarato il portavoce del Comitato investigativo russo Vladimir Markin. “L’accordo tra la Russia e l’Italia è stato il primo nell’ambito delle adozioni all’estero nel 2008, - dice il rappresentante per i diritti d’infanzia presso il Presidente russo Pavel Astakhov. – Non vorremmo subito mettere in dubbio quell’accordo a causa di un solo, purché molto tragico, caso. Questo caso è stridente di per sé, è una situazione straordinaria. Il Ministero dell’Istruzione e ricerca è il cosiddetto operatore di adozioni straniere, e in primo luogo loro devono verificare tutte le informazioni: sia i dati pervenuti prima dell’adozione, nel corso della preparazione dei documenti per la loro presentazione alla corte, sia quei documenti che sono stati percepiti dopo”. La Duma di Stato invece ha esortato l’Italia a condurre una meticolosa indagine di questo incidente. I deputati ritengono che non si debba soltanto stabilire il colpevole e chiamarlo alla responsabilità, ma anche dare una valutazione all’iter del riconoscimento come idonei dei candidati a adottanti che vige in Italia. *** L’Italia oggi adotta il numero più alto dei bambini provenienti dalla Russia. Nel 2013, sono stati 720 bambini russi a trovare qui i genitori, mentre in generale negli ultimi 10 anni lo hanno fatto più di 6000 bambini. Finora in Italia non è mai stato registrato neanche un caso di cattivo trattamento dei bambini adottati dalla Russia. Autore: I. Seliverstova Taglio: alto Traduzione: Lev Kats Novye Izvestia http://www.newizv.ru/ Avviato il procedimento penale per la morte del bambino russo in Italia Domenica il Comitato investigativo russo ha avviato il procedimento penale per negligenza nella formalizzazione dei documenti per l’adozione del bambino morto in questi giorni in una famiglia adottiva in Italia. In precedenza il capo del comitato della Duma di Stato per gli affari di famiglia, delle donne e dei bambini Elena Mizulina ha proposto di irrigidire i requisiti per gli adottanti italiani. Secondo i media locali, la polizia della città italiana di Pescara ha fermato il 47enne Massimo Maravalle con l’accusa di omicidio del figlio adottato, il cinquenne bambino di Blagoveschensk. Il motivo dell’omicidio, secondo la versione preliminare, è stato il disturbo psichico di cui soffriva l’uomo. Tuttavia, nei documenti per l’adozione questo fatto non trova conferma. Anche gli organi locali che avevano seguito l’adozione del bambino erano ignari del disturbo psichico. “Nella maggior parte dei Paesi, prima di adottare bambini russi, i candidati devono presentare certificati medici impeccabili rilasciati da psichiatri, - commenta a NI la situazione il capo del fondo “Volontari in aiuto ai bambini orfani” Elena Alshanskaya. Secondo lei, “il genitore adottivo poteva davvero essere sano al momento della formalizzazione delle pratiche, mentre il disturbo avrebbe potuto venire dopo”. “Se non c’è la possibilità di proteggersi, non è chiaro come combattere la cosa”, - dice lei. Per quanto riguarda invece la necessità di irrigidire i requisiti al procedimento dell’adozione di bambini russi da parte di cittadini stranieri, “va applicata in primo luogo alle stesse agenzie di adozione” – ritiene Alshanskaya. In precedenza in Italia non era stato registrato neanche un caso di violenza ai danni di un bambino adottato dalla Russia. Adesso è in corso l’indagine, e secondo l’accordo bilaterale con l’Italia la parte italiana è tenuta a fornire informazioni esaurienti su quanto accaduto. Autore: Y. Kamyrina Taglio: alto Traduzione: Lev Kats