06/12/2011 Aziende e prodotti che cambiano: TV

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06/12/2011 Aziende e prodotti che cambiano: TV
I produttori giapponesi avviati a perdere il business dei
televisori. Siamo nell’èra degli “schermi ovunque”.
Chi segue i produttori giapponesi di elettronica afferma che il business dei televisori è
ancora attivo, ma chiaramente in declino. Le operazioni di riassetto che puntavano a
ridare vivacità e lustor al settore si sono peraltro ridotte a semplici fusioni. Per la rinascita
di questo filone di business sarebbe invece indispensabile che l’impegno dell’ engineering
intervenisse direttamente sulla natura del business e del prodotto, con un salto che
permettesse al televisore di evolvere in “schermo universale” – inteso come “sistema
applicabile ovunque”. Dunque è giunto il momento che il televisore “faccia un salto”.
L’ enorme interesse per come Panasonic, Sony ed altri costruttori giapponesi di televisori
stiano affrontando le gravi perdite generate da questo business, e per come intendano
rianimarlo Nnon è solo di chi segue nello specifico questo ambito di attività industriale,
bensì di tutto il Giappone.
Ci si è limitati ad applicare uno schema abituale di ristrutturazione, facendo [azienda A +
azienda B] , ma a prescindere dal fatto che ciò aiuti o meno l’innovazione d’impresa, la
rinascita che ne derivi sarà malferma a meno che tale schema non si combini con un
meccanismo capace di intercettare la vera essenza dei problemi. Come si posiziona
dunque il business dei televisori (TV)?
Nel 2008, quando si registrò l’ultimo picco massimo di produzione (hardware) per
l’industria elettronica mondiale, l’insieme di componenti (57mila miliardi di yen) e prodotti
finiti (108mila miliardi di yen) raggiungeva quota 165mila miliardi di yen. Tra questi, i TV a
schermo piatto contavano poco più di 600 mld, ossia il 6,4% dell’intero settore industriale
e poco meno del 10% dei prodotti finiti (dati JEITA, dicembre 2010). I computer (PC),
invece, superano i 22mila miliardi di yen e arrivano quasi alla metà dell’intera produzione,
mentre i cellulari sono quasi a quota 15mila miliardi.
Non si tratta in realtà di un trend che affligge solo i televisori; tutta la categoria delle
apparecchiature audio e video per uso domestico a livello mondiale ha toccato nello
stesso anno quota 21,1mila miliardi di yen, mentre la produzione dei PC ha toccato la
soglia dei 44,7 mila miliardi di yen e la telefonia cellulare dei 30,5 mila miliardi di yen (13% settore elettronico e -20% TV). Per tutte queste categorie di beni era moltissimo
tempo che non si registrava un ribasso tanto significativo, attribuibile probabilmente in
generale all’innovazione diffusa dell’informatica, che ha via via decretato la retrocessione
del Giappone come Paese produttore pressoché esclusivo e di assoluta avanguardia di
prodotti di apparecchiature e prodotti elettronici ad alto contenuto tecnologico. TV e
prodotti elettronici sono avviati entrambi lungo la stessa china?
In un confronto tra aziende giapponesi (Sony, Sharp e Panasonic) e coreane (Samsung e
LG Elec), si nota come queste ultime abbiano superato in percentuale la quota di mercato
detenuta dai primi produttori di apparecchi TV giapponesi, in particolare scommettendo
sullo schermo piatto (sottile, perlopiù a cristalli liquidi).
Testo liberamente tratto da : Diamond on line – News & Analysis , 5.12.2011 (di Inoue Hiroyuki - Direttore dell’Ufficio
Sviluppo Dati presso l’Ist. di Ricerche Economiche dell’Associazione per la Promozione della Meccanica)
http://diamond.jp/articles/-/15170?page=1 (consultazione del 8/12/2011)
Traduzione dal giapponese e adattamento di Roberta Giovannuzzi
Copyright © 2011
Per quanto importante e legato all’avvento di una nuova tecnologia (digitale vs analogico)
che ha segnato un momento di evoluzione mondiale, il passaggio del 2008, ha avuto
tuttavia per protagonista un tipo di prodotto ancora non troppo diverso dal precedente in
termini di applicazione. Ecco perché Panasonic e Sony hanno iniziato poco per volta a
tentare applicazioni per lo schermo TV legate a diverse forme di ricezione. Ad esempio:
come ricevitore in remoto di dati clinici di alta precisione, ma il numero di apparecchi
venduti per l’insieme delle alternative d’uso avviate in vari campi non arriva ad eguagliare
il business dei televisori.
Si conta oggi che grazie al lavoro di marketing, pianificazione e progettazione del
prodotto sia comunque possibile garantire un certo margine sul prezzo di vendita se si
raggiunge una quota minima di pezzi venduti. Per quanto contenuti i volumi per singola
categoria, si conta sulla diversificazione delle categorie medesime per assicurarsi un
certo “utile” complessivo. In altre parole si affida alla pianificazione prodotto e all’
engineering la sopravvivenza dell’intero business.
Basti pensare agli schermi che arredano le nostre città a scopo pubblicitario e di
intrattenimento. Con l’aggiunta del touch screen essi possono diventare pannelli in uso ai
cittadini per accedere ad informazioni e servizi. Sempre di più si tratterà di adottare
un’ottica di sistema, senza la quale si rischia di rimanere esclusi anche da altri mercati
asiatici. Il “salto” è d’obbligo, se i produttori vorranno proseguire il loro cammino.
Testo liberamente tratto da : Diamond on line – News & Analysis , 5.12.2011 (di Inoue Hiroyuki - Direttore dell’Ufficio
Sviluppo Dati presso l’Ist. di Ricerche Economiche dell’Associazione per la Promozione della Meccanica)
http://diamond.jp/articles/-/15170?page=1 (consultazione del 8/12/2011)
Traduzione dal giapponese e adattamento di Roberta Giovannuzzi
Copyright © 2011