La donna nella vita di Teilhard de Chardin

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La donna nella vita di Teilhard de Chardin
A . T a s s o n e B e r n a rd i — L a d o n n a n e l l a v i ta d i T e i l h a rd d e C h a rd i n
Nessun uomo può fare a meno del femminino
La donna nella vita di Teilhard de Chardin
ProspettivA
·persona·
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Annamaria Tassone Bernardi
N
el 1950, a Parigi, Teilhard de Chardin redigeva, a conclusione del saggio Il Cristico, che costituisce la più
alta ed estrema testimonianza della sua Fede,
un breve capitolo intitolato Il Femminino ossia
l’Unitivo, in cui dichiarava tra l’altro:
…posso affermare una doppia convinzione, progressivamente nata in me al contatto dei fatti, e di
cui voglio dare testimonianza con la piena serenità
ed imparzialità che vengono con l’età. In primo
luogo mi sembra indiscutibile (de iure e de facto)
che nell’uomo – anche votato e per quanto votato
sia, al servizio d’una causa o d’un Dio – nessun
accesso alla maturità ed alla pienezza spirituale
sia possibile al di fuori di qualche influsso “sentimentale” che venga a sensibilizzare in lui l’intelligenza ed eccitare, almeno all’inizio, le sue potenze
d’amore. Come non può fare a meno della luce,
dell’ossigeno o delle vitamine, l’uomo – nessun
uomo – può fare a meno del Femminino…1
PP
Da questo passo scaturiscono con forza due
ammirevoli aspetti della sua personalità: 1) da
un lato la maturità di coscienza che lo ha portato a superare l’atteggiamento di supponenza
della propria autosufficienza maschile, caratteristico del passato, e che ancor oggi impera in
alcune società e forse alligna pure nella nostra
società occidentale; 2) dall’altro la generosità
con la quale ha voluto porre deliberatamente
al servizio dell’Uomo la sua esperienza di vita,
anche la più intima.
Nel secolo scorso si è molto parlato e molto lavorato in nome del femminismo, ma la
dualità maschile e femminile è stata in genere
  Pierre Teilhard de Chardin, Il cuore della Materia,
Brescia 1993, 50.
affrontata in termini di lotta e si continua attualmente a portare avanti un discorso che fa
magari oscillare l’equilibrio della bilancia ma
sempre come risultato di un conflitto. Teilhard
pone invece il problema in termini dialettici
scoprendo la possibilità e la necessità della sintesi e dell’integrazione.
La comparsa del pensiero riflesso è stata una
soglia ma non un punto di arrivo. La coscienza
ha da quel momento intrapreso un cammino
di crescita in ordine al pieno sviluppo dell’Umano e in vista della realizzazione dell’Uomo
totale. Teilhard scopre l’armonia di questo
Umano, che è la realtà concreta “maschile e
femminile”. La sua ricerca e riflessione mira ad
un’antropologia relazionale che implica la totalità dell’essere umano. Prospettandoci questa
visione nuova dell’uomo in senso relazionale ci
aiuta a trasferire sul piano comportamentale
ed etico un atteggiamento di superamento di
una visione individualistica ed egoistica: proponendoci la sintesi ci orienta a quel “siate
uno”2 che è la chiave di accesso al “più essere”.
L’essere riflesso che si personalizza sempre di
più lo fa includendo in sé l’altro. Naturalmente è valida e indispensabile l’attuazione di due
percorsi che vadano ad incontrarsi: l’uomo che
accetta e fa proprio il femminile e la donna che
accoglie e assorbe il maschile. La personalità
maschile che subendo il forte fascino dell’elemento femminile viene da esso stimolato a
dare il meglio di sé in direzione dello spirito, la
personalità femminile che esercitando la funzione dell’accoglienza che le è propria riceve
in sé e trasforma le potenzialità maschili che
potrebbero anche rimanere altrimenti prive di
frutto.
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  Gv 17, 21-23.
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Man mano che gli studi teilhardiani si ap- vissuto forti esperienze di affettività psicoloprofondiscono appare sempre più evidente gica e spirituale. In alcuni casi lo scambio dei
l’impianto trinitario sotteso alla sua visione del rispettivi modi di sentire e di agire propri dei
mondo. Prima di passare al vissuto storico di due mondi, il maschile e il femminile, divenTeilhard de Chardin nei rapporti con le donne, tano stimolo reciproco alla santità. Talvolta la
mi pare ancora assai importante sottolineare sintesi che ne nasce produce un filone di spiricome questo impianto trinitario assuma una tualità nuova in cui molti altri poi si ritrovano
concreta e basilare esemplificazione proprio e si incanalano. Quanti esempi potremmo fanella valorizzazione dell’apporto del femmini- re! Benedetto e Scolastica, Angela da Foligno e
no all’evoluzione del Mondo. L’amicizia, cioè il suo confessore Arnaldo, Caterina da Siena e
il bisogno dell’altro da cui ricevere e a cui dare, Raimondo da Capua, Giovanna de Chantal e
e che senza timore, a tutti i liFrancesco di Sales, per giungere
velli, possiamo definire amore,
ai giorni nostri per esempio a
è un’esperienza umanizzante
Giovanni Bosco, che, stimolato
che ha in sé un’eco e un riflesso
dalla psicologia femminile di
della Trinità. Il Dio Trinitario
Mamma Margherita, associanha lasciato nella profondità deldo alla propria attività Maria
le cose la nostalgia dell’amore
Mazzarello, insieme, possiamo
trinitario. E questo è tanto più
ben dirlo, hanno partorito una
vero per l’essere umano!
realtà di famiglia educante che
Nessuno di noi se vuole
agisce in tutto il mondo; e altri
crescere, perfezionarsi, andare
ancora.
oltre, può rimanere solo. La
Ma Cristo stesso non ha formonade aspira a diventare diase dialogato con l’amica Marta?
de e la diade ben riuscita, che sa
Non si è intrattenuto con la Sacrescere, si apre ulteriormente,
maritana? Non è stato accomdiventa feconda, genera, – e più
pagnato fino all’ultimo giorno
cresce più genera nello spirito.
dall’amata discepola Maria
E generando in questo modo
Maddalena?
diventa strumento della Trinità
In sostanza può esistere amiCreatrice.
cizia autentica tra un uomo e
Se gettiamo uno sguardo aluna donna, anche relazione fela storia della Chiesa riusciamo
conda, senza che tra di essi esista
facilmente a trovare esempi di
alcun legame definibile erotico.
diadi perfettamente riuscite
Anzi azzarderei la tesi che una
in questo percorso di unione Cola Petruccioli, Incoronazione personalità che non abbia mai
perfetta a livello dello spirito. della Vergine, particolare
subito questo positivo tipo di
Un’amicizia profonda, vera, di
scambio rimanga incompiuta
amore, è stata alla base del rapporto tra Fran- nella sua maturazione umana, mentre è procesco e Chiara d’Assisi. Nella loro avventura, prio questo il sostrato necessario in modo
umana e divina ad un tempo, si è rispecchia- ineludibile a quella crescita di coscienza che
to il Dio Trinità in cui credevano. Della loro nell’interpretazione teilhardiana dell’evoluzionecessità di completezza, della loro alterità ne si identifica con un sempre ulteriore accesso
reciprocamente finalizzata in Dio essi hanno allo spirito.
fatto uno strumento di fecondità così come è
Il percorso di Teilhard nella scoperta e ricersuccesso, nel corso della storia della spiritualità ca del femminile incomincia verso i trent’anni:
cristiana, ad altre coppie di mistici che hanno quello che lui stesso definisce “uno strano ri78-83
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Nulla si è sviluppato in me fuorché sotto uno
sguardo e sotto un influsso femminili3.
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Incoronazione della Vergine, particolari
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tardo” mi pare possa semplicemente attribuirsi alle circostanze e scelte di vita che avevano
precedentemente impedito che ciò avvenisse:
ambiente famigliare molto protetto, senza frequentazioni al di fuori della cerchia dei parenti, ingresso nel collegio dei gesuiti e scelta di
essere sacerdote con una serie di anni vissuti in ambienti per tradizione esclusivamente
maschili. Il fascino dell’alterità femminile lo
colpisce quando a Parigi nel 1912 ritrova la
cugina Marguerite Teilhard Chambon, reduce da studi di filosofia, ricca di cultura e di
aspirazioni profonde, e l’affinità reciproca fa
sì che tra loro si stabilisca una profonda amicizia. Tanto che i primi abbozzi del percorso
intellettuale e spirituale del giovane gesuita si
riversano nel ricco carteggio che le indirizza
durante la prima guerra mondiale e lei, proprio perché donna e di conseguenza dotata di
capacità intuitiva e di capacità di accogliere “il
nuovo”, lo incoraggia a sviluppare le proprie
idee mentre per parte sua fa tesoro delle sue
esortazioni a procedere nella fiducia e nella
gioia. In tal modo la loro amicizia giunge, in
entrambi, a “creare”, secondo il significato del
verbo latino educere, così che Teilhard dichiarerà, contemplando la sua vita passata con la
consueta capacità di introspezione che gli era
propria, e riferendosi non solo a Marguerite
ma anche alle sue altre amicizie:
Con Marguerite persegue e realizza quella
fecondità che la sua scelta di vita gli consente, psicologica e spirituale: le potenzialità che
l’attrazione tra l’uomo e la donna è in grado di
scatenare e di sviluppare le sublima e le consegna a Dio. Nel 1918 pronuncia infatti i voti
perpetui che lo vincolano per sempre nella sua
scelta di vita religiosa.
Un’altra amicizia femminile importante nella vita di Teilhard è quella con Léontine Zanta.
Laureata in filosofia, ha la struttura mentale
adeguata per interagire con un uomo così intellettualmente raffinato. Le lettere a Léontine
Zanta che sono state raccolte in un libro, tradotto a suo tempo in Italia con il titolo Convergere in alto4, rivelano un’amicizia sicuramente
stimolante per Padre Teilhard. Quando si trova
a Parigi prende parte alle riunioni ch’ella tiene
nel suo salotto filosofico e che sono frequentate
da personaggi di spicco del milieu intellettuale
cattolico dell’epoca. In tali occasioni egli espone
con sobrietà e con fermezza le sue idee maturate
ormai da anni di riflessione, di viaggi, di incontri con culture diverse in giro per il mondo.
Le occasioni però non sono molto frequenti a
causa dei suoi continui allontanamenti da Parigi che si concludono poi con il lungo esilio in
Cina. Per via epistolare i due amici si tengono
aggiornati e informati sul loro lavoro e anche
sulle loro idee. Teilhard vuole molto bene a
Léontine, quindi si tratta anche di un’amicizia
positiva dal punto di vista affettivo, che si riversa con freschezza, senza complicazioni, nel
cuore di un uomo che per altri versi nella sua
vita soffre anche di molta incomprensione.
Esiliato in Cina per diversi lustri, Teilhard
vi fa la conoscenza della scultrice Lucile
Swann e ne nasce una frequentazione personale, e poi epistolare durante i periodi di
lontananza, che dura praticamente fino alla
morte del Gesuita. In questo caso c’è affinità
  Ivi, 49.
 Per i tipi de Il Saggiatore, Milano 1969.
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intellettuale, c’è affetto reciproco, ma la profonda intesa cui Teilhard mira stenta a realizzarsi perché i livelli evolutivi spirituali sono
sfasati e tali rimarranno fino alla fine o quasi.
Nello stesso tempo però proprio la problematica posta al Padre dall’irruente americana
che non riesce assolutamente a calarsi nel suo
modo di concepire un’amicizia, anche totalizzante, ma priva dell’aspetto fisico, sono di
valido stimolo alla stesura di quello splendido trattato sull’amore della coppia umana
che è L’evoluzione della castità5.
Sempre ne Il Cuore della Materia 6,
Teilhard sostiene che dopo la comparsa
della “monade riflessiva” (termine caratteristico della prosa teilhardiana e che si può
più semplicemente tradurre in “l’individuo
pensante”) è necessario che essa si perfezioni nella “diade riflessiva”: chiaramente
questa affermazione pone molti problemi
specialmente ai religiosi, ma va tenuta presente come prospettiva, come pista che in
effetti porta molto lontano.
Riflettere in profondità su questo saggio
sulla castità, e anche sul famoso saggio dal
titolo L’Eterno femminino7 significa capire
che la verginità è un punto di arrivo e non di
partenza. Quante vocazioni al celibato sono
fallite proprio perché a monte non c’è stata
piena maturazione umana seguita da questo
percorso di sublimazione?
Significa anche che il vero amore è un amore pleromizzato. E quante unioni coniugali
crollano perché le due monadi, o una delle
due, non sa condensare e far convergere il
cammino a due sul termine finale pleromizzante, secondo la formula che Teilhard così
bene enuncia qui di seguito?
riuscita, sono vincolate all’equilibrio armonioso tra
questi tre elementi8.
Questa fedeltà non ha richiesto lotte che io ricordi.
Non posso amare che Cristo9.
Per stabilire una diade, secondo il termine
precedentemente ricordato e da lui utilizzato
per indicare il completamento tra l’elemento
maschile e quello femminile, gli occorrevano
donne che capissero un simile traguardo di sublimazione.
Tornando a Lucille Swann, la sua fatica a
capire tutto ciò trapela assai chiaramente da
queste parole scritte a Teilhard:
L’amore è una funzione a tre termini: l’uomo, la
donna e Dio. Tutta la sua perfezione, tutta la sua
  In (ed.) G. Straniero, Teilhard de Chardin, Le direzioni
del futuro, Torino 1996.
6
 Teilhard de Chardin, Il cuore della materia, 51.
7
 Id., La vita cosmica, Milano 1982, 317.
Tu sostieni la necessità di lavorare a fondo con la
materia allo scopo di arrivare alle idee astratte o divine, ma tu neghi l’uso della materia (umana) per
arrivare al soprannaturale e a Dio. Dirai che neghi
solo una parte dell’amore umano ma penso che tu
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Teilhard votandosi alla castità era andato
con passo spedito fino in fondo a questo percorso, con piena coscienza della propria opzione. E ricordiamo che a questa opzione ha
tenuto fede, fermamente. Alla fine della sua
vita Teilhard confermò la sua fedeltà indefettibile ai voti che aveva pronunciato, affermando
tra l’altro:
 Id., Sull’amore, Brescia 1990, 25.
  Cf. nota 23 a pag. 50 de Il Cuore della Materia.
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Cina, a rivedere e redigere la stesura dei vari
capitoli della fondamentale opera Il Fenomeno
Umano. E soprattutto colpisce una caratteristica dell’amicizia di Lucille per Teilhard: fu
Certamente l’arricchimento personalizzante veramente duratura, ostinatamente fedele e
che venne a Lucille dall’amicizia con Teilhard tenera, e dal momento che fedeltà e tenerezza
fu comunque notevole, ma non è difficile sup- sono caratteristiche dell’amore biblico di Dio
porre che le abbia anche procurato sofferenza. per l’uomo10, ecco che in una qualche maniera
Quell’inevitabile sofferenza che Teilhard chia- anche il suo modo di amare è riuscito a salire
ma la sofferenza della “moltitudine irrisolta” in alto, ad andare “oltre”.
ossia della pluralità non unificata. Essa è la faRicordiamo infine l’ultima grande amicitica propria di tutta la realtà in divenire e sua zia femminile di Padre Teilhard, quella con
in particolare, e
Jeanne Mortier,
che fu la più ricrisentita per di più
ca di fecondità in
certamente in modo estremamente
proiezione verso il
acuto, alla radice
futuro. A lei infatti
della ricerca di
toccò il passaggio
del testimone nel
unità nei rapporcammino di difti umani. D’altra
fusione del penparte non si dice
siero teilhardiano.
forse che la sofChi conosce bene
ferenza è l’altra
faccia dell’amore?
la vita di Teilhard
Forse solo negli
sa come proprio
pochissimi
anultimi anni della
ni prima che lui
vita di lui Lucilmorisse, cioè nel
le Swann si rese
1951, le fu chieconto ed ammise
sto, dal Padre Joudi avere ricevuto moltissimo, il
ve allora redattore
capo della rivista
meglio di quanto
Études, di accettaci si possa aspetre di essere l’erede
tare da un uomo.
dei suoi scritti al
Per parte sua
Teilhard ne eb- Allegretto Nuzzi, Madonna col Bambino, S. Severino, Pina- fine di salvare la
possibilità di una
be
un’amicizia coteca
loro integrale difpreziosa, di dedizione, – sia sul piano intellettuale, poiché il fusione, cosa che lei poi realizzò, lavorando
confronto continuo delle proprie intuizioni con tutte le sue forze nei 27 anni di vita in cui
con la sua mentalità culturalmente ricca e di gli sopravvisse: – pubblicò le opere, diede vita
uno stampo che potremmo definire preva- alla Fondation di Parigi, creò e animò le prime
lentemente laico gli permise di strutturare in Associazioni teilhardiane.
È bello dedurre il senso del distacco, dell’obmodo definitivo la propria visione del mondo,
– sia sul piano pratico, perché si occupò spesso bedienza e dell’adesione ad una volontà supedella traduzione dei suoi articoli in inglese e
10
  Cf. Ugo Perone, Modernità e Memoria, Torino 1987, 114.
fu proprio lei, nel periodo del soggiorno in
stia eludendo il problema, perché la componente
fisica non è solo una parte molto importante della
nostra specie ma le è essenziale.
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riore dalla dichiarazione di Padre Teilhard il lio, abbiamo moltissime testimonianze epistoquale disse di aver prontamente redatto questo lari. Da esse ricaviamo i nomi di diverse altre
testamento in favore di Jeanne Mortier
amicizie femminili, più o meno durature e importanti, che potremmo quindi definire minoseguendo il segno divino, manifestatosi nell’inten- ri. Ricordiamo la cronista radiofonica Claude
zione espressa dal Padre Jouve11.
Rivière, la giornalista e scrittrice Maryse Choisy, Rhoda de Terra, vedova di uno scienziato
Jeanne Mortier era certamente adatta a ca- suo amico e nella cui casa di New York, tropire, rispettare e condividere quel traguardo vandosi in visita all’ora del tè con altri amici,
di sublimazione cui poco prima accennavamo nel pomeriggio di Pasqua del 1955 Teilhard fu
e che Pierre Teilhard aveva raggiunto. Redu- colto dal malore che gli costò la vita all’istante.
ce da studi di teologia si trovava, nel lontano Verso tutte esercitò un’azione di discreta ma
1939, assai insoddisfatta e poco convinta che, sollecita direzione spirituale, fedele al suo massecondo l’impostazione classica, si dovesse la- simo obbiettivo, quello di svelare e far amare il
sciare il mondo per trovare pienamente Cristo. Cristo Universale.
La lettura del dattiloscritto dell’Ambiente DiTeilhard ha molto amato: la sua famiglia
vino fu per lei una folgorazione, una risposta prima di tutto, i suoi confratelli, i suoi amici
alle sue aspirazioni. Fatta la conoscenza del suo e le sue amiche. Di che qualità è stato il suo
autore, ne divenne la segretaria, non solo dal voler bene agli altri? In un passo dei suoi diari
punto di vista pratico del raccogliere e ordi- Teilhard lo sintetizza splendidamente affernare i suoi scritti, ma soprattutto fu in gra- mando:
do di recepire interiormente la sua esperienza
di vita, il suo spirito, le sue intuizioni, tutta
Non amo alcuna persona se non pleromizzata.
una ricchezza che forse, altrimenti, sarebbero
rimaste senza risonanza. Ella accolse, conserTutto, mondo e umanità, per lui si riconduvò, fece germogliare queste sue creature; diede ce e si sintetizza in Dio Omega.
loro la continuità nel tempo, la possibilità che
E dunque anche la sua ricerca e la sua adefossero trasmesse alle generazioni a venire.
sione al femminile è stata di questo stampo.
In sostanza mi pare di poter sostenere che il Sempre nei suoi diari leggiamo:
rapporto Teilhard/Jeanne Mortier è diventato
veramente fecondo in senso generativo, danNon sono potuto appartenere ad una donna sola,
do a Teilhard una discendenza. Attraverso esso
ma al femminile essenziale, perché una sola sarebassistiamo non alla realizzazione di interessi o
be stata più piccola dell’Universo.
di anche pur giuste aspirazioni individuali, ma
all’Eterno Femminino, impersonale, universaE ancora si propone di «amare molte donne
le che ha creato sintesi e trasmesso del “nuovo”. senza possederne alcuna».
Pierre Teilhard è stato un uomo di grandi
E infine e con quest’ultima frase, sempre
e numerose amicizie, cercate e alimentate per tratta dai suoi diari, concludiamo e sanzionial’imperativa esigenza di unità che ha sempre mo senza esitazione la grandezza e la traspateorizzato ma anche profondamente sentito renza del suo animo:
nel suo vissuto quotidiano. Non si contano
Condensare tutto nel Cristo e il senso femminino
gli amici che ebbe tra suoi confratelli e tra gli
sulla Vergine Maria = [ossia] Amorizzare l’Universo12.
scienziati colleghi di lavoro, e di tutti questi
rapporti, a causa dei suoi lunghi periodi di esi-
PP
  Queste frasi tratte dai diari di Teilhard sono state da
me annotate durante una conferenza tenuta da Padre Pierre
Noir a Nice nel 1991.
12
  Leroy, H. Morin, S. Soulie, Pèlerin de l’Avenir, Paris
1989, 226.
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