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BIBLIOTECA “PIETRO ACCLAVIO”
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Responsabile della Biblioteca: Dott. Claudio Fabrizio
Via Salinella, 31 - Taranto
e-mail: [email protected]
tel. 099 4581158 – fax 099 4581259
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“1984” di George Orwell
L'azione si svolge in un futuro prossimo del mondo (l'anno 1984) in cui il potere si
concentra in tre immensi superstati: Oceania, Eurasia ed Estasia. Al vertice del potere
politico in Oceania c'è il Grande Fratello, onnisciente e infallibile, che nessuno ha visto di
persona ma di cui ovunque sono visibili grandi manifesti. Il Ministero della Verità, nel
quale lavora il personaggio principale, Smith, ha il compito di censurare libri e giornali non
in linea con la politica ufficiale, di alterare la storia e di ridurre le possibilità espressive
della lingua. Per quanto sia tenuto sotto controllo da telecamere, Smith comincia a condurre
un'esistenza "sovversiva". Scritto nel 1949, il libro è considerato una delle più lucide
rappresentazioni del totalitarismo.
“Notre-Dame de Paris” di Victor Hugo
Generazioni di lettori sono state affascinate e suggestionate da Quasimodo, "il gobbo di Notre
Dame" e Esmeralda, la bellissima zingara di cui tutti si innamorano. Numerosi film di
successo si sono ispirati a quest'opera, fino alla versione a disegni animati della Disney. Il suo
fascino sta nell'essere una cronaca dell'autunno del Medioevo e nella descrizione della
brulicante folla parigina, composta di mendicanti, preti, scudieri del re: una folla che ruota
attorno all'enigmatica macchina della cattedrale.
“Il gabbiano” di Richard Bach
Jonathan Livingston è un gabbiano che abbandona la massa dei comuni gabbiani per i
quali volare non è che un semplice e goffo mezzo per procurarsi il cibo e impara a eseguire
il volo come atto di perizia e intelligenza, fonte di perfezione e di gioia. Diventa così un
simbolo, la guida ideale di chi ha la forza di ubbidire alla propria legge interiore; di chi
prova un piacere particolare nel far bene le cose a cui si dedica. E con Jonathan il lettore
viene trascinato in un'entusiasmante avventura di volo, di aria pura, di libertà.
“Il visconte dimezzato” di Italo Calvino
Il narratore rievoca la storia dello zio, Medardo di Torralba, che, combattendo in Boemia
contro i Turchi, è tagliato a metà da un colpo di cannone. Le due parti del corpo,
perfettamente conservate, mostrano diversi caratteri: la prima metà mostra un'indole
crudele, infierisce sui sudditi e insidia la bella Pamela, mentre l'altra metà, quella buona, si
prodiga per riparare ai misfatti dell'altra e chiede in sposa Pamela. I due viscconti
dimezzati si sfidano a duello e nello scontro cominciano a sanguinare nelle rispettive parti
monche. Un medico ne approfitta per riunire le due metà del corpo e restituire alla vita un
visconte intero, in cui si mescolano male e bene.
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“La Divina Commedia” di Dante Alighieri
Attorno al 1490, Lorenzo di Pier Francesco de' Medici affidò a Sandro Botticelli il compito di illustrare la
Divina Commedia copiata su pergamena da Nicolaus Mangona.
Affascinato dalla bellezza misteriosa del testo di Dante, l'artista fiorentino dedicò numerosi anni a
quest'opera monumentale.
I disegni, realizzati a punta di metallo su pergamena, ripresi a inchiostro e parzialmente colorati,
confermano quanto il Botticelli fosse permeato della poesia dantesca. Così uno dei maggiori artisti del
Rinascimento italiano mise tutto il suo genio al servizio del massimo capolavoro dell'umanesimo cristiano.
La pubblicazione di quest'opera rappresenta un notevole sforzo editoriale. È infatti la prima volta che i
92 disegni di Botticelli sono presentati nel corpo dell'opera e riprodotti con assoluta fedeltà all'originale,
sia nei colori che nel formato, grazie a una particolare piegatura tripartita della pagina.
Il testo integrale della Divina Commedia è quello stabilito da Giorgio Petrocchi per l'Edizione Nazionale
delle opere di Dante Alighieri. L'introduzione è di Jacqueline Risset, studiosa di fama internazionale, che
a Dante e alla sua opera ha dedicato autorevoli studi. La presentazione del manoscritto e il ricchissimo
commento ai disegni sono di Peter Dreyer, uno dei maggiori specialisti mondiali di Botticelli. Tutto fa di
quest'opera un eccezionale avvenimento artistico e culturale.
“Le Relazioni Pericolose” di Choderlos De laclos
"Le relazioni pericolose" rimane per la critica e per i lettori una pietra miliare di
qualsiasi narrativa e un capolavoro indiscutibile del romanzo epistolare. Considerata
la molteplicità dei temi, degli intrecci e dei riferimenti letterari, può essere soggetto a
varie interpretazioni: c'è chi ne esalta l'ironia sostanziale e chi vi intravede invece un
sentore di morte e di autodistruzione, chi arriva a vederci un'anticipazione dello
Sturm und Drang e chi individua parentele con i fratelli minori di Sade. Resta
comunque il fascino che continua, con il passare del tempo, a esercitare.
“Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello
Il fiasco clamoroso della prima rappresentazione romana del 1921 non fu d'ostacolo in seguito all'incredibile
successo sui palcoscenici di tutto il mondo di questa "commedia da fare". "Sei personaggi in cerca d'autore",
nato dall'elaborazione scenica di due novelle, "Personaggi", del 1906, e "Tragedia d'un personaggio", del 1911,
è forse il più famoso dei capolavori teatrali di Pirandello, il primo e più celebre della "Trilogia del teatro nel
teatro". In esso trova magistrale composizione uno dei temi cari all'autore siciliano: il tragico contrasto tra
l'identità e l'apparenza imposta dal ruolo sociale. Il tutto però, illuminato dalla luce dell'amara ironia
pirandelliana, è giocato in un "dietro le quinte" rovesciato, in cui i personaggi (il Padre, la Madre, la Figliastra,
il Figlio, il Giovinetto e la Bambina) rivendicano contro l'autore, qui il Capocomico, la verità del proprio
dramma, consegnata nella forma della rappresentazione all'immutabilità reiterata degli eventi di cui sono
protagonisti.
“Anna Karenina” di Tolstoj
Centro della vicenda è la tragica passione di Anna, sposata senza amore a un alto funzionario,
per il brillante ma superficiale Vronskij. Parallelo a questo amore infelice è quello felice di
Kitty per Levin, un personaggio scontroso e tormentato al quale Tolstoj ha fornito i propri
tratti. "In Anna Karenina è rappresentata - scrive Natalia Ginzburg - la colpa come ostacolo,
anzi come barriera invalicabile al raggiungimento della felicità." Tra i primi lettori il libro
ebbe Dostoevskij che così ne scrisse: "Anna Karenina è un'opera d'arte assolutamente
perfetta. Vi è in questo romanzo una parola umana non ancora intesa in Europa... e che pure
sarebbe necessaria ai popoli d'Occidente."
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“Viaggio al centro della Terra” di Jules Verne
a cura Carlo Fruttero e Franco Lucentini
Un antico e misterioso documento scritto da uno scienziato e rinvenuto per caso; il
sogno di giungere al centro della Terra; la lotta con un rivale privo di scrupoli; la
spaventosa solitudine degli abissi; l'incontro con animali preistorici; un oceano immenso
che condurrà i protagonisti al centro della Terra e a una soluzione imprevedibile.
“I Miserabili” di Victor Hugo
Un antico e misterioso documento scritto da uno scienziato e rinvenuto per caso; il sogno
di giungere al centro della Terra; la lotta con un rivale privo di scrupoli; la spaventosa
solitudine degli abissi; l'incontro con animali preistorici; un oceano immenso che condurrà
i protagonisti al centro della Terra e a una soluzione imprevedibile.
“Il principe” di Niccolò Machiavelli
Nessun libro italiano è stato ed è tanto diffuso e conosciuto nel mondo quanto Il Principe.
Nel momento forse più buio della storia d'Italia, mentre potenze straniere si contendevano i
ricchi ma deboli Stati regionali, Machiavelli, allontanato dalla politica attiva, trasfuse il
sapere acquisito in quindici anni di amministrazione dello Stato in un'opera amara e
disincantata nella quale, tracciando il profilo del principe ideale, analizzò le ragioni
dell'agire umano, separò la politica dalla morale e dette avvio al pensiero politico moderno.
“Etica” di Baruch Spinoza
Spinoza elabora un'etica laica, in cui l'uomo è visto come un essere naturale che deve
essere incluso nell'ambito della produttività infinita della natura. Secondo Spinoza l'uomo
è parte della natura universale, e non si può parlare della sua libertà senza conoscere in
che cosa questa consista e come sia possibile all'interno della totalità della natura: la
conoscenza della natura delle cose è pertanto prioritaria e fondamentale. Come per i
classici, anche per Spinoza il momento propriamente etico, ossia la descrizione delle azioni
che consentono all'uomo di pervenire alla sua massima perfezione, giunge al termine di un
percorso che fonda le conoscenze indispensabili allo scopo.
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“Iliade” di Omero a cura di Marco Bonfiglio
Una guerra, quella di Troia, nella quale si intrecciano i destini di eroi, uomini, numi.
Ognuno intento a perseguire il proprio obiettivo, che risulta talvolta drammaticamente in
contrasto con quello del nemico ma anche dei propri compagni. Ecco perchè l'ira di
Achille nei confronti di Agamennone peserà tanto sulle sorti del conflitto. Ma esiste anche
il senso infinito di appartenenza a un popolo prima che a un esercito, l'intento di non
cedere nemmeno quando gli dei sembrano voltare le spalle.
“La metamorfosi” di Franz Kafka
Incastonando uno straordinario equilibrio di grottesco e oggettivo, di concreto e assurdo, in un
impianto stilistico sopraffino, Kafka è riuscito a creare un capolavoro letterario senza tempo. La
parabola di umiliazione suprema alla quale Gregor Samsa non può fare a meno di sottostare, dà
sfogo ad un intrico di contraddizioni mai risolte e di vincoli insormontabili nel rantolo senza voce
di un insetto; l'oppressione e la repressione familiare, il legame di schiavitù civile col posto di
lavoro, lo scontro silenzioso tra le tensioni individuali e i rigidi schemi di una società
inesorabilmente vicina al collasso, rendono questo gioiello un'incredibile allegoria di ogni umana
vicenda.
“Moby Dick” di Herman Melville
"Il primo capitolo di Moby Dick comincia con una dichiarazione non umana, ma angelica. Call
me Ishmael: chiamatemi Ismaele, non già mi chiamo Ismaele. Non ha importanza il nome del
protagonista narratore, ma ciò che egli simboleggia. Ismaele è l'uomo che si sa dotato di una
superiorità non riconosciuta dal mondo: il primogenito di Abramo è un bastardo cacciato nel
deserto, fra altri reietti; là impara a sopravvivere a questa morte, in perfetta solitudine, indurito
contro le avversità." (Elémire Zolla)
“Odissea” di Omero di Marco Bonfiglio
L'Odissea è uno dei racconti più importanti di tutti i tempi, talmente importante che è stato
definito come il primo romanzo nella storia dell'occidente. Con questa edizione, Marco
Bonfiglio ha inteso coniugare un'opera sempre al passo con i tempi ad un linguaggio
altrettanto attuale. L'Odissea si trasforma in romanzo d'azione e di sentimenti, con dialoghi,
descrizioni, emozioni che assumono una luce diversa, accessibile a tutti. Il ritorno di Odisseo
ad Itaca non è solo la speranza e la necessità di rivedere i propri cari e la propria terra: è
soprattutto l'ideale per il quale combattere, grazie al quale riconoscere i propri errori e fare
un passo avanti per diventare un uomo migliore.
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“Ulisse” di Joyce
"L''Ulisse' è un libro scritto da qualcuno che doveva diventare tenore (Joyce quando abitava a
Trieste), uno che aveva imparato a trasmettere sulla pagina ciò che i musicisti chiamano
'orecchio interno', al di là del senso oggettivo delle parole. In effetti, se facessimo il calcolo di
quante cantate spuntano nell''Ulisse' ogni poche pagine, vedremmo un ventaglio di citazioni
canterine che sono la spina dorsale joyciana per scavalcare tutti i discorsi e intendersi con diversi
richiami musicali: dall'opera lirica alla filastrocca oscena, da un canto gregoriano ('Gloria in
excelsis Deo') al rumore della carrozza del viceré che passa sul lungofiume ('Clapclap, Crilclap'),
dai nursery rhymes a una poesia tedesca sul canto delle sirene ('Von der Sirenen Listigkeit...'),
dal verso del cuculo ('Cucù! Cucù') al Fiore di Siviglia (opera lirica), dalle battute per tenere il
ritmo d'una pagina ('Tum' 'Tum') a quelle di altri suoni ('Pflaap! Pflaap! Pflaaaap'), alla cantata
mozartiana, ricorrente nei pensieri di Mr Bloom: 'Vorrei e non vorrei, mi trema un poco il cor',
e cosi via." (dalla prefazione di Gianni Celati)
“Cime Tempestose” di Emily Bronte
È questa un'opera del tutto isolata nella tradizione narrativa inglese. In essa l'aspro realismo del
quotidiano vive di misteriose e inquietanti tensioni onirico-simboliche e di cupe fiammate
emotive, all'interno di una struttura narrativa di grande saldezza ed efficacia. Vi domina la
figura di Heathcliff il quale, animato da una passione distruttiva, svolge nel libro la funzione
"fatale" del vendicatore spietato, vero "replicante" di tante devastanti figure del gothic novel
britannico; ma il suo tirannico porsi come l'inflessibile dark hero nasce da una disperata
infelicità di fondo e lo porta a vivificare la propria morte con quella della donna amata, in una
sorta di aspirazione erotico-panteistica che conferisce alla sua figura dimensioni assolutamente
inedite.
“Il Conte di Montecristo ” di Alexandre Dumas
Il romanzo fu pubblicato nel 1844. Edmondo Dantès, marinaio, prigioniero,
misteriosamente ricco, mette a soqquadro l'alta società parigina. Imprigionato a Marsiglia
nel 1815, il giorno delle nozze, con la falsa accusa di bonapartismo, rimane rinchiuso per
14 anni nel castello di If, vittima della rivalità in amore di Fernando e in affari di
Danglars, odiato anche dal magistrato Villefort. Questi i tre nemici su cui, dopo l'evasione,
cadrà la terribile vendetta di Dantès. Il romanzo associa, senza la preoccupazione di una
trama logica e ragionata, le più incredibili avventure con l'aiuto anche di uno stile agile e
incalzante.
“Il ritratto di Dorian Gray” di Oscar Wilde
Il sogno di possedere un ritratto che invecchi al suo posto, assumendo i segni che il
tempo dovrebbe tracciare sul suo volto angelico, diviene per Dorian Gray una
paradossale, terribile realtà. Ma non saranno tanto le tracce del tempo che passa a
fermarsi sul dipinto di quel bellissimo giovane, quanto le nefandezze di cui la sua anima
si è macchiata. Un'anima giunta al culmine della dissolutezza, corrotta e degradata,
trascinata nell'abisso della turpitudine e del vizio dal cinismo e dalla sfrenata avidità di
piaceri di ogni sorta. Dalla sua sfida diabolica alla giovinezza eterna, Dorian uscirà
sconfitto, schiavo di un ideale, assurdo desiderio di far coincidere l'arte con la vita. "Il
ritratto di Dorian Gray" è considerato il romanzo simbolo del decadentismo e
dell'estetismo.
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“La casa degli spiriti” di Isabel Allende
Una saga familiare del nostro secolo in cui si rispecchiano la storia e il destino di tutto
un popolo, quello cileno, nei racconti delle donne di una importante e stravagante
famiglia. Un grande affresco che per fascino ed emozione può ricordare al lettore,
nell'ambito della narrativa sudamericana, soltanto "Cent'anni di solitudine" di García
Márquez.
“La signora delle camelie” di Alexandre Dumas
Scritto nel 1848, il romanzo L"a signora delle camelie" creò subito un mito, entrato
nell'immaginario di intere generazioni e diventato protagonista delle scene, sia del teatro
di prosa che del teatro d'opera, nonché degli schermi del cinema. Lo Stesso Dumas ne
realizzò una versione teatrale, affidandola a Sarah Bernhardt. Pochi anni dopo,
Giuseppe Verdi saprà farne una trasposizione sublime, in musica, con la "Traviata".
Margherita Gautier, alias Violetta, è diventata così una figura a sé stante: un mito con il
quale si sono confrontate dive come Eleonora Duse, Greta Garbo, Maria Callas.
“Romeo e Giulietta” di Shakespeare
"Romeo e Giulietta" intreccia numerosi elementi nella vicenda dei due innamorati "nati
sotto contraria stella". Dalla "morte viva" al drammatico scontro tra due generazioni - la
lotta tra le ragioni dell'odio e le ragioni dell'amore - il dramma si arricchisce di temi la cui
complessità va oltre la vicenda d'amore. Tuttavia è questa a fare di "Romeo e Giulietta"
l'opera forse più celebre e più amata di Shakespeare e nel contrasto tra la purezza,
l'appassionata consapevolezza dell'amore e l'inesorabile concatenarsi delle circostanze
funeste va cercata la grandezza del dramma, la chiave della sua autentica dimensione
tragica annunciata nel Prologo grazie alla contrapposizione dei due termini amore e
contraria stella.
FONTE DEGLI ABSTRACT: IBS.IT