CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2016_01_27)

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CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB(2016_01_27)
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ECONOMIA
Corriere della Sera Mercoledì 27 Gennaio 2016
37
#
CorriereInnovazione
Scuola, salute, anagrafe, tasse
Lo Stato lancia le web app
 Smart economy
Paolo Barberis, consigliere del premier: «Servizi più facili per i cittadini»
N
COME SI SEMPLIFICA LA VITA
Chi sono
Identità digitale
Scuola
«Spid» è il sistema pubblico che permette di avere un’unica identità digitale
con cui accedere a enti come Agenzia delle entrate, Inail, Inps.
Al momento i gestori accreditati a rilasciarla sono tre:
InfoCert, Poste italiane, Telecom Italia
Iscrizioni,
registri
online, pagelle
elettroniche
come anche
le comunicazioni
tra scuola e famiglia.
Una delle novità
in arrivo è la «web app»
Fatturazione
23%
47%
cittadini
italiani
media
europea
Pagamenti
elettronici
«PagoPa» è il sistema
di pagamenti elettronici
della pubblica
amministrazione.
Dal maggio
scorso sono
state 95 mila
le transazioni
effettuate
Pparra
controllare il Fascicolo sanitario che permette la prenotazione online di esami in ospedale, oppure interrogare il Catasto per conoscere la superficie in metri quadrati del
proprio appartamento.
Nei prossimi 24 mesi sono
in arrivo altre app come Visita.Italia.it per promuovere il
turismo o nuovi domini per
consentire l’acquisto online di
prodotti del Made in Italy. «Al
A fine ottobre
scorso, secondo
gli ultimi dati
disponibili, erano
quasi 17 milioni
i file di fatture
elettroniche
verso la pubblica
amministrazione
inviati da aziende
o privati
che forniscono
servizi
Salute
Il Fascicolo sanitario elettronico: «Fse»,
è attualmente attivo solo in 5 regioni e in fase di sviluppo
in altre 7. Nel rispetto della privacy, il fascicolo, una volta raccolta
la storia sanitaria del paziente, consente l’accesso online a servizi
quali prenotazioni di esami o visite specialistiche
Politecnico di Milano
Fuggetta: «Ma gli enti
pubblici devono
mettere in comune
i dati delle persone»
Giovani
Oltre 5 milioni di euro all’artigianato
L’idea è stimolare la nascita di nuove imprese, in particolare al
Sud, ma anche favorire la trasmissione ai giovani di competenze
nei mestieri artigianali e aiutare il ricambio generazionale. Per
questo motivo Botteghe di Mestiere, progettato da Italia Lavoro,
mette a disposizione 5,2 milioni di euro per finanziare 934
iniziative. Maggiori informazioni si trovano sul sito di Corriere
Innovazione, alla voce «Agevolazioni e incentivi».
Apple, 600 nuovi posti?
No, saranno 600 studenti
C
Chi usa i servizi di E-government
Fonte: Osservatorio digital innovation Politecnico Milano
el rapporto tra il cittadino e la pubblica amministrazione, questo sarà
l’anno delle web app. A partire
dall’identità elettronica, passando per scuola, sanità o fisco, molti servizi dello Stato
diventeranno accessibili attraverso un’applicazione da tenere sul proprio smartphone o
sul tablet. Ci stanno lavorando
i tecnici dell’Agenzia per l’Italia digitale (Agid) e ci punta
molto Paolo Barberis, consigliere per l’innovazione del
premier Matteo Renzi, che
spiega: «Vogliamo ridurre i
clic che servono per arrivare al
documento, al certificato, al
pagamento. Insomma, ad avere sotto controllo la propria vita nei confronti degli enti pubblici». Barberis chiama «rivoluzione copernicana» il progetto di adeguamento al
digitale del maggior numero
possibile di servizi per cittadini e imprese.
Alla base c’è Spid, il Sistema
pubblico di identità digitale
che permetterà di accedere ai
servizi online dello Stato grazie a un’unica identità digitale.
Come funziona? Login.Italia.it
è l’indirizzo che attiva la cittadinanza digitale, dopo essersi
registrati tramite alcuni provider privati, già accreditati. Cittadini e aziende possono inoltrare la domanda per ottenere
username e password. Tramite Spid, saranno accessibili oltre 300 servizi erogati da alcune regioni (per ora), Agenzia
delle entrate, Inail e Inps. E la
sicurezza? Garantita da credenziali con caratteristiche
differenti secondo tre diversi
livelli richiesti per l’ingresso:
quello su piattaforma mobile
rappresenterà la fase più avanzata di security.
Ottenuta l’identità, via libera alle operazioni da cellulare
(o tablet) in vari ambiti. Si potranno pagare bollette, contributi, tasse universitarie, bollo
auto attraverso la tecnologia
PagoPA, un sistema a cui hanno aderito scuole, comuni o
enti come Equitalia. Quanto
alla scuola, Istruzione.Italia.it
sarà la porta d’ingresso al registro elettronico, con pagelle,
compiti, assenze e presenze
degli studenti. Sarà possibile
di Massimo Sideri
Paolo Barberis
(nella foto in
alto) da luglio
2014 è
consigliere per
l’innovazione
del premier
Matteo Renzi.
Tra le linee
guida del suo
mandato,
estendere
i servizi online
al cittadino.
Alfonso
Fuggetta
(sotto),
ordinario di
informatica al
Politecnico
di Milano
cittadino lo Stato dovrà riuscire a fornire servizi attraverso
un oggetto che teniamo in tasca», spiega Barberis. Questo
principio trova d’accordo Alfonso Fuggetta, ordinario di
informatica al Politecnico di
Milano, che però avverte. «Lo
Stato possiede molte informazioni su di noi, ma troppo
spesso i diversi enti non parlano tra loro. Occorre una vera
integrazione dei server dietro
le quinte e piattaforme che
mettano i dati in comune. A
quel punto, benvenute tutte le
app di supporto». Che potranno creare occasioni di lavoro.
A breve sarà attiva la seconda
piattaforma (Developers.Italia.it) dove sviluppatori e web
designer troveranno le risorse
per programmare altre app e
collaborare con il pubblico.
Barbara Gasperini
Fabio Sottocornola
ronaca (ex post) di un malinteso che
ha «creato» 600 posti di lavoro
inesistenti. Oggetto: nuovo centro di
sviluppo di Napoli della Apple. Mezzo:
conferenza stampa+Twitter+rimbalzo sui
media. Danneggiata: l’informazione. Per
essere compresa la questione va
vivisezionata. «Apple aprirà a Napoli una
bella realtà di innovazione con circa 600
persone» aveva detto il 21 gennaio il
premier, Matteo Renzi, a Palazzo Chigi. Uno
scoop confermato poco dopo da un
comunicato della società di Cupertino, dove
però si sorvolava sui numeri. L’annuncio sui
social network è diventato subito «La Apple
apre a Napoli, 600 posti di lavoro» e sulle
agenzie «Apple apre a Napoli bella realtà
con 600 addetti». Nessuna smentita,
nessuna precisazione, nessuna risposta a
chi ha chiesto lumi. Anzi, i 600 posti di
lavoro hanno iniziato a surfare sulla rete e
sui media, complice la brevità dei tweet e la
sintesi dei titoli. Ora, qualche dubbio mi era
venuto subito visto che la società di
Cupertino ha anche un sito dedicato ai posti
di lavoro da cui risulta che in Italia i
dipendenti sono 1.800. Con 2.400 (+33%)
avremmo superato la Germania (2.200) e
raggiunto la Francia (2.400). D’altra parte
con il numero uno mondiale, Tim Cook,
che il giorno dopo era atteso proprio a
Napoli con Renzi, era anche comprensibile
che non si volessero svelare tutti i
particolari, anticipati in parte dal premier.
Purtroppo quei 600 posti di lavoro — che
ormai sono scolpiti nella testa di molti
come sulla pietra — non ci saranno: il
numero è quello degli studenti che
verranno selezionati per seguire, nella
struttura di una società partner, i corsi di
sviluppo sul sistema operativo iOs, cioè
quello dell’iPhone/iPad/iWatch. Toccherà a
loro dopo il corso cercarsi un’occupazione
che però, in quanto sviluppatori, sarà
probabilmente non un vero «posto di
lavoro», almeno per come tutti noi
intendiamo il termine. Basti pensare che in
Italia risultano registrati su iOs 264 mila
sviluppatori, di cui per la Apple stessa solo
75 mila sono operativi. Va aggiunto che
avere delle entrate stabili è molto dura:
pochissimi ci riescono e dipendono
comunque da una app di successo che ha
una vita media di pochi mesi. I 600 posti
sono 600 studenti speranzosi. È la magia
del rimbalzo o il malinteso della brevità dei
140 caratteri. Magari con l’introduzione dei
10 mila caratteri a cui sta pensando Twitter
si riuscirà a veicolare informazioni più
precise. O forse sarà il caos definitivo.
@massimosideri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Motori e realtà virtuale trainano il videogioco italiano
Sono un centinaio le aziende attive sul territorio nazionale. Il 90% dei titoli viene esportato in tutto il mondo
L
a scorsa settimana il sindaco di Londra, Boris
Johnson, è comparso su
Minecraft, il celebre videogioco acquistato nel 2014 da Microsoft, per annunciare un investimento di 1,6 milioni di euro a supporto della crescita del
settore gaming il cui primo
passo sarà l’istituzione di un
evento B2B che si chiamerà
London Games Festival.
Una mossa che la dice lunga
sul peso di un mercato che, a
livello globale, nel 2016 dovrebbe superare gli 86 miliardi
di dollari. E se per ora le leve di
comando le mantengono Stati
Uniti, Giappone e Canada, il
dato più interessante è forse la
crescita dell’industria europea. Uno scenario dominato
dalla Gran Bretagna ma in cui
c’è spazio di crescita anche per
gli sviluppatori nazionali. Murasaki Baby, Futuridium, In
Space We Browl, One Nero
Off road
Fra i titoli
più attesi
della milanese
Milestone c’è
«Sébastien
Loeb Rally Evo»
nonché l’attesissimo Sébastien Loeb Rally Evo sono solo
alcuni dei più recenti titoli che
portano il marchio made in
Italy. «L’ultimo censimento
disponibile risale al 2014 —
spiega Thalita Malagò dell’Aesvi, la Confindustria del videogioco —. Allora furono segnalati 700 addetti per un centinaio di aziende, un terzo delle
quali concentrate in Lombardia, per un giro d’affari di 20
milioni di euro. Si tratta tuttavia di un comparto molto dinamico e i ritmi di crescita del
15% registrati dal 2011 al 2014
dovrebbero essere stati replicati». A fare la traccia la milanese Milestone e la controllata
italiana di Ubisoft, ma altri
studi sono cresciuti in questi
anni, come Forge Reply, Digital Tales e Ovosonico, che lo
scorso anno ha ceduto il 49%
per 1,4 milioni alla quotata Digital Bros, realtà che nell’ultimo decennio si è occupata
della commercializzazione in
Italia dei principali videogames internazionali come
Pes, Tomb Raider e Metal Gear
Solid. «Se inizialmente la scena italiana si era concentrata
sul segmento dei giochi per
mobile — prosegue Malagò —
oggi gli sviluppatori stanno investendo invece nel segmento
più remunerativo dei giochi
per console e Pc. La produzio-
ne è molto variegata, ma c’è
una specializzazione sui cosiddetti racing games, cioè le
competizioni di auto e moto».
Supportato da un’offerta
formativa in aumento (da segnalare il corso di Informatica
dei videogames della Statale di
Milano), quello del gaming è
un mercato per eccellenza
export oriented ed estremamente reattivo alle novità tecnologiche. «La vera sfida —
conclude Malagò — è la realtà
virtuale. È la nuova frontiera
su cui dobbiamo scommettere».
Massimiliano Del Barba
[email protected]
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il settore
 Il comparto
del videogioco
made in Italy
occupa 700
professionisti
 Dal punto
di vista
geografico
un terzo delle
aziende sono
in Lombardia
 Il giro d’affari
ha raggiunto
nel 2014 i 20
milioni di euro