"La Cittadella" del 6 aprile 2012
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"La Cittadella" del 6 aprile 2012
6 economia sociale Venerdì 6 Aprile 2012 Creata da tre mantovani, sull’esempio di alcune realtà simili attive in altre zone Badanti: costituita una cooperativa sociale Chiamata “Csb”, si è posta un triplice obiettivo: salvaguardare i diritti delle lavoratrici, offrire servizi completi e garanzie alle famiglie, regolamentare e calmierare il mercato Come si fa a trovare una “badante”? Come si riesce a reperire una di quelle persone che si prendono cura di un anziano malato o allettato, o comunque non autosufficiente? Dove deve rivolgersi una famiglia per ricevere le informazioni che le servono ed eventualmente avvalersi del supporto di queste importanti “figure professionali” (talora tenute in scarsa considerazione, e tuttavia senza dubbio fondamentali)? Finora, il contatto veniva stabilito solamente un po’ per caso, generalmente grazie al passaparola, alle conoscenze, o all’amico che aveva un nome da indicare. E si poteva arrivare a raggiungere e ad assumere solo la persona che in quel preciso momento era libera da altri impegni, e garantiva immediatamente la propria disponibilità. Funzionava (e funziona) in questa maniera (e si sa anche che vi sono alcuni luoghi di ritrovo, che fungono da “ufficio di collocamento” per le donne immigrate irregolari). N on c’è mai stato un servizio mirato, fornito sulla base delle esigenze concrete di coloro che chiedono un sostegno. Non c’è mai stato ma adesso c’è. Si tratta di un servizio gestito attraverso una cooperativa sociale. A costituirla, sono state alcune persone (un trio assai bene “assortito”) animate da buona volontà, idee chiare e anche da una discreta dose di coraggio. Perché non era (e non è) affatto facile essere capaci di inserirsi in questo settore tutto particolare, quello dell’assistenza, da svolgere in primis a domicilio (ma non solo). Infatti, in questo campo regna da sempre una cultura abbastanza singolare, caratterizzata da varie anomalie. Al di là del fatto, già noto a chiunque, che esiste una situazione fiorente di profonda irregolarità (ovvero di persone, italiane e straniere, che operano “in nero”), pure nel caso dei rapporti “in regola”, ci sono aspetti definiti in modo vago e generico quali l’orario di lavoro e il mansionario. Proprio al fine di ovviare a questi inconvenienti, ha preso corpo il progetto di intraprendere una nuova avventura, istituendo e formando una cooperativa sociale ad hoc… Si chiama “Csb”, sigla-acronimo di “Cooperativa sociale badanti”, nata grazie all’intuizione di tre cittadini mantovani: Umberto Bottura, Maurizio Nicolini e Consuelo Benedini. Sono loro i soci fondatori di questa realtà innovativa, e sono stati loro ad illustrarne le principali finalità: «Vogliamo offrire un’oppor t unità nuova, e lanciare anche un segnale sia agli Enti e alle strutture pubbliche, sia, prima di tutto, ai nuclei familiari… – ha affermato il presidente della “Csb”, Umberto Bottura, che è un ex-dirigente d’azienda oggi in pensione – Fino a questo momento, in città, non esisteva ancora una cooperativa con queste caratteristiche, nonostante che la domanda di aiuto sia decisamente in crescita e che le bacheche fossero ormai piene di annunci esposti da persone e famiglie alla ricerca di una “badante”… Noi puntiamo a garantire una vera risposta professionale, a queste persone!». Una vera risposta professionale: significa in pratica che i lavoratori e soci di questa cooperativa sono innanzitutto in regola (con il permesso di soggiorno, nel caso delle donne straniere, e poi, per quanto concerne l’assunzione), e che viene assicurata la massi ma professionalità. Si effettua L pagina a cura di L.V. una selezione rigorosa del personale, e lo stesso deve essere adeguatamente formato e preparato. La regolarità (o la regolarizzazione) della posizione della badante rappresenta in definitiva un elemento imprescindibile (la classica conditio sine qua non). Ciò, in virtù di una consuetudine che andrebbe sovvertita: troppe volte la badante viene presa e ospitata in casa, senza che si provveda a verificarne la posizione (sul piano civile: cioè, se ha perfezionato e normalizzato la sua presenza, come immigrata, sul suolo italiano), e in assenza di un contratto di “collaborazione” legalmente valido, e riconosciuto. La Cooperativa “Csb” assicura le più ampie garanzie e certezze, sotto questo profilo: le badanti sono in regola, e il servizio risulta disciplinato da un contratto altrettanto regolare. Ma a proposito del servizio, c’è del resto un ulteriore “capitolo”, al quale si è deciso di prestare una giusta attenzione. CONVENIENZA E VALORE AGGIUNTO I servizi vengono erogati in maniera completa e, se così si può dire, “chiavi in mano”. Tutto compreso. Si tratta di un “fattore” non meno rilevante, e per nulla secondario. E questo, peraltro, è un messaggio informativo (si potrebbe pure definire “educativo”) a dire il vero! Quindi, l’azione educativa rivolta alle famiglie si esplica primariamente su questo fronte: si intende far capire che conviene di più appogg iarsi a una struttura. Il ragionamento è semplice. Si crede di spendere di più quando si è supportati da una struttura organizzata, e invece si spende più o meno uguale, o in ogni caso, se facendo da soli si risparmia un po’, si tratta di un risparmio “fasullo”: perché accanto al costo per la retribuzione della persona, ci sono altre cose di cui il datore di lavoro è tenuto a farsi carico. Ecco a che cosa si riferisce, nel momento in cui si parla di “servizio chiavi in mano”, il vice-presidente della “Csb”, Maurizio Nicolini, che ci ha descritto in sintesi come avviene il tutto, e dove si concretizza la suddetta convenienza: «Il contratto di fornitura dei servizi, – ha raccontato – viene firmato tra la Cooperativa sociale e la famiglia interessata. E a quel punto, tutto è nelle nostre mani. Nel prezzo stabilito, c’è il compenso della badante, e insieme, tutta un’altra serie di compiti che sennò dovrebbero competere e pesare sul nucleo stesso: è sufficiente ricordare tutte le pratiche burocratiche, la gestione del libretto del lavoro, il versamento dei contributi di categoria, per non dire inoltre delle ferie I tre soci fondatori della “Csb”, Umberto Bottura, Maurizio Nicolini e Consuelo Benedini. Sotto: L’ingresso della Cooperativa, in via Montanara e Curtatone, a Mantova Risposte differenziate e flessibili a “Csb”, “Cooperativa sociale badanti” di Mantova, è sorta all’inizio del mese di dicembre dell’anno scorso, ed è operativa dal gennaio del 2012. Infatti, il 2 gennaio ha aperto ufficialmente l’ufficio della sua sede, situata in città, in via Montanara e Curtatone 95. I soci fondatori della “Csb” sono Umberto Bottura, Maurizio Nicolini, e la dott. ssa Consuelo Benedini (è la più giovane, si è laureata di recente in Scienze della formazione, ed è sulle sue competenze che regge la struttura, e sempre di più reggerà in avvenire) Il loro comune intento era quello di creare un’attività finalizzata al sostegno e alla cura della persona, a un servizio di compagnia (o accompagnamento) rivolto alle persone sole, e in generale, all’assistenza a favore delle famiglie. Nell’espletare questi servizi, ci si premura anche di voler promuovere un’azione reale, visibile e responsabile, di carattere sociale. Nella sostanza, l’intenzione prioritaria risiede perciò nella volontà di raccogliere delle occasioni di impiego, nell’area dei servizi dedicati alle persone, da distribuire all’intera compagine sociale, con l’intendimento di garantire delle possibilità tali da consentire delle condizioni di vita migliori e regolari… Lo scopo consiste nell’offrire un’ampia varietà di servizi adeguati e affidabili, qualificati e professionali, a beneficio dei soggetti non più autonomi e non autosufficienti, anziani e non, soprattutto all’interno della realtà domestica… Interventi personalizzati Ma oltre a operare presso il domicilio, la Cooperativa “Csb” si propone pure alle diverse strutture sanitarie, pubbliche e private (ospedali, case di riposo, e via discorrendo…), nel caso delle persone ricoverate. La gamma dei servizi è altamente diversificata: l’attività può essere svolta in maniera continuativa o saltuaria, per qualche ora, una giornata intera, o 24 ore su 24 (con la badante che abita insieme alla stessa persona assistita), e poi ancora, in ambito diurno oppure in regime notturno (con orari assai elastici, flessibili, in base appunto alle esigenze individuali). Ogni intervento viene personalizzato, ossia “tarato” sulla situazione e sulla realtà del singolo, con il fine di favorire sempre sia la permanenza della persona nel suo ambiente, sia l’integrazione della badante, nell’ambiente medesimo. Come da prassi, ogni richiesta di prestazione si deve attenere a un iter preciso. Alla richiesta fa seguito un incontro nel luogo dove si trova la persona da assistere: l’operatore incaricato della Cooperativa deve valutare la situazione specifica e capire che cosa occorre. Conseguentemente a questa visita di verifica, la Cooperativa diventerà in grado di determinare il costo dell’operazione, e di individuare, tra il gruppo delle socie lavoratrici, quella più idonea a espletare quell’incarico… Relazione e professionalità Nella scelta della “badante” più adatta, si tiene conto delle mansioni precise da svolgere, ma pure della possibile “sintonia” e delle affinità di carattere, in quanto si ritiene importante che venga conferita la massima attenzione anche all’aspetto relazionale e psicologico (se tra assistenti e assistiti si instaura una giusta e positiva empatia, il servizio ci “guadagna”, ne trae beneficio…). Come già si è annotato in precedenza, il rapporto tra le parti viene gestito mediante un contratto diretto, sottoscritto dalla Cooperativa sociale e dalla famiglia (o dalla persona coinvolta…). E in merito alle prestazioni assistenziali erogate, si garantiscono tanto la legalità, quanto un’assoluta trasparenza. Gli operatori di cui si avvale la “Csb”, sono sempre qualificati, alle spalle devono possedere la necessaria e provata esperienza, e dal punto di vista occupazionale, risultano inquadrati secondo le normative vigenti, e coperti da una polizza assicurativa inerente la “responsabilità civile”. Peraltro, occorre pure segnalare che tutti i servizi elargiti, sono fiscalmente deducibili, ai sensi e nei termini sanciti dalla legislazione in vigore. E anche questo, d’altronde, è un vantaggio nientaffatto irrilevante, che tuttavia si tende a trascurare, sottovalutare, o a dimenticare… che coinvolge tanto il mondo dell’irregolarità, quanto i rapporti regolari. Perché pure in quest’ultimo caso, ci sono delle incongruenze che possono essere corrette, dei “vuoti” da riempire, dei benefìci da recuperare. Talvolta, si preferisce indirizzarsi verso l’irregolarità, con la convinzione che questo consenta di risparmiare. In verità non è così. O comunque, quando si opta per un contratto regolare, stipulato non in proprio, bensì affidandosi a un ente terzo, come la “Csb”, si può contare sulla possibilità di venire esonerati, esentati, da certe incombenze che vanno a incidere sull’esborso complessivo. Facendo da soli, si è persuasi di spendere di meno: ma non si calcolano e non si conteggiano le possibili “uscite” aggiuntive, nonché i contrattempi, gli intoppi, le evenienze negative, gli eventi improvvisi, inaspettati, incontrollabili. Non è assurdo che per esempio vengano ignorati, come sovente capita, i cosiddetti “costi morti”? E pure qualche “costo vivo”, e dei giorni di riposo, o dei periodi di malattia. Se una badante si ammala, nei nostri contratti si contempla e prevede la sostituzione con un’altra persona!». Non è un’agevolazione da poco. Riassumendo, perciò, si può concludere che la “Csb” offre un servizio sociale tout-court, in grado di portare contemporaneamente molti vantaggi a ciascuna delle “parti in causa”: alle badanti, che sono più tutelate nei loro diritti, sotto qualsiasi profilo (vengono pagate correttamente, in linea con le “tariffe”, le remunerazioni e i salari fissati nel comparto della cooperazione sociale); alle famiglie che, a conti fatti, risparmiano e risultano “coperte” da maggiori garanzie, nonché alleviate da diversi obblighi e responsabilità; e infine, si contribuisce anche a regolamentare e a calmierare un mercato un po’ “selvaggio”, fornendo pertanto un buon servizio pure alla comunità. segue >> 7 economia sociale pagina a cura di L.V. Venerdì 6 Aprile 2012 << segue Attività e prestazioni Riepilogando, si può rilevare che i servizi elargiti dalla nuova Cooperativa “Csb”, si articolano in tre sezioni. Prima di tutto, c’è la ricerca, la selezione e l’assunzione delle badanti, effettuata in modo “severo”. Si offre un’opportunità di lavoro regolare a loro, e nel contempo, la massima disponibilità (oltre che la professionalità) nei confronti di ciascun “cliente”: nel caso di un impedimento, si è pronti e solleciti nel provvedere al cambio o alla sostituzione temporanea della lavoratrice impossibilitata ad assolvere il suo impegno. In secondo luogo, c’è il lavoro indirizzato verso l’assistenza domiciliare: alla persona, vengono forniti un aiuto nell’espletamento delle attività quotidiane, la mobilizzazione (se è allettata), la cura dell’igiene personale, la pulizia della casa (o dell’ambiente nel quale soggiorna), la preparazione dei pasti e la loro somministrazione, la spesa per gli alimentari e altre commissioni, la compagnia, la sorveglianza, l’accompagnamento e il trasporto (per visite mediche, esami clinici, terapie, e altro…). Per questa tipologia di interventi, si può scegliere fra una vasta molteplicità di opzioni di prestazione: una presenza a ore, la convivenza prolungata, un’unica volta, per un periodo particolare… E per finire, vi è un servizio di compagnia e assistenza (diurna e notturna) erogato alle famiglie dei pazienti che si trovano all’ospedale. La richiesta avanzata dai parenti viene esaudita nel giro di 4 ore, dopo che è stata ricevuta. La “Csb” dispone tra l’altro di professioniste (operatrici socio-sanitarie, e ausiliarie socio-assistenziali), formate e istruite attraverso i corsi di specializzazione tenuti nei Centri riconosciuti e accreditati dalla Regione Lombardia. L’ufficio della Cooperativa è aperto dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle 13, e dalle 14.30 alle 18.30 (al sabato mattina solo su appuntamento). Per gli eventuali contatti e qualunque informazione, è possibile rivolgersi ai seguenti recapiti: telefono, 0376-17.92.843; posta elettronica, badantimantova@gmail. com; Sito Internet: www.servizibadantimantova.it. S In tre mesi, già “arruolata” una trentina di socie (soprattutto straniere), e diverse persone assistite i tratta della prima esperienza di questo tipo, avviata nel Mantovano. Altrove, come nel Veneto (in primis a Verona…), ma anche nella zona emiliana, esistono già alcune realtà del genere. A quelle si è ispirata la locale “Csb”, dopo averne capito le potenzialità, il carattere innovativo, e le prospettive che nel tempo possono aprirsi. Questo è un settore in rapida evoluzione e chi sa cogliere le reali necessità della gente, raccoglierà senza dubbio un certo successo, in proiezione futura. All’iniziativa ha già aderito una trentina di donne, per lo più straniere (circa il 90%). Tuttavia, è arrivata pure qualche badante italiana (e complice la crisi, vedrete, altre ne arriveranno…). Il lavoro è soltanto all’inizio, e per il momento le famiglie sostenute sono poco più di una decina (risiedono sul territorio provinciale, o anche appena fuori dai confini virgiliani). La Cooperativa si sta facendo conoscere presso l’Asl, gli ospedali, le residenze per gli anziani, i medici di base e le associazioni di volontariato. Intende presentare la sua attività ai Comuni, e non è da escludere che un domani possa stipulare qualche convenzione con gli Enti pubblici… A distanza di nemmeno tre mesi, si è ancora nella fase della “costruzione” dei legami con il territorio, la fase della “tessitura”. Per ora si è messa in piedi solamente qualche collaborazione. C’è tempo. Bisogna andare avanti lentamente, a piccoli passi… Oggi si sono gettate le basi, anche economiche. Adesso si deve crescere procedendo piano. Il “da farsi” è parecchio, e ci si deve muovere su svariati fronti. Gli sforzi andranno concentrati lungo vari binari. Ci sono i colloqui con le “aspiranti badanti”, e le relative schede da compilare (finora, negli uffici della “Csb”, ne è transitato un centinaio: vi è stato un “bussare” pressante e incessante, ed è naturale che non si riesca a prenderle tutte, almeno finché non aumenterà il lavoro). Poi ci sono le procedure da rispettare e applicare, e c’è la questione dei sopralluoghi preventivi e interlocutori da eseguire presso le strutture o le case, al fine di controllare e di approfondire la situazione, e decidere di conseguenza quale “badante” inviare (e che servizi concedere), anche alla luce dell’indole delle persone. C’è pure la questione dei finanziamenti: occorrerà interpellare chi li concede, e vedere quali sono i percorsi da intraprendere e i canali da trovare, per accedere ai bandi che erogano qualche risorsa (se è possibile). Infine, bisognerà privilegiare la formazione: si è partiti con quella “di base”, come hanno spiegato i tre responsabili della “Csb”, e però prossimamente si intende investire nei corsi di aggiornamento, e in altri più specialistici e mirati (ad esempio in ordine alla grave problematica dell’Alzheimer, che richiede un criterio di approccio e delle “nozioni” speciali). C’è veramente tanto da “cucire”, insomma. Però è tanta anche la passione con cui i tre fondatori stanno portando avanti il lavoro. Nel frattempo, già è pervenuto qualche messaggio di soddisfazione, da parte delle prime famiglie locali “servite”: e se i destinatari dell’assistenza (che possono essere gli anziani, ma anche i giovani in difficoltà e i disabili) si dimostrano contenti, vuole forse dire che lo start è stato buono, si è cominciato con il piede giusto. Se il servizio, che sa essere perfino “espresso”, piace sul serio, significa che avrà le carte in regola per “prendere quota”. C’è tuttavia un altro passaggio, una scommessa, che sta assorbendo le energie della “Csb”: è fondamentale la relazione tra badante e assistito, ma lo sono altrettanto le relazioni tra le badanti. Che dovranno “fare gruppo”, fare squadra, amalgamarsi… La forza della Cooperativa passerà allora inevitabilmente anche attraverso questa componente: unità e partecipazione. Non è facile: ci sono donne con alle spalle molte storie differenti, non leggere, e di diverse età, nazionalità ed etnie, brasiliane e romene, moldave e ucraine, più alcune italiane… Un cosmo variopinto. I tre fondatori sono consapevoli che lo sviluppare le trame della “solidarietà” al suo interno, si rivelerà cruciale! Welfare in pericolo: per non compromettere il futuro, Istituzioni e Terzo Settore devono “fare rete” sul serio G li effetti legati alla crisi economica hanno aggravato il fenomeno del disagio sociale, generando il peggioramento delle condizioni di vita di un sempre più ampio numero di cittadini, moltissimi dei quali, trovandosi in una situazione di estremo bisogno, chiedono un aiuto agli Enti pubblici e alle realtà caritative. Ma la notevole contrazione delle risorse destinate agli interventi finalizzati al sostegno sociale, operata attraverso i recenti provvedimenti economici decisi dallo Stato, ha messo in difficoltà proprio le istituzioni, e perciò i loro servizi, e anche le stesse organizzazioni sociali. Ne consegue che chi è deputato a dare una risposta alla domanda di aiuto (per responsabilità istituzionale, oppure per vocazione e impegno gratuito, nel caso dei soggetti sociali), non è più in grado di garantire tutto ciò che è necessario, allo scopo di affrontare i problemi. Nel frattempo, nelle comunità territoriali si stanno ora sperimentando delle nuove forme di iniziativa sociale, basate principalmente sulla collaborazione e sulle sinergie. In questo contesto, si inserisce il ciclo di incontri che il Forum del Terzo Settore della Lombardia ha voluto promuovere nelle diverse aree provinciali, con l’obiettivo di favorire il confronto e lo scambio di opinioni e di permettere la condivisione delle informazioni, delle idee, dei progetti. L’obiettivo è quello di valorizzare le tante progettualità e attività a carattere sperimentale che costituiscono proprio il frutto delle iniziative poste in campo, autonomamente e direttamente, dalla cittadinanza. Il convegno proposto nel Mantovano, ha avuto luogo nella mattinata di mercoledì 28 marzo, presso la sede del Centro culturale gio- blici vengono ridimensionati e appaiono sempre più deboli, carenti di risorse, e se anche il Terzo Settore e le associazioni del volontariato rischiano seriamente di bloccarsi, insieme a quel Welfare di cui sono oramai parte integrante, dal momento che lo hanno a più riprese e in vari modi supportato? Di tutto questo si è discusso, durante il focus che si è svolto la settimana scorsa. E attorno agli interrogativi citati, con il pesante carico di dubbi e di paure che comportano, si è cercato di concentrare l’attenzione generale. Ma qual è la risposta più consona da dare vanile “Arci Tom”, attualmente situato in piazza Tom Benetollo. Il dibattito virgiliano (dedicato al tema: “Senza il Welfare non vi è alcuno sviluppo e non ci può pertanto essere un futuro”), è stato organizzato congiuntamente dal Forum locale del Terzo Settore (al quale aderiscono, fra gli altri, questi enti: Acli, Arci, Auser, Avis, Collegamento provinciale per il volontariato mantovano, Lega delle cooperative, e Consorzio delle cooperative sociali “Solco Mantova”), e dal “Csvm” (ovvero il Centro per i servizi riservati al volontariato). Hanno inoltre collaborato alla realizzazione dell’evento anche la Fondazione Cariplo, la Fondazione del Credito Artigiano e Girola, nonché la Cgil e la Cisl della Lombardia. Nella sostanza, l’intero mondo del Terzo Settore si è interrogato, a proposito delle strategie (come fare…?) da delineare, al fine di tutelare i diritti, la partecipazione e il benessere di tutti. La crisi è davvero profonda e persistente e la soglia dell’allarme si mostra parecchio elevata. Come si fa, dunque, ad andare avanti, se la spesa sociale è stata praticamente dimezzata, se i Servizi pub- ai quesiti che arrovellano chiunque? Quella di sempre: si supera l’odierna fase solo se Enti locali e no-profit fanno rete. «I tagli ai trasferimenti statali incidono troppo sugli Enti locali e sul Terzo Settore! - ha sottolineato Mattia Palazzi, il portavoce del Forum virgiliano - In questi ultimi due anni la spesa sociale è stata decurtata di un 50%. Occorre ripensare i rapporti e porsi dei veri obiettivi. I Comuni hanno messo in rete alcuni servizi, ma adesso servono delle politiche d’area, una programmazione a vasto raggio. Esistono molti aspetti non coperti dal settore pubblico, come la necessità, per esempio, di consentire agli anziani di uscire di casa. Se questi rimarranno sempre più da soli, domani si dovranno impiegare delle risorse sempre più consistenti per assisterli. Non può bastare il pur grande aiuto apportato dal volontariato, né è giusto che sia il solo a vedersi scaricati addosso i compiti propri della sfera pubblica. O si dialoga, si decide, si programma e si lavora assieme, o non si va da nessuna parte». Riprenderemo e approfondiremo il discorso prossimamente.