Eugenio Razelli Daniele Chiari Roberto Crapelli Andrea
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Eugenio Razelli Daniele Chiari Roberto Crapelli Andrea
Numero 9 – DICE M BRE 2010 PARLANDO CON NEWS DAGLI ASSOCIATI Eugenio Razelli LA VOCE DEI GRUPPI ANFIA ON THE ROAD CON… In questo numero Fabio Butturi Redattore della rivista Autobus A Est, a Est. Con ogni mezzo La Transmongolica non è un semplice viaggio in treno, è una liturgia terapeutica che ti accompagna fino all’alba del mondo. Atterrato al Domodedovo di Mosca, il 31 luglio, sono decollato da Pechino, il 26 agosto; in quei ventisette giorni, 7.865 chilometri sferragliando sulle traversine fino a Erlian, avamposto cinese a ridosso del confine mongolo, dove abbiamo cambiato registro con lo sleeping bus. La Transmongolica è un’onomatopea, sta tutta nel singhiozzo delle locomotive che musica il piano sequenza della taiga che sfuma nella tundra e dei villaggi di legno e paglia. Il metronomo dei cinque giorni sui binari è stata la cuccetta, con cui sono entrato immediatamente in simbiosi, per via di quel dondolio che ha edulcorato il tempo, esorcizzando il temuto bisogno di fare appassire le ore. Quel treno si è rivelato un caleidoscopio: dal vigile urbano di Krasnojarsk che sillabava i nomi di Maldini, Baggio e Spalletti, alla logorroica tabagista di Glasgow, alle coppie di ogni dove dirette in Tibet o sull’Altai, ai mille volti sfumati tra birra scipita e vodka. Come quello di Serghej, scultore di ghiaccio e sabbia, sponsor di Daniele Chiari L’OPINIONE DI… L’AGENDA APPUNTAMENTI ANFIA ON THE ROAD CON… Fabio Butturi Roberto Crapelli e Andrea Marinoni una maratona alcolica dalle 14 alle 22. E l’apoteosi in terza classe, trentadue ore tra le cuccette senza scompartimenti, un bagno di umanità dove ho pagato pegno al passaporto, intonando a furor di popolo ‘L’Italiano’ di Toto Cutugno e ‘Gelato al cioccolato’ di Pupo. E calibrare la mimica e sfogliare il breviario della Lonely Planet con la babushka intabarrata nello scialle o il reduce dall’Afganistan con i denti d’oro. E fare i conti con l’alienazione di sei fusi orari, inseguendo idealmente le lancette dell’orologio della stazione Yaroslav, a Mosca, in qualsiasi angolo della Siberia. Le tappe nel territorio ex sovietico sono state Nizhny Novgorod, Ekaterinburg, Novosibirsk e Irkutsk, città vissute a piedi, o decifrando il cirillico nelle metro oppure sui bus urbani stipati all’inverosimile, con gli accessi a fisarmonica spalancati anche in corsa, tra le ieratiche statue di Lenin e le chiome biondissime su tacco dodici. Ma è sul lago Baikal e in Mongolia che la ferrovia ha ceduto il passo ai minibus più folcloristici. Abbandonate le dimore dei decabristi, a Irkutsk, ci sono volute sei ore per approdare all’imbarcadero, basculando in uno sgangherato furgone; una breve traversata e l’attracco sull’isola di Olkhon, esplorata fino al villaggio di Khuzhir, col radiatore ormai esausto. Il giorno dopo ho sfidato i quindici gradi dell’acqua lacustre, mulinando le braccia mentre le tempie pulsavano, in uno scenario lunare e quasi incontaminato; i tralicci dell’elettricità sono arrivati nel 2005 e le toilette hanno conservato la forma delle latrine. Tre giorni di mountain bike, scorpacciate di omul, il delizioso pesce del Baikal, e frequentazioni sciamaniche con i buriati, etnia mongola di quelle parti. E ancora una volta in treno, fino ai rilievi infuocati dalle prime luci dell’alba a Ulan Bator, trampolino per le steppe mongole, solcate con un pullmino di fabbricazione polacca dalle sospensioni annichilite. La Mongolia è il cielo a portata del dito indice, il paradiso di chi vivrebbe a cavallo o sulla jeep. Ma la mia Mongolia è stata anche le dune a dorso di cammello nell’aria frizzante del vespro, o i remix dei Ricchi e Poveri tra gli accampamenti di gher, o ancora il falò alimentato con le deiezioni delle mandrie di cavalli, yak e pecore, ragionando di massimi sistemi intorno al fuoco. E a Erlian il commiato dal treno, ci aspetta lo sleeping bus delle 16:35, sul quale trascorro dodici ore sopra una specie di chaise longue. Pausa nel Gobi cinese, di seguito in una mensa serale, capolinea Pechino, dove i taxi sciamano a frotte e ci accompagnano dall’ostello alla città proibita e a Piazza Tienanmen. E, infine, il tributo alla Grande Muraglia, con l’interurbano blu risucchiato dalla megalopoli fino alla comparsa, improvvisa, della serpentina di pietra. Una rasoiata nell’orizzonte, esattamente come i binari della Transmongolica. PARLANDO CON Eugenio Razelli Presidente ANFIA Il 2010 volge al termine. Un anno fa eravamo pieni di aspettative, dopo l’annus horribilis 2009, ma anche consapevoli della difficoltà di fare delle previsioni, data la situazione di enorme incertezza che la crisi economica internazionale aveva lasciato dietro di sé. In occasione dell’Assemblea annuale dell’Associazione, lo scorso 27 settembre a Roma, abbiamo avuto modo di riflettere su quanto avvenuto durante l’anno che sta per terminare, dal punto di vista dei diversi comparti della filiera, a livello nazionale e globale, e sui progressi fatti nell’ambito delle sfide tecnologica, ambientale e competitiva, che rappresentano i grandi temi sul tavolo nello scenario globale. Vi invito, perciò, a sfogliare lo Speciale Assemblea Pubblica ANFIA 2010 allegato a questo nono numero della nostra newsletter, pensato come un’utile sintesi dei lavori, tutti gli spunti interessanti che vale la pena di ricordare di questo importante momento di confronto. L’Assemblea aperta è infatti l’occasione per raccogliere contributi da tutti gli stakeholders della filiera, specialmente in relazione al suo obiettivo principe: la realizzazione di una mobilità sostenibile, eco-compatibile, sicura, intelligente e accessibile, perseguibile solo con l’integrazione delle diverse tessere del nostro ‘puzzle’: imprese, istituzioni, infrastrutture, servizi, utilizzatori finali della mobilità. In queste pagine, cerchiamo invece di capire con che occhi, adesso, possiamo guardare al 2011, l’inizio di un nuovo decennio. Sappiamo che il mercato dell’auto chiuderà il 2010 ben al di sotto della media annuale di immatricolazioni dell’ultimo decennio, pari a 2.250.000 unità. Le previsioni si attestano tra 1.940.000 e 1.950.000 unità (-10% circa), ovvero 220.000 - 210.000 vetture in meno sui volumi del 2009 e in calo del 22% sui livelli di immatricolazioni del 2007. Con questo ingresso nel 2011, non possiamo attenderci un inizio anno brillante, anche perché il portafoglio ordini rimarrà basso, dopo le pesanti contrazioni registrate puntualmente mese su mese nel 2010 rispetto al 2009. Possiamo ipotizzare una prima ripartenza del mercato dopo il primo trimestre. L’anno chiuderà però su livelli di immatricolazioni inferiori al 2010, ovvero intorno a 1.850.000 unità. Come accade anche per altri beni durevoli, l’auto ripartirà davvero solo con la ripresa della fiducia dei consumatori. Speriamo anche in una ripresa naturale del PIL. Dopo un 2010 a +0,4% sul 2009 – che significa -28% sul 2007 e che sarebbe stato sicuramente in flessione senza l’ ‘effetto incentivi’ percepito ancora nel primo trimestre dell’anno – le consegne di veicoli commerciali leggeri si manterranno sugli stessi livelli anche nel 2011. Dopo un difficilissimo 2009 e un 2010 ancora in calo del 4,6% – che significa -49% sul 2007 – per i veicoli industriali nel 2011 dovrebbe incominciare una graduale inversione di tendenza, ma per ritornare ai livelli pre-crisi ci vorrà molto tempo. I veicoli rimorchiati, in crescita del 13,3% nel 2010 rispetto al 2009, soprattutto grazie al supporto degli incentivi, vedranno una ripresa delle immatricolazioni anche nel 2011. Gli autobus dovrebbero vedere una crescita del loro mercato nel 2010 (+10,8%), legata però continua a pag. 2 LA VOCE DEI GRUPPI ANFIA Daniele Chiari Presidente del Gruppo Autoveicoli di ANFIA e Responsabile Powertrain Portfolio Planning & Institutional Relations di Fiat Group Automobiles Il 10 novembre scorso, a Bruxelles, si è riunito per la prima volta il nuovo Gruppo di alto livello CARS 21, con una nuova missione. In che cosa consiste questo rinnovato progetto? CARS 21 – Competitive Automotive Regulatory System for the 21st century – è stato ricostituito a Bruxelles il 14 ottobre 2010, un progetto rilanciato e presieduto dal Vice Presidente della Commissione Europea e responsabile dell’industria e imprenditoria Antonio Tajani, con la missione di sviluppare un piano d’azione comune ed una visione per “una industria automobilistica europea competitiva ed una crescita ed una mobilità sostenibile fino al 2020 e oltre”. In particolare, CARS 21 svilupperà raccomandazioni politiche su questioni di impatto per la competitività e per la crescita sostenibile dell’industria automobilistica. Il Gruppo è formato da rappresentanti di rilievo dell’industria, dei sindacati, delle organizzazioni non governative, dei consumatori, degli Stati membri dell’Unione europea, della Commissione e delle altre istituzioni dell’Unione europea. Altre parti in causa, esperti tecnici e un pubblico più vasto parteciperanno tramite gruppi di lavoro ed una consultazione pubblica. CARS 21 sarà gestito mediante una struttura a tre livelli: il gruppo di alto livello (presidenti e direttori generali, presidenti di associazioni, ministri, etc.); il gruppo “sherpa” responsabile della consulenza del gruppo di alto livello; i gruppi di lavoro che lavoreranno sugli argomenti specifici esaminati dagli esperti tecnici. Al vertice dello scorso 14 ottobre, per la Commissione europea hanno partecipato, oltre al Vice Presidente Tajani, il Vice Presidente e Commissario per i Trasporti Siim Kallas, il Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, il Commissario per il Clima Connie Hedegaard e il Commissario all’Energia Günther Oettinger. Tra i rappresentanti del mondo automotive invece, oltre ad ACEA – l’Associazione dei Costruttori europei – hanno preso la parola Sergio Marchionne - CEO Fiat SpA, Dieter Zetsche - CEO Daimler, Philippe Varin - CEO PSA PeugeotCitroën, Didier Leroy - Presidente Toyota Motor Europe, Leif Johansson - Presidente e CEO Volvo Group. continua a pag. 2 L’OPINIONE DI… Roberto Crapelli Amministratore Delegato - e Andrea Marinoni Principal - di Roland BergerCompetence Center internazionale Automotive ANFIA - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica Sede di TORINO - Corso Galileo Ferraris, 61 - 10128 Torino Tel. +39 011 55 46 505 / Fax +39 011 54 59 86 Mail: [email protected] Se volete ricevere via mail i prossimi numeri di ANFIA News, potete iscrivervi direttamente sul nostro sito: www.anfia.it Sede di ROMA - Viale Pasteur, 10 - 00144 Roma Tel. +39 06 54 22 14 93(4) / Fax +39 06 54 22 14 18 Mail: [email protected] Com’è cambiato il panorama dell’industria automotive in Cina negli ultimi cinque anni? Il mercato dell’auto e quello della componentistica hanno subito una visibile trasformazione, resa ancor più evidente in corrispondenza della crisi che ha investito Europa, Stati Uniti e Giappone. Lo straordinario sviluppo del mercato dei veicoli leggeri in Cina, passato da oltre 3 milioni di unità nel 2005 a quasi 11 milioni previsti nel 2010, è stato trainato dalla crescita dell’economia reale che si è riflessa sull’aumento del reddito disponibile pro-capite, dalla crescente competizione e dalla conseguente riduzione dei prezzi, dalla disponibilità di strumenti di finanziamento all’acquisto e dalla crescente varietà dei modelli che ha stimolato la domanda. Il segmento A è cresciuto maggiormente rispetto agli altri e rappresenta oggi oltre il 40% del totale. Si è inoltre assistito ad una decisa crescita dei brand locali che oggi pesano per il 30% del totale. Non solo JV internazionali quindi ma sempre più brand cinesi, in grado di interpretare sempre meglio le esigenze del consumatore. Negli ultimi 5 anni il mercato dei fornitori di componenti è quasi quadruplicato: oggi vale 1,2 Mld RMB. La destinazione domestica delle forniture, pur cresciuta progressivamente e pari oggi a due terzi del totale, sta perdendo quota a favore dell’export. Infatti aumenta la domanda di componenti aftermarket internazionale, i programmi di global sourcing vanno progressivamente a regime e aumenta il peso degli impianti realizzati dagli stranieri destinati all’export. Così come per i costruttori cinesi, anche i componentisti locali stanno sviluppandosi molto velocemente, nonostante “WOFE” e “JV” restino ancora i principali protagonisti del mercato della fornitura. continua a pag. 3 da pag.1 L’AGENDA APPUNTAMENTI ANFIA L’OPINIONE DI... da pag.1 LA VOCE DEI GRUPPI ANFIA Daniele Chiari da pag.1 PARLANDO CON Eugenio Razelli soprattutto allo slittamento delle immatricolazioni dei lotti aggiudicati con gare dell’anno precedente, e per il 2011 le prospettive non sono incoraggianti. Gli autocaravan, che negli ultimi 4 anni hanno visto dimezzarsi le immatricolazioni, chiuderanno anche il 2010 in flessione, tra -8% e -2%. Infine, come di consueto, un rapido aggiornamento sulle più recenti attività di ANFIA. A ottobre, la partecipazione al SAIE di Bologna – con il successo del seminario organizzato insieme ad IPAF sull’importanza della manutenzione e delle verifiche periodiche per le piattaforme di lavoro elevabili – e, a Torino, il seminario dedicato ai servizi della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) per le aziende del settore automotive. A novembre, a Torino, la partecipazione a ITN - Infrastructure Telematics and Navigation – con un workshop sui vantaggi dei servizi telematici per le flotte che ha visto il lancio di un progetto pilota congiunto ANFIA - ANIASA - ASSILEA; il seminario sugli strumenti finanziari per l’internazionalizzazione delle imprese del settore automotive; a Roma, la partecipazione, come OICA, alla 2ª Conferenza sull’Ambiente Globale e l’Energia nei Trasporti (MEET 2); a Milano, la partecipazione agli Stati Generali dell’Autotrasporto nell’ambito di Transpotec 2.0.; in Cina, il successo della missione Confindustria - ICE - Unione industriale di Torino ANFIA. A dicembre, l’appuntamento con il Motor Show e i suoi approfondimenti convegnistici sulle prospettive del mercato dell’auto e sulle politiche per la mobilità sostenibile. Gli ultimi sviluppi sul fronte dei rapporti con le istituzioni: la recente audizione presso il Comitato Scientifico della Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica, in vista della definizione del Piano Nazionale per la Logistica; il prosieguo dei lavori relativi al Tavolo della Mobilità Sostenibile avviato dal Ministero dell’Ambiente a fine settembre e al Tavolo sull’R&D, in cui stiamo definendo le linee d’azione per l’individuazione di adeguate forme di finanziamento per il nostro Piano di Filiera, sia sul fronte dei fondi nazionali, sia su quello dei fondi strutturali UE. Chiudo ricordandovi il prossimo lancio dei corsi di formazione ANFIA 2011, di cui trovate alcune anticipazioni qualche pagina più in là, e l’imperdibile appuntamento con la prima edizione del Qatar Motor Show a Doha, dal 26 al 29 gennaio, che vedrà la partecipazione del Gruppo Carrozzieri Autovetture ANFIA con l’esposizione delle concept cars che meglio esprimono le eccellenze del car design italiano. Un bel modo di iniziare il nuovo anno. [email protected] Qual è la storia del Gruppo, le tappe che hanno portato alla sua ricostituzione? L’iniziativa, promossa dalla Commissione già nel 2004, partiva da un presupposto irrinunciabile, ovvero che le iniziative politiche e regolamentari delle Istituzioni europee non dovessero essere lesive della competitività del settore nella competizione globale. Le azioni comunitarie avrebbero dovuto evitare, infatti, iniziative frammentarie, obiettivi conflittuali ed essere, al contrario, promotrici di un approccio integrato come metodo per diminuire il costo per la collettività in vista del raggiungimento degli obiettivi. In particolare, CARS 21 avrebbe dovuto essere il portabandiera del principio fondamentale di neutralità tecnologica nelle policies comunitarie, di riduzione dei costi cumulati (dovuti alla regolamentazione) – che, com’è noto, hanno l’ effetto nefasto di rallentare il rinnovo del circolante con veicoli efficienti e ‘sostenibili’ – della non discriminazione dell’industria europea sul piano del commercio internazionale, attraverso aperture a livello multilaterale e/o bilaterale bilanciate, fatte precedere da adeguati studi d’impatto. Il mancato raggiungimento di alcuni degli obiettivi principali che si erano prefissati nel 2004 ha coinciso con la forte volontà e soprattutto la necessità di rilanciare il Gruppo. Infatti, a giudizio di ACEA e dei costruttori automotive, nonostante le raccomandazioni di CARS 21, sono state introdotte, anche nel periodo più nero della crisi economica, nuove costose regolamentazioni, con lead time a volte inadeguato alle esigenze industriali, spesso in assenza di analisi di fattibilità condivise tra i soggetti industriali ed istituzionali coinvolti, nonché negoziati di accordi di libero scambio commerciale penalizzanti per l’industria europea. Tra i casi più evidenti, vorrei citare, per esempio, la severa regolamentazione sulla riduzione delle emissioni di CO2 approvata per le autovetture e quella in discussione per i veicoli commerciali leggeri, e la negoziazione di accordi di apertura del mercato UE sbilanciati per il settore – caso eclatante è il Free Trade Agreement UE - South Korea. In definitiva, che cosa possiamo aspettarci da questo rinnovato impegno? La crisi economica ha messo in evidenza la necessità di strumenti come CARS 21, che si dovrà configurare come la piattaforma su cui ricostruire, in maniera strutturale, la competitività dell’industria automotive in Europa, a favore dello sviluppo economico e dell’ambiente. Con questo rilancio, il Gruppo di alto livello dovrà lavorare alla definizione delle regole per una regolamentazione che sia non solo migliore di quella esistente, ma anche smart. Occorrerà cioè far passare l’idea che legiferare non vuol dire ridurre o aumentare il numero di regole, quanto piuttosto ottenere risultati nel modo meno oneroso possibile, e che ottemperi al cosiddetto ‘life-cycle approach’, un approccio che guardi all’intero ciclo di definizione delle politiche e ponga maggiore attenzione alla valutazione delle regole già esistenti. CARS 21 dovrebbe concludersi nella primavera del 2012 con una relazione finale adottata dal gruppo ad alto livello. ACEA ha richiesto, nel corso della prima riunione del Gruppo di alto livello, l’elaborazione e l’adozione di una relazione intermedia dei lavori all’inizio o a metà 2011, in quanto alcune importanti iniziative di politica industriale per il nostro settore sono già state avviate e licenziate dalla Commissione (tra queste, la Comunicazione sulla politica industriale, adottata a ottobre 2010, e la Comunicazione sulla futura politica commerciale dell’UE, adottata a novembre 2010) ed è fondamentale un avanzamento coordinato e non frammentario delle policies europee. Roberto Crapelli e Andrea Marinoni Le altissime potenzialità di crescita del mercato dell’auto cinese spingono le aziende della filiera della componentistica europea ed italiana a insediarsi in questo Paese con l’intento di servire i car makers locali. Quali sono le strategie vincenti per centrare questo obiettivo nel breve-medio e nel lungo termine? I fornitori devono saper scegliere il Costruttore giusto, puntando ad un’offerta innovativa e localizzata rispetto alle esigenze del mercato cinese. Tra tutti, BYD e SAIC sembrano essere i più promettenti al 2014. Non esiste tuttavia un percorso predeterminato per la scelta del partner: piuttosto, individuato il costruttore target, bisogna saper affrontare le difficili fasi negoziali, spesso soggette a meccanismi decisionali e tempistiche molto lontani dalla prassi europea e italiana. D’altra parte, sembra emergere un’intenzione da parte degli OEM locali a dare supporto ai fornitori stranieri che intendano costruire una base in Cina. Le attività promosse in Cina dai fornitori europei e italiani si devono inserire in un disegno multi-paese, non limitato quindi al solo mercato cinese. L’accesso ai Costruttori locali deve essere unito alle opportunità di realizzare una base per servire l’Asia e alla realizzazione di una strategia di approvvigionamento Low Cost Country. Nel breve termine si possono cogliere significativi vantaggi senza il disegno complessivo a regime. Inoltre, i componentisti devono saper offrire gli adeguati contenuti di ingegneria e gli standard produttivi per i costruttori locali, fortemente sensibili ai costi. Nel brevemedio termine i fornitori possono limitare il design allo stretto necessario, bilanciare il rapporto lavoro/automazione e puntare alla riduzione del time to market valorizzando competenze di R&D locali. La progressiva integrazione con i processi del Costruttore permetterà di consolidare il rapporto di fornitura nel lungo termine. Infine, esiste l’esigenza di tutelare la proprietà intellettuale attraverso una strategia di outsourcing, basata sulla scomposizione in sottomoduli delle forniture per il Costruttore, da assemblare preferibilmente manualmente in modo da minimizzare i costi. Questa strategia può essere avviata nel breve termine raggiungendo il pieno potenziale puntando ad una continua attività di scouting e sviluppo fornitori. Quali sono ad oggi i punti di debolezza del settore in Cina e le prospettive di crescita dell’industria locale in rapporto agli altri player globali? I fornitori cinesi hanno seguito un costante miglioramento negli ultimi anni, anche se emergono aree di miglioramento: due esempi. Esiste una chiara opportunità per la Cina di diventare l’area di riferimento per le tecnologie collegate con l’auto elettrica, anche alla luce dei forti incentivi governativi; i fornitori locali, rispetto a quelli internazionali, mostrano aree di miglioramento soprattutto per quanto riguarda l’elettronica e i sistemi di gestione della batteria. Un altro esempio riguarda l’affidabilità di alcune lavorazioni ad alta complessità, come alcune parti prodotte per fusione non sempre al livello di quelle europee. NEWS DAGLI ASSOCIATI AUTOSTUDI Nuovo assetto societario I fratelli Carlo e Roberto Angiono, fondatori di Autostudi S.r.l., hanno rilevato le ulteriori quote della Società con sede legale a Torino. L’acquisizione delle quote che erano detenute in parte dal Gruppo Rieter consente agli Angiono di ottenere il 100% delle quote societarie e con esse la piena proprietà e autonomia. “La scelta della multinazionale svizzera di cedere le quote di Autostudi conferma la volontà del Gruppo di uscire dal settore del Design italiano. Ora, dopo anni proficui trascorsi in seno al Gruppo Rieter, Autostudi si propone al mercato internazionale con nuove vesti e strategie. L’obiettivo aziendale dichiarato è continuare a crescere; Autostudi forte del suo team di specialisti, sarà in grado di garantire ai suoi clienti alta professionalità e grandi competenze”, così afferma Carlo Angiono, Amministratore Unico. La società ha realizzato nel 2009 un fatturato di 2,6 milioni di euro ed è presente nel Settore Automotive e Industrial Design offrendo servizi dallo Stile all’Engineering fino all’Industrializzazione dei prodotti. BOLLANTI HEALTHCARE VEHICLES IDEA INSTITUTE Le azioni messe in campo per rispondere alla crisi internazionale Nuova gestione della società, acquisita da Quantum Kapital AG In un mercato disorientato, in cui anche gli acquirenti in passato molto attenti alla qualità del prodotto e all’innovazione si orientano su prodotti economici che possano dare il massimo risultato con il minimo investimento – a maggior ragione nel settore Pubblico, dove Enti e Amministrazioni Statali sono in deficit perenne di fondi – l’azienda, che nell’ultimo anno pre-crisi aveva investito molto in R&S, si è ritrovata costretta ad esplorare nuovi mercati con varie strategie di approccio. Il modello “Integra” è un’ambulanza di nuova generazione prodotta su base Fiat Ducato e porta con sé tutte le innovazioni tecnologiche realizzate affinché potesse essere definita su tutti i mercati “l’Ambulanza Tecnologicamente più Avanzata” (con impianto fotovoltaico per la ricarica delle batterie anche a veicolo spento e sistema di allestimento progettato e costruito per la fornitura in kit per l’eventuale assemblaggio nel Paese di destinazione). L’azienda sta inoltre lavorando a un piano di sviluppo 2011-2013 che prevede la trasformazione in SpA con un aumento del capitale sociale e l’eventuale ingresso di un partner. Lo scorso luglio IDEA Institute è stata acquisita da Quantum Kapital AG, St. Gallen, società svizzera guidata da Steffen Görig, che è oggi anche il nuovo Presidente di IDEA. Obiettivo prioritario della nuova gestione di IDEA è mantenere e consolidare le tre principali aree in cui opera la società – Style, Engineering e Modelling – rilanciandola con un rafforzamento dell’organizzazione e della struttura aziendale, migliorandone il posizionamento in Italia ed aumentandone la presenza sui mercati internazionali. Ai Manager già presenti in azienda, che proseguiranno l’attività con il consueto spirito di gruppo, verranno affiancate nuove professionalità e capacità, oltre al personale impegno e la determinazione dal Presidente. “Sono convinto che la nuova società possa dare un contributo importante alle attività del nostro Gruppo – ha commentato Leonardo Fioravanti, Presidente del Gruppo Carrozzieri Autovetture ANFIA – anche attraverso la sua esperienza sui mercati internazionali. Il mio augurio è che si apra, per IDEA, una nuova e florida epoca, con l’auspicio di una rapida ripresa del settore automotive”. IVECO IRISBUS Un Domino HDH per la Marina Militare Si è svolta il 17 novembre scorso a Roma, presso il Motor Village di viale Manzoni, centro polivalente di Fiat Group Automobiles, la cerimonia di consegna di un Domino HDH alla Marina Militare. Oltre al Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Andrea Campregher e al Direttore Sales & Marketing Retail Iveco Irisbus Enrico Vassallo, erano presenti anche i vertici della Solsonica – l’azienda fornitrice dell’impianto di produzione di energia fotovoltaica installato sul veicolo – e i vertici della “Innocom”, azienda che si è occupata dell’allestimento del bus. Il Domino HDH, che fa parte della gamma turistica Iveco Irisbus, è stato concepito ed allestito per interagire con il pubblico in maniera multimediale – è infatti dotato di un sistema di 7 monitor LCD gestibili singolarmente tramite un pc “touch screen” o simultaneamente tramite un sistema “watch out” – e verrà utilizzato come “Centro Mobile Informativo” della Marina durante un tour di presentazione delle proprie attività al grande pubblico, con una particolare attenzione ai giovani potenzialmente interessati all’arruolamento. Dicembre 2010 - Febbraio 2011 Alla luce della prevista crescita della quota di forniture destinata all’export, i fornitori locali mostrano alcuni punti di forza nella comparazione con i player globali. Il primo e più immediato vantaggio risiede nella competitività sul fronte dei costi. I fornitori cinesi hanno inoltre ridotto il gap verso quelli globali sul fronte dello sviluppo tecnologico, della qualità e del livello di managerialità per la continua esposizione verso i Costruttori internazionali che hanno imposto ai fornitori un’accelerazione della propria crescita sulla curva di esperienza. Infine, il terzo punto di forza è legato all’esigenza da parte dei fornitori cinesi di dotarsi di strutture proprie di R&S, puntando a segmenti di offerta a maggiore valore aggiunto. Corsi di formazione Gennaio - Febbraio 2011 I prossimi Seminari ANFIA in area economiconormativa: • • • • White list e black list: la disciplina controlled foreign companies e le ultime novità in materia di antiriciclaggio 2 febbraio 2011, ore 9.00 Aggiornamenti in tema di responsabilità amministrativa delle società ex D.lgs n.231/2001 10 febbraio 2011, ore 9.00 Project Management 17 febbraio 2011, ore 9.00 Evoluzione della normativa europea 461/2010 e l’impatto sul mercato del post-vendita 24 febbraio 2011, ore 9.00 Per informazioni: [email protected] I prossimi Corsi di formazione ANFIA in area qualità: • • • • Lean Six Sigma Modulo Green Belt 31 gennaio - 1-2-3-4 febbraio 2011, ore 8.45 Corso sulle 5S 14 febbraio 2011, ore 8.45 TPM Total Productive Maintenance 15-16 febbraio 2011, ore 8.45 Corso per auditor interni Ambiente e Sicurezza 23-24-25 febbraio 2011, ore 8.45 QATAR MOTOR SHOW 26-29 gennaio 2011 - Doha Exhibitions Centre Organizzato dal Qatar Tourism Authority (QTA) in collaborazione con Q.media Events e GL events e con il patrocinio di HE Sheikh Hamad Bin Jassim Bin Jabor Al Thani, Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri. Area espositiva Concept Cars - Gruppo Carrozzieri Autovetture ANFIA 26 gennaio 2011, Doha Grand Hyatt Hotel First Middle East Automotive Convention • Morning: The Future of Automotive Sector: market scenario, eco-mobility and sustainable mobility, innovation and technology • Afternoon: ITS technologies for the automotive sector Ore 18.00: Cerimonia di inaugurazione del Motor Show More info: www.qatarmotorshow.gov.qa PRODUTTORI CARAVAN e CAMPER Dal 1° novembre ha preso il via la nuova campagna pubblicitaria “DEVI SOLO PARTIRE – anche in autunno”, targata APC (Associazione Produttori Caravan e Camper). Nello spot radio APC, la giornalista del tg parla dell’impatto della crisi che colpisce duramente le vacanze degli italiani, affermazione seguita dalla notizia inattesa di un “popolo misterioso”: uomini, donne e bambini di tutta Italia, che nonostante la crisi partono ogni fine settimana, cogliendo le numerose opportunità del turismo autunnale e invernale. Il segreto di questa misteriosa community che sceglie la libertà anche in viaggio è, però, alla portata di tutti: è il camper! Come sottolinea il claim, con il camper non serve nessuna prenotazione e nessuna attesa. Devi solo partire! La campagna, declinata su radio e internet è supportata dalla nuova homepage del sito www.sceglilcamper.it, interamente dedicata agli itinerari d’autunno e d’inverno in camper. Per informazioni: [email protected] ITN INFRASTRUCTURE, TELEMATICS & NAVIGATION Workshop ANFIA Telematica e Gestione Flotte: vince il gioco di squadra Nell’ambito del workshop tenutosi il 12 novembre 2010 a Torino - Lingotto Fiere, in occasione di ITN – Infrastructure, Telematics and Navigation, e organizzato da ANFIA insieme a una collettiva delle aziende associate produttrici di prodotti e di servizi telematici (nella foto), è avvenuto il lancio di un progetto pilota congiunto ANFIA – ANIASA – ASSILEA sui servizi telematici per le flotte. L’iniziativa consisterà nel mettere a disposizione gratuitamente, per i gestori e i proprietari di flotte, un certo numero di prodotti e di servizi telematici dei diversi provider aderenti al progetto, al fine di favorire la comprensione dei potenziali vantaggi derivanti dall’impiego di prodotti di telematica satellitare per questo specifico comparto, e quantificarne così i positivi impatti. TRANSPOTEC 2.0 - STATI GENERALI DELL’AUTOTRASPORTO L’intervento di Gianmarco Giorda, Direttore Operativo ANFIA, agli Stati Generali dell’Autotrasporto del 19 novembre 2010 a Milano – che hanno visto, tra i relatori, anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli – si è concentrato sugli interventi delle istituzioni a sostegno del settore dei veicoli industriali e dei rimorchi chiesti ed ottenuti dall’Associazione con un positivo impatto sul comparto e sulle priorità individuate per il Piano nazionale della Logistica, successivamente presentate da ANFIA nell’audizione del 23 novembre in presenza del Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Bartolomeo Giachino e del Comitato Scientifico della Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica. da pag.1 L’AGENDA APPUNTAMENTI ANFIA L’OPINIONE DI... da pag.1 LA VOCE DEI GRUPPI ANFIA Daniele Chiari da pag.1 PARLANDO CON Eugenio Razelli soprattutto allo slittamento delle immatricolazioni dei lotti aggiudicati con gare dell’anno precedente, e per il 2011 le prospettive non sono incoraggianti. Gli autocaravan, che negli ultimi 4 anni hanno visto dimezzarsi le immatricolazioni, chiuderanno anche il 2010 in flessione, tra -8% e -2%. Infine, come di consueto, un rapido aggiornamento sulle più recenti attività di ANFIA. A ottobre, la partecipazione al SAIE di Bologna – con il successo del seminario organizzato insieme ad IPAF sull’importanza della manutenzione e delle verifiche periodiche per le piattaforme di lavoro elevabili – e, a Torino, il seminario dedicato ai servizi della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS) per le aziende del settore automotive. A novembre, a Torino, la partecipazione a ITN - Infrastructure Telematics and Navigation – con un workshop sui vantaggi dei servizi telematici per le flotte che ha visto il lancio di un progetto pilota congiunto ANFIA - ANIASA - ASSILEA; il seminario sugli strumenti finanziari per l’internazionalizzazione delle imprese del settore automotive; a Roma, la partecipazione, come OICA, alla 2ª Conferenza sull’Ambiente Globale e l’Energia nei Trasporti (MEET 2); a Milano, la partecipazione agli Stati Generali dell’Autotrasporto nell’ambito di Transpotec 2.0.; in Cina, il successo della missione Confindustria - ICE - Unione industriale di Torino ANFIA. A dicembre, l’appuntamento con il Motor Show e i suoi approfondimenti convegnistici sulle prospettive del mercato dell’auto e sulle politiche per la mobilità sostenibile. Gli ultimi sviluppi sul fronte dei rapporti con le istituzioni: la recente audizione presso il Comitato Scientifico della Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica, in vista della definizione del Piano Nazionale per la Logistica; il prosieguo dei lavori relativi al Tavolo della Mobilità Sostenibile avviato dal Ministero dell’Ambiente a fine settembre e al Tavolo sull’R&D, in cui stiamo definendo le linee d’azione per l’individuazione di adeguate forme di finanziamento per il nostro Piano di Filiera, sia sul fronte dei fondi nazionali, sia su quello dei fondi strutturali UE. Chiudo ricordandovi il prossimo lancio dei corsi di formazione ANFIA 2011, di cui trovate alcune anticipazioni qualche pagina più in là, e l’imperdibile appuntamento con la prima edizione del Qatar Motor Show a Doha, dal 26 al 29 gennaio, che vedrà la partecipazione del Gruppo Carrozzieri Autovetture ANFIA con l’esposizione delle concept cars che meglio esprimono le eccellenze del car design italiano. Un bel modo di iniziare il nuovo anno. [email protected] Qual è la storia del Gruppo, le tappe che hanno portato alla sua ricostituzione? L’iniziativa, promossa dalla Commissione già nel 2004, partiva da un presupposto irrinunciabile, ovvero che le iniziative politiche e regolamentari delle Istituzioni europee non dovessero essere lesive della competitività del settore nella competizione globale. Le azioni comunitarie avrebbero dovuto evitare, infatti, iniziative frammentarie, obiettivi conflittuali ed essere, al contrario, promotrici di un approccio integrato come metodo per diminuire il costo per la collettività in vista del raggiungimento degli obiettivi. In particolare, CARS 21 avrebbe dovuto essere il portabandiera del principio fondamentale di neutralità tecnologica nelle policies comunitarie, di riduzione dei costi cumulati (dovuti alla regolamentazione) – che, com’è noto, hanno l’ effetto nefasto di rallentare il rinnovo del circolante con veicoli efficienti e ‘sostenibili’ – della non discriminazione dell’industria europea sul piano del commercio internazionale, attraverso aperture a livello multilaterale e/o bilaterale bilanciate, fatte precedere da adeguati studi d’impatto. Il mancato raggiungimento di alcuni degli obiettivi principali che si erano prefissati nel 2004 ha coinciso con la forte volontà e soprattutto la necessità di rilanciare il Gruppo. Infatti, a giudizio di ACEA e dei costruttori automotive, nonostante le raccomandazioni di CARS 21, sono state introdotte, anche nel periodo più nero della crisi economica, nuove costose regolamentazioni, con lead time a volte inadeguato alle esigenze industriali, spesso in assenza di analisi di fattibilità condivise tra i soggetti industriali ed istituzionali coinvolti, nonché negoziati di accordi di libero scambio commerciale penalizzanti per l’industria europea. Tra i casi più evidenti, vorrei citare, per esempio, la severa regolamentazione sulla riduzione delle emissioni di CO2 approvata per le autovetture e quella in discussione per i veicoli commerciali leggeri, e la negoziazione di accordi di apertura del mercato UE sbilanciati per il settore – caso eclatante è il Free Trade Agreement UE - South Korea. In definitiva, che cosa possiamo aspettarci da questo rinnovato impegno? La crisi economica ha messo in evidenza la necessità di strumenti come CARS 21, che si dovrà configurare come la piattaforma su cui ricostruire, in maniera strutturale, la competitività dell’industria automotive in Europa, a favore dello sviluppo economico e dell’ambiente. Con questo rilancio, il Gruppo di alto livello dovrà lavorare alla definizione delle regole per una regolamentazione che sia non solo migliore di quella esistente, ma anche smart. Occorrerà cioè far passare l’idea che legiferare non vuol dire ridurre o aumentare il numero di regole, quanto piuttosto ottenere risultati nel modo meno oneroso possibile, e che ottemperi al cosiddetto ‘life-cycle approach’, un approccio che guardi all’intero ciclo di definizione delle politiche e ponga maggiore attenzione alla valutazione delle regole già esistenti. CARS 21 dovrebbe concludersi nella primavera del 2012 con una relazione finale adottata dal gruppo ad alto livello. ACEA ha richiesto, nel corso della prima riunione del Gruppo di alto livello, l’elaborazione e l’adozione di una relazione intermedia dei lavori all’inizio o a metà 2011, in quanto alcune importanti iniziative di politica industriale per il nostro settore sono già state avviate e licenziate dalla Commissione (tra queste, la Comunicazione sulla politica industriale, adottata a ottobre 2010, e la Comunicazione sulla futura politica commerciale dell’UE, adottata a novembre 2010) ed è fondamentale un avanzamento coordinato e non frammentario delle policies europee. Roberto Crapelli e Andrea Marinoni Le altissime potenzialità di crescita del mercato dell’auto cinese spingono le aziende della filiera della componentistica europea ed italiana a insediarsi in questo Paese con l’intento di servire i car makers locali. Quali sono le strategie vincenti per centrare questo obiettivo nel breve-medio e nel lungo termine? I fornitori devono saper scegliere il Costruttore giusto, puntando ad un’offerta innovativa e localizzata rispetto alle esigenze del mercato cinese. Tra tutti, BYD e SAIC sembrano essere i più promettenti al 2014. Non esiste tuttavia un percorso predeterminato per la scelta del partner: piuttosto, individuato il costruttore target, bisogna saper affrontare le difficili fasi negoziali, spesso soggette a meccanismi decisionali e tempistiche molto lontani dalla prassi europea e italiana. D’altra parte, sembra emergere un’intenzione da parte degli OEM locali a dare supporto ai fornitori stranieri che intendano costruire una base in Cina. Le attività promosse in Cina dai fornitori europei e italiani si devono inserire in un disegno multi-paese, non limitato quindi al solo mercato cinese. L’accesso ai Costruttori locali deve essere unito alle opportunità di realizzare una base per servire l’Asia e alla realizzazione di una strategia di approvvigionamento Low Cost Country. Nel breve termine si possono cogliere significativi vantaggi senza il disegno complessivo a regime. Inoltre, i componentisti devono saper offrire gli adeguati contenuti di ingegneria e gli standard produttivi per i costruttori locali, fortemente sensibili ai costi. Nel brevemedio termine i fornitori possono limitare il design allo stretto necessario, bilanciare il rapporto lavoro/automazione e puntare alla riduzione del time to market valorizzando competenze di R&D locali. La progressiva integrazione con i processi del Costruttore permetterà di consolidare il rapporto di fornitura nel lungo termine. Infine, esiste l’esigenza di tutelare la proprietà intellettuale attraverso una strategia di outsourcing, basata sulla scomposizione in sottomoduli delle forniture per il Costruttore, da assemblare preferibilmente manualmente in modo da minimizzare i costi. Questa strategia può essere avviata nel breve termine raggiungendo il pieno potenziale puntando ad una continua attività di scouting e sviluppo fornitori. Quali sono ad oggi i punti di debolezza del settore in Cina e le prospettive di crescita dell’industria locale in rapporto agli altri player globali? I fornitori cinesi hanno seguito un costante miglioramento negli ultimi anni, anche se emergono aree di miglioramento: due esempi. Esiste una chiara opportunità per la Cina di diventare l’area di riferimento per le tecnologie collegate con l’auto elettrica, anche alla luce dei forti incentivi governativi; i fornitori locali, rispetto a quelli internazionali, mostrano aree di miglioramento soprattutto per quanto riguarda l’elettronica e i sistemi di gestione della batteria. Un altro esempio riguarda l’affidabilità di alcune lavorazioni ad alta complessità, come alcune parti prodotte per fusione non sempre al livello di quelle europee. NEWS DAGLI ASSOCIATI AUTOSTUDI Nuovo assetto societario I fratelli Carlo e Roberto Angiono, fondatori di Autostudi S.r.l., hanno rilevato le ulteriori quote della Società con sede legale a Torino. L’acquisizione delle quote che erano detenute in parte dal Gruppo Rieter consente agli Angiono di ottenere il 100% delle quote societarie e con esse la piena proprietà e autonomia. “La scelta della multinazionale svizzera di cedere le quote di Autostudi conferma la volontà del Gruppo di uscire dal settore del Design italiano. Ora, dopo anni proficui trascorsi in seno al Gruppo Rieter, Autostudi si propone al mercato internazionale con nuove vesti e strategie. L’obiettivo aziendale dichiarato è continuare a crescere; Autostudi forte del suo team di specialisti, sarà in grado di garantire ai suoi clienti alta professionalità e grandi competenze”, così afferma Carlo Angiono, Amministratore Unico. La società ha realizzato nel 2009 un fatturato di 2,6 milioni di euro ed è presente nel Settore Automotive e Industrial Design offrendo servizi dallo Stile all’Engineering fino all’Industrializzazione dei prodotti. BOLLANTI HEALTHCARE VEHICLES IDEA INSTITUTE Le azioni messe in campo per rispondere alla crisi internazionale Nuova gestione della società, acquisita da Quantum Kapital AG In un mercato disorientato, in cui anche gli acquirenti in passato molto attenti alla qualità del prodotto e all’innovazione si orientano su prodotti economici che possano dare il massimo risultato con il minimo investimento – a maggior ragione nel settore Pubblico, dove Enti e Amministrazioni Statali sono in deficit perenne di fondi – l’azienda, che nell’ultimo anno pre-crisi aveva investito molto in R&S, si è ritrovata costretta ad esplorare nuovi mercati con varie strategie di approccio. Il modello “Integra” è un’ambulanza di nuova generazione prodotta su base Fiat Ducato e porta con sé tutte le innovazioni tecnologiche realizzate affinché potesse essere definita su tutti i mercati “l’Ambulanza Tecnologicamente più Avanzata” (con impianto fotovoltaico per la ricarica delle batterie anche a veicolo spento e sistema di allestimento progettato e costruito per la fornitura in kit per l’eventuale assemblaggio nel Paese di destinazione). L’azienda sta inoltre lavorando a un piano di sviluppo 2011-2013 che prevede la trasformazione in SpA con un aumento del capitale sociale e l’eventuale ingresso di un partner. Lo scorso luglio IDEA Institute è stata acquisita da Quantum Kapital AG, St. Gallen, società svizzera guidata da Steffen Görig, che è oggi anche il nuovo Presidente di IDEA. Obiettivo prioritario della nuova gestione di IDEA è mantenere e consolidare le tre principali aree in cui opera la società – Style, Engineering e Modelling – rilanciandola con un rafforzamento dell’organizzazione e della struttura aziendale, migliorandone il posizionamento in Italia ed aumentandone la presenza sui mercati internazionali. Ai Manager già presenti in azienda, che proseguiranno l’attività con il consueto spirito di gruppo, verranno affiancate nuove professionalità e capacità, oltre al personale impegno e la determinazione dal Presidente. “Sono convinto che la nuova società possa dare un contributo importante alle attività del nostro Gruppo – ha commentato Leonardo Fioravanti, Presidente del Gruppo Carrozzieri Autovetture ANFIA – anche attraverso la sua esperienza sui mercati internazionali. Il mio augurio è che si apra, per IDEA, una nuova e florida epoca, con l’auspicio di una rapida ripresa del settore automotive”. IVECO IRISBUS Un Domino HDH per la Marina Militare Si è svolta il 17 novembre scorso a Roma, presso il Motor Village di viale Manzoni, centro polivalente di Fiat Group Automobiles, la cerimonia di consegna di un Domino HDH alla Marina Militare. Oltre al Sottocapo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Andrea Campregher e al Direttore Sales & Marketing Retail Iveco Irisbus Enrico Vassallo, erano presenti anche i vertici della Solsonica – l’azienda fornitrice dell’impianto di produzione di energia fotovoltaica installato sul veicolo – e i vertici della “Innocom”, azienda che si è occupata dell’allestimento del bus. Il Domino HDH, che fa parte della gamma turistica Iveco Irisbus, è stato concepito ed allestito per interagire con il pubblico in maniera multimediale – è infatti dotato di un sistema di 7 monitor LCD gestibili singolarmente tramite un pc “touch screen” o simultaneamente tramite un sistema “watch out” – e verrà utilizzato come “Centro Mobile Informativo” della Marina durante un tour di presentazione delle proprie attività al grande pubblico, con una particolare attenzione ai giovani potenzialmente interessati all’arruolamento. Dicembre 2010 - Febbraio 2011 Alla luce della prevista crescita della quota di forniture destinata all’export, i fornitori locali mostrano alcuni punti di forza nella comparazione con i player globali. Il primo e più immediato vantaggio risiede nella competitività sul fronte dei costi. I fornitori cinesi hanno inoltre ridotto il gap verso quelli globali sul fronte dello sviluppo tecnologico, della qualità e del livello di managerialità per la continua esposizione verso i Costruttori internazionali che hanno imposto ai fornitori un’accelerazione della propria crescita sulla curva di esperienza. Infine, il terzo punto di forza è legato all’esigenza da parte dei fornitori cinesi di dotarsi di strutture proprie di R&S, puntando a segmenti di offerta a maggiore valore aggiunto. Corsi di formazione Gennaio - Febbraio 2011 I prossimi Seminari ANFIA in area economiconormativa: • • • • White list e black list: la disciplina controlled foreign companies e le ultime novità in materia di antiriciclaggio 2 febbraio 2011, ore 9.00 Aggiornamenti in tema di responsabilità amministrativa delle società ex D.lgs n.231/2001 10 febbraio 2011, ore 9.00 Project Management 17 febbraio 2011, ore 9.00 Evoluzione della normativa europea 461/2010 e l’impatto sul mercato del post-vendita 24 febbraio 2011, ore 9.00 Per informazioni: [email protected] I prossimi Corsi di formazione ANFIA in area qualità: • • • • Lean Six Sigma Modulo Green Belt 31 gennaio - 1-2-3-4 febbraio 2011, ore 8.45 Corso sulle 5S 14 febbraio 2011, ore 8.45 TPM Total Productive Maintenance 15-16 febbraio 2011, ore 8.45 Corso per auditor interni Ambiente e Sicurezza 23-24-25 febbraio 2011, ore 8.45 QATAR MOTOR SHOW 26-29 gennaio 2011 - Doha Exhibitions Centre Organizzato dal Qatar Tourism Authority (QTA) in collaborazione con Q.media Events e GL events e con il patrocinio di HE Sheikh Hamad Bin Jassim Bin Jabor Al Thani, Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri. Area espositiva Concept Cars - Gruppo Carrozzieri Autovetture ANFIA 26 gennaio 2011, Doha Grand Hyatt Hotel First Middle East Automotive Convention • Morning: The Future of Automotive Sector: market scenario, eco-mobility and sustainable mobility, innovation and technology • Afternoon: ITS technologies for the automotive sector Ore 18.00: Cerimonia di inaugurazione del Motor Show More info: www.qatarmotorshow.gov.qa PRODUTTORI CARAVAN e CAMPER Dal 1° novembre ha preso il via la nuova campagna pubblicitaria “DEVI SOLO PARTIRE – anche in autunno”, targata APC (Associazione Produttori Caravan e Camper). Nello spot radio APC, la giornalista del tg parla dell’impatto della crisi che colpisce duramente le vacanze degli italiani, affermazione seguita dalla notizia inattesa di un “popolo misterioso”: uomini, donne e bambini di tutta Italia, che nonostante la crisi partono ogni fine settimana, cogliendo le numerose opportunità del turismo autunnale e invernale. Il segreto di questa misteriosa community che sceglie la libertà anche in viaggio è, però, alla portata di tutti: è il camper! Come sottolinea il claim, con il camper non serve nessuna prenotazione e nessuna attesa. Devi solo partire! La campagna, declinata su radio e internet è supportata dalla nuova homepage del sito www.sceglilcamper.it, interamente dedicata agli itinerari d’autunno e d’inverno in camper. Per informazioni: [email protected] ITN INFRASTRUCTURE, TELEMATICS & NAVIGATION Workshop ANFIA Telematica e Gestione Flotte: vince il gioco di squadra Nell’ambito del workshop tenutosi il 12 novembre 2010 a Torino - Lingotto Fiere, in occasione di ITN – Infrastructure, Telematics and Navigation, e organizzato da ANFIA insieme a una collettiva delle aziende associate produttrici di prodotti e di servizi telematici (nella foto), è avvenuto il lancio di un progetto pilota congiunto ANFIA – ANIASA – ASSILEA sui servizi telematici per le flotte. L’iniziativa consisterà nel mettere a disposizione gratuitamente, per i gestori e i proprietari di flotte, un certo numero di prodotti e di servizi telematici dei diversi provider aderenti al progetto, al fine di favorire la comprensione dei potenziali vantaggi derivanti dall’impiego di prodotti di telematica satellitare per questo specifico comparto, e quantificarne così i positivi impatti. TRANSPOTEC 2.0 - STATI GENERALI DELL’AUTOTRASPORTO L’intervento di Gianmarco Giorda, Direttore Operativo ANFIA, agli Stati Generali dell’Autotrasporto del 19 novembre 2010 a Milano – che hanno visto, tra i relatori, anche il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli – si è concentrato sugli interventi delle istituzioni a sostegno del settore dei veicoli industriali e dei rimorchi chiesti ed ottenuti dall’Associazione con un positivo impatto sul comparto e sulle priorità individuate per il Piano nazionale della Logistica, successivamente presentate da ANFIA nell’audizione del 23 novembre in presenza del Sottosegretario alle Infrastrutture e ai Trasporti Bartolomeo Giachino e del Comitato Scientifico della Consulta Generale per l’Autotrasporto e la Logistica. Numero 9 – DICEMBRE 2010 PARLANDO CON NEWS DAGLI ASSOCIATI Eugenio Razelli LA VOCE DEI GRUPPI ANFIA ON THE ROAD CON… In questo numero Fabio Butturi Redattore della rivista Autobus A Est, a Est. Con ogni mezzo La Transmongolica non è un semplice viaggio in treno, è una liturgia terapeutica che ti accompagna fino all’alba del mondo. Atterrato al Domodedovo di Mosca, il 31 luglio, sono decollato da Pechino, il 26 agosto; in quei ventisette giorni, 7.865 chilometri sferragliando sulle traversine fino a Erlian, avamposto cinese a ridosso del confine mongolo, dove abbiamo cambiato registro con lo sleeping bus. La Transmongolica è un’onomatopea, sta tutta nel singhiozzo delle locomotive che musica il piano sequenza della taiga che sfuma nella tundra e dei villaggi di legno e paglia. Il metronomo dei cinque giorni sui binari è stata la cuccetta, con cui sono entrato immediatamente in simbiosi, per via di quel dondolio che ha edulcorato il tempo, esorcizzando il temuto bisogno di fare appassire le ore. Quel treno si è rivelato un caleidoscopio: dal vigile urbano di Krasnojarsk che sillabava i nomi di Maldini, Baggio e Spalletti, alla logorroica tabagista di Glasgow, alle coppie di ogni dove dirette in Tibet o sull’Altai, ai mille volti sfumati tra birra scipita e vodka. Come quello di Serghej, scultore di ghiaccio e sabbia, sponsor di Daniele Chiari L’OPINIONE DI… L’AGENDA APPUNTAMENTI ANFIA ON THE ROAD CON… Fabio Butturi Roberto Crapelli e Andrea Marinoni una maratona alcolica dalle 14 alle 22. E l’apoteosi in terza classe, trentadue ore tra le cuccette senza scompartimenti, un bagno di umanità dove ho pagato pegno al passaporto, intonando a furor di popolo ‘L’Italiano’ di Toto Cutugno e ‘Gelato al cioccolato’ di Pupo. E calibrare la mimica e sfogliare il breviario della Lonely Planet con la babushka intabarrata nello scialle o il reduce dall’Afganistan con i denti d’oro. E fare i conti con l’alienazione di sei fusi orari, inseguendo idealmente le lancette dell’orologio della stazione Yaroslav, a Mosca, in qualsiasi angolo della Siberia. Le tappe nel territorio ex sovietico sono state Nizhny Novgorod, Ekaterinburg, Novosibirsk e Irkutsk, città vissute a piedi, o decifrando il cirillico nelle metro oppure sui bus urbani stipati all’inverosimile, con gli accessi a fisarmonica spalancati anche in corsa, tra le ieratiche statue di Lenin e le chiome biondissime su tacco dodici. Ma è sul lago Baikal e in Mongolia che la ferrovia ha ceduto il passo ai minibus più folcloristici. Abbandonate le dimore dei decabristi, a Irkutsk, ci sono volute sei ore per approdare all’imbarcadero, basculando in uno sgangherato furgone; una breve traversata e l’attracco sull’isola di Olkhon, esplorata fino al villaggio di Khuzhir, col radiatore ormai esausto. Il giorno dopo ho sfidato i quindici gradi dell’acqua lacustre, mulinando le braccia mentre le tempie pulsavano, in uno scenario lunare e quasi incontaminato; i tralicci dell’elettricità sono arrivati nel 2005 e le toilette hanno conservato la forma delle latrine. Tre giorni di mountain bike, scorpacciate di omul, il delizioso pesce del Baikal, e frequentazioni sciamaniche con i buriati, etnia mongola di quelle parti. E ancora una volta in treno, fino ai rilievi infuocati dalle prime luci dell’alba a Ulan Bator, trampolino per le steppe mongole, solcate con un pullmino di fabbricazione polacca dalle sospensioni annichilite. La Mongolia è il cielo a portata del dito indice, il paradiso di chi vivrebbe a cavallo o sulla jeep. Ma la mia Mongolia è stata anche le dune a dorso di cammello nell’aria frizzante del vespro, o i remix dei Ricchi e Poveri tra gli accampamenti di gher, o ancora il falò alimentato con le deiezioni delle mandrie di cavalli, yak e pecore, ragionando di massimi sistemi intorno al fuoco. E a Erlian il commiato dal treno, ci aspetta lo sleeping bus delle 16:35, sul quale trascorro dodici ore sopra una specie di chaise longue. Pausa nel Gobi cinese, di seguito in una mensa serale, capolinea Pechino, dove i taxi sciamano a frotte e ci accompagnano dall’ostello alla città proibita e a Piazza Tienanmen. E, infine, il tributo alla Grande Muraglia, con l’interurbano blu risucchiato dalla megalopoli fino alla comparsa, improvvisa, della serpentina di pietra. Una rasoiata nell’orizzonte, esattamente come i binari della Transmongolica. PARLANDO CON Eugenio Razelli Presidente ANFIA Il 2010 volge al termine. Un anno fa eravamo pieni di aspettative, dopo l’annus horribilis 2009, ma anche consapevoli della difficoltà di fare delle previsioni, data la situazione di enorme incertezza che la crisi economica internazionale aveva lasciato dietro di sé. In occasione dell’Assemblea annuale dell’Associazione, lo scorso 27 settembre a Roma, abbiamo avuto modo di riflettere su quanto avvenuto durante l’anno che sta per terminare, dal punto di vista dei diversi comparti della filiera, a livello nazionale e globale, e sui progressi fatti nell’ambito delle sfide tecnologica, ambientale e competitiva, che rappresentano i grandi temi sul tavolo nello scenario globale. Vi invito, perciò, a sfogliare lo Speciale Assemblea Pubblica ANFIA 2010 allegato a questo nono numero della nostra newsletter, pensato come un’utile sintesi dei lavori, tutti gli spunti interessanti che vale la pena di ricordare di questo importante momento di confronto. L’Assemblea aperta è infatti l’occasione per raccogliere contributi da tutti gli stakeholders della filiera, specialmente in relazione al suo obiettivo principe: la realizzazione di una mobilità sostenibile, eco-compatibile, sicura, intelligente e accessibile, perseguibile solo con l’integrazione delle diverse tessere del nostro ‘puzzle’: imprese, istituzioni, infrastrutture, servizi, utilizzatori finali della mobilità. In queste pagine, cerchiamo invece di capire con che occhi, adesso, possiamo guardare al 2011, l’inizio di un nuovo decennio. Sappiamo che il mercato dell’auto chiuderà il 2010 ben al di sotto della media annuale di immatricolazioni dell’ultimo decennio, pari a 2.250.000 unità. Le previsioni si attestano tra 1.940.000 e 1.950.000 unità (-10% circa), ovvero 220.000 - 210.000 vetture in meno sui volumi del 2009 e in calo del 22% sui livelli di immatricolazioni del 2007. Con questo ingresso nel 2011, non possiamo attenderci un inizio anno brillante, anche perché il portafoglio ordini rimarrà basso, dopo le pesanti contrazioni registrate puntualmente mese su mese nel 2010 rispetto al 2009. Possiamo ipotizzare una prima ripartenza del mercato dopo il primo trimestre. L’anno chiuderà però su livelli di immatricolazioni inferiori al 2010, ovvero intorno a 1.850.000 unità. Come accade anche per altri beni durevoli, l’auto ripartirà davvero solo con la ripresa della fiducia dei consumatori. Speriamo anche in una ripresa naturale del PIL. Dopo un 2010 a +0,4% sul 2009 – che significa -28% sul 2007 e che sarebbe stato sicuramente in flessione senza l’ ‘effetto incentivi’ percepito ancora nel primo trimestre dell’anno – le consegne di veicoli commerciali leggeri si manterranno sugli stessi livelli anche nel 2011. Dopo un difficilissimo 2009 e un 2010 ancora in calo del 4,6% – che significa -49% sul 2007 – per i veicoli industriali nel 2011 dovrebbe incominciare una graduale inversione di tendenza, ma per ritornare ai livelli pre-crisi ci vorrà molto tempo. I veicoli rimorchiati, in crescita del 13,3% nel 2010 rispetto al 2009, soprattutto grazie al supporto degli incentivi, vedranno una ripresa delle immatricolazioni anche nel 2011. Gli autobus dovrebbero vedere una crescita del loro mercato nel 2010 (+10,8%), legata però LA VOCE DEI GRUPPI ANFIA Daniele Chiari Presidente del Gruppo Autoveicoli di ANFIA e Responsabile Powertrain Portfolio Planning & Institutional Relations di Fiat Group Automobiles Il 10 novembre scorso, a Bruxelles, si è riunito per la prima volta il nuovo Gruppo di alto livello CARS 21, con una nuova missione. In che cosa consiste questo rinnovato progetto? CARS 21 – Competitive Automotive Regulatory System for the 21st century – è stato ricostituito a Bruxelles il 14 ottobre 2010, un progetto rilanciato e presieduto dal Vice Presidente della Commissione Europea e responsabile dell’industria e imprenditoria Antonio Tajani, con la missione di sviluppare un piano d’azione comune ed una visione per “una industria automobilistica europea competitiva ed una crescita ed una mobilità sostenibile fino al 2020 e oltre”. In particolare, CARS 21 svilupperà raccomandazioni politiche su questioni di impatto per la competitività e per la crescita sostenibile dell’industria automobilistica. Il Gruppo è formato da rappresentanti di rilievo dell’industria, dei sindacati, delle organizzazioni non governative, dei consumatori, degli Stati membri dell’Unione europea, della Commissione e delle altre istituzioni dell’Unione europea. Altre parti in causa, esperti tecnici e un pubblico più vasto parteciperanno tramite gruppi di lavoro ed una consultazione pubblica. CARS 21 sarà gestito mediante una struttura a tre livelli: il gruppo di alto livello (presidenti e direttori generali, presidenti di associazioni, ministri, etc.); il gruppo “sherpa” responsabile della consulenza del gruppo di alto livello; i gruppi di lavoro che lavoreranno sugli argomenti specifici esaminati dagli esperti tecnici. Al vertice dello scorso 14 ottobre, per la Commissione europea hanno partecipato, oltre al Vice Presidente Tajani, il Vice Presidente e Commissario per i Trasporti Siim Kallas, il Commissario all’Ambiente Janez Potocnik, il Commissario per il Clima Connie Hedegaard e il Commissario all’Energia Günther Oettinger. Tra i rappresentanti del mondo automotive invece, oltre ad ACEA – l’Associazione dei Costruttori europei – hanno preso la parola Sergio Marchionne - CEO Fiat SpA, Dieter Zetsche - CEO Daimler, Philippe Varin - CEO PSA PeugeotCitroën, Didier Leroy - Presidente Toyota Motor Europe, Leif Johansson - Presidente e CEO Volvo Group. continua a pag. 2 continua a pag. 2 Com’è cambiato il panorama dell’industria automotive in Cina negli ultimi cinque anni? Il mercato dell’auto e quello della componentistica hanno subito una visibile trasformazione, resa ancor più evidente in corrispondenza della crisi che ha investito Europa, Stati Uniti e Giappone. Lo straordinario sviluppo del mercato dei veicoli leggeri in Cina, passato da oltre 3 milioni di unità nel 2005 a quasi 11 milioni previsti nel 2010, è stato trainato dalla crescita dell’economia reale che si è riflessa sull’aumento del reddito disponibile pro-capite, dalla crescente competizione e dalla conseguente riduzione dei prezzi, dalla disponibilità di strumenti di finanziamento all’acquisto e dalla crescente varietà dei modelli che ha stimolato la domanda. Il segmento A è cresciuto maggiormente rispetto agli altri e rappresenta oggi oltre il 40% del totale. Si è inoltre assistito ad una decisa crescita dei brand locali che oggi pesano per il 30% del totale. Non solo JV internazionali quindi ma sempre più brand cinesi, in grado di interpretare sempre meglio le esigenze del consumatore. Negli ultimi 5 anni il mercato dei fornitori di componenti è quasi quadruplicato: oggi vale 1,2 Mld RMB. La destinazione domestica delle forniture, pur cresciuta progressivamente e pari oggi a due terzi del totale, sta perdendo quota a favore dell’export. Infatti aumenta la domanda di componenti aftermarket internazionale, i programmi di global sourcing vanno progressivamente a regime e aumenta il peso degli impianti realizzati dagli stranieri destinati all’export. Così come per i costruttori cinesi, anche i componentisti locali stanno sviluppandosi molto velocemente, nonostante “WOFE” e “JV” restino ancora i principali protagonisti del mercato della fornitura. L’OPINIONE DI… Roberto Crapelli Amministratore Delegato - e Andrea Marinoni Principal - di Roland BergerCompetence Center internazionale Automotive ANFIA - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica Sede di TORINO - Corso Galileo Ferraris, 61 - 10128 Torino Tel. +39 011 55 46 505 / Fax +39 011 54 59 86 Mail: [email protected] Se volete ricevere via mail i prossimi numeri di ANFIA News, potete iscrivervi direttamente sul nostro sito: www.anfia.it Sede di ROMA - Viale Pasteur, 10 - 00144 Roma Tel. +39 06 54 22 14 93(4) / Fax +39 06 54 22 14 18 Mail: [email protected] continua a pag. 3 dustria europea ed è contraria ai principi del libero scambio, basati sulla parità di condizioni per i concorrenti. Altra iniziativa comunitaria problematica, la proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 dei LCV, che non tiene conto né dei tempi di sviluppo del prodotto, né del suo ciclo di vita e che colpisce un comparto già caratterizzato, per rispondere ad esigenze di mercato, da consumi contenuti e ridotti livelli di emissioni, per di più arrecando benefici irrisori per l’ambiente. Sul fronte delle soluzioni tecniche per diminuire la nostra dipendenza dal petrolio, poi, si rischia di indirizzare la ricerca solo su alcuni campi, che hanno prospettive incerte e lontane nel tempo. La proiezione verso nuove tecnologie va fatta e al più presto, ma non esiste una ricetta magica. Occorre lavorare su tutte le tecnologie disponibili, tradizionali e alternative, in modo combinato, non soltanto sull’elettrico, su cui si rischia di spostare tutta l’enfasi dei regolamenti europei. Passando ad affrontare le difficoltà attuali del mondo dell’auto, Marchionne ha ricordato che questo sta pagando per le nonscelte del passato e per i problemi strutturali ignorati, come l’inefficienza economica e la sovraccapacità produttiva. Ha anche aggiunto che è l’intero Paese a soffrire da anni della debolezza della sua struttura industriale, della mancanza di condizioni di competitività minime, di un livello di investimenti esteri che è il più basso d’Europa. Non è facile creare o mantenere qui un’attività produttiva. Marchionne sottolinea che il segnale d’apertura emerso dal recente convegno di Confindustria a Genova – ripartire dal confronto, da un impegno che veda coinvolte tutte le parti sociali – è un segnale di speranza per il Paese. Forse anche ciò che la Fiat sta cercando di fare con “Fabbrica Italia” è servito da stimolo per una convergenza di impegni. La conclusione di Marchionne si concentra sugli insegnamenti della crisi: negare i problemi e rinviare le soluzioni conduce a una dolorosa resa dei conti; ogni crisi offre l’opportunità di cambiare e migliorare; in ogni organizzazione, le persone giuste contano molto più delle giuste procedure, persone che hanno il coraggio di rompere con i vecchi schemi e che hanno la visione del loro agire in un contesto sociale. Il punto di vista della componentistica italiana Emanuele Bosio, CEO del Gruppo Sogefi, è intervenuto in rappresentanza della filiera italiana della componentistica, di cui ha ricordato i principali numeri: oltre 2.000 aziende che occupano circa 171.000 addetti e realizzano un giro d’affari attorno ai 40 miliardi di Euro. Le ripercussioni della crisi 2008-2009 sono state gravi per il comparto: una flessione di circa 8 miliardi di euro del fatturato e una perdita di circa 33.000 addetti. Il progressivo recupero dei volumi di domanda della prima metà del 2010 fa guardare al futuro più serenamente, ma anche consapevoli di come la crisi abbia accelerato i cambiamenti e inasprito le difficoltà. “[…] La dimensione media delle nostre aziende (solo il 10% può definirsi ‘grande’ e oltre il 70% è ‘piccola’ o ‘micro’ secondo i parametri della Comunità europea) – ha affermato Bosio – rappresenta un oggettivo limite all’espansione negli attuali mercati ma, ancora di più, in quelli futuri, sempre più lontani dall’Europa occidentale. Si rende necessario un percorso di consolidamento e aggregazione […]. Devono nascere campioni nazionali, con dimensione e forza finanziaria per un’espansione più veloce e una presenza più efficace sul mercato globale. Riguardo alla capacità di innovazione, […] le aziende italiane operano in condizione di oggettivo svantaggio rispetto alla concorrenza, che beneficia di maggiori finanziamenti alla ricerca e si avvantaggia di una migliore collaborazione sistemica. […] Ciò nonostante alcune aziende italiane possono oggi vantare leadership tecnologica in componenti chiave, quali sistemi frenanti, sistemi di filtrazione, sospensioni, batterie. E’ quindi auspicabile che venga realizzato in tempi rapidi quanto richiesto da Confindustria in tema di strumenti fiscali per agevolare la ricerca e l’innovazione. La sfida più importante resta quella della competitività, non solo nei confronti dei produttori dei Paesi a basso costo del lavoro, ma anche e soprattutto rispetto alla concorrenza europea, americana, giapponese. Elemento fondamentale […] è il costo del lavoro, non tanto o solo in termini assoluti, ma per la sua incidenza per unità di prodotto. La componentistica italiana condivide e supporta l’azione intrapresa dal Gruppo Fiat per la realizzazione di un nuovo specifico contratto nazionale per il settore auto, che permetta di definire per tutti gli operatori del settore i principi, le regole e le modalità per un miglioramento dell’efficienza produttiva nelle fabbriche italiane, accrescendone il livello di competitività […]”. L’impegno del Governo per la ripresa nel settore dei Trasporti Il Sottosegretario Bartolomeo Giachino ha evidenziato come l’Italia abbia retto molto meglio di altri Paesi la crisi economica. La ripresa nel settore dei Trasporti, grazie al lavoro del Ministro Matteoli, sta prendendo forma attraverso lo sblocco degli investimenti delle società concessionarie autostradali, il miglioramento della situazio- ne di Alitalia, il mutamento delle politiche energetiche, lo sblocco del Terzo valico e della Torino-Lione. Chi avrebbe scommesso, due anni fa, sull’uscita dell’Italia dalla crisi? Eppure ha retto anche un settore sensibile come l’autotrasporto, per difendere il quale il Governo ha provveduto alla riduzione dell’INAIL, con lo sconto sul bollo, con oltre 100 milioni l’anno di sconti sui pedaggi autostradali, con il contributo per l’acquisto degli Euro 5 (impegnati 83 milioni), con l’istituzione del Fondo di garanzia per l’autotrasporto. Il Sottosegretario chiude ricordando il prossimo Piano nazionale della Logistica, per la definizione del quale verrà audita ANFIA, e con il quale verranno indicate le nuove condizioni per il contributo alla crescita, per la distribuzione urbana delle merci e per lo sviluppo di una mobilità sostenibile. La Fiat come modello industriale e l’Italia come modello Paese Riprendendo i dati di un’industria automotive europea ferma fino al 2014, e in crescita quasi esclusivamente nei Paesi emergenti, il Vice Ministro Adolfo Urso ha affermato: “Questo ci fa capire […] quanto sia importante l’opera di internazionalizzazione, con quello che ha fatto la Fiat in questi ultimi anni e con quello che l’intero sistema produttivo europeo deve fare per posizionarsi nel migliore dei modi laddove crescono i consumi […]. Per farlo, bisogna […] aprire le nuove rotte commerciali e l’Europa può e deve farlo anche attraverso gli accordi bilaterali”. Urso ha ricordato che in questa direzione si colloca il recente accordo bilaterale UE - Corea, a cui ne seguiranno altri, con il Mercosur, con l’India, con il Giappone, con il Canada, aprendo la strada all’accordo più complesso con NAFTA e USA. L’accordo con la Corea presenta luci – perché apre la strada ad altri accordi bilaterali e perché apre il mercato coreano ad alcuni settori delle nostre imprese – e ombre – per i problemi che comporta per il tessile e l’automotive italiani. “Per questo – ha proseguito Urso – ci siamo mossi […] e siamo riusciti ad ottenere tre concessioni sostanziali”. La prima è lo slittamento al 2016 dello smantellamento effettivo di tutti i dazi nel settore auto; la seconda è l’allineamento tra quanto sottoscritto dall’Europa e quello che eventualmente verrà sottoscritto dagli USA. Se la Corea dovesse concedere agli USA condizioni più vantaggiose, automaticamente queste verrebbero recepite dall’iter del trattato sottoscritto dall’UE. La terza concessione, ancora in discussione tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, è il testo definitivo per il regolamento che prevede una clausola di salvaguardia bilaterale. Il Vice Ministro sottolinea che questo non potrà non riguardare i settori sensibili, e in modo specifico le piccole auto, avendo l’Italia inserito questa dizione nel provvedimento. Questo significa che l’Italia attuerà strumenti e meccanismi in sede europea qualora si verifichino le condizioni per un’invasione anomala di prodotti coreani, come accaduto con l’accordo “multifibre” del 2004, quando il Governo usò la clausola di salvaguardia per tutelare il tessile dall’invasione di prodotti cinesi e vietnamiti. Urso ha inoltre ricordato la recente missione in Serbia, per firmare un accordo e consentire anche all’indotto di usufruire degli stessi benefici che sta utilizzando la Fiat per realizzare quella piattaforma produttiva che le consentirà di presidiare mercati diversi da quello nazionale e dal mercato interno dell’UE. Urso ha concluso richiamando il concetto di “cultura della responsabilità” citato da Marchionne: “Deve indirizzarci nella nostra azione, ben sapendo che l’Italia – il Governo, le imprese, i sindacati italiani – ha reagito meglio di altri alla crisi economica globale perché questi attori si sono mossi con responsabilità e tempestività per attutirne gli effetti […]. Occorre stimolare la crescita interna e realizzare quel piano automobilistico che il Governo ha supportato […] e che l’AD Marchionne ha chiamato ‘Fabbrica Italia’ ” – ha asserito Urso, ricordando che c’è uno squilibrio tra quanto producono le imprese automobilistiche negli altri maggiori Paesi europei e quanto viene prodotto nel nostro Paese. “Lo squilibrio si può colmare – ha concluso – grazie a un’azione di sistema, un’azione globale che tenga conto di tutti i fattori che intervengono nel rendere competitivo un sistema Paese e nel rendere competitiva un’impresa internazionale, perché la Fiat lo è diventata […]. L’Italia può farcela se agisce con responsabilità e determinazione, tutti gli attori insieme, come sistema Paese. In questo la Fiat può essere un modello industriale e ci auguriamo che il nostro Paese possa diventare in Europa un modello Paese”. Da sinistra: Eugenio Razelli, Sergio Marchionne e Bartolomeo Giachino Per il quarto anno consecutivo ANFIA ha scelto Roma come location per la propria Assemblea Pubblica, svoltasi lo scorso 27 settembre presso l’Aula Magna del Palazzo della Cancelleria. Insieme a Eugenio Razelli, Presidente dell’Associazione, hanno partecipato ai lavori Sergio Marchionne, CEO Fiat Group Automobiles, Emanuele Bosio, Amministratore Delegato del Gruppo Sogefi, Bartolomeo Giachino, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Adolfo Urso, Vice Ministro allo Sviluppo Economico. Attori della filiera che, dopo l’introduzione ai lavori di Guido Rossignoli, Direttore Generale ANFIA, hanno dato il proprio contributo all’analisi dei macrotemi che la riguardano e alla ridefinizione del suo ruolo in vista delle prossime sfide. La filiera automotive come filiera chiave per il Paese, la determinazione delle imprese italiane e il ruolo della governance, per definire le regole del gioco e garantirne il rispetto. L’incipit del Presidente Razelli è dedicato all’esame dello scenario internazionale. A fine 2009-inizio 2010 si sono manifestati i primi segni di una ripresa a due velocità: forte nei Paesi BRIC, più debole nelle economie avanzate, in particolare USA e Sud Europa. In Italia, si avverte una ripresa delle produzioni industriali che dà già qualche segno di indebolimento, confermato da una disoccupazione in leggero aumento e da un forte ricorso alla cassa integrazione. Il settore automotive, finiti gli incentivi alla domanda soprattutto nei mercati maturi, ha visto un forte indebolimento della domanda di autovetture, in assenza di una ripresa di fiducia dei consumatori, mentre è aumentato l’indice di fiducia delle imprese, come mostra la limitata ripresa del mercato dei LCV. Il Presidente è poi passato ai grandi temi in discussione per il futuro del settore. Uno è la sfida della mobilità sostenibile, che richiede grandi pile a combustibile all’idrogeno. Infine, la sfida competitiva: dobbiamo favorire la crescita dimensionale, le economie di scala e la capacità di operare a livello globale, soprattutto nella componentistica. Progetti come Fabbrica Italia consentono un recupero della competitività e, in prospettiva, anche l’attrazione di investimenti dall’estero. Occorre poi un piano a mediolungo termine che affronti i temi della ricerca e dell’innovazione, dell’ambiente e della sicurezza, del credito alle imprese e della fiscalità, del commercio estero. Ambiente: è fondamentale lasciare ai Costruttori la libertà di decidere su quali tecnologie investire e fornire loro linee guida basate su livelli di performance ambientali; è necessario promuovere il TPL, tramite il reinvestimento delle risorse derivanti da una razionalizzazione delle spese del settore e dalle entrate che esso stesso genera; è importante promuovere l’eco-driving e gli ITS. Accesso al credito: molto importante il Fondo di 2011, seppur con un progressivo phasing out. Ora, è fondamentale che l’Italia ne tragga il maggior beneficio, continuando a promuovere misure a sostegno, in particolare, del trasporto in conto terzi. Infine, grandi sforzi sono necessari per ridurre i costi di esercizio del sistema trasporti (merci e passeggeri), che richiede una fiscalità orientata a criteri ambientali e di sicurezza. In materia di commercio estero, l’UE deve rivedere la sua politica: è fondamentale poter contare su un sistema tariffario equo che non sposti la competitività a favore di altri sistemi economici. Ultimo aspetto del “gioco di squadra” secondo Razelli, la Governance. A livello UE serve un’attuazione dei principi del di Fiat. Il 16 settembre è stata approvata la scissione del Gruppo, con la creazione di due entità distinte: Fiat e Fiat Industrial. E’ la risoluzione di una questione strategica, risultato storico dell’aggregazione di attività molto diverse fra loro. L’assetto del Gruppo è rimasto inalterato dal 2004 ad oggi perché il processo di risanamento in corso richiedeva uno sforzo collettivo. Ora è giunto il momento di affrontare la scissione. Una serie di accordi regolerà la fornitura dei ser- Da sinistra: Eugenio Razelli e Sergio Marchionne Intervento di Eugenio Razelli, Presidente ANFIA Il tavolo dei relatori durante l’intervento di Adolfo Urso Il pubblico in sala ANFIA - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica Sede di TORINO - Corso Galileo Ferraris, 61 - 10128 Torino Tel. +39 011 55 46 505 / Fax +39 011 54 59 86 Mail: [email protected] Sede di ROMA - Viale Pasteur, 10 - 00144 Roma Tel. +39 06 54 22 14 93(4) / Fax +39 06 54 22 14 18 Mail: [email protected] 4 Le prossime sfide: come vincere la partita, con che squadra e modulo di gioco affrontarla. investimenti in tecnologia, combinati con investimenti in infrastrutture, intermodalità ed educazione dei conducenti. In riferimento alla sfida tecnologica, la policy europea prevede da un lato la promozione di veicoli puliti ed efficienti sul piano energetico basati su motori di tipo convenzionale, che continueranno a svolgere un ruolo fondamentale anche nel lungo termine, oltre che la promozione degli ibridi, che già oggi fanno da ponte verso le tecnologie del futuro. Dall’altro, la facilitazione dell’applicazione di tecnologie innovative in veicoli a bassissimo consumo di carbonio. I sistemi di propulsione considerati sono i carburanti per motori a combustibili alternativi (metano, biogas, GPL); i veicoli elettrici; i veicoli a garanzia per le PMI lanciato dal Ministro Tremonti, pur con l’esclusione di alcune aziende dell’indotto automotive per dimensione. Attraverso il tavolo Governo - ANFIA-Componenti auspichiamo che si arrivi a una soluzione. Positivo anche il Fondo di Private Equity costituito da Ministero del Tesoro, Cassa Depositi e Prestiti, ABI, Confindustria e dalle principali Banche italiane, soprattutto per l’estensione anche alle imprese di medie dimensioni (fino a 100 milioni di Euro). Importante anche il Quadro temporaneo sugli aiuti di stato UE, che finora ha consentito di intervenire a sostegno dell’autotrasporto e dei veicoli rimorchiati (in altri Paesi anche del settore auto e della componentistica), in scadenza a fine 2010, già prolungato da Bruxelles per il CARS 21, recentemente rilanciato, un coordinamento delle misure per i veicoli ecologici, misure a tutela dell’industria e dell’occupazione. A livello Italia, il rilancio della discussione sui tavoli già avviati (ricerca, incentivi/occupazione, componentistica), l’avvio dell’operatività del tavolo sulla Mobilità sostenibile, recentemente voluto dal Ministero dell’Ambiente, il Patto per la crescita tra Governo e Imprese. I passi compiuti dal Costruttore nella direzione di un rafforzamento dell’industria automotive come strumento per compiere una svolta storica Sergio Marchionne ha ripercorso i recenti mutamenti che hanno ridefinito il profilo vizi comuni alle due entità, in modo da sfruttare tutti i vantaggi legati alla collaborazione su alcune aree specifiche (R&S, World Class Manufacturing, condivisione base fornitori), che permetteranno di raggiungere importanti economie di scala. Altro passo storico: l’integrazione Fiat Chrysler, attraverso la quale dar vita ad un produttore leader a livello mondiale, che raggiungerà nel 2014 la soglia dei 6 milioni di vetture prodotte l’anno. La riflessione sul rafforzamento dell’industria dell’auto ha portato il discorso sulle decisioni prese in sede europea. Sull’accordo di libero scambio UE - Corea del Sud, Marchionne ha ribadito gli ingiusti vantaggi competitivi che l’Europa si appresta a concedere ai Costruttori coreani. Una scelta che mette a rischio la competitività dell’incontinua a pag. 4 1 Proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 dei LCV I punti salienti E’ in corso l’esame da parte di Parlamento Europeo e Consiglio della proposta formulata il 28 ottobre 2009 dalla Commissione europea per la riduzione delle emissioni di CO2 dei LCV, che ricalca l’approccio adottato per le autovetture, ignorando del tutto le specificità dei veicoli commerciali. I contenuti della proposta originaria prevedono un obiettivo di 175 g/km per le emissioni medie annuali di CO2 relative ai veicoli di nuova immatricolazione, con due anni di phase-in a partire dal 2014, da raggiungere attraverso obiettivi specifici, basati sulla massa in ordine di marcia dei veicoli. Come obiettivo a lungo termine è invece fissato a 135 g/km di CO2 nel 2020 il valore delle emissioni medie per Costruttore. Sono previste fortissime penalità a carico dei Costruttori, qualora non rispettino gli obiettivi, proporzionali al numero di veicoli immessi sul mercato. I costruttori di veicoli hanno evidenziato tramite ACEA che gran parte degli obiettivi fissati dalla proposta sono irrealistici, tecnicamente non fattibili con tecnologie convenzionali, e implicano costi insostenibili per l’intero settore dei trasporti. Da Impact Assessment risulta infatti: - 175 g/km di CO2: aumento medio del prezzo vendita di circa 1.680 € - per un valore di 160 g/km: aumento medio del prezzo di vendita di circa 3.800 € La forte lievitazione dei prezzi dei LCV potrebbe comportare un rallentamento del rinnovo del parco, con risultati contrari rispetto a quelli auspicati, penalizzando un settore già fortemente colpito dalla crisi e che contribuisce per meno del 2% alle emissioni globali di CO2 legate al trasporto. Tali criticità hanno reso necessario ridiscutere in sede di Parlamento e Consiglio gli obiettivi di riduzione delle emissioni in funzione della loro fattibilità, e in misura proporzionata al bassissimo contributo del settore alle emissioni complessive di CO2. Alcuni dei punti critici della proposta, grazie anche agli interventi degli organi di rappresentanza dell’Industria, sono stati rimodulati durante la discussione fra Parlamento e Consiglio; tuttavia resta ancora aperto uno degli argomenti maggiormente controversi, quello del target a lungo termine, sul quale ancora non c’è un accordo soddisfacente fra le parti. Potrebbero infatti emergere incrementi ancora insufficienti rispetto al valore di 135 g/km originariamente fissato dalla proposta. Accordo di libero scambio UE Corea del Sud I punti salienti L’autorizzazione a “regole di origine” inferiori al 60% adottate per la prima volta a favore della Corea consentirà di qualificare come coreano un prodotto composto per oltre il 45-50% di parti non coreane “Duty drawback”: rimborso del dazio sulle importazioni delle parti e componenti incorporate nel prodotto finale, se esportate verso la UE. Ciò favorisce l’importazione delle parti e componenti da Paesi “low-cost” come la Cina. L’insieme di queste concessioni: determina un importante vantaggio competitivo per la Corea del Sud in un quadro già fortemente sbilanciato dalla dimensione dei rispettivi mercati dell’auto (Sud Corea: circa 1 milione di auto; mercato europeo: circa 15 milioni). Comporta gravi ripercussioni in un settore per il quale i Governi di molti Paesi europei hanno messo in campo interventi di sostegno a fronte di una crisi di profondità e ampiezza inusitate. Costituisce il precedente cui tutti i futuri accordi UE, non solo inerenti il settore dell’auto, si dovranno uniformare in futuro Le tappe Il 15 ottobre 2009, dopo due anni di trattative, il Commissario europeo responsabile per il commercio estero Catherine Ashton e il Ministro al commercio della Corea Kim Jong-hoon annunciano la conclusione del negoziato per un accordo di libero scambio tra l’UE e la Corea del Sud. Già il 28 settembre ACEA aveva inviato una lettera aperta a firma del Segretario Generale Ivan Hodac agli Stati membri dell’Unione europea, invitandoli a non ratificare questa versione dell’accordo. ANFIA va due volte a colloquio con il Commissario europeo Catherine Ashton e chiede al Governo italiano di non ratificare il testo corrente, che non ha tenuto in considerazione le voci fortemente critiche provenienti da rappresentanti italiani al Parlamento europeo, da un certo numero di Commissari europei e da associazioni sindacali di categoria e industriali che hanno anche denunciato violazioni nei diritti dei lavoratori, oltre che ripercussioni sull’occupazione del settore in Europa. A seguito di tali interventi il Governo conferma la riserva formale già espressa nei confronti delle clausole distorsive della concorrenza che danneggiano l’industria automobilistica italiana ed europea, rinviando la stipula dell’accordo. Il 20 luglio 2010 ANFIA partecipa a un’audizione presso il Comitato permanente sulla politica estera dell’Unione europea della Commissione Affari esteri della Camera, presieduto dall’On. Giorgio La Malfa. 1° luglio 2011: data di entrata in vigore dell’Accordo, fatta salva la previa ratifica del Parlamento Europeo e l’entrata in vigore del Regolamento sulla clausola di salvaguardia bilaterale. 10 settembre 2010: il veto italiano fa slittare il “sì” dell’UE all’accordo 6 ottobre 2010 l’accordo viene firmato da tutti gli Stati membri dell’Unione nell’ambito del vertice UE-Corea a Bruxelles Il Comitato prende atto della valutazione d’impatto della Commissione europea, per cui sarebbero a rischio 30.000 posti di lavoro diretti e 150.000 indiretti, a fronte di un aumento del 130% delle esportazioni di auto sudcoreane verso l’UE. Bartolomeo Giachino, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, durante la sua relazione Intervento di Adolfo Urso, Vice Ministro allo Sviluppo Economico Guido Rossignoli, Direttore Generale ANFIA Sergio Marchionne, CEO Fiat Group Automobiles, durante la sua relazione Priorità per il Piano Nazionale della Logistica Emanuele Bosio, Amministratore Delegato del Gruppo Sogefi, durante il suo intervento Le misure da attuare: l’efficienza della logistica a partire dall’efficienza dei veicoli ressate, tra cui ANFIA. Ai prossimi incontri sarà garantita maggiore partecipazione istituzionale (Ministero dei Trasporti, Ministero della Ricerca). - la promozione di veicoli efficienti - la diversificazione delle fonti energetiche - l’abbattimento dei livelli di CO2 e delle polveri sottili in atmosfera Tavolo sulla Mobilità sostenibile Vista la stringente attualità di temi ambientali come: 2 ANFIA ha chiesto ed ottenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATT) che si avviasse un tavolo sulla “Mobilità Sostenibile” capace di delineare una strategia, condivisa e coordinata a livello nazionale, per fornire risposte adeguate all’intera filiera automobilistica italiana. Prima riunione del tavolo: 30 settembre 2010 con la partecipazione, sotto il coordinamento del MATT, di rappresentanti del Ministero dello Sviluppo economico (MISE) e delle principali associazioni inte- Corrado Clini – Direttore Generale per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo del MATT – ha annunciato alcune priorità che il tavolo affronterà, e che ANFIA condivide fortemente: –individuare misure per promuovere i veicoli efficienti, con un doppio pilastro: 1. promozione di veicoli efficienti di tipo convenzionale; 2. sviluppo di nuovi carburanti: propulsori alternativi quali l’elettrico, ma anche biocarburanti, metano, gpl e idrogeno; – definire modalità per il rinnovo del parco circolante sia in ottica CO2 che PM (anche in vista dell’ urgenza di rispondere alla Commissione Europea che ha avviato nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione, che rischia di costare al nostro Paese 1,7 miliardi di €, per aver superato i livelli consentiti di PM10 nelle aree urbane); - sviluppare la rete infrastrutturale dei carburanti alternativi (metano ed elettrico); - dare impulso ai biocarburanti di seconda generazione; - individuazione di misure per risolvere i problemi della congestione; - sviluppare i sistemi ITS; - limitare la circolazione nei centri urbani per i veicoli obsoleti (almeno 10 anni) e contemporanei vantaggi per l’accesso ai centri storici dei veicoli a metano e ibridi; - procedere nel sostegno della promozione dei veicoli efficienti in una logica well to wheel (è stato affermato che l’elettrico, con il mix energetico attuale, non può essere la risposta immediata. Più concreta invece la realizzabilità dell’ibrido); - l’individuazione di linee guida/piani di sostegno all’R&D in ottica di sviluppo della mobilità sostenibile Il MATT ha stilato, concordemente col MISE, una prima bozza di piano di lavoro, in cui vengono brevemente descritte le aree di intervento prioritarie. La nostra filiera fornirà tutto il supporto necessario a questa importante iniziativa istituzionale. Dal nostro punto di vista, migliorare il trasporto su strada per lo sviluppo della logistica significa in primo luogo valorizzare il grande contributo che le tecnologie, in particolare veicolari, possono già oggi apportare: veicoli innovativi caratterizzati da bassissimi livelli di emissioni (si pensi ai veicoli alimentati a gas naturale, nell’immediato, come all’utilizzo, nel lungo periodo, dell’idrogeno, passando, come tappa intermedia, dall’uso di miscele di metano con circa il 30% di idrogeno), oltre che da numerosi sistemi per la prevenzione degli incidenti (ABS/EBS e ESC - sistemi di controllo della frenatura e della stabilità del veicolo) e per la protezione in caso di urto. Al fianco delle tecnologie veicolari occorre assolutamente facilitare la diffusione delle tecnologie intelligenti, nel quadro della direttiva ITS. La telematica è divenuta la tecnologia abilitante per lo sviluppo di una mobilità sostenibile. E’ necessario, quindi, prestare una grande attenzione a queste tecnologie e a questi aspetti, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi comunitari per la sicurezza e la mobilità di persone e merci. I servizi aggiuntivi che la telematica e le infrastrutture ITS possono rendere disponibili sono molteplici: - dai servizi di mobilità e trasporto, come il Floating Car Data o i servizi di informazione e prenotazione aree di sosta per mezzi adibiti al trasporto merci, alla gestione del trasporto pubblico locale - ai servizi di sicurezza, grazie ai quali si sta trasformando il veicolo intelligente in un sistema cooperativo intelligente (rapidità di intervento in caso di sinistro, recupero dei veicoli in caso di furto) - per arrivare ai servizi legati all’ambiente, come Eco-Navigation ed EcoDriving (lettura dei consumi di carburante e dei chilometri percorsi; analisi dei comportamenti di guida, ricevendo in cambio vantaggi in termini di risparmio assicurativo e di fruizione di servizi di sicurezza). In sintesi riteniamo che il Piano della Logistica debba consentire di: - facilitare la diffusione delle tecnologie veicolari già esistenti - promuovere l’utilizzo degli ITS e la loro standardizzazione a livello europeo 3 Proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 dei LCV I punti salienti E’ in corso l’esame da parte di Parlamento Europeo e Consiglio della proposta formulata il 28 ottobre 2009 dalla Commissione europea per la riduzione delle emissioni di CO2 dei LCV, che ricalca l’approccio adottato per le autovetture, ignorando del tutto le specificità dei veicoli commerciali. I contenuti della proposta originaria prevedono un obiettivo di 175 g/km per le emissioni medie annuali di CO2 relative ai veicoli di nuova immatricolazione, con due anni di phase-in a partire dal 2014, da raggiungere attraverso obiettivi specifici, basati sulla massa in ordine di marcia dei veicoli. Come obiettivo a lungo termine è invece fissato a 135 g/km di CO2 nel 2020 il valore delle emissioni medie per Costruttore. Sono previste fortissime penalità a carico dei Costruttori, qualora non rispettino gli obiettivi, proporzionali al numero di veicoli immessi sul mercato. I costruttori di veicoli hanno evidenziato tramite ACEA che gran parte degli obiettivi fissati dalla proposta sono irrealistici, tecnicamente non fattibili con tecnologie convenzionali, e implicano costi insostenibili per l’intero settore dei trasporti. Da Impact Assessment risulta infatti: - 175 g/km di CO2: aumento medio del prezzo vendita di circa 1.680 € - per un valore di 160 g/km: aumento medio del prezzo di vendita di circa 3.800 € La forte lievitazione dei prezzi dei LCV potrebbe comportare un rallentamento del rinnovo del parco, con risultati contrari rispetto a quelli auspicati, penalizzando un settore già fortemente colpito dalla crisi e che contribuisce per meno del 2% alle emissioni globali di CO2 legate al trasporto. Tali criticità hanno reso necessario ridiscutere in sede di Parlamento e Consiglio gli obiettivi di riduzione delle emissioni in funzione della loro fattibilità, e in misura proporzionata al bassissimo contributo del settore alle emissioni complessive di CO2. Alcuni dei punti critici della proposta, grazie anche agli interventi degli organi di rappresentanza dell’Industria, sono stati rimodulati durante la discussione fra Parlamento e Consiglio; tuttavia resta ancora aperto uno degli argomenti maggiormente controversi, quello del target a lungo termine, sul quale ancora non c’è un accordo soddisfacente fra le parti. Potrebbero infatti emergere incrementi ancora insufficienti rispetto al valore di 135 g/km originariamente fissato dalla proposta. Accordo di libero scambio UE Corea del Sud I punti salienti L’autorizzazione a “regole di origine” inferiori al 60% adottate per la prima volta a favore della Corea consentirà di qualificare come coreano un prodotto composto per oltre il 45-50% di parti non coreane “Duty drawback”: rimborso del dazio sulle importazioni delle parti e componenti incorporate nel prodotto finale, se esportate verso la UE. Ciò favorisce l’importazione delle parti e componenti da Paesi “low-cost” come la Cina. L’insieme di queste concessioni: determina un importante vantaggio competitivo per la Corea del Sud in un quadro già fortemente sbilanciato dalla dimensione dei rispettivi mercati dell’auto (Sud Corea: circa 1 milione di auto; mercato europeo: circa 15 milioni). Comporta gravi ripercussioni in un settore per il quale i Governi di molti Paesi europei hanno messo in campo interventi di sostegno a fronte di una crisi di profondità e ampiezza inusitate. Costituisce il precedente cui tutti i futuri accordi UE, non solo inerenti il settore dell’auto, si dovranno uniformare in futuro Le tappe Il 15 ottobre 2009, dopo due anni di trattative, il Commissario europeo responsabile per il commercio estero Catherine Ashton e il Ministro al commercio della Corea Kim Jong-hoon annunciano la conclusione del negoziato per un accordo di libero scambio tra l’UE e la Corea del Sud. Già il 28 settembre ACEA aveva inviato una lettera aperta a firma del Segretario Generale Ivan Hodac agli Stati membri dell’Unione europea, invitandoli a non ratificare questa versione dell’accordo. ANFIA va due volte a colloquio con il Commissario europeo Catherine Ashton e chiede al Governo italiano di non ratificare il testo corrente, che non ha tenuto in considerazione le voci fortemente critiche provenienti da rappresentanti italiani al Parlamento europeo, da un certo numero di Commissari europei e da associazioni sindacali di categoria e industriali che hanno anche denunciato violazioni nei diritti dei lavoratori, oltre che ripercussioni sull’occupazione del settore in Europa. A seguito di tali interventi il Governo conferma la riserva formale già espressa nei confronti delle clausole distorsive della concorrenza che danneggiano l’industria automobilistica italiana ed europea, rinviando la stipula dell’accordo. Il 20 luglio 2010 ANFIA partecipa a un’audizione presso il Comitato permanente sulla politica estera dell’Unione europea della Commissione Affari esteri della Camera, presieduto dall’On. Giorgio La Malfa. 1° luglio 2011: data di entrata in vigore dell’Accordo, fatta salva la previa ratifica del Parlamento Europeo e l’entrata in vigore del Regolamento sulla clausola di salvaguardia bilaterale. 10 settembre 2010: il veto italiano fa slittare il “sì” dell’UE all’accordo 6 ottobre 2010 l’accordo viene firmato da tutti gli Stati membri dell’Unione nell’ambito del vertice UE-Corea a Bruxelles Il Comitato prende atto della valutazione d’impatto della Commissione europea, per cui sarebbero a rischio 30.000 posti di lavoro diretti e 150.000 indiretti, a fronte di un aumento del 130% delle esportazioni di auto sudcoreane verso l’UE. Bartolomeo Giachino, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, durante la sua relazione Intervento di Adolfo Urso, Vice Ministro allo Sviluppo Economico Guido Rossignoli, Direttore Generale ANFIA Sergio Marchionne, CEO Fiat Group Automobiles, durante la sua relazione Priorità per il Piano Nazionale della Logistica Emanuele Bosio, Amministratore Delegato del Gruppo Sogefi, durante il suo intervento Le misure da attuare: l’efficienza della logistica a partire dall’efficienza dei veicoli ressate, tra cui ANFIA. Ai prossimi incontri sarà garantita maggiore partecipazione istituzionale (Ministero dei Trasporti, Ministero della Ricerca). - la promozione di veicoli efficienti - la diversificazione delle fonti energetiche - l’abbattimento dei livelli di CO2 e delle polveri sottili in atmosfera Tavolo sulla Mobilità sostenibile Vista la stringente attualità di temi ambientali come: 2 ANFIA ha chiesto ed ottenuto dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATT) che si avviasse un tavolo sulla “Mobilità Sostenibile” capace di delineare una strategia, condivisa e coordinata a livello nazionale, per fornire risposte adeguate all’intera filiera automobilistica italiana. Prima riunione del tavolo: 30 settembre 2010 con la partecipazione, sotto il coordinamento del MATT, di rappresentanti del Ministero dello Sviluppo economico (MISE) e delle principali associazioni inte- Corrado Clini – Direttore Generale per la Ricerca Ambientale e lo Sviluppo del MATT – ha annunciato alcune priorità che il tavolo affronterà, e che ANFIA condivide fortemente: –individuare misure per promuovere i veicoli efficienti, con un doppio pilastro: 1. promozione di veicoli efficienti di tipo convenzionale; 2. sviluppo di nuovi carburanti: propulsori alternativi quali l’elettrico, ma anche biocarburanti, metano, gpl e idrogeno; – definire modalità per il rinnovo del parco circolante sia in ottica CO2 che PM (anche in vista dell’ urgenza di rispondere alla Commissione Europea che ha avviato nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione, che rischia di costare al nostro Paese 1,7 miliardi di €, per aver superato i livelli consentiti di PM10 nelle aree urbane); - sviluppare la rete infrastrutturale dei carburanti alternativi (metano ed elettrico); - dare impulso ai biocarburanti di seconda generazione; - individuazione di misure per risolvere i problemi della congestione; - sviluppare i sistemi ITS; - limitare la circolazione nei centri urbani per i veicoli obsoleti (almeno 10 anni) e contemporanei vantaggi per l’accesso ai centri storici dei veicoli a metano e ibridi; - procedere nel sostegno della promozione dei veicoli efficienti in una logica well to wheel (è stato affermato che l’elettrico, con il mix energetico attuale, non può essere la risposta immediata. Più concreta invece la realizzabilità dell’ibrido); - l’individuazione di linee guida/piani di sostegno all’R&D in ottica di sviluppo della mobilità sostenibile Il MATT ha stilato, concordemente col MISE, una prima bozza di piano di lavoro, in cui vengono brevemente descritte le aree di intervento prioritarie. La nostra filiera fornirà tutto il supporto necessario a questa importante iniziativa istituzionale. Dal nostro punto di vista, migliorare il trasporto su strada per lo sviluppo della logistica significa in primo luogo valorizzare il grande contributo che le tecnologie, in particolare veicolari, possono già oggi apportare: veicoli innovativi caratterizzati da bassissimi livelli di emissioni (si pensi ai veicoli alimentati a gas naturale, nell’immediato, come all’utilizzo, nel lungo periodo, dell’idrogeno, passando, come tappa intermedia, dall’uso di miscele di metano con circa il 30% di idrogeno), oltre che da numerosi sistemi per la prevenzione degli incidenti (ABS/EBS e ESC - sistemi di controllo della frenatura e della stabilità del veicolo) e per la protezione in caso di urto. Al fianco delle tecnologie veicolari occorre assolutamente facilitare la diffusione delle tecnologie intelligenti, nel quadro della direttiva ITS. La telematica è divenuta la tecnologia abilitante per lo sviluppo di una mobilità sostenibile. E’ necessario, quindi, prestare una grande attenzione a queste tecnologie e a questi aspetti, fondamentali per il raggiungimento degli obiettivi comunitari per la sicurezza e la mobilità di persone e merci. I servizi aggiuntivi che la telematica e le infrastrutture ITS possono rendere disponibili sono molteplici: - dai servizi di mobilità e trasporto, come il Floating Car Data o i servizi di informazione e prenotazione aree di sosta per mezzi adibiti al trasporto merci, alla gestione del trasporto pubblico locale - ai servizi di sicurezza, grazie ai quali si sta trasformando il veicolo intelligente in un sistema cooperativo intelligente (rapidità di intervento in caso di sinistro, recupero dei veicoli in caso di furto) - per arrivare ai servizi legati all’ambiente, come Eco-Navigation ed EcoDriving (lettura dei consumi di carburante e dei chilometri percorsi; analisi dei comportamenti di guida, ricevendo in cambio vantaggi in termini di risparmio assicurativo e di fruizione di servizi di sicurezza). In sintesi riteniamo che il Piano della Logistica debba consentire di: - facilitare la diffusione delle tecnologie veicolari già esistenti - promuovere l’utilizzo degli ITS e la loro standardizzazione a livello europeo 3 dustria europea ed è contraria ai principi del libero scambio, basati sulla parità di condizioni per i concorrenti. Altra iniziativa comunitaria problematica, la proposta di regolamento sulle emissioni di CO2 dei LCV, che non tiene conto né dei tempi di sviluppo del prodotto, né del suo ciclo di vita e che colpisce un comparto già caratterizzato, per rispondere ad esigenze di mercato, da consumi contenuti e ridotti livelli di emissioni, per di più arrecando benefici irrisori per l’ambiente. Sul fronte delle soluzioni tecniche per diminuire la nostra dipendenza dal petrolio, poi, si rischia di indirizzare la ricerca solo su alcuni campi, che hanno prospettive incerte e lontane nel tempo. La proiezione verso nuove tecnologie va fatta e al più presto, ma non esiste una ricetta magica. Occorre lavorare su tutte le tecnologie disponibili, tradizionali e alternative, in modo combinato, non soltanto sull’elettrico, su cui si rischia di spostare tutta l’enfasi dei regolamenti europei. Passando ad affrontare le difficoltà attuali del mondo dell’auto, Marchionne ha ricordato che questo sta pagando per le nonscelte del passato e per i problemi strutturali ignorati, come l’inefficienza economica e la sovraccapacità produttiva. Ha anche aggiunto che è l’intero Paese a soffrire da anni della debolezza della sua struttura industriale, della mancanza di condizioni di competitività minime, di un livello di investimenti esteri che è il più basso d’Europa. Non è facile creare o mantenere qui un’attività produttiva. Marchionne sottolinea che il segnale d’apertura emerso dal recente convegno di Confindustria a Genova – ripartire dal confronto, da un impegno che veda coinvolte tutte le parti sociali – è un segnale di speranza per il Paese. Forse anche ciò che la Fiat sta cercando di fare con “Fabbrica Italia” è servito da stimolo per una convergenza di impegni. La conclusione di Marchionne si concentra sugli insegnamenti della crisi: negare i problemi e rinviare le soluzioni conduce a una dolorosa resa dei conti; ogni crisi offre l’opportunità di cambiare e migliorare; in ogni organizzazione, le persone giuste contano molto più delle giuste procedure, persone che hanno il coraggio di rompere con i vecchi schemi e che hanno la visione del loro agire in un contesto sociale. Il punto di vista della componentistica italiana Emanuele Bosio, CEO del Gruppo Sogefi, è intervenuto in rappresentanza della filiera italiana della componentistica, di cui ha ricordato i principali numeri: oltre 2.000 aziende che occupano circa 171.000 addetti e realizzano un giro d’affari attorno ai 40 miliardi di Euro. Le ripercussioni della crisi 2008-2009 sono state gravi per il comparto: una flessione di circa 8 miliardi di euro del fatturato e una perdita di circa 33.000 addetti. Il progressivo recupero dei volumi di domanda della prima metà del 2010 fa guardare al futuro più serenamente, ma anche consapevoli di come la crisi abbia accelerato i cambiamenti e inasprito le difficoltà. “[…] La dimensione media delle nostre aziende (solo il 10% può definirsi ‘grande’ e oltre il 70% è ‘piccola’ o ‘micro’ secondo i parametri della Comunità europea) – ha affermato Bosio – rappresenta un oggettivo limite all’espansione negli attuali mercati ma, ancora di più, in quelli futuri, sempre più lontani dall’Europa occidentale. Si rende necessario un percorso di consolidamento e aggregazione […]. Devono nascere campioni nazionali, con dimensione e forza finanziaria per un’espansione più veloce e una presenza più efficace sul mercato globale. Riguardo alla capacità di innovazione, […] le aziende italiane operano in condizione di oggettivo svantaggio rispetto alla concorrenza, che beneficia di maggiori finanziamenti alla ricerca e si avvantaggia di una migliore collaborazione sistemica. […] Ciò nonostante alcune aziende italiane possono oggi vantare leadership tecnologica in componenti chiave, quali sistemi frenanti, sistemi di filtrazione, sospensioni, batterie. E’ quindi auspicabile che venga realizzato in tempi rapidi quanto richiesto da Confindustria in tema di strumenti fiscali per agevolare la ricerca e l’innovazione. La sfida più importante resta quella della competitività, non solo nei confronti dei produttori dei Paesi a basso costo del lavoro, ma anche e soprattutto rispetto alla concorrenza europea, americana, giapponese. Elemento fondamentale […] è il costo del lavoro, non tanto o solo in termini assoluti, ma per la sua incidenza per unità di prodotto. La componentistica italiana condivide e supporta l’azione intrapresa dal Gruppo Fiat per la realizzazione di un nuovo specifico contratto nazionale per il settore auto, che permetta di definire per tutti gli operatori del settore i principi, le regole e le modalità per un miglioramento dell’efficienza produttiva nelle fabbriche italiane, accrescendone il livello di competitività […]”. L’impegno del Governo per la ripresa nel settore dei Trasporti Il Sottosegretario Bartolomeo Giachino ha evidenziato come l’Italia abbia retto molto meglio di altri Paesi la crisi economica. La ripresa nel settore dei Trasporti, grazie al lavoro del Ministro Matteoli, sta prendendo forma attraverso lo sblocco degli investimenti delle società concessionarie autostradali, il miglioramento della situazio- ne di Alitalia, il mutamento delle politiche energetiche, lo sblocco del Terzo valico e della Torino-Lione. Chi avrebbe scommesso, due anni fa, sull’uscita dell’Italia dalla crisi? Eppure ha retto anche un settore sensibile come l’autotrasporto, per difendere il quale il Governo ha provveduto alla riduzione dell’INAIL, con lo sconto sul bollo, con oltre 100 milioni l’anno di sconti sui pedaggi autostradali, con il contributo per l’acquisto degli Euro 5 (impegnati 83 milioni), con l’istituzione del Fondo di garanzia per l’autotrasporto. Il Sottosegretario chiude ricordando il prossimo Piano nazionale della Logistica, per la definizione del quale verrà audita ANFIA, e con il quale verranno indicate le nuove condizioni per il contributo alla crescita, per la distribuzione urbana delle merci e per lo sviluppo di una mobilità sostenibile. La Fiat come modello industriale e l’Italia come modello Paese Riprendendo i dati di un’industria automotive europea ferma fino al 2014, e in crescita quasi esclusivamente nei Paesi emergenti, il Vice Ministro Adolfo Urso ha affermato: “Questo ci fa capire […] quanto sia importante l’opera di internazionalizzazione, con quello che ha fatto la Fiat in questi ultimi anni e con quello che l’intero sistema produttivo europeo deve fare per posizionarsi nel migliore dei modi laddove crescono i consumi […]. Per farlo, bisogna […] aprire le nuove rotte commerciali e l’Europa può e deve farlo anche attraverso gli accordi bilaterali”. Urso ha ricordato che in questa direzione si colloca il recente accordo bilaterale UE - Corea, a cui ne seguiranno altri, con il Mercosur, con l’India, con il Giappone, con il Canada, aprendo la strada all’accordo più complesso con NAFTA e USA. L’accordo con la Corea presenta luci – perché apre la strada ad altri accordi bilaterali e perché apre il mercato coreano ad alcuni settori delle nostre imprese – e ombre – per i problemi che comporta per il tessile e l’automotive italiani. “Per questo – ha proseguito Urso – ci siamo mossi […] e siamo riusciti ad ottenere tre concessioni sostanziali”. La prima è lo slittamento al 2016 dello smantellamento effettivo di tutti i dazi nel settore auto; la seconda è l’allineamento tra quanto sottoscritto dall’Europa e quello che eventualmente verrà sottoscritto dagli USA. Se la Corea dovesse concedere agli USA condizioni più vantaggiose, automaticamente queste verrebbero recepite dall’iter del trattato sottoscritto dall’UE. La terza concessione, ancora in discussione tra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo, è il testo definitivo per il regolamento che prevede una clausola di salvaguardia bilaterale. Il Vice Ministro sottolinea che questo non potrà non riguardare i settori sensibili, e in modo specifico le piccole auto, avendo l’Italia inserito questa dizione nel provvedimento. Questo significa che l’Italia attuerà strumenti e meccanismi in sede europea qualora si verifichino le condizioni per un’invasione anomala di prodotti coreani, come accaduto con l’accordo “multifibre” del 2004, quando il Governo usò la clausola di salvaguardia per tutelare il tessile dall’invasione di prodotti cinesi e vietnamiti. Urso ha inoltre ricordato la recente missione in Serbia, per firmare un accordo e consentire anche all’indotto di usufruire degli stessi benefici che sta utilizzando la Fiat per realizzare quella piattaforma produttiva che le consentirà di presidiare mercati diversi da quello nazionale e dal mercato interno dell’UE. Urso ha concluso richiamando il concetto di “cultura della responsabilità” citato da Marchionne: “Deve indirizzarci nella nostra azione, ben sapendo che l’Italia – il Governo, le imprese, i sindacati italiani – ha reagito meglio di altri alla crisi economica globale perché questi attori si sono mossi con responsabilità e tempestività per attutirne gli effetti […]. Occorre stimolare la crescita interna e realizzare quel piano automobilistico che il Governo ha supportato […] e che l’AD Marchionne ha chiamato ‘Fabbrica Italia’ ” – ha asserito Urso, ricordando che c’è uno squilibrio tra quanto producono le imprese automobilistiche negli altri maggiori Paesi europei e quanto viene prodotto nel nostro Paese. “Lo squilibrio si può colmare – ha concluso – grazie a un’azione di sistema, un’azione globale che tenga conto di tutti i fattori che intervengono nel rendere competitivo un sistema Paese e nel rendere competitiva un’impresa internazionale, perché la Fiat lo è diventata […]. L’Italia può farcela se agisce con responsabilità e determinazione, tutti gli attori insieme, come sistema Paese. In questo la Fiat può essere un modello industriale e ci auguriamo che il nostro Paese possa diventare in Europa un modello Paese”. Da sinistra: Eugenio Razelli, Sergio Marchionne e Bartolomeo Giachino Per il quarto anno consecutivo ANFIA ha scelto Roma come location per la propria Assemblea Pubblica, svoltasi lo scorso 27 settembre presso l’Aula Magna del Palazzo della Cancelleria. Insieme a Eugenio Razelli, Presidente dell’Associazione, hanno partecipato ai lavori Sergio Marchionne, CEO Fiat Group Automobiles, Emanuele Bosio, Amministratore Delegato del Gruppo Sogefi, Bartolomeo Giachino, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Adolfo Urso, Vice Ministro allo Sviluppo Economico. Attori della filiera che, dopo l’introduzione ai lavori di Guido Rossignoli, Direttore Generale ANFIA, hanno dato il proprio contributo all’analisi dei macrotemi che la riguardano e alla ridefinizione del suo ruolo in vista delle prossime sfide. La filiera automotive come filiera chiave per il Paese, la determinazione delle imprese italiane e il ruolo della governance, per definire le regole del gioco e garantirne il rispetto. L’incipit del Presidente Razelli è dedicato all’esame dello scenario internazionale. A fine 2009-inizio 2010 si sono manifestati i primi segni di una ripresa a due velocità: forte nei Paesi BRIC, più debole nelle economie avanzate, in particolare USA e Sud Europa. In Italia, si avverte una ripresa delle produzioni industriali che dà già qualche segno di indebolimento, confermato da una disoccupazione in leggero aumento e da un forte ricorso alla cassa integrazione. Il settore automotive, finiti gli incentivi alla domanda soprattutto nei mercati maturi, ha visto un forte indebolimento della domanda di autovetture, in assenza di una ripresa di fiducia dei consumatori, mentre è aumentato l’indice di fiducia delle imprese, come mostra la limitata ripresa del mercato dei LCV. Il Presidente è poi passato ai grandi temi in discussione per il futuro del settore. Uno è la sfida della mobilità sostenibile, che richiede grandi pile a combustibile all’idrogeno. Infine, la sfida competitiva: dobbiamo favorire la crescita dimensionale, le economie di scala e la capacità di operare a livello globale, soprattutto nella componentistica. Progetti come Fabbrica Italia consentono un recupero della competitività e, in prospettiva, anche l’attrazione di investimenti dall’estero. Occorre poi un piano a mediolungo termine che affronti i temi della ricerca e dell’innovazione, dell’ambiente e della sicurezza, del credito alle imprese e della fiscalità, del commercio estero. Ambiente: è fondamentale lasciare ai Costruttori la libertà di decidere su quali tecnologie investire e fornire loro linee guida basate su livelli di performance ambientali; è necessario promuovere il TPL, tramite il reinvestimento delle risorse derivanti da una razionalizzazione delle spese del settore e dalle entrate che esso stesso genera; è importante promuovere l’eco-driving e gli ITS. Accesso al credito: molto importante il Fondo di 2011, seppur con un progressivo phasing out. Ora, è fondamentale che l’Italia ne tragga il maggior beneficio, continuando a promuovere misure a sostegno, in particolare, del trasporto in conto terzi. Infine, grandi sforzi sono necessari per ridurre i costi di esercizio del sistema trasporti (merci e passeggeri), che richiede una fiscalità orientata a criteri ambientali e di sicurezza. In materia di commercio estero, l’UE deve rivedere la sua politica: è fondamentale poter contare su un sistema tariffario equo che non sposti la competitività a favore di altri sistemi economici. Ultimo aspetto del “gioco di squadra” secondo Razelli, la Governance. A livello UE serve un’attuazione dei principi del di Fiat. Il 16 settembre è stata approvata la scissione del Gruppo, con la creazione di due entità distinte: Fiat e Fiat Industrial. E’ la risoluzione di una questione strategica, risultato storico dell’aggregazione di attività molto diverse fra loro. L’assetto del Gruppo è rimasto inalterato dal 2004 ad oggi perché il processo di risanamento in corso richiedeva uno sforzo collettivo. Ora è giunto il momento di affrontare la scissione. Una serie di accordi regolerà la fornitura dei ser- Da sinistra: Eugenio Razelli e Sergio Marchionne Intervento di Eugenio Razelli, Presidente ANFIA Il tavolo dei relatori durante l’intervento di Adolfo Urso Il pubblico in sala ANFIA - Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica Sede di TORINO - Corso Galileo Ferraris, 61 - 10128 Torino Tel. +39 011 55 46 505 / Fax +39 011 54 59 86 Mail: [email protected] Sede di ROMA - Viale Pasteur, 10 - 00144 Roma Tel. +39 06 54 22 14 93(4) / Fax +39 06 54 22 14 18 Mail: [email protected] 4 Le prossime sfide: come vincere la partita, con che squadra e modulo di gioco affrontarla. investimenti in tecnologia, combinati con investimenti in infrastrutture, intermodalità ed educazione dei conducenti. In riferimento alla sfida tecnologica, la policy europea prevede da un lato la promozione di veicoli puliti ed efficienti sul piano energetico basati su motori di tipo convenzionale, che continueranno a svolgere un ruolo fondamentale anche nel lungo termine, oltre che la promozione degli ibridi, che già oggi fanno da ponte verso le tecnologie del futuro. Dall’altro, la facilitazione dell’applicazione di tecnologie innovative in veicoli a bassissimo consumo di carbonio. I sistemi di propulsione considerati sono i carburanti per motori a combustibili alternativi (metano, biogas, GPL); i veicoli elettrici; i veicoli a garanzia per le PMI lanciato dal Ministro Tremonti, pur con l’esclusione di alcune aziende dell’indotto automotive per dimensione. Attraverso il tavolo Governo - ANFIA-Componenti auspichiamo che si arrivi a una soluzione. Positivo anche il Fondo di Private Equity costituito da Ministero del Tesoro, Cassa Depositi e Prestiti, ABI, Confindustria e dalle principali Banche italiane, soprattutto per l’estensione anche alle imprese di medie dimensioni (fino a 100 milioni di Euro). Importante anche il Quadro temporaneo sugli aiuti di stato UE, che finora ha consentito di intervenire a sostegno dell’autotrasporto e dei veicoli rimorchiati (in altri Paesi anche del settore auto e della componentistica), in scadenza a fine 2010, già prolungato da Bruxelles per il CARS 21, recentemente rilanciato, un coordinamento delle misure per i veicoli ecologici, misure a tutela dell’industria e dell’occupazione. A livello Italia, il rilancio della discussione sui tavoli già avviati (ricerca, incentivi/occupazione, componentistica), l’avvio dell’operatività del tavolo sulla Mobilità sostenibile, recentemente voluto dal Ministero dell’Ambiente, il Patto per la crescita tra Governo e Imprese. I passi compiuti dal Costruttore nella direzione di un rafforzamento dell’industria automotive come strumento per compiere una svolta storica Sergio Marchionne ha ripercorso i recenti mutamenti che hanno ridefinito il profilo vizi comuni alle due entità, in modo da sfruttare tutti i vantaggi legati alla collaborazione su alcune aree specifiche (R&S, World Class Manufacturing, condivisione base fornitori), che permetteranno di raggiungere importanti economie di scala. Altro passo storico: l’integrazione Fiat Chrysler, attraverso la quale dar vita ad un produttore leader a livello mondiale, che raggiungerà nel 2014 la soglia dei 6 milioni di vetture prodotte l’anno. La riflessione sul rafforzamento dell’industria dell’auto ha portato il discorso sulle decisioni prese in sede europea. Sull’accordo di libero scambio UE - Corea del Sud, Marchionne ha ribadito gli ingiusti vantaggi competitivi che l’Europa si appresta a concedere ai Costruttori coreani. Una scelta che mette a rischio la competitività dell’incontinua a pag. 4 1