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07 settembre 2009 delle ore 13:11 fino al 13.IX.2009 Sophie Usunier Torino, Pav La pia illusione del controllo sulla natura. Esercizi di presunto potere, da giocare rigorosamente sotto una campana di vetro. Perché fuori il dialogo è negato e lo spaesamento inquietante. Il re è nudo... C’è un rischio nemmeno troppo sottile ad affrontare le Domestic Conditions di Sophie Usunier (Neufchâteau, 1971; vive a Milano), ricreate negli spazi del Parco d’Arte Vivente di Torino. È quello di cedere alla pigrizia, di farla facile, di fermarsi alla superficie e non aver voglia di andare oltre; il rischio - tanto per rimanere in ambito “casalingo” - di darsi una strofinata sullo zerbino, buttare dentro il naso e scappare via subito, come si fa sotto Natale con i parenti alla lontana. E invece no, qui c’è da entrare eccome. Entrare e sedersi al tavolo. Aspettare, ascoltare, guardare. Condizioni domestiche è il tema dell’intervento, curato da Claudio Cravero: un collage di cinque opere più o meno recenti, più o meno inedite (alcune le abbiamo già apprezzate a Piacenza chez Livio Baldini), più o meno pungenti. Legate dall’analisi del preteso controllo dell’uomo sulla natura, della domesticazione dell’ambiente, della sua declinazione alle esigenze della società (in) civile, dell’ingrigirsi di un rapporto che ha perso il carattere di necessario equilibrio per franare verso la coercizione più restrittiva. Tema da no global dieci anni dopo Naomi Klein? Ecco, sì: volendo semplificare e interpretare Les Vents Contraires, collezione di ventilatori imbrigliati nelle maniche a vento, come la denuncia della patetica volontà dell’uomo di incatenare persino il vento; a maggior ragione sì, se si guarda come il volo di mosche ritratto in Whirling dervish flies sia solo apparentemente sincrono con il commento musicale, scelto per illudere che anche gli insetti danzino al ritmo della nostra cultura. Semplificando, dunque, sarebbe in fin dei conti tutto qui. Ma c’è dell’altro. C’è l’urgenza di chiedere e chiedersi quale spazio occupi, in questo panorama di prevaricazione, l’uomo. Non c’è riscaldamento globale, foresta stuprata o foca bastonata che tenga: la questione vera, posta da Usunier, non è cosa stiamo facendo a ciò che ci circonda, non è quali conseguenze questo comporti alla nostra vita, e non è nemmeno verso quale direzione ci stiamo muovendo. È, crudamente e crudelmente: chi siamo? La risposta, splendida, viene da Nature morte: una parete dove in cornice finiscono le liste della spesa dimenticate nei carrelli del supermercato. È vero, come indicano artista e curatore: si tratta di una riflessione sul nostro asservimento al superfluo, sullo scarto tra l’essenzialità dei bisogni che segniamo sulla carta e la grottesca ridondanza di quello che infine presentiamo alla cassa. Ma non possiamo accontentarci di questo. Nature morte è una galleria di volti, e in quest’ottica persino il titolo scelto brilla di una luce nuova: è la nuova frontiera della ritrattistica, ed è fedele, totale, iperrealista. Secondo questa suggestione, Antonello da Messina, oggi, forse non indugerebbe più sulla spavalderia dei sorrisi o sul gongolare degli sguardi: passerebbe direttamente a incorniciare estratti conto. Sophie Usunier racconta l’ultimo stadio dell’essere borghese, la placida cieca ritualità della società globale. articoli correlati Usunier in collettiva a Torino francesco sala mostra visitata il 10 luglio 2009 dal 18 giugno al 13 settembre 2009 Sophie Usunier - Domestic Conditions a cura di Claudio Cravero PAV - Parco d’Arte Vivente Via Giordano Bruno, 31 (zona Filadelfia) 10134 Torino Orario: da mercoledì a venerdì ore 15-18; sabato e domenica ore 12-19 Ingresso: intero € 3; ridotto € 2 Info: tel. +39 0113182235; info@parcoartevivente. it; www.parcoartevivente.it [exibart] indice dei nomi: Claudio Cravero, Sophie Usunier, Livio Baldini pagina 1