Attualità e Cultura - Accademia Italiana di Scienze Forestali

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Attualità e Cultura - Accademia Italiana di Scienze Forestali
Attualità e Cultura
Riportiamo l’introduzione del Prof. Adriano Gradi alla lettura tenuta dal Dott.
Marco Nieri presso l’Accademia Italiana di Scienze Forestali il 5 maggio 2011.
La relazione del Dott. Nieri è stata pubblicata sul n. 5/2011 di questa Rivista.
ADRIANO GRADI (*)
ESPERIENZE PRATICHE ED OSSERVAZIONI SULLA
RELAZIONE TRA LE PIANTE, L’UOMO E LA BIOSFERA
Le piante nell’antichità
Già dall’antichità si era individuata nelle piante una grande forza vitale considerandosi gli alberi quale simbolo della vita stessa e sostegno del mondo. Così le
culture vedica, cinese, aborigena e dei nativi americani, affermavano che abbracciare un albero significava ricaricare il corpo di energia ed un rafforzamento del
carattere. Circa un secolo fa si credeva che tale contatto aiutasse il corpo e la psiche. I germani che collaboravano nella Gallia con i legionari di Cesare, si rifiutavano spesso di abbattere alberi nelle foreste per costruzioni di case, difese militari e
ponti, poiché dicevano che erano sacri oltre che ragione di vita e di salute.
La biosfera
Recenti indagini e ricerche sulla biosfera e sulle sue varie energie c’inducono
a constatare che convinzioni, miti, leggende, teorie possono tuttavia avere dei
riscontri scientifici.
Secondo vari ricercatori ogni parte del corpo umano viene nutrito dall’ambiente naturale su specifiche frequenze di risonanza, ricevendo informazioni biologiche benefiche o disturbanti dal Sole, dalla Terra ma anche dagli altri esseri viventi.
(*) Già Professore ordinario presso l’Università degli Studi di Padova.
– L’Italia Forestale e Montana / Italian Journal of Forest and Mountain Environments
© 2012 Accademia Italiana di Scienze Forestali
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Così si esprime Marco Nieri, ricercatore nel campo della salute dell’habitat, che da
anni studia come queste sottili ma determinanti relazioni energetiche siano fondamentali per l’esistenza di tutte le forme di vita.
Emissioni elettromagnetiche delle piante e qualità energetica del luogo
Marco Nieri ha messo in evidenza, sulla scia degli studi di Walter Kunnen,
fondatore di Archibo Biologica di Aversa e di vari altri ricercatori, che ogni specie
vegetale possiede specifiche qualità biologiche in grado di influenzare ciascuno dei
nostri organi in maniera più o meno benefica o nociva. Esiste, quindi, una importante
relazione elettromagnetica tra le piante e la qualità energetica dei luoghi in cui vivono.
Le emissioni elettromagnetiche di molte specie arbustive ed arboree riescono a modificare positivamente gli effetti biologici delle energie naturali.
Le piante hanno una affinità energetica con gli esseri umani emettendo e ricevendo segnali elettromagnetici su tutte le frequenze dei nostri organi e quindi possiedono funzioni o gruppi di cellule con identica risonanza degli organi umani. Ogni
specie vegetale ha quindi una sua caratteristica influenza sull’organismo umano. Le
piante creano effetti differenti sia sul proprio ambiente circostante, sia sulle persone
che vi si trovano.
Tanto per fare uno tra tanti esempi, la Quercia, l’Olivo, la Palma, svolgono una
funzione “particolarmente benefica sul sistema cardiocircolatorio e su quello nervoso, mentre alcuni Ficus producono vasocostrizione ed inibiscono il sistema immunitario”.
– Organi del corpo umano su cui è possibile rilevare gli effetti bioenergetici delle piante: intestino crasso, mucose, prostata, ovaie, ossa, occhi-capelli-pelle, sistema linfatico, sistema immunitario, fegato, utero, cistifellea, sistema nervoso, stomaco, pancreas-metabolismo, sistema cardiocircolatorio e coronarie, reni, intestino tenue,
vescica, surrenali, tiroide, reumatismi.
– Alcuni alberi e piante benefiche: Abete, Alloro, Acero, Agrifoglio, Bosso, Carpino,
Camelia, Cedro, Ciliegio, Corbezzolo, Corniolo, Faggio, Felce, Frassino, Gingko,
Ippocastano, Lavanda, Leccio, Lentisco, Liquidambar, Magnolia, Melo, Melograno, Mirto, Olivo, Olmo, Osmanto, Palma, Pino, Pioppo bianco, Pruno (non
Pruno lauroceraso), Quercia, Rosa, Rosmarino, Salice, Sambuco, Sophora, Sorbo,
Tiglio.
– Alcuni alberi e piante nocive o disturbanti: Ciclamino, Cipresso, Clematide,
Euphorbia (in genere), Ficus (non Ficus carica), Lagestroemia, Lauroceraso, Noce,
Oleandro, Ontano, Ortensia, Tasso.
– Esempi di alcune piante eccellenti per il sistema cardiocircolatorio, nervoso ed immunitario: Acero, Agrifoglio, Bosso, Faggio, Frassino, Leccio, Magnolia, Olivo,
Palma, Quercia, Salice, Tiglio
Poiché è stato inoltre riscontrato che alcune piante sembrano avere effetti fitoterapeutici se collocate vicino ad alberi ammalati e comunque influenze positive, la
ricerca in tale settore potrebbe anche dare una spiegazione scientifica, e non basata su
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ipotesi, su molti fenomeni naturali che si riscontrano in selvicoltura ed in fitosociologia, ovvero nell’ambito dell’associazionismo vegetale.
Le esperienze sinora condotte possono sollevare scetticismo ma è inconfutabile
il fatto che quanto è stato da tempo teorizzato viene oggi dimostrato scientificamente.
A Firenze non tutti sanno che esiste il Laboratorio internazionale di Neurobiologia vegetale del Polo scientifico dell’Università e diretto dal Prof. Mancuso che collabora altresì con il Laboratorio di Biologia vegetale dell’Università di Bonn anche su
interessanti esperimenti spaziali.
Tra le tante dimostrazioni tra cui la sensibilità delle piante, ad esempio verso la
musica, “oggi – dice Nieri – viene riconosciuta la presenza di una speciale zona sensoria e di elaborazione posta nell’apice radicale delle piante, lunga circa 1 mm. composta da cellule che usano dei neurotrasmettitori per comunicare. Queste sono capaci di rispondere alle informazioni che arrivano da tutta la pianta e dall’ambiente riuscendo così ad elaborare anche risposte adeguate. Pur non avendo un cervello centralizzato, quest’insieme di cellule radicali costituisce una serie diffusa di piccoli centri di calcolo che lavorano in maniera simile ad internet.” (da “Bioenergetic Landscape”, M. Nieri, Esselibri, 2009).
E. Mancuso così scrive: “Non si tratta di stimoli puramente meccanici. Se le
radici dovessero solo trovare l’acqua potrebbe essere automatico. Ma devono anche
cercare l’ossigeno, i minerali, crescere secondo il senso della gravità, evitare attacchi
e valutare quindi contemporaneamente le comunicazioni chimiche che le piante si
scambiano attraverso l’aria e la terra: messaggi sullo stato di salute o sui parassiti. Se
sono attaccate da patogeni, comunicano alle simili della specie con gas e sostanze
volatili che c’è un pericolo, invitandole ad aumentare le difese immunitarie. Alcune
piante, come il pomodoro, si rendono repellenti fino a diventare indigeribili”.
Nuova visione dell’importanza delle piante a favore della salute umana:
parchi e giardini terapeutici, stanze bioenergetiche
Le preziose possibilità offerte dalla Natura possono essere utilizzate con una
speciale tecnica che consiste nel riconoscere, amplificare e diffondere su ampie aree e
fino a decine di metri di distanza, gli effetti benefici delle piante utilizzate. Si tratta
di creare parchi e giardini terapeutici bioenergetici (Bioenergetic Landscapes).
Lo spazio intorno ai tronchi crea una situazione energetica estremamente
favorevole poiché si ha una notevole amplificazione dei fenomeni elettromagnetici
che agiscono sul sistema nervoso, sul cuore, sulla tiroide, sulle mucose.
Rimanere dentro la “stanza verde” porta ad un sensibile rilassamento generale con uno “stato psichico ed emozionale molto elevato”.
Piante arbustive ed arboree vengono prima selezionate in funzione della loro
capacità elettromagnetica di influire positivamente sull’organismo umano ed indi
messe a dimora in precise posizioni dopo accurati rilevamenti che permettono di
utilizzare alcune particolari correnti dell’elettromagnetismo naturale come veicolo
delle benefiche influenze generate dalle piante.
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Queste tecniche possono essere altresì vantaggiosamente utilizzate anche in
ambienti indoor soprattutto ove vi sia sovraccarico dell’inquinamento ambientale
(uffici, scuole, ospedali, ecc.). Con opportune scelte, peraltro derivate anche da
studi della NASA, si potrà migliorare il clima interno oltre che psicologico degli
ambienti, ottenendo così risultati psicofisici molto soddisfacenti ed una maggiore
produttività dei luoghi di lavoro.
Effetti positivi sull’organismo umano, dice Nieri, sono stati più volte confermati anche da medici dopo particolari misurazioni effettuate sulle persone con
aggiornati apparecchi di biorisonanza.
Ricercatore per caso
A questo punto la domanda si pone spontanea e cioè come sia giunto ad
occuparmi di questi problemi così nuovi e forse antichi allo stesso tempo. La
risposta è molto semplice ovvero sono stato “coinvolto per caso”.
Nelle mie ricerche “hobbistiche” sulla individuazione di sorgenti sotterranee
di acqua con metodi peraltro empirici, mi succedeva che, entrando nel bosco, i
segnali ricevuti alla mia forcella apparivano confusi e contraddittori, insomma, al
di fuori della norma. Facevo molte ipotesi, ma nessuna era soddisfacente. Poi, sempre per puro caso, venni a conoscenza del libro di Nieri che lessi e rilessi attentamente cercando di verificare i risultati dei suoi studi e di altri ricercatori.
Le piante, conifere e latifoglie con variazioni della specie e secondo il periodo biologico (vegetativo o di riposo), emettono effettivamente onde elettromagnetiche. Non solo, questi segnali biologici sembrano concentrati ad una certa altezza
del fusto ovvero in un punto che dagli esperti bioenergetici viene considerato il
relativo baricentro denominato hara, centro vitale della pianta.
Si può quindi dedurre che le caratteristiche anatomiche delle specie vegetali,
la maggior o minore intensità dei flussi vitali all’interno dei tronchi, siano determinanti nell’elettromagnetismo vegetale.
Interessante, inoltre, studiare la metodologia sulla scelta delle piante attive
nell’ambito di un parco forestale bioenergetico e la individuazione di quelle disturbanti. Piante che possono intercettare campi generatori naturali diretti verso l’interno del parco attivando altrettante aree bioenergetiche indesiderate.
Come si vede l’argomento è molto complesso e offre innumerevoli motivi di
studio e di ricerca in molti settori. Io sono soltanto un empirico principiante e
lascio alla competenza di Nieri di relazionare diffusamente su una stimolante materia che ho cercato di presentare peraltro in maniera decisamente incompleta.