Design dalle tinte verdi - Fito

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Design dalle tinte verdi - Fito
CURIOSITA’
Design dalle tinte verdi
Verde ovunque e comunque, a tutti i costi: questo
sembra il motto dei nuovi
oggetti di design protagonisti degli ultimi saloni del
mobile, fiere ed eventi legati al mondo dell’arredamento. Le piante vengono
associate a oggetti fino a
ieri impensabili: lampade,
tavoli, sedie, divani, gioielli, cucce per cani ecc. In
alcuni casi è un semplice
decoro, in altri riveste un
ruolo strutturale e funzionale imprescindibile. Sembra quindi essere arrivato il
momento in cui il mondo
vegetale può essere slegato
dall’ambito naturale a cui
finora era sempre stato associato - giardini, parchi,
terrazzi, vasi - per inserirsi
in contesti sempre più artificiali e artefatti. La normale collocazione delle piante stesse
viene interpretata in modo inusuale: basta con i soliti ficus in vaso
posti nell’angolo del salotto, le
piante ora vengono sospese in
aria, aggrappate ai paralumi, a testa in giù o ancora appese come
quadri sui muri. Possiamo citare
alcuni esempi: un lampadario in
ferro e vetro dove la lampadina è
capace sia di illuminare l’ambiente domestico sia di stimolare la
crescita ed il benessere delle piante inserite mediante vasi sui brac8
Un inusuale ombrellone verde!!!
ci; o viceversa, una lampada realizzata con gli scarti della lavorazione del legno che si accende
sfruttando l’energia elettromagnetica in eccesso prodotta da una
pianta inserita nella base; una fioriera con acquario per pesci incorporato, dove i rifiuti organici dei
pesci diventano elementi nutritivi
per le piante e queste a loro volta
ossigenano l’acqua; un portaombrelli con un tappeto erboso alla
base che raccoglie l’acqua; una
sedia vivente la cui struttura in
materiale plastico trasparente funge da tutore all’interno del quale piante di
salice crescono fino a raggiungere la forma prestabilita: a maturità l’involucro
esterno può essere rimosso
e si può godere la bella
sensazione di sedersi come
su un albero; piastrelle di
licheni fissati su basi di resina ecologica, che non necessitano di luce e di umidità elevata per crescere e
possono essere montate per
rivestire pareti, ripiani di
tavoli e scrivanie ecc.
La finalità di questa nuova
tendenza del design è quella di soddisfare la richiesta
di verde di chi, vivendo in
piccoli appartamenti cittadini, non può permettersi il
giardino o il terrazzo, ma
ha bisogno di appagare
quel bisogno di natura insito in
ogni uomo. Di certo c’è anche una
gran voglia di stupire, di provocare
e di vincere sfide sempre più ardite. Le piante utilizzate in questi
progetti pionieristici sono quelle
caratterizzate da esigenze colturali
frugali, adattabili a condizioni di
vita anche estreme, lontano da
fonti di luce naturale o con approvvigionamenti idrici ridotti:
edera, licheni, graminacee sono le
essenze più utilizzate, anche per
un certo loro aspetto minimal tan-
to caro al design moderno. La
combinazione tra componente vegetale e prodotti industriali, affinché risulti vincente, presuppone lo
sviluppo di tecnologie innovative
e sofisticate che devono garantire
contemporaneamente la funzionalità dell’oggetto, la sopravvivenza
dell’elemento vegetale vivo e
l’estetica dell’insieme. Le nuove
tendenze ecologiche del design
non si limitano semplicemente a
inserire il verde all’interno degli
oggetti più disparati, ma mirano a
rendere eco-friendly l’intero processo produttivo fino allo smaltimento finale. Il design sostenibile
è un concetto complesso che tende a ridurre gli effetti negativi della produzione industriale sull’ambiente attraverso una progettazione di ogni fase del ciclo produttivo
attenta alle questioni ecologiche.
Le parole chiave di questa nuova
frontiera sono: incentivare il risparmio energetico nei processi
produttivi, utilizzare materie prime
provenienti da scarti di lavorazione o da materiali riciclati, maggiore longevità del prodotto in contrasto con la cultura dell’usa e getta tuttora imperante, evitare qualsiasi trattamento che possa risultare tossico per le persone e l’ambiente. Queste esigenze si traducono in prodotti che non sono affatto retrò o evocatori nostalgici
dell’antico mondo agricolo, ma al
contrario sono quasi avveniristici e
fantascientifici. I costi di produzione sono al momento molto alti e i
prodotti green-style sono poco abbordabili per il grande pubblico.
E’ forse prematuro stabilire se e in
che misura questi prodotti potranno risolvere le stringenti questioni
ecologiche e ambientali che ci attanagliano; sicuramente la presenza dell’elemento vegetale vivo negli oggetti di green-design potrà
portare a un cambiamento positivo
nelle nostre abitudini consumistiche introducendo una nuova responsabilità verso le cose. Per
continuare a godere di una sedia
vivente o di un lampadario adornato da vasetti di edera occorre
prendersi cura degli oggetti, prestare loro tempo e attenzione. Il
verde negli oggetti e nei complementi di arredo restituisce valore
al ciclo di vita dei prodotti, alla
loro durata: una rivoluzione nel
nostro modo di pensare legato al
concetto consumistico dell’usa e
getta, divoratore insaziabile di
energia e di materie prime.
Un’altra considerazione, a carattere più generale, sorge a questo
punto spontanea: una riflessione
su quanto grande sia il bisogno di
verde nell’odierna società. Obiettivo finale del design industriale è
quello di rispondere a fabbisogni
materiali e psicologici dei consumatori, pertanto questa tendenza
verde può essere interpretata come un mezzo per soddisfare la
grande “fame” di natura che contraddistingue chi vive nelle città,
piccole e grandi. Questo bisogno
deriva ovviamente dalla scarsità di
verde o dalla sua bassissima qualità che caratterizza sia lo spazio
urbano sia quello peri urbano, ormai cementificato in un continuum senza soluzione di continuità
tra un centro abitato e l’altro. Forse la necessità di avere un lampadario con un’edera che si attorciglia sulla struttura verrebbe a meno se potessimo guardare fuori
dalla finestra e, anziché vedere il
palazzo di fronte o il parcheggio
del centro commerciale, potessimo ammirare un bel paesaggio
fatto di alberi e prati. Si rischia così facendo di dover affrontare il
vasto e spinoso tema della progettazione urbana, sulla quale il singolo cittadino finora ha avuto poca influenza. Al momento parrebbe non rimanere altro da fare, se il
paesaggio naturale fuori manca, di
portarlo in scala ridotta dentro le
nostre piccole case!
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