Leggere di donna - Comune di Taranto

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Via Salinella, 31 - Taranto
e-mail: [email protected]
tel. 099 4581158 – fax 099 4581259
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FONTE DEGLI ABSTRACT: IBS.IT
“Danza delle ombre felici” di Alice Munro
Nel racconto 'Il cowboy della Walker Brothers' è il rapporto tra padre e figlia a dominare i pensieri della
bambina, fiera del privilegio di attraversare il territorio con un uomo disposto a portarla con sé, ma deciso a
lasciarla sulla soglia del proprio mistero. "Lo studio" incomincia con queste parole: "La soluzione alla mia
vita mi venne in mente una sera mentre stiravo una camicia". È la soluzione woolfiana della "stanza tutta per
sé", nel cui quieto silenzio si dovrebbe poter rimediare la libertà necessaria alla scrittura. Ma un intruso
cortese si intromette in quella solitudine come un pensiero molesto, come il tarlo di un'inadeguatezza e il
presagio della futura domanda: 'Chi ti credi di essere?' Quasi in risposta, Munro afferma che 'La pace di
Utrecht' fu "la prima storia che dovevo assolutamente scrivere", lo spartiacque artistico dopo il quale 'mi resi
conto che alcune cose dovevano essere scritte da me'. Ad esempio la fuga, o meglio le molteplici fughe, da un
mondo, da una lingua materna, che il morbo di Parkinson ha reso fonte di imbarazzo, dal dovere di esserci in
conflitto con il desiderio di andare. (...) In 'Danza delle ombre felici' l'anziana maestra di pianoforte Miss
Marsalles si ostina a invitare le madri dei suoi allievi a un noioso saggio di fine corso. Il prestigio
dell'insegnante si è andato ridimensionando come le case in cui abita, e quel rinfresco estivo ha ormai assunto i
contorni di un rito doveroso e snervante..." (Susanna Basso)
“Dietro il velo” di Jean Sasson
Una principessa di sangue reale, appartenente alla famiglia reggente, racconta, sotto pseudonimo,
l'agghiacciante condizione di reclusa in cui vive, lei e tutte le donne che la circondano. Il volto celato dietro
il velo, la donna araba - anche se ricca e nobile - è ostaggio di carcerieri particolarmente zelanti nello
svolgere il proprio lavoro: il padre, il marito, i figli maschi. Se dà alla luce una bambina, la nascita non
viene nemmeno registrata, visto lo scarso valore delle femmine. Ed è soprattutto per amore delle figlie che
"Sultana", una principessa araba di alto lignaggio, ha deciso, con questo libro, di raccontare la condizione
femminile nel proprio paese. Un documento sconvolgente e sincero, capace di scuotere le coscienze.
“Donna alla finestra” di Catherine Dunne
Lynda e Robert Graham possono dirsi soddisfatti della vita che si sono costruiti. Una bella casa in un
quartiere benestante di Dublino, la sicurezza economica, due figli invidiabili, Katie e Ciaràn. Nonostante
qualche nuvola passeggera e qualche preoccupazione legata al comportamento un po' aggressivo del figlio
adolescente, i Graham vedono scorrere la loro esistenza placidamente, riflessa nel giardino giapponese che
ogni mattina all'alba Lynda si ferma qualche attimo a contemplare con l'orgoglio dell'artista. C'è solo un
neo in questo perfetto quadro famigliare: si tratta di Danny, il fratello minore di Robert, uno scapestrato
che periodicamente sconvolge la loro routine con le sue pretese e i suoi modi prepotenti. Per fortuna, nella
casa dei Graham arriva una persona che porta un po' di serenità. Ciaràn infatti presenta ai suoi Jon, un
amico bello, educato e sensibile, che presto diventa una presenza fissa al punto da trasferirsi da loro. Agli
occhi di tutti Jon sembra l'ospite perfetto, forse troppo: l'istinto di Lynda le suggerisce che qualcosa non
va... Chi è veramente il dolce e disponibile Jon?
“Io so’ Carmela” di Giovanni Alessia
15 aprile 2007. Carmela Cirella si getta dal settimo piano di un palazzo nel quartiere Paolo VI di Taranto.
Aveva 13 anni ed era stata stuprata da più uomini. Abbandonata dalle istituzioni, rinchiusa in un centro di
recupero, i suoi violentatori liberi come se nulla fosse mai accaduto, "lo so' Carmela" basato sul suo diario
ritrovato dopo la morte, è un grido di aiuto, di rabbia e di speranza. "Non voglio che mia figlia sia
ricordata come una vittima. Spero possa diventare il simbolo della ribellione contro questi abusi indegni di
una umanità che si definisce civile e rispettosa dei diritti della persona." (Alfonso Frassanito, padre di
Carmela)
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“Donne che amano troppo” di Robin Norwood
Perché amare diviene "amare troppo", e quando questo accade? Perché le donne a
volte pur riconoscendo il loro partner come inadeguato o non disponibile non
riescono a liberarsene? Mentre sperano o desiderano che lui cambi, di fatto si
coinvolgono sempre più profondamente in un meccanismo di assuefazione. "Donne
che amano troppo" offre una casistica nella quale sono lucidamente individuate le
ragioni per cui molte donne si innamorano dell'uomo sbagliato e spendono
inutilmente le loro energie per cambiarlo. Con simpatia e competenza professionale
Robin Norwood indica un possibile itinerario verso la consapevolezza di se stessi e
verso l'equilibrio dei sentimenti. Prefazione di Dacia Maraini
“Fra me e te” di Mariella Gramaglia
Madre e figlia si scrivono interrogandosi a vicenda sulla propria storia e su quella del Paese in cui
vivono. Dal Sessantotto a Se non ora quando, da due infanzie molto diverse a una maturità liquida,
in costante ricerca, un dialogo appassionato che parla di corpo e di maternità, di fiabe e di
femminismo, di violenza e di spiritualità, di lavoro e di futuro. C’è ancora molto da fare ma, se due
generazioni possono ragionare in modo così coraggioso, scomodo e insieme felice, vuol dire che
qualcosa è cambiato.
“Il Diario di Nina” di Nina Lugovskaja
Nina è una ragazzina moscovita che nelle prime pagine ha appena tredici anni. Intelligente,
emotiva, curiosa, attraversa crisi adolescenziali, nutre grandi ambizioni, è gelosa delle sorelle e ama
in segreto. Ma, soprattutto, ha uno sguardo maturo con cui coglie e valuta gli eventi e il mondo che
la circonda. Attraverso di lei sappiamo come si viveva nella Mosca degli anni Trenta, dove le
perquisizioni erano all'ordine del giorno, lo spettro del confino o addirittura del Gulag una
possibilità più che concreta, la fame, gli stenti, la convivenza forzata. Rinvenuto recentemente negli
archivi della polizia segreta russa dalla studiosa Irina Osipova, il testo è giunto fino a noi intatto,
indenne da intromissioni famigliari o da devastazioni censorie.
“Il velo della paura” di Samia Shariff
La storia in prima persona di una donna che da sola è riuscita a spezzare le catene che la imprigionavano e
raccontare al mondo la sua storia di violenza e abusi. Samia nasce a Parigi, da genitori algerini benestanti. A
7 anni la famiglia decide di tornare alle proprie radici, in quella Algeri sedotta dall'ideologia islamista.
Samia, colpevole di essere nata femmina, cresce fra violenze fisiche e psicologiche, perpetrate tanto dal padre
quanto dalla madre. A 16 anni è costretta a sposare un uomo più vecchio di lei, violento e crudele, da cui
subisce abusi sessuali, minacce di morte, angherie di ogni tipo. Samia è una donna, e come tale non ha scelta:
deve obbedire e sottomettersi. Il suo inferno durerà molti anni, fino a quando riuscirà a fuggire alla volta del
Canada, insieme ai suoi figli. Verso una vita nuova.
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“Jane Eyre” di Charlotte Bronte
La storia romantica di una modesta e poco appariscente istitutrice che, con il suo fascino discreto e la
sua forza di carattere, riesce a conquistare il tenebroso e avvenente signore di Rochester, la cui giovane
figlia è affidata alle sue cure.
“La clessidra della vita di Rita Levi-Montalcini” di Giuseppe Tripodi con Rita Levi-Montalcini
La carriera di Rita Levi-Montalcini comincia all'università di Torino, sotto la guida dell'istologo
Giuseppe Levi, ma nel 1938 le leggi razziali la costringono prima a emigrare in Belgio, quindi a
nascondersi. Al termine della seconda guerra mondiale accetta un incarico alla Washington University,
negli Stati Uniti, dove nel 1951-1952 individua il fattore di crescita nervoso noto come "NGF" (Nervo
Growth Factor], che ha una parte essenziale nella crescita e differenziazione delle cellule nervose
sensoriali e simpatiche. Per questo successo nel 1986 viene insignita del Premio Nobel per la Medicina.
Nella motivazione della giuria si legge: "La scoperta del NGF all'inizio degli anni Cinquanta è un esempio
affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos. In
precedenza i neurobiologi non avevano idea di quali processi intervenissero nella corretta innervazione
degli organi e dei tessuti dell'organismo". Rita Levi-Montalcini ha ricoperto i più alti incarichi
accademici, ha ottenuto riconoscimenti in ogni parte del mondo e, soprattutto, si è distinta per il suo
impegno sociale. Nel 2001 è stata nominata senatrice a vita dal presidente Ciampi, una carica che, come è
ben noto, ha assunto con la consueta serietà, stupendo più volte per la sua tenacia, il suo rigore e la sua
lucidità. Il 22 aprile del 2008 ha compiuto novantanove anni.
“La donna dei fiori di carta” di Donato Carrisi
Il monte Fumo è una cattedrale di ghiaccio, teatro di una battaglia decisiva. Ma l'eco dei combattimenti
non varca l'entrata della caverna in cui avviene un confronto fra due uomini. Uno è un prigioniero che
all'alba sarà fucilato, a meno che non riveli nome e grado. L'altro è un medico che ha solo una notte per
convincerlo a parlare, ma che ancora non sa che ciò che sta per sentire è molto più di quanto ha chiesto e
cambierà per sempre anche la sua esistenza. Perché le vite di questi due uomini che dovrebbero essere
nemici, in realtà, sono legate. Sono appese a un filo sottile come il fumo che si leva dalle loro sigarette e
dipendono dalle risposte a tre domande. Chi è il prigioniero? Chi è Guzman? Chi era l'uomo che fumava
sul Titanic? Questa è la storia della verità nascosta nell'abisso di una leggenda. Questa è la storia di un
eroe insolito e della sua ossessione. Questa storia ha attraversato il tempo e ingannato la morte, perché è
destinata al cuore di una donna misteriosa.
“La donna della domenica” di Fruttero & Lucentini
Ambientato in una Torino malefica e metafisica, "La donna della domenica" è da molti considerato il
capostipite del "giallo italiano". La trama si snoda tra i vizi, l'ipocrisia, le comiche velleità e gli esilaranti
chiacchericci che animano la vita della borghesia piemontese.
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“Le donne di Taranto” di Domenico Sellitti
Fra storia e leggenda sono narrate in 30 biografie le vicende delle donne tarantine dall’epoca classica alla
prima metà del 1900, così come ricordate dalla letteratura classica (Tarentilla, Efesina, Plottide, …), dalla
mitologia (Sibilla Anthemis, Sirena Schiuma), dalla storia (Maria d’Enghien, S. Sofronia, …), dalla
spettacolo (Anna Fougèz, Italia Almirante, Maria Andriani, Attilia Radice), dalla tradizione (popolane,
maghe e streghe), dalla Chiesa (Rosana Battista, Teresa Quaranta); parlando anche della condizione della
donna-schiava nel 1400 e della moglie nel ’700; dell’impegno sociale della crocerossina Delia Jannelli
durante la I G. Mondiale e di Filomena Martellotta durante il fascismo nel mondo del lavoro e della
scuola; della prima donna manager Orsola Occhinegro Protopapa ai primi ’900. E poi tanto altro…
“Le ragazze rubate” di Jennifer Clement
Questo libro racconta la storia di Ladydi Garcia Martínez, che sua madre vuole far diventare brutta. Perché
"in Messico essere brutta è la cosa migliore che possa capitare a una bambina". Ladydi e le sue amiche
vestono da maschio, hanno i capelli corti e si colorano i denti con un pennarello perché sembrino cariati. Si
tengono pronte a nascondersi nelle buche scavate dietro le loro case quando sentono il rumore di un suv che si
avvicina. Sono i narcos, che imperversano nei villaggi e "rubano" le ragazzine. Non se ne sa più nulla, nessuna
fa ritorno. Così, alla prima occasione di lasciarsi alle spalle la giungla crudele dove è cresciuta per andare a
lavorare ad Acapulco, Ladydi non ci pensa due volte. E finalmente trova l'amore, ricambiata. Ma non basta a
proteggerla dalla sanguinosa realtà delle guerre di droga che torna a imporsi sulla sua vita, dandole una svolta
cupa e disperata. Eppure, descrivendoci la situazione delle donne nelle aree rurali e nelle carceri messicane,
con la sua voce ingenua e disincantata al contempo, Ladydi lascia entrare in questo spietato romanzo una nota
di speranza: perché proprio lì sono possibili sentimenti veri.
“La lettera scarlatta” di Nathalien Hawthorne
La vicenda si svolge nella Boston puritana del sec. XVII. Hester Prinne ha preceduto nel Massachusetts
il marito, un anziano scienziato, e ha avuto una figlia, Pearl, da una relazione illegittima. Viene messa
alla gogna e condannata a portare sul petto la lettera A (adultera), ritagliata "in un bel panno
scarlatto". Rifiuta di dire il nome del suo amante, ma il marito, sotto falso nome, si mette alla ricerca
dell'uomo. Riesce a scoprirlo: è il giovane revederendo Dimmesdale, che soffre moltissimo, ma, per
orgoglio, non vuole confessare. Pressato dal marito di Hester alla fine confessa pubblicamente la sua
colpa, ma stroncato dall'emozione, muore.
“La grande madre” di Erich Neumann
L'immagine primordiale, archetipica, della Grande Madre, è sempre presente nella psiche dell'uomo; la
sua espressione si incontra nel rituale, nella mitologia e nell'arte dell'antichità, come pure nei sogni, nelle
fantasie e nelle creazioni dell'uomo contemporaneo. Su questo archetipo Neumann fonda un'analisi
strutturale di amplissimo respiro, documentandola con un vasto materiale tratto da molte culture e
diversi periodi storici, e corredandola infine di un imponente apparato iconografico (186 tavole fuori testo
e 74 figure).
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“Libere sempre” di Marisa Ombra
Come è potuto accadere che lo slogan femminista "il corpo è mio e lo gestisco io" si sia ribaltato in una
forma di schiavitù volontaria? Una lettera appassionata e delicata sull'adolescenza, la scoperta del corpo,
del sesso e della libertà. Senza moralismo, con rispetto e amore. Una donna di 87 anni, ex partigiana, scrive
una lunga lettera a una ragazza di 14 anni incontrata in un parco. Una lettera sulla libertà, la bellezza e la
dignità delle donne. L'autrice racconta la guerra partigiana, la propria anoressia, i rapporti tra ragazzi e
ragazze in montagna, e il senso di pericolo e futuro da cui tutti si sentivano uniti. Il ricordo della lotta di
liberazione delle donne si contrappone, così, al disagio di vedere che, oggi, per molte ragazze, libertà
significa libertà di mettere all'incasso la propria bellezza.
“La gioia di amare” di Madre Teresa
Madre Teresa di Calcutta ha raccolto in questo libro 365 pensieri, brevi parabole e riflessioni sulla
fede, l'amore per il prossimo e per Dio.
“Ragazze di campagna” di Edna O’Brien
La timida e romantica Caithleen sogna l'amore, mentre la sua amica Babà, sfrontata e disinibita, è ansiosa
di vivere liberamente ogni esperienza che la vita può regalare a una giovane donna. Quando l'orizzonte del
loro piccolo villaggio, nella cattolicissima campagna irlandese, si fa troppo angusto, decidono di lasciare il
collegio di suore in cui vivono per scappare nella grande città, in cerca d'amore ed emozioni. Nonostante
siano fermamente decise a sfidare insieme il mondo, le loro vite prenderanno però vie del tutto inaspettate
e ciascuna dovrà imparare a scegliere da sola il proprio destino. "Ragazze di campagna" venne scritto in
soli tre mesi e inviato a un editore, il quale ricevette da un celebre scrittore suo consulente questo giudizio:
"Avrei voluto scriverlo io". Alla sua pubblicazione, avvenuta nel 1960, l'esordio narrativo di Edna
O'Brien, fortemente autobiografico,suscitò reazioni di sdegno e condanna che andarono ben oltre le
intenzioni di una sconosciuta autrice poco più che ventenne: il libro fu bruciato sul sagrato delle chiese e
messo all'indice per aver raccontato, per la prima volta con sincerità e in maniera esplicita, il desiderio di
una nuova generazione di donne che rivendicava il diritto di poter vivere e parlare liberamente della
propria sessualità.
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“La moglie Afghana” di Nawa Fariba
Fariba Nawa è una giornalista di origini afghane. Da piccola si è trasferita con la famiglia in America, e
dopo 19 anni torna per la prima volta nella sua terra per conoscere il proprio popolo e riscoprire il sapore
della sua infanzia. A Herat, sua città natale, la giornalista incontra il nonno, Baba Monshi, un intellettuale
che è stato in prigione per le sue idee, giudicate troppo moderne. Il viaggio prosegue tra trafficanti, donne
disposte a sacrificare la vita per far valere i propri diritti, giovani pusher, signori della droga, agenti
infiltrati. Infine la giornalista incontra Darya, con la sua storia di tristezza e rassegnazione. Darya è una
giovane "sposa dell'oppio", costretta dal padre, trafficante, a sposarsi con un signore della droga molto più
vecchio di lei, che non parla nemmeno la sua lingua e ha già un'altra moglie e otto figli. Negli occhi intensi
di quella bambina Fariba vede riflessa tutta la bellezza e la sofferenza delle donne afghane. In un libro a
metà tra il romanzo e il reportage, Fariba Nawa ci racconta tutta la verità sul moderno Afghanistan,
dilaniato da sanguinose lotte, conteso tra potenze straniere e lasciato in mano agli spietati signori
dell'oppio.
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“Ragazze Trasgressive in cerca d’identità” di Doriana Togni
Bulle, minorenni terribili, giovani sbandate, ragazze cattive, etichette spesso apposte alle protagoniste di
molti recenti fatti di cronaca in cui sono proprio ragazze - nell'immaginario collettivo per natura non
violente né aggressive, ma remissive e rispettose - le autrici di furti, lesioni o bullismo femminile. Gli
episodi di devianza femminile sembrano essere in aumento, ma è proprio vero? La devianza femminile è
un fenomeno marginale, minore rispetto alla devianza maschile, oppure è la reazione nei confronti dello
stesso ad essere diversa? Nei recenti e radicali mutamenti sociali, la non discriminazione nell'accesso a
carriere criminali è un segnale di una condizione di maggiore parità fra uomini e donne? Oppure la parità
è ancora un obiettivo da raggiungere e i comportamenti devianti diventano paradossalmente strategie di
parità? Per rispondere a queste domande, per comprendere le dimensioni del fenomeno e le sue
caratteristiche, è maturata l'idea della ricerca che, partendo dal ruolo della differenza di genere nello
studio della devianza, intende verificare l'ipotesi che il genere sia una variabile contestualmente ad altre
fondamentali variabili come l'età, imprescindibile nell'analisi della devianza. Il volume, dunque,
approfondisce gli autori fondamentali per la teoria della devianza femminile, insieme ad alcuni temi
specificamente riguardanti le adolescenti e, infine, descrive la ricerca empirica realizzata.
“L’uomo che curava le donne” di Romano Forleo
Sorano di Efeso fu uno dei più grandi medici dell'antichità, autore di un fondamentale trattato di
ginecologia ricomparso solo nell'Ottocento. Fondendo lo studio di questo documento con la sua
impareggiabile competenza di storico della medicina e con il talento del narratore, Forleo racconta in
chiave romanzesca la vita di Sorano: dall'infanzia in Asia Minore all'apprendistato presso la scuola di
Alessandria, fino all'approdo nella Roma imperiale di Traiano e Adriano, dove, tra brucianti passioni
amorose, esercitò con successo una professione volta a migliorare le tecniche del parto.
“Lo stalker, ovvero il persecutore in agguato” di Bruno Gargiullo
Questo volume, intitolato "Lo Stalker - ovvero il persecutore in agguato", esplora gli elementi che
caratterizzano il fenomeno dello stalking e descrive le strategie comportamentali adottate dallo stalker per
"cacciare la preda". Gli autori, pur consapevoli del difficile impegno a cui andavano incontro nel trattare un
argomento così complesso, hanno tentato ugualmente di confrontarsi con un fenomeno di non facile
definizione. Infatti, il diverso profilo psicocomportamentale riscontrato tra gli stalker rende difficoltoso
"categorizzare" l'intero fenomeno. Il lavoro trae spunto da un'attenta analisi della letteratura scientifica
internazionale e riporta numerosi casi clinici e giudiziari che delineano chiaramente le caratteristiche
frequentemente riscontrate in uno stalker, descrivendo in dettaglio i tratti più salienti (rifiuto, ossessione,
fantasia, narcisismo e manipolazione). La persecuzione, dalle origini antichissime, intesa come il ledere la
libertà e la riservatezza altrui con comportamenti minacciosi e invasivi, può coinvolgere ognuno di noi:
"Conoscere il nemico" può aiutarci a sviluppare adeguate strategie difensive.
“Donne che corrono coi lupi ” di Clarissa Pinkola
Il libro-culto che ha cambiato la vita di milioni di donne. Attingendo alle fiabe e ai miti delle più diverse
tradizioni culturali, Clarissa Pinkola Estés fonda una psicanalisi del femminile attorno alla straordinaria
intuizione della Donna Selvaggia, intesa come forza psichica potente, istintuale e creatrice, lupa ferina e al
contempo materna, ma soffocata da paure, insicurezze e stereotipi.
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“Donne cattivissime” di Ute Ehrhardt
Una salutare iniezione di fiducia in se stesse per tutte le donne, anche quelle che si sentono già abbastanza
"cattive". Ute Ehrhardt, autrice di "Le brave ragazze vanno in paradiso, le cattive dappertutto" e "Ogni
giorno più cattive", in questo libro mette in rilievo tutta una serie di caratteristiche tipicamente femminili dalla capacità di mettersi sempre nei panni degli altri all'intuito rapido e sicuro - che debitamente
valorizzate rendono le donne non solo brave figlie, brave compagne e brave madri, ma anche persone spesso
superiori ai colleghi maschi nell'ambito del lavoro e della vita sociale. Non è tuttavia la diversità rispetto
agli uomini l'argomento principale di questo testo, e non si tratta neppure di stabilire chi sia migliore o
peggiore. Si tratta piuttosto di fare capire alle donne quali capacità possiedano e di quali possibilità
dispongano affinché possano affermare il proprio talento, avere successo e assaporare davvero la gioia di
vivere perché l'era delle brave ragazze è davvero finita.
“Brigantesse” di Valentino Romano
Nella storia del Sud c’è una tragedia dimenticata: le donne che si opposero, le donne dei “briganti”. La
storiografia risorgi-mentalista le ha bollate come “drude”, donnacce, occupandosene quando si trattava di
soddisfare la grossolana curiosità dei lettori di romanzi popolari.
Ma chi si accosta oggi alle brigantesse con obiettività d’intenti non può che scorgervi la sofferenza dell’altra
metà del cielo dell’intera popolazione meridionale.
Ci furono donne che insorsero in armi, affiancando i loro uomini, altre li seguirono nella latitanza, altre ancora
li fiancheggiarono in tutti i modi, fornendo loro l’essenziale per la vita alla macchia.
Questa ricerca offre una prima sistemazione organica del loro ruolo, distinguendole in oppositrici di prima,
seconda e terza linea. Difficile dire se tutte erano pienamente consapevoli di ciò che facevano, ma di certo
ebbero modo di vivere sulla loro pelle i profondi cambiamenti che l’unificazione dell’Italia comportava.
Il lettore troverà storie di donne famose e di altre sconosciute: l’autore ricostruisce le biografie delle brigantesse
e vi aggiunge un lungo e inedito elenco di fiancheggiatrici. Scorrendolo si ha netta la sensazione che il ribellismo
contadino meridionale fu un’autentica rivolta popolare, alla quale non si sottrassero le donne che, anzi, vi
partecipa-rono in massa. È sembrato giusto sottrarle all’oblio in cui erano state confinate e restituirle alla
memoria collettiva, per quello che sono veramente state: donne testimoni e, insieme, protagoniste di un’epoca,
che reagirono alla violenza dell’invasione piemontese.
“Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo
DVD
Donna dal passato tormentato, madre di tre figli, riesce a farsi sposare con uno stratagemma dal
riccone con cui convive, che è il padre di uno dei tre figli. Ma di quale?
“La donna è un’isola” di Ava Olafsdottir
Lei ha trentatre anni, traduce testi per riviste specialistiche dall'islandese in undici lingue straniere, e consegna a
domicilio i suoi lavori. Porta i capelli cortissimi, ama correre, e per entrare in casa degli amici non passa mai
dalla porta principale ma scavalca i recinti e attraversa i giardini. È sposata da quattro anni e non ha, e non
desidera avere, figli. Per contro, ha un'amica, Audur, una musicista squinternata che vive in un regime di totale
anarchia: ha avuto un figlio, Tumi, che è sordo e ha gravi problemi di vista, e ora aspetta una coppia di gemelle
da un altro uomo che non frequenta più. Inizia la storia. Nella stessa serata la protagonista investe un'oca, la
raccoglie per poi cucinarla; visita il suo amante promettendosi che è l'ultima volta; consulta una sorta di
chiaroveggente che le predice alcuni eventi che poi si verificheranno, fra cui una fortunata vincita alla lotteria dei
sordomuti; torna a casa e il marito le dichiara di punto in bianco che vuole separarsi e che ama un'altra che
aspetta già un figlio da lui. Per la protagonista è evidentemente tempo di cambiamenti. Decide cosi di prendersi
una vacanza, anche se è novembre e piove ininterrottamente, e di fare un viaggio insieme a Tumi, che le è stato
affidato da Audur. Durante questo viaggio la donna e il bambino vivranno magiche avventure e incontreranno
strani personaggi, ma soprattutto impareranno un modo tutto loro per comunicare, capirsi e volersi bene.