Prezzo dei farmaci e margini alla distribuzione I prezzi dei prodotti

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Prezzo dei farmaci e margini alla distribuzione I prezzi dei prodotti
 Prezzo dei farmaci e margini alla distribuzione I prezzi dei prodotti farmaceutici variano tra i diversi Stati membri dell'UE, indipendentemente dal fatto che i farmaci siano coperti da brevetto o meno. http://www.hbiofluids.info/archivio/farmacoeconomia/farmaco_05.html Se si confrontano i cinque principali mercati farmaceutici europei (Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Spagna), la Germania presenta i prezzi al dettaglio più elevati per i farmaci coperti da brevetto (23% in più della media dei cinque Paesi menzionati), seguita dal Regno Unito (i cui prezzi si attestano esattamente sulla media dei cinque Paesi), dalla Spagna (5% più bassi), dall'Italia (6% più bassi) e dalla Francia (14% più bassi). Le differenze possono essere ancora più grandi se si prendono in considerazione singoli farmaci: esiste una significativa variabilità di prezzo tra i diversi Paesi e prodotti del mercato dei farmaci coperti da brevetto. Nonostante i rilevanti differenziali di prezzo, sembra esserci una qualche convergenza nei prezzi dei farmaci coperti da brevetto nei Paesi europei, considerando che le differenze di prezzo tra i diversi Stati membri sono andate diminuendo. Ciò è probabilmente dovuto al meccanismo di riferimento esterno dei prezzi, che è divenuto il più comune sistema di determinazione del prezzo per i farmaci coperti da brevetto nei Paesi membri UE. La convergenza di prezzo, tuttavia, non sembra aver luogo tra i medicinali generici. Il prezzo dei generici si attesta in media intorno al 25% del prezzo del farmaco originatore, 12 e 24 mesi dopo la scadenza del brevetto. Una tale generalizzazione, tuttavia, cela differenze significative tra gli Stati membri. Una di queste è che l'evoluzione dei prezzi per i prodotti generici mostra una maggiore variazione tra gli Stati membri rispetto a quella del prodotto originale in precedenza coperto da brevetto. In alcuni Stati membri, il prezzo medio per i competitor generici aumenta tra i 12 e i 24 mesi successivi alla scadenza del brevetto del farmaco originatore (Francia, Italia, Spagna, Olanda e Portogallo), mentre in altri diminuisce (Regno Unito, Germania e Austria in particolare, e in misura inferiore Svezia, Grecia e Finlandia). L'impatto del marketing e delle attività promozionali sui prezzi Le aziende farmaceutiche promuovono diffusamente i loro prodotti presso i medici prescrittori. Dal momento che la pubblicità diretta ai consumatori non è consentita nella UE, le attività promozionali includono sia l'informazione diretta e la distribuzione di campioni ai medici sia la sponsorizzazione dei professionisti sanitari. Gli Stati membri regolamentano queste attività promozionali e sia a livello europeo che nazionale le associazioni industriali hanno adottato codici di comportamento. Le preoccupazioni relative alla pubblicità e ai suoi effetti sui prezzi sono duplici: per prima cosa, le attività promozionali potrebbero incidere negativamente sulle abitudini di prescrizione dei medici, provocando così un immotivato innalzamento dei costi farmaceutici. La seconda questione consiste nel fatto che i fondi spesi in attività promozionali potrebbero essere più utilmente investiti in ricerca e sviluppo, sebbene non sia disponibile una stima precisa di quanto si spende in promozione. Esistono poche prove sugli effetti del marketing farmaceutico nel contesto europeo, anche se la ricerca su una classe di farmaci (le statine, impiegate per il controllo dei livelli di colesterolo) suggerisce che le attività promozionali possono influenzare il livello di dosi giornaliere prescritte dai medici. PIL pro capite e prezzi dei farmaci La spesa farmaceutica è associata ai livelli di PIL pro capite così come la spesa sanitaria totale, ed è influenzata dai dati demografici e dalle priorità di politica interna. Questi fattori influenzano anche la domanda, e, in ultima analisi, possono avere un impatto sia sui prezzi dei prodotti farmaceutici sia sulla disponibilità complessiva di prodotti farmaceutici nei vari Stati membri. Da un lato, i prezzi dei prodotti farmaceutici, in particolare se coperti da brevetto, sembrano essere proporzionalmente più elevati negli Stati membri con più alti livelli di reddito pro capite. Dall'altro, gli Stati membri più ricchi sembrano spendere di più per i farmaci. Ciò può essere dovuto a prezzi medi dei farmaci più elevati oppure a un maggior consumo pro capite in termini di volume (o una combinazione di entrambi). I produttori, a loro volta, hanno maggiori incentivi per il lancio e la commercializzazione di prodotti negli Stati membri con alti livelli di rimborso e copertura completa, in quanto è più probabile che ci sarà una domanda sufficiente ad assicurare loro una certa redditività. Gli Stati membri a reddito più elevato sono quindi in una posizione migliore per garantire l'accesso a nuovi e costosi prodotti farmaceutici. Per contro, Stati membri più piccoli, in particolare quelli con minore PIL pro capite, possono non essere in grado di garantire una copertura capillare o alti livelli di rimborso, e avranno quindi un mercato più piccolo verso cui attirare i produttori. Di conseguenza, l'accesso a determinate categorie di farmaci tende a essere correlata negativamente con la dimensione del mercato e del PIL pro capite. L'impatto della catena di distribuzione sui prezzi Un fattore importante che influenza la variabilità dei prezzi al dettaglio è il tipo e l'ammontare della remunerazione della supply chain. Grossisti, dettaglianti e farmacisti in Europa sono soggetti a vari tipi di mark‐up, che si riflettono direttamente sul prezzo finale. Anche la composizione di questi diversi costi varia notevolmente in tutta l'UE, sia per i farmaci "di marca" sia per i generici. Nonostante le recenti riduzioni dei margini di distribuzione, l'impatto della distribuzione nei diversi Stati membri può arrivare al 50% del prezzo di vendita di un farmaco. L'impatto dei margini sui prezzi al dettaglio è spesso proporzionalmente più elevato per i farmaci generici (che hanno prezzi più bassi) di quanto lo sia per i farmaci di marca. Le modalità di distribuzione variano notevolmente tra le diverse nazioni, in parte come riflesso di modelli storici. L'Italia ha 193 grossisti farmaceutici e la Spagna 99, mentre la Germania ne ha solo 16 e il Regno Unito meno di 9. Inoltre, i primi tre grossisti del Regno Unito controllano l'85% del mercato. La Finlandia e la Svezia hanno solo due grossisti ciascuna. In modo simile, la densità nella distribuzione al dettaglio attraverso le farmacie varia in modo significativo tra gli Stati membri con alcuni Stati membri dell'Europa meridionale (come Portogallo, Spagna, Italia e Grecia) che presentano la più alta densità di reti di farmacie; in confronto, alcuni Stati del Nord Europa hanno una densità molto inferiore di reti di vendita. Alcuni Stati membri hanno visto l'introduzione di nuovi approcci, come i produttori che vendono i farmaci direttamente alle farmacie o, in alcuni casi, direttamente ai medici erogatori. Un altro approccio per i produttori è di affidarsi a un piccolo numero di grossisti in un mercato nazionale. Le politiche di sostituzione con i generici possono incoraggiare o richiedere che i farmacisti dispensino la versione generica di un farmaco se disponibile. La sostituzione col generico va da obbligatoria (Svezia) a volontaria (Francia) a "non consentita" (Austria). Queste categorie tuttavia non sono statiche, poiché i governi cambiano le loro politiche nel corso del tempo. A causa dei diversi gradi di prescrizione e sostituzione del generico, ci sono varie prove dell'influenza della sostituzione col generico sull'utilizzo del generico. La Commissione Europea ha concluso che gli Stati membri che impongono ai farmacisti di dispensare farmaci generici quando possibile probabilmente rilevano un più precoce ingresso dei generici sul mercato e ottengono maggiori risparmi. I sistemi di riferimento esterno dei prezzi e la sostituzione con i generici sono i metodi con cui il governo incoraggia la dispensazione di farmaci generici al posto di farmaci di marca più costosi. All'interno della struttura di queste politiche, i farmacisti hanno ancora un notevole potere di mercato, in assenza di differenze di prezzo tra farmaci analoghi. Grossisti o produttori, pertanto, offrono sconti alle farmacie in cambio dell'erogazione del loro prodotto, incentivando il farmacista a dispensare il prodotto con lo sconto più elevato. La differenza tra il prezzo di rimborso fissato dalle istituzioni sanitarie e il prezzo scontato offerto dal grossista o produttore può essere considerevole, e maggiore è il margine tra i prezzi, maggiore è l'incentivo per i farmacisti. Le pratiche di scontistica sono particolarmente importanti nel mercato dei generici in quanto il livello di sconto offerto è in grado di distinguere un generico da un altro in una cerchia di farmaci rimborsabili, direttamente confrontabili. Di notevole interesse è lo sviluppo della consegna diretta alle farmacie da parte delle case farmaceutiche, avvalendosi dei grossisti come semplici fornitori di logistica o limitando il numero dei grossisti utilizzati per distribuire i prodotti. Mentre la maggior parte delle vendite alle farmacie proviene ancora da grossisti tradizionali, in un certo numero di Stati membri la percentuale delle vendite alle farmacie gestite direttamente dal produttore è di oltre il 10% (ad esempio in Danimarca, Grecia, Irlanda, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito) e può essere superiore al 20% (ad esempio, in Repubblica Ceca, Francia, Italia). In questo caso, i produttori vendono direttamente ai loro clienti, i grossisti non entrano mai in possesso dello stock di fornitura e quindi non sono in grado di offrire alcuno sconto su di esso. I cosiddetti accordi DTP (Direct‐To‐Pharmacy) sono tendenzialmente scelti dalle imprese più grandi. Molto spesso, i DTP sono complementari ad altri sistemi, come il sistema RWM (Reduced Wholesaler Model), nel quale i produttori farmaceutici utilizzano un numero molto limitato di grossisti (da 1 a 3) in modo tradizionale per distribuire i prodotti. In questo caso, i grossisti acquistano lo stock e possono quindi offrire uno sconto. Gli accordi DTP e RWM hanno implicazioni sull'integrazione all'interno della catena di fornitura, nel senso che gli accordi selettivi tra produttori e grossisti possono forzare alcuni di questi ultimi a fondersi al fine di affrontare questo nuovo tipo di concorrenza. Al tempo stesso, tale regime presuppone di per sé un diverso tipo di integrazione verticale, in base al quale i produttori bypassano la tradizionale catena per fornire direttamente la farmacia (DTP) o selezionare i grossisti con cui lavorare (RWM), o persino creare il proprio veicolo di distribuzione. Negli accordi DTP la capacità dei grossisti di praticare sconti alla farmacia viene meno, mentre negli accordi RWM è mantenuta, ma può essere influenzata dall'accordo tra il produttore e il grossista. La natura mutevole della distribuzione e l'avvento di modelli cosiddetti "di agenzia" o di grossisti ridotti stanno cominciando ad avere un impatto significativo in alcuni Paesi. In linea di principio, i cambiamenti nel modello di distribuzione dovrebbero rendere il processo di consegna dei farmaci dalle porte della fabbrica al letto del paziente più efficiente e conveniente. Eppure, sembra che ci siano alcune preoccupazioni circa la disponibilità di medicinali; le attività dei produttori nell'ambito della razionalizzazione delle forniture e della gestione degli stock, insieme con la natura sempre più frammentata della distribuzione, possono portare al fenomeno dello shortage in alcuni mercati. Chiaramente, ci sono diversi incentivi e disincentivi dal punto di vista dei diversi stakeholder (produttori, grossisti, dettaglianti), in questo processo, ma questi non sembrano essere sempre coincidenti. Le istituzioni sanitarie sono poco intenzionate a intervenire a meno che l'accesso dei pazienti ai farmaci risulti significativamente influenzato o si manifestino carenze di farmaci tali da avere un impatto sulle cure ed i risultati terapeutici.