GRANITO: la crisi infinita
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GRANITO: la crisi infinita
Anno 4 - Numero 3 Sped. in abb. postale 70% Poste S.p.A. C.p.a. Sassari Maggio-Giugno 2002 www.fioregraniti.it PERIODICO DI INFORMAZIONE ECONOMICA E CULTURALE Direttore Salvatore Fiore Direttore responsabile Giovanni Gelsomino GRANITO: la crisi infinita EDITORIALE di Salvatore Fiore N o. Non era una crisi passeggera, né un intoppo lungo la strada della ripresa che esperti e non del nostro settore, si sono affrettati a dare per certa. Quella del settore dei lapidei e del granito in modo particolare, è un crisi vera, purtroppo per noi. E come tutte le crisi vere è destinata a durare. Quanto? Su questo non possiamo azzardare previsioni, ma appare evidente che, almeno per quest’anno, di ripresa non si potrà parlare. Forse il prossimo e, l’impressione per quel poco che si riesce a capire è che sarà una ripresa lenta, che farà ancora soffrire il nostro settore che a questa crisi ha pagato un prezzo altissimo: oltre metà delle cave chiuse per mancanza di ordinativi, decine di disoccupati e di cassintegrati. Senza contare il settore dei trasporti. C’è ancora oggi chi dice che la crisi, questa crisi, non fosse prevedibile, che senza i tragici fatti dell’undici settembre, il comparto del granito avrebbe viaggiato a gonfie vele. Ebbene, noi continuiamo a sostenere che la crisi era precedente all’undici settembre, semmai quell’episodio l’ha resa più evidente, più drammatica. Quando all’inizio del Duemila l’economia americana aveva dato segnali di ripresa (e si sa che se la locomotiva americana si mette in moto prima o poi seguono tutte le altre) subito si era detto che anche per il granito la ripresa era dietro l’angolo, che i tempi di magra (tali erano considerati quelli di SEGUE IN ULTIMA LA CRISI CONTINUA, LA PRODUZIONE È FERMA PER SUPERARLA È NECESSARIO RIPENSARE IL COMPARTO E PREPARARSI AD UNA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE SALDI I N O SI A C OC In poche righe di Giovanni Gelsomino È la prima estate da quando nei primi anni settanta si è avviata (a tappe forzate e non senza errori che oggi, puntualmente si pagano) l’industrializzazione del settore che le cave di granito (con poche eccezioni) non vengono chiuse “per ferie” ma per la crisi. Crisi grave che non ha niente a che vedere con quelle cicliche che capitavano a distanza di anni e dalle quali il settore non aveva niente da temere se non un rallentamento contenuto delle ordinazioni. La crisi la si affrontava senza grossi patemi d’animo, con la certezza che le cose si sarebbero comunque sistemate: era solo questione di tempo. E quasi mai si trattava di tempi lunghi. La crisi attuale è diversa: non si sa neppure se abbiamo toccato il picco più basso. Si sa invece che sta mettendo a dura prova la sopravvivenza stessa del settore. E a questo nessuno era abituato. Con la crisi il granito sardo non sa convivere, è rimasto, nonostante trent’anni di industrializzazione, l’anello più debole all’interno dell’intero ciclo produttivo, limitato come è all’esportazione del blocco grezzo. Si è creduto che questo fosse sufficiente per creare ricchezza, occupazione e soprattutto un comparto forte. Non è così. La mancata richiesta di blocchi ha portato alla chiusura delle cave, al crollo dell’occupazione. Il settore del granito è un settore debole. Lo è sempre stato. Cambiare diventa una necessità. Il come è tutto da discutere. Ma è chiaro che i soggetti interessati, questa volta, non possono essere solo i cavatori. Pagina 2 PROVVEDIMENTO SU IMMIGRATI Due provvedimenti a favore degli immigrati sono stati approvati dalla Giunta regionale, uno su proposta dell’assessore al Lavoro, Matteo Luridiana, l’altro per iniziativa di quello alla Sanità, Giorgio Oppi. La Regione assicurerà il riconoscimento al Circolo di immigrati sardi di Londra, come chiesto da Luridiana, e rimborserà ai Comuni le spese anticipate per assicurare l’assistenza sanitaria agli immigrati di ritorno. La somma complessiva stanziata è di 414.000 euro. INCENDI: ACCORDO FRA CACCIATORI E REGIONE PER VIGILANZA Le associazioni venatorie parteciperanno, dal 1 luglio al 30 settembre, alle attività di sorveglianza antincendio, segnalando, anche da punti fissi, eventuali focolai alle strutture operative del Corpo Forestale. Lo prevede un accordo raggiunto tra l’Assessorato all’Ambiente, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale e le associazioni dei cacciatori. L’intesa stabilisce inoltre che i turni di sorveglianza saranno svolti tra le 10 e le 16 con priorità nelle zone, periodi e giornate a rischio di insorgenza di incendio. L’attività sarà organizzata d’intesa con i dirigenti del Corpo forestale. APPROVATO PIANO ANTINCENDIO La Giunta regionale ha approvato un piano antincendio che supera la “stagionalità” del rischio, imponendo rigide misure di sicurezza sull’uso del fuoco in tutto l’anno nelle zone boschive. Il periodo di massima pericolosità va come sempre dal 1 giugno al 15 ottobre, ma il piano punta soprattutto sulla prevenzione, attraverso l’esame dei dati delle scorse stagioni e l’impiego di carte di rischio e strumenti informatici. La delibera prevede sanzioni amministrative da 1.032 a 10.329 Euro per comportamenti che possano scatenare le fiamme e sanzioni penali per chi provoca incendi per dolo o per colpa. AMBIENTE. PARCO GENNARGENTU: MATTEOLI, PARTIRA’ SOLO CON CONSENSO COMUNI Il Parco del Gennargentu non decollerà finchè non ci sarà l’adesione dei comuni interessati. Lo ha ribadito il Ministro dell’Ambiente Altero Maggio-Giugno 2002 Notizie AGI Agenzia Giornalistica Italia Matteoli. Ciò non significa comunque – ha precisato- che verrà modificata la legge istitutiva. Quanto a un possibile allargamento del Parco della Maddalena, Matteoli è apparso possibilista. Se ci saranno domande di altri Comuni saranno prese in considerazione. Sull’estensione della caccia anche a febbraio è intervenuto l’assessore regionale all’ambiente, Emilio Pani, per precisare che la Sardegna difenderà il provvedimento contestato dagli ambientalisti e oggetto di ricorso. WWF: A PROVINCIA NUORO “PANDA D’ORO” PER TUTELA BIODIVERSITA’ (Agi)- Il premio del WWF per la tutela della biodiversità è stato attribuito alla Provincia di Nuoro. Il diploma “Panda d’oro” è stato consegnato dai responsabili regionali dell’associazione ambientalista al presidente Franco Licheri e all’assessore all’Ambiente Alessandro Murgia nella sala consiliare della Provincia. La Provincia ha ottenuto il riconoscimento, in particolare, per il progetto Life Natura “Azioni urgenti per la salvaguardia dei SIC nel futuro Parco nazionale del Gennargentu. L’ente ha infatti finanziato una quota pari al 34% dell’importo totale, con un investimento finanziario significativo in favore della tutela della biodiversità. Il progetto ha riguardato tre diversi Siti di Importanza Comunitaria (SIC): due nell’area del Gennargentu e uno in quella di Monte Albo. CHIA-TEULADA E ARBUS-PISCINAS FRA LE STRADE PIU’ BELLE D’ITALIA La Chia-Porto Teulada e la Marina di Arbus-Piscinas sono fra le strade più belle d’Italia nella classifica pubblicata sul numero di giugno del mensile Quattroruote. In testa all’elenco delle migliori dieci figura la statale Cassia. In particolare nel tratto tra Siena e Bolsena. Fra i parametri seguiti rientrano il piacere della guida, la bellezza del paesaggio attraversato e l’assenza di traffico. Al secondo posto si è classificata la statale di Passo Sella, che collega le località montane di Selva di Val Gardena e Canazei, attraversando le Dolomiti. Terzo, il giro dell’Etna, che permette di arrivare fino a quota 2200 metri. BANCO SARDEGNA: NEL 2001 UTILE 104 MILIARDI Sassari, 14 mag.- Il banco di Sardegna ha chiuso l’esercizio 2001 con un utile di 104 miliardi di lire. Lo ha reso noto Antonio Sassu, illustrando la relazione di bilancio dell’anno scorso. Nell’esercizio finanziario 2001- ha precisato- nonostante le non favorevoli condizioni dell’economia nazionale e regionale, l’evoluzione dell’attività della nostra azienda ci dà ragione della strada imboccata. La provvista diretta si è incrementata del 9% quella indiretta dell’8% mentre gli impiegati netti sono cresciuti del 17%, con un’inversione di tendenza nella riconquista delle quote di mercato. Grazie alla riduzione dei costi –ha sottoli- neato Sassu- a una prudente strategia nel settore della finanza, all’attività quotidiana dell’intermediazione bancaria, la nostra azienda conseguito, dopo gli accantonamenti fatti che l’hanno resa solida e dopo il pagamento delle tasse, un profitto particolarmente elevato, forse il più elevato degli ultimi 15 anni. L’assemblea ordinaria ha approvato la delibera del Consiglio di Amministrazione di destinare il 61,06% a riserve, consolidando ulteriormente l’azienda, e il rimanente 38,94% a dividendo da distribuire agli azionisti. In questo modo i nostri azionisti di risparmio vengono compensati anche per il mancato dividendo dello scorso anno, e in maniera adeguata vengono compensati i nostri azionisti ordinari e privilegiati. Nel passato il Banco –ha sostenuto Sassu- ha contribuito, con alterne vicende e differenti valutazioni, a far crescere l’economia regionale. Oggi è in grado di fare un nuovo salto di qualità per far superare il gap che continua a esistere fra le nostre imprese e quelle del centro e del nord Italia, fra l’economia regionale e quella nazionale. “Alle piccole imprese offriremo una rinnovata attenzione nei casi di start up e una efficace assistenza per la crescita. Per le grandi imprese forniremo qualificati ed efficienti servizi”, ha sottolineato Sassu.“Alle istituzioni, cui competono nelle nostre condizioni gran parte delle prerogative e responsabilità per lo sviluppo del nostro sistema econo- mico, vorremo offrire servizi che vadano ben al di là delle pur importanti tesorerie che ci siamo aggiudicati sul mercato”. “Abbiamo pubblicamente dichiarato alle istituzioni regionali e agli enti locali”, ha detto il presidente del Banco di Sardegna, “la disponibilità per operazioni di ingegneria finanziaria che possono presentarsi nella quotidiana attività delle amministrazioni regionali e locali, operazioni che permettano, per alcuni versi economia e per altri vantaggi finanziari e di immagine”. “Il Consiglio di Amministrazione –ha ricordato Sassu- nell’autunno passato ha approvato un piano di risanamento e di rilancio”. Sono due gli obiettivi fissati: rafforzamento delle quote di mercato in Sardegna, attuando una strategia di crescente fidelizzazione della clientela, consolidando il ruolo di banca di riferimento nel mercato regionale e predisponendo nel contempo le condizioni per una espansione della rete fuori dall’isola; creazione di un crescente valore per gli azionisti, per il personale e per i clienti realizzando incrementi dell’efficienza e della produttività, contenendo e controllando i rischi, perseguendo rigorose politiche di contenimento dei costi e attivando sinergie realizzabili nell’ambito del Gruppo BPER. TURISMO. LA RUSSIA SCOPRE LA SARDEGNA (agi)- La stagione turistica 2002 in Sardegna si è aperta con nuovi collegamenti aerei diretti dalla Russia. Voli Charter porteranno a Cagliari turisti provenienti da Mosca. Nonostante i problemi che la continuità territoriale sta causando anche la settore turistico, la Sardegna continua a tirare (si parla di dieci milioni di arrivi per questa estate) soprattutto nei mercati stranieri, che propongono l’isola come una delle destinazioni privilegiate per le vacanze. Una tendenza confermata in occasione della partecipazione dell’Esit alle principali fiere internazionali nei primi mesi dell’anno. Dall’ITB di Berlino, alla MITT di Mosca, alla Fiera di Barcellona, tre fra le più importanti fiere turistiche internazionali, l’Esit è tornato con in mano un bilancio positivo e con previsioni rosee per la nuova stagione: un incremento medio del 7% delle presenze di turisti stranieri, SEGUE IN ULTIMA Pagina 3 Maggio-Giugno 2002 UTTO COMINCIA CON IL COMITATO PER OLBIA PROVINCIA. SONO I PRIMI ANNI OTTANTA, E UN GRUPPO DI POLITICI OLBIESI DECIDE DI DARE VITA A UN MOVIMENTO. CON UN SOLO OBBIETTIVO: FAR DIVENTARE LA GALLURA AUTONOMA DA SASSARI. T Da allora, passano venti anni. Tutti consumati a cercare intese, accordi, compromessi. Una battaglia in cui credono anche Ogliastra, Sulcis e Medio Campidano. Il voto di venerdì scorso in Regione chiude questa parentesi di lotta. Per ora. Gallura provincia, insomma. Dietro la legge regionale per le nuove quattro province, c'è il motore del nord est sardo. Isola nell'isola, la Gallura rivendica da sempre una sua diversità storica all'interno della Sardegna. Per una ragione: la lingua. Gallurese, non sarda. E se la lingua crea la comunità, questa comunità chiede un riconoscimento: la provincia, appunto. Fatto culurale o meno, alla Gallura in molti, anche in Parlamento sulla spinta del comitato per Olbia, cercano di dare l'autonomia, in quegli anni. Senza successo. Il cammino riprende nel 1993, quando gli allora sindaci di Olbia e Tempio, Gian Piero Scanu e Giovanni Manconi, mettono da parte le deleterie divisioni di campanile e offrono un'idea di Gallura unita. Scanu, diventato deputato, cerca poi di presentare una legge per traferire da Roma a Cagliari i poteri per l'istituzione delle province. Un lavoro preceduto però da una sentenza della corte costituzionale. Siamo nel 1997 e la Regione, guidata dal centrosinistra, con l'olbiese Settimo Nizzi e il tempiese Andrea Biancareddu, consiglieri regionali di Forza Italia, autori del testo, licenzia la legge sulle province. Respinta e poi approvata dal governo Prodi. Passano due anni. Ma non succede nulla. E qui, entrano in campo i sindaci. Che prima in una riunione segre- ta a San Teodoro e poi in una pubblica alla Maddalena, sanciscono un accordo: Gallura unita e doppio nome per la Provincia: Olbia-Tempio. E' il 25 gennaio del 1999. Sindaco di Olbia è Nizzi, sindaco di Tempio è Dibeltulu: tutt'e due fanno un passo indietro decisivo. Dibeltulu paga cara quell'intesa: sarà poi sfiduciato. Gli amministratori chiedono alla Regione di approvare subito lo schema della legge. Pochi, a Cagliari, la vogliono. Della battaglia dei sindaci (in campo entrano anche il Sulcis, l'Ogliastra, il Medio Campidano) si fa portatore il calangianese Renato Cugini, capogruppo dei Ds, il partito di maggioranza relativa. I sindaci cominciano i viaggi a Cagliari. Prima per la riunione della commissione, poi per l'aula. Con una difficoltà in più: il sindaco di Ozieri, Vanni Fadda, chiede di entrare nella provincia della Gallura, senza fare il referendum. E' un'arma che i molti nemici delle autonomie usano per dire che i tempi non sono ancora maturi. I Ds e Forza Italia dicono no a Ozieri. E si va al voto in aula. Due soli contrari: lo schema sul riassetto provinciale passa. E' il 31 marzo 1999. Ora, manca la legge attuativa. Quando lo schema arriva a Roma, il governo la prima volta lo boccia: costi troppo alti, dice. La seconda volta lo rinvia alla Consulta. Il rischio è che quella legge giaccia lì per anni. Il sindaco di Padru, Antonio Satta, fa interessare il ministro delle autonomie Loiero perché pressi la Corte Costituzionale. Satta incontra a Roma il presidente Mirabella e ottiene che la Con- Sanità: rapporto Fadoi, sardi in salute e vivono di più Nuove Province: siamo al rush finale sulta si pronunci in fretta. Così è. Relatore Gustavo Zagrebelski, la Corte costituzionale dice che spetta alle Regioni far nascere le nuove province e che la legge dell'assemblea sarda è valida. E' il 6 luglio 2001. E' un passaggio fondamentale. Le nuove province esistono: c'è chi cambia la carta intestata in Padru, comune della Provincia Olbia-Tempio. Ma manca la legge attuativa: quella che dà gambe alle province. Una ventata di ottimismo alimenta le pile dei sindaci. Ancora viaggi a Cagliari: il 13 marzo di quest'anno incontrano i capigruppo regionali. E strappano la promessa che la Regione, dopo la finanziaria, approverà la legge. Promessa mantenuta a metà. I sindaci, coordinati da Paolo Collu, sindaco di Iglesias e Tore Cherchi, sindaco di Carbonia, più Satta, sono a Cagliari il 18 giugno e fanno invertire l'ordine del giorno in modo da mettere al primo punto le province. Si va al voto, il centrosini- stra chiede che nel 2003 si voti in tutte e otto le province. L'emendamento passa a scrutinio segreto ma la destra chiede la controprova: in caso di no, la legge cade. Il centrosinistra vota sì. Gli altri sì (decisivi) sono di Giorgio Oppi e di Mariolino Floris, dell'Udr, di due consiglieri di An e, soprattutto, dei galluresi di Forza Italia Gianni Giovannelli ed Enzo Satta. Che votano contro il loro partito e per la Gallura. Il 20 giugno, le province sono legge. I intervenendo al Congresso della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti- è abbastanza buona e uno stile di vita più tranquillo, proprio dell’isola, favorisce anche l’allungamento dell’età media. Ciò nonostante si registra un aumento del diabete, dei tumori al polmone, di leucemie e linfomi e delle malattie allergiche. I nostri anziani - ha precisato Addis - stanno abbastanza bene, a parte un aumento delle patolo- sardi stanno bene in salute e vivono di più. Lo dice il Rapporto Fadoi 2002 presentato a Roma. “La salute degli abitanti della Sardegna –ha detto Luciano Addis, presidente Fadoi Sardegna e Direttore della Divisione di Medicina Interna di Tempio Pausania, SEGUE A PAG. 6 Pagina 4 Maggio-Giugno 2002 • Convegno Granito Su iniziativa dell'Amministrazione Comunale e del Centro Culturale, si tiene a Buddusò il decimo Convegno regionale sul settore del granito Il granito sardo fra tradizione e rinnovazione: risorsa per lo sviluppo e il recupero dell'identità Di Tommaso Tuccone attività estrattiva e di trasformazione del granito sardo è concentrata, quasi esclusivamente, nel comprensorio sassarese. Le aree in cui si concentrano i maggiori bacini estrattivi sono: Tempio Pausania, Calangianus-Sant'Antonio di Gallura, Arzachena, Luogosanto, Alà dei Sardi e Buddusò. Quest'ultimo costituisce un caso del tutto particolare. Si tratta infatti di un paese di circa 4200 anime che, grazie al granito, è approdato perfino nelle pagine delle analisi del Censis. Nella coltivazione delle cave, a Buddusò, sono occupate quasi 400 persone ed il loro materiale viene (veniva) esportato negli Stati Uniti, in Giappone, in Arabia Saudita, in Germania... In questo che possiamo definire il capoluogo del Logudoro, le cave attiva sono (erano fino a pochi mesi fa) L' 23 che consentono l'estrazione annua di cinquanta-sessantamila metri cubi di blocchi grezzi, che rappresentano il 20 per cento della produzione lapidea sarda. Una parte consistente viene lavorato in loco, il resto, dal porto di Olbia raggiunge le aziende di Carrara, Verona, Livorno e Piombino. Con il nostro granito sono rivestite le pareti del Teatro dell'Opera di Tokio, gli aeroporti di Hong Kong, Dallas, e numerosi grattacieli nei cinque continenti. E' la stessa materia con cui a Buddusò, nel Neolitico e nel periodo nuragico, si costruivano le Domus de Janas, i nuraghi, i Dolmen e le tombe dei giganti. Ed è materia con cui successivamente generazioni e generazioni di scalpellini hanno lavorato alla produzione di cantonetti, colonne, scale, camini, stipiti di porte e finestre ed altri manufatti per l'edilizia e l'arredo urbano. E' per una valorizzazione ed un rilancio di questa attività che il comune di Buddusò, in collaborazione con il Centro Culturale, ogni biennio organizza dal 1985, un Simposio Internazionale di scultura su granito. Vi partecipano artisti provenienti da tutte le parti del mondo, in particolare Corea del Sud, Giappone, Stati Uniti, Francia, Germania, Romania. Buddusò oggi, grazie al lavoro di questi artisti, possiede un vero e proprio patrimonio di oltre cento sculture in granito che abbelliscono le strade e le piazze del nostro centro e circa 200 sculture in legno, facendo della nostra città un vero e proprio museo all'aperto. Possiamo dire che la storia e la cultura del nostro centro è scritta sulla pietra locale: il granito. Vista la crisi che ormai da oltre un anno attraversa il settore del granito sardo, l'amministrazione comunale tramite il centro culturale ha ritenuto doveroso abbinare al Simposio di scultura su legno in programma quest'anno, la decima edizione del convegno regionale sulle problematiche del granito. Il convegno che ogni due anni si svolge all'interno delle manifestazione del Simposio di scultura su granito, è diventato ormai un puntuale e preciso punto di riferimento per quanto riguarda l'attenzione ai molteplici e complessi problemi che assillano e condizionano la risorsa granito e l'insieme del comparto dei lapidei sardi. La validità ed utilità di tale iniziativa è dimostrata dalla presenza in tutte le edizioni dei vari enti ed istituti regionali e nazionali, dalle personalità del mondo politico ed imprenditoriale sardo, professionisti ed operatori del settore che hanno partecipato al dibattito, portando la loro testimonianza, facendo conoscere ed illu- strando l'attività di studio e di promozione e contribuendo con proposte, indicazioni, impegni e soluzioni per una maggiore crescita e sviluppo del settore. Oggi il settore del granito sardo vive un periodo di grande incertezza e profonda crisi economica. La crisi che l'attanaglia ha costretto diverse imprese a licenziare gran parte degli operai, altre, e sono tante, hanno chiuso. Il mercato globale impone oggi una concorrenza forte e talvolta sleale: ci confrontiamo con nazioni agguerrite come la Spagna ed il Portogallo, ma soprattutto la Cina dove il costo della manodopera è nettamente inferiore. Non abbiamo scelta: la concorrenza è da giocare sulla tipologia, sulla qualità del nostro prodotto. Sono questi gli unici strumenti per fronteggiare il mercato cinese. Per tutelare il nostro granito occorre una richiesta forte e precisa, indirizzata alla Regione, al Ministero all’Industria e all’Unione Europea, affinchè riconoscano la qualità d’origine. Il granito sardo è conosciuto nel mondo e gli americani sono fra i maggiori acquirenti, proprio per la differenza di qualità. Ed è alla qualità che ormai bisogna puntare. Pagina 5 Maggio-Giugno 2002 • Convegno Granito Programma del X Convegno regionale IL GRANITO SARDO FRA TRADIZIONE E RINNOVAZIONE RISORSA PER LO SVILUPPO ED IL RECUPERO DELL’IDENTITÀ Sala del Centro Culturale Sabato 6 e domenica 7 luglio con inizio alle ore 9,00. Sabato 6 Saluto del Dott. Giovanni Satta, Sindaco di Buddusò RELAZIONI Dott. Marco Tarantola Dir. Confindustria Sassari L’ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI DELLA PROVINCIA DI SASSARI FESTEGGIA GLI OTTANT’ANNI DI ATTIVITÀ 1922-2002 Per l’occasione il 4 luglio si terrà nella prestigiosa sede di Villa Mimosa, alla presenza del presidente della Confindustria Antonio D’Amato il convegno UN SISTEMA RELAZIONALE PER LO SVILUPPO Questo il programma: ore 17.00 sala conferenze Camera di Commercio, via Roma 74, Sassari “Un sistema produttivo locale da consolidare e sviluppare” Stefano Poddighe Prof. Ing. Giampaolo Siotto Presidente dell’Associazione degli Industriali della provincia di Sassari docente di impianti minerari, di economia e organizzazione aziendale “La crisi del settore graniti: congiunturale o strutturale? Cause e possibili prospettive” DIBATTITO coordina il giornalista Piero Bardanzellu CONCLUSIONI Dott. Matteo Luridiana Assessore regionale al Lavoro PREMIAZIONE DELLE AZIENDE ASSOCIATE DA OLTRE 50 ANNI Nadio Delai Ermeneia S.r.l. Presentazione della ricerca: “Competizione geoeconomica e discontinuità dello sviluppo promuovere un sistema relazionale evoluto per il nord Sardegna”. On. Giorgio La Spisa Alessandro Maida Asessore regionale all’Industria Magnifico Rettore Universitàdi Sassari On. Mario Segni Deputato Parlamento Europeo Domenica 7 Mauro Pili Presidente della Giunta regionale Giuseppe Pisanu Ministro per l’attuazione del programma di Governo Saluti dell’Arch. Antonello Manca, Assessore comunale alla Cultura. Antonio D’Amato RELAZIONI Presidente Confindustria Arch. Giov. Battista Gallus Ore 20.30 Giardini di Villa Mimosa Cena e festeggiamenti per l’ottantesimo anniversario dell’Associazione “Il granito nel progetto di valorizzazione delle sette città regie della Sardegna” Prof. Arch. Antonio Terranova docente di composizione architettonica dell’Università La Sapienza di Roma “Identità dei centri storici tra tradizione e innovazione” DIBATTITO Coordina l’arch. Giovanni Pigozzi INTERVENTI Arch. Giorgio Marchetti consiglio nazionale arch. Paesl. Plan. Conserv. Prof. Arch. Pier Luigi Marcacini Doc. di proget. Arch. Univ. Studi Firenze CONCLUSIONI Dott. Matteo Luridiana Ass. regionale al Lavoro On. Silvestro Ladu Ass. reg. Lavori Pubblici On. Andrea Biancareddu Ass. regionale all’Urbanistica Pagina 6 Maggio-Giugno 2002 • Cultura La Terra, il Lavoro, il Grano Per una storia dei Monti frumentari in Sardegna Una recente Mostra, curata dal Banco di Sardegna a Sassari, dedicata a un interessante e lungo capitolo della storia economica e sociale dell’Isola. ella lunga storia dei Monti frumentari in Sardegna c’è anche la data di nascita. E’ il 4 settembre 1767: un pregone del vicerè des Hayes dà una nuova organizzazione, più razionale e più rigorosa, a una istituzione destinata a coprire l’isola come una struttura efficiente e capillare al servizio dell’agricoltura. Una istituzione come quella dei Monti, in realtà, esisteva già dal periodo spagnolo. Un documento inedito, esposto in questa mostra, individua in Terralba e nel 1651 il luogo e la data di nascita del primo pósito sardo. Dai pósitos del Seicento, nascono, con rinnovato slancio, i Monti frumentari del Settecento. Il compito dei Monti è fondamentale: prestare ai contadini il grano e l’orzo per la semina a interesse molto basso o senza interesse, in modo da sottrarli agli usurai e incoraggiare l’agricoltura. Proprio in questo stesso periodo un professore dell’Università di Sassari, il padre gesuita Francesco Gemelli, sta scrivendo un libro dal titolo particolarmente significativo: Rifiorimento della Sardegna proposto nel miglioramento di sua agricoltura. Anche il libro, come la legge sui Monti, è stato suggerito dal ministro Gio- N periodico di informazione economica e culturale - Anno 4 n. 3 Iscr. Trib. di Sassari n.363 del 19/10/99 Direttore SALVATORE FIORE Direttore responsabile GIOVANNI GELSOMINO Redazione - Amministrazione CANTIERE SOS ARESTE 07020 BUDDUSÒ Telefono 079/715234 - 079/273924 Tiratura: 2.000 copie Distribuzione gratuita. Eventuali richieste vanno indirizzate alla Redazione Grafica e impaginazione Bruno Cleriti Stampa STAMPACOLOR (MUROS-SS) vanni Battista Lorenzo Bogino, che da Torino segue minuto per minuto, si può dire, gli affari di Sardegna e che, in un paese ad economia quasi esclusivamente agricola e pastorale, ha individuato nello sviluppo e nella modernizzazione dell’agricoltura ogni possibile futuro dell’isola. Al governo Piemontese serve, per attuare questo vasto disegno, una rete di presenze diffusa su tutta l’isola. La Chiesa può garantirla: così ogni Monte sarà amministrato da una Giunta locale, presieduta dal parroco, che farà capo a una Giunta diocesana, presieduta dal vescovo, che a sua volta farà capo a una Giunta generale, il cui responsabile si chiama Censore generale. Il più famoso e il più attivo di questi censori sarà Giuseppe Cossu, sassarese di nascita cagliaritano di vita, che scriverà anche una serie di circolari e di piccoli “catechismi agrari” in sardo proprio per aiutare i contadini dei villaggi a inserirsi come soggetti attivi nel grande progetto boginiano. Nel giro di pochi anni i Monti si moltiplicano. Accanto a loro nascono, nell’agosto 1780, i Monti nummari (nummus, in latino, è il denaro), il cui compito principale è quello di prestare ai coltivatori il denaro che occorre per comprare il bestiame da lavoro e gli attrezzi agricoli e per pagare le spese del raccolto. L’età d’oro dei Monti è nella parte finale del Settecento.A cavallo del nuovo secolo, invece, le crisi politiche che la Sardegna attraversa si sposano con le carestie (in cui peraltro i Monti svolgono una funzione essenziale, assicurando qualche soccorso alle città assediate dalla fame): e fra il 1800 e il 1812 i loro fondi in denaro vengono rastrellati dal governo per pagare i prestiti accesi dallo Stato. Comunque, fino al 1845, quando furono aperte le Casse di risparmio di Cagliari e di Alghero, i Monti continuarono ad essere gli unici istituti che esercitavano, in Sardegna, il credito all’agricoltura; ma la legge del 1851 che, con l’intento di riorganizzare l’intero sistema dei Monti dell’isola, aboliva il Censorato generale e le Giunte (tanto quelle diocesane quanto quelle locali) “smontò” definitivamente il complesso meccanismo e segnò praticamente la fine di un istituto che per un secolo intero aveva svolto svolto un ruolo centrale nella vita delle comunità rurali, e non solo di quelle. Nel 1866 la legge per l’ordinamento del credito fondiario riaprì il canale di trasmissione fra il nascente sistema bancario e l’agricoltura sarda, anche se in Sardegna la legge cominciò a funzionare solo nel 1872. Ma erano tempi difficili, che diventarono difficilissimi quando la rottura dei rapporti commerciali con la Francia e il conseguente fallimento delle piccole banche che erano nate sull’onda dell’euforia degli anni SettantaOttanta s’abbattè come un ciclone sul mondo delle campagne isolane. Il rimedio fu affidato, a partire dal 1897, alla cosidetta “legislazione speciale”: una di queste leggi, nel 1901, fu rivolta a incoraggiare il credito agrario locale, segnando la rinascita degli antichi Monti di soccorso, chiamati a funzionare da “intermediari” delle Casse ademprivili di Cagliari e Sassari, nate dalla necessità di gestire i vasti patrimoni terrieri liberati dal peso degli usi comunitari (appunto, gli ademprivi): così i Monti, insieme alle Casse agrarie e ai Consorzi agrari, rimisero in moto il sistema del credito per far fronte alle molte e ormai diverse esigenze dell’agricoltura. Nel 1924 i Monti divennero le Casse comunali di credito agrario: pochi anni dopo, nel 1928, le due Casse di Cagliari e Sassari vennero fuse dando vita all’Istituto di credito agrario per la Sardegna (Icas). Nel 1944 uno dei primissimi provvedimenti a favore della Sardegna che si preparava ad uscire dalla seconda guerra mondiale istituì il Banco di Sardegna: ma i tempi non erano maturi, sicchè il Banco (che in quegli anni non aveva neppure iniziato a funzionare) fu “rifondato” con una legge del 1953 e cominciò ad operare nel 1955. Da quell’anno il Banco di Sardegna è presente in ogni centro dell’isola: crescendo, ha affiancato alla tradizionale presenza nel credito agrario e fondiario tutte le attività proprie di una banca moderna. E ora che è nata l’Europa dell’Euro, può vantare una tradizione forte e radicata cui tutti i sardi guardano con grande fiducia. Segue da pag. 3 tologie vascolari, che richiedono interventi complessi. Anche per questo sarebbe necessario potenziare i reparti di medicina interna, spesso affollati e carenti di personale, che si trovano a prendersi carico in modo globale dei pazienti con patologie critiche, insufficienze respiratorie acute o ictus, che andrebbero quindi seguiti adeguatamente 24 ore al giorno. Occorre realizzare inoltre unità di terapia sub-intensiva nell’ambito della medicina interna. Una conferma sull’indagine della Fadoi Sardegna sullo stato dela salute degli italiani viene dall’Istat. Il 51,6% dei sardi, alla domanda “come va in genere la sua salute?”, ha infatti risposto “bene, o molto bene”, il 36,4% “discretamente”, il 12,1% “male o molto male”. In Sardegna il vizio del fumo è in calo. Il numero dei fumatori è passato dal 24,3% della popolazione di oltre 14 anni del 1997-98 al 23,9 del 19992000, al di sotto della media nazionale (24,9%). Si comincia a fumare soprattutto fra i 14 e i 17 anni e si smette tra i 20 e i 30. Nell’isola ogni 100 abitanti oltre i 18 anni, il 55,2% (53,3 media nazionale) è a posto con il peso; in sottopeso il 4,5% (3,6% la media nazio- nale), in sovrappeso il 31,5% (33,9% la media nazionale). Gli obesi sono l’8,8% (9% la media nazionale). Il 10,7% (11,5 media nazionale) segue una dieta. Segue una dieta prescritta dal medico il 68% (67,5% la media nazionale). I vegetariani sono il 4,9 % (7,9 media nazionale). Secondo l’annuario Statistico Italiano 2001 dell’Istat, i sardi sono i più bassi. Dai dati rilevati alla visita di leva risulta che quelli nati nel ’79 sono alti 171,39 cm. Mentre i nati nel 1975 sono alti 170,86 cm., contro i 174,49 della media italiana registrata nei nati del ’79. gie vascolari, ipertensione, coronopatie e problemi legati alla mancanza di centri di riabilitazione motoria per patologie vascolari come l’ictus cerebrale e ortopediche. Preoccupante l’aumento delle forme depressive nei nostri giovani che hanno difficoltà a trovare lavoro e sono costretti ad andare altrove. Diminuiscono, però, nella popolazione, le malattie infettive. Sempre più spesso –continua Addis- si trovano nei pazienti anziani, le polipatologie, cioè la presenza di più malattie come diabete, ipertensione e pa- Pagina 7 Maggio-Giugno 2002 • Economia Bankitalia: rallenta l’economia sarda nel 2001, calo dei disoccupati un quadro preoccupante quello che dell’economia sarda traccia il rapporto 2001 della Banca d’Italia. Nel secondo semestre si è registrata una brusca frenata dei principali settori produttivi rispetto all’andamento positivi dei primi sei mesi dell’anno, sebbene verso la fine si siano rilevati alcuni segnali di ripresa. Tanto che il tasso di disoccupazione si è ridotto, passando dal 20,6% al 18,7%, un calo che sembra mostrare un certo ottimismo nelle imprese, convinte che il rallentamento sia transitorio. Ma è diminuita la spesa per investimenti che riguardano in prevalenza piccole e medie imprese impegnate nell’ammodernamento degli impianti. La produzione agricola è cresciuta di poco, dati i problemi causati dalla siccità, mentre quella industriale è diminuita. A vantare i risultati migliori sono le aziende della trasformazio- È ne agroalimentare, in particolare nel comparto lattierocaseario e della lavorazione del sughero. Confermata anche la vivacità del settore edile, anche se meno evidente rispetto al triennio precedente, grazie alla sempre forte domanda di abitazioni da parte delle famiglie. La situazione del commercio è rimasta stazionaria, anche se le vendite sono state discontinue e comunque in calo dopo il primo semestre 2001. Il turismo continua ad essere un settore trainante, con un aumento degli arrivi e delle presenze nelle strutture ricettive sarde, dovuto soprattutto all’accresciuta domanda da parte degli stranieri. Stazionario il movimento dei passeggeri, mentre quello delle merci si è ridotto per effetto della minore attività produttiva. L’aumento degli occupati pari al 4,1%, si deve soprattutto all’industria, dove le imprese, confidando in una ripresa, hanno confermato le assunzioni programmate. Il rallentamento congiunturale –rileva Bankitalia- si è riflesso sul mercato del credito. La crescita dei prestiti ai residenti è stata del 6,6%, contro il 9,6% del 2000. Frena anche lo sviluppo dei finanziamenti alle imprese e alle famiglie. Secondo Bankitalia, la dinamica della componente a breve termine è stata maggiore di quella a medio e a lungo termine, soprattutto per effetto dell’andamento dei finanziamenti alle amministrazioni pubbliche. In calo il volume delle sofferenze bancarie, che è sceso dell’1,1% passando dal 14,6 al 13,6 %, grazie anche alle operazioni di cessione dei crediti effettuate nel 2001. E’ cresciuta la raccolta bancaria diretta, mentre si sono ridotti i tassi bancari attivi. Tirrenia: utile di 14,1 milioni di euro, + 29,3% sul 2000 La Tirrenia chiude il 2001 con un bilancio positivo, migliore dell’anno precedente: la società di navigazione ha registrato un utile di 14,1 milioni di euro, quest’anno, contro i 10,9 dell’esercizio precedente (+29,3%). L’assemblea ordinaria rileva che il traffico si è incrementato di circa il 4% nonostante una notevole intensificazione delle concorrenza sulle rotte con la Sardegna. Si evidenzia poi un fatturato globale di 294,1 milioni di euro ed un margine operativo lordo di 60,4 milioni di euro con un incremento di 20,6 milioni di euro corrispondente al 51,6%. Nel corso dell’assemblea è stato rinnovato il consiglio di amministrazione della società per il triennio 2002-2004. Franco Pecorini confer- mato in Cda insieme a Fabrizio Antonini, Angelo Casò e Vincenzo Dettori, manterrà le deleghe di amministratore delegato. Entrano come nuovi consiglieri Carlo Tamburi, Roberto Tana, Bruno Curti, Pierpalo Dominedò, Giorgio Simeone. Tamburi, direttore del ministero dell’economia responsabile della finanza e delle privatizzazioni, dovrebbe assumere la carica di presidente della Tirrenia. In Iri dal 1993, ha seguito tutte le principali privatizzazioni della società del gruppo, ora in liquidazione. La scelta di Tamburi è una conferma indiretta dell’azionista Iri di procedere con la dismissione della compagnia di navigazione in tempi brevi. Interesse per l’acquisto è stato manifestato dal gruppo Benetton. Nuova Sardegna in testa alle aziende per gli utili Cagliari. Meridiana e Nuova Sardegna al top. E quanto emerge dall’analisi svolta al centro studi di ESG (www. ESG.89.com) sui dati di bilancio dell’esercizio 2000 delle società di capitali presenti sulla banca dati delle camere di commercio. La società perugina ha preso in esame le aziende della provincia e ha stillato la graduatoria delle migliori dieci per fatturato e utili. La società Meridiana Spa di Olbia si colloca al primo posto della classifica per fatturato con 361.861.644 euro. Mentre la società editoriale la Nuova Sardegna, con sede nel capoluogo, domina gli utili 2.877.784 euro. Dietro alla società di Olbia Cedi Sisa Sardegna Scarl. Passata a 132.450.253 euro nel 2000 rispetto ai 112.854.543 euro di ricavi dell’esercizio precedente. Al terzo posto si colloca la banca di Sassari Spa (88.121.759 euro), seguita da Palmera Spa . La nota azianda alimentare infatti passata da 77.558.723 a 80.066.925 euro. Per utili invece Geasar Spa, società di trasporti con un utile di 1.982.096, Garanzia fidi tra operatori commerciali Scarl, terza con 1.605.430 euro. Cobec Srl (1.093.677 euro) e, in quinta posizione l’azienda vinicola Sella e Mosca Spa di Alghero (965.251 euro). Il dato curioso è che confrontando le due graduatorie, non troviamo le stesse aziende. Ciò significa che ad elevati fattu- rati non corrispondono altrettanto alti utili e viceversa. L’analisi effettuata sui dati di bilancio è inserita nell’ultima edizione della Collana degli Annuari Economici che come ogni anno, ESG 89 Group di Perugia pubblica in 16 volumi, otto regionali e otto settentrionali. Chi è ESG 89 Group? Specializzato nell’editoria economicofinanziaria ESG 89 Group edita la collana degli “Annuari Economici d’Italia” giunta alla quarta edizione e il mensile “Holding Italia Trend” che dagli ultimi dati ADS, risulta fra i primi 5 periodici economici nazionali per diffusione. Il mercato di riferimento è la Piccola Media Impresa italiana. Meridiana: 368,5 milioni di euro fatturato 2001 (+1,3%) Meridiana ha chiuso il 2001 con un fatturato che è ammontato a 368,5 milioni di euro. L’incremento è stato dell’1,3% rispetto all’anno precedente, mentre i costi operativi, che sono ammontati a 380,7 milioni di euro, hanno registrato una riduzione del 3,1%. Il cash flow operativo è stato positivo per 15,1 milioni di euro rispetto a una posizione negativa per 6,9 milioni di euro del 2000, a conferma che la decisiva inversione di tendenza della perfor- mance di gestione. L’andamento della gestione è stato positivo nei primi nove mesi dell’anno per poi subire gli effetti negativi dei drammatici eventi dell’11 settembre e dell’incidente di Linate. Eventi che, negli ultimi mesi dell’esercizio, hanno causato una riduzione dei ricavi stimata in circa 20 milioni di euro. Di conseguenza l’esercizio si è chiuso con una perdita netta, pari a 10,2 milioni di euro, dopo ammolrtamenti per 14,3 milioni di euro. ULTIMA PAGINA Maggio-Giugno 2002 Notizie AGI Segue da pag. 2 con picchi del 30% se ci si riferisce ai soli tedeschi. La fase di crescita è confermata sia dalle proiezioni dei dati della stagione passata, sia dalle richieste provenienti da zone della Germania che ancora non avevano risposto come Berlino e Lipsia. I principali tour operator della Germania propongono la Sardegna su appositi cataloghi specializzati. Lo stesso, in misura ridotta, vale per la Russia, dove oltre il 50% degli operatori turistici che vende l’Italia quest’anno ha inserito nei propri cataloghi anche la Sardegna, segno che la partecipazione dell’Esit e degli operatori sardi alla fiera internazionale di Mosca, per il quarto anno consecutivo, sta cominciando a dare frutti. Dalla partecipazione dell’Esit alla Borsa del Turismo Mediterraneo di Napoli è emerso il fatto che la voglia di Sardegna contagia anche le regioni del meridione d’Italia, e se Alghero continua ad esser la meta preferita del turista spagnolo, secondo la tendenza emersa alla Fiera di Barcellona, sta iniziando a prendere quota anche la provincia di Oristano. CONSORZIO 21: INSEDIAMENTO COMITATO CONSULTAZIONE STRATEGICA Il comitato di consultazione strategica, che affiancherà il Consorzio Ventuno per gli orientamenti scientifici, tecnologici e imprenditoriali delle attività legate a Polaris, insediato nella sede centrale del Parco Scientifico e tecnologico di Pula. Il Comitato, presieduto da Carlo Rubbia, premio Nobel per la Fisica –sottolinea una nota- è composto da rappresentanti di riconosciuto prestigio, a livello nazionale e inter- nazionale, nel campo della ricerca, della tecnologia, dell’economia e dell’impresa. Sono, inoltre, rappresentante le Università di Cagliari e Sassari. LA VOCE DEL GRANITO LEGAMBIENTE: A CAPOLUOGHI SARDI SOLTANTO CARBONE (Agi) I capoluoghi sardi meritano soltanto carbone, tanto sono deficitari nell’impegno in favore dell’infanzia. La valutazione si evince dal quinto rapporto di Legambiente “Ecosistema Bambino 2002” che, dopo aver passato al vaglio le politiche a misura di bambino attuate dalle piccole e grandi città d’Italia, assegna la “calza della Befana” con voto-caramelle e carbone. L’ultima della graduatoria, con un “non disponibile”, non avendo risposto al questionario distribuito dall’associazione ambientalista, è Oristano. La città di Eleonora condivide il “primato” del silenzio con Caserta, Catanzaro, Chieti, Crotone, Isernia, Lucca. Ma non va molto meglio per gli altri tre capoluoghi, finiti nell’elenco dei 21 che hanno ottenuto un voto insufficiente. La migliore posizione è quella di Cagliari al sesto posto. Seguono Nuoro, al dodicesimo e Sassari al sedicesimo. Nella valutazione Legambiente ha esaminato, sulla base delle dichiarazioni dei Comuni, quattro indicatori: opportunità di partecipazione, strutture, iniziative di aggregazione e di animazione culturale e progetti a favore dei bambini. Vengono inoltre valutati il tasso di motorizzazione, mezzi pubblici, parchi e giardini, zone a traffico limitato e piste ciclabili. Il “rapporto”, che quest’anno non assegna il massimo voto, pone al primo posto della graduatoria Belluno con dieci caramelle e cinque pezzi di carbone. Al secondo posto Pistoia, con 9 caramelle e al terzo La Spezia con 7 caramelle e 4 pezzi di carbone. del granito è ridotto ai minimi termini: per ritrovare così poche cave aperte bisogna tornare indietro di trent’anni. Paghiamo alla crisi anche le nostre incapacità e prima fra tutte quella di non essere diventati trasformatori della materia prima. Eravamo produttori di blocchi grezzi e siamo rimasti tali anche dopo trent’anni di industrializzazione. In pratica siamo la catena più debole dell’intero ciclo produttivo. La più debole e anche quella con minor valore aggiunto. Paghiamo anche l’assenza della Regione, scesa in campo nel 1989, con una legge punitiva rimasta del tutto inapplicata negli aspetti più qualificanti. Speriamo ora nella nuova legge che il consiglio dovrebbe licenziare entro la legislatura. Dalla Regione avremmo voluto una maggiore attenzione: la crisi la stiamo subendo nel totale silenzio dei nostri politici regionali e na- zionali. Oggi c’è un fronte più vasto disposto a scommettere sul granito: dai sindacati all’Associazione degli industriali. Siamo grati alla Provincia per aver preso le nostre difese chiamando in causa la Regione. Molto dobbiamo all’amministrazione e al centro culturale di Buddusò, in modo particolare al sindaco Giovanni Satta e agli assessori che hanno in più occasioni reso possibili incontri e dibattiti, fatto sentire il grido di dolore della categoria, anche se poi non sempre abbiamo trovato orecchie attente. E’ facile dire oggi, sfogliando quanto ho scritto negli ultimi due anni, che puntualmente si è avverata la situazione che stiamo vivendo. E’ facile dire che avevo ragione. Ma non è questo che mi interessa. Semmai è urgente trovare soluzioni, unire le forze e remare tutti nella stessa direzione. Quella che potrebbe portarci fuori dalla crisi o, quanto meno, non farcela subire passivamente. EDITORIALE Segue dalla prima un settore che “galleggiava” con ordinazioni che non andavano su ma neppure giù, c’era insomma una certa stasi che consentiva, sia pure con i “motori al minimo” di tenere aperte le cave) erano finiti, che entro la primavera i primi segnali di ripresa erano sarebbero arrivati anche da noi e che, al massimo entro settembre, la produzione avrebbe ripreso a pieno ritmo. Anzi si prospettava un incremento. Questo dicevano gli esperti, ma per noi che lavoriamo nel settore non appariva tutto così automatico, così scontato come per gli esperti che studiavano il problema a tavolino, limitandosi poi a tirare le somme. Di fatto essi, a mio modesto parere, hanno visto una ripresa che non c’è mai stata. Anzi, come ho avuto modo più volte di scrivere su questo stesso giornale e affermare in diverse interviste ai quotidiani isolani, c’erano tutte le condizioni che spianavano la strada alla crisi e, prima fra tutte, la concorrenza (inizialmente sottovalutata, ma che io dieci anni fa su un mio libro che parlava della storia dell’industria del granito, avevo rilevato, dedicando un apposito capito al “pericolo giallo” per le nostre produzioni) da parte della Cina entrata pesantemente nel mercato con prezzi che hanno snaturato tutto il settore, che si è sommata a un prevedibile calo delle ordinazioni prima, e ai tragici fatti dell’undici settembre poi. Dopo quella data, che fa un po’ da spartiacque tra la situazione del mondo prima e dopo quegli attentati, molti contratti con aziende e imprese nazionali e internazionali sono stati disdetti. Improvvisamente il granito aveva perso il suo ruolo (e mi riferisco a quello sardo essendo la nostra regione la più grande esportatrice di materia prima in Europa, e nel mondo, seconda solo alla Cina), il suo valore. Sembrava non dovesse servire più. C’è da dire che prima dell’undici settembre, perché è giusto non imputare a questa data la crisi del settore (diversamente partiremmo da considerazioni sbagliate), il granito sardo stava diventando sempre più marginale nei mercati sia nazionali che internazionali. Stava succedendo un po’ di tutto: contratti che venivano annullati senza un plausibile motivo, crisi con la Turchia (il famoso caso Ochalan) che ha bloccato la nostra esportazione causando solo a Buddusò cinque miliardi di danni, e mediatori turchi che si presentavano nelle cave imponendo il prezzo d’acquisto, naturalmente al ribasso, a cavatori che avevano assoluta necessità di vendere per evitare la chiusura della cava. Prima dell’undici settembre il granito sardo veniva venduto sottocosto. E questo significa che la crisi del settore c’era ed era grave. Che poi le cose siano anche andate peggio, sino allo stato attuale, è sotto gli occhi di tutti. Oggi il comparto Cav. SALVATORE FIORE www.fioregraniti.it CAVE PROPRIE DI GRANITO PERLATO GRIGIO - PRODUZIONE BLOCCHI MANUFATTI 07020 BUDDUSO’ - Cantiere Sos Areste: Tel. 079/715234 - fax 079/714559 - Abitazione: 079/714139