GRANITO: la crisi infinita

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GRANITO: la crisi infinita
Anno 4 - Numero 3
Sped. in abb. postale 70% Poste S.p.A. C.p.a. Sassari
Maggio-Giugno 2002
www.fioregraniti.it
PERIODICO DI INFORMAZIONE ECONOMICA E CULTURALE
Direttore Salvatore Fiore
Direttore responsabile Giovanni Gelsomino
GRANITO: la crisi infinita
EDITORIALE
di Salvatore Fiore
N
o. Non era una crisi
passeggera, né un
intoppo lungo la strada
della ripresa che esperti e
non del nostro settore, si
sono affrettati a dare per
certa. Quella del settore
dei lapidei e del granito
in modo particolare, è un
crisi vera, purtroppo per
noi. E come tutte le crisi
vere è destinata a durare.
Quanto? Su questo
non possiamo azzardare
previsioni, ma appare evidente che, almeno per
quest’anno, di ripresa
non si potrà parlare. Forse il prossimo e, l’impressione per quel poco che si
riesce a capire è che sarà
una ripresa lenta, che farà
ancora soffrire il nostro
settore che a questa crisi
ha pagato un prezzo altissimo: oltre metà delle
cave chiuse per mancanza
di ordinativi, decine di
disoccupati e di cassintegrati. Senza contare il settore dei trasporti.
C’è ancora oggi chi
dice che la crisi, questa crisi, non fosse prevedibile,
che senza i tragici fatti dell’undici settembre, il comparto del granito avrebbe
viaggiato a gonfie vele.
Ebbene, noi continuiamo a sostenere che la crisi
era precedente all’undici
settembre, semmai quell’episodio l’ha resa più evidente, più drammatica.
Quando all’inizio del
Duemila l’economia americana aveva dato segnali
di ripresa (e si sa che se la
locomotiva americana si
mette in moto prima o
poi seguono tutte le altre)
subito si era detto che anche per il granito la ripresa era dietro l’angolo, che
i tempi di magra (tali erano considerati quelli di
SEGUE IN ULTIMA
LA CRISI CONTINUA, LA PRODUZIONE È FERMA
PER SUPERARLA È NECESSARIO RIPENSARE IL COMPARTO
E PREPARARSI AD UNA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
SALDI
I
N
O
SI
A
C
OC
In poche righe di Giovanni Gelsomino
È
la prima estate da quando nei primi anni settanta si è avviata (a tappe forzate e non senza errori che oggi, puntualmente si pagano) l’industrializzazione del settore che le
cave di granito (con poche eccezioni) non vengono chiuse “per
ferie” ma per la crisi. Crisi grave che non ha niente a che vedere con quelle cicliche che capitavano a distanza di anni e dalle
quali il settore non aveva niente da temere se non un rallentamento contenuto delle ordinazioni. La crisi la si affrontava
senza grossi patemi d’animo, con la certezza che le cose si sarebbero comunque sistemate: era solo questione di tempo. E
quasi mai si trattava di tempi lunghi. La crisi attuale è diversa: non si sa neppure se abbiamo toccato il picco più basso.
Si sa invece che sta mettendo a dura prova la sopravvivenza stessa del settore. E a questo nessuno era abituato. Con la
crisi il granito sardo non sa convivere, è rimasto, nonostante
trent’anni di industrializzazione, l’anello più debole all’interno
dell’intero ciclo produttivo, limitato come è all’esportazione del
blocco grezzo. Si è creduto che questo fosse sufficiente per creare ricchezza, occupazione e soprattutto un comparto forte. Non
è così. La mancata richiesta di blocchi ha portato alla chiusura
delle cave, al crollo dell’occupazione. Il settore del granito è un
settore debole. Lo è sempre stato. Cambiare diventa una necessità. Il come è tutto da discutere. Ma è chiaro che i soggetti interessati, questa volta, non possono essere solo i cavatori.
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PROVVEDIMENTO
SU IMMIGRATI
Due provvedimenti a favore
degli immigrati sono stati approvati dalla Giunta regionale,
uno su proposta dell’assessore al Lavoro, Matteo Luridiana,
l’altro per iniziativa di quello
alla Sanità, Giorgio Oppi. La
Regione assicurerà il riconoscimento al Circolo di immigrati sardi di Londra, come
chiesto da Luridiana, e rimborserà ai Comuni le spese anticipate per assicurare l’assistenza sanitaria agli immigrati di
ritorno. La somma complessiva stanziata è di 414.000 euro.
INCENDI: ACCORDO FRA
CACCIATORI E REGIONE
PER VIGILANZA
Le associazioni venatorie parteciperanno, dal 1 luglio al 30
settembre, alle attività di sorveglianza antincendio, segnalando, anche da punti fissi, eventuali focolai alle strutture
operative del Corpo Forestale.
Lo prevede un accordo raggiunto tra l’Assessorato all’Ambiente, il Corpo forestale e
di vigilanza ambientale e le
associazioni dei cacciatori.
L’intesa stabilisce inoltre che i
turni di sorveglianza saranno
svolti tra le 10 e le 16 con priorità nelle zone, periodi e giornate a rischio di insorgenza di
incendio. L’attività sarà organizzata d’intesa con i dirigenti
del Corpo forestale.
APPROVATO
PIANO ANTINCENDIO
La Giunta regionale ha approvato un piano antincendio che
supera la “stagionalità” del rischio, imponendo rigide misure di sicurezza sull’uso del fuoco in tutto l’anno nelle zone
boschive. Il periodo di massima
pericolosità va come sempre
dal 1 giugno al 15 ottobre, ma
il piano punta soprattutto sulla
prevenzione, attraverso l’esame dei dati delle scorse stagioni e l’impiego di carte di rischio
e strumenti informatici. La delibera prevede sanzioni amministrative da 1.032 a 10.329 Euro
per comportamenti che possano scatenare le fiamme e sanzioni penali per chi provoca incendi per dolo o per colpa.
AMBIENTE.
PARCO GENNARGENTU:
MATTEOLI, PARTIRA’ SOLO
CON CONSENSO COMUNI
Il Parco del Gennargentu non
decollerà finchè non ci sarà
l’adesione dei comuni interessati. Lo ha ribadito il Ministro dell’Ambiente Altero
Maggio-Giugno 2002
Notizie AGI Agenzia Giornalistica Italia
Matteoli. Ciò non significa comunque – ha precisato- che
verrà modificata la legge istitutiva. Quanto a un possibile
allargamento del Parco della
Maddalena, Matteoli è apparso possibilista. Se ci saranno
domande di altri Comuni saranno prese in considerazione. Sull’estensione della caccia anche a febbraio è intervenuto l’assessore regionale
all’ambiente, Emilio Pani, per
precisare che la Sardegna difenderà il provvedimento
contestato dagli ambientalisti
e oggetto di ricorso.
WWF: A PROVINCIA NUORO
“PANDA D’ORO” PER
TUTELA BIODIVERSITA’
(Agi)- Il premio del WWF per la
tutela della biodiversità è stato attribuito alla Provincia di
Nuoro. Il diploma “Panda d’oro” è stato consegnato dai responsabili regionali dell’associazione ambientalista al presidente Franco Licheri e all’assessore all’Ambiente Alessandro Murgia nella sala consiliare della Provincia. La Provincia
ha ottenuto il riconoscimento,
in particolare, per il progetto
Life Natura “Azioni urgenti per
la salvaguardia dei SIC nel futuro Parco nazionale del Gennargentu. L’ente ha infatti finanziato una quota pari al
34% dell’importo totale, con
un investimento finanziario significativo in favore della tutela della biodiversità. Il progetto ha riguardato tre diversi Siti
di Importanza Comunitaria
(SIC): due nell’area del Gennargentu e uno in quella di
Monte Albo.
CHIA-TEULADA
E ARBUS-PISCINAS FRA LE
STRADE PIU’ BELLE D’ITALIA
La Chia-Porto Teulada e la Marina di Arbus-Piscinas sono fra
le strade più belle d’Italia nella
classifica pubblicata sul numero di giugno del mensile
Quattroruote. In testa all’elenco delle migliori dieci figura la
statale Cassia. In particolare
nel tratto tra Siena e Bolsena.
Fra i parametri seguiti rientrano il piacere della guida, la
bellezza del paesaggio attraversato e l’assenza di traffico.
Al secondo posto si è classificata la statale di Passo Sella,
che collega le località montane di Selva di Val Gardena e
Canazei, attraversando le Dolomiti. Terzo, il giro dell’Etna,
che permette di arrivare fino a
quota 2200 metri.
BANCO SARDEGNA: NEL
2001 UTILE 104 MILIARDI
Sassari, 14 mag.- Il banco di
Sardegna ha chiuso l’esercizio
2001 con un utile di 104 miliardi di lire. Lo ha reso
noto Antonio Sassu, illustrando
la relazione di bilancio dell’anno scorso. Nell’esercizio finanziario 2001- ha precisato- nonostante le non favorevoli condizioni dell’economia nazionale e regionale, l’evoluzione dell’attività della nostra azienda ci
dà ragione della strada imboccata. La provvista diretta si è incrementata del 9% quella indiretta dell’8% mentre gli impiegati netti sono cresciuti del
17%, con un’inversione di tendenza nella riconquista delle
quote di mercato. Grazie alla riduzione dei costi –ha sottoli-
neato Sassu- a una prudente
strategia nel settore della finanza, all’attività quotidiana
dell’intermediazione bancaria,
la nostra azienda conseguito,
dopo gli accantonamenti fatti
che l’hanno resa solida e dopo
il pagamento delle tasse, un
profitto particolarmente elevato, forse il più elevato degli ultimi 15 anni. L’assemblea ordinaria ha approvato la delibera del
Consiglio di Amministrazione
di destinare il 61,06% a riserve,
consolidando ulteriormente
l’azienda, e il rimanente
38,94% a dividendo da distribuire agli azionisti. In questo
modo i nostri azionisti di risparmio vengono compensati
anche per il mancato dividendo dello scorso anno, e in maniera adeguata vengono compensati i nostri azionisti ordinari e privilegiati.
Nel passato il Banco –ha sostenuto Sassu- ha contribuito,
con alterne vicende e differenti valutazioni, a far crescere l’economia regionale. Oggi è in
grado di fare un nuovo salto
di qualità per far superare il
gap che continua a esistere fra
le nostre imprese e quelle del
centro e del nord Italia, fra l’economia regionale e quella
nazionale. “Alle piccole imprese offriremo una rinnovata attenzione nei casi di start up e
una efficace assistenza per la
crescita. Per le grandi imprese
forniremo qualificati ed efficienti servizi”, ha sottolineato
Sassu.“Alle istituzioni, cui competono nelle nostre condizioni gran parte delle prerogative
e responsabilità per lo sviluppo del nostro sistema econo-
mico, vorremo offrire servizi
che vadano ben al di là delle
pur importanti tesorerie che ci
siamo aggiudicati sul mercato”. “Abbiamo pubblicamente
dichiarato alle istituzioni regionali e agli enti locali”, ha
detto il presidente del Banco
di Sardegna, “la disponibilità
per operazioni di ingegneria
finanziaria che possono presentarsi nella quotidiana attività delle amministrazioni regionali e locali, operazioni che
permettano, per alcuni versi economia e per altri vantaggi
finanziari e di immagine”.
“Il Consiglio di Amministrazione –ha ricordato Sassu- nell’autunno passato ha approvato un
piano di risanamento e di rilancio”. Sono due gli obiettivi fissati: rafforzamento delle quote di
mercato in Sardegna, attuando
una strategia di crescente fidelizzazione della clientela, consolidando il ruolo di banca di riferimento nel mercato regionale
e predisponendo nel contempo le condizioni per una espansione della rete fuori dall’isola;
creazione di un crescente valore per gli azionisti, per il personale e per i clienti realizzando
incrementi dell’efficienza e della produttività, contenendo e
controllando i rischi, perseguendo rigorose politiche di
contenimento dei costi e attivando sinergie realizzabili nell’ambito del Gruppo BPER.
TURISMO. LA RUSSIA
SCOPRE LA SARDEGNA
(agi)- La stagione turistica
2002 in Sardegna si è aperta
con nuovi collegamenti aerei
diretti dalla Russia. Voli Charter
porteranno a Cagliari turisti
provenienti da Mosca. Nonostante i problemi che la continuità territoriale sta causando
anche la settore turistico, la
Sardegna continua a tirare (si
parla di dieci milioni di arrivi
per questa estate) soprattutto
nei mercati stranieri, che propongono l’isola come una delle destinazioni privilegiate per
le vacanze. Una tendenza confermata in occasione della partecipazione dell’Esit alle principali fiere internazionali nei primi mesi dell’anno. Dall’ITB di
Berlino, alla MITT di Mosca, alla
Fiera di Barcellona, tre fra le
più importanti fiere turistiche
internazionali, l’Esit è tornato
con in mano un bilancio positivo e con previsioni rosee per
la nuova stagione: un incremento medio del 7% delle
presenze di turisti stranieri,
SEGUE IN ULTIMA
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Maggio-Giugno 2002
UTTO COMINCIA CON IL COMITATO PER OLBIA PROVINCIA. SONO I PRIMI ANNI OTTANTA, E UN GRUPPO DI POLITICI OLBIESI DECIDE DI
DARE VITA A UN MOVIMENTO. CON UN SOLO
OBBIETTIVO: FAR DIVENTARE LA GALLURA AUTONOMA DA SASSARI.
T
Da allora, passano venti
anni. Tutti consumati a cercare intese, accordi, compromessi. Una battaglia in cui
credono anche Ogliastra,
Sulcis e Medio Campidano.
Il voto di venerdì scorso in
Regione chiude questa parentesi di lotta. Per ora. Gallura provincia, insomma.
Dietro la legge regionale per
le nuove quattro province,
c'è il motore del nord est sardo. Isola nell'isola, la Gallura
rivendica da sempre una sua
diversità storica all'interno
della Sardegna. Per una ragione: la lingua. Gallurese,
non sarda. E se la lingua crea
la comunità, questa comunità chiede un riconoscimento: la provincia, appunto.
Fatto culurale o meno,
alla Gallura in molti, anche
in Parlamento sulla spinta
del comitato per Olbia, cercano di dare l'autonomia, in
quegli anni. Senza successo.
Il cammino riprende nel
1993, quando gli allora sindaci di Olbia e Tempio, Gian
Piero Scanu e Giovanni
Manconi, mettono da parte
le deleterie divisioni di campanile e offrono un'idea di
Gallura unita. Scanu, diventato deputato, cerca poi di
presentare una legge per
traferire da Roma a Cagliari
i poteri per l'istituzione delle province. Un lavoro preceduto però da una sentenza della corte costituzionale.
Siamo nel 1997 e la Regione,
guidata dal centrosinistra,
con l'olbiese Settimo Nizzi e
il tempiese Andrea Biancareddu, consiglieri regionali
di Forza Italia, autori del testo, licenzia la legge sulle
province. Respinta e poi approvata dal governo Prodi.
Passano due anni. Ma non
succede nulla. E qui, entrano in campo i sindaci. Che
prima in una riunione segre-
ta a San Teodoro e poi in
una pubblica alla Maddalena, sanciscono un accordo:
Gallura unita e doppio
nome per la Provincia: Olbia-Tempio. E' il 25 gennaio
del 1999. Sindaco di Olbia è
Nizzi, sindaco di Tempio è
Dibeltulu: tutt'e due fanno
un passo indietro decisivo.
Dibeltulu paga cara quell'intesa: sarà poi sfiduciato.
Gli amministratori chiedono alla Regione di approvare subito lo schema della
legge. Pochi, a Cagliari, la
vogliono. Della battaglia dei
sindaci (in campo entrano
anche il Sulcis, l'Ogliastra, il
Medio Campidano) si fa
portatore il calangianese Renato Cugini, capogruppo
dei Ds, il partito di maggioranza relativa. I sindaci cominciano i viaggi a Cagliari.
Prima per la riunione della
commissione, poi per l'aula.
Con una difficoltà in più: il
sindaco di Ozieri, Vanni
Fadda, chiede di entrare nella provincia della Gallura,
senza fare il referendum. E'
un'arma che i molti nemici
delle autonomie usano per
dire che i tempi non sono
ancora maturi. I Ds e Forza
Italia dicono no a Ozieri. E
si va al voto in aula. Due
soli contrari: lo schema sul
riassetto provinciale passa.
E' il 31 marzo 1999. Ora,
manca la legge attuativa.
Quando lo schema arriva a
Roma, il governo la prima
volta lo boccia: costi troppo
alti, dice. La seconda volta
lo rinvia alla Consulta. Il rischio è che quella legge
giaccia lì per anni.
Il sindaco di Padru, Antonio Satta, fa interessare il
ministro delle autonomie
Loiero perché pressi la Corte
Costituzionale. Satta incontra a Roma il presidente Mirabella e ottiene che la Con-
Sanità:
rapporto Fadoi,
sardi in salute
e vivono di più
Nuove Province:
siamo al rush finale
sulta si pronunci in fretta.
Così è. Relatore Gustavo Zagrebelski, la Corte costituzionale dice che spetta alle
Regioni far nascere le nuove
province e che la legge dell'assemblea sarda è valida.
E' il 6 luglio 2001. E' un passaggio fondamentale. Le
nuove province esistono: c'è
chi cambia la carta intestata
in Padru, comune della Provincia Olbia-Tempio.
Ma manca la legge attuativa: quella che dà gambe alle province. Una ventata di ottimismo alimenta le
pile dei sindaci.
Ancora viaggi a Cagliari:
il 13 marzo di quest'anno incontrano i capigruppo regionali. E strappano la promessa che la Regione, dopo
la finanziaria, approverà la
legge. Promessa mantenuta
a metà. I sindaci, coordinati
da Paolo Collu, sindaco di Iglesias e Tore Cherchi, sindaco di Carbonia, più Satta,
sono a Cagliari il 18 giugno
e fanno invertire l'ordine del
giorno in modo da mettere
al primo punto le province.
Si va al voto, il centrosini-
stra chiede che nel 2003 si
voti in tutte e otto le province. L'emendamento passa a
scrutinio segreto ma la destra chiede la controprova:
in caso di no, la legge cade.
Il centrosinistra vota sì. Gli
altri sì (decisivi) sono di
Giorgio Oppi e di Mariolino
Floris, dell'Udr, di due consiglieri di An e, soprattutto,
dei galluresi di Forza Italia
Gianni Giovannelli ed Enzo
Satta. Che votano contro il
loro partito e per la Gallura.
Il 20 giugno, le province
sono legge.
I
intervenendo al Congresso
della Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti- è abbastanza buona e uno stile
di vita più tranquillo, proprio dell’isola, favorisce
anche l’allungamento dell’età media. Ciò nonostante
si registra un aumento del
diabete, dei tumori al polmone, di leucemie e linfomi e delle malattie allergiche.
I nostri anziani - ha
precisato Addis - stanno
abbastanza bene, a parte
un aumento delle patolo-
sardi stanno bene in salute e vivono di più. Lo
dice il Rapporto Fadoi 2002
presentato a Roma. “La salute degli abitanti della
Sardegna –ha detto Luciano Addis, presidente Fadoi
Sardegna e Direttore della
Divisione di Medicina Interna di Tempio Pausania,
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Maggio-Giugno 2002
• Convegno Granito
Su iniziativa dell'Amministrazione Comunale e del Centro Culturale,
si tiene a Buddusò il decimo Convegno regionale sul settore del granito
Il granito sardo fra tradizione e rinnovazione:
risorsa per lo sviluppo e il recupero dell'identità
Di Tommaso Tuccone
attività estrattiva e di
trasformazione del granito sardo è concentrata,
quasi esclusivamente, nel
comprensorio sassarese.
Le aree in cui si concentrano i maggiori bacini estrattivi sono: Tempio Pausania, Calangianus-Sant'Antonio di Gallura, Arzachena,
Luogosanto, Alà dei Sardi e
Buddusò.
Quest'ultimo costituisce
un caso del tutto particolare.
Si tratta infatti di un paese di circa 4200 anime che,
grazie al granito, è approdato perfino nelle pagine delle
analisi del Censis.
Nella coltivazione delle
cave, a Buddusò, sono occupate quasi 400 persone ed il
loro materiale viene (veniva) esportato negli Stati Uniti, in Giappone, in Arabia
Saudita, in Germania...
In questo che possiamo
definire il capoluogo del Logudoro, le cave attiva sono
(erano fino a pochi mesi fa)
L'
23 che consentono l'estrazione annua di cinquanta-sessantamila metri cubi di blocchi grezzi, che rappresentano il 20 per cento della produzione lapidea sarda. Una
parte consistente viene lavorato in loco, il resto, dal porto di Olbia raggiunge le aziende di Carrara, Verona,
Livorno e Piombino.
Con il nostro granito
sono rivestite le pareti del
Teatro dell'Opera di Tokio,
gli aeroporti di Hong Kong,
Dallas, e numerosi grattacieli nei cinque continenti. E' la
stessa materia con cui a
Buddusò, nel Neolitico e nel
periodo nuragico, si costruivano le Domus de Janas, i
nuraghi, i Dolmen e le tombe dei giganti.
Ed è materia con cui
successivamente generazioni e generazioni di scalpellini hanno lavorato alla produzione di cantonetti, colonne, scale, camini, stipiti
di porte e finestre ed altri
manufatti per l'edilizia e
l'arredo urbano.
E' per una valorizzazione ed un rilancio di questa
attività che il comune di
Buddusò, in collaborazione
con il Centro Culturale, ogni
biennio organizza dal 1985,
un Simposio Internazionale
di scultura su granito. Vi
partecipano artisti provenienti da tutte le parti del
mondo, in particolare Corea
del Sud, Giappone, Stati Uniti, Francia, Germania, Romania.
Buddusò oggi, grazie al
lavoro di questi artisti, possiede un vero e proprio patrimonio di oltre cento sculture in granito che abbelliscono le strade e le piazze
del nostro centro e circa 200
sculture in legno, facendo
della nostra città un vero e
proprio museo all'aperto.
Possiamo dire che la storia e la cultura del nostro
centro è scritta sulla pietra
locale: il granito.
Vista la crisi che ormai
da oltre un anno attraversa
il settore del granito sardo,
l'amministrazione comunale
tramite il centro culturale ha
ritenuto doveroso abbinare
al Simposio di scultura su
legno in programma quest'anno, la decima edizione
del convegno regionale sulle
problematiche del granito.
Il convegno che ogni
due anni si svolge all'interno delle manifestazione del
Simposio di scultura su granito, è diventato ormai un
puntuale e preciso punto di
riferimento per quanto riguarda l'attenzione ai molteplici e complessi problemi
che assillano e condizionano
la risorsa granito e l'insieme
del comparto dei lapidei
sardi.
La validità ed utilità di
tale iniziativa è dimostrata
dalla presenza in tutte le edizioni dei vari enti ed istituti regionali e nazionali,
dalle personalità del mondo
politico ed imprenditoriale
sardo, professionisti ed operatori del settore che hanno
partecipato al dibattito, portando la loro testimonianza,
facendo conoscere ed illu-
strando l'attività di studio e
di promozione e contribuendo con proposte, indicazioni, impegni e soluzioni per
una maggiore crescita e sviluppo del settore.
Oggi il settore del granito sardo vive un periodo di
grande incertezza e profonda crisi economica.
La crisi che l'attanaglia
ha costretto diverse imprese
a licenziare gran parte degli
operai, altre, e sono tante,
hanno chiuso.
Il mercato globale impone oggi una concorrenza
forte e talvolta sleale: ci confrontiamo con nazioni agguerrite come la Spagna ed
il Portogallo, ma soprattutto
la Cina dove il costo della
manodopera è nettamente
inferiore.
Non abbiamo scelta: la
concorrenza è da giocare
sulla tipologia, sulla qualità
del nostro prodotto. Sono
questi gli unici strumenti
per fronteggiare il mercato
cinese.
Per tutelare il nostro
granito occorre una richiesta forte e precisa, indirizzata alla Regione, al Ministero
all’Industria e all’Unione
Europea, affinchè riconoscano la qualità d’origine. Il
granito sardo è conosciuto
nel mondo e gli americani
sono fra i maggiori acquirenti, proprio per la differenza di qualità. Ed è alla
qualità che ormai bisogna
puntare.
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Maggio-Giugno 2002
• Convegno Granito
Programma del X Convegno regionale
IL GRANITO SARDO FRA TRADIZIONE E RINNOVAZIONE
RISORSA PER LO SVILUPPO ED IL RECUPERO DELL’IDENTITÀ
Sala del Centro Culturale
Sabato 6 e domenica 7 luglio con inizio alle ore 9,00.
Sabato 6
Saluto del Dott. Giovanni Satta, Sindaco di Buddusò
RELAZIONI
Dott. Marco Tarantola
Dir. Confindustria Sassari
L’ASSOCIAZIONE DEGLI INDUSTRIALI
DELLA PROVINCIA DI SASSARI FESTEGGIA
GLI OTTANT’ANNI DI ATTIVITÀ
1922-2002
Per l’occasione il 4 luglio si terrà nella prestigiosa sede
di Villa Mimosa, alla presenza del presidente della Confindustria
Antonio D’Amato il convegno
UN SISTEMA RELAZIONALE PER LO SVILUPPO
Questo il programma:
ore 17.00 sala conferenze Camera di Commercio,
via Roma 74, Sassari
“Un sistema produttivo locale da consolidare e sviluppare”
Stefano Poddighe
Prof. Ing. Giampaolo Siotto
Presidente dell’Associazione degli Industriali
della provincia di Sassari
docente di impianti minerari, di economia e organizzazione aziendale
“La crisi del settore graniti: congiunturale o strutturale? Cause e possibili prospettive”
DIBATTITO
coordina il giornalista Piero Bardanzellu
CONCLUSIONI
Dott. Matteo Luridiana
Assessore regionale al Lavoro
PREMIAZIONE DELLE AZIENDE ASSOCIATE
DA OLTRE 50 ANNI
Nadio Delai
Ermeneia S.r.l.
Presentazione della ricerca:
“Competizione geoeconomica e discontinuità dello sviluppo promuovere un sistema relazionale evoluto per il nord Sardegna”.
On. Giorgio La Spisa
Alessandro Maida
Asessore regionale all’Industria
Magnifico Rettore Universitàdi Sassari
On. Mario Segni
Deputato Parlamento Europeo
Domenica 7
Mauro Pili
Presidente della Giunta regionale
Giuseppe Pisanu
Ministro per l’attuazione del programma di Governo
Saluti dell’Arch. Antonello Manca, Assessore comunale alla Cultura.
Antonio D’Amato
RELAZIONI
Presidente Confindustria
Arch. Giov. Battista Gallus
Ore 20.30 Giardini di Villa Mimosa
Cena e festeggiamenti per l’ottantesimo
anniversario dell’Associazione
“Il granito nel progetto di valorizzazione delle sette città regie della Sardegna”
Prof. Arch. Antonio Terranova
docente di composizione architettonica dell’Università La Sapienza di Roma
“Identità dei centri storici tra tradizione e innovazione”
DIBATTITO
Coordina l’arch. Giovanni Pigozzi
INTERVENTI
Arch. Giorgio Marchetti
consiglio nazionale arch. Paesl. Plan. Conserv.
Prof. Arch. Pier Luigi Marcacini
Doc. di proget. Arch. Univ. Studi Firenze
CONCLUSIONI
Dott. Matteo Luridiana
Ass. regionale al Lavoro
On. Silvestro Ladu
Ass. reg. Lavori Pubblici
On. Andrea Biancareddu
Ass. regionale all’Urbanistica
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Maggio-Giugno 2002
• Cultura
La Terra, il Lavoro, il Grano
Per una storia dei Monti frumentari in Sardegna
Una recente Mostra, curata dal Banco di Sardegna a Sassari, dedicata a un interessante
e lungo capitolo della storia economica e sociale dell’Isola.
ella lunga storia dei
Monti frumentari in Sardegna c’è anche la data di
nascita. E’ il 4 settembre
1767: un pregone del vicerè
des Hayes dà una nuova organizzazione, più razionale
e più rigorosa, a una istituzione destinata a coprire l’isola come una struttura efficiente e capillare al servizio
dell’agricoltura.
Una istituzione come
quella dei Monti, in realtà, esisteva già dal periodo spagnolo. Un documento inedito, esposto in questa mostra,
individua in Terralba e nel
1651 il luogo e la data di nascita del primo pósito sardo.
Dai pósitos del Seicento, nascono, con rinnovato slancio,
i Monti frumentari del Settecento. Il compito dei Monti è
fondamentale: prestare ai
contadini il grano e l’orzo
per la semina a interesse
molto basso o senza interesse, in modo da sottrarli agli
usurai e incoraggiare l’agricoltura. Proprio in questo
stesso periodo un professore
dell’Università di Sassari, il
padre gesuita Francesco Gemelli, sta scrivendo un libro
dal titolo particolarmente significativo: Rifiorimento
della Sardegna proposto nel
miglioramento di sua agricoltura. Anche il libro, come
la legge sui Monti, è stato
suggerito dal ministro Gio-
N
periodico di informazione
economica e culturale - Anno 4 n. 3
Iscr. Trib. di Sassari n.363
del 19/10/99
Direttore
SALVATORE FIORE
Direttore responsabile
GIOVANNI GELSOMINO
Redazione - Amministrazione
CANTIERE SOS ARESTE
07020 BUDDUSÒ
Telefono
079/715234 - 079/273924
Tiratura: 2.000 copie
Distribuzione gratuita.
Eventuali richieste vanno
indirizzate alla Redazione
Grafica e impaginazione
Bruno Cleriti
Stampa
STAMPACOLOR (MUROS-SS)
vanni Battista Lorenzo Bogino, che da Torino segue minuto per minuto, si può dire,
gli affari di Sardegna e che,
in un paese ad economia
quasi esclusivamente agricola e pastorale, ha individuato nello sviluppo e nella modernizzazione dell’agricoltura ogni possibile futuro dell’isola.
Al governo Piemontese
serve, per attuare questo vasto disegno, una rete di presenze diffusa su tutta l’isola.
La Chiesa può garantirla:
così ogni Monte sarà amministrato da una Giunta locale, presieduta dal parroco,
che farà capo a una Giunta
diocesana, presieduta dal
vescovo, che a sua volta farà
capo a una Giunta generale,
il cui responsabile si chiama
Censore generale. Il più famoso e il più attivo di questi
censori sarà Giuseppe Cossu, sassarese di nascita cagliaritano di vita, che scriverà anche una serie di circolari e di piccoli “catechismi agrari” in sardo proprio
per aiutare i contadini dei
villaggi a inserirsi come soggetti attivi nel grande progetto boginiano. Nel giro di
pochi anni i Monti si moltiplicano. Accanto a loro nascono, nell’agosto 1780, i
Monti nummari (nummus,
in latino, è il denaro), il cui
compito principale è quello
di prestare ai coltivatori il
denaro che occorre per comprare il bestiame da lavoro e
gli attrezzi agricoli e per pagare le spese del raccolto.
L’età d’oro dei Monti è
nella parte finale del Settecento.A cavallo del nuovo secolo, invece, le crisi politiche
che la Sardegna attraversa si
sposano con le carestie (in
cui peraltro i Monti svolgono
una funzione essenziale, assicurando qualche soccorso
alle città assediate dalla
fame): e fra il 1800 e il 1812 i
loro fondi in denaro vengono
rastrellati dal governo per
pagare i prestiti accesi dallo
Stato. Comunque, fino al
1845, quando furono aperte
le Casse di risparmio di Cagliari e di Alghero, i Monti
continuarono ad essere gli unici istituti che esercitavano,
in Sardegna, il credito all’agricoltura; ma la legge del
1851 che, con l’intento di
riorganizzare l’intero sistema
dei Monti dell’isola, aboliva
il Censorato generale e le
Giunte (tanto quelle diocesane quanto quelle locali)
“smontò” definitivamente il
complesso meccanismo e segnò praticamente la fine di
un istituto che per un secolo
intero aveva svolto svolto un
ruolo centrale nella vita delle
comunità rurali, e non solo
di quelle.
Nel 1866 la legge per
l’ordinamento del credito
fondiario riaprì il canale di
trasmissione fra il nascente
sistema bancario e l’agricoltura sarda, anche se in Sardegna la legge cominciò a
funzionare solo nel 1872. Ma
erano tempi difficili, che diventarono difficilissimi
quando la rottura dei rapporti commerciali con la
Francia e il conseguente fallimento delle piccole banche
che erano nate sull’onda dell’euforia degli anni SettantaOttanta s’abbattè come un
ciclone sul mondo delle
campagne isolane.
Il rimedio fu affidato, a
partire dal 1897, alla cosidetta “legislazione speciale”:
una di queste leggi, nel 1901,
fu rivolta a incoraggiare il
credito agrario locale, segnando la rinascita degli antichi Monti di soccorso, chiamati a funzionare da “intermediari” delle Casse ademprivili di Cagliari e Sassari,
nate dalla necessità di gestire i vasti patrimoni terrieri
liberati dal peso degli usi comunitari (appunto, gli ademprivi): così i Monti, insieme alle Casse agrarie e ai
Consorzi agrari, rimisero in
moto il sistema del credito
per far fronte alle molte e ormai diverse esigenze dell’agricoltura.
Nel 1924 i Monti divennero le Casse comunali di
credito agrario: pochi anni
dopo, nel 1928, le due Casse
di Cagliari e Sassari vennero
fuse dando vita all’Istituto di
credito agrario per la Sardegna (Icas). Nel 1944 uno dei
primissimi provvedimenti a
favore della Sardegna che si
preparava ad uscire dalla seconda guerra mondiale istituì il Banco di Sardegna: ma
i tempi non erano maturi,
sicchè il Banco (che in quegli
anni non aveva neppure iniziato a funzionare) fu “rifondato” con una legge del 1953
e cominciò ad operare nel
1955. Da quell’anno il Banco
di Sardegna è presente in
ogni centro dell’isola: crescendo, ha affiancato alla
tradizionale presenza nel
credito agrario e fondiario
tutte le attività proprie di
una banca moderna.
E ora che è nata l’Europa
dell’Euro, può vantare una
tradizione forte e radicata
cui tutti i sardi guardano con
grande fiducia.
Segue da pag. 3
tologie vascolari, che richiedono interventi complessi. Anche per questo
sarebbe necessario potenziare i reparti di medicina
interna, spesso affollati e
carenti di personale, che si
trovano a prendersi carico
in modo globale dei pazienti con patologie critiche, insufficienze respiratorie acute o ictus, che andrebbero quindi seguiti adeguatamente 24 ore al
giorno. Occorre realizzare
inoltre unità di terapia
sub-intensiva nell’ambito
della medicina interna.
Una conferma sull’indagine della Fadoi Sardegna
sullo stato dela salute degli
italiani viene dall’Istat. Il
51,6% dei sardi, alla domanda “come va in genere
la sua salute?”, ha infatti
risposto “bene, o molto
bene”, il 36,4% “discretamente”, il 12,1% “male o
molto male”. In Sardegna
il vizio del fumo è in calo.
Il numero dei fumatori è
passato dal 24,3% della popolazione di oltre 14 anni
del 1997-98 al 23,9 del 19992000, al di sotto della media nazionale (24,9%). Si
comincia a fumare soprattutto fra i 14 e i 17 anni e si
smette tra i 20 e i 30. Nell’isola ogni 100 abitanti oltre
i 18 anni, il 55,2% (53,3 media nazionale) è a posto
con il peso; in sottopeso il
4,5% (3,6% la media nazio-
nale), in sovrappeso il
31,5% (33,9% la media nazionale). Gli obesi sono
l’8,8% (9% la media nazionale). Il 10,7% (11,5 media
nazionale) segue una dieta.
Segue una dieta prescritta
dal medico il 68% (67,5% la
media nazionale). I vegetariani sono il 4,9 % (7,9 media nazionale).
Secondo l’annuario Statistico Italiano 2001 dell’Istat, i sardi sono i più bassi. Dai dati rilevati alla visita di leva risulta che
quelli nati nel ’79 sono alti
171,39 cm. Mentre i nati nel
1975 sono alti 170,86 cm.,
contro i 174,49 della media
italiana registrata nei nati
del ’79.
gie vascolari, ipertensione,
coronopatie e problemi legati alla mancanza di centri di riabilitazione motoria
per patologie vascolari
come l’ictus cerebrale e ortopediche. Preoccupante
l’aumento delle forme depressive nei nostri giovani
che hanno difficoltà a trovare lavoro e sono costretti
ad andare altrove. Diminuiscono, però, nella popolazione, le malattie infettive. Sempre più spesso
–continua Addis- si trovano nei pazienti anziani, le
polipatologie, cioè la presenza di più malattie come
diabete, ipertensione e pa-
Pagina 7
Maggio-Giugno 2002
• Economia
Bankitalia: rallenta
l’economia sarda nel 2001,
calo dei disoccupati
un quadro preoccupante
quello che dell’economia
sarda traccia il rapporto 2001
della Banca d’Italia. Nel secondo semestre si è registrata una brusca frenata dei
principali settori produttivi
rispetto all’andamento positivi dei primi sei mesi dell’anno, sebbene verso la fine
si siano rilevati alcuni segnali di ripresa. Tanto che il tasso di disoccupazione si è ridotto, passando dal 20,6% al
18,7%, un calo che sembra
mostrare un certo ottimismo
nelle imprese, convinte che il
rallentamento sia transitorio.
Ma è diminuita la spesa per
investimenti che riguardano
in prevalenza piccole e medie imprese impegnate nell’ammodernamento degli
impianti. La produzione agricola è cresciuta di poco,
dati i problemi causati dalla
siccità, mentre quella industriale è diminuita. A vantare i risultati migliori sono le
aziende della trasformazio-
È
ne agroalimentare, in particolare nel comparto lattierocaseario e della lavorazione
del sughero. Confermata anche la vivacità del settore edile, anche se meno evidente rispetto al triennio precedente, grazie alla sempre
forte domanda di abitazioni
da parte delle famiglie. La
situazione del commercio è
rimasta stazionaria, anche se
le vendite sono state discontinue e comunque in calo
dopo il primo semestre 2001.
Il turismo continua ad
essere un settore trainante,
con un aumento degli arrivi
e delle presenze nelle strutture ricettive sarde, dovuto
soprattutto all’accresciuta
domanda da parte degli
stranieri. Stazionario il movimento dei passeggeri,
mentre quello delle merci si
è ridotto per effetto della
minore attività produttiva.
L’aumento degli occupati pari al 4,1%, si deve soprattutto all’industria, dove
le imprese, confidando in
una ripresa, hanno confermato le assunzioni programmate.
Il rallentamento congiunturale –rileva Bankitalia- si è riflesso sul mercato
del credito. La crescita dei
prestiti ai residenti è stata
del 6,6%, contro il 9,6% del
2000. Frena anche lo sviluppo dei finanziamenti alle
imprese e alle famiglie. Secondo Bankitalia, la dinamica della componente a breve
termine è stata maggiore di
quella a medio e a lungo termine, soprattutto per effetto
dell’andamento dei finanziamenti alle amministrazioni pubbliche.
In calo il volume delle
sofferenze bancarie, che è
sceso dell’1,1% passando dal
14,6 al 13,6 %, grazie anche
alle operazioni di cessione
dei crediti effettuate nel 2001.
E’ cresciuta la raccolta bancaria diretta, mentre si sono ridotti i tassi bancari attivi.
Tirrenia:
utile di 14,1 milioni
di euro,
+ 29,3% sul 2000
La Tirrenia chiude il 2001
con un bilancio positivo,
migliore dell’anno precedente: la società di navigazione ha registrato un
utile di 14,1 milioni di
euro, quest’anno, contro
i 10,9 dell’esercizio precedente (+29,3%).
L’assemblea ordinaria rileva che il traffico si è incrementato di circa il 4%
nonostante una notevole
intensificazione delle
concorrenza sulle rotte
con la Sardegna.
Si evidenzia poi un fatturato globale di 294,1 milioni di euro ed un margine operativo lordo di
60,4 milioni di euro con
un incremento di 20,6
milioni di euro corrispondente al 51,6%. Nel
corso dell’assemblea è
stato rinnovato il consiglio di amministrazione
della società per il triennio 2002-2004.
Franco Pecorini confer-
mato in Cda insieme a
Fabrizio Antonini, Angelo Casò e Vincenzo Dettori, manterrà le deleghe
di amministratore delegato. Entrano come nuovi consiglieri Carlo Tamburi, Roberto Tana, Bruno Curti, Pierpalo Dominedò, Giorgio Simeone.
Tamburi, direttore del
ministero dell’economia
responsabile della finanza e delle privatizzazioni, dovrebbe assumere la
carica di presidente della
Tirrenia. In Iri dal 1993,
ha seguito tutte le principali privatizzazioni della
società del gruppo, ora
in liquidazione. La scelta
di Tamburi è una conferma indiretta dell’azionista Iri di procedere con la
dismissione della compagnia di navigazione in
tempi brevi. Interesse
per l’acquisto è stato manifestato dal gruppo Benetton.
Nuova Sardegna in testa
alle aziende per gli utili
Cagliari. Meridiana e Nuova
Sardegna al top. E quanto emerge dall’analisi svolta al
centro studi di ESG (www.
ESG.89.com) sui dati di bilancio dell’esercizio 2000 delle
società di capitali presenti sulla banca dati delle camere di
commercio. La società perugina ha preso in esame le aziende della provincia e ha
stillato la graduatoria delle
migliori dieci per fatturato e
utili. La società Meridiana Spa
di Olbia si colloca al primo
posto della classifica per fatturato con 361.861.644 euro.
Mentre la società editoriale la
Nuova Sardegna, con sede nel
capoluogo, domina gli utili
2.877.784 euro. Dietro alla società di Olbia Cedi Sisa Sardegna Scarl. Passata a
132.450.253 euro nel 2000 rispetto ai 112.854.543 euro di
ricavi dell’esercizio precedente. Al terzo posto si colloca la
banca di Sassari Spa
(88.121.759 euro), seguita da
Palmera Spa .
La nota azianda alimentare infatti passata da 77.558.723 a
80.066.925 euro.
Per utili invece Geasar Spa,
società di trasporti con un utile di 1.982.096, Garanzia fidi
tra operatori commerciali
Scarl, terza con 1.605.430
euro. Cobec Srl (1.093.677
euro) e, in quinta posizione l’azienda vinicola Sella e Mosca
Spa di Alghero (965.251 euro).
Il dato curioso è che confrontando le due graduatorie, non
troviamo le stesse aziende. Ciò
significa che ad elevati fattu-
rati non corrispondono altrettanto alti utili e viceversa. L’analisi effettuata sui dati di bilancio è inserita nell’ultima edizione della Collana degli Annuari Economici che come
ogni anno, ESG 89 Group di
Perugia pubblica in 16 volumi,
otto regionali e otto settentrionali.
Chi è ESG 89 Group? Specializzato nell’editoria economicofinanziaria ESG 89 Group edita
la collana degli “Annuari Economici d’Italia” giunta alla
quarta edizione e il mensile
“Holding Italia Trend” che dagli ultimi dati ADS, risulta fra i
primi 5 periodici economici
nazionali per diffusione.
Il mercato di riferimento è la
Piccola Media Impresa italiana.
Meridiana:
368,5 milioni di euro
fatturato 2001 (+1,3%)
Meridiana ha chiuso il
2001 con un fatturato che
è ammontato a 368,5 milioni di euro. L’incremento
è stato dell’1,3% rispetto
all’anno precedente, mentre i costi operativi, che
sono ammontati a 380,7
milioni di euro, hanno registrato una riduzione del
3,1%. Il cash flow operativo è stato positivo per
15,1 milioni di euro rispetto a una posizione negativa per 6,9 milioni di euro
del 2000, a conferma che
la decisiva inversione di
tendenza della perfor-
mance di gestione.
L’andamento della gestione è stato positivo nei primi nove mesi dell’anno
per poi subire gli effetti
negativi dei drammatici eventi dell’11 settembre e
dell’incidente di Linate. Eventi che, negli ultimi
mesi dell’esercizio, hanno
causato una riduzione dei
ricavi stimata in circa 20
milioni di euro. Di conseguenza l’esercizio si è
chiuso con una perdita
netta, pari a 10,2 milioni di
euro, dopo ammolrtamenti per 14,3 milioni di euro.
ULTIMA PAGINA
Maggio-Giugno 2002
Notizie AGI
Segue da pag. 2
con picchi del 30% se ci si riferisce ai soli tedeschi. La fase di
crescita è confermata sia dalle
proiezioni dei dati della stagione passata, sia dalle richieste
provenienti da zone della Germania che ancora non avevano risposto come Berlino e Lipsia. I principali tour operator
della Germania propongono la
Sardegna su appositi cataloghi
specializzati. Lo stesso, in misura ridotta, vale per la Russia,
dove oltre il 50% degli operatori turistici che vende l’Italia
quest’anno ha inserito nei propri cataloghi anche la Sardegna, segno che la partecipazione dell’Esit e degli operatori
sardi alla fiera internazionale
di Mosca, per il quarto anno
consecutivo, sta cominciando
a dare frutti. Dalla partecipazione dell’Esit alla Borsa del Turismo Mediterraneo di Napoli
è emerso il fatto che la voglia
di Sardegna contagia anche le
regioni del meridione d’Italia,
e se Alghero continua ad esser
la meta preferita del turista
spagnolo, secondo la tendenza emersa alla Fiera di Barcellona, sta iniziando a prendere
quota anche la provincia di Oristano.
CONSORZIO 21:
INSEDIAMENTO COMITATO
CONSULTAZIONE
STRATEGICA
Il comitato di consultazione
strategica, che affiancherà il
Consorzio Ventuno per gli orientamenti scientifici, tecnologici e imprenditoriali delle attività legate a Polaris, insediato
nella sede centrale del Parco
Scientifico e tecnologico di
Pula. Il Comitato, presieduto da
Carlo Rubbia, premio Nobel
per la Fisica –sottolinea una
nota- è composto da rappresentanti di riconosciuto prestigio, a livello nazionale e inter-
nazionale, nel campo della ricerca, della tecnologia, dell’economia e dell’impresa. Sono,
inoltre, rappresentante le Università di Cagliari e Sassari.
LA
VOCE
DEL
GRANITO
LEGAMBIENTE:
A CAPOLUOGHI SARDI
SOLTANTO CARBONE
(Agi) I capoluoghi sardi meritano soltanto carbone, tanto
sono deficitari nell’impegno in
favore dell’infanzia. La valutazione si evince dal quinto rapporto di Legambiente “Ecosistema Bambino 2002” che,
dopo aver passato al vaglio le
politiche a misura di bambino
attuate dalle piccole e grandi
città d’Italia, assegna la “calza
della Befana” con voto-caramelle e carbone.
L’ultima della graduatoria, con
un “non disponibile”, non avendo risposto al questionario distribuito dall’associazione ambientalista, è Oristano. La città
di Eleonora condivide il “primato” del silenzio con Caserta,
Catanzaro, Chieti, Crotone, Isernia, Lucca. Ma non va molto
meglio per gli altri tre capoluoghi, finiti nell’elenco dei 21
che hanno ottenuto un voto
insufficiente. La migliore posizione è quella di Cagliari al sesto posto. Seguono Nuoro, al
dodicesimo e Sassari al sedicesimo.
Nella valutazione Legambiente ha esaminato, sulla base
delle dichiarazioni dei Comuni,
quattro indicatori: opportunità
di partecipazione, strutture, iniziative di aggregazione e di
animazione culturale e progetti a favore dei bambini. Vengono inoltre valutati il tasso di
motorizzazione, mezzi pubblici, parchi e giardini, zone a traffico limitato e piste ciclabili.
Il “rapporto”, che quest’anno
non assegna il massimo voto,
pone al primo posto della graduatoria Belluno con dieci caramelle e cinque pezzi di carbone. Al secondo posto Pistoia, con 9 caramelle e al terzo La Spezia con 7 caramelle e
4 pezzi di carbone.
del granito è ridotto ai minimi termini: per ritrovare
così poche cave aperte bisogna tornare indietro di
trent’anni.
Paghiamo alla crisi anche le nostre incapacità e
prima fra tutte quella di non
essere diventati trasformatori della materia prima. Eravamo produttori di blocchi
grezzi e siamo rimasti tali
anche dopo trent’anni di industrializzazione. In pratica
siamo la catena più debole
dell’intero ciclo produttivo.
La più debole e anche
quella con minor valore aggiunto.
Paghiamo anche l’assenza della Regione, scesa in
campo nel 1989, con una
legge punitiva rimasta del
tutto inapplicata negli aspetti più qualificanti.
Speriamo ora nella nuova legge che il consiglio dovrebbe licenziare entro la legislatura.
Dalla Regione avremmo
voluto una maggiore attenzione: la crisi la stiamo subendo nel totale silenzio dei
nostri politici regionali e na-
zionali.
Oggi c’è un fronte più
vasto disposto a scommettere sul granito: dai sindacati
all’Associazione degli industriali. Siamo grati alla Provincia per aver preso le nostre difese chiamando in
causa la Regione. Molto
dobbiamo all’amministrazione e al centro culturale di
Buddusò, in modo particolare al sindaco Giovanni Satta e agli assessori che hanno
in più occasioni reso possibili incontri e dibattiti, fatto
sentire il grido di dolore della categoria, anche se poi
non sempre abbiamo trovato orecchie attente.
E’ facile dire oggi, sfogliando quanto ho scritto negli ultimi due anni, che puntualmente si è avverata la situazione che stiamo vivendo. E’ facile dire che avevo
ragione. Ma non è questo che
mi interessa. Semmai è urgente trovare soluzioni, unire le forze e remare tutti nella
stessa direzione. Quella che
potrebbe portarci fuori dalla
crisi o, quanto meno, non
farcela subire passivamente.
EDITORIALE
Segue dalla prima
un settore che “galleggiava”
con ordinazioni che non andavano su ma neppure giù,
c’era insomma una certa stasi che consentiva, sia pure
con i “motori al minimo” di
tenere aperte le cave) erano
finiti, che entro la primavera
i primi segnali di ripresa erano sarebbero arrivati anche da noi e che, al massimo
entro settembre, la produzione avrebbe ripreso a pieno ritmo. Anzi si prospettava un incremento.
Questo dicevano gli esperti, ma per noi che lavoriamo nel settore non appariva tutto così automatico,
così scontato come per gli esperti che studiavano il problema a tavolino, limitandosi poi a tirare le somme.
Di fatto essi, a mio modesto parere, hanno visto
una ripresa che non c’è mai
stata.
Anzi, come ho avuto
modo più volte di scrivere
su questo stesso giornale e
affermare in diverse interviste ai quotidiani isolani, c’erano tutte le condizioni che
spianavano la strada alla
crisi e, prima fra tutte, la
concorrenza (inizialmente
sottovalutata, ma che io dieci anni fa su un mio libro
che parlava della storia dell’industria del granito, avevo rilevato, dedicando un
apposito capito al “pericolo
giallo” per le nostre produzioni) da parte della Cina
entrata pesantemente nel
mercato con prezzi che hanno snaturato tutto il settore,
che si è sommata a un prevedibile calo delle ordinazioni prima, e ai tragici fatti
dell’undici settembre poi.
Dopo quella data, che fa
un po’ da spartiacque tra la
situazione del mondo prima
e dopo quegli attentati, molti contratti con aziende e imprese nazionali e internazionali sono stati disdetti.
Improvvisamente il granito aveva perso il suo ruolo
(e mi riferisco a quello sardo
essendo la nostra regione la
più grande esportatrice di
materia prima in Europa, e
nel mondo, seconda solo alla
Cina), il suo valore. Sembrava non dovesse servire più.
C’è da dire che prima
dell’undici settembre, perché è giusto non imputare a
questa data la crisi del settore (diversamente partiremmo da considerazioni sbagliate), il granito sardo stava
diventando sempre più
marginale nei mercati sia
nazionali che internazionali.
Stava succedendo un po’
di tutto: contratti che venivano annullati senza un
plausibile motivo, crisi con
la Turchia (il famoso caso Ochalan) che ha bloccato la
nostra esportazione causando solo a Buddusò cinque
miliardi di danni, e mediatori turchi che si presentavano nelle cave imponendo il
prezzo d’acquisto, naturalmente al ribasso, a cavatori
che avevano assoluta necessità di vendere per evitare
la chiusura della cava.
Prima dell’undici settembre il granito sardo veniva venduto sottocosto. E
questo significa che la crisi
del settore c’era ed era grave. Che poi le cose siano anche andate peggio, sino allo
stato attuale, è sotto gli occhi di tutti. Oggi il comparto
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