2011.04.28 LIBERO DI LEGGERE
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2011.04.28 LIBERO DI LEGGERE
giovedì 28 aprile 2011 Libero di leggere laRegioneTicino 24 a cura di Orazio Dotta e Velia Chiesa L’incipit ‘Gli antenati avevano trascorso la loro esistenza a cercare un angolo di terra sicuro. Chiunque può contare su un avo che l’ha trovato e ci ha costruito la sua tana. Un riparo in cui aspettare che le circostanze siano migliori, il vento sia cessato, l’aria diventi più tiepida, tuo figlio sia diventato grande e possa curarti o chiuderti le palpebre’ Per i più grandi Per i più piccoli Corpo libero di Ilaria Bernardini, Feltrinelli, 189 p. – Si entra nel dietro le quinte di un mondo poco conosciuto, quello della ginnastica artistica. L’autrice scruta la vita di tre giovani atlete adolescenti, alle prese con le qualificazioni alle Olimpiadi. La loro esistenza, governata da una coach dal pugno di ferro, è fatta di privazioni, regole ferree, duri sacrifici e da una strenua competizione che a volte travalica i confini sportivi. Martina e le sue compagne sono, di fatto, in concorrenza anche nella vita; chi più carina, chi più brava, chi più ricca. Atlete esteriormente toniche e resistenti, ma interiormente fragili e insicure. Nel torneo di qualificazione che stanno affrontando in Romania la tensione è molto alta. Il confronto con le loro colleghe straniere è stressante. Tra queste c’è anche Petrika, promettente stella rumena, che però il giorno della competizione non si presenta alla gara. Un fatto che prelude ad un finale inaspettato e tragico. La storia di Mina di David Almond, Ed. Salani, dai 12 anni – Mina è figlia unica, orfana di padre e solitaria; il suo rapporto con la scuola è tanto disastroso quanto straordinario è quello con sua madre, fonte inesauribile di storie e racconti mitologici. Le sue passioni sono gli uccelli, la poesia di William Blake e giocare con le parole. Dall’alto del suo rifugio, l’albero del giardino di casa, Mina riflette sulle grandi domande esistenziali. La vita, la morte, il dolore della perdita, il diventare grandi in un mondo che sembra tanto difficile. Mina scrive e scrive su un quaderno, ed ecco che le pagine di questo meraviglioso diario si riempiono delle sue storie, riflessioni, poesie, sogni. E un giorno, sempre da lassù, vede arrivare i nuovi vicini di casa con il piccolo: Michael... La storia di Mina è il diario di Mina McKee, la bambina vicina di casa di Michael in Skellig. Il magnifico Spilsbury: ovvero gli omicidi delle vasche da bagno di Jane Robins, Einaudi, 278 p. – Bernard Spilsbury è un puntiglioso patologo forense che opera nella Londra del primo Novecento. Attraverso la sua scienza, basata sulla tecnologia dell’epoca, è chiamato a fornire le indicazioni necessarie per decidere la colpevolezza o l’innocenza di George Smith, accusato di diversi omicidi. Quest’ultimo avrebbe nel corso degli anni circuito alcune donne di mezza età. Tutte zitelle in cerca di marito. Dopo averle sposate, utilizzando nomi diversi, e fattosi consegnare i loro averi, affitta camere o appartamenti dotati di vasche da bagno dentro le quali le donne vengono trovate prive di vita e senza apparenti segni di violenza. Il presunto omicida dovrà rendere conto in tribunale dei fatti imputatigli, al cospetto di un brillante Spilsbury che con la sua verve riesce a rendere questo processo uno dei casi più avvincenti della criminologia moderna. Canzoni per la scomparsa di Stewart O’Nan, Fazi Editore, 425 p. – A chi subisce la scomparsa di una persona cara si apre inesorabilmente un universo difficile da gestire, fatto di dolore, di sconcerto, di domande senza risposte. A un fatto così devastante occorre reagire. Le reazioni non sono però univoche. Qui Stewart O’Nan prova ad approfondire queste reazioni. La vicenda scatenante, ambientata nella periferia americana, riguarda la diciottenne Kim Larsen, ragazza carina, appena laureata al college, con un lavoro al distributore della Conoco e un fidanzatino. Kim, un giorno, senza preavviso, sparisce nel nulla. L’ultima volta in cui è stata vista era con la sorella e gli amici per un bagno al fiume. Poi il nulla. La ragazza non si presenta al lavoro. Il letto della sua camera è intatto. Per i familiari e gli amici inizia un percorso difficile da affrontare, un percorso di sopravvivenza. Tex Willer: il romanzo della mia vita di Mauro Boselli, Mondadori, 223 p. – Gli appassionati di Tex Willer, per i Navajo Aquila della Notte, hanno ora la possibilità di leggere la sua ‘autobiografia’ scritta, ovviamente, da uno dei principali sceneggiatori delle sue avventure: Mauro Boselli. In questo particolare romanzo, corredato da alcuni disegni di Fabio Civitelli, il ranger più famoso del West racconta, con uno stile da colloquio attorno al fuoco, la sua giovinezza, l’incontro con il fido Kit Carson e l’indiano Tiger Jack, la storia d’amore con Lilyth, la figlia del capo Freccia Rossa dal quale avrà Kit. Spiega la sua nomea, che per lungo tempo l’ha bollato come fuorilegge, la sua indole antirazzista, come abbia combattuto la Guerra Civile e altri aspetti e accadimenti legati al suo epico personaggio. Un’operazione letteraria, quella di dare voce ad un eroe dei fumetti, curiosa e stuzzicante che rimanda agli anni 50 quando i lettori scrivevano in redazione pensando che Tex Willer esistesse davvero. La grande casa di Nicole Krauss, Guanda, 334 p. – La vicenda si sviluppa attorno ad una massiccia scrivania con diciannove cassetti, di cui uno impossibile d’aprire, che racchiudono idealmente ricordi e segreti dei quattro personaggi che nel corso degli anni l’hanno posseduta: Nadia, una scrittrice newyorkese in crisi, un poeta cileno, un ebreo e una scrittrice europea fuggita a Londra dalla Germania nazista. Il mobile è conteso da più persone. Interessa, per ragioni diverse, alla sua ultima custode, Nadia, che vive in una casa vuota a New York e che l’ha avuto in prestito dal poeta cileno, poi sparito nelle carceri di Pinochet; alla figlia del poeta, che lo reclama; a un antiquario di Gerusalemme, che vuole ricomporre lo studio del padre saccheggiato dai nazisti nel 1944; al marito della scrittrice fuggita in Inghilterra, che è deciso ad approfondire la conoscenza della moglie. La scrivania, entrata in molte case diverse, è uno scrigno della memoria, è l’oggetto che sopravvive inesorabilmente a coloro che l’hanno utilizzata e in qualche modo incarna e racchiude le loro vite nel corso di un secolo di storia che dall’Olocausto arriva ai giorni nostri. I dodici segni di Lee Child, Longanesi, 409 p. – Jack Reacher, l’ex ufficiale della polizia militare statunitense creato dalla prolifica penna di Lee Child fa di nuovo la sua apparizione. Lo troviamo, in piena notte, su un vagone semivuoto della metropolitana di New York. Tra i pochi passeggeri Reacher nota una donna dal comportamento ambiguo. I suoi movimenti corrispondono a quelli contenuti in un elenco dei servizi segreti israeliani, stilato per riconoscere un terrorista suicida. Fedele al suo profondo senso della giustizia si avvicina alla passeggera per verificare il sospetto. Quest’ultima dalla borsetta estrae una pistola e si uccide. Inspiegabilmente intervengono immediatamente gli agenti dell’Fbi e del dipartimento di polizia. La suicida, tale Susan Mark, è un’impiegata del Pentagono. Reacher decide di approfondire la vicenda che si dimostra da subito torbida e illogica. Emigrazione e lotte fino all’ultimo respiro Emigrare in cerca di lavoro non è quasi mai un piacere, è una necessità, un’improrogabile impellenza esistenziale. Il trasferimento prevarica la fisicità e ingloba la parte più intima di un essere umano: le sue radici, la sua cultura, la sua lingua, le sue tradizioni. La ricerca del bene, dell’affermazione sociale, dell’affrancamento da una condizione precaria a volte va a buon fine, a volte si dimostra una chimera irraggiungibile e pericolosa. Negli anni Settanta la Svizzera ha visto arrivare un nugolo considerevole di vite provenienti dal Sud Italia; tutte «si portavano addosso la loro vita come tartarughe, in enormi scatole e in valige dalle pance tese». Anime in cerca di paradiso; un paradiso che si può raggiungere unicamente passando dal purgatorio e solo se si ha la fortuna d’imboccare la giusta via al bivio delle scelte obbligate. Per i più però è l’inferno a fare capolino. Un inferno fatto di incomprensioni, di diffidenze, di stenti e di amosite, crocidolite, balangeroite, aremolite, antofillite, actinolite. In una parola: eternit. Mario Desiati con Ternitti (Mondadori) ha dato voce a coloro che nelle fabbriche di fibrocemento hanno trovato un destino spietato. Ha ‘dipinto’ un delicato affresco che illustra uno spaccato di storia sociale e del lavoro importante per Italia e Svizzera. Il romanzo, candidato al Premio Strega, descrive, attraverso una ricca galleria di personaggi, senza facili sentimentalismi, drammaticità diverse: legate all’emigrazione, allo sradicamento dalle proprie abitudini esistenziali, al ritorno non sempre facile in patria, per arrivare, nella fattispecie, all’inevitabile condanna a morte che molti emigranti venuti al Nord per lavorare nelle fabbriche di eternit si portano appresso. Luoghi malsani in cui le fibre di amianto prodotte dalla lavorazione dei materiali nuotano nell’aria respirata dagli operai insinuandosi subdolamente nei loro polmoni. Pochi anni di lavoro in una terra lontana anni luce dal proprio vissuto, e poi il pesante ritorno a casa con il pericolo concreto di ammalarsi di asbestosi o mesotelioma, il tumore ai polmoni. Il filo conduttore del romanzo è Mimì Orlando. La incontriamo adolescente in procinto di lasciare la Puglia con l’intera famiglia per andare a Zurigo dove il padre ha trovato lavoro in una fabbrica di eternit. Lì vivono in un capannone con altre famiglie che hanno subito lo stesso destino. Tra pareti sottili che inibiscono ogni forma di intimità si intrecciano le vicende di uomini dal futuro precario e di donne rese forti dalle contingenze della vita. Il lavoro in fabbrica di questi emigranti avrebbe dovuto garantire loro e alle proprie famiglie un minimo di benessere, ma in verità nasconde un viscido inganno. L’impasto che sono costretti a lavorare è di quelli micidiali: «Ma il colore e l’odore dell’impasto era insopportabile, pungente, gonfiava le narici ed entrava come aghi invisibili sotto il derma, attraverso le membra fino alla cassa toracica, infine nei polmoni. Un ago per volta. Uno per uno, avendo cura, come ogni male, di essere lento, mascherato e inesorabile». È in queste condizioni che Mimì, appena quindicenne, si innamora del giovane Ippazio. Il loro affetto, dapprima pudico e di grande tenerezza, sfocia in una gravidanza indesiderata. Ippazio, vittima delle sue paure e della sua vigliaccheria, sparirà lasciando alla giovane il gravoso compito di prendere in mano la propria esistenza. Mimì non si tira indietro. Si oppone con coraggio e fermezza al destino di un aborto riparatore. Genererà una figlia, Arianna, che saprà accudire e seguire con grande amore. Man mano che il racconto procede impariamo a conoscere questa donna coraggiosa e con lei la realtà in cui è immersa. Attraverso le sue vicende penetriamo a poco a poco nelle vite dei suoi conterranei unite da un tormentoso destino comune. Mimì è una donna forte, intelligente, sensibile e fiera che rincorrerà lungo la sua esistenza quello spirito di giovinezza che la vita non le ha dato la possibilità d’assaporare: «Fermentava in Mimì il sentimento di non perdere neanche una briciola della vita, rastrellare ogni emozione». Tornata in Puglia trova lavoro in una fabbrica di cravatte dove si dimostra gran lavoratrice. La sua vita sentimentale è altalenante. Vive storie d’amore smozzicate con uomini senza nome che ama e poi abbandona al loro destino perché fondamentalmente deboli e perché un tenue sentimento d’amore per il suo primo uomo sopravvive ancora in lei. È donna chiacchierata, Mimì, ma anche rispettata dalle colleghe di lavoro, alle quali sa donare il suo aiuto, e dai compaesani, ai quali non lesina gentilezze; la gentilezza, per lei, è un dono dell’anima con la quale si possono smorzare i piccoli sgarbi e i grandi dolori. Mimì vive libera da ogni sovrastruttura ma con i piedi ben saldi per terra, capace di grandi gesti d’amore per il fratello alcolizzato, che accudisce senza mai giudicare, e per coloro che sono preda di pene pesanti. Si muove con destrezza in una società forzatamente matriarcale, tra una folla di vinti e disadattati, ma anche di giovani, come la figlia Arianna che andrà a studiare medicina a Roma, che costituiscono la speranza per il futuro. Mimì – dice Desiati – «è come la reduce di una guerra, perché l’amianto poco alla volta le sottrae le persone vicine o le inquina. La peste non la contagia con il male dei polmoni, ma con quello del cuore e dei sentimenti. E attraverso le difficoltà diventa più forte, come tante ragazze del sud italiano dopo il secondo conflitto mondiale». In Ternitti la sorte di una terra toccata dal male esce in tutta la sua tragicità. Coloro che sono tornati dalla Svizzera sono uniti da uno spietato destino: «Agli uomini una morte rapida e atroce entro i sessant’anni, alle donne un paio di decenni di solitudine (…)». Desiati, che è partito da vicende vere per narrare questa epopea, ha impiegato cinque anni per terminare il suo racconto. Ha scritto una pagina al giorno, con lentezza e oculatezza descrivendo una vicenda oscura, vissuta con rassegnazione dalle vecchie generazioni e con rabbia e voglia di giustizia dalle nuove: Arianna darà l’avvio ad un Comitato per la richiesta di risarcimenti. Lo ha fatto con grande amore per la sua terra e per la sua gente. Dalle pagine del libro escono i profumi, i paesaggi, gli incanti della Puglia, come pure i disagi, le sconfitte e le innumerevoli morti che si sono susseguite negli anni. Una storia di sofferenze e di grandi amori; due facce di una realtà che ancora oggi, a distanza di anni, grava sul destino di molte famiglie e sulla coscienza di una società che quando non vuol vedere sa come girare la testa dall’altra parte: «L’asbestosi era una peste non democratica, si era presa i disgraziati che avevano lavorato con l’amianto e non i suoi padroORAZIO DOTTA ni (…)». I maiali fisici - Esperimenti bizzarri e trucchi suini per aspiranti scienziati di Robert Griesbeck e Nils Fliegner, Ed. Salani, dai 10 anni – Molti non lo sanno, ma anche i maiali in estate hanno le vacanze scolastiche. Perché i porcellini vanno a scuola, si capisce. Come potrebbero altrimenti, una volta cresciuti, diventare insegnanti, piloti o annunciatori televisivi? Tra i porcellini ce n’è uno che spicca per la sua intelligenza. Si chiama Lele Maiale e ha due sorelline: le gemelle Rosetta e Rosina. Con i suoi amici Lele ha fondato la Banda dei Porcelli, molto temuta a scuola dal professore di matematica, signor Lardoni, in quanto durante le lezioni interrompono di continuo con battute e domande impertinenti. I tre fratellini sono in partenza per un campeggio. Li accompagnerà lo zio Cicciolo, insegnante di fisica in pensione che, da quando ha smesso di lavorare non ha più occasioni per stare con i giovani: e la compagnia dei ragazzi gli manca tanto! I maialini, che non apprezzano la saccenteria dello zio, si rassegnano giusto per non perdere l’occasione della vacanza, ma... non gli renderanno la vita facile. Ambrogio. Wow, che gatto! di Mélanie Watt, Ed. La Margherita, dai 4 anni – Ambrogio è un bel gattone, rosso e bizzarro che, armato di pennarello rosso, si intromette in questa storia senza il minimo riguardo. E non solo: siccome Topotto, un topolino che viveva in una graziosa casetta di campagna, un giorno decise di fare le valigie e partire verso un paese lontano, Ambrogio decide di trasferirsi nella graziosa casetta di campagna e cambiare qualcosa qua e là. Tende, quadri, poltrona e ninnoli vari. Ma un bel giorno Topotto sceglie di tornare a casa portando con sé un bel souvenir... dai denti aguzzi. Siccome dei topi non ci si può mai fidare, dicono una cosa poi ne fanno un’altra, al povero Ambrogio non resta che andare ad abitare a Gattolandia, dove i topi non sono ammessi. L’orco di Montorto di Eva Ibbotson, Ed. Salani, dai 10 anni – La gente, di solito, è più felice quando ha i piedi asciutti. Non è piacevole sentire l’umido nelle scarpe: ma alla Megera dell’Acquitrino i piedi bagnati le ricordano l’Acquitrino dove è vissuta i primi 78 anni della sua vita, e ora inzuppa i calzini nel catino perché ben fradici prima di infilarli nelle scarpe. È difficile comunque sentirsi bene a Londra, che nulla ha a che vedere con una palude di terreno alluvionato e la compagnia di salamandre, rane, libellule e uccelli sopra la testa! Ma a Londra la Megera ha trovato lavoro in una pensione per Creature Insolite come lei: streghe sfollate, spiritelli acquatici, maghi esausti e altri esseri strampalati. Ma la Megera non immagina che avventura l’aspetta! Una principessa piccola e indisponente da liberare dalle mani di un orco vegetariano... o il povero orco di Montorto da liberare dai capricci della principessa Mirella che non sente ragioni: vuole diventare un uccello. Elettricità - Energia pulita per un futuro sostenibile di Enrico Maraffino, Ed. Lapis, dai 10 anni – Il disastro nucleare di Fukushima è l’ultimo fatto di attualità che ha riportato la nostra attenzione sulle tematiche legate all’energia. In questo splendido libro l’autore fornisce ai ragazzi le coordinate scientifiche essenziali per orientarsi nelle diverse pieghe della questione energetica. Si parla infatti di energie rinnovabili, si sale a bordo di autobus avveniristici a idrogeno, si entra nelle centrali di una città del futuro. L’autore presenta sempre i pro e i contro di ogni soluzione trovata dagli abitanti di Elettricittà per far fronte al loro fabbisogno energetico nel tentativo di stimolare nei ragazzi un approccio critico ai problemi energetici e ambientali di cui ogni giorno sentono parlare. Casper il gatto pendolare di Susan Finden, Ed. Tea, dai 13 anni – Questa è la storia di un gatto, un piccolo gatto. Intrecciate con la sua ci sono le storie di altri gatti, ma tutto ruota intorno a Casper. Se non fosse per lui non ci sarebbe nessun libro. Nessuna storia. Un giorno Casper è uscito di casa, è salito su un autobus e ha conquistato i cuori dell’intera nazione. A mano a mano che la storia del gatto viaggiatore si diffondeva, si diffondeva anche la sua fama. Ma tutto questo a Casper non importava. Lui cercava le cose belle della vita: un sedile caldo su un autobus, un buon pasto al rientro a casa, una coccola quando si sistemava per la notte. Era indifferente a quel turbine di attenzione che ruotava intorno a lui. La vita per Casper era bella. Non era sempre stato così, ma da quando è stato adottato, anni prima che il suo nome finisse sulle prime pagine dei giornali, era un gatto felice e circondato da tanto amore. Un gatto dalla personalità straordinaria. Un vortice di forti emozioni la storia del piccolo Casper, il gatto pendolare.