ENPAPI comunica

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ENPAPI
Rassegna Stampa del 31/10/2014
INDICE
ENPAPI
31/10/2014 ItaliaOggi
Troppe tasse sulle Casse private
6
31/10/2014 ItaliaOggi
Paolo De Angelis (UniRoma)
7
31/10/2014 Il Giornale di Vicenza
«Truffa all´Ulss 6 col doppio lavoro» Medico a giudizio
8
31/10/2014 La Provincia di Lecco
Eccolo il futuro È l'infermiere di famiglia a casa
9
31/10/2014 La Provincia di Lecco
«Una società che invecchia ha bisogno di assistenza»
10
31/10/2014 La Sicilia - Caltanissetta
Sciopero infermieri Il Nursind: «Siamo 300»
11
31/10/2014 L'Espresso
Chi si aspettava sgravi ha ricevuto mazzate
12
31/10/2014 Il Piccolo di Alessandria
Via Buonarroti, anche l'Asl è al freddo
13
ENPAPI - WEB
30/10/2014 www.quotidiano.net 07:28
Troppi infermieri aggrediti: è emergenza sicurezza nei pronto soccorso lombardi
15
30/10/2014 borsaitaliana.it 19:36
Ddl stabilita': settimana prossima audizioni, martedi' sera Padoan -2-
16
30/10/2014 ilfarmacistaonline.it 09:00
La riforma della sanità in Friuli-Venezia Giulia: una grande opportunità per la
professione infermieristica
17
30/10/2014 quotidianosanita.it 09:00
La riforma della sanità in Friuli-Venezia Giulia: una grande opportunità per la
professione infermieristica
19
30/10/2014 www.kataweb.it_consumi
Farmaci, prenotazioni e ospedali: online la sanità è più comoda
21
30/10/2014 www.gonews.it 19:34
[ Siena ] L'associazione "Siena Cuore" si presenta alla città
23
30/10/2014 www.lopinionista.it 16:14
Sant'Omero, "Respirare, conoscere e trasformare le emozioni nel momento
presente"
25
30/10/2014 healthdesk.it 16:00
Ebola, un corso Ecm gratis per gli infermieri
26
30/10/2014 contattonews.it 07:44
Pensioni 2015: l'Associazione degli Enti Previdenziali Privati denuncia "Un grave atto
d'ingiustizia"
27
30/10/2014 nurse24.it 00:24
Tutela della sicurezza in pronto soccorso, a lavoro la Commissione Regionale Fonte:
www.nurse24.it
28
PREVIDENZA
31/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
Gli italiani si rifugiano nel risparmio
30
31/10/2014 Corriere della Sera - Nazionale
dimenticare il risparmio un errore (sul futuro)
32
31/10/2014 Il Sole 24 Ore
Ad aprile il «730» precompilato
33
31/10/2014 Il Messaggero - Nazionale
Statali Sblocco scatti, esclusi docenti e dirigenti di polizia
35
31/10/2014 Il Giornale - Nazionale
Arriva la maxi stangata sulle casse private Tajani guida la rivolta
36
31/10/2014 Il Giornale - Nazionale
Bonanni, la pensione e gli arretrati
37
31/10/2014 ItaliaOggi
L'Inps vuole dismettere gli immobili
38
31/10/2014 ItaliaOggi
Inarcassa, i contributi valgono di più
39
31/10/2014 ItaliaOggi
Pierpaolo Baretta (Mef)
40
31/10/2014 ItaliaOggi
Diventare perito industriale? I dati Almalaurea dicono che conviene
41
31/10/2014 ItaliaOggi
Inrl, definite le linee guida 2015
42
31/10/2014 L'Espresso
Zitti zitti ci hanno messo altre tasse
44
31/10/2014 L'Espresso
Le mani sui risparmi
45
31/10/2014 L'Espresso
E l'antimafia intercetta Lady pirellone
48
GESTIONE SEPARATA INPS
31/10/2014 Libero - Nazionale
I collaboratori a progetto incassano 10mila euro
51
31/10/2014 Il Secolo XIX - Basso Piemonte
PREVIDENZA FACILE
52
ENPAPI
8 articoli
31/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 29
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Il presidente dell' Eppi commenta l'aumento contenuto nella legge di Stabilità 2015
Troppe tasse sulle Casse private
Bignami: sconcertante il 26% di tassazione sulle rendite
La legge di Stabilità 2014 non perdona le Casse di previdenza private. Almeno nella stesura bollinata dalla
Ragioneria di stato e ora in discussione in Parlamento, la politica di maggiore spending del governo Renzi
viene fi nanziata anche da un prelievo maggiore nel settore della previdenza a favore dei liberi professionisti,
le cui rendite vengono tosate presumibilmente al 26%. Se fosse così, la tassazione avrebbe avuto una
escalation senza precedenti nella storia sociale del nostro Paese: dall'11,5%, poi al 12,5, poi al 20% con il
Governo Monti e ora in predicato di schizzare al 26. Casse strizzate il doppio nel giro di pochissimi anni. «È
chiaramente negativo il mio giudizio sui provvedimenti che il Governo è intenzionato ad adottare», afferma
Valerio Bignami, presidente Eppi, che giudica con decisione il testo della manovra in approvazione. Non solo
non si elimina il sistema di «doppia tassazione», non solo non si armonizza la tassazione sui rendimenti
finanziari tra le Casse di previdenza private e i Fondi pensione complementari al 13% come ipotizzato solo
quest'estate dal ministro del Welfare Poletti, non solo non si diminuisce l'imposizione fi scale, ma la si
aumenta in modo considerevole. «È sconcertante e assolutamente imbarazzante», continua Bignami,
«constatare che, ancora una volta, abbiamo un Governo il quale, invece di operare provvedimenti strutturali
di vero e profondo mutamento, opta per scelte episodiche di emergenza che mai potranno contribuire al
cambiamento radicale invocato dal presidente del consiglio Matteo Renzi.È come sparare sulla Croce rossa».
Le conseguenze di una maggiore tassazione sono evidenti nell'intervista al professor Paolo de Angelis, uno
dei relatori al prossimo Congresso straordinario dei periti industriali, che spiega come minori rendite
comportano un sostanziale addio alle politiche di maggior adeguatezza delle pensioni. Hai voglia a dire che il
metodo contributivo non è generoso: se il governo taglia le rendite, le pensioni dei liberi professionisti
resteranno a livelli al limite della dignità. Il sottosegretario all'Economia Baretta getta acqua sul fuoco, auspica
un dibattito in Parlamento e insomma fa il suo mestiere: se i conti sono in diffi coltà, bisogna raddrizzarli in
qualche modo. Però, semplifi cando la questione, tagliare i fondi del welfare significa bruciare i mobili di casa
per ripararsi dal freddo: dopo che cosa rimane da fare? Quei soldi tagliati andrebbero non soltanto a
sostenere le pensioni dei liberi professionisti, ma anche a fi nanziare politiche di investimento nell'economia
reale: comporta avere meno risorse per far ripartire l'economia, oltre, ovviamente, ad inasprire gli animi.
«Riguardo il sistema di tassazione doppio su contributi e pensioni, conclude Bignami, ritengo sia giunto il
momento di rivolgersi alla Corte di giustizia europea, affi nché il sistema fi scale verso le Casse di previdenza,
assolutamente unico in Europa, venga fi nalmente dichiarato illegittimo».
Foto: Pagina a cura
Foto: DELL 'U FFICIO STAMPA DEL C ONSIGLIO NAZIONALE E DELL' ENTE DI PREVIDENZA DEI
PERITI INDUSTRIALI E DEI PERITI INDUSTRIALI LAUREATI www.cnpi.it - www.eppi.it
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
6
31/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 29
(diffusione:88538, tiratura:156000)
IL PUNTO CON...
Paolo De Angelis (UniRoma)
Domanda. Professore, il metodo contributivo può creare delle Casse di previdenza con riserve molto più
importanti di quante servano? Risposta. Vede, le pensioni garantite dalle Casse di previdenza, che applicano
il sistema contributivo «puro», è fondato sul livello e misura dei contributi versati tempo per tempo da ciascun
iscritto e sulla loro rivalutazione basata sul parametro di legge. Cosa accade quando le Casse producono
rendite finanziarie superiori a quel parametro? Oggi il surplus viene accantonato in un Fondo straordinario. D.
Qual è la sua funzione? R. È un salvadanaio di sicurezza nel caso in cui l'ente di previdenza non riesca in
qualche periodo a realizzare rendimenti sufficienti a rivalutare i contributi. Il mercato è volatile e dunque un
«buffer fund», come lo chiamano i tecnici, è necessario. D. In Eppi parliamo di quasi 100 milioni, un decimo
del patrimonio. Forse è una percentuale di sicurezza esagerata. R. Se lo stile di gestione di un ente adotta
sistemi di controllo adeguati, è ragionevole che questo fondo possa aumentare in modo importante, tanto più
se l'ente ha una situazione stabile un termini di accessi. R. Di quanto dovrebbe essere il fondo nel caso di
Eppi per svolgere la sua funzione? R. La riserva rischio-volatilità ad oggi dovrebbe essere il 65% dell'attuale.
Lo sappiamo da un modello che aggiorna, a ogni bilancio tecnico annuale, il livello di sicurezza su un arco di
cinque anni. D. La recente sentenza a favore di Enpaia apre la possibilità di una redistribuzione degli utili oltre
i parametri Istat (cioè, stabiliti per legge): quali conseguenze? R. Personalmente, la ritengo una via
tecnicamente valida: si tratta di rivalutare i contributi, ove possibile, a un livello maggiore di quello consentito
a fin di bene. Tanto di guadagnato per gli iscritti e anche per il sistema: è un modo per evitare che quel fondo
straordinario aumenti a dismisura D. Certo, se le rendite vengono tagliate dalle tasse, addio maggiore
rivalutazione. R. Qui la questione si fa politica. Non c'è dubbio, comunque, che una tassazione maggiore
diminuisce ed assottiglia quel margine che permette di proteggere dall'inflazione i risparmi dei singoli iscritti,
con ripercussioni sulle pensioni.
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
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31/10/2014
Il Giornale di Vicenza
Pag. 18
(diffusione:41821, tiratura:51628)
PROCESSO. L´attività libero professionale
«Truffa all´Ulss 6 col doppio lavoro» Medico a giudizio
Dopo un´articolata discussione, il giudice Morsiani ha ordinato il rinvio a giudizio. Pertanto, il medico di base
Angelo Schiavo, 64 anni, residente in città, dovrà presentarsi in tribunale nel settembre del prossimo anno.
Difeso dagli avv. Riccardo Canilli e Giuseppe Prencipe, dovrà difendersi dall´accusa di aver truffato l´Ulss 6
per una somma di circa 95 mila euro fra il 2008 e il 2013. Un´accusa che il professionista, molto stimato da
colleghi e pazienti, contesta fieramente. L´Ulss, con l´avv. Mario Calgaro, si è costituita parte civile per
chiedere i danni. La guardia di finanza, con la Tributaria, aveva sequestrato due immobili a Montecchio
Maggiore per un importo di quasi 100 mila euro. L´inchiesta, che aveva coinvolto un altro medico, già a
giudizio, è complessa - e le accuse mosse dal procuratore Cappelleri quanto mai contestate - e affonda le
sue origini in una convenzione firmata da decine di medici di base vicentini con l´Ulss nel 2001 (per la quale
la procura contesta il falso, ormai prescritto). I medici avevano sottoscritto l´impegno a svolgere attività di
libera professione in maniera occasionale, con un massimo secondo i finanzieri guidati dal tenente colonnello
Fabio Dametto di 5 ore settimanali di «attività non strutturata». E invece, sostengono gli inquirenti, Schiavo ha
svolto l´attività di dentista in libera professione per almeno una dozzina di ore ogni settimana; i militari lo
hanno pedinato e controllato. La difesa sottolinea che è vero che l´imputato abbia svolto il secondo lavoro
quand´era libero dal primo; ma che non ci sia truffa. Essendo medico di medicina generale organizzato in
associazione, Schiavo ha goduto dei compensi per «la medicina di gruppo, il collaboratore di studio e l´
infermiere», pari ai 95 mila euro contestati. È questo il danno per l´Ulss, che inizialmente non aveva rilevato
di aver avuto problemi economici. Schiavo, da quando è stato perquisito, ha continuato a svolgere la sua
(apprezzata dai pazienti) doppia attività, limitandosi alle 5 ore settimanali. Sulla questione però i medici sono
sul piede di guerra e sostengono di essersi comportati nel rispetto delle regole; ritengono che se questa fosse
la corretta interpretazione della convenzione, sarebbero decine di migliaia in tutta Italia i medici che truffano
lo Stato. Possibile? D.N. © RIPRODUZIONE RISERVATA
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
8
31/10/2014
La Provincia di Lecco
(diffusione:45028, tiratura:334000)
Cronaca
Eccolo il futuro È l' infermiere di famiglia a casa
Laura Bosisio
Si chiama infermiere di famiglia, o di comunità: figura emergente nel mondo sanitario e assistenziale. E
questo, per via di una serie di fattori concomitanti, come la crescita dell'età media e la cura dei malati cronici
a domicilio anziché in ospedale.
Essere seguiti personalmente da un infermiere, che tiene i contatti con il medico di medicina generale o ne è
il braccio destro, oppure opera in libera professione. Coosì cambia l'assistenza
Un infermiere che viene in casa per svolgere tutte quelle piccole ma importanti mansioni, quali ad esempio,
medicare una ferita, fare il prelievo del sangue o misurare la pressione. Attività ad oggi svolta brillantemente
per molti cittadini non autosufficienti o malati terminali, dal servizio Adi, assistenza domiciliare integrata (una
delle poche Asl in Italia ad averla, ndr.).
Tuttavia in futuro la prospettiva è che "l'infermiere (o infermiera) di famiglia" diventi una professione sempre
più riconosciuta, come suggerisce la stessa proposta scritta, presentata in Regione nei giorni scorsi dai
collegi Ipasvi (Albo degli infermieri) di Lecco, Bergamo, Como, Cremona, Mantova, Pavia, Sondrio e Varese,
di istituzionalizzare questa figura . «L' infermiere di famiglia e di comunità è un infermiere dedicato alla
promozione della salute e alla prevenzione della malattia, alla riabilitazione, all'assistenza ai cronici e ai
malati terminali, che gestisce il processo assistenziale, analizza i bisogni di salute della famiglia e della
comunità, garantisce la continuità assistenziale» spiega Alessia Riccardi, Consigliera del collegio Ipasvi di
Lecco. Sono circa 2200 gli infermieri iscritti all'Albo dell'Ipasvi della provincia lecchese. Di questi, circa un
centinaio svolgono libera professione. «Ma si tratta di un numero destinato a crescere» continua Riccardi,
proprio in virtù del progressivo invecchiamento della popolazione. E dell'impossibilità, per gli ospedali, di
curare tutti nei reparti.
Del resto, basti pensare che «la popolazione anziana rappresenta oggi circa il 22 per cento del totale, ma fra
20 anni le stime demografiche dell'Istat rilevano che supererà il 30 per cento in Italia». Un convegno sul tema
Dopo un convegno dedicato a questo tema, a Milano nei giorni scorsi, anche a Lecco si svolgerà un
convegno, sabato 15 novembre, alla sala conferenze della Banca Popolare di Sondrio, via Previati, angolo
via Amendola, dalle 8.30 alle ore 14.00, dedicato all'infermiere di famiglia. «Ad oggi esiste un Master in
"Infermieristica di famiglia e di comunità" , all'università di Pavia in Regione Lombardia: corso di formazione
universitario post laurea della durata di un anno. Ma presto se ne faranno altri in Lombardia». Tanti i compiti:
assistere con continuità il malato a casa, prevenzione delle malattie, riabilitazione, e ancora assistenza ai
malati terminali. Già oggi sono sempre più i cittadini che, se non seguiti dall'Adi, si rivolgono a infermieri
professionisti. «Il nostro consiglio è sempre verificare che siano scritti all'Albo, ovvero possano esercitare la
professione. In alternativa è possibile chiamare la segreteria del collegio, allo 0341/350102. Importante anche
che poi venga rilasciata la fattura per le prestazioni» ricorda l'Ipasvi. •
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
9
31/10/2014
La Provincia di Lecco
(diffusione:45028, tiratura:334000)
Cronaca
«Una società che invecchia ha bisogno di assistenza»
Cresce l'importanza dell'infermiere sul territorio, non più solo in corsia. E cresce di pari passo il sodalizio tra
medici di base e infermieri, in prima linea per curare i malati cronici che vengono dimessi dagli ospedali. «E'
un processo in corso da anni» annota Valter Valsecchi, direttore del Dipartimento cure primarie dell'Asl, che
sarà tra i relatori al convegno organizzato dall'Ipasvi il 15 novembre. Da un lato, si va sempre più
consolidando la rete della medicina di base sul territorio, in una società che invecchia e ha bisogno sempre
più di assistenza, in particolare per la terza età. Dall'altro, oltre ai centri di medicina associativa, con i medici
che condividono gli ambulatori, alternandosi in casi di assenza, adesso c'è anche, emergente, l'infermiere di
supporto al medico. In provincia di Lecco già il venti per cento dei medici di medicina generale ha un
infermiere al suo fianco come collaboratore fisso. Infermieri che hanno un contratto direttamente con il
medico o sono comunque libero professionisti. La nuova parola d'ordine è "case management", la "presa in
carico" e gestione del singolo paziente. «E' un termine molto in voga, oggi, e a ragione - spiega il direttore
cure primarie - . Significa gestione del caso e rapporto con il paziente.
Indica una nuova funzione dell'infermiere, che non è più solo tale in senso tradizionale, ma diventa anche
case manager. Ha molteplici funzioni: non solo quelle riguardanti gli aspetti professionali, ma anche le
capacità gestionali, organizzative. ». Se n'è parlato ad esempio al convegno a Milano, nei giorni scorsi, sul
tema "Le competenze specialistiche in sanità: L'infermiere di famiglia e comunità, un confronto tra esperienze
in Europa". Durante la convention il presidente della commissione III Sanità della Regione Lombardia, Fabio
Rizzi, ha sottolineato il valore degli infermieri nel sistema socio sanitario regionale: «La professione
infermieristica è uno degli interlocutori che in questo momento Regione Lombardia sta chiamando a discutere
per il futuro del sistema sanitario Lombardo e l'infermiere di famiglia è una delle figure cardini della nuova rete
territoriale».
Per partecipare al convegno del 15 novembre è' richiesta l'iscrizione telefonica obbligatoria, dal 4 al 13
novembre 2014 ( telefonando al numero 0341.350102). L. Bos.
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
10
31/10/2014
La Sicilia - Caltanissetta
Pag. 38
(diffusione:64550, tiratura:80914)
Sciopero infermieri Il Nursind: «Siamo 300»
Sanità
Personale infermieristico a raccolta ieri presso l'auditorium dell'ospedale «Vittorio Emanuele». A convocare
gli operatori della sanità è stato il Nursind guidato da Osvaldo Barba e da Giuseppe Provinzano.
Un'assemblea in vista dello sciopero di lunedì proclamato a livello nazionale al quale in tutta l'Asp nissena
hanno aderito in 300 (una parte degli operatori della sanità svolgono servizio nell'ospedale di via Palazzi).
L'azienda sanitaria provinciale mai prima d'ora si è trovata nella situazione di dover affrontare una ulteriore
emergenza del personale visto che i buchi in organico da tempo non vengono coperti. Mai così tanti infermieri
erano scesi in campo per protestare. «A prescindere dalla sigla sindacale a cui apparteniamo - ha detto
Giuseppe Provinzano - prima di tutto siamo infermieri. È inutile additare colpe alla dirigenza, per il fatto che le
fasce retributive sono ferme se prima non ci rinnovano il contratto fermo al 2009. Le altre sigle sindacali sono
rimaste a guardare gli eventi. In questo momento in ballo c'è la nostra dignità professionale, in molti in questo
particolare momento storico non stanno aderendo per paura di una decurtazione dello stipendio ma negli
ultimi 5 anni con il mancato rinnovo contrattuale abbiamo perduto almeno 10 mila euro». In pratica nell'ultimo
periodo gli infermieri sono demansionati. Recentemente la direzione Asp ha ritirato una procedura per il
centro trasfusionale sia per Gela che per Caltanissetta, dove era chiaramente scritto che «l'infermiere doveva
pulire con sgrassatore la poltrona dopo che la stessa era stata utilizzata per una trasfusione o donazione di
sangue». «In tutto questo - ha aggiunto il segretario aziendale Provinzano - il collegio Ipasvi di Caltanissetta
non ha preso parola a difesa del collega che si era rifiutato di effettuare tale procedura e che a sua volta era
stato trasferito per punizione. Il documento ora è stato ritirato grazie a Nursind ricevendo le scuse da parte
della dirigenza Asp». Il sindacato adesso con la manifestazione prevista a Roma prova a riscrivere un pezzo
di storia. L. M. 31/10/2014
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
11
31/10/2014
L'Espresso
Pag. 110
(diffusione:369755, tiratura:500452)
Economia
Chi si aspettava sgravi ha ricevuto mazzate
MAURIzIo MAggI
I leader sindacali si lamentano perché i ministri che lunedì 27 ottobre li hanno incontrati per parlare della
legge di stabilità non sono stati in grado di dare risposte alle loro domande. Ma possono consolarsi: a Michele
Tronconi, presidente di Assofondipensione, è andata peggio. Pochi giorni prima di scoprire la stangata fiscale
per i fondi pensione contenuta nella stessa legge, aveva parlato con un rassicurante Pier Carlo Padoan: se si
farà l'operazione "Tfr in busta paga", aveva garantito il ministro dell'Economia nel colloquio, saranno introdotti
anche elementi di incentivazione. E invece dal cilindro del governo di Matteo Renzi, è uscito un coniglio
nerissimo: il prelievo fiscale sui fondi pensione schizza dall'11,5 al 20 per cento, con validità retroattiva da
inizio anno. Atroce delusione anche per Andrea Camporese, presidente dell'Adepp, l'associazione delle
casse previdenziali private. Il 5 ottobre, in un convegno a Napoli, Camporese dichiarava dal palco: «Ci
aspettiamo segnali positivi in termini di tassazione». Come no: la tassazione delle rendite finanziarie delle
casse è destinata a salire dal 20 al 26 per cento, nonostante, sottolinea Camporese, il governo si fosse
mostrato disponibile a rendere la fiscalità del settore simile a quella, più vantaggiosa, che va per la maggiore
in Europa. Un beffardo e inatteso contropiede che coinvolge 2 milioni di persone solo nei fondi pensione
negoziali (con 37 miliardi di risparmio accumulato), e altri 2 milioni di professionisti nelle casse previdenziali.
Sempre in tema di beffe, il prorettore alla Ricerca della Bocconi, Tito Boeri, sul sito "lavoce.info" scrive: «È
paradossale colpire coloro che in passato hanno fatto ciò che maggioranza e opposizione hanno chiesto, cioè
mettere il Tfr nei fondi pensione». Neppure Tullio Jappelli, che dirige il Dipartimento di Scienze Economiche e
Statistiche dell'Università di Napoli Federico II, trova corretto l'aumento della tassazione sui fondi pensione e
sulle casse previdenziali private: «Il risparmio previdenziale merita attenzione perché è l'unico che consente
di proteggerci dal cosiddetto rischio di longevità, cioè che la vita effettiva sia più lunga di quella attesa, con il
rischio che gli anziani non abbiano risorse sufficienti per i loro consumi. Incrementando l'imposizione sui fondi
pensione ci si allontana dal modello che prevale in Europa, quello chiamato "EET", acronimo che sta per
"esenzione, esenzione, tassazione". In sintesi, questo modello prevede contributi alla previdenza integrativa
deducibili, reddito da capitale esente, rendita tassata». Secondo il docente, la tassazione differita delle
rendite è desiderabile «perché incoraggia le persone a investire nella previdenza integrativa e perché aiuterà
gli Stati a far fronte all'invecchiamento della popolazione: il gettito fiscale aumenterà quando gli anziani di
domani avranno bisogno di risorse crescenti per far fronte alle spese sanitarie».
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
12
31/10/2014
Il Piccolo di Alessandria
Pag. 11
(diffusione:16500)
CALDAIE ANCORA SPENTE
Via Buonarroti, anche l'Asl è al freddo
__Resta al freddo la palazzina di via Buonarroti 16/18 che ospita, tra gli altri, la sede distrettuale dell'Asl al
Cristo, quella dell'associazione socio culturale 'Crescere insieme' e dell'Associazione italiana arbitri, il
Collegio Ipasvi e il Consultorio ostetrico - ginecologico. L'azienda che si occupa dell'accensione delle caldaie
- e, di conseguenza, del riscaldamento - dalla metà del mese non è ancora riuscita a mandare un tecnico per
provvedere all'operazione. Nel frattempo, specialmente gli anziani e le pazienti del Consultorio sono costrette
a... coprirsi anche quando si fanno visitare (M.F.)
ENPAPI - Rassegna Stampa 31/10/2014
13
ENPAPI - WEB
10 articoli
30/10/2014
07:28
www.quotidiano.net
Sito Web
Troppi infermieri aggrediti: è emergenza sicurezza nei pronto soccorso
lombardi
pagerank: 6
Paura tra gli operatori dell Paura tra gli operatori dell'emergenza
Milano, 30 ottobre 2014 - Il pronto soccorso, specie in certe ore e in certi quartieri, diventa una trincea. E la
sicurezza di chi ci lavora (e di chi è curato) non può essere scaricata come un problema di ordine pubblico
dalla Regione che gestisce la sanità lombarda. È la richiesta portata ieri alla commissione competente del
Pirellone dai sindacalisti dell'ospedale Luigi Sacco di Milano, ascoltati su richiesta del 5 Stelle Dario Violi che
ha passato una notte nel pronto soccorso di prima linea, stretto tra Quarto Oggiaro e il sito Expo. Richiesta di
misure concrete: urgenti lì - i soldi per garantire la guardia giurata non armata di notte, sottolinea Mina
Savoia, segretario provinciale della Fials -, e strutturali in tutta la Lombardia, perché «il problema non è solo
al Sacco», sottolinea Giovanni Muttillo, presidente del Collegio Ipasvi Milano-Lodi. Al quale le segnalazioni di
infermieri aggrediti, minacciati, costretti a lavorare nella paura arrivano da reparti emergenza-urgenza di tutto
il territorio, e «sono in aumento. Serve un tavolo permanente, con la Regione e le forze dell'ordine, per
trovare soluzioni e monitorare un fenomeno ampiamente sottostimato». Ad esempio diffondendo la scheda
unica per segnalare gli "eventi avversi", «adottata oggi da non più del 10% delle strutture».
Al Sacco è stata introdotta lo scorso dicembre: uno degli interventi concordati tra sindacati e azienda dopo
«l'evento» di fine luglio 2013, quando un paziente ubriaco mise fuori gioco tre operatori (rompendo la mano a
un infermiere, prognosi di due mesi). Li elenca Ezio Goggi, il direttore sanitario ascoltato in sostituzione del
dg Pasquale Cannatelli; e non è piaciuta l'assenza alla Rsu che martedì ha proclamato lo stato d'agitazione,
ma sul piatto ieri non c'era la contrapposizione vertici-sindacati. Piuttosto il racconto di come l'ospedale ha
tentato, coi suoi mezzi, di fronteggiare il pericolo rappresentato da pazienti e parenti intemperanti al pronto
soccorso: il pulsante d'allarme, il badge per entrare nell'area emergenza, il controllo all'apertura della porta tra
sala d'attesa e triage («Che però al momento è rotto», sottolineano i lavoratori), le ronde dell'unica guardia
(che sta all'ingresso, a 200 metri, e sorveglia anche le telecamere), i corsi di gestione dello stress e
autodifesa e addirittura i fischietti per chiedere aiuto, distribuiti ai 42 infermieri che ci lavorano, insieme a 10
ausiliari e 11 medici tra cui un infettivologo presente 24 ore su 24. Un pronto soccorso da 52 mila accessi
l'anno, il 65,5% codici verdi e il 21,4% bianchi: «Gravato, come tutti, da un alto tasso di richieste che hanno
poco di urgente», traduce il ds Goggi. E più di altri da una logistica vetusta, che sarà in parte corretta dalla
ristrutturazione in partenza con 5 milioni di finanziamento Expo: sei mesi di disagi e in più i pazienti dirottati
dal Salvini di Garbagnate, pure in cantiere. Almeno, sul fronte sicurezza, si sposterà il posto di polizia in sala
d'attesa.
Il guaio è che spesso è vuoto. Perché il Sacco, sulla carta, avrebbe tre agenti di polizia locale in servizio dalle
7 alle 24 nei giorni feriali, mezza giornata il sabato. E avrebbe anche il posto di polizia di Stato, 5 agenti sulla
carta, «in servizio non continuativo per problemi d'organico», spiega Goggi che è andato a parlare del
problema col questore. Di fatto, spiegano i sindacati, il presidio delle divise «resta sguarnito, soprattutto
d'estate, la notte e la domenica, quando il picco di casi sotto l'effetto di droga e alcol aumenta il rischio di
aggressioni. Infatti gli agenti assenti non vengono sostituiti». «Ma noi, se manca un infermiere, ci
organizziamo per rimpiazzarlo - sottolinea Massimiliano Sabatino, vicepresidente della Federazione dei
tecnici radiologi -. La sicurezza di lavoratori e pazienti non è un optional: va gestita senza costringerci a
imparare il taekwondo». Molti consiglieri sono d'accordo, dall'azzurro Fabio Altitonante alla democratica Sara
Valmaggi: «La Regione può e deve fare di più».
[email protected]
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
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30/10/2014
19:36
borsaitaliana.it
Sito Web
Ddl stabilita': settimana prossima audizioni, martedi' sera Padoan -2pagerank: 5
Lunedi' Bankitalia e Confindustria, Abi e sindacati martedi' (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 30 ott - Il
programma messo a punto dall'ufficio di presidenza della Commissione prevede, intanto, per lunedi' l'Ania
alle 11, seguita da Adepp e Assoprevidenza alle 11,45, Alleanza delle cooperative alle 12,30, LunariaSbilanciamoci alle 13,15, Assopetroli alle 14, Banca d'Italia alle 16,30, Istat alle 17,30, Corte dei conti alle
18,30, Cnel alle 19,30 e Confindustria alle 20,30
Le audizioni riprenderanno il giorno successivo con l'Ufficio parlamentare di bilancio alle 9, l'Abi alle 10,
l'Ance e Confedilizia alle 11, Rete Imprese Italia alle 12, Anci, Upi, Uncem e Conferenza delle Regioni alle 13
e infine Cgil, Cisl, Uil e Ugle alle 14. La giornata si concludera' con l'audizione di Padoan alle 20,30
La commissione Bilancio dovrebbe votare il mandato al relatore a riferire all'Assemblea il 20 novembre.
Bof-Mct
(RADIOCOR) 30-10-14 18:02:55 (0681)PA 5 NNNN
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
16
30/10/2014
09:00
ilfarmacistaonline.it
Sito Web
La riforma della sanità in Friuli-Venezia Giulia: una grande opportunità per
la professione infermieristica
pagerank: 5
Nell'articolato che di recente è diventato legge finalmente l'infermieristica viene valorizzata quale elemento
essenziale per garantire ai cittadini buoni standard qualitativi. Ora la cornice legislativa c'è. Il prossimo passo
è la formalizzazione degli Atti aziendali che andranno a definire operativamente l'organizzazione a livello di
singole aziende. 30 OTT - Dopo anni di silenzio a livello regionale in merito allo sviluppo delle professioni
sanitarie grazie all'intenso lavoro di Ipasvi, in accordo con le altre rappresentanze professionali, è stata
approvata dal Consiglio regionale la legge di riforma sanitaria che contiene molti articoli riguardanti
l'infermieristica. Ipasvi nel 2012, durante la campagna elettorale, aveva invitato i tre candidati a presidente
della Regione Serracchiani, Tondo e Galluccio, ad un confronto per capire quali impegni avrebbero preso per
la riorganizzazione complessiva della sanità regionale e per la valorizzazione dell'infermieristica quale
elemento essenziale per garantire ai cittadini buoni standard qualitativi. Serracchiani e Galluccio avevano
accettato il confronto, mentre Tondo non aveva nemmeno risposto all'invito.
A distanza di due anni, possiamo dire che le promesse fatte sono state mantenute e le ritroviamo
nell'articolato che è diventato da poco legge regionale. Grazie alla serietà e all'impegno dell'assessore
Telesca, del Presidente della Commissione Sanità Rotelli e di molti consiglieri regionali bipartisan, nonostante
il grosso pressing da parte medica per rimanere allo status quo, siamo riusciti a far inserire molti degli
emendamenti formulati da Ipasvi.
Ora l'art. 46 tratta delle professioni sanitarie, riconoscendo che tale sviluppo è necessario a contribuire alla
realizzazione del diritto alla salute, al processo di cambiamento in atto dell'assetto sanitario regionale,
all'integrazione e continuità sociosanitaria e al miglioramento dell'organizzazione multiprofessionale del
lavoro. Per fare tutto ciò ci vuole una governance a livello centrale e a livello locale attraverso l'istituzione dei
servizi delle professioni sanitarie anche presso gli Irccs (anche questo un nostro emendamento).
Ipasvi e le altre professioni hanno voluto definire bene l'organizzazione facendo inserire nel testo di legge
(art. 17 e art. 19) che l'attività delle professioni sanitarie è svolta con la finalità di privilegiare la centralità delle
persona, nel rispetto dell'autonomia prevista dalla legge 251/2000 (che istituiva la dirigenza a livello
nazionale) e dalla legge regionale 10/2007 (che declinava la dirigenza regionale a livello di ospedali,
dipartimenti e distretti).
Molto spesso gli ospedali sono ancorati a poteri storici e a modelli organizzativi fatti più nell'interesse di pochi
rispetto all'interesse della salute dei cittadini e del contenimento delle spese. Proprio per avere nuovi
contributi, l'assessore aveva istituito un gruppo di lavoro regionale sulle professioni sanitarie per declinare un
nuovo modello organizzativo in linea con il cambiamento richiesto. Molto del lavoro fatto dal gruppo si trova
nella declinazione dell'art. 35, in cui si sancisce che l'attività delle professioni sanitarie è organizzata in aree
assistenziali o tecnico-sanitarie con autonomia gestionale, di norma raggruppate in piastre, che hanno anche
lo scopo di condividere risorse professionali, posti letto, ambulatori, beni di consumo e tecnologie. Tra le
specifiche indicazioni organizzative è stata inserita l'organizzazione dell'assistenza per intensità di cure che
per primo Ipasvi ha sostenuto a livello politico.
L'art. 40 riconosce i percorsi formativi delle professioni sanitarie come base dell'innovazione gestionale ed
organizzativa e delle competenze cliniche avanzate. A seguire, infine, l'art. 45, che descrive il percorso che
Ipasvi sta facendo proprio in questi giorni a livello regionale attraverso il corso di formazione itinerante sullo
human caring quale elemento imprescindibile di umanizzazione delle cure per garantire un'adeguata
assistenza alle persone affette da patologia cronica con positive ricadute sulla salute, sull'organizzazione e
sulla sostenibilità economica del sistema.
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
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30/10/2014
09:00
ilfarmacistaonline.it
Sito Web
L'impegno è stato tanto ma i risultati sono più che buoni. Ora la cornice legislativa c'è. Il prossimo passo è la
formalizzazione degli Atti aziendali che andranno a definire operativamente l'organizzazione a livello di
singole aziende. Non va assolutamente dimenticato il problema delle risorse e dell'inserimento nel mercato
del lavoro dei neolaureati. Proprio su questa tematica chiediamo alle organizzazioni sindacali un lavoro
sinergico. Noi cittadini ed infermieri del Friuli Venezia Giulia ce lo meritiamo.
Flavio Paoletti (Presidente Coordinamento Regionale Ipasvi-FVG)
30 ottobre 2014
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
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30/10/2014
09:00
quotidianosanita.it
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La riforma della sanità in Friuli-Venezia Giulia: una grande opportunità per
la professione infermieristica
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Nell'articolato che di recente è diventato legge finalmente l'infermieristica viene valorizzata quale elemento
essenziale per garantire ai cittadini buoni standard qualitativi. Ora la cornice legislativa c'è. Il prossimo passo
è la formalizzazione degli Atti aziendali che andranno a definire operativamente l'organizzazione a livello di
singole aziende.
30 OTT - Dopo anni di silenzio a livello regionale in merito allo sviluppo delle professioni sanitarie grazie
all'intenso lavoro di Ipasvi, in accordo con le altre rappresentanze professionali, è stata approvata dal
Consiglio regionale la legge di riforma sanitaria che contiene molti articoli riguardanti l'infermieristica. Ipasvi
nel 2012, durante la campagna elettorale, aveva invitato i tre candidati a presidente della Regione
Serracchiani, Tondo e Galluccio, ad un confronto per capire quali impegni avrebbero preso per la
riorganizzazione complessiva della sanità regionale e per la valorizzazione dell'infermieristica quale elemento
essenziale per garantire ai cittadini buoni standard qualitativi. Serracchiani e Galluccio avevano accettato il
confronto, mentre Tondo non aveva nemmeno risposto all'invito.
A distanza di due anni, possiamo dire che le promesse fatte sono state mantenute e le ritroviamo
nell'articolato che è diventato da poco legge regionale. Grazie alla serietà e all'impegno dell'assessore
Telesca, del Presidente della Commissione Sanità Rotelli e di molti consiglieri regionali bipartisan, nonostante
il grosso pressing da parte medica per rimanere allo status quo, siamo riusciti a far inserire molti degli
emendamenti formulati da Ipasvi.
Ora l'art. 46 tratta delle professioni sanitarie, riconoscendo che tale sviluppo è necessario a contribuire alla
realizzazione del diritto alla salute, al processo di cambiamento in atto dell'assetto sanitario regionale,
all'integrazione e continuità sociosanitaria e al miglioramento dell'organizzazione multiprofessionale del
lavoro. Per fare tutto ciò ci vuole una governance a livello centrale e a livello locale attraverso l'istituzione dei
servizi delle professioni sanitarie anche presso gli Irccs (anche questo un nostro emendamento).
Ipasvi e le altre professioni hanno voluto definire bene l'organizzazione facendo inserire nel testo di legge
(art. 17 e art. 19) che l'attività delle professioni sanitarie è svolta con la finalità di privilegiare la centralità delle
persona, nel rispetto dell'autonomia prevista dalla legge 251/2000 (che istituiva la dirigenza a livello
nazionale) e dalla legge regionale 10/2007 (che declinava la dirigenza regionale a livello di ospedali,
dipartimenti e distretti).
Molto spesso gli ospedali sono ancorati a poteri storici e a modelli organizzativi fatti più nell'interesse di pochi
rispetto all'interesse della salute dei cittadini e del contenimento delle spese. Proprio per avere nuovi
contributi, l'assessore aveva istituito un gruppo di lavoro regionale sulle professioni sanitarie per declinare un
nuovo modello organizzativo in linea con il cambiamento richiesto. Molto del lavoro fatto dal gruppo si trova
nella declinazione dell'art. 35, in cui si sancisce che l'attività delle professioni sanitarie è organizzata in aree
assistenziali o tecnico-sanitarie con autonomia gestionale, di norma raggruppate in piastre, che hanno anche
lo scopo di condividere risorse professionali, posti letto, ambulatori, beni di consumo e tecnologie. Tra le
specifiche indicazioni organizzative è stata inserita l'organizzazione dell'assistenza per intensità di cure che
per primo Ipasvi ha sostenuto a livello politico.
L'art. 40 riconosce i percorsi formativi delle professioni sanitarie come base dell'innovazione gestionale ed
organizzativa e delle competenze cliniche avanzate. A seguire, infine, l'art. 45, che descrive il percorso che
Ipasvi sta facendo proprio in questi giorni a livello regionale attraverso il corso di formazione itinerante sullo
human caring quale elemento imprescindibile di umanizzazione delle cure per garantire un'adeguata
assistenza alle persone affette da patologia cronica con positive ricadute sulla salute, sull'organizzazione e
sulla sostenibilità economica del sistema.
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L'impegno è stato tanto ma i risultati sono più che buoni. Ora la cornice legislativa c'è. Il prossimo passo è la
formalizzazione degli Atti aziendali che andranno a definire operativamente l'organizzazione a livello di
singole aziende. Non va assolutamente dimenticato il problema delle risorse e dell'inserimento nel mercato
del lavoro dei neolaureati. Proprio su questa tematica chiediamo alle organizzazioni sindacali un lavoro
sinergico. Noi cittadini ed infermieri del Friuli Venezia Giulia ce lo meritiamo.
Flavio Poletti (Presidente Coordinamento Regionale Ipasvi-FVG)
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www.kataweb.it_consumi
Sito Web
Farmaci, prenotazioni e ospedali: online la sanità è più comoda
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di Erika Tomasicchio
Prenotare visite pagando il ticket online, ritirare referti e scovare la farmacia di turno più vicina: la
telemedicina permette di dire addio alle code allo sportello. Ma a che punto siamo in Italia? Il Movimento
difesa del cittadino illustra tutti i servizi telematici già disponibili. Ecco quali sono
La telemedicina semplifica di molto la vita del paziente: grazie a internet oggi possiamo scaricare il referto di
un esame sul nostro pc, anziché recarci in ospedale a ritirarlo. Oppure evitare spostamenti in auto e
interminabili code per una prenotazione di pochi minuti. Non tutte le regioni però sono al passo con la
tecnologia. A censire le prestazioni telematiche che Asl e nosocomi italiani offrono - o dovrebbero offrire - ha
pensato il Movimento difesa del cittadino nel suo vademecum della salute online (Pdf). Inoltre, grazie
all'all'app gratuita "Cittadini connessi" - scaricabile da Apple store e Google Play - possiamo rilevare i
disservizi sanitari della nostra città e avanzare proposte per migliorare la situazione. Entrambe le iniziative
rientrano nel progetto "Consumatori 2.0: radicamento e interattività". A breve inoltre, l'associazione dei
consumatori realizzerà una mappa nazionale dei servizi di telemedicina con l'ausilio delle Asl, per fare il punto
sullo stato dell'e-health in Italia. Intanto, ecco i principali servizi di cui possiamo usufruire con un semplice clic.
Come scegliere il medico di base. Il web ci può essere utile anzitutto per cambiare il medico di base o il
pediatra se non siamo più soddisfatti del dottore che ci segue, oppure abbiamo intenzione di trasferirci in un
altro comune. Il cambio di residenza comporta la revoca automatica del medico da parte della vecchia Asl.
Dove trovare un altro professionista nei paraggi della nuova abitazione? Su www.medicidibase.net in
"Consultazione_schede" è possibile sfogliare 400.000 schede anagrafiche di medici e consultare l'elenco di
tutti i medici abilitati, suddiviso per regione e categoria. In alternativa si può visitare il sito della propria Asl di
riferimento e scorrere gli elenchi dei dottori. In molti casi è possibile sostituire il medico online con pochi clic.
Prenotazioni e referti telematici. Tramite i portali di molte Asl e sistemi sanitari delle regioni è già possibile
pagare il ticket per le prestazioni sanitarie. Chi non è tenuto a versare il ticket - per motivi di reddito, età,
patologia o invalidità - in genere tramite lo stesso sito può trovare anche il modulo per richiedere online
l'esenzione, evitando le lunghe code agli sportelli negli orari d'ufficio. Si possono pagare tramite internet
anche le prestazioni in libera professione in intramoenia, cioè erogate negli ambulatori delle aziende
sanitarie. In aggiunta Poste italiane ha creato un portale tutto dedicato ai servizi sanitari, tramite il quale è
anche possibile effettuare pagamenti: si chiama PosteSalute. Purtroppo però, finora vi aderiscono solo 18
aziende convenzionate, quasi tutte in Basilicata e Sardegna.
Molte aziende sanitarie e ospedaliere, inoltre - come l'ospedale di Perugia o le asl di Taranto e Lecce offrono anche un servizio di prenotazione telematica di visite specialistiche, prescritte tramite ricetta rossa
oppure in intramoenia. Per prenotare la visita serve il codice fiscale e in alcuni casi anche l'impegnativa del
medico di base. In poche strutture all'avanguardia persino i referti degli esami possono essere ritirati online,
senza lo stress di doversi recare di persona sul posto e con risparmio di costi - di carta e personale - anche
per le strutture. Fantascienza? Non necessariamente. Sulla guida alla salute online del Movimento difesa del
cittadino sono indicate nel dettaglio, regione per regione, le poche aziende sanitarie che erogano il servizio.
A caccia di un medicinale. Vi è mai capitato di aver bisogno di un farmaco di notte o nei giorni festivi e non
sapere dove trovare una farmacia di turno aperta? Su www.turnifarmacie.it, www.cercafarmaco.it o
www.farmacieaperte.it si può trovare l'indirizzo utile al primo colpo, senza vagare in preda al sonno per tutta
la città. Inoltre, se proprio non troviamo il medicinale della solita marca, possiamo orientarci su un altro
farmaco equivalente, con una semplice ricerca nel database Aifa o su www.equivalente.it/. Se perdiamo il
foglietto illustrativo di un medicinale poi, possiamo consultarlo sul web: l'Agenzia italiana del farmaco ha
realizzato un comodo database online con i bugiardini di tutti i farmaci venduti in Italia, come già vi abbiamo
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
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30/10/2014
www.kataweb.it_consumi
Sito Web
riferito su Consumi.
Ospedali e personale qualificato. Quando scopriamo di avere un disturbo vorremmo curarci nell'ospedale più
all'avanguardia in materia. Il portale www.doveecomemicuro.it ci aiuta a trovarlo, attribuendo un punteggio a
ciascuna struttura. Si basano sul meccanismo della concorrenza anche alcuni 'aggregatori' di specialisti
online, utili se stiamo cercando un medico specializzato dalle nostre parti. Basta un giro su siti come
www.idoctors.it oppure www.medicofacile.it: funzionano come una sorta di TripAdvisor della medicina,
fornendo prezzo e data del primo esame utile, oltre alle opinioni dei pazienti circa la qualità della prestazione
medica del dottore. Se invece volessimo rintracciare un infermiere, un fisioterapista privato o un assistente
domiciliare, il portale di riferimento è www.clic-care.it/informazioni.php.
Allergie e vaccini. Qualcuno in casa soffre di allergie? L'Associazione italiana di aerobiologia ha pubblicato
online il calendario dei pollini per conoscere zona per zona tutti i periodi di fioritura e regolarsi in caso di un
week-end fuori porta. Se invece volessimo saperne di più sui vaccini possiamo consultare il sito Vaccinarsi a
cura della società italiana vaccinazioni, oppure scaricare l'app gratuita "Planner delle vaccinazioni", un
calendario per tenere traccia di tutti i richiami e gli appuntamenti con il medico, sviluppata dal ministero della
Salute per Android e iOs.
Le liste d'attesa, queste sconosciute. I tempi di attesa per usufruire di una visita o di un esame la dicono
lunga su quanto funzioni la sanità in una regione. Ecco perché il ministero della Salute ha invitato le regioni a
inserire sul proprio portale della salute un link, utile a scoprire i giorni di attesa. Tuttavia, l'ultimo studio
dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, svolto nel 2010, ha accertato che quattro anni fa solo il
63,33% degli italiani era in condizioni di informarsi online sui giorni di attesa per la visita o l'esame: spesso i
link risultavano del tutto assenti o difficili da rintracciare. Ancora oggi le disparità sono tante: mentre il sito
dell'azienda sanitaria provinciale di Trento fornisce i tempi esatti previsti per accedere a 43 prestazioni
diverse, per gli ospedali della Calabria non c'è traccia di link da nessuna parte. Chiaro segnale che l'e-health
italiana, purtroppo, non gode ancora di buona salute.
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
22
30/10/2014
19:34
www.gonews.it
Sito Web
[ Siena ] L'associazione "Siena Cuore" si presenta alla città
pagerank: 4
La promozione di iniziative di informazione, sensibilizzazione e formazione sulle tecniche di utilizzo dei
defibrillatori allo scopo di favorire interventi tempestivi per la prevenzione delle morti cardiache improvvise.
E' questa la missione della neo costituita associazione "Siena Cuore", presentata oggi dal presidente Juri
Gorelli in una conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre all'assessore alla Sanità, Anna Ferretti, il
presidente dell'Ordine dei Medici e responsabile del servizio 118, Roberto Monaco, i presidenti del Collegio
degli Infermieri professionali, Assistenti sanitari e Vigiliatrici di Infanzia (IPASVI), Annarita Paccagnini, e la
presidente dell'associazione "Andrea Massari onlus", Dilva Genovesi.
"Siena Cuore - ha introdotto Gorelli - è composta principalmente da professionisti sanitari come medici e
infermieri, ma anche da semplici cittadini, che intendono diffondere la cultura e la metodica della
defibrillazione precoce per salvare, quanto più possibile, vite umane. La nostra attività si dedica
all'informazione e alla formazione sull'uso dei defibrillatori semiautomatici: strumenti che, una volta, per la loro
complessità, erano a uso esclusivo di tecnici e operatori del settore, ma che oggi, grazie a procedure guidate
sempre più semplici e affidabili, sono davvero alla portata di chiunque intenda intervenire con un primo
soccorso sulle patologie cardiache".
Unanimi le considerazioni dei presenti sull'importanza della tempistica di intervento: "Per ogni minuto di
ritardo - ha specificato Monaco - si perde il 10% di possibilità di recuperare il paziente e questo dato è
indicativo di quanto sia fondamentale intercettare subito l'arresto cardiaco improvviso: per questo, salutiamo
con grande considerazione la nascita dell'associazione Siena Cuore, in una città che dimostra di interessarsi
davvero al problema delle morti cardiache improvvise. L'importante è che, comunque, il ricorso al
defibrillatore non escluda la chiamata al 118, che rimane l'unico servizio sanitario appropriato".
"Da sempre, la figura dell'infermiere - ha quindi proseguito Paccagnini - è a fianco del cittadino nella
promozione dell'educazione sanitaria e della cultura dell'intervento: l'IPASVI sarà a fianco di Juri e di tutti gli
operatori che offrono la propria disponibilità anche negli orari extra lavorativi per svolgere questa azione
encomiabile e molto utile, visto che le morti cardiache improvvise costituiscono una delle principali cause di
decesso a livello mondiale".
L'intervento di Dilva Genovesi, presidente della "Andrea Massari onlus" intitolata alla memoria del figlio
24enne scomparso nel 2007 per aritmia maligna, ha quindi rimarcato l'importanza di creare sinergie e
costruire reti di collaborazione per rendere quanto più efficaci gli sforzi di tutti i soggetti sensibili al tema:
"Insieme ad altre mie amiche volontarie, in questi anni abbiamo donato circa 20 defibrillatori, scontrandosi
però, talvolta, con una certa reticenza all'utilizzo. Per questo, riteniamo che "Siena Cuore" possa svolgere
una funzione culturale fondamentale per favorire la diffusione e l'uso dei defibrillatori nel contesto cittadino".
L'attività istituzionale del 118 già prevede iniziative di formazione e aggiornamento per professionisti e
operatori volontari e presto anche l'Ordine dei Medici, come ha affermato il presidente Monaco, attiverà un
progetto che vede impegnati anche l'Azienda ospedaliera universitaria senese e il Comune per formare
gratuitamente i cittadini che ne faranno richiesta; "pur riconoscendo gli ottimi livelli di qualità del servizio del
118 sul fronte delle emergenze cardiache - ha sottolineato l'assessore Ferretti - sarà con il progetto "Siena
Città cardioprotetta", pianificato nelle politiche di Smart City dal vicesindaco Fulvio Mancuso ed elaborato in
collaborazione con l'Università, l'Ordine dei Medici e il Collegio degli Infermieri, che potremo davvero
potenziare le opportunità di intervento precoce con i defibrillatori".
"Per giungere a questo importante traguardo - ha proseguito l'assessore - dovremo costruire e diffondere su
tutto il territorio comunale una "rete del cuore" con il coinvolgimento di luoghi come le farmacie e gli esercizi
pubblici e commerciali, e di centri di aggregazione come le Contrade e le associazioni sportive, in modo da
avere una distribuzione quanto più capillare dei defibrillatori e di chi è in grado di saperli utilizzare".
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
23
30/10/2014
19:34
www.gonews.it
Sito Web
L'incontro si è concluso con ulteriori riflessioni e considerazioni sul tema delle sinergie istituzionali, recuperato
anche nell'intervento di Andrea Petri del Comando provinciale dei Vigili del Fuoco di Siena, il quale ha
auspicato "un futuro prossimo in cui ogni mezzo del 115 possa essere munito di un defibrillatore a bordo".
Da questo punto di vista, è stato infine evidenziato come Siena sarà, presto, l'unica città d'Italia ad avere le
sedi delle centrali operative del 118, dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile accorpate in un'unica
"palazzina dell'emergenza", come definita da Roberto Monaco, che garantirà massima funzionalità ed
efficacia nella gestione delle situazioni di pronto intervento.
Il logo dell'associazione
Il logo dell'associazione
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
24
30/10/2014
16:14
www.lopinionista.it
Sito Web
Sant'Omero, "Respirare, conoscere e trasformare le emozioni nel
momento presente"
pagerank: 3
AMNIS le cose ad un certo punto accadonoSecondo appuntamento,organizzato dall'associazione Amnis, che
si terrà lunedì prossimo presso la sala Bice Valori
SANT'OMERO (TE) - Lunedì 3 Novembre alle ore 18.00, presso la sala Bice Valori nel centro storico di
Sant'Omero, si terrà il workshop esperienziale gratuito, promosso dall'associazione Biosistemica Amnis, per il
ciclo di eventi culturali dal titolo "Le cose ad un certo punto accadono: vivere il momento presente". Dopo il
grande successo dalle prima serata con il Professor Maurizio Stupiggia, il pubblico attende impaziente il
ritorno di Davide Cova, filosofo e Maestro di Meditazione buddista, Direttore del Centro Dorje-Ling, che
insieme al Dott. Stefano Cristofori, Psicoterapeuta e Presidente di Amnis, condurrà un workshop
esperienziale sulla trasformazione emozionale, attraverso anche, una breve esperienza meditativa.
L'incontro precede di qualche settimana quello del 14 Novembre, che accoglierà nella stessa sede, lo
Psichiatra e Presidente della Società Italiana di Analisi Reichiana Dott. Genovino Ferri introdotto per la
serata, dalla Sociologa Giovanna Frastalli.
Per l'occasione è prevista la presenza di alcune autorità che porteranno il loro saluto.
L'iniziativa, ad ingresso libero e gratuito, ha ottenuto il patrocinio e contributo dalla regione Abruzzo, l'Unione
comuni città territorio, il comune di Sant'Omero, l'Asur 4 Teramo, il centro servizi per il Volontariato, l'IPASVI,
l'Ordine degli Psicologi dell'Abruzzo, l'Ordine degli Assistenti sociali del l'Aquila, la Società Cosev servizi e la
Banca Popolare dell'Adriatico.
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
25
30/10/2014
16:00
healthdesk.it
Sito Web
Ebola, un corso Ecm gratis per gli infermieri
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Gli infermieri si preparano per affrontare Ebola. E con tanto di crediti Ecm grazie all'iniziativa della
Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi (Infermieri professionali, assistenti sanitari, vigilatrici d'infanzia) che
all'indomani dell'allarme sull'infezione si è subito attivata per far mettere a punto un corso approvato
dall'European centre for disease prevention and control (Ecdc)Â di Stoccolma, competente a livello europeo
in materia, e dopo gli ultimi ritocchi suggeriti a livello internazionale sarà offerto agli infermieri sulla
piattaforma FadInMed raggiungibile dal portale della Federazione Ipasvi www.ipasvi.it.
Il corso è gratuito per gli iscritti ai Collegi ed è costituito da tre dossier (uno sulla malattia, uno sulla
comunicazione e uno sul problema della stigmatizzazione razziale) e due casi, studiati ad hoc per tutti gli
operatori sanitari dei paesi europei.
«È naturale che la Federazione Ipasvi stia al fianco dei suoi professionisti, sempre in prima linea e non solo
nella vicenda Ebola, molto più critica e urgente ovviamente di tante altre, per affrontare l'emergenza. Come è
naturale che su un argomento di questo tipo non si possa dare spazio a improvvisazioni della prima ora come
purtroppo da alcune parti si vede fare, ma si debba agire strutturando un'educazione continua che abbia
riscontri e sia in linea con quanto si fa e si è deciso a livello internazionale», afferma Annalisa Silvestro,
presidente della Federazione Ipasvi e senatore in commissione Igiene e Sanità al Senato.
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
26
30/10/2014
07:44
contattonews.it
Sito Web
Pensioni 2015: l'Associazione degli Enti Previdenziali Privati denuncia "Un
grave atto d'ingiustizia"
ADEPP: DOPPIA TASSAZIONE "GRAVE ATTO D' INGIUSTIZIA" - L' Adepp, l'Associazione degli Enti
Previdenziali Privati, invita il governo a rivedere l' argomento della previdenza complementare visto che nella
legge di Stabilità 2015 si prevede l'innalzamento della tassazione sui fondi pensionistici privati: Il prelievo
fiscale sui fondi pensione, infatti, sale dall'11% al 20%,e l'aliquota prevista per i rendimenti delle cosiddette
casse previdenziali private sale dal 20% al 26%. Il presidente dell'Adepp, Andrea Camporese ha affermato:
"Portare l'aliquota sui rendimenti al 26 per cento, dopo che una precedente norma di legge aveva stabilito
una tassazione del 20 per cento, in attesa di una ulteriore armonizzazione del sistema di primo e secondo
pilastro, costituirebbe un unicum in Europa e un danno irreparabile per le future prestazioni pensionistiche, in
particolare dei giovani professionisti".
ADEPP: DOPPIA TASSAZIONE "GRAVE ATTO D' INGIUSTIZIA"- Secondo Camporese, l'innalzamento della
tassazione, di fatto, equipara i fondi pensionistici privati a qualsiasi altro operatore speculativo del mercato e
risultano penalizzati, così, tutti coloro che desiderano costituire un fondo per la pensione integrativa:
"Equiparare quasi i fondi a un qualsiasi operatore speculativo di mercato significa travisare la missione
istituzionale e costituzionale della previdenza obbligatoria penalizzando la contribuzione versata alle casse
rispetto a quanto previsto per quella corrisposta all'Inps". Ribadisce inoltre che la previdenza privata è
fondamentale per tutti quei professionisti che, a causa del passaggio al metodo di calcolo contributivo,
vedranno i propri assegni pensionistici ridursi notevomente. Conclude Camporese, chiedendo la rettifica
dell'aumento del prelievo fiscale: "L'iter parlamentare di approvazione della legge di stabilità dovrà consentire
la correzione di questo grave atto di ingiustizia nei nostri confronti".
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
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30/10/2014
00:24
nurse24.it
Sito Web
Tutela della sicurezza in pronto soccorso, a lavoro la Commissione
Regionale Fonte: www.nurse24.it
MILANO. Si è svolta il 29 ottobre 2014 l'audizione della 3ª Commissione Sanità e politiche sociali riguardante
il tema della sicurezza al pronto soccorso dell'A.O.L. Sacco. Presenti diversi esponenti politici regionali, il
Presidente del Collegio Ipasvi di Milano Lodi Monza e Brianza, il Presidente del collegio professionale
interprovinciale tecnici sanitari di radiologia medica Milano e i rappresentanti sindacali FIALS.
Gli operatori del pronto soccorso dell'ospedale Sacco e i diversi fatti di cronaca da tempo denunciano il
pericolo di aggressione cui è sottoposto il personale sanitario.
Nonostante l'azienda sia collocata in una zona cittadina considerata ad alto livello di "attenzione sociale" il
presidio di sicurezza che doveva essere garantito h24, di fatto causa carenza di organico è presente
saltuariamente - a denunciarlo è la FIALS - chiedendo alla Regione Lombardia di farsi carico concretamente
del problema, istituendo e deliberando una quota economica finalizzata alla garanzia di un servizio di
sicurezza h24 adeguato.
L'importanza del tema dell'audizione, sentito dai presenti, non è supportato da dati presentati. Solo 13 casi di
denuncia di aggressione dal 2002 a oggi.
Sono dati che purtroppo non rispecchiano la realtà perché riguardanti solo denunce di aggressione con
prognosi maggiore di 60 giorni e rappresentano, dunque, solo la punta dell'iceberg del problema.
E così, come ampiamente dimostrato in letteratura, gli infermieri "urlano allo scandalo" ma non denunciano.
È difficile chiedere dei fondi senza i numeri.
Aumentare il numero degli agenti della polizia di Stato e della polizia locale è una delle soluzioni, perché uno
dei problemi dell'A.O in questione è l'alta percentuale di zingari e di extracomunitari afferenti alla struttura dichiara Fabio Altitolante - consigliere della Regione Lombardia (Forza italia- Il popolo della libertà Berlusconi presidente).
L'ipotesi potrebbe essere smentita da chi come me lavora in Pronto Soccorso in una delle aziende
ospedaliere del centro milanese, in cui esiste la garanzia di un presidio di sicurezza nelle 24h.
"Incoraggiare il personale a segnalare prontamente gli episodi subiti e a suggerire le misure per ridurre o
eliminare i rischi" è la proposta del Dott. Giovanni Muttillo, Presidente del collegio Ipasvi di Milano Lodi Monza
e Brianza.
L'audizione si conclude con una promessa da parte dei presenti: la costituzione di un gruppo di lavoro volto a
consentire l'individuazione e l'implementazione delle azioni e delle misure necessarie a garantire la sicurezza
in pronto soccorso di tutti gli ospedali della Regione Lombardia.
Nei prossimi giorni i video e le interviste ai protagonisti dell'Audizione su Nurse24.it
Fonte: www.nurse24.it
ENPAPI - WEB - Rassegna Stampa 31/10/2014
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PREVIDENZA
14 articoli
31/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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(diffusione:619980, tiratura:779916)
Gli italiani si rifugiano nel risparmio
Per il secondo anno consecutivo cresce la quota di famiglie che preferisce depositi e titoli sicuri Effetto tasse
sul mattone, la casa non è più il sogno della tranquillità. Quei segnali di ottimismo Benessere Un italiano su
due dice di essere soddisfatto della propria situazione economica
Stefania Tamburello
ROMA Gli italiani hanno ripreso a risparmiare. Per il secondo anno consecutivo, dopo la caduta seguita allo
scoppio della crisi, è infatti aumentata, passando dal 29 al 33%, la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi
sono riuscite a mettere i soldi da parte. «Il valore del risparmio è nel Dna dei nostri concittadini, anche - e
forse soprattutto - in momenti difficili come questo», ha osservato Giuseppe Guzzetti, presidente dell'Acri,
l'Associazione tra le Casse di risparmio e le fondazioni di origine bancaria, che oggi celebra la 90esima
giornata del risparmio, presentando la ricerca elaborata da Ipsos. Gli italiani «formiche», dunque, che di
fronte ad una crisi più grave e lunga del previsto - l'87% degli intervistati dall'Ipsos ritiene che durerà ancora 5
anni - hanno preso nuove misure rimodulando le strategie di spesa.
A spingere questa rinnovata voglia di risparmiare sarebbe quindi l'incertezza, unita al timore dell'aggravarsi
della situazione economica che non consiglia di impegnarsi in grosse spese - e la contemporanea caduta
degli acquisti di immobili lo dimostra - ma di approvvigionarsi di fronte all'imprevisto. È però possibile anche
che alcuni si siano adattati alla crisi meglio di altri con quella dualità che caratterizza per esempio
l'andamento delle industria, un terzo delle quali esporta e non soffre. Il dato che segna la differenza è quello
che rivela come circa un terzo delle famiglie italiane - il 26% del campione - non sarebbe in grado di far fronte
con sue risorse a una spesa imprevista di mille euro e quello che invece fa salire al 74% la quota impreparata
a una di 10 mila euro. Tra queste percentuali si inseriscono le famiglie colpite direttamente dalla crisi pari al
27% in diminuzione dal 30% del 2013 e quella, il 23% (erano il 26% nel 2013), dei nuclei che segnalano un
serio peggioramento del proprio tenore di vita negli ultimi due anni.
Di contro aumenta, e raggiunge il 50%, cioè un italiano su due, la quota di chi si dichiara soddisfatto della
propria situazione economica: negli ultimi tre anni la percentuale degli insoddisfatti era sempre stata
superiore. Significativo anche il balzo fatto dagli ottimisti rispetto ai pessimisti: rappresentano il 24% e il 21%,
nel 2013 erano rispettivamente il 21% e il 28%. I più fiduciosi sono i giovani e gli over 45 mentre restano
scettici gli individui dai 31 ai 44 anni: i più colpiti dalla crisi. Gli investimenti infine: l'incertezza ha accentuato
la preferenza per la liquidità - svettano i depositi in conto corrente - mentre continua la contrazione dell'
appeal del «mattone» anche a causa delle tasse.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Negli ultimi 12 mesi lei/la sua famiglia è riuscito a risparmiare parte del reddito guadagnato? Forme di
risparmio possedute Nessuno di questi BOT/CCT/BTP Azioni Certificati di Deposito/ Obbligazioni Fondi
comuni di investimento Libretto di risparmio Assicur. vita/ Fondo pensione Conto Corrente Fonte: Sondaggio
Ipsos per Acri Corriere della Sera 200102 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 132014 Sì, sono riuscito a
risparmiare (in %) No, ho consumato tutto il reddito No, ho dovuto ricorrere a risparmi accumulati No, ho
dovuto ricorrere a prestiti Non indica 2009 2010 2011 2012 2013 2014 13% 8% 8% 8% 13% 21% 25% 78%
12% 7% 7% 7% 14% 22% 23% 78% 15% 6% 5% 8% 11% 18% 21% 78% 13% 8% 9% 10% 11% 19% 19%
79% 12% 7% 7% 10% 12% 23% 19% 77% 12% 8% 8% 10% 14% 22% 24% 82%
Foto: Sul canale Economia del sito del Corriere della Sera spunti, analisi
e retroscena
di finanza e risparmio
Chi è
Giuseppe Guzzetti,
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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31/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
Pag. 12
(diffusione:619980, tiratura:779916)
80 anni, presidente dell'Acri (l'associazione di fondazioni e Casse di Risparmio) dal 2000 e numero uno della
Fondazione Cariplo. In passato è stato presidente della Regione Lombardia
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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31/10/2014
Corriere della Sera - Ed. nazionale
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(diffusione:619980, tiratura:779916)
dimenticare il risparmio un errore (sul futuro)
Nicola Saldutti
Un tempo, nella giornata del risparmio, agli alunni delle scuole le casse di risparmio regalavano i salvadanai.
Un piccolo simbolo dell'Italia che per lungo tempo ha conteso al Giappone il primato, con una quota di reddito
accantonata che arrivava anche al 12%. Percentuali scese molto in questi anni di crisi. Soprattutto per due
motivi: una minore propensione a mettere da parte una quota del proprio salario e la forte caduta dei valori,
da un lato quello degli immobili, dall'altro dei titoli di Borsa. Per le case si è fatto sentire molto anche
l'aumento della pressione fiscale.
Eppure, nonostante tutto, gli italiani nel corso di quest'anno, secondo lo studio Ipsos-Acri, hanno aumentato
la loro propensione a risparmiare: una quota che è salita dal 29 al 34%. Anche se questa volta il risparmio
diventa una specie di rifugio delle preoccupazioni future, in un tempo nel quale i margini del welfare pubblico
si riducono e i timori per il lavoro si fanno più consistenti. Il tempo dei salvadanai sembra lontanissimo, in
queste settimane sta accadendo una strana cosa: il Fisco dice di aver preso di mira le rendite e poi ha finito
con il colpire il risparmio previdenziale dei fondi pensione con un prelievo che salirà al 20-26%.
Negli anni scorsi è stata introdotta una specie di patrimoniale proporzionata al volume degli investimenti.
Come dire: il risparmio gode di poco consenso politico. La priorità, ribadita più volte dal governo, è quella di
aumentare i consumi per provare a rimettere in moto la crescita. Ma sarebbe miope colpevolizzare chi invece
continua, nonostante tutto, a immaginare un futuro (magari per i propri figli). Il tempo delle formiche forse non
è più un'età dell'oro ma neppure scommettere tutto sulle cicale può considerarsi una buona strategia.
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PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
Fisco e contribuenti ATTUAZIONE DELLA DELEGA
Ad aprile il «730» precompilato
Niente controlli formali sui dipendenti e pensionati che accetteranno la richiesta LA RIVOLUZIONE Le Entrate
utilizzeranno i dati dell'Anagrafe tributaria e quelli trasmessi da sostituti, assicurazioni ed enti previdenziali
Giorgio Costa
Il 730 precompilato diventa realtà a partire dalle dichiarazioni dei redditi da presentare nel 2015 per circa 20
milioni di italiani. Dopo il via libera al Dlgs da parte del Consiglio dei ministri di ieri, diventa così realtà una
parte rilevante della delega fiscale (pure in ritardo nel suo complesso come lamenta il sottosegretario
all'Economia Enrico Zanetti); ma ottiene il via libera anche un importante pacchetto di semplificazioni fiscali
che vanno dalle successioni ai rimborsi Iva più agevoli, dalla fiscalità internazionale alle detrazioni per le
spese di pubblicità e sponsorizzazioni e alle spese dei professionisti.
Partiamo dalla novità più attesa, il 730 precompilato, che riguarda lavoratori dipendenti e pensionati. La
"rivoluzione" (e cioè il fatto che sarà il Fisco a fare i conti e non i contribuenti) scatterà per i redditi conseguiti
nel 2014 e quindi l'operatività è per le dichiarazioni del 2015. Le Entrate dovranno incrociare i numeri forniti
(in entrata e in uscita per il contribuente) dalle banche dati e i tempi di attuazione per l'Agenzia sono davvero
stretti, visto che i moduli compilati con i redditi e le detrazioni dovranno essere resi disponibili online entro il
15 aprile.
I dati inseriti saranno quelli dell'Anagrafe tributaria ma anche quelli trasmessi da parte di soggetti terzi (ad
esempio banche, assicurazioni ed enti previdenziali) e quelli contenuti nelle certificazioni dei sostituti
d'imposta: questi dovranno comunicare i redditi da lavoro e le trattenute e, se lo faranno in ritardo, saranno
sanzionati con 100 euro per ciascun lavoratore. La dichiarazione sarà messa a disposizione online entro il 15
aprile e il cittadino potrà accettarla così com'è oppure modificarla, rettificando i dati e aggiungendone altri.
Potrà farlo da solo o con l'assistenza dei Caf e di professionisti abilitati: la scadenza di presentazione è il 7
luglio.
«Una rivoluzione epocale per i contribuenti e il sistema italiano», ha spiegato Rossella Orlandi, direttore
dell'agenzia delle Entrate. Che ha sottolineato come cambi radicalmente anche il meccanismo dei controlli:
infatti, «se la precompilata sarà accettata senza modifiche il Fisco non potrà chiedere nulla in più al
contribuente, mentre vanno combattute le frodi che sono in forte crescita».
Novità anche per la dichiarazione di successione che non è più necessario presentare quando l'eredità,
devoluta al coniuge e ai parenti in linea retta, ha un valore non superiore a 100mila euro e non comprende
immobili o diritti reali immobiliari.
Per quel che riguarda il bonus energia, stop alla comunicazione alle Entrate per i lavori ammessi alla
detrazione che proseguono per più periodi d'imposta.
Novità anche per vitto e alloggio dei professionisti. Infatti, si è stabilito che queste spese non costituiscono
compensi in natura per chi ne usufruisce. Di conseguenza, il professionista non dovrà più riaddebitare in
fattura tali spese al committente e non dovrà più dedurre l'ammontare.
Per quel che riguarda i rimborsi Iva sono stati azzerati gli adempimenti per le somme fino a 15mila euro (ora
la soglia è di 5mila euro) e non vengono fissati limiti all'ammontare dei rimborsi in favore dei contribuenti «non
a rischio», per i quali non è più necessaria la prestazione della garanzia a favore dello Stato. Inoltre vengono
semplificate le dichiarazioni di società o enti che non hanno la sede legale o amministrativa in Italia, non
richiedendo loro dati già in possesso dell'amministrazione finanziaria. Sale anche a 10mila euro il limite per
comunicare, solo annualmente, le operazioni con i Paesi in black list.
Per quel che riguarda le spese pubblicitarie e promozionali è prevista una detrazione forfetaria del 50% sia
per la pubblicità sia per le sponsorizzazionI per associazioni senza scopo di lucro, sportive-dilettantistiche e le
pro-loco. Infine, le spese di rappresentanza: si potrà detrarre l'Iva sulle spese di rappresentanza sostenute
per l'acquisto di beni che hanno un costo unitario fino a 50 euro (ora era fino a 25,82 euro), uniformando la
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Il Sole 24 Ore
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(diffusione:334076, tiratura:405061)
norma a quella delle imposte sui redditi.
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IL 730 CAMBIA VOLTO
Arriva il precompilato
A partire dalle dichiarazioni dei redditi del 2015 inizierà ad arrivare ai contribuenti il 730 precompilato. Si
tratta di una dichiarazione redatta dall'agenzia delle Entrate sulla base delle informazioni che il Fisco è
riuscito a ottenere sia sul fronte dei redditi in entrata sia delle spese detraibili (dalle ristrutturazioni alle spese
sanitarie). Il contribuente che accetterà la ricostruzione reddituale delle Entrate non subirà più accertamenti
LE SANZIONI
Sistema da rivedere
Il Governo sta lavorando a un testo di riforma del sistema sanzionatorio previsto dalla delega fiscale.
L'esigenza contenuta nella delega è quella di adeguare il sistema sanzionatorio alla gravità effettiva dei reati.
Ad esempio relativamente alla rilevanza penale in caso di dichiarazioni infedeli si dovrebbe tenere conto del
reale comportamento del contribuente; se, ad esempio, ha usato o meno artifici o nascosto redditi
IVA E RAPPRESENTANZA
Rimborsi
Per quel che riguarda i rimborsi Iva sono stati azzerati gli adempimenti per le somme fino a 15mila euro (ora
la soglia è di 5mila euro) e non vengono fissati limiti all'ammontare dei rimborsi in favore dei contribuenti «non
a rischio», per i quali non è più necessaria la prestazione della garanzia a favore dello Stato.
Si potrà inoltre detrarre l'Iva sulle spese di rappresentanza sostenute per l'acquisto di beni che hanno un
costo unitario fino a 50 euro
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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Il Messaggero - Ed. nazionale
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(diffusione:210842, tiratura:295190)
Statali Sblocco scatti, esclusi docenti e dirigenti di polizia
In Commissione stralciate 20 norme: salta la vendita degli immobili della Rai Legge di stabilità, oltre ai
professori universitari penalizzati anche i ministri IL 7 NOVEMBRE SCADE IL TERMINE PER GLI
EMENDAMENTI VERSO MODIFICHE SUL TFR E SULLE TASSE PER I FONDI PENSIONE
A. Bas.
IL CASO R O M A Lo sblocco delle promozioni e degli scatti automatici di stipendio legati all'anzianità di
servizio, promessi dal governo soprattutto a militari e Forze di polizia, è stato inserito nella legge di stabilità.
Ma non si applicherà a tutti. Resteranno esclusi, almeno per ora, tutti i dipendenti pubblici «non
contrattualizzati». A prevederlo è l'articolo 21 del disegno di legge che ha appena iniziato il suo iter alla
Camera dei deputati. Si tratta delle posizioni di vertice della macchina statale. Nel caso della Polizia, per
esempio, a non ricevere neanche il prossimo anno gli aumenti di stipendio legati agli scatti di anzianità,
saranno i dirigenti generali, i questori e i primi dirigenti. Per i militari l'adeguamento non si avrà dal grado di
colonnello in su. Ma fuori rimarranno anche altre categorie come i professori universitari e, secondo la
definizione della norma, potrebbe riguardare anche i ministri e i sottosegretari. Per tutti gli altri dipendenti
pubblici, pur rimanendo bloccato per un altro anno il rinnovo del contratto, dovrebbe almeno riprendere la
dinamica legata alla carriera, permettendo agli stipendi di salire nel caso in cui siano previsti scatti automatici
o nel caso di promozioni di carriera. Secondo la relazione tecnica che accompagna la legge di stabilità, il
blocco per dirigenti di polizia, docenti universitari e per le altre categorie non contrattualizzate del pubblico
impiego, dovrebbe permettere un risparmio annuo di 40 milioni di euro. PARTE L'ITER DELLA MANOVRA
Ma anche per il restante personale rimangono in sospeso alcuni dubbi legati alla possibile interpretazione di
una recente sentenza della Corte Costituzionale, la 154, che in pratica potrebbe essere letta in senso molto
restrittivo, facendo scivolare nel tempo la maturazione del diritto allo scatto. I cinque anni di blocco della
contrattazione, in pratica, potrebbero essere interpretati come una sorta di «black out» che non dà diritto alla
maturazione degli avanzamenti. Il conteggio per ottenere gli scatti, insomma, dovrebbe ripartire riprendendo il
conteggio dal 2011, come se gli ultimi quattro anni non fossero esistiti. Su questo, in realtà, la legge di
stabilità non dice nulla e nemmeno le relazioni che l'accompagnano. Probabile che il tema sarà affrontato
durante il dibattito parlamentare. Intanto. come detto, alla Camera è partito l'iter che porterà sotto Natale
all'approvazione della manovra. Il provvedimento nel suo primo giorno di esame ha perso già dei pezzi. A
cominciare dalla possibilità di vendere gli immobili e quote delle partecipate della Rai, oltre alla norma che
rifinanziava gli interventi per i lavoratori socialmente utili di Palermo e Napoli. Sotto la mannaia del presidente
della Commissione bilancio, Francesco Boccia, sono cadute una ventina di norme, soprattutto quelle
«ordinamentali» e gli interventi microsettoriali. Nel vivo si entrerà venerdì 7 novembre, quando scadrà il
termine per gli emendamenti. Lo stesso governo studia alcune modifiche. Sul Tfr, per esempio, si starebbe
valutando di tornare ad una tassazione più favorevole. Anche la stretta sui Fondi pensione potrebbe essere
rivista. Molti malumori, poi, ci sono sulla clausola di salvaguardia con il maxi aumento dell'Iva dal 2016.
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Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 8
(diffusione:192677, tiratura:292798)
LA CRISI ECONOMICA
Arriva la maxi stangata sulle casse private Tajani guida la rivolta
Il vicepresidente del Parlamento europeo durissimo contro l'aumento delle tasse sui patrimoni. A rischio
investimenti per 50 miliardi di euro
Vittorio Macioce
Una strategia come minimo «miope». Intanto perché l'Italia dal 2015 diventerà l'unico paese europeo dove si
colpiscono le pensioni integrative invece di incentivarle. Poi perché si penalizzano le casse previdenziali
private, uno dei principali polmoni finanziari delle economieavanzate.L'inasprimentodelle tassazione sui
rendimenti dei fondi pensione, una delle coperture previste dalla Legge di Stabilità, si annuncia
comeunodeitemipiùdibattuti.Saràoggetto di numerosi emendamenti, a partire da quelli di Forza Italia. Ma c'è
anche un fronteeuropeo.IlvicepresidentedelParlamento europeo Antonio Tajani, ha chiesto un intervento
dell'esecutivo Ue contro la Legge di stabilità del governo guidato da Matteo Renzi nella parte in cui penalizza
le casse dei professionisti e la previdenza integrativa. Una norma che l'esponente di Forza Italia giudica
«ladimostrazionecheilgovernoaumenta le tasse ed è contro la classe media». La questione è quella nota, cioè
l'aumento delle aliquote sui rendimenti da fondi pensione dall'11,5 al 20%. Poi l'aumento dal 20 al 26% della
tassazione sui patrimoni delle casse privatizzate. Queste ultime raccolgono contributi e
paganoprestazioniobbligatoriedeiliberiprofessionisti e hanno già subito negli ultimi anni un aumento delle
aliquote dal 12 al 20% «con un effetto negativo unico non riscontrabile negli altri Paesi europei», ha
denunciato Tajani. La maggior parte dei paesi europei adotta un
sistemacheconsistenell'esenzionepericontributi, del reddito da investimenti degli enti previdenziali, lasciando
solo la tassazione delle prestazioni pensionistiche.L'Italiaepochialtri,tassanoilreddito da investimenti. Ora il
governo, salvo ripensamentidurantel'iterparlamentare della Finanziaria, alza la pressione fiscale. Scelta
politicamente e strategicamente discutibile, come detto. Ma non è solo questo. Le interrogazioni presentate
da Tajani sul tema si chiedono se la norma contenuta nella Legge di Stabilità (già sotto la lente della
Commissione perlatenutadei contie ilrispettodei Pattieuropei),non «vada controgli indirizzi dell'Ue»del libro
bianco Agenda for adequate, safe and sustainable pensions che indicaaipaesimembrilastradaperunsistema
previdenziale sicuro e sostenibile. Così come è scritta si presenta come una penalizzazione del welfare in
contrasto anche con le linee guida contenute in un altro documento europeo: Action plan for entrepreunership
. Poi contro il Libro verde Long term financing of the european economy . Documenti che non trattano di
pensioni, ma di investimentiperfarerisollevarel'economiaeuropea, indicando le opportunità offerte dalla
partecipazione dei fondi pensione privati. In Italia le casse private dispongono di circa 50 miliardi di euro, che
potrebbero finire nel circolo virtuoso dell'economia. Investimentiprivati, ma anche titoli di debito pubblico. Ora
il rischio è che accadailcontrario,cioèchevendanoititoli di stato che già hanno in cassa e si disinteressino di
opere pubbliche. Troppi rischi per una copertura che, nel medio termine, potrebbe diventare un costo.
Foto: ATTENTO Antonio Tajani, ex commissario europeo
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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31/10/2014
Il Giornale - Ed. nazionale
Pag. 30
(diffusione:192677, tiratura:292798)
LA PAROLA AI LETTORI / LA PRECISAZIONE/1
Bonanni, la pensione e gli arretrati
Egregio direttore, mi sorprende che un giornale autorevole come Il Giornale abbia dato ieri spazio ad una
notizia (pubblicata un giorno prima da un'altra testata) frutto di illazioni anonime e di dati coperti dalle leggi
sulla privacy, tra l'altro dati palesemente trafugati e sapientemente distorti. Mi riservo di valutare nei prossimi
giorni gli elementi di diffamazione, sia in sede penale sia in sede civile, anche per tutelare l'immagine
dell'organizzazione nella quale ho militato per tutta la vita. Voglio precisare che la mia pensione netta
ammonta a 5.122 euro mensili, dopo 47 anni di regolari contributi e frutto del calcolo sugli ultimi dieci anni di
versamenti. Questa è l'unica cifra vera. Tutto il resto sono illazioni farneticanti. È certamente una pensione in
linea con quella di chi ha ricoperto importanti incarichi nelle varie attività politiche e sindacali, soprattutto dopo
47 anni di contribuzione. Quanto alla mia ultima retribuzione del 2011, usata da qualcuno a pretesto della
campagna di denigrazione, voglio altresì precisare che essa assommava necessariamente, come tutti i
dirigenti di grandi organizzazioni, le competenze di fine mandato, arretrati ed altri bonus «una tantum» legati
alla carica ed alla funzioneche ho ricoperto negli ultimi otto anni come segretario generale della Cisl. Raffaele
Bonanni Roma
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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31/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 25
(diffusione:88538, tiratura:156000)
AUDIZIONE
L'Inps vuole dismettere gli immobili
L'Inps vuole dismettere il patrimonio immobiliare. Ieri, nel corso dell'audizione in commissione parlamentare
di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza, il direttore generale dell'Inps,
Mauro Nori, ha anticipato che la questione è stata già trattata con il commissario Tiziano Treu. «Messo da
parte quello strumentale dove vorremmo continuare ad essere proprietari in casa nostra, vogliamo dismettere
il patrimonio immobiliare. Questo non ha più senso in un sistema pubblico a ripartizione. La cosa non è
semplice», ha proseguito, «anche per l'entità del patrimonio disarticolato, proveniente dalle varie
cartolarizzazioni e quant'altro». Quindi, ha concluso Nori, «chiediamo a governo e parlamento regole semplici
per arrivare all'obiettivo».
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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31/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 25
(diffusione:88538, tiratura:156000)
Inarcassa, i contributi valgono di più
». Ignazio Marino
Il risparmio previdenziale di ingegneri e architetto «potrebbe» valere molto di più. Il Comitato nazionale dei
delegati Inarcassa, nell'ultima riunione di ottobre, infatti, ha deliberato l'aumento di 3 punti percentuali del
tasso annuo di capitalizzazione dei montanti contributivi individuali, da applicare nel calcolo della pensione
per gli anni 2014 e 2015. I comitato ha così reso operativo quanto previsto dalla Riforma (art. 26.6 del RGP
2012), che rende possibile rivalutare la percentuale del tasso ogni due anni con parte del rendimento
realizzato sul patrimonio della Cassa nel rispetto della sostenibilità di lungo periodo. Il condizionale è, però,
d'obbligo. Poiché l'incremento in questione è subordinato alla valutazione dei ministeri vigilanti ed applicabile
quindi solo dopo l'approvazione. Ad ogni modo il passaggio dall'1,5 al 4,5% costituirà un importante
adeguamento del tasso di capitalizzazione, che Inarcassa ha calcolato sulla variazione media quinquennale
del monte redditi degli iscritti (del c.d. «Pil Inarcassa», e non del Pil nazionale) e con un valore minimo pari
all'1,5% che, ricorda una nota dell'Istituto pensionistico, «la previdenza pubblica non garantisce: il tasso 2014
da calcolo stimato per le prestazioni Inps sarà del -0,2%». «Le modalità di rivalutazione dei contributi adottati
sono peculiarità del metodo di calcolo contributivo "proprio" di Inarcassa, che consente margini di azione a
garanzia della solidarietà e dell'equità infra e inter generazionale. Il passaggio al contributivo», spiega ancora
l'Ente guidato da Paola Muratorio, «non ha modificato infatti il regime di fi nanziamento del sistema
previdenziale della Cassa, che rimane a ripartizione (pay-asyou-go) e che consente, sempre nel rispetto della
sostenibilità di lungo periodo, importanti interventi assistenziali - quali la pensione minima (non più esistente
nel mondo della previdenza pubblica), subordinata alla prova dei mezzi - e supera il principio di
"corrispettività" fra contributi e prestazioni tipico del metodo contributivo in un fi nanziamento a
capitalizzazione
Foto: Paola Muratorio
PREVIDENZA - Rassegna Stampa 31/10/2014
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31/10/2014
ItaliaOggi
Pag. 29
(diffusione:88538, tiratura:156000)
IL PUNTO CON...
Pierpaolo Baretta (Mef)
Domanda. Sottosegretario Baretta, tutto il comparto delle Casse di previdenza a garanzia delle pensioni dei
liberi professionisti si aspettava che il Governo Renzi abbassasse la tassazione sulle rendite del patrimonio.
Invece la Legge di stabilità prevede di alzarle. Perché? Risposta. È prevalsa un'impostazione che attribuisce
alle Casse di previdenza private - come peraltro ai Fondi pensione - l'etichetta di rendita finanziaria pura.
Quindi la Legge di stabilità porta la tassazione al livello del 26% come per tutti i soggetti investitori. La
domanda che dobbiamo porci è un'altra. D. Quale? R. Se le rendite da investimento previdenziale non siano
piuttosto il frutto di una gestione del salario o del reddito finalizzata ad un fondo sociale o previdenziale. Se
davvero fosse così, l'aumento sarebbe ingiustificato. D. La maggioranza è compatta sulla linea tracciata dalla
legge di Stabilità oppure ci sono posizioni contrapposte? R. Mi aspetto un forte dibattito in Parlamento, che
resta il luogo sovrano dove la Legge deve passare e in cui è possibile che ci siano ancora dei cambiamenti
significativi. D. Da alcune parti, è stato detto che il ministro dell'economia Padoan ha frainteso, forse mal
consigliato, non distinguendo tra investitori privati, fondi pensione e casse di previdenza: è così? R.
Assolutamente no, nessun fraintendimento. È chiaro che esiste una esigenza di far quadrare i conti del
bilancio pubblico in una situazione particolarmente delicata, e credo sia compito di un ministro di un governo
assumersi la responsabilità di alcune scelte. D. Questa posizione avrà certamente delle ripercussioni:
probabilmente le Casse di previdenza non entreranno nel Fondo stanziato per il rilancio dell'occupazione,
fondo che so le sta molto a cuore. R. Francamente mi auspico che un fondo per gli investimenti nell'economia
reale si faccia. D. Le Casse lo istituiranno per conto proprio. R. Non è il veicolo che conta. Ciò che conta è
che il denaro investito nel nostro Paese si sposti verso iniziative che portino lavoro e occupazione. Poi
bisogna lasciare alle singole Casse e ai singoli fondi la discrezionalità su come e dove scegliere. D. Il compito
della politica? R. Non indirizzare, ma semplicemente facilitare che ciò avvenga.
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Diventare perito industriale? I dati Almalaurea dicono che conviene
La professione di perito industriale conviene. Nel bel mezzo di una crisi da cui l'Italia tarda a rialzarsi la
professione tecnica continua a pagare, in termini economici e di collocazione nel mercato del lavoro. È
questo in estrema sintesi ciò che emerge scorrendo i numeri del rapporto commissionato dal Cnpi ad
Almalaurea, il Consorzio interuniversitario a cui aderiscono 65 atenei (circa l'80% del totale) che ha indagato
le scelte formative e occupazionali post-diploma di circa 1.500 intervistati usciti dalla scuola secondaria nel
2008 e intervistati nel 2013 a cinque anni dal titolo. Accanto a questi sono stati poi valutati gli esiti
occupazionali dei laureati di primo livello che non hanno proseguito gli studi, intervistati a uno e cinque anni
dal conseguimento del titolo. Dai numeri, che saranno presentati uffi cialmente in occasione del Congresso
straordinario, emerge un dato signifi cativo: circa il 60% dei diplomati periti industriali a cinque anni dal titolo
svolge un lavoro stabile, 6 punti percentuali in più rispetto ai diplomati tecnici e oltre 15 punti in più rispetto al
complesso dei diplomati. Non solo, perché rispetto ai colleghi guadagnano pure qualcosa in più. A cinque
anni dal diploma le retribuzioni si attestano attorno ai 1.130 euro netti mensili (+15,5% rispetto all'insieme dei
diplomati tecnici e +25% rispetto alla media nazionale).A questo si aggiunge un altro dato confortante, per chi
esercita la libera professione. Analizzando i dati degli iscritti alla cassa di previdenza di categoria, si osserva
che la media dei redditi professionali dei periti industriali raggiunge 30 mila euro (in lieve calo rispetto al 2012,
-3,23%) annui, una media che comprende anche coloro che esercitano la professione insieme ad altre
attività. Se da questo reddito, poi, si detraggono le imposte e la quota di contributo previdenziale, si arriva a
1.500 euro spalmati su 13 mensilità. Buoni gli esiti occupazionali anche dei laureati triennali con diploma di
perito industriale, superiori a quello del complesso dei laureati con un diploma tecnico (69 contro 65%) e alla
media nazionale (62%). I laureati comunque continuano ad essere pochi e quelli che lo sono svolgono
spesso un lavoro per cui la laurea non è indispensabile. Forse in questo caso, dice il consorzio bolognese,
«entra in gioco la capacità del sistema produttivo nel suo complesso di valorizzare appieno le competenze
acquisite dai laureati nel periodo universitario».
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Ieri a Roma il Consigli nazionale. Convocati per il 21 novembre i delegati territoriali
Inrl, definite le linee guida 2015
Formazione e servizi a 360° per i revisori legali associati
Formazione, informazione e trasparenza bancaria a tutela delle medio-piccole e micro imprese: queste le tre
aree d'azione che caratterizzeranno la attività dell'Inrl nell'immediato futuro: sono state decise nel corso del
Consiglio Nazionale dell'Istituto, svoltosi ieri presso la sede di Roma. «Abbiamo fi ssato i passaggichiave», ha
evidenziato il presidente dell'Istituto Virgilio Baresi, «della svolta impressa alle azioni dell'Inrl per il 2015: da
un lato il forte impegno nei corsi di formazione professionale, grazie alla preziosa collaborazione del Csel,
Centro studi enti locali e dall'altro lato un organigramma operativo per dar seguito sul territorio all'accordo con
la Sdl che consentirà ai revisori legali di essere parte attiva nel ripristino di relazioni corrette e trasparenti tra
le imprese e gli istituti bancari». Nel dettaglio il ricco programma di formazione professionale, come ha
spiegato il coordinatore designato che è il vicepresidente dell'Inrl Gaetano R. Carnessale «è basato sulla
fattiva collaborazione di uno degli enti formatori italiani più prestigiosi e qualificati quale è il Csel e il nostro
Istituto che rappresenta il più importante organismo rappresentativo non ordinistico dei revisori legali. In virtù
di questo accordo verranno raggiunti gli oltre 160 mila revisori legali operanti in Italia con una serie di servizi e
una puntuale informazione professionale, resa tangibile dall'organizzazione di 20 convegni locali sulle
tematiche di attualità offerti gratuitamente ai revisori legali iscritti e soprattutto con un'offerta formativa di alto
profi lo che toccherà i temi di maggior rilievo relativi alla nuova revisione legale italiana, dal controllo di qualità
alle carte di lavoro. Di eguale importanza l'altra decisione presa dal Consiglio nazionale riguardante
l'organigramma operativo dell'Istituto per dar seguito all'accordo con la Sdl e assicurare così assistenza e
consulenza professionale alle imprese pubbliche e private, oltreché agli enti locali nei delicati rappo rti con il
sistema finanziario-bancario, intervenendo anche per ripristinare regole chiare e diritti dei medesimi, in
considerazione della critica situazione economica in cui versano le pubbliche amministrazioni e il tessuto
imprenditoriale italiano. Il coordinamento per la realizzazione dell'accordo InrlSdl è affi dato al presidente
dell'Istituto Virgilio Baresi, mentre il coordinamento nazionale riguardo ai rapporti Sdl e la rete di revisori è
affidato al vicepresidente dell'Istituto Michele Simone; quello dei rapporti Sdl con gli enti locali verrà invece
curato dal vicepresidente Gaetano R. Carnessale, «ponendo, così i revisori al fi anco della pubblica
amministrazione». «L'obiettivo di questo organigramma operativo», ha puntualizzato Michele Simone, «è
quello di ramificare sul territorio nazionale quelle strategie legate all'assistenza e alla consulenza
professionali dei revisori legali al fi anco delle imprese e del partner Sdl. L'organigramma prevede infatti la
designazione di coordinatori regionali e provinciali che dovranno contattare tutti quei revisori legali iscritti
all'Istituto interessati ad operare nell'ambito dell'accordo Inrl-Sdl ed attivarsi dunque affinché ci sia un
crescente coinvolgimento che darà impulso anche al proselitismo che è una delle priorità del nostro Istituto.
Di fatto i coordinatori saranno gli elementi propulsivi sul territorio», A tal proposito il Consiglio nazionale ha
già fi ssato per il 21 novembre prossimo presso la sede Inrl di Roma, la convocazione di tutti i delegati
regionali e provinciali dell'Inrl, per disegnare la «rete» e le modalità di coinvolgimento dei revisori legali
interessati. Nel corso del Consiglio nazionale è stata anche affi data al consigliere Ubaldo Procaccini una
delega speciale per i rapporti con l'ordine dei dottori commercialisti (in particolare quelli campani) e l'ordine
dei consulenti del lavoro. Di particolare interesse, poi, la relazione di Andrea Piatti, del collegio dei revisori
dell'Inrl e coordinatore dei Giovani revisori legali, che ha aggiornato circa gli accordi Dre sul territorio di cui è
coordinatore: ad oggi si sono completati gli accordi locali con l'Agenzia delle entrate in Campania, Toscana,
Umbria, Puglia, Trento, Bolzano, Marche, Emilia-Romagna, Piemonte, Valle d'Aosta e nei prossimi giorni si
aggiungeranno anche Veneto, Friuli, Lombardia e Lazio. Piatti ha infi ne sottolineato che l'Istituto dovrà pianifi
care a breve un programma di corsi di formazione gratuiti per coinvolgere gli addetti delle fi liali dell'Agenzia
delle entrate in materia fi scale, tributaria. A completamento dei lavori il Consiglio nazionale ha approvato
all'unanimità la nomina di socio onorario a Benedetto Mineo, revisore legale e amministratore delegato di
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ItaliaOggi
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(diffusione:88538, tiratura:156000)
Equitalia e la nomina di Giovanni Cinque quale rappresentante Inrl nelle Commissioni Mef preposte alla
stesura degli ultimi decreti attuativi.
Foto: Il Consiglio nazionale Inrl
Foto: Ubaldo Procaccini
Foto: Un momento del Consiglio nazionale
Foto: Pagina a cura di INRL Istituto nazionale revisori legali Sede: Via Gonzaga 7, 20121- Milano Tel. 02
669.84.967- Fax 02 700.38.329 Uff. Rappresent.: Via Uffici del Vicario 49Roma Rue de L'industrie 42Bruxelles email: [email protected] www.revisori.it
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Editoriale
Zitti zitti ci hanno messo altre tasse
Nelle pieghe della legge di stabilità è nascosta una mini-patrimoniale che colpisce il ceto medio. Una realtà
molto lontana dalla narrazione enfatica di un premier capace di domare il dissenso interno. Assai meno di far
ripartire l'economia
Luigi Vicinanza
Molta politica, poca economia. Intrappolati in una eterna campagna elettorale. Accade così che il "sistema
Paese" si sgretoli sotto il peso della sua insostenibile leggerezza, nel disincanto nazionale. L'Italia non ha
alcun progetto per tirarsi fuori dai guai, titola impietoso il "Financial Times" del 28 ottobre, all'indomani della
prevedibile bocciatura dei conti del Monte dei Paschi di Siena e della Cassa di risparmio di Genova, operata
dalla Banca centrale europea. Come colpiti da un eterno dissesto geologico perdiamo pezzi pregiati. Puoi
pure trascorrere un intenso weekend a veder litigare la sinistra digitale e la sinistra del gettone telefonico;
applaudi, parteggi e poi provi a rifettere. Quello 0,6 di incremento del Pil programmato per il 2015 resta
un'inezia, ineffcace nel rimettere in moto la produzione e il lavoro, e quindi i consumi. Anche uno zero-virgolaqualcosa-in-più non cambierebbe lo scenario prossimo venturo. Crisi e defazione restano minacce
incombenti. Lo sanno bene i guf, rapaci dalla vista lunga. E lo sa anche il ministro dell'Economia Pier Carlo
Padoan impegnato a evitare «a ogni costo» il quarto anno consecutivo di recessione. In attesa dI soluzIonI
capaci di risollevare "le magnifche sorti e progressive" della nazione (il successo del film di Mario Martone
rende meno stucchevole la citazione leopardiana), la realtà svela una mini-patrimoniale nascosta nelle pieghe
della legge di stabilità. Non è quella invocata da Susanna Camusso per prendere ai ricchi e ridistribuire ai più
deboli. No, la manovra governativa colpisce ceto medio, pensionati, piccoli risparmiatori passando dalla porta
di servizio del loro conto in banca, per arrivare persino alla gestione dei fondi pensione sui quali il prelievo
fiscale sulle rendite è raddoppiato: un mondo di oltre sei milioni di lavoratori. E non viene esentata
dall'aumento della tassazione neppure la quota del Tfr a disposizione dell'azienda, la sospirata liquidazione di
chi in pensione ha la fortuna di arrivarci. "Le mani sui nostri risparmi" è il titolo di copertina di questo numero
(da pag. 108). Ognuno, leggendo la nostra inchiesta, potrà fare i propri calcoli valutando quanto ci rimette, da
pochi spiccioli a qualche centinaio di euro. Confrontando la realtà con la narrazione enfatica di un premier
dalla straordinaria capacità fascinatoria. Matteo RenzI ha condotto il dibattito pubblico oltre ogni frontiera
immaginabile nel pur fantasioso ventennio berlusconiano. Assume i contorni della metapolitica la
ridicolizzazione, brutalmente effcace, degli avversari interni, quelli che gli dai un iPhone e ti chiedono dove
inserire il gettone. Perché, marchiata da un tale linguaggio corrosivo e beffardo, la sinistra tardocomunista più
che restare prigioniera del suo articolo 18, viene accantonata come un oggetto inutile, il telefono a gettoni
appunto. Una bandiera stracciata, un Pd sflacciato (servizi da pag. 36). È il racconto di una mutazione in
corso che registra come Renzi, saldamente al comando di un monocolore personale, stia lui spingendo la
minoranza ad abbandonarlo, più di quanto i Fassina, i Civati, i Cuperlo siano davvero tentati dall'avventura
della scissione per dar vita all'ennesimo partitino dei duri e puri dediti alla testimonianza del "sol
dell'avvenire". È ricca quanto inconcludente la storia della sinistra, anche recente, di formazioni di quel tipo,
con molteplici dirigenti e scarsi elettori, suffcienti tuttavia a garantire una rendita di posizione basata su
qualche prezioso seggio in Parlamento, nelle Regioni, nei Comuni. Eccesso di politicismo, si sarebbe detto
anni fa. Un regalo al premier che la politica la sa maneggiare. Eccome. In economia invece deve ancora
dimostrare di essere altrettanto bravo.
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Economia / legge di stabilità
Le mani sui risparmi
Fondi pensione . Tfr. Depositi bancari. Per far quadrare i conti, il governo aumenta le tasse sul tesoretto delle
famiglie. Ma così facendo mette a rischio la ripresa
vittorio malagutti
Aliquote in Percentuale sui rendimenti Le nuove tasse sui risparmi degli italiani Mettere le mani nelle tasche
degli italiani passando dalla porta di servizio del loro conto in banca. Matteo Renzi e il suo governo hanno
scelto di celebrare così la "Giornata mondiale del risparmio", che cade, come ogni anno, il 31 ottobre. C'è
poco da festeggiare, in effetti. Conti correnti e depositi vincolati, fondi d'investimento e gestioni patrimoniali,
obbligazioni e dividendi. Con l'eccezione dei titoli di Stato e dei buoni postali, la legge di stabilità appena
annunciata dall'esecutivo ha il suono sgradevole di una litania di nuove tasse per tutte le forme
d'investimento. Nella storia repubblicana non si ricorda un'altra stangata di queste dimensioni al risparmio
delle famiglie, se si esclude il prelievo sui depositi bancari varato nel 1992 dal governo di Giuliano Amato.
Quella, però, fu un'operazione straordinaria, un intervento una tantum. Questa volta, invece, la manovra
riscrive per intero la tassazione delle rendite fnanziarie. La tagliola fnirà per colpire anche la previdenza, con
una sorprendente inversione di marcia rispetto al passato. Ricordate gli inviti ad accantonare risorse in vista
di un avvenire sempre più incerto? Niente da fare, adesso il governo vuole aumentare il prelievo fscale anche
sui fondi pensione. Perfno la rivalutazione del trattamento di fne rapporto (Tfr), cioè la parte di futura
liquidazione che il lavoratore sceglie di lasciare in azienda, sarà tassata come mai prima d'ora. I
provvedimenti messi nero su bianco nella legge di stabilità rischiano di avere un primo, paradossale effetto
sul piano psicologico. In una fase d'incertezza senza precedenti, tra recessione e disoccupazione, le nuove
imposte vanno ad amplificare i timori per il futuro prossimo venturo, perché colpiscono il gruzzolo, grande o
piccolo che sia, messo da parte dalle famiglie per fronteggiare gli imprevisti. E se aumenta l'insicurezza è
diffcile che gli italiani riprendano a spendere. Gli acquisti vengono rimandati in attesa di tempi migliori. Addio
crescita economica, allora. Il motore del Pil non riparte e la recessione si trasforma in stagnazione, con il
corollario del calo dei prezzi, cioè la defazione. Tutto il contrario, insomma, di quanto va predicando il ministro
dell'Economia Pier Carlo Padoan, che nello stimolo ai consumi vede l'antidoto migliore alla crisi. «Bisogna
spostare il peso del Fisco dal lavoro alle rendite». Questo il mantra dei renziani, che hanno sbandierato per
mesi il taglio dell'Irap alle imprese annunciato dal governo e in buona parte rinviato a tempi migliori nell'ultima
stesura della legge di stabilità. Il premier non ha perso tempo. La scorsa primavera, da poco insediato a
Palazzo Chigi, Renzi aveva già provveduto a smantellare la riforma della tassazione del risparmio varata a
fne 2011 dal governo di Mario Monti. Allora la parola d'ordine era «semplifcare». E così le aliquote, con
l'eccezione di titoli di Stato e fondi pensione, furono unifcate a quota 20 per cento. Non mancarono le
correzioni al ribasso: l'imposta sui rendimenti dei conti correnti e dei depositi vincolati passò dal 27 al 20 per
cento. Renzi invece ha di nuovo alzato l'asticella fno al 26 per cento. Con il risultato che, se la legge di
stabilità verrà approvata nella versione attuale, alcune forme di risparmio, come i fondi d'investimento e le
gestioni patrimoniali, subiranno un prelievo più che raddoppiato rispetto a due anni fa, quando andava al
Fisco il 12,5 per cento dei proventi. Stangata? Dipende dai punti di vista. Davide Serra, il fnanziere grande
sponsor e consigliere del presidente del Consiglio, in passato si è più volte espresso a favore di un giro di vite
ancora più pesante sulle rendite fnanziarie. «L'aliquota andrebbe portata dal 20 al 30-35 per cento», ha
dichiarato l'anno scorso in un'intervista il gestore del fondo Algebris, con base a Londra. Il governo per ora si
è fermato a mezza strada, a quota 26 per cento. L'obiettivo dichiarato è quello di rastrellare almeno 3,6
miliardi di entrate supplementari nel 2015. Questa almeno è la cifra che compare nei documenti presentati
dall'esecutivo. Costretto a trovare nuove fonti di gettito per fnanziare voci di spesa supplementari come gli 80
euro di sgravi Irpef, il ministro Padoan ha pensato bene di attingere a un serbatoio di risorse che la crisi ha fn
qui intaccato solo marginalmente. Anzi, secondo lo studio più aggiornato della Banca d'Italia, a fne 2012 le
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attività fnanziarie di proprietà delle famiglie italiane, pari a 3.670 miliardi di euro, erano addirittura cresciute
del 4,5 per cento rispetto all'anno precedente. Lo stesso non si può dire dei salari oppure dei proftti societari,
che invece sono diminuiti per effetto del rallentamento dell'economia. Di conseguenza sono calati anche i
proventi del prelievo fscale su queste due categorie di redditi. Va detto che negli ultimi anni la geografa del
risparmio degli italiani è profondamente cambiata. I titoli di Stato, che offrono rendimenti ridotti ai minimi
termini, ormai rappresentano poco meno del 5 per cento del portafoglio complessivo delle famiglie, contro il
20 per cento di una ventina di anni fa. D'altra parte, i fondi d'investimento hanno visto crescere a gran velocità
la raccolta. Nei primi nove mesi del 2014 le nuove sottoscrizioni hanno raggiunto i 97 miliardi, quasi il doppio
rispetto ai 55 miliardi dell'anno precedente. Secondo i calcoli della società di ricerche Prometeia, da inizio
2012 al primo trimestre 2014 le famiglie italiane hanno riversato circa 95 miliardi su fondi, polizze assicurative
e prodotti previdenziali, riducendo di oltre 100 miliardi le loro attività sotto forma di Bot, Cct e Btp. Non basta.
Il boom delle Borse, almeno fno a settembre, ha anche garantito guadagni importanti ai risparmiatori che
hanno puntato sulle azioni, direttamente oppure tramite i fondi. Festeggiano gli investitori, ma anche il Fisco,
perché le plusvalenze della compravendita di titoli si trasformeranno in un gettito supplementare per l'Erario.
E con il rialzo dell'imposta dal 20 al 26 per cento previsto dalla legge di stabilità i proventi per le casse dello
Stato saranno ancora maggiori. Tutto questo, ovviamente, a condizione che i mercati non si avvitino al
ribasso e che la manovra proposta dal governo Renzi arrivi al traguardo dell'approvazione parlamentare
senza perdere per strada il previsto aumento delle aliquote. Molto più ridotto, invece, sarà l'incasso garantito
dal prelievo sui rendimenti dei conti in banca. I tradizionali depositi ormai offrono interessi su base annuale di
molto inferiori all'uno per cento. Secondo una simulazione della Cgia di Mestre (Associazione artigiani e
piccole imprese) l'aumento d'imposta dal 20 al 26 per cento si dovrebbe tradurre in un aggravio pari nella
media a 93 centesimi, per un conto di 12 mila euro. Briciole, rispetto alle nuove tasse sui ricchi proventi del
trading azionario o di quote di fondi comuni. Il vero salasso a carico dei risparmiatori è un altro. Si chiama
imposta di bollo, una sorta di mini patrimoniale sulle attività fnanziarie. È stata introdotta nel 2012 sotto forma
di un prelievo pari allo 0,1 per cento del valore di tutte le attività fnanziarie (esclusi i conti correnti bancari) di
proprietà di ogni singolo contribuente. L'aliquota è poi stata ritoccata due volte. Dapprima è salita allo 0,15
per cento (nel 2013) per poi raggiungere la soglia dello 0,2 per dall'inizio del 2014. Come dire che un
portafoglio del valore di 50 mila euro subirà un prelievo di 100 euro, il doppio rispetto a due anni fa. A questa
somma vanno poi aggiunte le tasse da pagare sui rendimenti o sui guadagni realizzati con la compravendita
di prodotti fnanziari. Particolare importante: l'imposta di bollo e sulle rendite fnanziarie non si applicano in
modo proporzionale al reddito del contribuente o al valore del suo patrimonio. Chi possiede titoli per 10 mila
euro, con rendimenti per poche decine di euro, è sottoposto ad aliquote identiche a chi amministra un
portafoglio milionario di attività. All'estero non funziona così. In alcuni Paesi, come la Francia o la Spagna,
l'imposizione è progressiva per scaglioni sulla base dei guadagni realizzati. In Gran Bretagna, invece, le
rendite fnanziarie vengono inserite nella dichiarazione annuale dei redditi, tassati secondo aliquote via via più
alte al crescere delle entrate del contribuente. Da tempo molti esperti segnalano che allinearsi a questi
modelli stranieri porterebbe maggiore equità nel sistema italiano, che fnisce per favorire i più ricchi. Ma per
cambiare serve tempo e invece il governo ha una fretta terribile di far cassa. Tutto rinviato, allora. E più tasse
per tutti. foto: c. mantuano / one shot, d. scudieri / Imagoeconomica 11 11 tfr in azienda (rivalutazione) 17 Pre
2012 2012-14 lug 2014 12,5 20 obbligazioni italiane 26 Pre 2012 2012-14 lug 201411 12,5 fondi pensione
11,5* 20 gestioni patrimoniali * da luglio 2014 20 26 27 12,5 20 20 fondi d'investimento depositi bancari e
postali 26
26 27 conti di deposito 20 26 titoli di stato e buoni postali 12,5 12,5 12,5 pre 2012 2012-14 lug 2014 pre 2012
2012-14 lug 2014 pre 2012 2012-14 lug 2014 pre 2012 2012-14 lug 2014 pre 2012 2012-14 lug 2014 pre
2012 2012-14 lug 201412,5 12,5* dividendi azionari 20 20
casse professionisti 26 26 * la liquidità era tassata al 27% pre 2012 2012-14 lug 2014 pre 2012 2012-14 lug
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Renzi ceRca i soldi peR finanziaRe gli 80 euRo. Ma peR gli anziani di doMani i Redditi saRanno
seMpRe più MiseRi
SE lE rEnditE non Sono taSSatE in modo progrESSivo a pagarE di più Sono i povEri E non i ricchi
Foto: Il mInIstro pIer carlo padoan. a destra: persone che fanno la spesa al mercato
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Attualità politica e giustizia
E l'antimafia intercetta Lady pirellone
Isabella Votino, storica portavoce di Maroni, finisce nell'indagine su Lega e 'ndrangheta. Con l'avvocato di
Bobo
lirio abbate e giovanni tizian
Èstata definita la donna più potente nella storia del Viminale dopo Rosa Russo Iervolino. Ma la sola cosa in
comune con l'unica "ministra" dell'Interno è l'origine campana. Perché Isabella Votino, nata a Benevento 35
anni fa, di professione fa la portavoce. Da otto anni è "l'ombra" di Roberto Maroni, che accompagna quasi
ovunque, gestendone l'immagine: prima come capogruppo della Lega, poi come titolare dell'Interno, quindi
come segretario del partito e infne al piano più alto della Regione Lombardia. Un fascino meridionale che ha
colpito, tra i tanti, anche Silvio Berlusconi, ospite d'onore del suo compleanno nel 2007 e poi pronto a
ingaggiarla per alcuni mesi come responsabile delle relazioni istituzionali del Milan. Una giovane vulcanica,
con anni d'esperienza nel Palazzo, abile a districarsi tra politica, soldi e potere; capace di tessere rapporti fra
leader della politica, imprenditori di successo, personalità dello spettacolo e del mondo dell'informazione. E
adesso si scopre pure in contatto - forse a sua insaputa con personaggi legati alla 'ndrangheta e al
riciclaggio. Per questo motivo dalla Lombardia alla Calabria il passo è breve per Isabella Votino. Lady
Pirellone, infatti, è fnita dentro un'inchiesta sui collegamenti della 'ndrangheta con la politica e le tangenti.
Un'indagine che parte da Reggio Calabria e arriva a Milano, nell'ambito della quale Isabella Votino è stata
intercettata per quasi un anno a partire dalla fne del 2012. L'istruttoria è quella che scava nel lato più oscuro
del movimento padano, una costola dello scandalo che ha detronizzato Umberto Bossi, portando proprio
Maroni alla successione: con tanto di ramazza per la pulizia etica del partito impugnata come simbolo.
Indagando su un giro di denaro sporco, i pm di Reggio Calabria sono arrivati a individuare un trentenne
reggino, Bruno Mafrici: al telefono il giovane dottore in giurisprudenza mostra entrature profonde nella politica
calabrese, incluso l'ex governatore Giuseppe Scopelliti, e una forente attività anche in società estere. E qui
che gli inquirenti trovano la pista che li porta a uno studio di commercialisti nel centro di Milano e a Francesco
Belsito che si defniva «il tesoriere della Lega più pazzo del mondo». Il legame tra Belsito e Mafrici è stretto,
tanto che quest'ultimo è stato ingaggiato come consulente personale dal leghista quando era sottosegretario
del ministro Roberto Calderoli. Le intercettazioni effettuate dalla Dia di Reggio Calabria hanno permesso di
ricostruire una lunga catena di affari in cui venivano investiti i fondi della Lega Nord. La strategia fnanziaria,
però, era partorita nello studio di commercialisti milanesi in cui è socio Pasquale Guaglianone, altro calabrese
trapiantato a Nord con una storia personale tutta a destra: in gioventù è stato un membro dei Nuclei armati
rivoluzionari, Nar, e ha gestito la cassa della formazione di Giusva Fioravanti e Massimo Carminati (dal
casellario giudiziario risulta una condanna per banda armata e associazione sovversiva). In un uffcio a 500
metri dal Duomo di Milano, si sedevano attorno a una scrivania professionisti calabresi che decidevano dove
spostare pacchi di milioni. Tra loro un tesserato della Lega, il collaboratore di un ministro padano, l'iscritto a
una loggia massonica, un ex estremista di destra: tutti a vario titolo collegati alla 'ndrangheta . Il problema è
che i rivoli di denaro provenienti dai forzieri leghisti si sono contaminati con soldi molto più sporchi: il tesoro
del clan De Stefano, la famiglia di 'ndrangheta che domina da oltre un ventennio la città dello Stretto. Lo
stesso canale di riciclaggio avrebbe ripulito i capitali della cosca e i fnanziamenti del partito, trasferendoli
all'estero o investendoli in immobili. I personaggi coinvolti non sono picciotti armati fno ai denti, ma
professionisti sospettati di fare parte di un'associazione segreta, paramassonica, con contatti nella
'ndrangheta che conta e ben inseriti nei salotti della politica nazionale. Con uno snodo nello studio milanese
dall'anima doppiamente nera. Quando nelle conversazioni intercettate emerge Isabella Votino, i pm mettono
sotto controllo anche il telefono della portavoce di Maroni che, uscito dal Viminale, era in quel periodo
segretario federale della Lega Nord, pronto sulla pista di lancio per candidarsi alla presidenza della Regione
Lombardia. È un momento teso. Le inchieste su politica e mafa vanno avanti, coinvolgendo anche esponenti
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L'Espresso - N.44 - 6 novembre 2014
Pag. 56
(diffusione:369755, tiratura:500452)
della Lega e imprenditori vicini a Maroni. Alla fne del 2012, quando i pm di Milano e Reggio Calabria stanno
coordinando indagini riservate su questo flone giudiziario, secondo le registrazioni Isabella Votino aggancia
investigatori nel capoluogo lombardo per tentare di acquisire notizie su eventuali attività giudiziarie in corso
sul gruppo vicino a Maroni. Chiede informazioni, sollecita risposte e tenta di comprendere quali siano gli
obiettivi dei magistrati. La donna per quasi un anno è stata ascoltata dagli 007 dell'antimafa mentre discute
alleanze tra partiti in vista delle elezioni lombarde con alcuni leader del Pdl. Il proflo che emerge dalle
conversazioni non è quello di un portavoce, ma di un vero consigliere politico di Maroni. Una fgura che lo ha
accompagnato in tutta la scalata al potere, tra impegni pubblici e frequentazioni private. Celebre la festa che
venne organizzata nel 2009 per il suo trentesimo compleanno nel Cavalli Just Cafè, tra cariche istituzionali,
direttori di tg e star dello spettacolo: da Simona Ventura a Maria Grazia Cucinotta, da dj Francesco a Renato
Pozzetto. Al ministero dell'Interno ricordano ancora le spese fatte con la carta di credito del dicastero: migliaia
di euro al mese per soggiorni in alberghi di lusso. L'uso troppo disinvolto della carta di credito, che le venne
ritirata, e la disponibilità di un'auto blu con poliziotti alla guida aveva allarmato perfno il responsabile della
ragioneria del Gabinetto del ministero. Ma lei ha detto di avere chiarito tutto, almeno per questo aspetto
economico. Oggi però Isabella non è l'unica esponente del cerchio magico di Bobo a essere fnita nella lente
dell'inchiesta antimafa: seguendo la stessa pista sull'asse MilanoReggio Calabria, gli inquirenti si sono
imbattuti pure in Domenico Aiello, avvocato di fducia del governatore. Le intercettazioni hanno radiografato i
contatti tra il legale e i pm di diversi palazzi di giustizia, incluso il procuratore aggiunto di Milano Alfredo
Robledo, come rivelato da "l'Espresso" nello scorso numero. Rapporti non strettamente professionali, stando
al giudizio dei detective che hanno redatto un dossier in cui si evidenziano le relazioni di Aiello con esponenti
della magistratura e dell'imprenditoria. Aiello è sposato con Anna Tavano, 42 anni, nominata lo scorso anno
da Maroni alla direzione generale infrastruttu re della regione Lombardia: una poltro na chiave nella gestione
degli appalti. Qualcosa però non è andata come avevano previsto la manager e il suo amico Maroni, tanto
che lo scorso settembre la donna ha lasciato l'incarico regionale ed è tornata nei ranghi aziendali di Citigroup.
In precedenza Tavano era stata responsabile dei fondi europei alla Regione Calabria, lanciata dall'ex
governatore della Calabria, Giuseppe Scopelliti. Ma lo sbarco a Milano, dove la coppia Tavano-Aiello ha casa
in pieno centro a pochi passi dal Castello Sforzesco, è avvenuto grazie a uno sponsor sempre più infuente
nel mondo lumbard: Isabella Votino, appunto. Foto: Scavuzzo / Eidon
Foto: ISabElla votIno aSSIStE a una conFErEnza dI robErto maronI, quando Era Sua portavocE al mInIStEro
dEll'IntErno
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GESTIONE SEPARATA INPS
2 articoli
31/10/2014
Libero - Ed. nazionale
Pag. 20
(diffusione:125215, tiratura:224026)
REDDITI LORDI
I collaboratori a progetto incassano 10mila euro
La media dei compensi di tutti i collaboratori a progetto italiani è di 10.218 euro lordi. Era di 9.953 euro un
anno fa. A fare il calcolo sui dati della gestione separata Inps è l'Osservatorio lavori dell'Associazione 20
maggio. Il reddito medio annuo di tutti i collaboratorim, invece ammonta a 19.155 euro lordi annui. Ma il dato
è falsato dai redditi degli oltre 500mila amministratori di società che guadagnano circa 31.862 euro l'anno.
GESTIONE SEPARATA INPS - Rassegna Stampa 31/10/2014
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Il Secolo XIX - Basso piemonte
Pag. 31
(diffusione:103223, tiratura:127026)
PREVIDENZA FACILE
ANDREA ZERBO - [email protected]
LA "FIGLIASTRA" PUÒ AVERE I PERMESSI Le chiedo un parere valido e certificato. Il marito di una
signora, affetto da Alzheimer, ha 77 anni, la signora 76 e sono senza figli. In realtà, la moglie ha una figlia dal
primo marito, che è insegnante in scuola elementare. Questa figlia, che non ha nessun legame con il marito
della madre, ha "diritto" a chiedere i 3 giorni per la Legge 104? CLARA e-mail Direi proprio di sì. La figlia del
primo marito è parente di primo grado della propria madre, la quale è affine di primo grado del secondo
marito. Applicando la proprietà transitiva risulta che fra la figlia del primo marito e il secondo marito esiste un
legame di affinità di secondo grado, più che sufficiente ad attivare le facoltà previste dalla Legge 104/1992.
Attenzione però, il riconoscimento dell'Alzheimer non è sufficiente per fruire dei permessi retribuiti, ma
occorre che la competente Commissione INPS-ASL attesti uno stato di disabilità grave ai sensi della Legge
104-1992 articolo 3 Comma 3. LA PENSIONE FATTA A "PEZZI" Cosa ne potrebbe essere dei contributi, se
decidessi di versarli, se non riuscissi poi, nel tempo, a sommarvi gli ulteriori, minimi, versamenti effettivi,
comunque necessari per vedermi riconosciuta il diritto a pensione (mi pare siano richiesti almeno venti anni
contributivi, fatto salvo il compimento di 66 anni e tre mesi, almeno per ora)? C'è il rischio di perderli? Potrei,
in futuro, pensare di proseguire i versamenti volontariamente? Ad esempio: coltivando la cosiddetta
"pensione delle casalinghe", sarebbe possibile, purché non sconveniente, ricongiungere/totalizzare su
quest'ultima i suddetti versamenti (AGO; Gestione separata; riscatto laurea)? Mi è noto che il
ricongiungimento ai sensi della L. 29/89 sia alquanto oneroso, mentre la c.d. "totalizzazione" mi risulta
gratuita. Ma non riesco a cogliere la reale differenza tra i due suddetti istituti, che, a prima vista mi paiono
analoghi negli effetti. Sintetizzando le due precedenti domande, sono a chiederle questo consiglio: meglio
accedere fin da subito al riscatto laurea, versando, a rate, i circa 30.000 euro richiesti, o, per ora, rinunciare,
aspettare sperando di ottenere, in futuro, un impiego sicuro; quindi eventualmente presentare, tra qualche
anno, una nuova domanda di riscatto laurea, in tal caso prevedendo dover corrispondere un onere
sicuramente molto maggiore? A. V. e-mail Il requisito anagrafico di 66 anni e tre mesi è soggetto
all'incremento dovuto alla speranza di vita che a partire dal 1 gennaio 2019 sarà verificato a cadenza
biennale dall'Istat. Certo che c' è il rischio di perderli se al momento della pensione non si perfeziona
contemporaneamente il requisito anagrafico e contributivo minimo (oggi di anni 20). Certo che può proseguire
con contributi volontari a suo onere. L'art. 1 della legge n° 29/1979 permette di ricongiungere presso il Fpld
(fondo pensioni lavoratori dipendenti) gestito dall'Inps, contributi in altre gestioni, ma ad eccezione dei
contributi che sono stati versati nella Gestione separata dei lavoratori parasubordinati. L'art. 2 della legge
indicata è inverso all'art.1 perché fa transitare i contributi Fpld in un fondo ad esso alternativo. La differenza è
sostanziale tra ricongiunzione e totalizzazione. La ricongiunzione permette di far transitare tutti i contributi in
un'unica Cassa di Gestione come se il lavoratore avesse prestato attività solo e sempre in quell'unica Cassa.
Con la totalizzazione, che è possibile solo con il requisito anagrafico di 65 anni e tre mesi o con 40 anni e tre
mesi di contributi, si ha una sommatoria ''virtuale'' dei contributi ai fini del diritto. Ogni Cassa risponde per la
sua competenza, dando luogo non ad un'unica pensione ma a "pezzi di pensioni'' . Se con la totalizzazione
non si raggiunge un diritto autonomo il computo della pensione avviene con il metodo contributivo. Quindi non
è scontato che non pagare per la ricongiunzione ed ottenere gratuitamente la totalizzazione sia conveniente
economicamente. Sarei più per la seconda ipotesi, ma è una considerazione soggettiva. La domanda di
riscatto laurea non è soggetta a prescrizioni e in caso di bisogno può procedere ad un riscatto ''parziale''.
Cioè potrà riscattare gli anni che le occorreranno.
Foto: PREVIDENZA FACILE SCRIVERE A: Il Secolo XIX - piazza Piccapietra 21 rubrica: Previdenza facile 16121 Ge fax. 010 5388426
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