La rivista in formato PDF - Agenzia Spaziale Italiana
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Poste Italiane Spa - Sped. Abb. Post. - D.L. 353/03 (conv. in L. 27/2/04) art. 1, comma 1 EURO 20,00 2 Anno II Giugno 2010 sentinelle europee a guardia del Pianeta GMES Editoriale GMES: Italia in prima linea con le sentinelle europee M Enrico Saggese Presidente dell’ASI (Agenzia Spaziale Italiana) entre gli Stati Uniti cercano ancora una strategia possibile per la loro politica spaziale del prossimo futuro e, mentre la concorrenza degli attori emergenti sullo scenario internazionale si fa sempre più agguerrita, gli unici ad avere le idee abbastanza chiare sembrano essere i Paesi dell’Unione Europea che, pur nella difficoltà di mettere all’unisono il coro delle tante voci dei protagonisti, sono riusciti a tracciare un solco abbastanza definito per i prossimi anni. In particolare tre sembrano essere gli obiettivi principali dei Paesi aderenti all’Agenzia Spaziale Europea, l’Osservazione della Terra con il programma GMES e i “contributing missions” dei vari paesi, l’avvio del programma GALILEO per dare finalmente all’Europa un suo sistema Gps e l’esplorazione di Marte e dello spazio, la cosiddetta Cosmic Vision che studierà la dark Energy, i sistemi planetari extrasolari e il sole da distanza ravvicinata. Ma sono due i progetti, per le implicazioni e le ricadute che avranno sulla vita dei cittadini, a suscitare l’interesse e le aspettative maggiori: GMES e GALILEO. Anche per questa ragione “Spacemag”, ha voluto dedicare, praticamente l’intero numero ad analizzare tutti gli aspetti ed i risvolti del programma di Osservazione della Terra GMES. Per la prima volta, infatti, un progetto spaziale rivoluziona completamente il suo concetto base: non è più la pura e semplice tecnologia a guidare le scelte di fondo ESA e delle Agenzie nazionali, ma quello di creare una effettiva capacità di fornire servizi operativi per il monitoraggio ambientale e la sicurezza, integrando tecnologie spaziali e sistemi di rilevamento al suolo. Insomma i satelliti “Sentinel” di GMES saranno in grado di soddisfare specifici requisiti di utente: “put the user in the driver’s seat”. Si tratta quindi di fornire agli utenti informazioni con caratteristiche di qualità, tempestività e continuità. Prevalentemente questi servizi saranno rivolti ad utilizzatori delle istituzioni Europee e nazionali a supporto delle politiche nei settori dell’ambiente, della sicurezza, della protezione civile, dei trasporti e dell’agricoltura. In seguito con la realizzazione del Gps europeo GALILEO si arriverà direttamente al cittadino. Ma torniamo al tema della nostra breve dissertazione, il GMES. Sei le tematiche sulle quali dovranno vigilare i satelliti del programma: monitoraggio del territorio, gestione delle emergenze, monitoraggio dell’ambiente marino, monitoraggio dell’atmosfera, cambiamento climatico, sicurezza. Il ruolo del coordinamento spaziale del progetto sarà prerogativa dell’ESA, mentre alla Commissione Europea spetterà la responsabilità del coordinamento complessivo di GMES. Fino ad oggi i costi della fase di sviluppo della componente spaziale sono stati sostenuti per circa il 70 per cento dall’ESA e per il restante 30% dalla Ue. Nel prossimo futuro la prospettiva economica dovrà completamente ribaltarsi con il 70% a carico della Ue e il 30% per L’ESA. In tutto ciò l’Italia, oltre a partecipare alle varie fasi di elaborazione dell’iniziativa, nell’ambito dell’ESA è il secondo finanziatore del programma con una sottoscrizione di una quota pari a circa il 30% dei costi della fase di sviluppo. L’industria nazionale è leader nella realizzazione della Sentinella 1 equipaggiata con un radar ad apertura sintetica. Anche nel settore dei servizi l’Italia, attraverso le proprie realtà industriali, la comunità scientifica e le istituzioni nazionali di riferimento svolge un ruolo di primo piano nella messa punto dei vari servizi operativi. In particolare per la gestione delle emergenze nel settore marino e nel settore della “Security”. 1 Enrico Saggese 2010 Numero 2 SPACEMAG N° 2 • Anno II Giugno 2010 Trimestrale iscritto al tribunale di Roma n° 340/2009 in data 10/06/2009 Direttore responsabile Marcello D’Angelo Direttore editoriale Mariano bizzarri Coordinamento di redazione Andrea Drudi claudio camerino Editoriale Trasporti Srl 2 Sommario Summary GMES: Italia in prima linea con le sentinelle europee.............................................. 1 Finmeccanica: un network dalla terra allo spazio...................................................... 8 Finmeccanica: a network from Earth to Space................ 14 Presidente PAOLO Silvestri GMES, il secondo pilastro della politica spaziale europea............................................17 Amministratore delegato Laura Di Perna GMES: the second pillar of european space policy.............................................. 19 Sede legale 16129 GENOVA Viale Brigata Bisagno, 14/4 Direzione e Redazione 00187 ROMA Piazza San Silvestro, 13 Tel. +39 06 99330133 Fax +39 06 99330134 Centro stampa Galeati industrie grafiche Srl 40026 Imola (BO) Via Selice, 187/189 Distribuzione Poste italiane Spa Abbonamento annuale Italia € 50,00 Estero € 80,00 Bonifico bancario: Editoriale Trasporti Srl Banca Monte dei Paschi di Siena IBAN: IT 40 T 01030 25701 000000266521 www.spacemag.it [email protected] SPACEMAG Numero 2 2010 GMES, full steam ahead. ......................................... 21 GMES: verso la piena operatività.................................... 22 Il segreto è nella gestione integrata...................... 24 Integration is “the” answer. ............................................ 25 Satellite remote sensing to monitor tropical forests........................................ 26 Telerilevamento satellitare per monitorare le foreste tropicali................................... 28 I satelliti ci difendono dalle nuove minacce alla sicurezza...................... 30 The new European security relies on close EO ................. 33 Comitato scientifico Presidente Mariano Bizzarri Il polso del Pianeta................................................... 34 “Sentinel”, a very appropriate name .............................. 38 Indispensabile l’evoluzione dell’ingegneria di sistema....................................... 40 Engineering systems, a reform badly needed . ................ 42 I satelliti. ..................................................................... 44 Componenti Roberto Battiston Piero Benvenuti Antonello Biagini Mario Cosmo Fulvio Drigani Franco giannini Margherita Hack Sergio Marchi Silvano Moffa Viviana Panaccia ettore petraroli Giuseppe Reibaldi Roberto Vittori Gli occhi sul pianeta................................................ 46 Planet watching............................................................ 48 3 In prima: The next frontier......................................................... 51 Immagine del vulcano islandese Eyjafjallajokull La prossima frontiera...................................................... 53 Quelli che guardano il cosmo............................... 55 Special thanks to: NASA, ASI, ESA, Finmeccanica, Telespazio for images and illustrations Eyes in the sky................................................................ 58 Un’apocalisse piena di speranza. ......................... 60 Apocalypse? Well, not really. ......................................... 61 Glossario.................................................................... 62 In collaborazione con: Indice dei nomi. ....................................................... 64 2010 Numero 2 SPACEMAG News Happy birthday to Baikonur 4 Spacemag è anche online Baikonur, the world famous launch pad from where the first Soviet and world cosmonaut Yury Gagarin was sent to space has turned 55 years. The decision to establish a testing range for inter-continental ballistic missile and the launching of earth satellites was taken on February 12th 1955. A month earlier, the first construction brigade had arrived in Tura-Tam. The building of the cosmodrome was started under this harsh climatic condition and work was done at a furious pace. The range welcomed the first starting complex in May two years later. More than half of all the space launches in the world take place in Baikonur, which is now under the Federal Space Agency, after being stripped of its military component. Russian Federal Space Agency NASA announces new science missions NASA says hurricanes, air quality and arctic ecosystems are among research projects planned during the next five years by its new airborne science mission. The space agency’s new Earth System Science Pathfinder program is designed to complement NASA’s larger research missions. The selected proposals are the first in a new series of low- to moderatecost projects. NASA said the projects will be funded at a total cost of no more than $30 million each. National Aeronautics and Space Administration SPACEMAG Numero 2 2010 Spacemag, la prima rivista in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana completamente dedicata all’esplorazione spaziale in tutte le sue accezioni: dalla ricerca, all’industria, dalla programmazione politica alle scelte strategiche, dalle missioni umane all’esplorazione dello spazio profondo, dalle applicazioni alla vita quotidiana dei cittadini è disponibile anche online. Infatti sul sito, www.spacemag.it, nella sezione Magazine è possibile leggere i numeri della rivista. Inoltre è stata realizzata una pagina su Facebook (basta cercare Spacemag tra le pagine) con aggiornamenti quotidiani su notizie, eventi ed iniziative legate a questo affascinante settore. Jean-Jacques Dordain to continue as European Space Agency Director General The Council of the ESA has announced that JeanJacques Dordain will continue as the Director General for a further period of four years. Mr Dordain has served as Director General of ESA since 2003. This third mandate extends his term to June 2015. Mr Dordain’s tenure at ESA includes many important Jean Jacques Dordain European space milestones, is a member of the International Academy of Astronautics and the Academie des Technologies, and an associate member of the Acadmie Royale de Belgique. He has also held professorships at the Ecole Polytechnique, the Ecole Nationale Superieure des Techniques Avancees and l’Ecole Nationale de l’Aeronautique et de l’Espace. European Space Agency Planck ed Herschel premiati come “fuoriclasse” dello spazio The first joint satellite navigation venture The Russian Space Systems corporation and the U.S. Trimble Navigation Group have signed an agreement to create a joint satellite navigation venture in Russia. Each of the companies will hold a 50% stake in the Rusnavgeoset company, which will produce Global Navigation Satellite System (GNSS) geodetic network infrastructure systems. This high-technology, innovative sphere of activities directly contributes to the commercializing of GLONASS. The Global Navigation Satellite System, the Russian equivalent of the U.S. GPS, is designed for both military and civilian use. Both systems allow users to determine their positions to within a few meters. Una prestigiosa medaglia si aggiunge alla lunga lista di riconoscimenti collezionati dalle missioni Herschel e Planck, considerati i due satelliti più complessi mai concepiti e realizzati in Europa. L’ultimo riconosciRussian Federal mento arriva dall’AAAF, l’Associazione francese per Space Agency l’Aeronautica e l’Astronautica, ha assegnato lo Special Grand Prix 2010 ai team internazionali delle due missioni. Team in cui hanno un ruolo di primissimo piano sia l’INAF che, l’ASI. Il premio è conferito ogni anno ai gruppi che più hanno segnato il progresso della scienza e dell’esplorazione spaziale. Da quando hanno raggiunto il punto lagrangiano L2 a 1,5 milioni di chilometri dalla Terra, Planck e Herschel sono diventati due occhi privilegiati per gli astronomi attraverso i quali guardare nello spazio e nel tempo. Agenzia Spaziale Italiana News MRO a caccia di record ESA space hazard programme profiled online Appena tre mesi fa MRO, Mars Reconaissance Orbiter, aveva imposto il suo straordinario record di dati. In meno di 4 anni di attività, la sonda marziana della NASA aveva mandato a Terra 100mila miliardi di bit di dati, più di tutte le missioni spaziali finora realizzate messe insieme. Risale a due anni fa, l’annuncio che lo strumento italiano di MRO, il radar sounder SHARAD aveva completato la stratigrafia di Marte. Adesso, la NASA ha messo a disposizione ben 600 immagini della superficie del Pianeta Rosso scattate tra il 5 aprile e il 6 maggio scorsi. National Aeronautics and Space Administration Mars Reconaissance Orbiter, A new section in the ESA web site highlights the Agency’s growing activity related to the Space Situational Awareness programme. The full SSA system will protect Europe’s citizens and satellite-based services by detecting space hazards. The Space Situational Awareness Preparatory Programme was authorised at the November 2008 ESA Ministerial Council and formally launched in 2009. More than ever before, satellites provide critical services to European citizens, governments and industry. Any interruption would seriously affect an enormous range of activities. Investors scout space spin-offs China may become space station partner Investors looking for promising opportunities in space spin-offs used ESA’s Investment Forum in Stuttgart, Germany, in may to meet 28 young entrepreneurial companies looking for financing to start their businesses. Organised by ESA’s Technology Transfer Programme Office (TTPO) and managed by Europe Unlimited, this was the fourth Forum. Most of the companies were from the four European Space Agency Business Incubation Centres in the Netherlands, Germany and Italy. In parallel, the European Commission organised a workshop on satellite applications, underlining the role of the forum in bringing innovators, investors and industry together. “In our incubation centres we help the entrepreneurs to get started,” said Frank M. Salzgeber, Head of TTPO. “They come with great ideas and we provide them with office space, seed funding and contact with experts to mature their ideas and develop them into potential businesses. “The next step is to find partners and investors who can support them with financing and target their business”. The European Space Agency (ESA) supports China’s inclusion in the International Space Station (ISS) partnership, the agency’s director -general Jean-Jacques Dordain said. He made the remarks on Monday during the ongoing Global Lunar Conference in Beijing, which is organized by the International Astronautical Federation and the Chinese Society of Astronautics. Dordain said international cooperation on space exploration has been progressing slowly. To achieve more, the partnership needs to be expanded, he said. “I am really willing to support the extension of the partnership of the ISS to China and South Korea. Obviously, this should be a decision by all partners, not European Space Agency the decision by one partner,” he said. But with growing power based on its independent technologi520 days on a simulated cal development, China is being invited to more flight to Mars international cooperatives On 3 June 2010, six astronauts commenced a virtual in space exploration in retrip to Mars. Sealed into a cramped container at the cent years. In the coming Moscow Institute of Biomedical Problems (IBMP) for few years, China plans to 520 days, they will experience the rigours and isolatest docking technologies, tion of long-duration spaceflight. This marks the start which is necessary for of the main part of the Mars 500 experiment, and building the space station, on completion will constitute the longest ever space and send probes for moon simulation experiment. Scientists from the German landings. China aims to Aerospace Center (DLR) and other German research build a space station on institutions such as the Charité medical school in Berits own by 2020. lin are ‘back on board’, along with staff from the universities of Erlangen and Bonn. When the hatch closes China National on 3 June, the six-person crew from Russia, Europe Space Administration and China will set out on their simulated 520-day journey to the Red Planet. For their virtual outbound leg, they will need 250 days, then have scheduled 30 days for their “stay” on Mars, after which the crew embarks on its 240-day return journey to Earth. The experiment will take place in a special-purpose test facility at the IMBP in Moscow. With the exception of weightlessness and exposure to radiation, in-space conditions will be simulated as realistically as possible. During these 520 days, about 100 tests are planned, covering the fields of psychology, psychophysiology, clinical diagnostics, physiology and microbiology. European Space Agency International Space Station European Space Agency 2010 Numero 2 SPACEMAG 5 News US Air Force tests hypersonic UAV The US Air Force test launched a hypersonic cruise missile, with the vehicle accelerating to Mach 6 before splashing down in the Pacific Ocean.The Air Force said the test flight of the X-15A Waverider lasted more than 200 seconds, the longest ever hypersonic flight powered by scramjet propulsion. The previous record was 12 seconds in a NASA X-43 vehicle. “We are ecstatic to have accomplished most of our test points on the X-51A’s very first hypersonic mission” said Charlie Brink, program manager with the Air Force Research Laboratory. National Aeronautics and Space Administration 6 NASA releases new Kepler data on extrasolar planet NASA’s Kepler Mission has released 43 days of science data on more than 156,000 stars. These stars are being monitored for subtle brightness changes as part of an ongoing search for Earth-like planets outside of our solar system. Astronomers will use the new data to determine if orbiting planets are responsible for brightness variations in several hundred stars. These stars represent a full range of temperatures, sizes and ages. Many of them are stable, while others pulsate. Some show starspots, which are similar to sunspots, and a few produce flares that would sterilize their nearest planets. National Aeronautics and Space Administration SPACEMAG Numero 2 2010 The new Earth’s gravity map The first global gravity model based on GOCE satellite data has been presented at ESA’s Living Planet Symposium. ESA launched GOCE in March 2009 to map Earth’s gravity with unprecedented accuracy and resolution. The model, based on only two months of data, from November and December 2009, shows the excellent capability of the satellite to map tiny variations in Earth’s gravity. “GOCE is delivering where it promised: in the fine spatial scales,” GOCE Mission Manager Rune Floberghagen said. “We have already been able to identify The Earth gravity map significant improvements in the high-resolution ‘geoid’, and the gravity model will improve as more data become available.” The geoid is the shape of an imaginary global ocean dictated by gravity in the absence of tides and currents. It is a crucial reference for accurately measuring ocean circulation, sea-level change and ice dynamics – all affected by climate change. European Space Agency Japan draws plans to build research center on Moon Atlantis va in pensione L’atterraggio al Kennedy Space Center è avvenuto mercoledì 26 maggio dodici minuti prima delle tre del pomeriggio, quando in Florida erano le 8:48. Esattamente come previsto. Undici giorni, 18 ore, 28 minuti e qualche spicciolo: tanto è durata la Sts-132 sulla Stazione Spaziale Internazionale, la 32ma e ultima missione dello Shuttle Atlantis in 25 anni di onorato servizio per la NASA. Venticinque anni pieni di ricordi anche per il nostro paese: era proprio sull’Atlantis che nel lontano 1991 volò il primo astronauta italiano, Franco Malerba. Adesso restano operativi l’Endeavour e il Discovery, per gli ultimi 2-3 viaggi verso la ISS. Ancora non più di un anno, in cui Atlantis potrà ancora servire (in teoria) come navicella di emergenza. Poi per la flotta degli Shuttle sarà definitivamente arrivata la meritata ora della pensione. E sarà il momento degli Orion, degli Ares, dei vettori privati. Quel che è certo è che calerà il sipario su un’intera epoca dell’esplorazione spaziale. National Aeronautics and Space Administration Japan is developing a program to build a scientific research base on the moon, Yomiuri Shimbun reported on Wednesday. The Japanese government plans to invest some 200 billion yen ($2.2 bln) on lunar research up to 2020, and will include robots operating on the moon’s surface, according to the news agency. Japan’s strategy for exploring the moon’s surface will be carried out in two phases. The first phase of sending a mobile robot to the moon is to be completed by 2015. The robot is to send video images of the surface as well as conduct seismographic research on the moon’s composition. The following five years, according to the program, the Japanese plan to build a scientific research center on the moon’s South Pole in order to study the surface within a 100-kilometer radius. The station will be able to produce its own electricity and take surface samples. Some samples will then be sent back to Earth for further study. Japan Aerospace Exploration Agency L’ultimo lancio dello Space Schuttle Atlantis News La quarta edizione di “Agrospace 2010” Si è tentuto a Sperlonga lo scorso maggio il 4° Workshop Internazionale sull’Agrospazio organizzato in collaborazione con Federlazio, che si è focalizzato sui Sistemi di Produzione di cibo e Life Support per lo Spazio e sui Sistemi a Terra in condizione di produzione confinata e limitata. L’obiettivo principale di Agrospazio 2010 è stato quello di migliorare il bagaglio di informazioni disponibili per possibili settori applicativi, utilizzando in modo interdisciplinare la Scienza e Ricerca Spaziale (con gli interventi dell’Asi, e delle principali Agenzie Spaziali Internazionali – NASA ed ESA con le maggiori Industrie europee del settore – Thales Alenia Space, Astrium, Telesapazio, Aero Sekur) e la Scienza e Ricerca in Agricoltura Terrestre con particolare riferimento alle coltivazioni idroponiche in ambiente confinato.La due giorni si è articolata in tre sessioni principali: Caratterizzazione delle Tecnologie agricole a Terra in ambienti confinati; Applicazioni Spaziali, e potenziali ricadute a Terra e trasferimenti di Tecnologie Agenzia Spaziale Italiana Spirit remains silent at Troy Spirit remains silent at her location called “Troy” on the west side of Home Plate. No communication has been received from the rover since March 22. It is likely that Spirit has experienced a low-power fault and has turned off all sub-systems and gone into a deep sleep. While sleeping, the rover will use the available solar array energy to recharge her batteries. The rover electronics module is expected to get colder than ever before. When the batteries recover to a sufficient state of charge, Spirit will wake up and begin to communicate over X-band and Ultra-High Frequency. National Aeronautics and Space Administration Spirit during his mission on Mars surface Indian rockets will use a new kind of fuel In an attempt to make its rockets lighter and carry heavier satellites, the Indian space agency is planning to flight test by the end of this year its own air-breathing engine that will use atmospheric oxygen as fuel. Air-breathing engines use atmospheric oxygen and burn it with the stored on-board fuel to generate the onward thrust. Conventional rockets carry both oxygen and chemical fuel on board. “We will be doing a series of ground tests of the air breathing engine soon. We are planning an actual launch of a sounding rocket - ATV D02 - powered by such an engine by the end of this year,” an official of Indian Space Research Organisation (ISRO) told IANS on condition of anonymity. Indian Space Research Organisation 7 UK Space Agency funds international Mars rover The UK Space Agency is announcing Pounds 10.5M for the development of instruments to search for signs of past or present life on Mars. The instruments are part of the scientific payload on the ExoMars rover to be launched in 2018 as part of a joint mission between the European Space Agency (ESA) and US space agency NASA. ExoMars is a flagship project in the UK Space Agency’s science and exploration programme. The ExoMars rover is a robotic scientist which will search for evidence of past and present life and study the local Martian environment to understand when and where conditions that could have supported the development of life may have prevailed. UK Space Agency A rendering of the ExoMars rover Space station keeps watch on world’s sea traffic As the ISS circles Earth, it has begun tracking individual ships crossing the seas beneath. An experiment hosted by ESA’s Columbus module is testing the viability of monitoring global traffic from the Station’s orbit hundreds of kilometres up. The ship-detection system under test is based around the Automatic Identification System (AIS), the marine equivalent of the air traffic control system. All international vessels, cargo ships above certain weights and passenger carriers of all sizes must carry ‘Class A’ AIS transponders, broadcasting continually updated identification and navigation data. AIS allows port authorities and coastguards to track seagoing traffic, but the system relies on VHF radio signals with a horizontal range of just 40 nautical miles (74 km). This makes it useful within coastal zones and on a ship-to-ship basis but open ocean traffic remains largely untracked. However, AIS signals travel much further vertically – all the way up to the International Space Station. European Space Agency 2010 Numero 2 SPACEMAG Storia di copertina Finmeccanica: un network dalla terra allo spazio Guarguaglini: i paesi emergenti sono un’opportunità di crescita 8 di Marcello D’Angelo Q uale il ruolo e come si inserisce lo spazio nel “network” Finmeccanica? All’interno del gruppo Finmeccanica le attività legate allo spazio provengono da una lunga e consolidata tradizione. Sin dagli anni Sessanta le prime aziende italiane che operavano in questo settore avevano sviluppato grandi capacità tecnologiche che hanno gettato le basi per lo sviluppo di un’industria nazionale di tutto rispetto e che ben presto è passata dal ruolo di semplice fornitore di parti e componenti a quello di prime contractor per payload, satelliti e strutture orbitanti. Grazie a questa riconosciuta eccellenza tecnologica Finmeccanica ha potuto fare precise scelte industriali a livello europeo che hanno garantito alle nostre aziende il salto di qualità verso la dimensione internazionale. Questo percorso si è infatti concretizzato nella Space Alliance che ha creato il primo operatore dell’industria spaziale europea, presente nei più importanti programmi spaziali internazionali e in grado di competere con i maggiori attori mondiali del settore. Al suo interno, Telespazio si occupa della gestione SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina 9 Il satellite Smos per l’analisi della salinità degli oceani e dell’umidità atmosferica 2010 Numero 2 SPACEMAG Storia di copertina dei servizi satellitari, mentre Thales Alenia Space è dedicata alla manifattura di satelliti e di strutture orbitanti. Queste attività si integrano, a livello di Gruppo, con quelle delle altre aziende che operano in particolare nell’elettronica per la difesa, nell’aeronautica e negli elicotteri. Oggi infatti il mondo ci richiede soluzioni sempre più integrate al servizio della difesa e della sicurezza, in grado di gestire simultaneamente dati e informazioni provenienti da fonti diverse, siano esse l’elicottero di soccorso, il radar costiero, il satellite o il singolo sensore. I prodotti e i sistemi di cui disponiamo in ambito spaziale sono in grado sia di porsi in modo completo e autonomo sui propri mercati di riferimento, sia di integrarsi con gli altri settori del Gruppo Finmeccanica, diventando parte di piattaforme complesse o di sistemi più evoluti. Per fare un esempio, un satellite è un grande contenitore di tecnologia che integra al suo interno l’elettronica per la difesa prodotta dal Gruppo e può diventare a sua volta parte di un sistema integrato, progettato da un’azienda del Gruppo per la sorveglianza di un tratto di costa o territorio. Sopra: Pier Francesco Guarguaglini, presidente e amministratore delegato del gruppo Finmeccanica 10 Sotto: Sede storica di Finmeccanica a Roma Come procede la “Space Alliance” con la francese Thales? La Space Alliance ha dato a entrambi i partner grandi opportunità competitive: la condivisione di mercati e di aree di business oltre alla consuetudine nel fornire soluzioni a clienti istituzionali e militari sono il substrato comune da cui siamo partiti per far crescere un grande gruppo europeo presente sia nei sistemi sia nei servizi. La vera forza della Space Alliance risiede nel poter sfruttare appieno il vantaggio dato dalla presenza nei maggiori programmi europei in tutti i segmenti di mercato e con competenze riconosciute e consolidate. I risultati ottenuti finora sono stati soddisfacenti, con importanti acquisizioni in tutti i segmenti in cui siamo presenti, dalle telecomunicazioni commerciali a quelle istituzionali militari, dall’osservazione della terra alla navigazione satellitare, dalle infrastrutture orbitali ai programmi scientifici. Solo a titolo di esempio potrei citare il contratto per la fornitura alla Turchia del sistema satellitare Gokturk per l’osservazione della Terra, che vede Telespazio come prime contractor, o l’ordine dalla Orbital Science Corporation per la fornitura alla NASA di nove moduli pressurizzati nell’ambito delle attività legate alla Stazione Spaziale Internazionale per la quale, vorrei ricordare, le nostre industrie hanno già fornito più del 50% dello spazio abitabile. E ancora proprio in questi giorni Thales Alenia Space ha vinto in USA una commessa da 2,1 miliardi di dollari per realizzare gli 81 satelliti della nuova costellazione Iridium: è un contratto molto importante perché apre alla Space Alliance un nuovo mercato nel quale TAS, in qualità di prime contractor, affiderà circa il 40% del lavoro a società nordamericane. Ritengo che anche per il futuro ci siano buone prospettive, poiché il settore spaziale, pur avendo risentito della crisi finanziaria, ha mantenuto sostanzialmente inalterate le proprie potenzialità di crescita nel lungo termine. Le sempre maggiori esigenze del pianeta Terra nel campo della difesa, della sicurezza e della protezione dell’ambiente moltiplicano infatti le richieste per tutta una serie di applicazioni: navigazione e posizionamento globale, comunicazioni per la difesa e sicurezza, osservazione della Terra, gestione dei trasporti aerei, marittimi e terrestri, Homeland Security. Le scelte future dell’esplorazione spaziale stanno vivendo un momento di stasi, forse anche a causa delle perplessità americane, mentre l’Esa sembra aver definito SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina la sua strategia, come potrà influire tutto questo sull’industria spaziale nazionale ed internazionale? Per avere un quadro più preciso bisognerà attendere le conclusioni a cui perverrà l’Amministrazione USA e di conseguenza gli eventuali nuovi indirizzi che guideranno la NASA nel prossimo futuro. Certamente, a livello di programmi destinati all’esplorazione spaziale, potranno esserci dei mutamenti che coinvolgono l’industria spaziale. La stagione attuale delle attività spaziali è caratterizzata soprattutto dalla possibilità di sviluppare applicazioni utili per la vita quotidiana delle persone e per la loro sicurezza: in questo ambito esistono grandi potenzialità di sviluppo ad esempio nell’osservazione della Terra o nei sistemi di navigazione, nei quali l’industria spaziale potrà mettere a frutto proprio tutte le innovazioni tecnologiche scaturite dai programmi di esplorazione spaziale. Finmeccanica in questo scenario è avvantaggiata grazie alle competenze che ha sviluppato sia nella realizzazione delle infrastrutture spaziali, sia nello sviluppo dei servizi connessi. Programmi come COSMO-SkyMed o Sicral – tanto per citare due esempi di eccellenza tecnologica interamente sviluppati dall’industria italiana – hanno enormi potenzialità a livello applicativo, date le crescenti richieste di Governi e istituzioni in materia di sicurezza, di protezione del territorio e delle persone e di gestione di ogni tipo di emergenza ambientale. Un esempio concreto è dato da e-GEOS, la società costituita da Telespazio e dall’Agenzia Spaziale Italiana, che progetta e commercializza applicazioni relative all’osservazione della Terra e che, poche ore dopo il devastante terremoto di Haiti, è stata in grado di fornire a tutti gli organismi coinvolti una serie di mappe satellitari ad alta definizione per guidare e supportare le operazioni di soccorso e la gestione degli aiuti. La attuali attività spaziali si concentrano sullo sviluppo di applicazioni per la vita quotidiana Sullo scenario internazionale si affacciano attori emergenti come la Cina, l’India, il Brasile, l’Argentina, la Corea….. Quali le strategie di Finmeccanica verso questi paesi? Una delle linee strategiche che Finmeccanica ha impostato per garantirsi la crescita e la competitività sui mercati internazionali riguarda proprio i Paesi emergenti del mondo, le cui economie in grande sviluppo offrono al nostro Gruppo notevoli opportunità sia nel settore civile che in quello militare. Si tratta di Paesi - e non penso solo a quelli da lei citati, ma anche a tutti quelli dell’area del Mediterraneo, del Medio Oriente o del sud est asiatico - che stanno dedicando grande attenzione a progetti di modernizzazione complessiva delle proprie strutture e che in alcuni casi hanno avviato importanti programmi per dotarsi di una capacità autonoma di accesso allo spazio. Ciò comporta ingenti investimenti nei Il Centro Spaziale del Fucino ospita il centro di controllo della costellazione COSMO-SkyMed 2010 Numero 2 SPACEMAG 11 Storia di copertina Progetto Galileo 12 settori ad alta tecnologia per applicazioni al servizio non solo della difesa e della protezione delle persone e del territorio, ma anche delle grandi infrastrutture civili destinate a migliorare la qualità della vita dei cittadini, nei settori dei trasporti, della distribuzione di energia o del controllo del traffico aereo, tanto per citarne alcuni. Nella fattispecie, le soluzioni in campo spaziale che Finmeccanica può offrire coprono praticamente ogni tipo di esigenza. Con un occhio di riguardo però alle mutate esigenze di questi Paesi in fatto di scambio tecnologico e di partecipazione diretta alle attività industriali: non si accontentano infatti di acquisire un prodotto o un sistema, ma ambiscono ad un modello di sviluppo solido che si fondi sull’industrializzazione e sull’acquisizione di know how. Per questo puntiamo ad accordi di collaborazione industriale e tecnologica strutturati attraverso partnership di lungo periodo con le industrie locali, che prevedano una nostra presenza radicata e continuativa nel Paese. Come procede il programma italiano COSMO-SkyMed, è già stata decisa la seconda generazione di satelliti? I primi tre satelliti della costellazione sono stati lanciati con successo tra giugno 2007 e ottobre 2008 e l’ultimo dovrebbe essere messo in orbita entro il 2010, completando il dispiegamento dell’intera costellazione. COSMO-SkyMed è ad oggi il più potente e versatile sistema spaziale di osservazione della Terra mai realizzato, con potenzialità di applicazioni praticamente illimitate. E’ il primo ad aver applicato il concetto di costellazione di satelliti per ridurre drasticamente, fino a qualche ora, i tempi di risposta nelle zone di interesse, fornendo migliaia di immagini al giorno anche nelle più avverse condizioni meteorologiche o di illuminazione. Inoltre è il primo sistema spaziale al mondo a uso duale, capace cioè di fornire servizi sia nel campo della difesa sia nel campo dell’utenza civile. Queste qualità sono già state ampiamente dimostrate nel caso dei recenti e devastanti terremoti che hanno colpito il pianeta. Già nel maggio del 2008, a po- SPACEMAG Numero 2 2010 che ore dal terremoto nella regione del Sichuan cinese, le immagini radar di COSMO-SkyMed sono state le prime e uniche disponibili per la ricognizione delle zone colpite. Per quanto riguarda la seconda generazione di satelliti, al momento c’è stata una richiesta di offerta da parte di ASI che ci auspichiamo possa consentire un rapido avvio delle attività di sviluppo. I satelliti COSMO-SkyMed, infine, saranno parte del programma europeo GMES (Global Monitoring for Environment and Security) cui partecipano a vario titolo sia Telespazio che Thales Alenia Space. La Difesa rappresenta certamente, per lo spazio, uno dei settori nevralgici, come procede su questo fronte il lavoro di Finmeccanica a livello nazionale ed internazionale? Sicuramente gli scenari di crisi che interessano il mondo attuale, caratterizzati da instabilità e minacce che si manifestano sotto molteplici aspetti, hanno reso sempre più evidente l’importanza della componente spaziale nell’organizzazione dei sistemi di sorveglianza e difesa, che devono garantire in ogni momento la cosiddetta situation awareness cioè la visione e il controllo globale in ogni tipo di condizione e in ogni situazione operativa, assicurando le comunicazioni strategiche e tattiche con tutte le piattaforme militari, terrestri, navali e aeree, come un’unica rete integrata. In questo ambito le nostre aziende sono attive in importanti programmi spaziali dedicati alla Difesa. Thales Alenia Space ha prodotto e messo in orbita i satelliti del programma Syracuse per le telecomunicazioni militari francesi oltre ad essere partner principale per il programma di telecomunicazione tedesco Satcom BW e per i programmi di osservazione Helios in Francia, SAR Lupe in Germania e COSMO-SkyMed in Italia. Poi c’è SICRAL, il primo sistema satellitare italiano dedicato alle telecomunicazioni militari protette. Risale allo scorso anno il lancio del Sicral1b, il nuovo satellite del sistema che amplierà le potenzialità di collegamento del suo predecessore, il Sicral1 in servizio sin dal 2001. Ed è stato anche Storia di copertina firmato il contratto con il ministero della Difesa italiano e l’Agenzia della Difesa francese per la realizzazione del Sicral 2 che supporterà le telecomunicazioni delle Forze Armate dei due Paesi nei prossimi anni e si integrerà anche con il sistema Syracuse. Vorrei a questo proposito ricordare l’approccio innovativo che abbiamo sperimentato nel contratto del Sicral1B: Telespazio ha investito direttamente nella realizzazione del satellite in cambio della disponibilità di una parte della capacità satellitare per offrire servizi di comunicazione ai paesi della NATO. Uno dei primi frutti è stato l’accordo siglato da Telespazio con un’altra nostra controllata, la DRS Technologies per la fornitura di servizi di telecomunicazioni attraverso il sistema SICRAL e il proprio teleporto del Fucino, con evidenti reciproci vantaggi per entrambe le parti. stesso tempo armonizzare gli interessi degli Stati membri. Noi riteniamo che la Space Alliance, con le proprie competenze, potrà essere di valido supporto nell’individuazione delle migliori soluzioni tecnologiche. E a questo proposito vorrei ricordare che presso il Centro Spaziale del Fucino di Telespazio è stato realizzato uno dei centri di controllo che gestiranno la costellazione e la missione Galileo: una grande infrastruttura che rappresenta il cuore dell’intero sistema. Galileo: l’Europa mostra ancora qualche difficoltà nella gestione di grandi progetti comunitari Il progetto del Gps europeo “Galileo” è in notevole ritardo e il coinvolgimento delle aziende nella commercializzazione dei dati appare ormai fallito …. Quale la posizione del gruppo da lei guidato? Finmeccanica ha avuto chiare sin dall’inizio le forti potenzialità di crescita tecnologica ed economica che il sistema Galileo offriva e ha ampiamente investito nel progetto sviluppando competenze di eccellenza sia nel segmento della manifattura, sia in quello del controllo della costellazione e della missione oltre che nella fornitura di servizi associati. Siamo convinti che il sistema Galileo, con le sue innumerevoli applicazioni, potrà davvero rivoluzionare molti aspetti della vita delle persone e mettere in moto processi produttivi e sviluppi tecnologici importanti, alcuni dei quali ancora tutti da esplorare, dando così respiro all’intero settore spaziale europeo. Tuttavia è evidente che devono essere affrontati i problemi legati alle inefficienze nella conduzione delle attività legate al progetto. L’Europa mostra ancora qualche difficoltà nella gestione di grandi progetti comunitari e Galileo rappresenta indubbiamente un sistema particolarmente complesso dove è necessario coordinare i diversi organismi che interagiscono a vario titolo nel progetto e nello Università e ricerca rappresentano, assieme all’industria, i vertici di un triangolo virtuoso… purtroppo spesso, in Italia, qualcosa non va per il verso giusto. Lei come valuta la situazione italiana al riguardo? Sono convinto che la leva fondamentale per la crescita di un sistema economico sia l’innovazione che ci mette in grado di offrire prodotti e soluzioni di alto contenuto tecnologico che non sono facilmente riproducibili e diventano competitivi nel mercato globale. Tuttavia la ricerca che è alla base dell’innovazione costa e non solo in termini di investimenti ma anche in termini di organizzazione e coordinamento di tutti gli attori coinvolti. Una ricerca di qualità è il risultato di una convergenza tra capacità, in una rete integrata che coinvolga l’industria, l’Università e i centri di eccellenza, specialmente in un contesto di risorse più scarse rispetto al passato, in cui non possiamo permetterci sprechi e duplicazioni, ma dobbiamo favorire la concentrazione degli sforzi, rafforzando la cooperazione tra pubblico e privato e mettendo a fattor comune risorse, esperienze e idee. Sotto questo aspetto il nostro Gruppo ha avviato e consolidato numerosi rapporti con università e centri di ricerca, in Italia e all’estero, con i quali sviluppa attività di studio e ricerca a supporto di progetti Un aereo da caccia multiruolo sviluppato congiuntamente da Italia, Germania Ovest e Regno Unito 2010 Numero 2 SPACEMAG 13 Cover story industriali altamente innovativi. E un contributo determinante deve provenire dalle istituzioni che devono garantire un clima favorevole a questi processi, con adeguati finanziamenti per la ricerca, una migliore qualità dell’istruzione che punti di più sul sapere tecnico-scientifico, una burocrazia più snella e strutture statali più a misura dell’evoluzione tecnologica. Oltre naturalmente a infrastrutture e servizi di eccellenza. Piccole e medie imprese, quali i rapporti, esiste il pericolo che il colosso Finmeccanica possa strangolarle? Io credo che questi rapporti producano un beneficio reciproco. Finmeccanica è un grande gruppo le cui attività generano un’occupazione indotta quasi quadrupla che, in termini di aziende coinvolte, significa alcune migliaia di PMI, tutte di primissimo livello. Il vantaggio che a queste deriva dalla partecipazione ai programmi Finmeccanica non si esaurisce nel puro e semplice tornaconto economico a breve termine, derivante dal flusso iniziale certo di ricavi. C’è molto di più. La collaborazione con un’azienda solida come Finmeccanica, che opera in settori ad alta tecnologia e investe cospicue risorse nella ricerca e sviluppo, consente alle aziende del suo indotto di ridurre la situazione di incertezza e di rischio in cui operano e al contempo di avere accesso a risorse critiche, in termini di tecnologia e know how. Questo consente loro di crescere e di emanciparsi dal nostro “abbraccio” proponendosi a loro volta come partner di altri grandi player del settore conquistando maggior respiro internazionale, che oggi è la condizione indispensabile per rimanere sul mercato. Più che di fornitori noi parliamo di partner nel nostro business system, ai quali trasferiamo competenze gestionali, manifatturiere e organizzative, oltre alla conoscenza dei mercati. Così Finmeccanica si garantisce la collaborazione di partner di assoluto valore, che apportano dinamicità e flessibilità al nostro business e le PMI partecipano a processi di innovazione tecnologica migliorando la competitività □ Finmeccanica: a network from Earth to Space 14 The Group’s AD: looking forward to developing countries W hat is the relevance of space activities in Finmeccanica Group? Within the Group space operations date from a long way back. Since the ‘60s Italian aerospace industry was already technologically advanced and soon afterwards moved on from being a mere supplier of components and spares to a role of prime contractor in payload, satellites and orbiting spacecrafts. In the following decades Finmeccanica gained a primary role first in Europe and then world-wide. Space Alliance became the main operator on the European Space industry scene, contributing soon to important international space programs. Within Space Alliance, Telespazio handles satellite services while Thales Alenia Space is devoted to satellites and orbiting crafts manufacturing: both firms interact with other Finmeccanica companies dealing in military electronics, aeronautics and helicopters satisfying the market’s growing demand for integrated data management. The synergy is particularly effective: for example, a satellite’s technology exploits the military electronics components developed by other Finmeccanica companies, but on the other hand the satellite itself can become part of an integrated land survey system developed by another company of the same group. Space Alliance and the French firm Thales: how does it work? Very well, Space Alliance gave both partners, Finmeccanica and Thales, high occasions of competing successfully on international markets, sharing business areas and consolidated experience. Space Alliance true SPACEMAG Numero 2 2010 strength lies in its participating to all European major space projects in every field. Results up to now are remarkable: I may quote the land survey satellite system Gokturk supplied to Turkey, Telespazio being prime contractor, or the order received from Orbital Science Corporation (USA) for nine NASA pressurized modules to be used by the International Space Station. More recently Thales Alenia Space has been awarded a 2,1 billion US$ contract to manufacture the US Iridium Constellation 81 satellites. 40% of the work is to be subcontracted to north American firms. Prospects are good, the space sector, even if hit by recession as the whole economy at large, still presents a satisfactory long term growth factor, thanks to the ever growing need of land surveys, global positioning, homeland security, defense communications, air traffic control, just to name a few. Even so, space exploration strategic choices are on hold, perhaps because of the USA change of policy, while ESA already defined its line of operation. How will this affect aerospace industry in Italy and elsewhere? We are still waiting for the USA final decisions and consequently NASA future guidelines. Certainly there are going to be changes. Space operation nowadays are more concerned with the possible fallout of space technologies on everyday life: I think of land survey and navigation systems, where space technology applications can be widely used. Finmeccanica has a leading role in this activity, thanks to programs such as COSMOSkyMed or Sicral that meet increasing public and private Cover story demand on land control, security, borders protection, rescue operations. A good example is e-GEOS, created by Telespazio and the Italian Space Agency for Earth observation. After the recent Haiti earthquake, almost immediately it supplied rescue teams on the ground with satellite high definition maps, invaluable to organize operations efficiently. The international space scene is being entered by new players, such as China, India, Brazil, Argentina, Korea. What strategy adopts Finmeccanica towards them? Our expansion strategy on world markets is based just on such countries: in a generally depressed world economy, they are expanding at an amazing rate and still offer vast opportunities. These countries, but generally speaking the whole of Mediterranean, Middle East and South East Asia nations, are updating their organization and in some instances are entering the space race too. This process of modernization implies huge high technology investments in civil infrastructures as well, to guarantee better life conditions to the population: transports, power distribution, air traffic control and the like. Finmeccanica has a solution to every problem concerning space operations. Our policy is to favour long-term partnerships by entering industrial and technological cooperation agreements with these countries, because they do not want anymore to be simple buyers but wish to be involved in industrial and research joint ventures in order to promote their own industrial texture. Let’s talk about COSMO-SkyMed: what about its satellites second generation? The COSMO-SkyMed Constellation first three satellites have been launched succesfully between 2007 and 2008. The last one should be in orbit by this year. COSMO-SkyMed is today the most powerful and versatile space system for Earth observation. It is the first dual system working both for military and civil institutions and its potential is enormous. COSMO-SkyMed Constellation concept – the first of its kind – cuts drastically response times down to a few hours producing thousand of images a day even under the worst meteo and visibility conditions. Its usefulness was amply demostrated in May 2008, when a devastating earthquake hit the Sechuan region, China: COSMOS-SkyMed radar images were available to rescue teams within a few hours. Hopefully the satellite second generation should be under way soon: ASI has just asked us to bid for it. By the way, COSMO-SkyMed Constellation will be part of the European GMES (Global Monitoring for Environment and Security) program: both Telespazio and Thales Alenia Space are contributing to it. Defense is an all-important market for space operations. How does Finmeccanica fare on that scene? Space components in security and defense are vital to guarantee Users a global situation awareness and fully integrated networks of strategic communications world-wide. Finmeccanica is very active in the field. The French Army communications Syracuse satellites were produced and launched by Thales Alenia Space. The same company is main partner in the German TLC Satcom BW program and participates to the French Observation Helios program, the German SAR Lupe and the Italian COSMO-SkyMed ones. Then there is SICRAL, the COSMO-SkyMed, radar satellite’s multitemporal imags of pivot cultivation 2010 Numero 2 SPACEMAG 15 Cover story GOCE, il più sofisticato satellite dell’ESA destinato allo studio del campo gravitazionale terrestre e della circolazione degli oceani, realizzato e integrato da Thales Alenia Space 16 first Italian satellite system for secure military communications: last year SICRAL1b was launched to implement and improve operations by SICRAL1. Finmeccanica has been awarded a contract jointly by the Italian Defense Ministry and the French Defense Agency to develop SICRAL2, a new satellite devoted to military TLC of both countries in connection with the Syracuse program. The European Gps Galileo project is lagging behind schedule and its commercial prospects are bleak. Will you please state Finmeccanica position on the project? The high potential of Galileo in terms of technologic and economic turnover was evident to Finmeccanica from its inception. So Finmeccanica invested heavily in satellites manufacturing, constellation control systems and related services. We still believe in Galileo, but obviously there are problems to be solved in the project rather unsatisfactory management. Europe does not seem to be ready yet to manage large EU projects such as this: Galileo is very complex, the concurring European and National agencies, industries, policies themselves need to be closely integrated, harmonized, coordinated. Space Alliance in the best position to sort out the most efficient technologic solutions. Our Telespazio in its Fucino Space Center created one of the Galileo constellation Control Centers, the most important, I presume, and this speaks for our involvement. University, research, industry are the three main factors in space activities. Do you think this triangle works in Italy? SPACEMAG Numero 2 2010 Innovation is certainly the most important growth factor in any economic system, building valid industries and giving them a lead on the competition. But nowadays research costs particularly are fairly high not only in terms of financing but of organization and coordination of all subjecs involved. A valid research is usually the outcome of a close integration between industry, universities and scientific hubs, especially now that resources are lacking and not a single penny should be wasted. Our Group is keenly aware of this and our companies are closely linked to the academic world at large. It must be stressed that Government bodies should encourage this process with adeguate financing, promoting scientific education in the public school system, cutting red tape all over. And by the way supplying efficient services to all concerned. A last question: there is no danger for Finmeccanica, with the sheer weight of its companies, to crush small and medium firms in the aerospace industry? Not at all, relations are good and it could not be otherwise. Finmeccanica operations create downstream roughly a fourfold employment volume, and that means involving in our activity thousands of small and medium companies that from this association benefit not only economically but on technological know how as well. In this way they can grow and free themselves from an exclusive relationship with us; very often they become full contractors in their own right with other players on the scene. We would rather call those firms not mere suppliers or subcontractors, but real partners in our business system to full reciprocal satisfaction □ Storia di copertina GMES, il secondo pilastro della politica spaziale europea L’industria potrà migliorare la propria competitività e cogliere ulteriori opportunità di mercato di Marcello Ricottilli* N el Maggio del 1998, nel corso di un incontro tra rappresentanti delle agenzie spaziali nazionali, dell’ESA, della Commissione Europea, dell’Eumetsat e delle associazioni europee delle industrie spaziali, tenutosi a Baveno sul lago Maggiore, nacque l’idea di GMES. Nel “Manifesto di Baveno” furono esplicitate le motivazioni per l’Europa di dotarsi di una capacità autonoma ed operativa di osservazione dell’ambiente e del territorio a scala globale e di definire, a tal fine, una strategia che facesse leva sulle eccellenti capacità scientifiche ed industriali europee e sull’ambizione per l’Europa di assumere un ruolo globale. L’obiettivo non era quello di realizzare una sofisticata infrastruttura tecnologica, ma quello di creare un’effettiva capacità di fornire servizi operativi per il monitoraggio ambientale e la sicurezza, integrando tecnologie spaziali e sistemi di rilevamento al suolo, modelli numerici e metodologie applicative, il tutto mirato a soddisfare specifici requisiti di utente: “Put the User in the driver’s seat”. Quindi GMES nasce come un’iniziativa “User driven” ed è questo un significativo cambiamento rispetto ad un passato in cui erano soprattutto le tecnologie a guidare le scelte realizzative. Un secondo principio su cui fonda il GMES è quello di utilizzare al massimo tutti i sistemi già esistenti e disponibili a livello Europeo e nazionale. In particolare, la componente spaziale sarà costituita da una serie di satelliti dedicati, le “Sentinelle”, sviluppati dall’Agenzia Spaziale Europea, e da un insieme di missioni nazionali rese disponibili dai rispettivi Paesi Membri sulla base di specifici accordi. I Paesi Membri contribuiranno, inoltre, rendendo disponibili i dati acquisiti dalle loro reti di rilevamento al suolo. Secondo i piani, la presente decade vedrà il lancio di ben dodici Sentinelle e considerando le “Contributing Missions” dei Paesi Membri, GMES potrà contare già nel 2013 sulla disponibilità complessiva di circa dieci piattaforme in orbita. Fondamentale in GMES è la componente dei Servizi operativi, detti “Core Services” il cui scopo è di fornire agli utenti informazioni con caratteristiche di qualità, tempestività e continuità. Prevalentemente questi servizi saranno rivolti ad utilizzatori delle istituzioni Europee e nazionali, a supporto delle politiche europee e nazionali per l’ambiente, la sicurezza, la protezione civile, i trasporti, l’ agricoltura e tutti gli altri settori in cui possono trovare applicazione. I servizi attualmente in fase di sviluppo afferiscono a sei tematiche: monitoraggio del territorio, gestione delle emergenze, monitoraggio dell’ambiente marino, monitoraggio dell’atmosfera, cambiamento climatico, sicurezza. Nei pros- GMES ha l’obiettivo di garantire all’Europa l’indipendenza nel rilevamento e nella gestione dei dati sullo stato di salute del pianeta 2010 Numero 2 SPACEMAG 17 Storia di copertina simi anni saranno consolidati i primi prototipi operativi e dal 2014 inizierà la fase di piena operatività che dovrà essere alimentata dalle risorse finanziarie da allocare nel bilancio comunitario 2014-2020. I benefici attesi in termini applicativi va ben oltre il perimetro formale dei Core Services. Infatti questi, insieme alla vasta gamma di dati accessibili, saranno facilitatori e catalizzatori per sviluppi di ulteriori servizi, i downstream services, lungo la catena del valore aggiunto e a scala locale-regionale, che vedranno protagonisti soprattutto le PMI dotate di significative capacità applicative. Quindi, il GMES è un’iniziativa complessa ed articolata guidata dall’Unione Europea e realizzata in partnership con gli Stati Membri e con l’ESA e basata sul know-how e capacità dell’industria spaziale e della comunità scientifica Europea. E’ complessa perché costruita in parte su infrastrutture esistenti, appartenenti a Paesi/enti diversi, realizzate con soluzioni tecniche e procedure di gestione non armonizzate. E’ complessa perché si articola su un ampio spettro di conoscenze disciplinari ed interdisciplinari in settori applicativi ed istituzionali fortemente diversificati, anche se interconnessi. E’ complessa perché deve coniugare la dimensione tecnologica con quella dei servizi. Un elemento chiave per il funzionamento di questa “macchina” sarà l’adozione di un’adeguata Governance che copra tutti i vari aspetti nel suo insieme, dalla politica dei dati alla definizione dei ruoli e responsabilità nella gestione dei servizi, dalla sicurezza dei dati alla priorità di acquisizione e 18 Foresta pluviale nel parco nazionale del Monte Kenya, patrimonio dell’umanità Unesco dal 1997 SPACEMAG Numero 2 2010 tasking delle infrastrutture di osservazione, la validazione dei servizi, il regime di proprietà dei beni etc. Fondamentale è il ruolo dell’ESA come coordinatore dell’intera componente spaziale accanto alla Commissione Europea che ha la responsabilità del coordinamento complessivo di GMES. La Commissione ha poi il compito specifico di aggregare la domanda ed i requisiti dell’utenza, assicurare i finanziamenti di lungo termine sia per i sistemi spaziali che per i servizi, promuovere attività di cooperazione internazionale, facilitare lo sviluppo del mercato. Fino ad oggi i costi della fase di sviluppo della componente spaziale sono sati sostenuti per circa il 70% dall’ESA e circa il 30% dall’UE attraverso i fondi di ricerca. Con le prossime prospettive finanziarie 2014-2020 la ripartizione dei costi dovrà praticamente ribaltarsi con un 70% da parte dell’UE per coprire i costi operativi e quelli ricorrenti delle Sentinelle. La proposta di legge che istituisce il Programma GMES ed il regolamento per la fase iniziale è in corso di approvazione da parte del Consiglio e del Parlamento Europeo. E’ questo un passaggio particolarmente importante perché attribuisce al GMES la base legale e le risorse finanziarie necessarie per avviare la fase operativa; è inoltre un primo passo per la pianificazione dei futuri stanziamenti che garantiranno la sostenibilità nel lungo termine. GMES sarà per l’Europa un importante strumento di cooperazione internazionale. In particolare costituirà il contributo Europeo alla realizzazione del Sistema di Sistemi per l’Osserva- Cover story zione Globale della Terra (GEOSS) sviluppato nell’ambito del GEO, Group on Earth Observation, di cui anche l’Italia è partner. Nell’ambito delle relazioni tra l’Unione Europea e l’Unione dei Paesi Africani, è stato istituito un protocollo di cooperazione che prevede la definizione di un Piano di Azioni per l’utilizzo di GMES da parte dei paesi del continente africano. In tutto ciò l’Italia, ha svolto, sin dallo storico meeting di Baveno, un rilevante ruolo propulsivo, coerentemente con le proprie aspirazioni e conseguenti priorità stabilite nel settore dell’Osservazione della Terra. Oltre a partecipare alle varie fasi di elaborazione dell’iniziativa, nell’ambito dell’ESA è il secondo finanziatore del programma con una sottoscrizione di una quota pari a circa il 30% dei costi della fase di sviluppo. L’industria nazionale, forte anche dell’esperienza acquisita con la realizzazione del sistema italiano COSMOSkyMed, è leader nella realizzazione della Sentinella 1 equipaggiata con un radar ad apertura sintetica. Anche nel settore dei servizi l’Italia, attraverso le proprie realtà industriali, la comunità scientifica e le istituzioni nazionali di riferimento, svolge un ruolo di primo piano nella messa punto dei vari servizi operativi. In particolare per la gestione delle emergenze dove la Protezione Civile Nazionale è il coordinatore degli utilizzatori Europei e quindi delle attività di definizione, organizzazione e validazione del Core Service. Nel settore marino dove gli enti di ricerca italiani coordinano attività nell’area del Mediterraneo. Nel settore della “Security”, la S di GMES, dove tutti i progetti pilota sono coordinati dall’industria italiana. A tutto questo si aggiunge poi il contributo unico e particolarmente significativo che l’Italia fornisce e fornirà attraverso la costellazione COSMO-SkyMed. Con riferimento ai futuri sviluppi dell’iniziativa di cooperazione tra l’unione Europea e l’Unione dei Paesi Africani, è intenzione dell’Italia e dell’ASI di valorizzare le infrastrutture della base di Malindi sia per l’acquisizione dei dati che per le applicazioni. L’Europa, accanto al sistema di navigazione satellitare Galileo sta costruendo con GMES il secondo pilastro su cui poggia la Politica Spaziale Europea. I benefici che ne verranno saranno molteplici: per il supporto alle politiche Europee per l’ambiente e per la Sicurezza Comune, per la gestione delle crisi internazionali e gli aiuti umanitari, per le azioni di contenimento degli effetti e delle cause del cambiamento climatico; per i singoli Paesi per meglio gestire le proprie risorse naturali ed ambientali; per la comunità scientifica che potrà utilizzare dati ed informazioni con continuità ed in quantità mai prima disponibili; per l’industria manifatturiera e dei servizi che, contando su un programma operativo sostenibile e di lungo termine, potrà migliorare la propria competitività e cogliere ulteriori opportunità di mercato; per i cittadini tutti se GMES contribuirà a migliorarne le condizioni di vita □ * Staff del presidente dell’ASI (Agenzia spaziale italiana) GMES: the second pillar of european space policy Huge market opportunities for domestic industries T he initial concept of the Global Monitoring for Environment and Security (GMES) project dates back to 1998, during a meeting of representatives from National Space Agencies, ESA, European Commission, Eumetsat and European Aerospace Industry Associations at Baveno, a scenic spot on lake Maggiore, Italy. The meeting ended by adopting the so-called ‘Baveno Manifesto’ stating clearly GMES scopes and objectives: to establish an autonomous, operational European capacity for Earth Observation on a global scale, exploiting strategically the European scientific and industrial potential on the international scene. The idea was not so much to build up a sophisticated technological infrastructure as to supply an efficient range of environment and security monitoring services by combining observation from space with land-based surveys, in order to “put the User in the driver’s seat”. GMES was born actually as a User-driven initiative, reversing the former vision of adapting User’s needs to existing technologies. GMES philosophy is to recur to all available systems already existing at European and national level. Its space activity will rely on a series of dedicated satellites, the ‘Sentinels’ developed by ESA, and on specific agreements entered with the single member countries in order to use their space missions. Moreover member countries will confer to GMES their own land-based surveys data. According to GMES plans twelve ‘Sentinels’ overall will be launched within the next decade and thanks to the member countries contributing missions by 2013 roughly ten orbiting platforms will be operational. GMES core services will supply users with high standards in quality, immediacy and continuity, its users being mostly European and national institutions implementing policies in environment, security, emergency operations, transports and agriculture. In a pre-operational mode, services address today six main areas: land, marine and atmosphere monitoring, emergency response, climate changes, security. By 2014 full operational capability will be reached, to be financed by the 2014-2020 EU budget. The economic value of GMES activity is far superior to the core services’ one. Thanks to the vast amount of collected data, down-stream services will soon originate on a local/regional scale and will be available to technologi- 2010 Numero 2 SPACEMAG 19 Cover story 20 cally oriented small and medium-sized firms. If one considers all this, the EU-funded and guided GMES turns out being a complex, articulate initiative in partnership with member countries and ESA, based on European aerospace industry know-how and scientific community experience. Its complexity derives from many factors: the different, often not integrated contributions by different countries and Agencies, the wide spectrum of highly diversified though closely interrelated technical matters involved, the need to conjugate efficiently technology with services. It will require therefore a suitable governance to fully coordinate every aspect of its activity: from data policies to single parties’ role attribution, from management responsibility to data protection, from observation networks priorities to services certification and so on. Within this framework, ESA plays a fundamental role in coordinating the whole space sector, while the European Commission is responsible for GMES coordination, canvassing of users’ needs, long-term financing for services and space systems, fostering international cooperation and marketing promotion. Up to now, the GMES space component costs have been supported jointly by ESA (70%) and EU research funds (30%), but the proportions will be reversed in the 2014-2020 budget with the EU assuming 70% of financing in order to cover the ‘Sentinel’ satellites costs. The GMES bill is now going through both the European Council and Parliament, its enacting being essential to give GMES its legal vest and necessary financial resources. To Europe at large GMES will play an important international role, being the European contribution to the building of a Global Earth Observation System of Systems (GEOSS), the public infrastructure emerging within the Group on Earth Observation (GEOS), interconnecting a diverse and growing array of instruments and systems for monitoring and forecasting I ghiacciai occupano circa il 10% delle terre emerse SPACEMAG Numero 2 2010 changes in the global environment. Italy is GEOS partner. GMES will be eventually used by African countries thanks to a cooperation protocol signed between EU and the African Union. From the Baveno Manifesto onward, Italy has been playing a major propulsive role in GMES, according to its Earth Observation program aims and priorities. Within ESA, Italy is the second important financing country, supporting one third of developing costs. Thanks to its experience with the developing of the COSMO-SkyMed Italian system, its national aerospace industry leads the ‘Sentinel 1’ consortium deploying a Synthetic Aperture Radar (SAR). Even on operational services Italy is playing a major role: in the emergency field where its National Civil Defense Agency coordinates European users and consequently GMES core service, in the Marine section where Italian research institutions coordinate Mediterranean activities, in the Security section (Security being S for short in the GMES acronym) where all pilot projects are managed by Italian industries. To all this must be added the Italian special contribution through its COSMO-SkyMed satellite constellation. Furthermore in view of the foreseen EU-AU cooperation, Italy and its National Space Agency ASI will improve and develop the Malindi Base data gathering infrastructures. The European Space policy will rely on two main pillars: the Galileo Positioning System and GMES. GMES economic fallout will be remarkable in terms of European Ecology and Security policies, international emergencies management, climate changes monitoring. Single member countries will control more efficiently natural resources, the scientific community will be supplied with an incredible and continuous amount of data in real time, manufacturing industry and service firms will have new opportunities of competition, will explore new markets. Eventually GMES will give a precious contribution for better life conditions to mankind at large □ Cover story GMES, full steam ahead Global Monitoring for Environment and Secutity towards completion di Paul Weissenberg* Introduction The EU2020 strategy recognises space as one of the most important drivers of innovation GMES (Global Monitoring for Environment and Security) is, alongside the Galileo Programme, one of the two flagships of European Space Policy and the European Commission is committed to delivering these major European programmes. The Commission’s objective for GMES, endorsed by the member states, is to make it operational and sustainable in the long term The European Parliament adopted a Regulation on GMES on 16th June, and the Council of Ministers is expected to do the same after the summer. This Regulation is a major milestone in the evolution of GMES from a Research and Development initiative to an Operational Programme, because it provides for initial operational funding, and mature governance. Architecture and Roles The ambition of GMES is to develop European Earth Observation capacity to a level which no single Member State could deliver alone. It is a partnership which builds on the existing capacities and know-how that flow from years of investment at national and intergovernmental level. National Space Agencies are therefore among the partners in the initiative; the Italian Space Agency is already providing input to GMES (e.g. through Cosmo Sky Med). The GMES programme is a “public good”. This means that its sustainability will depend on public funding. And it means that (subject to necessary security restrictions) there will be full and open access to information provided by GMES services. GMES consists of a complex set of components - data collection infrastructures (earth observation satellites and in situ sensors such as ground stations, airborne and sea-borne sensors), and a service component building on these data to provide reliable and up-to-date information services. The programme is coordinated and managed by the European Commission. Precursor versions of the GMES services have been developed through projects partly financed through the 7th EU Research and Development Framework Programme. Development of the space observation infrastructure is co-financed by the European Union and co-ordinated by the European Space Agency (particularly the Sentinel missions). In-situ data provision is mostly contributed by member states, with a co-ordination role undertaken by the European Environment Agency. Support to Environmental protection The well-being and security of future generations depend on how we respond to the challenges of environmental degradation, and on decisions being made today on environmental policies. Environmental information is of crucial importance. It helps to understand how our planet and its climate are changing, the role played by human activities in these changes and how these will influence our daily lives, and the effectiveness of measures to mitigate and adapt to environmental change. Policymakers and public authorities, the major users of GMES, need reliable and up-to-date information to develop and implement environmental policies and to communicate with citizens, with a particular focus on Climate Change. Our ambition with GMES is to provide European citizens with information to improve their quality of life through a better knowledge of their living environment. Users will be provided with information through services dedicated to a systematic monitoring and forecasting of natural systems. Services monitoring land use and changes in it, the marine environment and the state of the atmosphere have the potential to provide information essential environmental management and will contribute directly to the monitoring of climate change and to the assessment of mitigation and adaptation policies. Support to Emergency response and Security Specific GMES services address emergency management (e.g. floods, fires, earthquakes, humanitarian crisis) and G-MOSAIC aims at identifying and developing pilot services for the provision of geo-spatial information 2010 Numero 2 SPACEMAG 21 Cover story security-related aspects (e.g. maritime surveillance, border control). GMES is expected to support the critical decisions that need to be made quickly during emergencies, for instance natural or man-made catastrophes and humanitarian crises. Civil protection agencies already make use of data provided by Earth Observation: damage maps facilitate the damage assessment and intervention on site, in particular when the co-ordination of support is necessary. GMES and its services have for example proved their effectiveness recently in Haiti or Chile. GMES services are expected to have a role in support of security-related European Policies. Earth observation provides support in areas like maritime surveillance, border surveillance or support to external action. GMES: an opportunity for a downstream market OECD forecasts suggest that the commercial Earth observation market could grow by around 400% over the next decade. GMES services are intended to, stimulate the downstream sector, providing the foundation for value-added services tailored to more specific public or commercial needs (for example forecasting services with a local scope, services including socio-economic data, etc.). 22 GMES: verso la piena operatività Osservare la Terra per difenderne il futuro Introduzione Nella strategia UE2020 lo spazio è considerato uno dei più importanti motori di innovazione. GMES (Global Monitoring for Environment and Security), insieme al programma Galileo, rappresenta uno dei due punti di forza della politica spaziale europea e gode del massimo appoggio della Commissione, impegnata, con il pieno accordo degli stati membri, a renderlo operativo e economicamente sostenibile. Il regolamento votato dal Parlamento Europeo il 16 giugno ne è una pietra miliare, segnando il passaggio dalla fase di ricerca a quella di operatività grazie ad un primo finanziamento. Struttura e funzioni Lo scopo di GMES è sviluppare l’osservazione della Terra ad un livello che nessuno stato membro potrebbe mai raggiungere da solo, grazie ad una partnership basata su un patrimonio consolidato di esperienze e knowhow in anni di investimenti. Ne fanno parte tutte le Agenzie spaziali nazionali e l’Agenzia Spaziale Italiana, ASI, sta già contribuendo operativamente fornendo dati tramite il suo programma Cosmo Sky-Med. SPACEMAG Numero 2 2010 Migliorare costantemente il controllo di tutto il pianeta, il clima, i pericoli idrogeologici, le maree, i cataclismi sono fra gli obiettivi del programma europeo GMES Il programma GMES è classificato come ‘bene pubblico’, il che comporta che la sua gestione dipende da finanziamenti pubblici e che (con le ovvie limitazioni per motivi di sicurezza) le informazioni raccolte dai suoi servizi saranno di libero accesso. GMES consiste in una complessa serie di componenti: strutture di raccolta dati (da satelliti nello spazio, da mezzi aerei e navali e da terra) ed una componene di servizi per l’elaborazione dei dati stessi. Il programma è coordinato e gestito dalla Commissione Europea. Versioni preliminari erano state oggetto di progetti finanziati in parte tramite il 7° Programma quadro di ricerca e sviluppo dell’UE. Lo sviluppo dell’infrastruttura spaziale, in particolare le missioni Sentinel, è cofinanziato dall’UE e coordinato Storia di copertina Conclusion Following the entry into force of the Lisbon Treaty, which spells out a specific role for the EU in space, GMES, with Galileo, is a strategic driver for an effective European Space Policy. The European Union has signalled that a European Earth Observation system to face the future challenges such as climate change and the security of future generations is a priority. The development of GMES has taken several years so far, and development to mature operations will still take time. Our ambition is to have an operational and sustainable system from 2014, when the first “Sentinels” are expected to be launched and the framework for services will have been established. This will depend on Member States confirming their political support, and on the necessary finance being guaranteed. GMES is not only a tool in support of environmental and security activities; it is also an innovation driver and a strategic contribution to economic development and the participation of innovative European companies to the future markets. With the Earth Monitoring Programme, GMES, the European Union is observing the Earth to prepare the future... □ * Director, coordinator for Aerospace, GMES, Security and Defence. Directorate - General Enterprise and Industry, European commission Supporto per emergenze e sicurezza Servizi specifici di GMES riguardano la gestione delle emergenze, quali alluvioni, incendi, terremoti, crisi umanitarie - e aspetti relativi alla sicurezza come la sorveglianza marittima e il controllo dei confini. Enti di protezione civile già usano dati ottenuti dall’osservazione della Terra, per la valutazione dei danni e l’organizzazione dei soccorsi in loco. GMES e I suoi servizi hanno già dimostrato tutta la loro utilità nei recenti terremoti di Cile a Haiti. I servizi GMES per la sicurezza contribuiranno in maniera determinante alla elaborazione delle politiche Europee in materia. dall’Agenzia Spaziale Europea, ESA. Appoggio alla difesa dell’ambienete Il benessere delle generazioni future dipende da come sapremo rispondere alle sfide di degrado ambientale e dalle decisioni che saranno adottate. Per questo l’informazione sull’ambiente è un presupposto essenziale, contribuendo alla comprensione dei mutamenti climatici, delle conseguenze di comportamenti umani e delle ripercussioni sulla vita di tutti i giorni. I maggiori utilizzatori di GMES saranno quindi I governi e le pubbliche istituzioni, che potrannoottenere informazioni aggiornate e affidabili per le loro decisioni politiche. Con GMES ci prefiggiamo di fornire ai cittadini europei le informazioni necessarie per migliorare la qualità della vita attraverso un più attento controllo dell’ambiente e un monitoraggio di tutti I sistemi naturali e relative previsioni, sia nell’uso del suolo che nell’ambiente marino e nelle condizioni dell’atmosfera, con particolare attenzione alle politiche da attuare per contrastare I mutamenti climatici. GMES: le potenzialità economiche Le previsioni dell’OCSE valutano nel 400% (entro i prossimi dieci anni) l’incremento di mercato per l’osservazione della Terra. I servizi GMES forniranno la base per una serie di attività ad alto valore aggiunto in settori di specifico interesse sia pubblico che privato. Conclusioni GMES e Galileo sono strategiche per il ruolo specifico dell’attività dell’UE nello spazio, come delineato nel vigente Trattato di Lisbona. L’Unione Europea ha stabilito come priorità la realizzazione di un sistema di osservazione della Terra per affrontare I mutamenti climatici e proteggere le future generazioni. Lo sviluppo di GMES ha richiesto molti anni e ci vorrà ancora tempo perchè il sistema entri a regime. La nostra speranza è che diventi operativo a partire dal 2014, data prevista per il lancio dei primi satelliti Sentinel, ma molto dipenderà dalla volontà degli stati membri di confermare l’appoggio politico e finanziario. Attraverso gli occhi di GMES, l’Unione Europea potrà osservare la Terra per difendere il suo futuro... □ 2010 Numero 2 SPACEMAG 23 Storia di copertina Il segreto è nella gestione integrata Galileo e GMES rappresentano i primi esempi di razionalizzazione di Giuseppe Viriglio* 24 Immagine Landsat del deserto del Taklamakan, Cina. E’ possibile apprezzare dalle immagini satellitari come il deserto sia percorso da fortissimi venti che modificano continuamente la sua superficie E’ indubbio che la nuova visione e concezione delle attività spaziali debba comportare una profonda riconsiderazione della struttura organizzativa dell’intero flusso delle attività. Infatti così come si dovrà ripensare alle nuove strategie per lo sfruttamento tecnologico e scientifico dello spazio, allo stesso modo si dovrà modificare e innovare l’approccio alla realizzazione delle infrastrutture di controllo e di utilizzo a terra nel modo più razionale ed efficace sino dalla fase di sviluppo onde sfruttare al meglio le potenzialità dei sistemi e dei servizi che questi consentiranno di erogare ai fini di massimizzare il risultato operativo. In futuro sarà certamente diverso e sempre più rilevante il ruolo che giocheranno i Centri di terra e i Centri di Servizio. La gestione della fase operativa è e sarà sempre di più considerata parte integrante della fase progettuale dell’intero sistema, sia nella definizione dei requisiti fondanti, che nel delineare e definire l’architettura dei Centri Operativi, e non sarà possibile pensare di mantenere un sistema di infrastrutture di terra articolato su componenti diverse (nazionali ed internazionali), distribuite e debolmente coordinate. SPACEMAG Numero 2 2010 Un impulso decisivo in questo senso è stato dato dal consolidamento dei vari grandi progetti infrastrutturali europei quali GALILEO e GMES, che presentano entrambi la necessità di razionalizzare i vari Centri Operativi e i Centri di Terra (su Galileo i costi dell’infrastruttura spaziale, sono dello stesso ordine di grandezza delle infrastrutture di terra) e nel contempo di introdurre nei requisiti di progetto le esigenze degli utilizzatori. Un sistema come GALILEO che ha per sua natura la necessità di ottenere dei segnali a terra il più possibile uniformi e con la medesima precisione, è suscettibile di un grande numero di interferenze naturali e non, da cui la necessità di realizzare una rete mondiale di controllo e di monitoraggio, con cui confrontare ed integrare i dati di progetto per poter apportare le necessarie correzioni al segnale. I Centri di Controllo diventeranno così sempre più “intelligenti”, con la possibilità di elaborare progressivamente i dati, secondo un approccio generale, che obbligherà a mettere a fattore comune le varie infrastrutture sia pubbliche che private, in modo da poter garantire una gestione integrata dell’attività che permetta di ridurre i costi associati alla Cover story Integration is “the” answer Galileo and GMES open the way I gestione, di razionalizzare e ridurre in modo sensibile gli investimenti, e di ampliare la gamma dei servizi per l’utilizzatore, in linea con la tempestività che oggi gli utenti richiedono secondo l’approccio che è meglio conosciuto come Early Impact Analysis, e che si ottiene solo se si combinano i dati che provengono da diverse infrastrutture satellitari. Nell’effettuare l’integrazione dei Centri di Controllo, specialmente per quanto riguarda i sistemi di osservazione, si dovranno altresì creare/ottimizzare le infrastrutture per realizzare : - Data Base Collection - Data Management - Data Fusion and Distribution solo in questo modo si riusciranno a ridurre i costi delle infrastrutture, ottimizzarli al massimo e renderli compatibili con le esigenze dell’utilizzatore comune □ * Presidente Telespazio t is fairly evident that the new concept of space activities will necessarily imply a deep re-examination of both general organization and operations. Just as new strategies have to be developed in the scientific and technological exploration of space, Ground Control facilities must be planned from the drawing board stage in the most rational and efficient way. The new, always more relevant role to be played in the future by Ground Control Centers will require their utmost optimization. The operations management must be therefore built in the whole system project as to define basic requirements and Control Centers’ architecture. It will not be possible to operate a Ground Control network split into loosely if at all coordinated national and international components. A major step forward was taken by the great European infrastructural projects such as GALILEO and GMES, postulating both the full rationalization of Operation Centers and Ground Control Centers (in the GALILEO system their budgets are almost equal) and introducing Users’ requirements in drawing projects. Systems like Galileo require that signals from space be coherent and correct at the highest degree. Since these signals are error prone because of natural interference, a worldwide control and monitoring network is needed so as to check project data and intervene appropriately. Control Centers will grow more and more ‘intelligent’ with a full intrinsic capability of data elaboration. Public and private facilities will necessarily integrate their operations in order to cut both investment and running costs. Users will benefit from the Early Impact Analysis to be obtained only by combining different satellite information. Finally, the Control Centers integration will involve all the adeguate infrastructures in order to obtain Data Base Collection, Data Management, Data Fusion and Distribution, and this in view of Users’ Giuseppe Viriglio full satisfaction □ 2010 Numero 2 SPACEMAG 25 Cover story Satellite remote sensing to monitor tropical forests Threats are posed by changes in land use, fires, legal and illegal logging that increase carbon dioxide emissions di Thomas Häusler** Sharon Gomez ** 26 T ropical forests are important ecosystems that have systemic impacts on biodiversity, water cycles, micro-and macroclimates at regional and global levels. Threats on these forests are posed by changes in land use (agriculture, urbanisation etc.), forest fires, legal and illegal logging, which all lead to a loss in biomass and the related increase of carbon dioxide (CO2) emissions. In order to reduce deforestation and forest degradation, governments require improved forest monitoring systems. A key factor for these systems is the availability of spatially accurate and timely data for forest management which has also been underscored in many national, and international forest-related policy segments and United Nations (UN) Conventions. Forest data collection systems in the tropics are either nonexistent or based on mostly irregular inventories. However, due to the increasing demand for improved monitoring systems a more standardised approach is currently required. In this context, satellite remote sensing can play an important role by providing a regularly available, synoptic data source. Remotely-sensed imagery has the additional advantage of easy integration into Geographical Information Systems (GIS) with other relevant data sets and is inexpensive compared to other methods of data collection. GAF-AG in Germany, an internationally reputed company for applied remote sensing belonging to Telespazio group, has been leading the Global Monitoring for Environment and Security (GMES) Service Element in Forest Monitoring (GSE FM), since 2003. The GSE FM supported by ESA, fo- SPACEMAG Numero 2 2010 cuses on the application of EO for improved forest management. The services and products comprise accurate, reliable, timely, and effective information on the state of global forest systems that support decision-making and improve policies to enable sustainable forest management, compliance with specific protocols and binding conventions, and related user and/or policy-driven activities. The information provided by the monitoring service is delivered in the form of standardised, spatially referenced, high-quality products. A specific example of the Forest Management service portfolio offered by GAF AG in the GSE FM, is the provision of services/ products that are required for the UN Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) and the related Kyoto Protocol (KP) reporting. As the reporting period for KP ends formally in 2012, countries are assessing the viability of implementing a post-Kyoto Protocol mechanism of reducing emissions from deforestation and degradation (REDD) whereby reductions can be compensated financially, for example through linkages with the carbon market. Many developing countries have initiated REDD Pilot Projects, with the aim of establishing baseline or reference emission levels, which require robust and cost-effective methodologies to estimate and monitor changes in forest area, forest degradation, land use change and associated carbon stocks. Currently, GAF AG is providing services to support national REDD activities in the Congo Basin region. Specifically the services are for the Governments of Cameroon, the Republic of Congo and Gabon. The services and products offered Cover story 27 Above: Biomass field measurements; REDD Pilot Project in Cameroon Below: Field data collection for Landsat image classification: Cameroon REDD Pilot Project 2010 Numero 2 SPACEMAG Storia di copertina include: • forest cover maps for 1990; 2000; and 2009/2010: forest and non-forest classes, • forest cover change for 1990-2000 and 2000 – 2010: forest land, cropland, settlement, grassland, wetland, settlement, other land • biomass and carbon stock data. The services offered are also compliant with standards presented in the Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), Good Practice Guidance (GPG) of 2006. A key component of the service portfolio is the capacity building element of local counterparts in order to transfer the technology developments for sustainable forest management. The countries that receive these services/products for their REDD activities will benefit in terms of methodology developments, improved capacity and improved quantitative forest data/information to facilitate their national policy formulations as well as their negotiations at the UNFCCC Conference of Parties (COP) meetings □ * Member of GAF Executive Committee, Head of Forestry/ Vegetation Monitoring Department **Senior Scientist and Deputy Head of Forestry/Vegetation Monitoring Department Historic Landsat satellite images 1990 from Republic of Congo; band combinations 4, 5, 3 in RGB: above image shows dense tropical forest with new logging roads for selective timber logging causing degradation Telerilevamento satellitare per monitorare le foreste tropicali 28 L’uso distorto favorisce la crescita di anidride carbonica L e foreste tropicali sono ecosistemi molto importanti che hanno un impatto strutturale su biodiversità, ciclo idrologico, micro- e macro-clima a livello locale e globale. Le foreste sono minacciate dai mutamenti nell’uso della terra (agricoltura, urbanizzazione etc), incendi boschivi, disboscamento legale e illegale, tutti fenomeni che comportano una perdita di biomassa e il relativo aumento di emissioni di anidride carbonica (CO2). I sistemi di raccolta dati per le foreste tropicali o non esistono affatto o si basano su informazioni inesatte. Tuttavia oggi è necessario un nuovo approccio, più standardizzato, vista la domanda crescente di affidabili sistemi di monitoraggio. In questo contesto, il telerilevamento satellitare può svolgere un ruolo importante come una fonte sinottica di dati, disponibile con regolarità. Le immagini risultanti hanno il vantaggio di poter essere facilmente integrate nei Sistemi Informativi Territoriali (GIS) insieme con altri dati e sono economicamente più convenienti di altri metodi di raccolta. La tedesca GAF-AG, del gruppo Telespazio, affermata azienda di livello internazionale nel telerilevamento satellitare, guida dal 2003 l’unità di servizio per il monitoraggio delle foreste (GSE FM) all’interno del GMES. Questa unità, appoggiata dall’ESA, è dedicata all’esecuzione di Osservazioni Satellitari per migliorare la gestione delle foreste; tramite i propri servizi fornisce informazioni precise, affidabili, tempestive ed efficaci sullo stato dei sistemi forestali globali, facilitando le scelte operative e migliorando le politiche in materia. Un classico esempio del monitoraggio delle foreste offerto da GSAF AG nel quadro di GSE FM è la fornitura di prodotti/ servizi richiesti dalla Convenzione sui Mutamenti Climatici nell’ambito ONU (UNFCCC) e dal relativo Protocollo di Kyoto per le loro relazioni. Poichè il protocollo di Kyoto esaurirà la sua fase ricognitiva entro il 2012, si sta valut- Spesso i dati si basano su informazioni inesatte o che non esistono affatto SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina Depicts the Congo River (dark blue with white sand banks) and forested areas interspersed with large deforested areas appearing as light blue-green tone Multi-seasonal ALOS Palsar Radar image of forested and deforested areas in Cameroon, 2007 (provided by Jaxa). Homogeneous dense forest cover is shown in light yellowgreen tone south of the river; Large patches of deforested and degraded areas appear north of the river as purple tones 29 ando la possibilità di mettere in piedi, dopo quella data, un meccanismo per ridurre le emissioni di CO2 causate da deforestazione e degrado (REDD) con un sistema di compensazioni finanziarie ad es. facendo riferimento al mercato del carbone. Attualmente, a supporto di attività REDD nella regione del bacino del fiume Congo da parte dei governi di Camerun, Repubblica del Congo e Gabon, GAF AG sta fornendo servizi e prodotti su: - mappe di copertura forestale per 1990, 2000, 2009/10 - mutamenti nella copertura forestale per 1990-2000 e 2000-2010 - dati sullo stoccaggio di biomasse e carbone. Tutti i servizi offerti rispondono agli standard fissati dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) del 2006. La filosofia base dei pacchetti di servizi offerti è sviluppare le portenzialità operative delle controparti sul piano locale, cui trasferire il know-how necessario per una gestione diretta delle foreste. I paesi beneficiari di questi servizi saranno avvantaggiati anche nelle periodiche trattative alla Conference of Parties della UNFCCC □ 2010 Numero 2 SPACEMAG Storia di copertina I satelliti ci difendono dalle nuove minacce alla sicurezza L’uso congiunto di sistemi duali può facilitare la cooperazione civile-militare di Giovanni Cannizzaro * Federica Mastracci ** 30 La sicurezza in ambito Europeo L’Europa deve fare fronte a nuove minacce alla propria sicurezza sempre più pervasive e meno prevedibili. Il termine “sicurezza” ha assunto connotati diversi rispetto al passato, riferendosi spesso a situazioni in cui interagiscono e si intersecano sicurezza civile e sicurezza militare. In occasione del Council EU (Report on the Implementation of the European Security Strategy “Providing Security in a Changing World”, Council document 1704/08 of 10 December 2008 - Presidency conclusions of the European Council on 11 and 12 December 2008, Council document 17271/1/08) di Dicembre 2008, I Capi di Stato e di Governo dei Paesi Membri hanno confermato la volontà di rispondere alle minacce alla sicurezza attraverso l’uso sinergico di mezzi e Un immagine della Terra scattata dalla Stazione Spaziale Internazionale SPACEMAG Numero 2 2010 capacità civili e militari. L’uso dello Spazio in particolare è visto come una modalità per facilitare tale cooperazione civile-militare, anche attraverso l’uso congiunto di sistemi duali. Il Parlamento EU (EP document 2008/2030(INI)) ha confermato l’importanza dell’uso delle tecnologie Spaziali per incrementare il livello di Sicurezza europea. Nell’ambito del Trattato di Lisbona (entrato in vigore a Dicembre 2009) è previsto il rafforzamento delle capacità della EU di agire, anche al fuori del proprio territorio, per la gestione e risoluzioni delle crisi e dei conflitti causati da eventi naturali o dall’uomo, attraverso la messa in posto di strutture quali la CMPD, rinnovate competenze di Protezione Civile, nonché strutture per la cooperazione rafforzata civile-militare. I programmi GMES, Galileo, integrati con l’iniziativa SSA, costituiscono strumenti d’elezione per incrementare il livello di sicurezza dell’Europa e dei cittadini Europei. Gli strumenti in fase di sviluppo nell’ambito del Programma Storia di copertina GMES in particolare, rispondono alle esigenze di monitoraggio e sorveglianza per una gestione ottimale di tali livelli di sicurezza. Il Council EU nel 2008 ha sollecitato la EC a mettere in posto in ambito GMES servizi a supporto della gestione della sicurezza nei settori prioritari della sorveglianza dei confini, della sorveglianza marittima e del supporto alle External Actions della EU. Esempi di servizi a supporto della Sorveglianza Marittima e delle External Actions e sono descritti nella sezione successiva Servizi operativi GMES Case study: l’Emergency Mapping per Haiti L’Emergency Mapping si riferisce alla capacità di reagire in modo rapido alla richiesta di informazioni geo-spaziali relative ad aree affette da Crisi. L’Emergency Mapping si basa sulla disponibilità di una capacità operativa in grado di produrre informazioni geospaziali per diversi tematismi ottenibili dall’interpretazione di dati tele rilevati, in tempi rapidi. Tale capacità operativa si sostanzia attraverso i seguenti passi: • Recupero di dati tele rilevati di archivio e pianificazione/ tasking di dati tele rilevati di nuova acquisizione • Recupero e preparazione di dati ausiliari, inclusi dati non telerilevati, dati raccolti in situ, databases georiferiti disponibili open source, etc • Interpretazione d estrazione di tematismi • Generazione di mappe e pubblicazione su canali e media opportunamente scelti insieme all’Utente Servizi di emergency mapping sono stati forniti durante le operazioni svolte da e-GEOS in occasione del terremoto che ha colpito Haiti nel Gennaio 2010. Le mappe prodotte dal team guidato da e-GEOS nell’ambito del progetto GMES G-MOSAIC, sono state utilizzate fra gli altri, dagli operatori delle Nazioni Unite, e hanno prodotto in poche ore dal disastro, la situazione di viabilità intorno alla zona colpita. L’esperienza di Haiti costituisce un caso di successo la cui analisi consente di identificare i fattori operativi chiave (e i relativi assets) per l’Emergency Mapping: • I dati tele rilevati devono essere rapidamente identificati e la loro acquisizione tempestivamente pianificata • Crisi complesse richiedono flessibilità nel disegno dei prodotti geospaziali adattando il portafoglio iniziale in base alle richieste contingenti. • ogni sorgente disponibile di informazioni deve essere recuperata e adattata in tempi rapidissimi. • I flussi operativi devono essere flessibili e modulari, per far fronte a richieste di produzione che possono essere variabili per contenuti e per estensione delle superfici da processare Case study: la Maritime Surveillance Negli ultimi anni i servizi di sorveglianza del mare da satellite hanno beneficiato di un grande sviluppo tecnologico, sia in termini di segmento spaziale (in particolare grazie alla costellazione COSMO-SkyMed e agli altri satelliti Radar in orbita) che di sviluppo delle applicazioni integrate nei Sistemi di Vessel Monitoring delle Sale operative Utente (Catene di elaborazione Near Real Time, integrazione del report satellitare sulle navi, con le altre informazioni cooperative della Maritime Picture). L’applicabilità di queste tecnologie riguarda la sicurezza lega- 2010 Numero 2 SPACEMAG 31 Storia di copertina ta al traffico marittimo (Maritime Security), la salvaguardia ambientale (Maritime Environment), e la sicurezza in mare (Maritime Safety). Oggi e-GEOS è l’operatore di servizi di monitoraggio marittimo da satellite più rilevante per l’area mediterranea. Opera, infatti, per l’Agenzia Europea di Sorveglianza Marittima (EMSA), e gestisce la Maritime Security Network Europea MARISS (finanziata da ESA). Oggi i servizi di supporto alla sorveglianza marittima che e-GEOS eroga sono di due tipi: NRT Monitoring Services Servizi Near Real Time (NRT) basati su dati telerilevati, che forniscono report di ship detection e di oil spill detection su base continuativa, integrati con altri dati e nei sistemi di monitoraggio del Cliente (AIS - Automatic Identification System, Satellite AIS, VMS e LRIT - Long Range Identification & Tracking), o erogati su WebGIS accessibili in modo sicuro. 32 cazione della macchia che risponde in maniera diversa dal mare circostante al segnale radar. Le catene di elaborazione operative presso il centro spaziale di Matera di e-GEOS sono all’avanguardia a livello mondiale, sia per le tecnologie e gli algoritmi usati, che per l’esperienza operativa accumulata in quasi 10 anni di attività su scenari di servizio. Un esempio di successo nell’integrazione tra l’EO, le Telecomunicazioni e la Navigazione Satellitare è costituito da INAV, piattaforma di servizio realizzata dalla Telespazio nell’ambito del progetto CE LIMES a supporto della gestione e distribuzione degli aiuti umanitari da parte delle forze in campo. I livelli delle prestazioni sono destinati a crescere con l’aumento delle performances delle future costellazioni Strategic Surveillance Services Informazioni statistiche sul traffico marittimo derivate da analisi multitemporali, al fine di controllare le aree costiere, identificare rotte critiche, attività di pattugliamento e Decision Support Systems in caso di crisi. I servizi erogati si concretizzano essenzialmente nel prodotto di Ship Detection e di Oil Spill Detection, basato sull’identificazione delle navi e di macchie di idrocarburi in mare aperto o lungo le coste tramite il picco di luminosità che il segnale radar riflesso dalle navi genera nella corrispondente immagine SAR (Synthetic Aperture Radar), o l’identifi- Conclusioni I vantaggi nell’uso dell’EO dallo Spazio sono relativi alle capacità di produrre cartografia aggiornata di base o tematica in un brevissimo lasso di tempo, alla capacità sinottica di osservare vaste aree contemporaneamente; alla presenza intrinseca di un riferimento spazialegeografico nei dati e nei prodotti. L’uso dell’EO contribuisce a soddisfare i requisiti di osservazione e monitoraggio durante le varie fasi di una crisi, quali ad esempio l’analisi del rischio e della vulnerabilità, la gestione operativa delle operazioni e la stima dei danni. Particolarmente necessario per un utilizzo ottimale dell’EO sarà la futura messa in posto di un sistema coordinato di stazioni di ricezione ed elaborazione dei dati GMES a livello EU e globale. L’integrazione tra EO e le tecnologie spaziali del Posizionamento e la Navigazione, nonché delle Telecomunicazioni, contribuisce a soddisfare anche le necessità - che sopravven- Uno dei laghi del Quebec, Canada SPACEMAG Numero 2 2010 Cover story gono durante le fasi di crisi - di ripristino delle capacità di scambio di informazioni e di localizzazione di risorse umane e di mezzi. I servizi basati sulle tecnologie spaziali garantiscono alte prestazioni, si rendono disponibili in breve tempo anche in aree remote del Globo, consentono ridondanza nel caso di necessità di un aumento temporaneo delle capacità quale quella che si verifica spesso in aree di crisi; si possono integrare facilmente con sistemi già esistenti in loco. Tali livelli di prestazione sono destinati a crescere con il previsto aumento delle performances delle future costellazioni satellitari □ * European Commission Business Devolpment Telespazio SpA **Head of Geo-spatial Products and Services e-GEOS S.p.A. ASI \ Telespazio Company The new European security relies on close EO Increasing cooperation between military and civilian uses Security on an European Scale Security in Europe, as in all the rest of the world, is facing today new, unforeseeable threats requiring determined actions. At the EU Council in Dec., 2008, the Heads of State and Government of Member Countries confirmed a willingness to articulate their response through a military-civil synergy, and satellite observation is essential in the new scenario. The European Parliament confirmed recently this strategy. The Lisbon Treaty (Dec. 2009) outlined the EU policy on this matter, i.e. to act even outside its boundaries to prevent and solve emergencies through structures like CMPD, Civil Defense and cooperation with the military. Both GMES and Galileo, in connection with the SSA initiative, are very effective tools to this aim. To GMES in particular, the EU Council entrusted since 2008 borders control, maritime surveillance and support to EU external actions. GMES operations Case study: Haiti Emergency Mapping Emergency mapping means answering quickly to requests of geo-spatial information during a crisis. It requires four main steps: • retrieval of archive and fresh data; • preparation of auxiliary data collected on the ground; • data interpretation • mapping and data distribution on the User indicated channels. Emergency mapping services were supplied by GMES G-MOSAIC program within e-GEOS operations during the Jan. 2010 Haiti Earthquake. Within a few hours the maps indicated clearly the road conditions in the area helping UN rescue teams. The Haiti experience is a success case, pointing out some of the Emergency Mapping key factors: • collected data must be identified and planned at once; • complex crisis situations need a high flexibility in the supplied services; • every available source of information is to be exploited; • operations flows must be flexible in order to be customized according to contingent variables. Case study: Maritime Surveillance 33 In the latest years maritime surveillance by satellite improved dramatically thanks to COSMO-SkyMed constellation and other orbiting radad satellites, and to integrated applications in Vessel Monitoring systems. This activity encompasses three maritime aspects: Security, Environment and Safety. Today e-GEOS is the most important maritime satellite monitoring operator in the Mediterranean, working for EMSA and managing the ESA-financed MARISS. e-GEOS services are twofold: NRT Monitoring Services for ship and oil spill detection, integrating Client’s own control activities, and Strategic Surveillance Services based on multi-temporal statistics to control coastlines, identify critical routes, check patrolling activities and offer decision support systems in emergencies. The e-GEOS space Center at Matera, Italy, is one of the most advanced in the world benefitting from a 10-years long experience. A good example of integration between EO, TLC and Navigation Satellites is the CE LIMES I-NAV platform built by Telespazio to assist Relief Agencies in distributing humanitarian help to stricken zones. Conclusions The many advantages of Earth Observation from space consist mainly in quick up-to-date mapping, in monitoring vast areas at a glance and supplying correct data. In emergency situations Earth Observation is all-important to evaluate risks and vulnerability and to assess damages. Operations will be enhanced by the coordinated system of GMES data receiving and processing centers now under way □ 2010 Numero 2 SPACEMAG Storia di copertina Il polso del Pianeta Per comprendere i cambiamenti è necessario un monitoraggio continuo e coordinato a tutti i livelli di Fulvio Drigani* Josef Aschbacher** 34 Prepararsi ad affrontare le sfide del domani Il nostro pianeta sta cambiando a ritmo sempre più veloce e le conseguenze iniziano a farsi sentire in termini di impatto ambientale, sociale ed economico. Per comprendere e prevedere i fattori umani e naturali responsabili dei cambiamenti è necessario un monitoraggio continuo attraverso un sistema di osservazione coordinato a tutti i livelli. Il programma Global Monitoring for Environment and Security (GMES) è stato appunto istituito per rispondere all’esigenza sempre più sentita da parte degli organi politici europei di accedere a servizi di informazione precisi e puntuali per gestire più efficacemente l’ambiente, comprendere e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e garantire la sicurezza sociale. Assumersi una responsabilità globale significa anche garantirsi una posizione forte e coerente a livello mondiale. Sistemi di osservazione terrestre aperti alla cooperazione internazionale e alla condivisione delle informazioni favoriranno l’acquisizione di un più vasto patrimonio di conoscenze, mentre i servizi GMES garantiranno l’autonomia decisionale dell’Europa. Sotto la guida della Commissione Europea, il GMES fa ampio uso dei dati forniti dai satelliti che osservano la Terra ed è infatti il risultato di anni di attività di ricerca finalizzate all’osservazione e alla comprensione delle dinamiche dei sistemi terrestri. In quest’ambito ed in linea con la Politica spaziale europea, l’ESA sta sviluppando e gestendo il programma Space Component nell’ambito dell’iniziativa GMES. La Commissione Europea, che agisce per conto dell’Unione Europea, ha la responsabilità generale dell’iniziativa, ne definisce i requisiti e ne gestisce i servizi. SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina Il ruolo delle spazio Il programma Space Component prevede una serie di cinque missioni spaziali ‘Sentinel’ sviluppate in modo specifico dall’ESA per il GMES, con l’obiettivo di garantire la disponibilità operativa dei dati relativi alle osservazioni terrestri. L’iniziativa si avvarrà inoltre dei dati forniti dai satelliti che si trovano già in orbita o che lo saranno in futuro. Questi satelliti, impiegati nelle cosiddette “missioni di contributo”, sono di proprietà e gestiti a livello europeo da UE, ESA, EUMETSAT, dai loro Stati membri o dai governi nazionali. Le missioni utilizzano inoltre dati forniti da partner non europei. Space Component rappresenta il contributo europeo al Global Earth Observation System of Systems (GEOSS). Partendo da questo presupposto, l’ESA sta sviluppando l’architettura generale per l’integrazione delle missioni all’interno del GMES Space Component in base alle capacità disponibili. In questo modo, gli investimenti operati dai governi, da EUMETSAT e dalle aziende potranno essere utilizzati al meglio per rispondere alle esigenze dell’Europa e l’accesso ai dati sará garantito per un lungo periodo di tempo. Parlando ora in particolare delle nuove missioni Sentinel dell’ESA queste forniranno informazioni in tutti i campi di interesse del GMES, a partire dalle immagini radar rilevate da Sentinel-1 giorno e notte e in tutte le condizioni atmosferiche per i servizi terrestri e marini. Seguirà poi Sentinel-2 che fornirà immagini ottiche ad alta risoluzione per i servizi terrestri e Sentinel-3 che fornirà servizi per il monitoraggio marino e terrestre globale. Sentinel-4 e Sentinel-5, infine, forniranno, rispettivamente dall’orbita geostazionaria e dall’orbita polare, i dati per il monitoraggio sulla composizione dell’atmosfera. Il Segmento Spaziale sará completato dal Segmento di Terra che consentirá l’accesso ai dati sia delle missioni Sentinel che delle “missioni di contributo”. Vulcano Stromboli, Italia Le missioni Sentinel in dettaglio Ogni missione Sentinel si basa su una costellazione di due satelliti per soddisfare i requisiti di copertura e per fornire robuste basi di dati a sostegno dei servizi GMES. I Sentinel-1 sono satelliti radar in orbita polare. Sentinel 1A e 1B e garantiranno la continua disponibilitá, giorno e notte, in tutte le condizioni ambientali, di dati SAR in banda C ora forniti da Envisat ed ERS. Il primo satellite Sentinel-1 è previsto per il lancio nel 2012 e sarà seguito dal secondo satellite pochi anni dopo. Rispetto a Envisat ed a ERS i parametri di missione sono peró stati notevolmente migliorati per soddisfare le esigenze degli utenti GMES, in particolare in settori come il tempo di rivisitazione, la copertura geografica e la rapida diffusione dei dati. Come risultato, la coppia di satelliti Sentinel-1 prevede di fornire la copertura dell’ Europa e del Canada in meno di due giorni, indipendentemente dalle condizioni atmosferiche. I dati radar saranno distribuiti entro un’ora dall’ acquisizione - un grande miglioramento rispetto ai sistemi SAR esistenti. I dati dei Sentinel-1 potranno essere di supporto a numerosi servizi. Ad esempio, i servizi che riguarda- 2010 Numero 2 SPACEMAG 35 Storia di copertina In questa immagine radar, acquisite da Envisat Advanced Synthetic Aperture Radar (ASAR) il 2 Maggio 2010 03:45 UTC (ora di Sabato notte locale), la marea nera è visibile ad est del delta del National Wildlife Refuge vhe si estende all’interno del Golfo del Messico. I punti bianchi sono piattaforme petrolifere e navi. Il radar è particolarmente adatto per rilevare fuoriuscite di petrolio perché funziona giorno e notte, può vedere attraverso le nuvole (a differenza di sensori ottici) ed è particolarmente sensibile alla superficie dell’acqua liscia causata dal petrolio 36 no le misurazioni del ghiaccio marino artico, la mappatura continua del ghiaccio marino e la sorveglianza dell’ambiente marino comprese le fuoriuscite di greggio. I dati saranno di supporto anche ad altri servizi come il monitoraggio e l’individuazione delle navi ai fini della sicurezza marittima, il monitoraggio dei rischi derivanti dai movimenti del suolo terrestre in superficie, la mappatura della superficie terrestre per quanto riguarda le foreste, l’acqua e la gestione del suolo ed infine anche a sostegno agli aiuti umanitari e alle situazioni di crisi. La progettazione della missione Sentinel-1, focalizzandosi sull’affidabilità, la stabilità operativa, la copertura globale, la coerenza delle operazioni e la consegna rapida dei dati consentirá senz’altro lo sviluppo di nuove applicazioni e verrà incontro all’evoluzione delle esigenze degli utenti che ci si aspetta avvenga con l’entrata in esercizio del GMES. Sentinel-1 è stato realizzato da un consorzio industriale guidato da Thales Alenia Space Italia, come Primo Contraente e con Astrium Germania responsabile per lo strumento C-SAR. I satelliti ottici Sentinel-2 andranno invece in orbita polare per l’osservazione iperspettrale ad alta risoluzione acquisendo in modo sistematico immagini a livello globale con alta frequenza di rivisitazione. Questa missione sarà orientata verso le esigenze operative di monitoraggio del territorio ed i servizi d’emergenza. Sentinel-2 offrirà infatti con maggiore continuità le immagini ora fornite dalla serie di satelliti francesi SPOT (Satellite Pour l’Observation de la Terre) per risoluzioni in genere dai 10 metri in su. Al fine di soddisfare le esigenze degli utenti, i satelliti Sentinel-2 forniranno immagini per una generazione di prodotti operativi di alto livello, come mappe di copertura del suolo, mappe di rilevamento dei cambiamenti a terra, e forniranno anche variabili geofisiche come, per esempio, l’indice di area fogliare e gli indici della clorofilla e dell’acqua rispettivamente contenute nelle foglie. I dati di Sentinel-2 potranno essere di supporto ai servizi in settori quali la gestione del territorio da parte di istituti pubblici europei e nazionali, il settore agricolo e fo- restale, ma anche la protezione civile per il controllo delle catastrofi e per le operazioni di soccorso umanitario. Anche le immagini di eventi estremi come inondazioni, eruzioni vulcaniche e frane saranno acquisiti da Sentinel-2. La missione Sentinel-2 prevede di lanciare il primo satellite nel 2013. Ogni satellite Sentinel-2 avrá a bordo un MultiSpectral Imager (MSI), con una “striscia” di 290 km di ampiezza. In piena fase operativa, la coppia di satelliti Sentinel-2 fornirà i dati acquisiti da tutte le superfici terrestri e zone costiere ogni 5 giorni in condizioni di assenza di nuvole e, in genere, ogni 15-30 giorni considerando la presenza di nubi. In sostanza, Sentinel-2 unisce in un’unica missione una “striscia” di rilevamento molto larga, frequenti rivisitazioni, acquisizione sistematica di tutte le superfici del terreno ad alta risoluzione spaziale e con un gran numero di bande spettrali. Tutto ció la rende una missione unica per servizio di GMES. Sentinel-3 è in primo luogo una missione di sostegno ai servizi in materia di ambiente marino, con la possibilità di servire numerose aree di applicazione terrestri, atmosferiche e della criosfera. Il primo satellite Sentinel-3 è previsto per il lancio nel 2013, seguito presto dal secondo per fare in modo che essi lavorino insieme per fornire la massima copertura. L’obiettivo principale della missione è quello di determinare parametri quali la topografia della superficie del mare, la temperatura del mare e della superficie terrestre così come il colore oceanico e della superficie terrestre, il tutto ad alta precisione e affidabilità. Beneficiando del patrimonio tecnico sviluppato in precedenti missioni, Sentinel-3 avrá a bordo diversi strumenti: • Un sistema di topografia, che include un altimetro a doppia banda Ku e C basato su tecnologie utilizzate per la missione dell’ESA CryoSat, un radiometro a microonde per la correzione atmosferica e un ricevitore DORIS per il posizionamento in orbita. • Un Ocean Land Colour Instrument (OLCI), che è basa- Le “Sentinel” di GMES saranno una decina e diverranno operative nei prossimi dieci anni SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina to sullo strumento MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer) di Envisat. Lo OLCI opera a 21 bande di lunghezza d’onda ed usa un sistema ottimizzato di puntamento per ridurre gli effetti dei riflessi solari. • Un sistema di misurazione della temperatura superficiale denominato Sea Land Surface Temperature Radiometer (SLSTR), che è basato sull’eredità del Advanced Along Track Scanning Radiometer (AATSR) di Envisat ma che fornirà un copertura migliore. Da loro orbita polare ad alta inclinazione la coppia di satelliti operativi Sentinel-3 fornirá una copertura globale in 2 giorni. L’analisi e la distribuzione quasi in tempo reale dei dati consentirà una vasta gamma di servizi GMES sia per l’ambiente marino che per quello terrestre che saranno di continua utilitá negli anni a venire. Questi servizi includeranno, per esempio servizi : •di sicurezza marittima che necessitano di informazioni sulle onde sulla superficie dell’oceano, •sulla temperatura e sui dati necessari a migliorare i sistemi di previsione delle correnti oceaniche; •sulla qualitá dell’ acqua marina e sul monitoraggio dell’inquinamento che richiedano prodotti avanzati sul colore degli oceani. Questo per applicazioni oceanografiche relative sia al mare aperto che alle coste, •di mappatura del ghiaccio marino che richiedano di misurare l’estensione dei ghiacci e l’individuazione degli iceberg, •per monitorare i cambiamenti nell’uso del suolo, nella copertura forestale, dell’attività di fotosintesi, della qualità del suolo e per la rilevazione degli incendi. Gli strumenti di Sentinel-4 e -5 saranno su satelliti meteorologici gestiti da EUMETSAT. Gli strumenti del Sentinel-4 saranno a bordo di due Meteosat Sounder di terza generazione. I satelliti saranno in orbita geostazionaria (da lanciare nel 2017 e 2024). Gli strumenti del Sentinel-5 Saranno a bordo della serie di satelliti Polar post-EUMETSAT System (EPS) (previsti per il lancio a partire dal 2020). In quest’ottica, una missione di un precursore di Sentinel-5 in programma per il 2013-2014, permetterà di evitare qualsiasi interruzione di dati fra Envisat (dati SCIAMACHY in particolare) e Sentinel-5. Sia Sentinel-4 e Sentinel-5 saranno dedicati al monitoraggio della composizione atmosferica in supporto al servizio di GMES per l’atmosfera. Questo servizio fornirà informazioni coerenti sulle variabili atmosferiche a sostegno delle politiche europee e per il bene dei cittadini europei. I servizi proposti riguarderanno la qualità dell’aria, i cambiamenti climatici e l’ozono stratosferico e della radiazione solare. L’acquisizione dei dati ed i benefici che ne deriveranno L’acquisizione di informazioni affidabili e l’erogazione di servizi rappresentano la spina dorsale dell’iniziativa GMES europea. I servizi si baseranno non solo sui dati forniti da una serie di satelliti per l’osservazione terrestre europei e nazionali, già esistenti o da realizzare in futuro, ma anche su numerose misurazioni effettuate in loco da strumenti installati su velivoli, galleggianti sulla superficie del mare o posizionati a terra. Questi servizi porteranno numerosi vantaggi socioeconomici in molti settori della società. I politici disporranno di informazioni più accurate su cui basare le decisioni che riguardano la protezione, la difesa e la gestione dell’ambiente e questo si tradurrà anche in apprezzabili riduzioni dei costi. I servizi forniti attraverso il programma 37 Launching in 2009, the German TanDEM-X is a GMES Contributing Mission. TanDEM-X and TerraSAR-X, which is already in orbit, will operate as a two-satellite constellation 2010 Numero 2 SPACEMAG Cover story GMES rientreranno in cinque grandi categorie: • la gestione del territorio, • l’ambiente marino, • l’atmosfera, • il supporto alle azioni di risposta alle emergenze, • la sicurezza. Questi servizi potranno apportare significativi miglioramenti in settori quali la gestione delle risorse naturali, la sicurezza alimentare, la biodiversità e le previsioni della qualità dell’aria. Inoltre, le informazioni acquisite attraverso il GMES favoriranno la comprensione dei problemi legati ai cambiamenti climatici. Come giá accennato, la componente servizi del GMES sará sotto la responsabilità della Commissione Europea (CE). La componente in loco del GMES si baserá su un’infrastruttura di osservazione posseduta e gestita da un gran numero di partner nazionali ed europei coordinati, in alcuni casi, nell’ambito di reti europee e internazionali. La componente 38 in loco sará coordinata dall’Agenzia europea dell’ambiente (EEA). Il GMES rappresenta quindi anche un’eccellente opportunità per creare valore aggiunto attraverso le reti di monitoraggio già esistenti e le industrie europee operanti nei settori della produzione, della ricerca e dello sviluppo di sensori e sistemi di monitoraggio in loco. In sostanza, il GMES contribuirà a dare forma al futuro del nostro pianeta a vantaggio di tutti. In tutto ció, l’ESA fornirà il proprio contributo mettendo a disposizione un’organizzazione collaudata per lo sviluppo di sistemi operativi per conto della comunità di utenti, aprendo così la strada agli investimenti nei sistemi di futura generazione. L’ESA sfrutta i suoi 30 anni di esperienza nello sviluppo e nella gestione di programmi spaziali per contribuire al successo del GMES □ * Head of Esrin Communication Office **Head, ESA GMES Space Office ESA-Earth Observation Directorate “Sentinel”, a very appropriate name Global responsibility requires global information Ready to meet future challenges Be they the 1999 earthquakes or hurricanes, the Erika or Prestige wrecks facing our coasts, the Central Europe 2002 and 2006 floods, the murderous Tsunami or the Pakistan earthquake, what everybody expects from Europe is solidarity: Europe is called to act, its Member Countries to give aid. Our Planet is changing fast with a heavy impact on society, economics and environment. In order to understand and control change an ever closer monitoring is needed. The Global Monitoring for Environment and Security (GMES) is the answer to the European policy makers’ request of an information network in real-time. Undertaking global responsibilities means acting at world level. Earth observation systems open to international cooperation will multiply data banks and GMES will confer autonomous decision-making to European leaders. Under European Commission’s guidance, GMES relies on Earth observation satellites to understand the planet’s dynamics. Within the GMES framework, the European Space Agency, ESA, is developing the Space Component Program. The role of space activity The Space Component Program foresees five Sentinel satellite Earth Observation missions developed by ESA for GMES. Further data will be obtained from existing or future satellite missions by the European Union, ESA, EUMETSAT, member countries and other interna- SPACEMAG Numero 2 2010 tional partners. Space Component will be the European contribution to the Global Earth Observation System of Systems (GEOSS). The GMES Space component missions general framework is being developed by ESA as to guarantee a longterm access to data. The ESA Sentinel 1 Mission will supply all-weather radar images 24h a day to land and sea services. Sentinel-2 will supply high-definition optical images to ground services, while Sentinel 3 will monitor land and sea global activities. Finally Sentinel 4 and 5, from a geostationary and a polar orbit respectively, will supply data on atmosphere composition. Sentinel missions in detail Each Sentinel mission consists of a two satellites constellation. Sentinel 1A and 1B are radar satellites on a polar orbit, to be launched in 2012 and following years. They will offer a better coverage than existing Envisat and ERS: parameters have been dramatically improved to satisfy GMES users in terms of frequency, geographic areas and data diffusion. Europe and Canada will be covered in less than two days notwithstanding adverse weather conditions, and data vill be distributed within one hour after their acquisition. The Sentinel-1 data will be very helpful in a number of situations such as Artic daily sea ice conditions, oil spills at sea, shipping control, forest areas, earth tremors assessment, plus obviously emergency situations and relief Cover story The GMES Coordinated Data Access System will support the building of Earth Observation product collections such as this European ‘wall-to-wall’ image. This picture shows a ‘virtual mosaic’ of the scenes supplied for central and southern European coverage of IMAGE2006, overlaid to reduce cloud cover work. Sentinel-1 is produced by a consortium led by Thales Alenia Space Italia as main contractor, while Astrium GmbH, Germany, is responsible for the TerraSAR-X instrument. Sentinel-2 optical satellites travelling on a polar orbit will supply high-definition multispectral images. In fact, Sentinel-2 will supply more continously all the images offered today by the French SPOT (Satellite Pour l’Observation de la Terre) satellites, on a more sophisticated level with particular regard to agriculture and natural events such as floods, landslides and volcanic eruptions. The Sentinel-2 mission will start in 2013. Each satellite will carry a Multi Spectral Imager (MSI) covering a 290 km wide band. Data will be supplied every five days under fair weather conditions, and every 15-30 days under cloudy skies. The mission main target is to determine sea surface topography, sea and land surface temperatures and colours with a high level of precision and reliability. Sentinel-3 will be equipped with many advanced tools: • a topography system based on ESA Cryosat mission technologies and a DORIS (Determination of Orbit and Radiopositioning Integrated by Satellite) receiver; • an Ocean Land Colour Instrument (OLCI) based on the Envisat Medium Resolution Imaging Spectrometer (MERIS); • a Sea Land Surface Temperature Radiometer (SLSTR), derived and improved from the Envisat Advanced Along Track Scanning Radiometer (AATSR). • from their polar orbit the two Sentinel-3 satellites will assure a global coverage every two days, giving GMES a full capability in services concerning: maritime safety, oceanic streams, saltwater pollution, ice pack extension and floating icebergs, land use. Sentinel-4 and -5 instruments will be carried onboard of two Meteosat Third Generation (MTG) Sounder satellites to be launched in a geostationary orbit in 2017 and 2024 in order to assure an uninterrupted flow of data from Envisat to Sentinel-5. Both these satellites will be devoted to GMES atmospheric composition monitoring services. Data acquisition and its value GMES services will rely on the above mentioned satellite constellations plus a network of measuring stations on land, sea and air. These services will be extremely useful to policymakers in taking decisions on environment protection, cutting costs and promoting better life conditions. Main service areas are: land use, marine environment, atmosphere, emergency operations, security. Such services carried under EU responsibility will help improving natural resources management, food safety, biodiversity and quality of the air, contributing to understanding climate changes. GMES observation infrastructure will be coordinated by the European Environment Agency (EEA). GMES is therefore an outstanding opportunity to create value added economic activitities through existing monitoring neetworks and European aerospace industry. In this framework ESA organization with its 30 years experience will play a major role in managing successfully GMES □ “To build confidence in the future, European citizens are entitled to a complete access to all information concerning environment and security and global data collected thanks to space technology are essential to EU policy makers. ESA will stand by GMES Space Component to guarantee an adeguate response to these challenges” Jean-Jacques Dordain, ESA General Director 2010 Numero 2 SPACEMAG 39 Storia di copertina Indispensabile l’evoluzione dell’ingegneria di sistema C’è ancora troppa disomogeneità negli standard tecnologici e metodologici di Roberto Mugavero* 40 This image acquired on 28 December 2004 by the MERIS (Medium Resolution Imaging Spectrometer) on board ESA’s Envisat Earth observation satellite shows the northeast coast of Sri Lanka and the southern coasts of India. Sediment (light brown & green colour) left after the tsunami can be seen along the coast SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina A livello mondiale il rischio territoriale risulta sempre più caratterizzato dalla presenza di molteplici rischi naturali ma anche dalla presenza di diverse cause di rischio antropico. Tra i pericoli naturali possiamo annoverare terremoti, eruzioni vulcaniche, tsunami, alluvioni, frane, erosione costiera, subsidenza, crisi idriche e valanghe mentre, all’interno dei rischi antropici, possiamo trovare il rischio incendio boschivo, il rischio incendio di interfaccia, il rischio tecnologico- industriale, il rischio ambientale, il rischio nucleare, il rischio per la salute e il rischio terrorismo. In relazione alla presenza di questi vari profili di rischio, i diversi Paesi presentano un sistema di protezione e sicurezza territoriale normalmente composto da una struttura di protezione civile e da una struttura di difesa civile. Il compito della struttura di protezione civile è la salvaguardia della vita umana, dei beni, del patrimonio nazionale, delle infrastrutture e dell’ambiente dalle conseguenze di ogni tipo dovute a calamità naturali, accidentali o provocate non intenzionalmente dall’uomo mentre, il compito della struttura di difesa civile, è garantire la salvaguardia della nazione, della popolazione e delle infrastrutture dalle conseguenze di una guerra o del terrorismo. Relativamente a questi rischi, per la misura ed il rilevamento di dati, possiamo utilizzare sensori ottici, di movimento, di temperatura, chimici, biologici e radiologici, radar, lidar, sistemi ad ultrasuoni, infrarossi ed altro. Tutti questi sensori possono essere trasportati a bordo di mezzi terrestri, navali ed aerei, sia pilotati che teleguidati (UAV), ma anche a bordo di satelliti. A questo proposito, il telerilevamento via satellite, svolge un ruolo molto importante in caso di emergenza e di disastro e questo soprattutto alla luce di alcune considerazioni. I dati provenienti dallo “strato terrestre” (principalmente squadre, mezzi e sensori presenti sul campo) sono in grado di fornire, in tempo reale, un’immagine relativa all’evoluzione dell’evento e alle possibili variazioni delle condizioni ma, generalmente, attraverso una visione strettamente localizzata (tipicamente limitata a qualche chilometro) che impedisce di avere un quadro panoramico della situazione. Tali dati, inoltre, sono vincolati molto spesso dalle condizioni meteo e dalle condizioni di illuminazione (giorno/notte). I dati proveniente dallo “strato aereo” (tipicamente elicotteri, aerei ed UAV) permettono di avere, sempre in tempo reale, una osservazione con maggiore apertura spaziale (tipicamente qualche decina di chilometri) ma con un minor contributo relativo al dettaglio delle informazioni. Anche in questo caso la possibilità di acquisizione dei dati, è molto spesso, vincolata sia alle condizioni meteorologiche che alle condizioni di illuminazione. I dati provenienti dallo “strato spaziale”, invece, consentono di avere una completa panoramica dell’evento (tipicamente da centinaia a migliaia di chilometri) consentendo così la conoscenza del quadro esatto della situazione in atto sia rispetto alla portata dell’emergenza (molto utile in caso di disastri di ampie dimensioni come terremoti, alluvioni, esondazioni e tsunami) sia rispetto alle necessità fornendo altresì un notevole contributo relativo al dettaglio delle informazioni grazie alle attività di osservazione e misurazione che possono essere svolte con qualsiasi condizione meteo sia nel periodo diurno che notturno. Tale sistema di acquisizione, però, presenta come potenziali limitazioni sia il tempo necessario alla eventuale ripianificazione della missione (onde consentire l’esatta definizione delle aree da sottoporre a monitoraggio e controllo ed il posizionamento del fascio di osservazione satellitare sulle stesse) sia l’eventuale tempo di aggiornamento dei dati tra un passaggio e l’altro dell’orbita satellitare sulla zona dell’evento (nel caso non si abbia un satellite in orbita geostazionaria sulla stessa). Altra limitazione della quale si deve tenere conto è data dai possibili vincoli imposti da alcuni paesi che potrebbero opporsi al sorvolo o all’osservazione del loro territorio (anche solo per scopi civili e di soccorso) da parte di satelliti appartenenti a paesi stranieri. Le considerazioni sopra esposte, però, non debbono farci desistere dall’impiego di una soluzione (terrestre, aerea o spaziale che sia) a beneficio delle altre. Infatti, i vantaggi presenti all’interno di una soluzione, possono agevolmente colmare gli svantaggi presenti nell’altra grazie all’utilizzo di una strategia di integrazione tra sistemi di acquisizione dati al suolo, sistemi aerei e sistemi spaziali così da poter disporre della migliore apertura di osservazione, sia durante il giorno che durante la notte e con qualsiasi condizione meteo, avendo contemporaneamente un livello di dettaglio delle informazioni molto spinto. Un tale sistema integrato, nel quale come detto l’apporto dei sistemi satellitari risulta fondamentale, permette e può essere utilizzato, ad esempio, per stabilire i percorsi dei soccorritori e quelli di evacuazione, di modificare i piani di emergenza sulla base della conoscenza delle condizioni presenti e dei cambiamenti in corso, previsti e prevedibili, di fornire informazioni sui fenomeni in atto come le condizioni meteorologiche, i danni riportati dall’ambiente e dalle infrastrutture, di determinare l’ampiezza di una zona contaminata così come di identificare e visualizzare, attraverso sistemi di posizionamento GPS e la triangolazione computer-based (“localizzazione”), la posizione di opere, personale e mezzi sul luogo dell’evento e, conseguentemente, permettere l’organizzazione e la gestione delle risorse disponibili. Questo soprattutto grazie al fatto che i dati, le informazioni e le immagini, una volta raccolti, possono essere manipolati, analizzati e visualizzati ma anche convertiti ed utilizzati come input per strumenti software come i sistemi GIS. I Sistemi Informativi Geografici consentono agli utenti di raccogliere, conservare, manipolare, correlare, analizzare, presentare e aggiornare i dati geospaziali, come ad esempio i dati cartografici immagazzinati in database o fogli di calcolo o i dati provenienti da in sistema di gestione delle informazioni e che hanno una componente geografica, permettendo di visualizzare modelli, rapporti e tendenze che normalmente non possono visualizzati con le normali raccolte e tabelle di dati. Un GIS consente inoltre agli utenti di selezionare, modificare e/o rimuovere le varie categorie di dati dalla carta geografica in modo da consentire una rapida analisi di come La difesa civile, ha il compito di garantire la salvaguardia della nazione dalle guerre o dal terrorismo 2010 Numero 2 SPACEMAG 41 Storia di copertina i diversi fattori potrebbero incidere una decisione rivelandosi così particolarmente potenti nel rilevare i percorsi e rispondere agli scenari “what-if “. Per giungere, però, ad un reale sistema di acquisizione, organizzazione e gestione dati integrato abbiamo bisogno di una evoluzione organizzativa, tecnologica e dell’architettura di sistema. Oggi, infatti, abbiamo una architettura basata su livelli diversi che non permettono di integrare ed omogeneizzare l’ambito organizzativo (ovvero la gestione dei processi), l’ambito tecnologico (ovvero l’acquisizione, la fusione, la trasformazione dei dati e il sistema di supporto decisionale) e l’ambito previsionale ovvero la determinazione di scenari e il what-if. Per il futuro necessitiamo di un approccio sistemico con una integrazione delle infrastrutture e dei processi così da consentire l’organizzazione di architetture logiche e strutturali che portano i vari sistemi ad essere altamente collaborativi. Utilizzando una Service Oriented Architecture, infatti, siamo in grado di riprodurre, in un unico sistema, dati, servizi e processi provenienti da fonti diverse così da creare, integrare e coordinare, in tempo reale, le giuste risposte adeguando le stesse alla situazione dello scenario e al suo quadro evolutivo. L’approccio sistemico riguarda anche l’integrazione operativa della risposta. Per ora, infatti, abbiamo un sistema a bassa cooperazione e Gli incendi boschivi sono un’emergenza ambientale 42 Engineering systems, a reform badly needed It’s high time to integrate standards in a new architecture E arth and its soil face today multiple threats both natural and man-induced. In the first category are earthquakes, volcanic eruptions, landslides, floods, coastline erosion, subsidence, water shortages and avalanches, while human action accounts for other risks: forest fires, industrial activity, pollution, nuclear energy, health hazards and last but not least acts of terrorism. Civil Defense organizations must safeguard human life and its environment from every possible threat, while Civil Protection must safeguard the Nation, its physical structures and its population in case of war or terrorist attacks. To monitor all these threats sensors of many kinds are being employed (optical, motion, radar, lidar, chemical, biological, X-ray, infrared, ultrasound) on board of land, sea, air carriers and satellites. Satellite remote sensing is highly valuable in case of energencies. Data collected on site by rescue teams and local sensors can supply very quickly images of the event and its evolution but only on a very limited scale, usually within a few kilometers range. Moreover such SPACEMAG Numero 2 2010 images are affected by weather and light conditions. The same can be said of aerial data collected usually by helicopters, airplanes or UAV. These data enlarge the vision a few kilometers more but are less detailed. These images too are affected by weather and light conditions. Satellite data give a far broader image, hundreds km wide, framing the event on a broader scale and showing clearly its overall proportions. These data are highly detailed and unhampered by adverse weather or light conditions. The only limit is the time lag: missions have to be re-planned by defining targeted areas and the necessary frequency of passages, should there be no geostationary satellite available. Other limitations could be advanced by countries forbidding overflying by foreign satellites. But notheless all three means of data collection (from the ground, from the air, from space) must concur to convey a global picture and data integration can switch the emphasis on one means or the other. An integrated system such as the one outlined, where the satellite role is all-important, is extremely helpful in Cover story composto da diverse organizzazioni con norme e azioni amministrative separate, scarsa integrazione e coordinamento tra gli enti e standard metodologici e tecnologici separati. Per il futuro abbiamo bisogno di un sistema ad alta cooperazione con norme ed azioni amministrative comuni, elevata integrazione e coordinamento tra gli enti in tutte le fasi del ciclo dell’emergenza e standard metodologici e tecnologici comuni. Questo processo di integrazione deve essere accompagnato anche da una evoluzione dell’ingegneria di sistema. L’approccio attuale infatti è che, per ciascuno dei sistemi utilizzati a partire dal requisito, attraverso la progettazione, si ottiene un sistema con una certa prestazione mentre, l’evoluzione, deve portare ad un approccio in cui, a partire dal complesso generale dei requisiti di sistema, considerando gli scenari operativi e attraverso la modellazione e la simulazione, progettare un “sistema di sistemi” che soddisfi i requisiti globali. Lo scopo di tutte queste azioni deve essere la creazione di un ambiente omogeneo e collaborativo che consenta, oltre alla creazione di una connettività istituzionale, geografica, tecnica e operativa, anche la realizzazione una risposta razionale, coerente ed interoperabile □ * Facolta di Ingegneria di Tor Vergata /Roma “Pianificazione degli Interventi per la Sicurezza del Territorio” 43 mapping rescue and evacuation routes, modifying and improving contingency plans in real time according to foreseen evolutions, marking the exact extent of the area involved and optimizing resources and intervention. Collected data can be processed by software tools like Geographic Information Systems that integrate, store, edit, analyze, share, and display geographic information. GIS applications allow users to create interactive queries (user-created searches), analyze spatial information, edit data, maps, and present the results of all these operations, including options on ‘what if’ scenarios. To reach ultimately such an integrated operation, a radical evolution of the underlying system architecture is badly needed. Present architectures do not allow integration of process management, technology and previsions. Infrastructures and processes are to be coordinated by a systematic approach granting a complete cooperation and a Service Oriented Architecture is likely to be the right answer □ An alluvium transports great amounts of ground and detritus complicating the rescue operation 2010 Numero 2 SPACEMAG Storia di copertina I satelliti GMES si basa su una serie di cinque tipologie di satelliti, chiamati Sentinelle, specializzati in precise applicazioni. di Andrea Drudi Sentinel-1 44 I Sentinel-1 saranno usati per produrre dati radar interferometrici; Sentinel-2 i Sentinel-2, satelliti ottici, sono stati progettati per l’osservazione multi spettrale; SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina Sentinel-3 i Sentinel-3 sono a specializzazione oceanografica e terrestre; Sentinel-4/5 45 i Sentinel-4, di tipo geostazionario, sono destinati a monitorare le componenti atmosferiche; i Sentinel 5, infine, satelliti a bassa orbita, monitoreranno la composizione chimica dell’atmosfera. Nel febbraio 2008 la Commissione Europea ha stanziato circa 624 milioni di euro per lo sviluppo del segmento spaziale del GMES, che si aggiungono agli oltre 700 milioni già stanziati dai paesi membri dell’ESA. Alla riunione ministeriale del novembre 2008, allo sviluppo di GMES sono stati girati altri 831 milioni di euro, di cui 120 stanziati dall’Italia. La realizzazione delle Sentinelle è stata attribuita alle principali aziende europee: l’azienda franco italiana Thales Alenia Space realizzerà Sentinel 1 e Sentinel 3, mentre alla tedesca Astrium è stato affidato Sentinel 2. 2010 Numero 2 SPACEMAG Storia di copertina Gli occhi sul pianeta I satelliti di osservazione terrestre sono pietre miliari per il sistema europeo di monitoraggio GMES di Andrea Drudi C 46 on i nuovi satelliti ad alta risoluzione spaziale e spettrale, e grazie alla disponibilità di alte prestazioni di calcolo, è cambiato il modo di “vedere” l’ambiente ed i fenomeni ad esso correlati. I satelliti di Osservazione della Terra consentono di acquisire la conoscenza del territorio e degli effetti su di esso degli eventi naturali o indotti dall’uomo che avvengono con sempre maggiore frequenza, di misurare diversi parametri che caratterizzano il mare, la terra e l’atmosfera e di seguire l’evolversi dell’ambiente. I nuovi sistemi di osservazione della Terra dallo spazio danno un grande contributo allo sviluppo delle tecniche per la previsione dei più complessi fenomeni ambientali. I fenomeni naturali o indotti dall’uomo non sono facilmente riproducibili in laboratorio a causa delle loro scale spazio temporali, e solo con l’uso del calcolatore é possibile riprodurre la dinamica dei sistemi naturali attraverso la loro modellizzazione matematica. Le misure che è possibile fare grazie ai satelliti, assieme alle rilevazioni puntuali fatte attraverso la strumentazione in situ, sono fondamentali per alimentare questi modelli e renderne sempre più accurati e affidabili i risultati. Un programma complesso come GMES per lo sviluppo di un Sistema dei sistemi per l’osservazione globale della Terra non può fare a meno di un valido alleato nell’osservazione terreste. Infatti il sistema italiano COSMO-SkyMed rappresenta uno dei “mattoni” su cui poserà il sistema europeo per il monitoraggio e la tutela ambientale. Sviluppato dall’Agenzia Spaziale Italiana in cooperazione con il Ministero della Difesa, COSMO-SkyMed si basa su una costellazione di quattro satelliti identici, dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X (in grado quindi di vedere attraverso le nuvole e in assenza di luce solare). Una volta completato, il sistema sarà in grado di effettuare fino a 450 riprese al giorno della superficie terrestre, pari a 1.800 immagini radar, ogni 24 ore. Il vero punto di forza di COSMO-SkyMed è la straordinaria flessibilità di utilizzo. L’occhio del radar può operare in modalità spotlight (concentrandosi su un’area di pochi km quadrati, e osservandola con risoluzione fino al singolo metro), stripmap (osservando una striscia continua di superficie terrestre) o scanSAR (coprendo una regione di 200 km di lato). Brevissimi sono anche i tempi di risposta, cioè il tempo necessario per configurare la costellazione in modo da ottenere immagini dell’area desiderata: da 72 ore quando si opera in condizioni di routine, fino a meno di 18 ore in condizioni di emergen- SPACEMAG Numero 2 2010 Storia di copertina 47 Un immagine dell’Antartide scattata da COSMO-SkyMed 2010 Numero 2 SPACEMAG Cover story za. Altro punto di forza è il breve tempo di rivisita (l’intervallo tra due passaggi sullo stesso punto), inferiore alle 12 ore, che consente di monitorare costantemente l’evoluzione della situazione in una particolare area. Attualmente, nessun sistema satellitare può vantare caratteristiche così avanzate. Per ampliare le sue capacità COSMO-SkyMed andrà ad integrarsi con due satelliti ottici francesi (Helios II) ed interagirà con i due satelliti argentini Saocom, dando vita, grazie ad un accordo tra le due agenzie (ASI e CONAE), al sistema SIASGE. Un Sistema Italo-Argentino di Satelliti per la Gestione di Emergenze che metterà i due paesi all’avanguardia mondiale nel settore. La partecipazione argentina, che comprende il lavoro di duecento imprese, comporta la messa in orbit, per far parte della costellazione di due satelliti SAOCOM, che si aggiungeranno ai quattro satelliti italiani. Il SIASGE consentirà di ottenere immagini radar più precise, sicure e con molta maggiore frequenza di quanto avviene attualmente con i satelliti per la cattura di immagini fotografiche. Un ulteriore aiuto al programma GMES arriverà dalla società italiana e-GEOS, controllata da Telespazio (80%) e dall’Agenzia Spaziale Italiana (20%), che ha firmato un contratto con l’Agenzia Spaziale Europea per la fornitura di dati satellitari, sia radar che ottici. In base all’accordo, che ha un valore di circa 3,5 milioni di Euro, e-GEOS fornirà all’ESA, oltre che le immagini di COSMO-SkyMed, anche quelle dai satelliti ottici GeoEye-1, IKONOS, QuickBird, WorldView-1 e WorldView-2. Il programma GMES dunque può contare su occhi sicuri ed affidabili per poter monitorare in ogni istante i cambiamenti della terra in modo da avere sempre una “immagine” dettagliata dello salute del nostro pianeta □ Planet watching EO satellites are environment new watchdogs 48 T he new high spatial and spectral resolution satellites are changing our vision of the environment and related phenomena. Earth Observation satellites give us a complete knowledge of our planet, reporting mercilessly on Man-produced damages. The new Earth Observation methods can anticipate complex environment mutations. Because of their dimension, natural phenomena cannot be studied in a lab, their dynamics can be reproduced and investigated only by computers through mathematical models. Measurements from space plus on site collected data help getting reliable results. A complex program such as GMES born to develop an EO System of the Systems needs a strong partner and this partner today is the Italian COSMO-SkyMed, a cornerstone in the European System of environment monitoring and control. Developed by the Italian Space Agency, ASI, in cooperation with the Italian Defense Ministry, COSMO-SkyMed relies on a four identical SAR satellites constellation; operating on x-band they will keep their watch on our Planet regardless of weather and light conditions. Once complete, the system will produce almost two thousand radar images every 24 hours in three differente modes: spotlight with resolution down to 1 mt, stripmap or scanSar. Response times will be very short, normally 72 hours, less than 18 under emergency conditions. Revisiting frequency is another highlight: less than 12 hours, enabling observers to monitor very closely sensitive areas as in emergencies. No other system can compete with these specifications. COSMO-SkyMed potential will be heightened by its interaction with two French optical satellites (Helios II) and two Argentinian SAOCOM satellites, creating the SIASGE (Sistema Italo-Argentino di Satelliti per la Gestione di Emergenze) system. SIASGE will supply correct, safe and frequent radar images. The Argentinian partnership will involve more than 200 South-american companies. A further impulse to GMES program will come from the Italian e-GEOS (80% Telespazio, 20% ASI). e-GEOS has just signed a 3.5 million Euro contract with ESA to supply radar and optical satellite data through a whole array of constellations. GMES eyes will scan our habitat and point out undesired changes in order to intervene: eyes very badly needed today □ The Radarsat satellite for the observation of the earth, launch from the Canadian Space Agency SPACEMAG Numero 2 2010 NASA 50 Astronaut Eugene A. Cernan, commander, makes a short checkout of the Lunar Roving Vehicle (LRV) during the early part of the first Apollo 17 Extravehicular Activity (EVA-1) at the Taurus-Littrow landing site SPACEMAG Numero 2 2010 NASA The next frontier Rethinking NASA to meet the challenge of its new mission di Mariano Bizzarri* A fter the futuristic vision laid out by G.W. Bush, President Obama’s space program discloses an entirely new option for NASA’s future. Without any concession to science-fiction issued perspectives or least of all to rhetoric, Obama charged NASA to build its future step by step through the industrial grey work of inventing and maturing technology. No president in the post-Apollo era has had courage in suggesting such a project. In Obama’s vision no astronomical steps neither outstanding missions are planned; instead, it directs the space agency how it should move ahead, with inventive technology rather than conventional engineering. This kind of vision encompasses all systems possibilities, it embraces all destinations, even hypothesizing a manned landing on Mars, but not starting here and not stopping here neither. The message is that development of enabling technologies will determine how and where we (could) go. Those who aloud claim a settled destination for human spaceflight have now been answered. The destination is onward, far away as technology improvement can allows us. During the sixties, the Apollo program developed, matured, and incorporated new technologies at a striking rate. Since then, NASA has focused on systems that were difficult, undoubtedly, but within the borders of established technology. The agency’s standard of performance has been devoted to achieve the task without compromising safety and mission success. Now NASA is being asked to focus on missions that are not within technological reach. Thus, NASA is committed to introduce more (and new) technology into operation, without forgetting the lessons of safety and mission assurance, gathered from 50 years of experience. By sure, this will require profound changes in NASA’s culture. Spaceflights are risky, and failed missions were so traumatic that NASA’s spaceflight culture grows up emphasizing the 2010 Numero 2 SPACEMAG 51 NASA need to minimize the possibility of failure. It is tempting to speculate that concern for failure has represented a huge hurdle before a new technology has to be assigned to a mission-critical role. To achieve a high level of confidence new technology must be exhaustively tested under a full range of flight conditions and circumstances. If the reliability requirement is not successfully obtained, the easier alternative relays on using components and facilities that have been already proven to be efficient. Since testing is expensive, time consuming and exposed to high probability of failure while hardware inherited from previous missions is virtually free, it is not so surprising that program managers have generally preferred performance compromises in order to use heritage hardware. Along this way, NAS eventually developed a technologically conservative culture. The agency must stop pursuing achievable missions by relaying only on aging, well-experimented technology and instead conceive ambitious missions that demand young technology. To achieve these goal scientists and program’s engineers need to rethink how to work together. Program people work in large teams. They rely on formal mechanisms to coordinate their activities. They depend on leaders to assign work, levy due dates, review and adjust outputs, and make critical decisions. Programs can work no other way. Researchers, on the other hand, tend to work alone or in a small group. They set their own objectives, and make their own decisions. They have little patience for formality or leadership. Research can work no other way. However, it’s time to changing. The hoped (needed) culture change should integrate into a new synergy the work-a-day culture of both program and scientific teams. Both must understand and respect their differences but work together in spite of them. Researchers must understand operational considerations and constraints. Program managers must understand the capabilities and implications of new technologies. Therefore, adopting the Obama’s vision requires NASA’s fitness not only in inventing new technical products, but firstly in reframing its own business models. By sure, the profound cultural differences between NASA’s research and program segments make conflict absolutely foreseeable and almost inevitable. However, these two cultures must meet together to perform the assigned task. It has been hoped that the result will not fall into a shotgun marriage. Notwithstanding we cannot expect that a satisfying union will emerge “spontaneously”, a satisfactory issue may be reasonably planned. This implies that the “operational side” can not thrive by bleeding the “research side”; but neither the latter could flourish at the expense of operations. NASA should (must) devise new program structures that motivate people to work together, reaching destination. Now, NASA has to suggest what those program structures might be □ New technology must be exhaustively tested under a full range of flights 52 NASA’S Mars Exploration Rover Spirit captured this westward view from atop a low plateau where Sprit spent the closing months of 2007 SPACEMAG Numero 2 2010 * Dipartimento di Medicina Sperimentale Università di Roma “La Sapienza”; Componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’ASI NASA La prossima frontiera Ripensamento della NASA per la sfida della sua nuova missione D opo le visioni fantascientifiche di G.W.Bush, il programma spaziale di Obama ha svelato un ruolo del tutto diverso per la NASA, che dovrà costruirsi il proprio futuro passo a passo nell’opaca dimensione industriale della tecnologia. Nessun Presidente dall’epoca del programma Apollo aveva mai avuto tanto coraggio. La visione di Obama non prevede clamorose missioni, ma indica alla NASA ‘come’ deve progredire, nella direzione di nuove tecnologie. Tutto qui, sarà lo sviluppo tecnologico a decidere come e dove andare, questa è la risposta a chi chiedeva a gran voce una precisa scadenza per il volo umano. Certo, si va avanti, ma fin dove ci porta la tecnologia. Negli anni ‘60 il programma Apollo sviluppò nuove tecnologie ad un ritmo accelerato e da allora la NASA ha agito all’interno di quello siluppo, senza compromettere la sicurezza e il successo delle missioni. Ora dovrà concentrarsi su missioni che non sono ancora tecnologicamente possibili, e questo comporterà un profondo mutamento culturale. I voli spaziali sono rischiosi e I fallimenti hanno tanto scosso la NASA che l’ossessione è evitare l’insuccesso. Perchè una nuova tecnologia sia affidabile, occorrono test lunghi e costosi e se non si raggiunge la piena affidabilità, si usano gli strumenti che sono andati bene finora. E’ comprensibile che I program managers abbiano preferito quasi sempre ricorrere a tecnologie già sperimentate. In questo senso la NASA è diventata conservatrice. Ed è ora invece che cominci a concepire missioni più ambiziose che richiedano tecnologie innovative. Per fare questo occorre che scienziati e tecnici ripensino il loro comune lavoro. I tecnici di programma lavorano in grandi squadre, formalmente coordinate, guidate da capi che decidono tempi e modi e opzioni, ed è il modo giusto. I ricercatori invece lavorano da soli o in piccoli gruppi, si pongono da se gli obiettivi, fanno da se le loro scelte, e anche questo è il modo giusto. Ma è ora di cambiare, e la nuova cultura, auspicata quanto necessaria, richiede un’integrazione in una diversa sinergia, dove ognuno tenga conto della visione dell’altro: i ricercatori devono comprendere le esigenze dei programmatori, questi devono comprendere tutte le implicazioni delle nuove tecnologie. Quindi Obama costringe la NASA non solo a inventare il nuovo, ma anche a cambiare i suoi modelli di lavoro. Certo, le profonde divergenze culturali fra I due settori della NASA – ricerca e programmazione - rendono il conflitto assolutamente prevedibile quanto inevitabile. Eppure le due parti ce la devono fare, devono riuscire, e non può essere un matrimonio celebrato sotto la minaccia di una pistola. Non sarà un processo spontaneo, ma dovrà prima o poi avvenire, tocca alla NASA delineare nuove strutture operative che motivino la gente a lavorare meglio insieme. Ed è ora che lo faccia □ 2010 Numero 2 SPACEMAG 53 Esplorazione 54 Rendering grafico della sonda Cassini in orbita su Saturno SPACEMAG Numero 2 2010 Esplorazione Quelli che guardano il cosmo Le missioni Herschel, Planck, Cassini, Agile, rappresentano alcuni dei grandi successi della comunità scientifica e dell’industria spaziale del nostro paese 55 di Roberto Battiston* C entinaia o milioni di chilometri sopra le nostre teste una flottiglia di satelliti osserva senza sosta l’universo per studiare le proprietà degli oggetti celesti o capire cosa è successo nei primi istanti dopo il Big Bang. A bordo portano sensori raffinatissimi, estensioni della nostra capacità di vedere l’intero spettro della radiazione elettromagnetica, di ammirare l’universo nel suo vero splendore. Così come i fotografi usano macchine fotografiche con diverse ottiche, talvolta il teleobiettivo, talvolta il grandangolo, così le agenzie spaziali mettono in orbita strumenti in grado di esplorare diversi aspetti dell’ universo. Questo spiega la grande varietà di missioni in corso, un singolo satellite non è in grado di fare tutto. Quali sono le principali missioni in corso a cui partecipano l’ASI e l’ESA? Andiamo a ritroso nel tempo, partendo da una delle più recenti, la doppia missione Herschel-Planck. Si tratta infatti di due missioni, lanciate dallo stesso vettore Ariane 5 il 14 maggio 2009 e posizionate in uno dei punti lagrangiani a qualche milione di km dalla terra. Esse sono dedicate a due tipi di ricerche diverse. Herschel è dedicato all’osservazione dell’ infrarosso lontano, corrispondente a corpi celesti con temperature al massimo di qualche centinaio di Kelvin, troppo freddi per emettere luce visibile. In questo modo è possibile studiare come si siano formate ed evolute le galassie e le stelle e quali siano le proprietà chimiche dei gas interstellari e delle atmosfere planetarie. Ma la stessa missione ESA ha messo in orbita Planck (di cui si è già parlato nel numero 1/2009 di SpaceMag), uno strumento dedicato all’osservazione del fondo di radiazione cosmica con una precisione mai raggiunta prima. Lo studio dell’eco del Big Bang, in particolare delle piccole anisotropie in temperatura del fondo di corpo nero dell’ universo, la cui temperatura media è oggi nota con una precisione eccezionale, 2.725 K ± 2 mK, sta fornendo informazioni di 2010 Numero 2 SPACEMAG Esplorazione La prima mappa del cielo nelle lunghezze d’onda della luce visibile tracciata dal satellite Planck 56 precisione relative alle proprietà complessive dell’Universo. Osservando le frequenze nell’intervallo tra 27 GHz e 1 THz, Planck è in grado di osservare con precisione la struttura della configurazione spaziale delle fluttuazioni in temperatura, fluttuazioni per loro natura molto piccole, dell’ordine di 10 miliardesimi di Kelvin. Se l’esistenza del fondo cosmico è una prova in favore dell’ esistenza di una esplosione iniziale, l’analisi della struttura spaziale di questo fondo quasi uniforme, permette di risalire ai fenomeni che sono avvenuti tra il Big Bang ed il momento, circa 300.000 anni dopo il Big Bang, in cui il plasma di protoni ed elettroni si è ricombinato (per la prima volta dall’inizio dei tempi!) per formare atomi di idrogeno e di elio. Planck ci permette davvero di arrivare ai confini del tempo e dello spazio, fornendoci dati di eccezionale precisione che renderanno ancora più accurato il modello cosmologico dell’ Universo. Dall’universo freddo del fondo di microonde passiamo all’universo violento osservato da Fermi, il grande satellite NASA a cui l’ASI e l’INFN hanno contribuito in maniera determinante. Fermi orbita a circa 500 km di altezza dall’11 giugno 2008. Il suo obbiettivo è quello di studiare oggetti celesti in grado di generare una quantità smisurata di energia che viene in parte convertita in raggi gamma di centinaia di Gigaelettronvolt. Questa fauna cosmica comprende buchi neri supermassivi, coppie di stelle di neutroni che si stanno fondendo, pennacchi di gas caldissimo che si muove quasi alla velocità della luce. Questi mostri del cielo rappresentano dei laboratori in cui le leggi della fisica sono messe alla prova in condizioni che non potremo mai riprodurre nemmeno con i più potenti acceleratori del CERN. Da quando Fermi è operativo il cielo gamma è stato ridisegnato. La sensibilità dello strumento è tale da potere rivelare sorgenti molto più deboli di quelle già identificate e di studiarne la variabilità nel tempo. In questo modo l’universo si sta rivelando vivo e pulsante, in continua, violenta evoluzione. Ma Fermi è anche in grado di studiare fenomeni molto meno appariscenti, usando l’intero universo come fosse un grande laboratorio per lo studio delle leggi fondamentali. Uno dei risultati più affascinanti ottenuti da Fermi nel 2009 consiste infatti nella verifica che fotoni di energia enormemente diversa ma emessi dalla stessa sorgente, un lampo gamma avvenuto 7.3 miliardi di anni fa, hanno raggiunto il nostro pianeta contemporaneamente, evidenza del fatto che in questo lunghissima corsa attraverso lo spazio non hanno subito effetti che violino l’invarianza di Lorentz, uno dei pilastri alla base della relatività di Einstein. Anche AGILE, la piccola missione ASI lanciata nell’aprile 2007 e recentemente estesa fino al 2011, continua ad osservare l’universo gamma registrandone i fenomeni più violenti. Alla lunga lista di interessanti osservazioni astrofisiche, di recente si è aggiunto lo studio dei raggi gamma che, sorprendentemente, provengono dall’atmosfera. L’eccellente risoluzione temporale e angolare di AGILE hanno permesso di osservare fotoni di svariate decine di MeV provenienti da zone temporalesche della fascia equatoriale. L’intensità e la collimazione di questi flussi di fotoni sono eccezionalmente elevate al punto di meritarsi il nome di Terrestrial GammaUna delle prime immagini di Herschel, la galassia Whirlpool nell’infrarosso lontano SPACEMAG Numero 2 2010 Esplorazione Ray Flashes per analogia ai giganteschi lampi gamma osservati nel cosmo. Il flusso di energia e di particelle ionizzanti collegato a questi fenomeni sarebbe così elevato da rappresentare un possibile pericolo per un aereo che avesse la malaugurata sorte di esserne colpito. Sempre a proposito di universo violento, Swift, la “rondinella” che osserva i lampi gamma, continua a registrare le proprietà delle violentissime esplosioni che costellano l’ universo, per fortuna ad enormi distanze dalla nostra galassia. Swift è una missione NASA, specificamente dedicata all’osservazione dei lampi gamma con un telescopio a raggi X realizzato con il contributo italiano dell’ ASI e dell’ INAF-Osservatorio di Brera. L’accettanza angolare di un telescopio X è molto piccola, per cui il satellite usa un innovativo rivelatore di raggi X a grande accettanza angolare, chiamato BAT. La misura di BAT permette a Swift di riorientarsi automaticamente in pochi minuti per puntare le sue precise ottiche X nella direzione di interesse. In cinque anni di vita Swift ha studiato più di cinquecento lampi gamma, tra cui 15 estremamente lontani da noi, con un redshift maggiore di 4. Il record di distanza è detenuto da un lampo gamma misurato a z=8.1, un esplosione avvenuta 13 miliardi di anni fa quando l’universo aveva un volume pari a 5% di quello odierno. Questi satelliti osservano l’universo da lontano, con strumenti sempre più raffinati che analizzano la radiazione che raggiunge il nostro pianeta. Invece un certo numero di missioni esplorano il nostro sistema solare letteralmente andandoci. Tra queste una delle più affascinanti è certamente Cassini, la missione NASA-ESA-ASI destinata a studiare il sistema delle lune di Saturno. Cassini è stato lanciato nel 1997 e dopo un’orbita complessa, appositamente studiata per acquisire l’energia necessaria ad allontanarsi dal sole passando vicino ad altri pianeti interni con la tecnica della fionda gravitazionale, ha raggiunto Saturno nel 2004. Dopo avere fatto scendere con successo nel dicembre 2004 la sonda Huygens nell’atmosfera di Titano, la più importante luna di Saturno, misurandone per la prima volta le caratteristiche, Cassini ha continuato il suo viaggio allontanandosi dal grande pianeta. Nel 2009 gli strumenti di Cassini hanno potuto osservare lampi di luce emessi dall’ atmosfera di Saturno, chiaramente associabili a dei fulmini. Su questo pianeta le tempeste caratterizzate da scariche elettriche sono più rare che sulla terra, ma durano parecchi mesi. L’intensità dei fulmini è però paragonabile a quella terrestre, anche se, naturalmente, l’atmosfera è completamente differente. Queste missioni rappresentano alcuni dei grandi successi della comunità scientifica italiana e dell’industria spaziale del nostro paese. Sensibili radar per le telecomunicazioni interplanetarie, calorimetri traccianti per rivelare raggi gamma di alte energie, telescopi a specchi per raggi X, camere multispettrali, analizzatori di polvere interplanetaria sono solo alcuni dei raffinati strumenti sviluppati in Italia negli ultimi venti anni. Si tratta di tecnologie all’avanguardia che hanno permesso all’ industria nazionale di sviluppare nuovi prodotti, non solo per lo spazio, con importanti ricadute economiche e applicative. Una sinergia tra mondo della ricerca e mondo industriale resa possibile dall’ ASI, coerentemente con il suo 57 Water and fog found on Titan, Saturn’s moon The Cassini probe has once again proven it’s value; the Visual and Infrared Mapping Spectrometer (VIMS) onboard the probe provided the data that eventually led to this conclusion 2010 Numero 2 SPACEMAG Exploration mandato istituzionale, grazie a decisioni prese, in alcuni casi, alla fine degli anni ‘80. Queste strategie si realizzano nel corso di decenni ed è quindi di fondamentale importanza che l’ Agenzia abbia sempre nel suo portafoglio di programmi la partecipazione allo sviluppo delle missioni più importanti sviluppate a livello europeo ed internazionale □ * Presidente della II Commissione Scientifica Nazionale dell’INFN; Componente del Comitato Tecnico Scientifico dell’ASI; I risultati del satellite Fermi mostrano come i fotoni viaggiano alla stessa velocità nello spazio indipendentemente dalla loro energia, cosi come previsto dalla teoria della relatività Eyes in the sky An italian success story: Herschel, Planck, Cassini, Agile 58 H undreds, sometimes millions of miles over our heads, the Universe is being observed and studied all around the clock by a flotilla of satellites; these sophisticated instruments are deployed by the National Space Agencies, covering different ranges of the electromagnetic spectrum which explains why many different satellites are needed. Definitely this is not a one-man job. Let us have a close look at the main accomplishments by ASI and ESA, starting from the latest one, the Herschel-Planck double mission launched by the same Ariane 5 vector on May 14, 2009. The Herschel mission scope is to study the farthest infrared emissions by celestial bodies too cold to emit visible light, in order to map the evolution of stars and galaxies. Planck was put in orbit (see Space Mag issue of 1/2009) to investigate with the utmost precision the Cosmic Microwave Background radiation, believed to be the Big Bang fossil footprint. By studying the Big Bang echo still reverberating throughout the Universe, scientists are obtaining ever new information on Cosmos general properties. Planck instruments can detect temperature fluctuations of the order of tens of nano Kelvin. By analysing the spatial structure of the background radiation, scientists can re-enact phenomena that occurred at the end of the first 300,000 years after the Big Bang, when the plasma composed of protons and electrons gave birth to atoms of hydrogen and helium. From the frozen microwaves frozen realm to the violent Universe observed since June 11, 2008, by the NASA Fermi satellite built with major contributions by both ASI and INFN. Its targets are those celestial bodies generating enormous amounts of energy: super massive Black Holes, neutron twin stars, overheated gas clouds moving almost at the speed of light. Those ‘monsters’ are an ideal testing ground for physics laws, offering SPACEMAG Numero 2 2010 conditions unattainable even by the most powerful CERN particles accelerators. Fermi is indeed redrawing the whole map of the Gamma-rays sky by detecting the weakest sources: one of its most interesting experiments performed in 2009 verified that photons with different energy emitted by the same source 7.3 billions of years ago had reached the Earth simultaneously, without contradicting the Lorentz invariance principle, a key property of spacetime The Gamma-ray universe and its more violent phenomena are observed as well by another ASI mission, AGILE, launched on April 2007 and recently extended to 2011. AGILE instruments can also detect Gamma-rays generated within the atmosphere, producing pictures of tens of MeV bursts coming from tropical thunderstorms. The intensity of such bursts is such that they are called Terrestrial GammaRay Flashes just like the ones observed in the universe, and their energy is so strong as to be fairly dangerous should they hit flying planes. The NASA Swift GammaRay Burst Mission is devoted to the observation of Gamma-ray bursts in our galaxy at a safer distance by means of an X-ray telescope: the Burst Alert Telescope (BAT), developed with Italian contributions by ASI and INAF-Osservatorio di Brera, covers a large fraction of the sky, detects GRBs and computes their coordinates in the sky. In five years of activity more than 500 such events have been recorded, the farthest away being an explosion that occured 13 billions of year ago, when the volume of our Universe was just 5% of today. Apart from those observations from a distance, there is a number of space missions exploring our solar system directly ‘on site’, like the Cassini mission to study the Saturn’s moons Titan and Enceladus. Launched in 1997 Cassini reached Saturn in 2004 following a complex orbit in order to exploit the gravitational slingshot; soon Exploration 59 Herschel and Planck launch ignition after, its Huygens probe descended in Titan’s atmosphere gathering data on its composition. The year after Cassini instruments recorded lightning flashes in Saturn’s atmosphere, where electric storms are much rarer than on Earth but can last months and produce similar lightning intensity. All these space missions can be considered an outstanding achievement for both the Italian scientific community and Italy’s aerospace industry. Interplanetary TLC radar systems, high energy Gamma-rays detectors, X-ray telescopes, multispectral cameras, Comet and Interstellar Dust Analyzers (CIDA) are just a few examples of instruments manufactured in Italy in the last two decades. Thanks to such advanced technologies, Italian industry developed new products not only in the aerospace field but for civil use as well, building a synergy fostered by the Italian Space Agency according to its strategy dating back to the late ‘80s. Such long-term strategies will require ASI participation in the European and international most important space missions in the years to come □ 2010 Numero 2 SPACEMAG Cultura Un’apocalisse piena di speranza Lettura trasversale di “Codice Genesi” di Mariano Bizzarri C 60 ontrariamente a quanto ci si aspetterebbe, Codice Genesi (The Book of Eli, regia dei fratelli Hughes) non rientra nel quadro classico del filone di fantascienza distopica che nel corso degli ultimi trent’anni ha annoverato centinaia di produzioni cinematografiche, dal valore spessissimo diseguale, come Blade Runner e Fuga da New York. Nel contesto apocalittico successivo ad una non ben specificata guerra d’annientamento, la Civiltà si ritrova ad essere regredita ad un livello animalesco, straziata dalla penuria di risorse, l’oblio della cultura e l’atomizzazione del tessuto sociale. Per una volta, tuttavia, sul banco degli accusati non c’è la Tecnologia. La pellicola non si sofferma sulla concatenazione di eventi che hanno condotto al disastro. Tuttavia, a prescindere da quale sia stata la dinamica responsabile dell’olocausto, sono la perdita di un’etica e di una dimensione spirituale ad essere indicate come causa ultima di tanta distruzione. La fine del mondo non sopravviene a causa di troppa scienza o eccesso di tecnologia: il vero mostro – ipostatizzato dall’inquietante personaggio interpretato da Gary Oldman – è quello che si annida nelle “tenebre” dell’anima e della mente. È il silenzio della coscienza e della ragione a generare l’obbrobrio. Lo svolgimento della trama viene così scandito dalla tensione che si stabilisce tra i poli opposti dello Spirito e dell’Oscurantismo. L’azione - che vede protagonista uno straordinario Denzel Whashington nei panni di Eli, rievocazione del biblico Elia - è tutta dentro la dimensione metafisica del “viaggio” (Eli è un moderno pellegrino), rivolto al recupero ed alla conservazione di quel sapere sapienziale che una certa idea di “progresso” tende oggi a ritenere superfluo. Ed è proprio nella capacità di distinguere ciò che è essenziale da ciò che è superfluo, che si misura la capacità dell’Uomo di costruire un futuro. La storia narra degli ostacoli e dei tanti combattimenti che tale compito comporta. Non a caso la tradizione ebraica vede in Elia colui che è inviato dal Signore per aiutare il Popolo Eletto nei momenti di maggiore difficoltà. Eli è per questo confrontato ad innumerevoli pericoli, tutti affrontati vittoriosamente. Non è la propria vita che difende così ferocemente, ma la speranza per il futuro; una speranza che porta con sé e protegge da 30 anni ed è determinato a realizzare. Spinto da questo impegno e guidato dalla fede in qualcosa più grande di lui, Eli fa quello che deve per sopravvivere - e va avanti. Moderno samurai, affronta un combattimento che è innanzitutto spirituale, e dove la posta in gioco è salvaguardare l’ultima copia di un libro, anzi, Il Libro per antonomasia: la Bibbia, nella versione tradotta per il beneficio di tutti da Re Giacomo (pubblicata nel 1611 in inglese). La Bibbia è qui simbolo dei libri tut- SPACEMAG Numero 2 2010 Culture ti che, in quanto depositari di saggezza e memoria storica, rappresentano l’unica speranza per conservare quel poco di umanità rimasta nel mondo. Una situazione, a ben vedere, che ricorda molto da vicino il tema di Fahreneit 451. Il protagonista memorizza integralmente il Libro (come spesso è avvenuto nella storia dell’Umanità, a partire dal Ramayama nella tradizione Indù) e riuscirà a farlo trascrivere e quindi a pubblicare, poco prima di morire. Dettaglio importante: la nuova versione a stampa del Libro avviene grazie a quanto è sopravvissuto del Mondo tecnologico ormai scomparso, e che viene gelosamente custodito nella prigione di Alcatraz trasformata in una sorta di monastero-biblioteca. È qui che il Sapere dell’Umanità trova nuova accoglienza in attesa di poter essere riutilizzato per costruire un futuro diverso. È la dedizione costruttiva dell’Uomo, sorretta dalla fede ed armata di ragione ed ingegnosità razionale, a fornire un balsamo alla disperazione. Nessuna scorciatoia millenaristica, né tantomeno ripiego su una religiosità edulcorante, come è stato scritto. Ma solo un memento che sottolinea come, nel prossimo futuro, perchè l’Uomo possa realmente far fronte alle imminenti sfide, Sapienza e Scienza, lungi dall’opporsi, possono e devono integrarsi □ Apocalypse? Doesn’t kill the hope A different reading of ‘The Book of Eli’ S urprisingly enough ‘The Book of Eli’, the movie directed by the Hughes Brothers, does not beålong to the classic sci-fi panorama dominated in the last thirty years by all sort of productions, from outstanding ones Like Ridley Scott’s most celebrated ‘Blade Runner’ to far lesser examples of filming. After the usual, ill-defined final war, civilization is back to animal level, no resources, no culture, no social texture. Just for once though it is not the fault of degenerated technologies: on the contrary it is the total loss of ethics, the loss of any spiritual dimension to create such a havoc. The world ends not because of an overflow of science, the actual causes must be found instead in the dark side of the human mind as intriguingly revealed by the character played by Gary Oldman. So the movie centers around the perennial conflict between Darkness and Light (of the Spirit). The intrinsic meaning of Eli’s journey (Eli, suggesting the Biblical Prophet Eliah, being played by an exceptionally intense Denzel Washington) becomes then a futuristic pilgrimage devoted to the preservation of that basic culture deemed superflous by contemporary views of progress. Future can be built, or re-built, only by sorting the essential out of the superfluous. The name Eli has been chosen because the Prophet Eliah is sent by God to help the Jews in their worst predicaments. It is an epic journey, full of violence and fights and blood. But in the movie Eli defends ferociously not so much his own life as the only hope of a ney spiritual life, embodied by a copy of the King James’ Bible, chosen by the authors as the all-comprehensive symbol of knowledge. Just as in the ‘Fahrenheit 451’ movie of the ‘70s where all books are being banned and burned and people must learn their content by heart in order to save mankind’s culture, Eli knows his Bible word by word and before dying he will eventually succeed in have it printed by the last exisisting monastery situated in the Alcatraz Prison, of all places, where - like in Middle Age monasteries – culture is stored for civilizations to come. Only by this positive devotion supported by Faith and armed by Reason will offer a solution to the otherwise crushing despair of Eli’s times. In my opinion, this movie is not based on ‘new millennia’ faith, or worse still pseudo-religious revivals: ‘The Book of Eli’ must be read (no pun meant) as the ultimate proof that mankind must go back to the difficult, but not impossible task, of conjugating Wisdom and Knowledge in order to face the tremendous challenges of any foreseeable future □ 2010 Numero 2 SPACEMAG 61 Glossario Agile: satellite dell’ASI per localizzare sorgenti gamma con risoluzione eccellente e di analizzare i dati in modo rapido, così da fornire i risultati per una diffusione veloce alla comunità scientifica. Ariane 5: E’ un lanciatore sviluppato e costruito sotto au- torizzazione dell’Agenzia Spaziale Europea dalla EADS SPACE Transportation, il contrattista principale nonché capofila di molti sub appaltatori. Le operazioni di lancio e di marketing sono gestite dalla Arianespace, una sussidiaria dell’ESA che utilizza come base di lancio il Centre Spatial Guyanais a Kourou nella Guiana Francese. ASI: Agenzia Spaziale Italiana ATSR World Fire Atlas: il primo atlante degli in- cendi terrestri- fornisce i dati circa 6 ore dopo la loro acquisizione e rappresenta un’importante risorsa scientifica dato il ruolo di primo piano giocato dagli incendi nelle modifiche ambientali. Bnsc: British National Space Centre Cassini–Huygens: è una missione robotica interpla- netaria congiunta NASA/ESA/ASI, lanciata il 15 ottobre 1997, con il compito di studiare il sistema di Saturno, comprese le sue lune e i suoi anelli. La sonda si compone di due elementi: l’orbiter Cassini della NASA ed il lander Huygens dell’ESA. Cern: Organizzazione Europea per la Ricerca Nucleare, 62 comunemente conosciuta con l’acronimo CERN, è il più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle. Si trova al confine tra Svizzera e Francia alla periferia ovest della città di Ginevra. La convenzione che istituiva il CERN fu firmata il 29 settembre 1954 da 12 stati membri. Oggi ne fanno parte 20 stati membri più alcuni osservatori, compresi stati extraeuropei. Scopo principale del CERN è quello di fornire ai ricercatori gli strumenti necessari per la ricerca in fisica delle alte energie. Questi sono principalmente gli acceleratori di particelle, che portano nuclei atomici e particelle subnucleari ad energie molto elevate, e i rivelatori che permettono di osservare i prodotti delle collisioni tra fasci di queste particelle. Ad energie sufficientemente elevate, i prodotti di queste reazioni possono essere radicalmente differenti dai costituenti originali dei fasci, e a più riprese sono state prodotte e scoperte in questa maniera particelle fino a quel momento ignote. Cnes: Centre National D’Etudes Spatiales Cnsa: Cina National Space Administration Cosmo-SkyMed: è il primo sistema duale - civile e militare - di satelliti radar di osservazione terrestre; il sistema è promosso dall’Agenzia Spaziale Italiana e dal Ministero della Difesa. Constellation: programma NASA per la creazione di una nuova generazione di veicoli spaziali con equipaggio, costituiti dai vettori Ares I e Ares V, dalla capsula Orion, l’Earth Departure Stage e il modulo lunare Altair. Questi veicoli sono stati progettati per compiere diverse missioni spaziali, dal rifornimento della Stazione Spaziale Internazionale all’atterraggio sulla Luna. Inoltre potrebbero anche impiegare tecniche di rendezvous orbitali terrestri e lunari. CryoSat-2: satellite dell’ESA che monitorerà con precisione lo spessore del ghiaccio marino e le variazioni di spessore degli strati di ghiaccio sulla terra. I dati che fornirà aiuteranno gli scienziati a realizzare in maniera più articolata in che modo il ghiaccio sta reagendo ai cambiamenti climatici in atto. SPACEMAG Numero 2 2010 Csa: Canadian Space Agency Dlr: German Aerospace Centre e-geos: società partecipata da ASI e controllata da Telespazio, a cui sarà affidata la commercializzazione delle immagini e dei dati rilevati da COSMO-SkyMed sistemi spaziali per Osservazione della Terra Egnos: European Geostationary Navigation Overlay Sy- stem, è costituito da una rete di satelliti e basi terrestri progettate per offrire un servizio di incremento della accuratezza dei sistemi Gps e Glonass in Europa. Envisat: un satellite sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea per controllare l’ambiente terrestre nel suo complesso. È stato lanciato il 1º marzo 2002, orbita intorno alla Terra in 101 minuti e effettua un ciclo completo in 35 giorni. Ha le dimensioni di 25x7x10 metri ed una massa di 8.050 kg più altri 2.000 kg degli strumenti Envisat trasporta una schiera di nove strumenti per l’osservazione di parametri ambientali che coprono ogni ambiente della Terra (acqua, terra, ghiaccio e atmosfera) utilizzando diversi metodi di misura. Esrin: centro dell’Agenzia Spaziale Europea per l’Osservazione della Terra, è uno dei 5 centri ESA specializzati che si trovano in Europa. Il centro è situato a Frascati, una cittadina situata 20 km a sud di Roma, conta uno staff internazionale di circa 500 addetti e fu fondato nel 1966. Le prime acquisizioni di dati da satelliti ambientali iniziarono negli anni settanta e, grazie agli aspetti unici delle sue attività, l’ESRIN rappresenta oggi la “finestra ESA” sugli utenti. EUMETSAT: è un’organizzazione intergovernativa creata attraverso una convenzione internazionale a cui aderiscono 26 stati europei. È stata fondata nel 1983. L’obiettivo principale di EUMETSAT è quello di gestire la rete europea dei satelliti meteorologici. È responsabile del lancio e del controllo dei satelliti e della trasmissione dei dati ottenuti agli interessati, nonché del monitoraggio del clima e dei cambiamenti climatici globali. Exomars: missione di esplorazione marziana attualmen- te in sviluppo dall’Agenzia Spaziale Europea in collaborazione con la NASA, che prevede l’invio di un orbiter ed un dimostratore tecnologico di ingresso e discesa nel 2016 e due rover, uno europeo ed uno della NASA nel 2018, su Marte. Euclid: La missione Euclid è il risultato dell’unione di due concetti di missione di classe M, SPACE e DUNE presentati dalla comunità scientifica europea in risposta al bando dell’ESA “Cosmic Vision 2015-2025” e selezionati entrambi a ottobre 2007 per la fase di studio. L’obiettivo delle due missioni era simile, ma la tecnica osservativa diversa e ESA ha condotto uno studio preliminare che, a maggio 2008, ha stabilito la fattibilità di un’unica missione per lo studio dell’energia oscura. È in corso l’assessment study che, a fine 2009, concorrerà alla successiva fase di selezione del programma Cosmic Vision. Finmeccanica: è un gruppo italiano attivo prevalente- mente nella difesa e nell’aerospazio; negli ultimi decenni ha progressivamente assorbito quasi tutte le aziende italiane attive in questi settori, espandendosi in modo significativo anche all’estero. Gis: è un sistema informativo computerizzato che permette l’acquisizione, la registrazione, l’analisi, la visualizzazione e la restituzione di informazioni derivanti da dati geografici (georiferiti). Secondo la definizione di Burrough (1986) “il GIS è composto da una serie di strumenti software per acquisire, memorizzare, estrarre, trasformare e visualizzare dati spaziali dal mondo reale”. Trattasi quindi di un sistema informatico in grado di produrre, gestire e analizzare dati spaziali associando a ciascun elemento geografico una o più descrizioni alfanumeriche. Geoeye: un satellite artificiale commerciale per l’osservazione satellitare della Terra ad alta risoluzione di proprietà della GeoEye, lanciato in orbita nel settembre 2008. Glast: Gamma-ray Large Area Space Telescope, ovvero Telescopio Spaziale di Grande Area per Raggi Gamma (successivamente ribattezzato Fermi) è un esperimento approvato nel 2001 dalla NASA, a cui collaborano agenzie Francesi, Svedesi, Giapponesi e Italiane. Concepito per studio della radiazione elettromagnetica emessa da corpi celesti nell’intervallo di energie tra 8 keV e 300 GeV (raggi gamma). Goce: satellite dell’ESA per la misura accurata del campo gravitazionale terrestre. Gmes: un complesso programma di osservazione satellita- re della Terra lanciato nel 1998 dalla Commissione Europea e da un pool di agenzie spaziali. GMES si basa su una serie di cinque tipologie di satelliti, chiamati Sentinelle, specializzati in precise applicazioni. I Sentinel-1 saranno usati per produrre dati radar interferometrici; i Sentinel-2, satelliti ottici, sono stati progettati per l’osservazione multi spettrale; i Sentinel-3 sono a specializzazione oceanografica e terrestre; i Sentinel-4, di tipo geostazionario, sono destinati a monitorare le componenti atmosferiche; i Sentinel 5, infine, satelliti a bassa orbita, monitoreranno la composizione chimica dell’atmosfera. Gokturk: satellite turco di osservazione della Terra dotato di un sensore ottico ad alta risoluzione INFN: Istituto Nazionale di Fisica Nucleare IPCC: Intergovernmental Panel on Climate Change (Gruppo consulente intergovernativo sul mutamento climatico, IPCC) è il foro scientifico formato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, l’Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) ed il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEP) allo scopo di studiare il riscaldamento globale. Ingv: Istituto Nazionale di Geosifica e Vulcanologia Irea-Cnr: Istituto per il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente Jaxa: Japan Aerospace Exploration Agency Hershel: Uuna missione del programma scientifico dell’ESA che prevede la messa in orbita di un telescopio da 3.5m di diametro raffreddato passivamente a 80K operante nel lontano infrarosso e nel sub millimetro. Il suo scopo principale è indagare sulla formazione e sull’evoluzione delle galassie nell’Universo e osservare l’interno di regioni di formazione stellare. Infn: Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Isro: Indian Space Research Organization ISS: International Space Station, rappresenta un avamposto permanente della presenza umana nello spazio, è abitata continuativamente dal 2 novembre 2000 da almeno 2 astronauti. La ISS è un progetto congiunto di 5 agenzie spaziali: CSA, ESA, ASI, JAXA, RKA e NASA. La stazione spaziale si trova in una orbita attorno alla Terra ad un’altitudine di circa 350 km, in quella che viene normalmente definita Leo (low Earth orbit). L’altezza dell’orbita può variare di qualche chilometro a seconda della resistenza atmosferica. L’orbita ha un periodo di circa 92 min. Medspiration: mappa termica dell’ESA dei 2.965.500 chilometri quadrati del Mar Mediterraneo. La mappa della temperatura della superficie del mare interno più grande al mondo viene prodotta giorno dopo giorno come parte del progetto Medspiration dell’ESA. Grazie alla sua eccezionale risoluzione spaziale di soli due chilometri quadrati, identificando la distribuzione della temperatura superficiale, essa rileva caratteristiche particolareggiate come vortici, fronti e pennacchi d’acqua. NASA: National Aeronautics and Space Administration PlanCk: è la terza Medium-Sized Mission (M3) del programma Horizon 2000 dell’ESA e ha lo scopo di studiare la radiazione cosmica di fondo. L’obiettivo della missione è misurare, con alta risoluzione angolare ed elevata accuratezza, l’anisotropia del fondo cosmico (Cosmic Microwave Background) nelle frequenze nelle microonde, con lo scopo di migliorare la conoscenza sulle origini e l’evoluzione dell’Universo. Programma Apollo: una serie di missioni spaziali con passeggeri umani intraprese dagli Stati Uniti utilizzando la Navicella Spaziale Apollo, e condotto tra gli anni 1961-1972. È stato dedicato all’obiettivo di far atterrare un uomo sulla superficie della Luna e di riportarlo salvo sulla Terra entro la fine degli anni settanta. L’obiettivo fu raggiunto con la missione Apollo 11 nel 1969. Il programma continuò fino all’inizio degli anni settanta per portare avanti l’esplorazione scientifica del suolo lunare. Fino ad oggi, non c’è stata nessun’altra missione umana sulla superficie lunare. Rka: Agenzia Spaziale Russa SAOCOM: è un sistema di satelliti per l’osservazione della Terra della CONAE, l’ente spaziale argentino. Entrambi i satelliti del sistema, SAOCOM 1A e SAOCOM 1B sono equipaggiati con un radar ad apertura sintetica polarimetrico in banda L. Il lancio del primo è prevista per il 2010 e quello del secondo per il 2011. Sicral: è un sistema di telecomunicazioni italiano via sa- tellite che assicura le comunicazioni strategiche anche in caso di guerra o di calamità. Il nome è l’acronimo di Sistema Italiano per Comunicazioni Riservate ed Allarme. Sistema di posizionamento Galileo: è un sistema satellitare globale di navigazione civile sviluppato in Europa come alternativa al Global Positioning System (NAVSTAR GPS), controllato invece dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. La sua entrata in servizio è prevista per il 2013 e conterà 30 satelliti orbitanti su 3 piani inclinati rispetto al piano equatoriale terrestre e ad una quota di circa 24.000 km. Smos: satellite per l’analisi della salinità degli oceani e dell’umidità atmosferica sviluppati dall’Agenzia Spaziale Europea. Il satellite è il secondo componente dell’Earth Explorer Opportunity Mission, dopo CryoSat. Il principale strumento del satellite è il MIRAS (Microwave Imaging Radiometer with Aperture Synthesis), un radiometro passivo interferometrico per misurare gradiente di temperatura e tramite analisi saranno ricavati i campi di salinità e di umidità del territorio. Space Shuttle: Space Transportation System (Sts), è l’unico modello di veicolo spaziale degli Stati Uniti attualmente in attività e la sua particolarità è la parziale riutilizzabilità. Infatti è stato progettato per effettuare in sicurezza circa un centinaio di voli spaziali sostituendo solo alcune parti ausiliarie. Thales Alenia Space: società nata da Alcatel Alenia Space dopo che il gruppo Thales ha acquistato l’intera partecipazione del gruppo francese Alcatel nelle due joint-venture con Finmeccanica (Alcatel Alenia Space e Telespazio). È controllata da Thales con il 67% e da Finmeccanica con il 33%. 2010 Numero 2 SPACEMAG 63 Indice dei nomi Eugene A. Cernan: astronauta americano Albert Einstein: scienziato tedesco, Premio Nobel per la Fisica Enrico Fermi: fisico italiano Galileo Galilei: fisico italiano Michael Griffin: ex direttore generale della NASA Pier Francesco Guarguaglini: presidente e amministratore delegato del gruppo Finmeccanica Umberto Guidoni: astronauta italiano Franco Malerba: astronauta italiano Marcello Maranesi: amministratore delegato di e-GEOS Paolo Nespoli: astronauta italiano Barack Obama: presidente degli Stati Uniti d‘America Gary Oldman: attore, sceneggiatore e produttore cinematografico britannico Enrico Saggese: presidente dell’ASI Roberto Vittori: astronauta italiano Denzel Whashington: attore americano 64 SPACEMAG Numero 2 2010 spacemag.it