Fabulando - Istituto comprensivo "A.Ilvento"

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Fabulando - Istituto comprensivo "A.Ilvento"
ISTITUTO COMPRENSIVO
“ARCANGELO ILVENTO”
GRASSANO (MT)
_________________________
“FABULAN … DO”
ALUNNI CLASSE I B
Prof.ssa M. T. DISOGRA
ANNO SCOLASTICO 2015- 2016
ALUNNI DELLA CLASSE I B
Abbatangelo Giuseppe
Bonelli Francesco
Calciano Ilaria
Carbone Lorenzo
Cifarelli Francesco
Daraio Mario
Digeronimo Luigi
Dimasi Matteo
Gentile Marialucia
Giancursio Bianchi Enrico
Grassano Antonella
Marcosano Claudia
Patrascanu Georgiana
Pontillo Daniel Mimmo
Rubino Marzia
Sanseverino Mariantonietta
Soranno Lisa
Vizzuso Antonella
______________________________________________________________
IL LEONE E IL TOPOLINO
Leone
Accidenti! Mi hai svegliato. Ora ti mangerò!
Topo
Ti prego, non mi mangiare, lasciami andare via! Se mi risparmierai, non te ne pentirai.
Un giorno ti renderò il " favore ".
Leone
Anche se so che me ne pentirò e che da te non avrò mai il contraccambio, va’ via e
lasciami riposare in pace.
Narratore
Il topo sveltamente andò via. Non passò però molto tempo che la riconoscenza del topo
salvò la vita del leone.
Topo
Che cosa ti è successo?
Leone
I cacciatori mi hanno catturato e legato qui, a questo albero con una fune.
Topo
Non preoccuparti, ora ti libero io!
Leone
Lascia perdere! Che cosa puoi mai fare tu per liberarmi?
Narratore
Il topo iniziò a rosicchiare la fune e ben presto il leone riacquistò la sua libertà.
Topo
Tempo fa hai riso di me perché credevi di non poter ricevere la ricompensa del bene che
mi stavi facendo. Ora però sai che anche noi piccoli e deboli topi possiamo essere utili a
chi è più grande di noi.
Morale
Con il mutare delle circostanze anche i più potenti possono aver bisogno dei più deboli.
Tutte le creature, anche le più deboli ed apparentemente inutili vanno rispettate!
Georgiana
IL CORVO E LA VOLPE
Narratore
Un corvo trovò sul davanzale di una finestra un bel pezzo di formaggio. Lo rubò e
volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace.
Passò di là una volpe furbacchiona, che al primo colpo d'occhio notò quel
magnifico pezzo di formaggio giallo e subito pensò a come rubarglielo.
Volpe
Quanto sei bello! Le tue piume sono magnifiche! Cantami una canzone! Sono sicura
che sei molto bravo a cantare!
Corvo
Cra! Cra! Craaaa!
Volpe
Il mio piano ha avuto successo! Adesso mi gusterò quel bel pezzo di formaggio che
il corvo teneva ben stretto nel suo becco e che ha lasciato cadere per
cantare!
Morale
Chi si compiace degli elogi altrui troppo adulatori, finisce col pentirsene
vergognandosi.
Giuseppe - Claudia - Ilaria - Antonella G. e V. – Marzia
IL TOPOLINO AVIDO
Narratore
Un topolino si costruì una tana sotto il pavimento d’un granaio. Un
piccolo foro del pavimento lasciava cadere il grano, chicco per chicco. Col cibo
sempre a disposizione, il topo viveva tranquillo, ma non del tutto felice. Organizzò,
perciò, una grande festa alla quale invitò tutti i topi di sua conoscenza.
Topo
Venite a far festa a casa mia, ci sarà da mangiare per tutti!
Narratore
Per rendere la cena più spettacolare, salì nel granaio e ingrandì il
forellino del pavimento con i suoi denti aguzzi.
Topo
Chissà come mi invidieranno gli amici, vedendo la mia fortuna!
Narratore
Quando entrò in casa con i suoi amici s’accorse che il buco non c’era più.
Il padrone del granaio, avendolo notato, aveva provveduto a chiuderlo,
riparando il pavimento con delle assi di legno.
Topo
Ben mi sta!
Morale
E’proprio vero che, a voler troppo, si finisce con il perdere anche quel
poco che si ha.
Lisa - Antonella G.
IL LEONE E LA FARFALLA
Narratore
Mentre un leone riposava sdraiato al sole, una farfalla volteggiando con grazia gli
sfiorò il naso e si posò sulla sua fronte maestosa …
Leone
Qui nella foresta, tutti mi rispettano e tu, sciocca, vuoi prendermi in giro?
Farfalla
Scusami, pensavo che non ti fossi accorto di me!
Leone
Ah! Ah! Ah! A me non sfugge niente, perfino quando dormo. Comunque, se non vuoi
fare una brutta fine,vattene subito. Vattene lontano e non darmi più fastidio.
Farfalla
Mi parli con superbia, ma fai male, perché un giorno potresti aver bisogno di me.
Leone
Io, aver bisogno di te? Ah! Ah! Ah! Questa sì che è bella! Io non ho bisogno di
nessuno! Davanti a me tutti tremano, anche la tigre, il coraggioso leopardo, le volpi,
gli sciacalli, le iene … Come potrei aver bisogno di te?
Farfalla
Zitto! Zitto! C’è un cacciatore …
Narratore
La farfalla volò verso l’uomo, che stava per tirare una freccia ed ammazzare il leone.
Girando intorno ai suoi occhi, gli confuse la vista. La freccia partì, ma l’uomo
sbagliò la mira. Il leone con un balzo riuscì a rifugiarsi nella foresta e a mettersi in
salvo.
Matteo - Mario
IL LUPO E L'OMBRA
Narratore
Un giorno mentre un lupo passeggiava in un prato ed il sole tramontava, vide la sua
ombra e ….
Lupo
Uh, come sono grande! Se sono così lungo e grosso, non é possibile che io abbia paura
del leone! Con questa lunghezza, potrò diventare a dir poco il Re della foresta e tutti gli
animali verranno a farmi i complimenti.
Narratore
Mentre il lupo si perdeva in questi pensieri, un leone grande e grosso lo vide, gli saltò
addosso e cominciò a divorarlo.
Lupo
Come sono stato stupido! La presunzione è stata la causa della mia sfortuna!
Francesco C. - Georgiana
IL GATTO E LE GALLINE
Narratore
Un gatto selvatico, saputo che un'epidemia aveva colpito le galline di un pollaio, per
potersi avvicinare e mangiarle, si travestì da medico e si recò al pollaio.
Gatto
Buongiorno, care galline, come vi sentite? Permettetemi di visitarvi, aprite l' uscio!
Galline
Ti ringraziamo moltissimo per l’interessamento che mostri, ma se te ne vai via subito, ci
sentiremo assai meglio.
Morale
La favola ci insegna che il saggio è capace di capire le cattive intenzioni degli uomini
per quanto esse siano mascherate da favori.
Georgiana
IL LEONE, LA VOLPE E IL CERVO
Narratore
Un leone da tempo ammalato, non potendo muoversi, un giorno disse alla volpe sua
amica …
Leone
Cara, se tu vuoi che io guarisca e viva, devi convincere il cervo a venirmi a trovare.
Ho necessità di mangiare!
Narratore
La volpe si mise in cerca del cervo e quando lo trovò, lo salutò e gli disse …
Volpe
Carissimo, sono venuta a portarti una bella notizia. Il leone, nostro re, è ammalato e
sta per morire. Ha pensato di lasciare il suo trono a te. Va’ a trovarlo e stagli vicino
fino alla sua morte.
Narratore
Il cervo, a quelle parole, si gonfiò di orgoglio, ignaro di quel che l’aspettava. Non
immaginava minimamente che la volpe stesse per farlo cadere in una trappola!
Entrato nella caverna, infatti, il cervo venne aggredito dal leone, che riuscì soltanto a
lacerargli le orecchie con gli artigli. Il cervo, riuscito a scappar via di corsa, lasciò il
leone a bocca asciutta. Vinto dalla fame, il leone supplicò ancora una volta la volpe,
affinché escogitasse un altro stratagemma per ingannare il cervo.
Leone
Riportamelo subito qui!
Volpe
E’ molto difficile che il cervo si lasci imbrogliare nuovamente, però proverò ad
aiutarti ancora.
Narratore
La volpe si mise alla ricerca del cervo e quando lo trovò, gli si avvicinò e …
Cervo
Non mi ingannerai più! Va’ via, prima che t’incorni!
Volpe
Caro, ma non hai capito che il leone ti ha preso per le orecchie per sussurrarti solo dei
consigli sulla tua importante missione da re? Il leone è arrabbiatissimo per come sei
andato via e vuole lasciare il regno al lupo! Vieni con me, non aver paura e
soprattutto non comportarti come una pecora! Torniamo dal leone e verrai certamente
proclamato nostro re.
Narratore
La volpe convinse il cervo a ritornare nella grotta del leone, che non appena lo vide,
gli balzò addosso e lo mangiò. Mentre la volpe stava a guardarlo, il cuore
dell’ingenuo cervo gli arrivò vicino ai piedi. Velocemente e furtivamente l’afferrò e
se lo mangiò come compenso delle sue fatiche.
Leone
Volpe, che fine ha fatto il cuore del cervo? Non l’ho trovato!
Volpe
E’ inutile cercarlo, o maestà illustrissima! Quel cervo non l’aveva affatto!
Morale
Spesso il desiderio degli onori turba la mente umana ed oscura la visione dei pericoli!
Marialucia
LA CORNACCHIA E LA PECORA
Narratore
Un’odiosa cornacchia si posò sulla schiena di una pecora e con il becco la tormentò e
la picchiò a lungo.
Pecora
Ehi! Perché ti sei sistemata sulla mia spalla? Se tu andassi a fare questi sgarbi al cane,
che ha le zanne, li pagheresti cari, ne pagheresti le conseguenze!
Cornacchia
Per questo non vado da lui, ma vengo da te. I dispetti li faccio ai deboli, con i potenti
sono ossequiosa! Io so chi molestare e chi adulare!
Morale
Sapere chi può essere molestato e chi adulare fa vivere a lungo.
Giuseppe - Claudia - Ilaria - Antonella G. e V. – Marzia
IL LEONE MEDICO
Narratore
Era l'ora di pranzo e un leone se ne andava in giro in cerca di un buon pasto. Vide
un cavallo e gli si avvicinò con l'intenzione di mangiarselo. Il cavallo, nel vederlo,
capì di essere in pericolo e …
Cavallo
Fratello leone, aiutami, ti prego! Mi è entrata una spina nello zoccolo. Lo so che mi
vuoi mangiare, ma prima faresti meglio a togliermi la spina, altrimenti potresti farti
molto male.
Narratore
Il leone si avvicinò, sollevò la zampa al cavallo e con molta attenzione gli tolse la
spina dallo zoccolo. Il cavallo, approfittando della situazione, sferrò due calci sul
muso al leone, che stramazzò a terra stordito. Quando il leone si riprese e si guardò
attorno, il cavallo ormai non c’era più. Tutto dolorante, con il viso pesto ed i denti
spezzati, così parlò …
Leone
Mio padre mi ha insegnato a cacciare, io però ho voluto fare il medico! Ben mi sta!
Morale
Non ci si deve mai fidare dei propri nemici!
Ilaria
LA VOLPE E LO SCIMMIOTTO
Narratore
Uno scimmiotto, che s’era fatto stimare come bravo danzatore, fu eletto re della
giungla da tutti gli animali che vi abitavano. Tra di loro, una volpe gelosa e piena di
rabbia, che sperava di ottenere quel titolo, per calmare i suoi nervi se ne andò a
spasso per la giungla. Trovato un pezzo di carne fissato a una tagliola preparata da un
cacciatore, pensò bene di punire lo scimmiotto, architettando un piano diabolico.
Volpe
Ma che bel pezzo di carne! Potrebbe fare proprio al caso mio … Porterò qui lo
stupido scimmiotto e farò in modo che cada nella trappola!
Volpe
Mio Re, voglio condurvi in un luogo magico, dove si trova una collana tutta d’oro.
Voglio che questa sia il mio personale regalo per voi.
Re scimmiotto
Andiamo, o mia carissima amica volpe! Sono molto curioso di vedere il tuo regalo!
Narratore
Camminarono per molto tempo, poi Re Scimmiotto, stanco per la fatica, disse …
Re scimmiotto
Volpe, ma dov’è questo luogo magico e questa collana di cui mi hai tanto parlato?
Volpe
Continuate a camminare, o mio Re, che siamo quasi arrivati.
Narratore
Dopo pochi minuti, infatti, i due raggiunsero la meta. Lo scimmiotto, accecato dalla
vista della collana, allungò il braccio senza accorgersi della trappola che gli tranciò
un braccio. Re Scimmiotto con voce tremolante disse alla volpe …
Re scimmiotto
Volpe, perché mi hai fatto questo?
Volpe
Caro il mio Scimmiotto, se tu avessi avuto buon cervello e la capacità di riflettere,
non avresti perso il braccio e neppure il tuo titolo di re!
Morale
Chi si imbatte in un’impresa senza riflettere, non solo fallisce, ma si guadagna le
ristate degli altri.
Mario - Matteo
IL LEONE E IL TOPO RICONOSCENTE
Narratore
Un giorno mentre un topo attraversava di corsa un bosco, urtò il corpo di un leone
addormentato che lo catturò. Mentre il leone stava per mangiarlo, il topo gli disse ...
Topo
Se non mi mangerai, un giorno ti restituirò il favore.
Narratore
Il leone fece una grande risata, poi lo lasciò andare. Dopo qualche tempo il leone
venne catturato da alcuni cacciatori. Era legato ad un albero, piangeva e si disperava,
quando i suoi lamenti vennero uditi dal topo, che subito accorse in suo aiuto. In
quattro e quattr’otto il topo liberò il leone, salvandogli così la vita.
Topo
Un giorno tu hai riso di me perché non ti aspettavi di poter essere contraccambiato.
Ora, tieni bene a mente che anche i topi sanno essere riconoscenti.
Morale
E’ proprio vero, anche i potenti possono avere bisogno dei più deboli!
Mariantonietta
LA LEPRE E LA TARTARUGA
Narratore
Una lepre piena di orgoglio si vantò con gli altri animali di essere la più veloce della
foresta.
Lepre
Sfido chiunque voglia correre con me!
Narratore
Alla sfida rispose solo la tartaruga con la sua proverbiale calma.
Tartaruga
Accetto io sfida!
Narratore
La lepre, sicura di vincere, scoppiò in una sonora risata.
Tartaruga
Non ridere! Non hai ancora vinto!
Narratore
Si organizzò la gara con un percorso prestabilito. La lepre partì velocissima e
distanziò talmente tanto la tartaruga che, non vedendola più, decise di fare un
sonnellino. Nel frattempo la tartaruga pian pianino superò la lepre che stava
dormendo. Svegliatasi all’improvviso e vedendo la tartaruga vicino al traguardo, la
lepre iniziò a correre come un fulmine, ma non riuscì a vincere la gara.
Morale
Per vincere non bisogna correre, ma partire in tempo!
Marialucia
IL LEONE E IL CINGHIALE
Narratore
Nella stagione estiva, quando l’afa e il caldo opprimente generano la sete, un leone e
un cinghiale si trovarono contemporaneamente vicino a una piccola sorgente …
Cinghiale
Ah! Adesso mi farò una bella bevuta!
Leone
Ehi! Guarda che devo bere prima io!
Cinghiale
No, io!
Leone
Arg! Non discutere, devo bere per prima io!
Narratore
Dalle parole passarono ai fatti ed iniziarono una lotta mortale. I due contendenti
erano già feriti e sanguinanti quando, sollevando lo sguardo al cielo per riprendere
fiato, scorsero uno stormo di avvoltoi, gli uccelli che si nutrono di animali morti.
Questi volteggiavano sopra di loro, in attesa di divorare il primo che fosse morto.
Cinghiale
Amico caro, aspetta, non litighiamo più! Vuoi che diventiamo cibo per gli avvoltoi?
Non è meglio essere amici fra di noi che pasto per gli altri?
Narratore
Il leone e il cinghiale interruppero subito la lotta.
Morale
La favola dimostra che le liti sono inutili. Le conseguenze, infatti, sono sempre
dannose per entrambe le parti.
Giuseppe - Claudia - Ilaria - Antonella G. e V. – Marzia
L’ASINO CHE PORTAVA IL SALE
Narratore
Un asino carico di sale, mentre attraversava un fiume, cadde nell’acqua e si rialzò
più leggero. Rallegrandosi di ciò, disse a sé stesso …
Asino
La prossima volta cadrò di proposito, così alleggerirò il mio carico!
Narratore
Tempo dopo l’asino, mentre attraversava un fiume con un pesante carico di spugne,
ricordandosi di quello gli era capitato in passato e pensando che se fosse caduto, si
sarebbe rialzato più leggero, decise di scivolare di proposito nell’acqua. Ma …
Asino
Cosa mi sta succedendo? Non riesco più a rialzarmi! Oh no! Il carico è diventato
pesantissimo!
Narratore
L’asino, non potendo più rialzarsi perché le spugne si erano imbevute d’acqua,
annegò in pochi minuti.
Morale
Alcuni a causa delle proprie furberie, precipitano nei guai senza accorgersene!
Matteo
IL LEONE, LA LEPRE E IL CERVO
Narratore
Un giorno un leone trovò una lepre che dormiva pacificamente …
Leone
Che bella lepre succulenta! Adesso la catturo e me la mangio!
Narratore
Stava già per divorarsela, quando in lontananza …
Leone
Ma ... quello … che cos'è? E’ un cervo!
Narratore
Per soddisfare meglio la sua fame, il leone rinunciò alla lepre ed incominciò ad
inseguire il cervo. Dopo una lunga corsa dietro il cervo, non essendo riuscito a
raggiungerlo, il leone …
Leone
Arg! Il cervo mi è scappato! Adesso torno dalla lepre e me la mangio!
Narratore
Il rumore però aveva svegliato la lepre che …
Leone
Ma dov’è andata a finire la lepre? E’scappata! Uffa! Adesso che cosa mangerò?
Beh! Me lo son meritato! Ho lasciato andare il boccone che avevo già in mano,
preferendo correr dietro alla speranza di un boccone più grosso.
Morale
Sono molti gli uomini che non contenti dei loro modesti guadagni, corrono dietro
a più lusinghieri miraggi, senz'avvedersi che intanto perdono anche quello che già
avevano in mano.
Bada bene, se hai nelle mani un piccolo beneficio, durante la ricerca di uno più
grande, non abbandonare quel poco che hai, finché non hai quello più grande
nelle tue mani!
Giuseppe - Claudia - Ilaria - Antonella G. e V. - Marzia
LA PULCE E IL BUE
Narratore
Un giorno una piccola e graziosa pulce, meno vivace del solito, per vincere la noia
che si era impossessata di lei, per vivacizzare le sue ore decise di andare a trovare
il bue della fattoria. Il grande animale pascolava quieto nelle verdeggianti distese
erbose che circondavano le stalle, scuotendo di tanto in tanto la sua lunga coda sotto i
caldi raggi del sole.Con agili piroette l'animaletto andò a posarsi davanti a lui e con
vocina acuta strillò …
Pulce
Salve!
Bue
Oh, buongiorno!
Pulce
Sai, avevo voglia di chiacchierare con qualcuno.
Bue
Bene, e di cosa vogliamo parlare?
Pulce
Non so..., raccontami un po' del tuo lavoro.
Bue
Bene! Io lavoro per l'uomo e svolgo duri compiti. Il mio padrone é un contadino e per
lui tiro l'aratro, obbedendo a ogni suo ordine.
Pulce
Che buffo! Io non prendo ordini da nessuno e mi riposo quando ne ho voglia. L'unica
cosa a cui devo fare attenzione è di non essere schiacciata dalle manacce di qualcuno.
Ma tu che cosa ricavi da tanta fatica?
Bue
Ecco vedi, quelle mani di cui tu hai paura, si trasformano per me in tenere carezze.
Narratore
Mentre parlava alcune lacrime di gioia gli scivolarono lungo il muso.
Bue
L'uomo apprezza il lavoro che svolgo per lui e mi ripaga con tanto affetto!
Narratore
La pulce, stupita dal pianto del suo amico, si allontanò pian piano, ripensando a
quanto aveva udito. Chissà, forse quell'affetto di cui il bue parlava con tanta
commozione era veramente un bel premio.
Morale
Non sempre è facile comprendere come per certe persone disinteressate l’affetto può
essere la migliore ricompensa del loro operato.
Ilaria
IL CONTADINO E LA SERPE
Narratore
Un vecchio contadino durante la stagione invernale, avendo trovato una serpe
intirizzita dal freddo e avendone avuto compassione, la prese e se la mise in seno.
Quella, riscaldandosi e ritornata nel pieno delle sue forze, ferì il benefattore e lo
uccise.
Il contadino, morendo, così parlò …
Contadino
Ben mi sta! Ho quello che mi merito per aver avuto compassione di un essere
malvagio.
Morale
Non avere nessuna pietà per i malvagi perché, anche se sono trattati con estrema
bontà, sono immutabili!
Francesco B. - Georgiana
IL RICCIO E LA LEPRE
Narratore
Un giorno una lepre incontrò un riccio e …
Lepre
Riccio! Tu credi di essere senza difetti, ma non è così. Hai le zampe storte e
poco veloci!
Narratore
Il riccio, offeso, così le rispose …
Riccio
Sai, io corro più veloce di te che hai le zampe dritte. Lascia che arrivi un
momento fino a casa mia e poi organizzeremo una bella corsa, così vedremo
chi di noi è più veloce!
Narratore
Per vincere il riccio andò subito a casa e disse alla moglie …
Riccio
Ho fatto una scommessa con la lepre a chi corre di più e tu mi devi aiutare a
vincerla.
Moglie del riccio
Sei proprio diventato matto! Come pensi di vincere la lepre che è
velocissima? Lo sanno tutti che tu hai le zampe storte, che sei goffo e lento!
Riccio
Sì, è vero, la lepre ha le gambe veloci, ma io sono molto astuto. Cara,
nasconditi alla fine di questo solco. Io e la lepre partiremo insieme, ma
quando lei sarà ben lanciata, io me ne ritornerò alla partenza. Nel momento in
cui arriverà da te, tu salta fuori all'improvviso e dille che è già da un pezzo
che stai qui ad aspettarla! Non ci somigliamo come due gocce di acqua, la
lepre non si accorgerà di nulla.
Narratore
La moglie del riccio ubbidì e si nascose nel solco. Il riccio tornò all'altro lato
del campo, dove la lepre l’aspettava per la gara e …
Riccio
Correremo lungo questi due solchi paralleli, io di qui e tu di là.
Lepre
D’accordo! Partiamo!
Narratore
Al via, la lepre scattò come una freccia. Il riccio, non visto, se ne tornò
all'inizio del campo e si nascose nel solco. Quando la volpe arrivò in fondo al
campo e vide il riccio che l’aspettava, meravigliandosi, disse …
Lepre
Sei già arrivato!
Moglie del riccio
Certo. E’già da un pezzo che ti aspetto!
Narratore
La lepre, che non si era accorta dell’inganno …
Lepre
Questa sì che è bella! Come hai fatto a sorpassarmi? Ebbene, proviamo
ancora una volta.
Moglie del riccio
D’accordo, come vuoi tu!
Narratore
I movimenti si ripeterono come in precedenza ... la lepre ripartì a razzo, ma
quando arrivò dall’altra parte del campo, trovò di nuovo il riccio che, in
realtà, non si era mai mosso.
Riccio
Eh, sorella, tu arrivi tardi, è già da un po' che ti sto aspettando!
Lepre
Io ho corso più veloce che potevo e tu mi hai sorpassato di nuovo. Beh,
gareggiamo una terza volta. Sei pronto?
Narratore
Il solito giochetto continuò fino a quando la lepre non ne poté più di correre e
si diede per vinta. Amareggiata per la sconfitta subita, dichiarò che, in
avvenire, non avrebbe fatto mai più una simile scommessa.
Il riccio e sua moglie se ne tornarono a casa felici e contenti, ridendo a
crepapelle.
Claudia – Antonella
LA ZANZARA E IL LEONE
Narratore
Una piccola zanzara assai furba e spavalda, stanca di giocare con le solite amiche, decise
un giorno di lanciare una sfida al Re della foresta. Si presentò davanti al sovrano che era
il leone e lo salutò con un rispettoso inchino. Il grande Re, intento a schiacciare un
pisolino lungo la riva di un fiume, lanciò una distratta occhiata all'insetto.
Zanzara
Buongiorno, Sire, sono giunta davanti a Voi per lanciarvi una sfida!
Narratore
Il leone, un po' più interessato, si risvegliò completamente e si mise ad ascoltare.
Zanzara
Voi credete di essere il più forte degli animali, eppure io dico che, se facessimo un
duello, riuscirei a sconfiggervi!
Leone
Ebbene, se sei tanto sicura, proviamo!
Narratore
In men che non si dica il piazzale si riempì di animali d'ogni genere desiderosi di
assistere alla sfida. Il " Singolar Tenzone" ebbe inizio. L'insetto andò immediatamente a
posarsi sul largo naso dell'avversario e incominciò a pungerlo a più non posso. Il povero
leone, preso alla sprovvista, tentò con le sue enormi zampe di scacciare la zanzara ma,
invece di eliminarla, non fece altro che graffiarsi il naso con i suoi stessi artigli.
Estenuato, il Re della foresta, si gettò a terra sconfitto. La piccola zanzara fu acclamata
da tutti i presenti. Levandosi in volo colma di gioia, la zanzara non si accorse però della
tela di un ragno tessuta tra due rami e andò ad imprigionarvisi proprio contro. L'insetto,
intrappolato in quella ragnatela, scoppiò in lacrime, consapevole del pericolo che stava
correndo. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, con una zampata
distrusse la tela e liberò la zanzara.
Leone
Eccoti in salvo, mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te!
Questo me lo hai insegnato proprio tu!
Narratore
La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' più a freno la propria spavalderia.
Morale
Le persone troppo sicure di sé riescono, a volte, a superare gli ostacoli più grossi, ma
inciampano spesso nelle difficoltà più piccole.
Luigi - Georgiana
LA VOLPE E LA PANTERA
Narratore
Al di là di un boschetto di frassini profumati vi era un bellissimo laghetto dalle
acque limpide e cristalline davanti al quale, due giovani animali si stavano
specchiando, rimirando ciascuno il proprio portamento fiero e il colore del pelo. Si
trattava di una graziosa pantera e di una volpe ugualmente carina.
La volpe
Vuoi mettere la mia figura con la tua?
La pantera
Tu sei goffa e piccola, io invece sono snella, slanciata e flessuosa. Il mio portamento
è tale che perfino gli uomini usano il mio nome per indicare certe donne dal fascino
aggressivo!
La volpe
Io sarò forse meno bella e più piccola, ma sono comunque più piacente e più
simpatica. Il mio pelo è senza dubbio più folto e più caldo del tuo. A proposito di
donne, se tu andassi in città vedresti quante signore si fanno belle indossando la mia
pelliccia morbida, a volte rossa e altre volte argentata.
Narratore
Sempre più altezzosa, la pantera ribatté …
La pantera
In quanto al pelo, si, è vero, il mio è più corto ma è più lucido e splendente, inoltre
nella mia famiglia c'è da sbizzarrirsi nella scelta dei colori. So di non peccare di
vanità dicendo di essere molto più bella di te!
Narratore
Solo in quel momento la volpe si rese conto di essere stata al gioco di quella frivola
compagna, la quale badava solamente al proprio aspetto tisico, e …
La volpe
Cara amica, sicuramente tu sei ammirata da tutti per la tua bellezza esteriore. Io
invece sono molto più apprezzata per la mia intelligenza e la mia furbizia.
Ti assicuro che sono queste le doti più importanti e non le scambierei mai con
qualità puramente estetiche!
Narratore
A quelle parole la pantera non fu in grado di ribattere e non le rimase altro che
tacere di fronte all'evidenza dei fatti.
Morale
L'intelligenza e la bontà sono doti interiori molto più apprezzabili della bellezza
fisica.
Enrico - Georgiana
IL TOPO DI CITTÀ E IL TOPO DI CAMPAGNA
Narratore
Un giorno un topo di città andò a trovare il cugino di campagna che aveva
modi semplici e rozzi. Erano molto amici e felici di vedersi dopo molto
tempo! Il topo di campagna gli offrì lardo, fagioli, pane e formaggio. Il topo
di città assaggiò appena il cibo che gli venne offerto. Il topo di campagna ci
rimase un po' male.
Topo di campagna
Cugino, non hai fame?
Topo di città
Molta! Ma questo cibo non è di mio gradimento. Noi in città siamo abituati a
ben altro!
Non riesco a capire come tu possa tirare innanzi con un cibo così misero. E’
vero, in campagna non ci si può aspettare di meglio! Quando verrai in città, ti
meraviglierai di aver potuto sopportare la vita in campagna!
Narratore
Alla fine della giornata il topolino di città ritornò a casa sua, dopo aver però
invitato il topo di campagna. Gli avrebbe mostrato le meraviglie della città.
Incuriosito, il topo di campagna l’andò a trovare poco tempo dopo. Venne
accolto calorosamente, ma non gli venne offerto nulla da mangiare.
Topo di campagna
Ma, non mi offri un rinfresco dopo un viaggio così lungo?
Topo di città
Qui si mangia solo alla sera! Riposati un po' e poi vedrai!
Narratore
Giunta la sera i due si intrufolarono furtivamente nella sala da pranzo della
grande casa. Sul tavolo c'era ogni tipo di cibo. I topi si avventarono su dolci,
carni e prelibatezze varie. Quando cominciarono a essere sazi, all’improvviso
udirono dei latrati. Il topo di campagna si spaventò molto e …
Topo di campagna
Che cos'è questo baccano?
Topo di città
Oh, sono soltanto i mastini di casa!
Topo di campagna
Sono soltanto i cani! Io non amo ascoltare questa musica durante i pasti.
Narratore
In quell'istante si spalancò la porta ed entrarono due enormi mastini. Il topo di
città, cominciò a fuggire. Il topo di campagna lo seguì spaventatissimo e per
un pelo i due topi riuscirono a scappare dalle fauci dei mastini.
Topo di campagna
Addio, cugino, torno in campagna!
Topo di città
Ma come, te ne vai già? Non ti piacciono tutte queste prelibatezze?
Topo di campagna
Certo che mi piacciono, ma è meglio mangiare lardo e fagioli in pace,
piuttosto che dolci e marmellata nell'angoscia!
Morale
E’ meglio vivere una vita modesta e tranquilla che una lussuosa fra i
batticuori. Chi si accontenta gode!
Giuseppe - Georgiana
IL LUPO E LA GRU
Narratore
Un giorno un lupo inghiottì un osso che gli rimase in gola. Per il gran dolore
incominciò a promettere premi e favori a tutte le bestie del bosco, affinché
l’aiutassero. Finalmente, dopo tante promesse, garanzie e giuramenti, riuscì a
convincere la gru. Costei, calando il lungo collo giù nelle terribili fauci del lupo, con
una pericolosa operazione liberò il lupo dall’osso. Poi ….
Gru
Quando mi darai il compenso pattuito?
Lupo
Ingrata! Hai sottratto dalla mia bocca la tua testa sana e salva, e mi vieni a parlare
di compensi? Ritieniti fortunata, se sei ancora viva!
Morale
Chi chiede gratitudine ai malvagi, sbaglia due volte perché aiuta chi non merita,
e dopo non ne esce senza danno.
Daniel – Georgiana
L'USIGNOLO E LO SPARVIERO
Narratore
Posato su un'alta quercia, un usignolo, secondo il suo solito, cantava.
Lo scorse uno sparviero a corto di cibo, gli piombò addosso e se lo portò via.
Mentre stava per ucciderlo, l'usignolo …
Usignolo
Lasciami andare! Non basto a riempire lo stomaco di uno sparviero. Rivolgiti
a qualche uccello più grosso, se hai bisogno di mangiare!
Sparviero
Bello sciocco sarei, se lasciassi andare il pasto che ho qui pronto tra le mani,
per correr dietro a quello che non si vede ancora!
Morale
Stolti sono coloro che, nella speranza di beni maggiori, si lasciano sfuggire
quello che hanno in mano.
Mario - Georgiana
IL LUPO SAZIO E LA PECORA
Narratore
Quello era davvero un gran giorno per un lupo rinomato in tutto il contado per la sua
insaziabile fame. Infatti, senza neppure alzare un dito, era riuscito a procurarsi ottime
prede, trovate casualmente a terra perché colpite da qualche cacciatore e si era preparato
un pranzo degno di Re! Il lupo, dopo avere abbondantemente mangiato, si inoltrò nella
foresta per fare due passi. Fu così che incontrò una mansueta pecorella la quale,
terrorizzata dal temibile animale notoriamente suo nemico, non riuscì neppure a
muoversi, paralizzata dallo spavento. Il lupo, più per istinto che per altre ragioni, afferrò
la preda tenendola stretta, stretta. Ma solo dopo averla catturata si rese conto di essere
talmente sazio da non avere più alcun appetito. Occorreva trovare una valida
giustificazione per poter liberare quella pecora senza fare brutta figura.
Lupo
Ho deciso di lasciarti andare a condizione che tu sappia espormi tre desideri con
intelligenza.
Narratore
La pecorella sconcertata, dopo aver pensato un istante, rispose …
Pecorella
Beh, innanzitutto avrei voluto non averti mai incontrato. Seconda cosa, se proprio ciò
doveva avvenire, avrei voluto trovarti cieco. Ma visto che nessuno di questi due desideri
è stato esaudito, adesso vorrei che tu e tutta la tua razza siate maledetti e facciate una
brutta fine perché mi avete reso la vita impossibile e avete mangiato centinaia di mie
compagne, che non vi avevano fatto alcun male!
Narratore
Inaspettatamente il lupo, invece di adirarsi come prevedibile, dichiarò …
Lupo
Apprezzo la tua sincerità. Hai avuto molto coraggio a dirmi ciò che realmente pensavi,
per questo ti lascerò libera!
Narratore
Così dicendo, liberò la pecorella e, con un cenno di saluto, la invitò ad allontanarsi.
Morale
La sincerità è una dote apprezzata dalle persone intelligenti, capaci di non offendersi
davanti a dichiarazioni leali.
Marzia – Georgiana
E SETTE !
Narratore
C’era una ragazza cicciottella, molto mangiona, che quando sua madre portava a
tavola il minestrone non si accontentava di mangiarne un solo piatto, ma ne chiedeva
sempre tanti altri. Quando le chiedeva la settima razione, la madre, invece di
riempirle il piatto, le dava una bastonata in testa, gridandole: - E sette! Un giorno,
mentre accadeva ciò, un giovane ben vestito, vedendo attraverso la finestra la donna
che picchiava la figlia e che diceva questa frase, entrò in casa e chiese …
Capitano
Sette di che cosa?
Mamma
Sette fusi di canapa! Ho una figlia così matta per il lavoro che filerebbe la lana
addosso alle pecore! Stamattina ne ha già filato sette e non è ancora soddisfatta! Per
farla smettere devo prenderla a bastonate!.
Capitano
Se è così, datela a me. La metterò alla prova e se è vero, la sposerò.
Narratore
Il giovane la portò a casa sua, la chiuse in una stanza piena di fili di canapa da filare e
le disse che stava per partire per un viaggio. Se avesse filato tutta la canapa per il suo
ritorno, l’avrebbe sposata e, tutte le ricchezze che possedeva, sarebbero diventate
anche le sue.
Mancava ormai solo un giorno al ritorno del capitano e la ragazza, che aveva perso
tempo a misurarsi vestiti e gioielli, a mangiare tanto minestrone, pensando che non
sarebbe mai diventata la sua sposa, incominciò a piangere e a disperarsi.
All'improvviso attraverso la finestra volò un pacco di stracci, che cadde nella stanza.
Apparve una vecchia dalle lunghe ciglia che …
Vecchia
Non aver paura, sono venuta ad aiutarti! Io filo e tu fai la matassa.
Narratore
La vecchia si mise subito al lavoro, ma più filava e più le sue ciglia si allungavano.
Era così abile a filare che in un baleno filò tutta la canapa presente nella stanza.
Quando il lavoro fu finito, la ragazza, tutta contenta, le chiese …
Ragazza
Come posso ricompensarti?
Vecchia
Non voglio nessuna ricompensa, mi basta che mi inviti al pranzo di nozze quando ti
sposerai con il capitano.
Ragazza
Come farò ad invitarti?
Vecchia
Basta che tu chiami ”Columbina!“ ed io verrò. Se ti dimenticherai il mio nome, tutto
sarà perduto.
Narratore
L’indomani il capitano fece ritorno a casa.
Capitano
Brava, credo proprio che tu sia la sposa che volevo. Eccoti i gioielli e i vestiti che ho
comprato per te. Facciamo una seconda prova. Eccoti un carico di canapa il doppio
dell’altro ! Se quando ritornerò l’avrai filata tutta, ti sposerò.
Narratore
La ragazza, come aveva fatto la prima volta, passò il tempo a misurarsi vestiti e
gioielli, a mangiare minestrone e lasagne. L’indomani avrebbe fatto ritorno il
capitano e … tutta la canapa era ancora da filare. Si mise a piangere. All’improvviso
sentì cadere qualcosa dalla cappa del camino. Da un pacco di stracci vide uscire una
vecchia dalle labbra penzoloni. Anche questa l’aiutò a filare la canapa. Era più veloce
dell’altra e più filava e più le si allungavano le labbra. Anche questa vecchia non
volle nessuna ricompensa, ma solo essere invitata al banchetto di nozze.
Ragazza
Come farò ad invitarti?
Vecchia
Basta che tu chiami “Columbara!“ ed io verrò. Se ti dimenticherai il mio nome, il
mio aiuto sarà stato inutile.
Narratore
Il capitano tornò e …
Capitano
L’hai filata tutta?
Ragazza
Ma certo, mio bel capitano!
Capitano
Tieni questi vestiti e questi gioielli! Quando tornerò dal mio terzo viaggio, se avrai
filato tutto questo carico di canapa, più grosso degli altri due, ti prometto che
celebreremo subito le nozze.
Narratore
Come al solito la ragazza rimandò tutto all’ultimo giorno Con tutta la canapa da
filare, incominciò a disperarsi. Un pacco di stracci cadde dalla grondaia. Ne venne
fuori una vecchia coi denti in fuori che si mise a filare. E più filava e più i denti le
crescevano. In quattro e quattr’otto finì tutto il lavoro. Non volle nessuna
ricompensa, ma solo un invito al suo banchetto di nozze.
Ragazza
Come farò ad invitarti?
Vecchia
Basta che tu chiami “Columbun!“ ed io verrò. Se ti dimenticherai il mio nome,
sarebbe meglio per te non avermi mai vista.
Narratore
Quando il capitano tornò e vide tutta la canapa filata, rimase molto soddisfatto.
Capitano
Bene, tu sarai mia moglie!
Narratore
Il capitano cominciò a dare ordini per la cerimonia e ad invitare tutti i signori del
paese.
La giovane futura sposa, presa dai preparativi, solo il mattino delle nozze si ricordò di
invitare le tre vecchie che l’avevano aiutata a filare la canapa, ma non ricordava i loro
nomi. Cadde in una profonda tristezza. Il capitano se ne accorse e rimandò le nozze
per l’indomani, il giorno dopo e quello successivo. Lo sposo, non riuscendo a far
ridere la giovane che era caduta in grande depressione, non riuscendo a consolarla, un
mattino decise di andare a caccia. Sorpreso dal temporale, si riparò in un casolare.
Era nell’oscurità della casa, quando sentì ... “ O Columbina! O Columbara! O
Columbun! Mettete la marmitta per fare la polenta! La maledetta sposa non ci invita
più al suo banchetto! “
Narratore
Il capitano si voltò e vide tre vecchie: una con le ciglia che spazzavano terra, un’altra
con le labbra che le pendevano fino ai piedi e una terza con i denti che le grattavano
le ginocchia.
Capitano
Ora so cosa raccontare alla mia futura sposa per farla ridere! Se non ride di quel che
ho visto ora, non riderà mai!
Narratore
Tornò a casa, andò in cerca di lei e le disse …
Capitano
Oggi ero nel bosco e sono entrato in un casolare per ripararmi dalla pioggia. Ho visto
tre vecchie: una con le ciglia che spazzavano terra, un’altra con le labbra che le
pendevano fino ai piedi e una terza con i denti che le grattavano le ginocchia. Si
chiamavano: Columbina, Columbara e Columbun.
Narratore
La sposa scoppiò in una grande risata. Chiese al capitano di far preparare il pranzo di
nozze e lo pregò di invitare le tre vecchie, che l’avevano fatta tanto ridere. A pranzo
per le tre vecchiette venne riservato un tavolo rotondo, che sembrava proprio tanto
piccolo per loro. Durante il pranzo lo sposo, avvicinandosi a loro, chiese ….
Capitano
Perché avete le ciglia così lunghe?
Columbina
Per aver aguzzato gli occhi a fare il filo fino!
Capitano
Perché avete le labbra grosse?
Columbara
A forza di passarci il dito per inumidire il filo!
Capitano
Come mai avete i denti così lunghi?
Vecchia
A furia di mordere il nodo del filo!
Capitano
Ho capito, moglie mia, prendi il fuso e buttalo nel camino! Per il resto della tua vita
non filerai mai più!
Narratore
E fu così che la sposa grande e grossa visse felice e contenta con il suo capitano da
quel giorno in poi.
Matteo
BENE COME IL SALE
Narratore
C’era una volta un re che aveva tre figlie: una bruna, una castana e una bionda: la
prima era bruttina, la seconda così così, la più piccina era la più buona e la più bella.
Le due maggiori erano invidiose della sorella minore.
Quel re aveva tre troni: uno bianco, uno rosso e uno nero. Quando era contento si
sedeva sul bianco, quando era così così sul rosso, quand’era in collera sul nero.
Un giorno andò a sedersi sul trono nero, perché era arrabbiato con le due figlie più
grandi. Costoro incominciarono a girargli intorno e a fargli delle moine.
La più grande gli disse …
Prima figlia
Signor padre, siete forse arrabbiato con me? Vi vedo seduto sul trono nero!
Re
Sì, sono arrabbiato con te!
Prima figlia
Ma perché signor padre?
Re
Perché non mi vuoi bene!
Prima figlia
Non è vero, padre mio. Io ve ne voglio tanto.
Re
Ma come mi vuoi bene?
Prima figlia
Come il pane!
Narratore
Il re sbuffò un po’, ma non disse nulla. Era molto compiaciuto di quella risposta.
Arrivò la seconda figlia …
Seconda figlia
Padre, siete in collera con me?
Re
Sì, sono in collera con te!
Seconda figlia
Ma perché proprio con me, signor padre?
Re
Perché non mi vuoi bene!
Seconda figlia
Ma non è vero, io gliene voglio tanto …
Re
Bene come?
Seconda figlia
Come il vino!
Narratore
Il re borbottò qualcosa, ma si vedeva che era soddisfatto. Venne poi la più piccola
delle sue figlie. Era tutta sorridente …
Terza figlia
Padre, perché siete seduto sul trono nero? Ce l’avete forse con me?
Re
Sì, con te, perché neanche tu mi vuoi bene!
Terza figlia
Ma non è vero! Io sì che vi voglio bene.
Re
Bene come?
Terza figlia
Come il sale!
Narratore
A sentire quelle parole il re andò su tutte le furie.
Re
Mi vuol bene come il sale! Come il sale! Ah sciagurata! Va’ via dai miei occhi! Non
ti voglio più vedere!
Narratore
Il re diede ordine alle sue guardie di portarla nel bosco e di ammazzarla. La regina,
quando seppe dell’ordine del re, si scervellò per trovare il modo di salvare Zizola, la
loro terzogenita.
Nella reggia c’era un candeliere d’argento così grande che la ragazza poteva starci
dentro comodamente.
La regina ce la nascose e poi disse a un servitore …
Regina
Va’ a vendere questo candeliere d’argento e quando ti chiederanno quanto costa, se è
povera gente dì un caro prezzo, ma se è un gran signore, dì che costa poco e
vendiglielo.
Narratore
La regina fece a sua figlia mille raccomandazioni, l’abbracciò e la baciò, poi la mise
dentro al candeliere con tanti fichi secchi, cioccolate e biscotti … Il servitore portò il
candeliere in piazza, ma non riuscì a venderlo subito. Finalmente passò il figlio del
re di Torralta che, dopo aver esaminato ben bene il candeliere, gli domandò quanto
costasse. Il servitore gli chiese una sciocchezza. Il Principe acquistò il candeliere e lo
fece sistemare nella sala da pranzo del palazzo reale.
Tutti quelli che lo videro, fecero grandi apprezzamenti su di esso. A sera i servitori
prepararono per il Principe la cena e andarono a letto. Zizola, sicura che a quell’ora in
sala non ci fosse nessuno, sbucò dal candeliere, mangiò tutto, poi si nascose di nuovo
all’interno del candeliere. Quando arrivò il Principe e non trovò nulla da mangiare,
incominciò a strapazzare tutti i servitori, dicendo …
Principe
Se succede un’altra volta vi licenzio tutti!
Narratore
Si fece portare qualcosa per cenare, mangiò e andò a dormire. La sera dopo, benché
fosse tutto chiuso a chiave, capitò la stessa cosa.
Principe
Ma non è possibile! Cosa sta mai succedendo?
Narratore
L’indomani il principe, volendo far luce su quanto stava succedendo a palazzo, fece
preparare la cena dai suoi servitori e si nascose sotto la tavola imbandita di tante cose
deliziose. Zizola, pensando di essere sola, uscì dal candeliere e iniziò a mangiare. Il
principe si palesò e la prese per un braccio. La ragazza cercò inutilmente di scappare,
poi lo supplicò di non farle del male e gli raccontò la sua storia.
Principe
Bene, rientrate nel candeliere! Presto diventerete la mia sposa.
Narratore
Il principe, innamoratissimo di Zizola, la mattina successiva fece sistemare il
candeliere nella sua camera da letto per poter stare di più in compagnia della giovane.
La regina sua madre, non vedendolo più a tavola, incominciò a preoccuparsi.
Regina
Figlio mio, cosa ti succede? Sei molto strano ultimamente! Non passi più del tempo
insieme alla tua mamma …
Principe
Oh madre mia, se sapeste! Voglio prendere moglie!
Regina
E chi è la sposa?
Principe
Voglio sposare il candeliere!
Regina
Figlio mio, ma che cosa dici! Sei diventato matto?
Narratore
Il Principe dopo otto giorni convolò a nozze, poi raccontò tutto alla regina.
Regina
Daremo una bella lezione a questo padre!
Narratore
Venne organizzato il banchetto di nozze. Ad esso furono invitati tutti i sovrani dei
dintorni. Anche il padre di Zizola ricevette l’invito. La Regina madre fece preparare
solo per lui delle pietanze senza sale. Il pranzo di nozze iniziò senza la sposa, che non
stava bene. Mangiando mangiando, il re incominciò a brontolare tra sé e sé …
Re
Il cuoco s’è dimenticato di salare la minestra! Com’è insipida!
Regina
Perché non mangiate?
Re
Mah, non mi sento tanto bene!
Regina
Non le piace il pranzo?
Re
No, è tutto buonissimo!
Narratore
Non era però la verità. Il re si ricordò di Zizola, sua figlia, che gli aveva detto “ Ti
voglio bene, come il sale! ” e scoppiò a piangere.
Regina
Perché mai piangete?
Re
Sono stato un cattivo padre! Ho ordinato la morte di mia figlia Zizola perché ha osato
dirmi che mi voleva bene come il sale.
Narratore
La regina s’alzò e mandò a chiamare la sposina. Il re, vedendola, si scusò e le chiese
perdono per non aver capito le sue parole. Venne chiamata a palazzo anche la madre
di Zizola. Le nozze dei due giovani sposi vennero rinnovate con grande gioia di tutti i
presenti.
Claudia - Giuseppe - Antonella V.
LA FIGLIA DEL SOLE
Narratore
Ad un Re e ad una Regina, finalmente, dopo averlo tanto aspettato, stava per nascere un
bambino. Chiamarono perciò gli astrologhi per sapere se sarebbe nato un maschio o una
femmina e quale sarebbe stato il suo destino ...
Astrologhi
Guardando le stelle, abbiamo visto che nascerà una bambina, che da grande è destinata a
far innamorare di sé il Sole prima di compiere i vent’anni e ad avere dal Sole una figlia.
Narratore
Il Re e la Regina, nel sentire queste notizie, ci rimasero male.
Regina
Non possiamo permettere questo! Il Sole che sta in cielo, non la potrà certamente
sposare! Sarà un disonore. Cosa possiamo mai fare?
Re I
La chiuderemo in una torre con le finestre situate in alto. Il Sole non potrà raggiungerla
e la profezia non potrà avverarsi! La faremo stare lì con una balia e la libereremo solo
dopo che compie vent’anni.
Narratore
E così fecero. La balia, che aveva una figlia della stessa età della principessa, portò con
sé la sua bambina in modo che tutte e due crescessero felici insieme. Avevano quasi
vent’anni quando un giorno, mentre parlavano delle bellezze che c’erano fuori da quella
torre, ma che loro non avevano mai visto, la figlia della balia disse ...
Figlia della balia
E se cercassimo di arrampicarci alle finestre mettendo una sedia sopra l'altra?
Potremmo finalmente vedere cosa c'è fuori?
Narratore
Detto fatto. Le due ragazze fecero una catasta di sedie molto alta e riuscirono ad arrivare
ad una finestra. Quando s'affacciarono, videro gli alberi, il fiume, gli aironi in volo, le
nuvole e … il Sole. Il Sole non appena vide la principessa, si innamorò di lei e le mandò
un suo raggio. Dal momento in cui il raggio la toccò, la ragazza rimase incinta e, tempo
dopo, diede alla luce una bambina. La balia, temendo la collera del Re, prese la neonata
e la portò in un campo di fave, dove l’abbandonò, sperando che venisse trovata da
un’anima buona. Dopo che la figlia del Re compì i 20 anni, il Re, pensando che il
pericolo fosse passato, ignorando tutto ciò che era successo, fece uscire la figlia dalla
torre, dicendole ...
Re
Figlia mia sei libera! Adesso puoi andare dove vuoi!
Narratore
Mentre nel campo di fave la figlia del Sole piangeva, si trovò a passare di lì un altro Re
che andava a caccia. Costui nel vederla s’impietosì e ...
Re II
Piccina, bella bambina, cosa ci fai qua? Meglio che ti porti con me! Sembri molto
affamata.
Narratore
Il Re prese con sé la bambina e la portò dalla sua regina, che la crebbe insieme al suo
bambino, che aveva la sua stessa età. Divenuti grandi, i ragazzi finirono per innamorarsi.
Il figlio dei Re voleva sposarla, ma il padre, che voleva che suo figlio sposasse una
principessa e non la trovatella, fece andar via dal palazzo reale la ragazza, confinandola
in una casa lontana e solitaria. Poco tempo dopo il Re combinò le nozze del figlio con
una principessa.
Il giorno delle nozze, furono mandati i confetti a tutti i parenti e conoscenti. Anche alla
trovatella, la figlia del Sole, perché considerata un membro della famiglia reale. Degli
Ambasciatori andarono a trovarla, bussarono alla sua porta, e …
Figlia del Sole
Oh, scusate, mi stavo pettinando e ho dimenticato la testa sulla toletta. Vado a prenderla!
Cosa vi do, per regalo di nozze? Venite con me!
Narratore
La figlia del sole portò gli Ambasciatori in cucina e …
Figlia del Sole
Forno apriti! Legna va’ nel fuoco! Forno accenditi e quando sei pronto chiamami!
Forno
Sora padrona, tutto è pronto!
Figlia del Sole
Ecco fatto. Prendete questo bel pasticcio dorato e ben cotto e portatelo al Re per il
pranzo di nozze.
Narratore
Quando gli Ambasciatori giunsero al palazzo, con gli occhi fuori dalle orbite, e
raccontarono con un fil di voce tutto ciò che avevano visto e cioè che la ragazza era
entrata nel forno rovente per prendere il pasticcio, nessuno ci voleva credere. La sposa
del principe che era gelosa però, disse …
I Sposa del Re
Ah! Sono cose che facevo sempre anch'io quand'ero a casa.
Figlio del Re
Beh, allora le farai anche qui per noi!
I Sposa del Re
Eh, sì, certo, vedremo! Legna va' nel forno. Fuoco accenditi!
Narratore
Poiché il forno restava spento, i servitori si diedero da fare per accenderlo. Quando il
forno fu ben caldo, la sposa vi entrò dentro e morì bruciata. Dopo qualche tempo il figlio
del Re convolò a nuove nozze. Gli Ambasciatori anche questa volta portarono i confetti
alla figlia del Sole e …
Figlia del Sole
Scusatemi se sono passata attraverso il muro e vi ho spaventato, ma la porta non s’apre
dal di dentro e mi tocca sempre aprirla da fuori! Allora, che cosa preparo di bello al
figlio del Re che si sposa? Su, legna, va’ nel fuoco! Fuoco, accenditi! Padella va’ sul
fuoco! Olio va’ nella padella e quando sei pronto, chiamami!
Narratore
Dopo un po' l'olio la chiamò!
Olio
Sora padrona, friggo!
Figlia del Sole
Eccomi! Arrivo!
Narratore
La ragazza mise le sue dita nell'olio bollente ed esse si trasformarono in pesci, in dieci
bellissimi pesci che incartò e consegnò agli Ambasciatori. Quando la nuova sposa sentì
il racconto degli Ambasciatori, anche lei si mostrò gelosa e ambiziosa, e …
II Sposa del Re
Uh, bella roba, vedeste io, che pesci faccio!
Narratore
Lo sposo la prese in parola e quando costei mise le mani nell'olio si scottò così forte che
le venne male e morì. La regina madre arrabbiata si rivolse agli Ambasciatori e …
Regina
Ma che storie venite a raccontare! Fate morire tutte le spose!
Narratore
Per la terza volta il figlio del Re convolò a nozze. Gli Ambasciatori tornarono dalla figlia
del Sole a portarle i confetti ….
Figlia del Sole
Uh, uh, sono qui!
Narratore
Gli ambasciatori si guardarono intorno e la videro per aria.
Figlia del Sole
Facevo quattro passi sulla tela di un ragno! Ora scendo a prendere i confetti! Stavolta
non so veramente che regalo fare!
Narratore
Poco dopo la ragazza prese un coltello e si tagliò un orecchio. Da esso uscì una trina
d'oro che le veniva fuori dalla testa, come fosse aggomitolata nel cervello. Fatto ciò, si
rimise a posto dell'orecchio. La trina era molto bella che a Corte tutti vollero sapere da
dove veniva. Gli Ambasciatori raccontarono la storia dell’orecchio e …
II Sposa del Re
Uh, io ho guarnito tutti i miei vestiti di trine che mi facevo a quella maniera!
Figlio del Re
Prendi il coltello, fammi vedere!
Narratore
La sposa si tagliò un orecchio, ma invece della trina le uscì un lago di sangue, tanto che
morì. Il figlio del Re rimase ancora una volta vedovo. Sempre innamorato della ragazza
con la quale era cresciuto e dalla quale era stato separato, finì per ammalarsi. Il Re fece
chiamare una vecchia strega perché trovasse una cura e guarisse suo figlio.
Strega
Bisogna fargli prendere una pappa d'orzo, ma d'un orzo che in un’ora sia seminato,
nasca, sia colto e se ne faccia la pappa!
Narratore
Il Re, disperato perché orzo così non se n’era mai visto, mandò a chiamare la ragazza
che aveva fatto allontanare dal palazzo e che sapeva fare cose meravigliose.
Figlia del Sole
Sì, sì, orzo così e così, ho capito!
Narratore
La ragazza fece tutto quello che le era stato detto in meno di un’ora. Volle andare
personalmente a porgere la pappa al figlio del Re che se ne stava a letto a occhi chiusi.
Poiché la pappa era amara, dopo che ne ebbe inghiottito un cucchiaio lo sputò e finì in un
occhio della ragazza.
Figlia del Sole
Come? A me sputi in un occhio la pappa d’orzo? A me figlia del Sole, a me nipote di
Re?
Re II
Ma tu sei la figlia del Sole?
Figlia del Sole
Sì!
Re II
E sei nipote di Re?
Figlia del Sole
Sì!
Re II
Noi ti credevamo una trovatella! Puoi sposare mio figlio?
Figlia del Sole
Certo che posso!
Figlio del Re
Allora sposiamoci, ma promettimi di diventare una donna normale e di non fare più cose
strane!
Georgiana
INDICE
Il leone e il topolino …................................................................................. pag 1
Il corvo e la volpe ….................................................................................... pag 2
Il topolino avido …......................................................................................... pag 3
Il leone e la farfalla …................................................................................... pag 4
Il lupo e l’ombra …........................................................................................ pag 5
Il gatto e le galline …...................................................................................... pag 6
Il leone, la volpe e il cervo …......................................................................... pag 7
La cornacchia e la pecora …......................................................................... pag 9
Il leone medico ….......................................................................................... pag 10
La volpe e lo scimmiotto ….......................................................................... pag 11
Il leone e il topo riconoscente ….................................................................. pag 12
La lepre e la tartaruga …............................................................................ pag 13
Il leone e il cinghiale ….................................................................................. pag 14
L’asino che portava il sale …...................................................................... pag 15
Il leone, la lepre e il cervo …......................................................................... pag 16
La pulce e il bue …................................................................................... pag 17
Il contadino e la serpe ….......................................................................... pag 18
Il riccio e la lepre …................................................................................... pag 19
La zanzara e il leone ................................................................................
pag 21
La volpe e la pantera ….............................................................................. pag 23
Il topo di città e il topo di campagna …...................................................... pag 25
Il lupo e la gru …......................................................................................
pag 27
L’usignolo e lo sparviero …....................................................................... pag 28
Il lupo sazio e la pecora ….......................................................................
pag 29
E sette ….................................................................................................... pag 31
Bene come il sale …................................................................................... pag 35
La figlia del Sole ...................................................................................... pag 39