il documento rimasto segreto per cinque anni

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il documento rimasto segreto per cinque anni
La mafia
Cosa nostra
I misteri di Palermo
Il misterioso suicidio del maresciallo Lombardo
IL DOCUMENTO RIMASTO SEGRETO PER CINQUE ANNI
DOCUMENTO REDATTO IL 18 DICEMBRE 1994 AL TERMINE DEGLI
INTERROGATORI CUI FU SOTTOPOSTO GAETANO BADALAMENTI DA
PARTE DEGLI INVESTIGATORI ITALIANI.
RAGGRUPPAMENTO OPERATIVO SPECIALE CARABINIERI
REPARTO INVESTIGATIVO
Roma, 18 dicembre 1994
OGGETTO: relazione delle attività condotte in occasione della missione svolta in Filadelfia e New
York per escutere il detenuto Badalamenti Gaetano.
1. Alle ore 10,55 del giorno 12 dicembre 1994, a seguito di commissione rogatoria avviata dalla
DDA di Perugia procedente per l'"omicidio Pecorelli", siamo partiti alla volta di New York Filadelfia (USA) con volo Twa, dall'aeroporto di Roma Fiumicino.
Lo scopo della missione era quello di collaborare il Pm procedente, dr. Fausto Cardella,
nell'escussione di Gaetano Badalamenti, in merito alle responsabilità addebitate - quale comandante dell'omicidio - dal collaboratore Tommaso Buscetta.
La rogatoria, peraltro, prevedeva l'escussione, come persona informata sui fatti, dell'ing.
Caltagirone Gaetano, domiciliato a New York, indicato da altri soggetti processuali come datore di
rilevanti somme di denaro al defunto giornalista per contenerne la veemenza dimostrata in alcuni
suoi articoli proprio verso il c.d. "gruppo Caltagirone", riconducibile al patrocinio politico della
corrente andreottiana della DC di quegli anni (70/80).
2. La delegazione era così composta, oltre agli scriventi:
- dr. Fausto Cardella, DDA di Perugia A.g. rogante;
- dr. Gioacchino Natoli, DDA di Palermo A.g. procedente per indagine collegata in relazione
all'imputato Giulio Andreotti;
- Ten. Col. Domenico De Petrillo dirigente centro DIA di Roma;
- V. Questore Roberto Fiorelli addetto al centro DIA di Roma, entrambi interessati, in particolare,
al secondo obiettivo della rogatoria;
- d.ssa Biancamaria Risi, interprete.
Alle ore 14,30 del 12 siamo giunti all'aeroporto di New York e siamo stati ricevuti dall'agente FBI
Carmine N. che ci ha assistito sino alla ripartenza per Filadelfia ove siamo giunti alle successive ore
20.00 circa. Qui siamo stati ricevuti dagli agenti Sebastiani e Nemek che ci hanno ragguagliato sul
programma dei giorni successivi.
Abbiamo preso alloggio all'hotel Sheraton di quella città.
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Alle ore 9.30 del giorno 13 ci siamo recati presso il carcere di Fairton (New Jersey) ove, a seguito
delle previste procedure, abbiamo dato inizio alla missione che, nella giornata, si è sviluppata come
a seguito.
Prima dell'ufficiale avvio dell'interrogatorio, il Sig. Badalamenti è stato condotto in una stanza
adibita a colloqui, per un primo contatto con il M.llo Lombardo. Contrariamente alle aspettative, al
colloquio hanno presenziato gli agenti Sebastiani e Nigro, sottolineando di aver ricevuto in merito
precise disposizioni da Washington. In
tale circostanza il Badalamenti diceva al sottufficiale di non sentirsi, in tali condizioni, disposto ad
avviare una discussione ampia e costruttiva, così come promesso nell'incontro avvenuto a Memphis.
Malgrado ciò si diceva disponibile a sottoporsi all'interrogatorio, sollevando, per altro, l'eccezione
della presenza di un magistrato di Palermo che riteneva significativo di un atteggiamento di
"controllo". In dialetto siciliano ribadiva di ritenerci delle persone serie ma di sentire "l'acido nello
stomaco" a causa di un approccio non riservato e da parte di una sola A.G. così come
preannunciato.
A mia espressa domanda rispondeva di accettare, per il futuro, altri incontri e di essere pronto a
sostenere confronti con chiunque.
Alle ore 10,30 circa, alla presenza dei sopracitati agenti Fbi e dell'avvocato Truman - rappresentante
del governo Usa - iniziava l'interrogatorio. Prima della verbalizzazione ha interloquito liberamente
con i magistrati, toccando gli argomenti qui sintetizzati:
- ha lamentato di non essere mai stato interrogato "seriamente" dai magistrati palermitani che si
limitavano a delle aride contestazioni, rifiutando qualsiasi contraddittorio;
- ha apprezzato solo il giudice Falcone;
- ha riferito di aver ricevuto la visita del proc. Tinebra che si è dimostrato gentilissimo ma
"politicizzato";
- si è decisamente dichiarato innocente nell'ambito dell'inchiesta Pizza Connection, per cui sta
ingiustamente scontando una lunga pena detentiva;
- ha ripetuto alcuni concetti già espressi agli scriventi nel precedente incontro, senza però toccare
argomenti che potessero tradirne il formale inserimento in Cosa nostra;
- ha negato di aver mai trafficato in droga, indicando alcuni passaggi dell'inchiesta per cui è stato
condannato, sottolineandone l'illogicità;
- ha condannato il comportamento di Buscetta, esaltandone, invece, la grande intelligenza.
Intelligenza che talvolta stride con l'assurdità di molte sue rivelazioni. Ha, invece, condannato
l'immoralità dello stesso poiché ha cambiato moglie.
Al termine della verbalizzazione, durata sino alle ore 15,30 e interrotta da alcune pause in cui mai
gli agenti hanno lasciato solo il Badalamenti, mi sono avvicinato per verificare le sue disponibilità
ad essere più esaustivo sull'argomento Pecorelli nella giornata successiva.
Il detenuto ha ribadito che sarebbe stato più sereno in Italia, ma che l'indomani avrebbe avuto il
piacere di continuare l'interrogatorio.
Rientrati da Fairton a Filadelfia, durante la cena, il dr. Natoli ha chiaramente dimostrato seria
"preoccupazione" per l'atteggiamento del Badalamenti che, pur tenendo un comportamento
difensivo e "criptico" in relazione ai suoi pregressi rapporti con funzionari dello Stato (dr. Mangano
ad esempio), ha dato la netta impressione di poter rendersi disponibile come soggetto processuale
"attivo" e quindi,
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pericoloso per l'impianto processuale che si è poggiato, nel recente passato, sulle dichiarazioni di
Buscetta.
A tal proposito il Natoli, paventando atteggiamenti "inquinanti" da parte del Badalamenti, suggeriva
di non prendere iniziative avventate circa l'impiego dello stesso in confronti e di attendere che lui
stesso avanzasse al M.llo Lombardo più serie proposte collaborative e non solo elementi a sua
difesa.
Alle ore 09,30 del giorno 14 ci siamo riportati al carcere di Fairton ove è avvenuto il secondo
interrogatorio che è stato infruttuoso in merito, poiché il Badalamenti ha riferito di non avere notizie
in merito all'omicidio Pecorelli, tradendo in tal modo le aspettative create il giorno precedente.
Ha riferito di non conoscere Zanca Carmelo, Noto Angelo, Michelangelo La Barbera, né altri nomi
interessati al caso.
Ma ha esortato a continuare le indagini e non fermarsi per il solo fatto che lui non conosce queste
persone.
Ha da ultimo ribadito di essere disponibile a discorsi seri, in futuro, pur rifiutando l'atteggiamento
dei pentiti, significando di non poter accettare di essere assimilato a persone che fanno parte della
"Banda della Magliana", né lui, né Bontate Stefano.
Alcuni significativi passaggi delle conversazioni sono stati registrati (fonia non buona) all'insaputa
del Badalamenti (all. 4 – cassette in busta chiusa).
3. Nella prima mattinata del giorno 15 ci siamo trasferiti da Filadelfia a New York presso gli uffici
del Procuratore del Distretto Meridionale di quella città per escutere Gaetano Caltagirone.
L'atto è terminato intorno alle ore 13,30 con esiti insignificanti per l'intero contesto rogatoriale.
Al termine delle attività ho richiesto alla d.ssa Laura Barsella (magistrato dell'Ufficio Affari
Internazionali del Dipartimento di Giustizia di Washington) la disponibilità del Dipartimento alla
traduzione di Badalamenti in Italia, su richiesta della nostra Autorità Giudiziaria.
La Barsella ha riferito che non ci sono problemi e che lei si adopererà, sin da ora, ad organizzare il
viaggio per il detenuto che, comunque, sarebbe accompagnato da agenti FBI e dell'Agenzia
penitenziaria. Da parte mia ho dato la piena disponibilità dell'Arma dei carabinieri a rendersi
responsabile della ricezione e sicurezza del Badalamenti, una volta in Italia. La Barsella ha preso
atto.
4. Alle ore 18,10 dello stesso giorno siamo ripartiti alla volta di Roma ove siamo giunti alle ore
08,20 del giorno 16.
CONSIDERAZIONI
La missione non ha dato l'esito sperato in quanto la formazione della delegazione ed il
comportamento volutamente ostativo del FBI ha abbattuto la disponibilità a maggiore apertura del
Badalamenti.
Egli, inoltre, pur riferendo riservatamente la sua disponibilità a nuovi approfondimenti, ha rimarcato
l'esigenza di farlo in condizioni più agevoli e di "chiudere" i suoi rapporti con gli americani.
È imminente, a tal proposito, la presentazione di istanza di revisione del processo che lo vede
condannato a 60 anni.
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L'atteggiamento formale tenuto in sede di interrogatorio è categoricamente difensivo, ma non di
netta chiusura per quanto - a detta anche del perplesso dr. Natoli - mai il Badalamenti aveva dato
segni così significativi di disponibilità a confrontarsi.
Particolarmente importante è apparsa la tendenza a sottolineare costantemente il fatto che a
domande precise lui Badalamenti, se vorrà rispondere, dirà sempre cose vere e riscontrabili, se non
vorrà rispondere la cosa sarà palese.
La precedente sensazione che il Badalamenti potesse confermare, seppure parzialmente, la "pista
mafiosa" da noi seguita è stata nella sostanza disattesa, anche se le sue risposte in merito sono state
sfuggenti e significativa è stata l'esortazione a continuare a indagare.
Il Badalamenti, infine, è apparso ansioso di porsi come interlocutore per futuri incontri, dove
confrontarsi su fatti e situazioni considerati "punti fermi" nella storia di Cosa nostra.
Il linguaggio di Badalamenti è stato costantemente allusivo, criptico e comprensibile quasi
esclusivamente da chi ha conoscenza della materia.
VALUTAZIONI
È da ritenere opportuno:
- non interrompere il contatto con il Badalamenti; proseguire nelle indagini, accelerando quegli
atti conducenti ad una sua "produzione" nel processo, sia con future escussioni, sia con un
confronto con Buscetta;
- evitare atteggiamenti ostativi da parte della DDA di Palermo che potrebbe temere uno scomodo
inserimento del Badalamenti in dinamiche processuali non ancora saldamente consolidate;
- proseguire celermente nella ricerca di riscontri alla c.d. "pista mafiosa", solo parzialmente
compatibile con l'attuale quadro probatorio acquisito dal magistrato;
- facilitare il magistrato inquirente nell'organizzazione del confronto Badalamenti-Buscetta.
Tutto ciò senza aderire, per ora, all'idea che il Badalamenti possa divenire collaboratore di giustizia
"stricto iure". Nella considerazione che l'attuale situazione estremamente fluida in seno a Cosa
nostra, per ciò che inerisce la posizione di frange di dissenzienza, possa indurre il Badalamenti
stesso ad atteggiamenti strumentali non bene intelleggibili, è necessario proseguire nell'approccio
diretto del personaggio sempre con cautela e spirito critico, tenendo conto che ha ancora la
possibilità di comunicare con la Sicilia.
M.M.A. Lombardo Antonino
Magg. Mauro Obinu