Rovereto - L`Adige

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Rovereto
l'Adige
domenica 1 dicembre 2013
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IL PERSONAGGIO
Tiziana
Sembianti
Nella sua casa di Compet
da trent’anni riproduce
i capolavori di Cezanne
Van Gogh, Klimt e Da Vinci
«La cosa più difficile
è trovare gli stessi colori»
LAURA GALASSI
BESENELLO - Tiziana Sembianti è
cresciuta con l’odore
dell’acquaragia nelle narici. La
passione per l’arte, e più in
generale per la bellezza, è una cosa
di famiglia, una caratteristica
trasmessa con il Dna. Il papà
Gianni, stimato medico roveretano
specializzato in agopuntura, era un
creativo che amava dipingere, e il
fratello maggiore Furio si dilettava
La signora che copia l’arte
con gli acquerelli.
Musica, pittura, poesia,
architettura sono stati il pane
quotidiano della giovinezza di
Tiziana, oggi sessantacinquenne.
Un’indole che la donna ha
indirizzato verso un filone artistico
molto particolare: le copie
d’autore.
La splendida casa che divide con il
marito Claudio Iungg in località
Compet a Besenello è un piccolo
museo di copie di Cezanne, Van
Gogh, Vermeer e Klimt. Sopra il
tavolo in cucina ci sono «I giocatori
di carte», in salotto «Il ponte di
Langlois» e nello studio, tra
centinaia di pennelli sporchi, la
«Giuditta I» e, ancora abbozzata,
appoggiata al cavalletto,
«L’annunciata» di Antonello da
Messina, attuale «star» del Mart di
Rovereto. Ma molti altri sono i
tesori che Tiziana Sembianti ha
riprodotto nella sua vita di pittrice,
con pazienza e un senso di
devozione e rispetto verso i veri
autori delle opere.
La prima copia la ha realizzata
trent’anni fa: il «Bacchino malato»
di Caravaggio, realizzato tra il 1593
e il 1594. Sarà sempre la tecnica
dell’olio su tela ad appassionare la
pittrice, un modo di dipingere che
si concilia con la sua indole
meticolosa, che le permette di
meditare su ogni singola pennellata
e di gustare ogni sfumatura
cromatica. «Ho imparato sui libri
dei falsari. Su quelle pagine ho
appreso tutto, dal colore alla
prospettiva. Ma se sono quella che
sono lo devo a mio padre: a 7 anni
ascoltavo con lui musica classica e
mi ha insegnato ad amare le cose
Cresciuta
in una famiglia
di artisti
ha imparato
ad apprezzare
la bellezza
Ora sta lavorando
all’«Annunciata»
di Antonello
Da Messina
La prossima sfida
sarà la «Gioconda»
di Leonardo
belle», racconta Tiziana.
La scelta di copiare i grandi maestri
è legata alla volontà di imparare da
loro, di apprendere i loro trucchi
seguendo passo per passo le fasi
della realizzazione delle opere.
«Quando scelgo un quadro, la
prima cosa che faccio è studiare il
libro di restauro; solo così riesco a
valutare le difficoltà tecniche. Sul
testo ho una visione del percorso
che mi attende».
Per riuscire a riprodurre un’opera
d’arte, la chiave è vederla dal vivo.
Tiziana ha girato l’Europa
seguendo i quadri che voleva
copiare, trascorrendo ore nei
musei ipnotizzata davanti alla
«Dama con l’ermellino», alla «Chiesa
di Auvers» e alle nature morte. Solo
trovandosi faccia a faccia con
l’originale, la pittrice di Besenello
riesce ad appropriarsi di tutte le
sfumature di colore, della
diluizione utilizzata dall’autore. «A
Cracovia sono rimasta due giorni in
una stanza per vedere un quadro di
Leonardo Da Vinci. Prendo appunti,
perché dal vivo è diverso da come
risulta sulla foto. Quella che le
persone normalmente vedono in un
dipinto è solo una delle numerose
velature».
Con ancora in testa le pennellate
dei capolavori, Tiziana Sembianti
torna a casa e comincia subito il
disegno, dedicando molta
attenzione ai tratti e alle ombre.
Per copiare un’opera ad olio ci
vuole moltissimo tempo; anni. La
base deve riposare per almeno due
mesi e ogni velatura richiede
pazienza per l’asciugatura. Il
quadro più faticoso in assoluto
della collezione di Compet è la
«Natura morta, vaso di fiori» di Jan
Van Huysum: la pittrice ha
impiegato due anni prima di
poterlo appendere. L’ostacolo
maggiore rimane quello di leggere il
colore originario dell’opera e
riprodurlo, passaggio dopo
passaggio.
La passione per la pittura è la linfa
vitale di Tiziana. «Quando non ho in
mano un pennello sono tormentata.
Mentre dipingo libero la mia mente,
vivo una vita parallela dove i miei
unici problemi riguardano la
prospettiva e la scelta del colore».
L’artista di Besenello lavora
davanti alla tela a qualsiasi ora del
giorno e della notte, in completa
solitudine, per evitare distrazioni.
Gli errori capitano, e quando la
pennellata non è precisa o la
tonalità sbagliata, ricomincia
In alto Tiziana Sembianti con «La
ragazza con l’orecchino di perla» di
Vermeer. In basso «L’Annunciata» di
Antonello Da Messina
dall’inizio. «Leonardo da Vinci non
ha finito molti quadri. I suoi dipinti
sono difficilissimi e pure la sua
pazienza aveva un limite», dice
sorridendo Tiziana.
Seduta sul suo sgabello pulisce i
pennelli con la trementina, diluisce
i colori che ha acquistato in giro
per l’Italia con l’olio di papavero e
poi prende confidenza con la tavola
e la tela. Non ha mai venduto le sue
creazioni e raramente le ha esposte
al pubblico. «Ho cominciato a
dipingere per rendere bella la mia
casa. Amo essere circondata dalla
bellezza, non mi interessa
guadagnare». Dare vita a falsi
d’autore non è solo una passione,
ma risponde anche alla volontà di
mantenere la testimonianza del
passato. «Quanti anni di vita hanno
ancora i capolavori? Quanto
dureranno ancora le opere di Van
Gogh? Sono realizzate su materiali
deperibili: il legno marcisce e la
tela ammuffisce. Tra poco tempo
potrebbero non esistere più e di
loro rimarranno solo le copie»,
spiegano i due coniugi.
Perché un falso d’autore sia
completo, anche la cornice deve
essere perfetta. Tiziana Sembianti
le fa appositamente confezionare
da un falegname di fiducia e le
dipinge lei stessa come le originali
che si trovano nei musei.
Una volta finita «L’annunciata», la
copista di Compet vuole lanciarsi
in un’avventura ambiziosa,
riproducendo un mostro sacro
come Leonardo Da Vinci. Aprirà il
libro di restauro, andrà al Louvre e,
pennellata dopo pennellata, darà
vita alla sua enigmatica
«Gioconda».
L’evento | Un gioco di luci creerà la giusta atmosfera nel «bosco incantato» allestito in piazza Cal di Ponte
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Mercoledì si accende il Natale moriano, all’insegna dell’arte
Prende forma il bosco incantato a cui, da qualche giorno,
si lavora in piazza Cal di Ponte a Mori. Gli alberi messi a disposizione dal servizio foreste della Provincia fanno da
cornice a tre osservatori di legno da cui guardare altrettante opere d’arte. A creare l’atmosfera, sarà un raffinato gioco di luci che verrà acceso in
occasione dell’inaugurazione
del Natale moriano, realizzato dal Consorzio Centriamo
Mori e dal Comune: l’appuntamento è per mercoledì alle
17.30.
L’allestimento è stato realizzato anche con la fondamentale collaborazione di Roberto Conte, artista che collabora da anni con Arte Sella e che
ha dato un’impronta decisiva
all’ideazione del tutto. Sua,
inoltre, un’opera d’arte presente in piazza realizzata interamente in legno.
L’attenzione è stata, oltre che
per l’aspetto artistico, rivolta
anche all’aspetto ambientale,
scegliendo di utilizzare solo
alberi in vaso, che al termine
dell’evento verranno restituiti ai vivai del servizio foreste.
Oltre al bosco, in piazza sono
già pronte le casette che ospi-
teranno le associazioni e le attività commerciali; tante saranno le iniziative di animazione. Due i concorsi: con «Il del
Natale che vorrei» si può esprimere il proprio desiderio e dare un titolo al bosco; con «Vota l’albero» si potrà invece dare il proprio giudizio sui Tannenbaum che decorano via
Gustavo Modena. Ci saranno
poi laboratori per preparare i
biscotti, la fiaccolata con la luce di Betlemme il 14 dicembre
e ancora concerti e la gara podistica del 22 dicembre «Di
corsa aspettando il Natale»; il
giorno della vigilia, le beganate del Coro Fior di Roccia, il 29
dicembre l’esibizione del Coro Anthea al Santuario di Montalbano. Non solo casette e
mercatini, insomma. Ma spazio all’arte.
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