Latitante alcamese bloccato a Partitico Deve scontare l`ergastolo per

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Latitante alcamese bloccato a Partitico Deve scontare l`ergastolo per
Giornale di Sicilia 11 marzo 2008
Latitante alcamese bloccato a Partitico
Deve scontare l’ergastolo per un omicidio
PARTINICO. Aveva fatto perdere le sue tracce nell'ottobre dello scorso anno il
giorno prima della sentenza della Corte d'assise di Trapani, che lo ha condannato
all'ergastolo. La sua latitanza è finita ieri mattina alle 7 nel corso dei Mille di
Partinico dove lo cercavano i carabinieri perché convinti che si nascondesse in
paese dove poteva contare sugli appoggi dei suoi familiari. In manette è finito
l'alcamese Giovan Battista Badalamenti, 62 anni, che viaggiava a bordo di una
Nissan Micra, guidata dal fratello Natale, anche lui una vecchia conoscenza dei
militari. Ha tentato di nascondersi sull'auto abbassandosi per cercare di sfuggire
alla cattura. Un goffo espediente che però non è sfuggito ai carabinieri, i quali avevano seguito l'auto e al momento giusto sono entrati in azione. Poi il trasferimento
in caserma.
Dopo le formalità è stato accompagnato nelle carceri palermitane dell’Ucciardone.
Contemporaneamente alla cattura sono saltiate una serie di perquisizioni
domiciliari finalizzate alla ricerca del covo che ha ospitato Giovan Battista
Badalamenti, lontano parente del più famoso don Tano deceduto, alcuni anni fa, in
un carcere americano dove stava scontando una lunga pena detentiva per traffico
internazionale di droga.
Giovan Battista Badalamenti era finito sotto processo per un delitto avvenuto ad
Alcamo nel settembre del 1981. A colpi di lupara venne assassinato, a bordo di una
Fiat 500, nella via Arancio, un giovane presunto boss emergente: Calogero La
Colla, figlio di don Paolino fedelissimo di Vincenzo e Filippo Rimi, entrambi morti
nel loro letto.
L'uomo cadde nella guerra di mafia che vide contrapposta la vecchia guardia con
l'allora rampante Vincenzo Milazzo, alleato dei «corleonesi», che a colpi di pistola
e lupara anche bianca, sterminò, con la sua banda, uomini vicini alla storica
famiglia dei Rimi. Per una decina di anni il comando di cosa nostra ad Alcamo
passò ai «corleonesi». Ma anche Vincenzo Milazzo fu fatto fuori proprio dai killer
di Totò Riina.
Calogero La Colla avrebbe pagato con la vita il tradimento e cioè passaggio nel
clan dei corleonesi. Ma la sua uccisione per quasi vent'anni rimase avvolta nel
mistero. Polizia e carabinieri pur inquadrando il delitto in un preciso contesto
mafioso non riuscirono a scoprire mandanti e killer. A far luce sulla vicenda furono
alcuni collaboratori di giustizia. “Badalamenti – dicono i carabinieri - è stato
giudicato colpevole di avere causato, con il concorso di Gino Cusumano, Rosolino
Filippi e Benedetto Stabile, (tutti alcamesi deceduti, ndr), la morte di Calogero La
Colla, colpendolo con due colpi di fucile”.
Ieri la cattura per scontare l'ergastolo. «Esprimo il mio più vivo apprezzamento
all'Arma dei carabinieri ed in particolar modo alla compagnia di Monreale, sempre
in prima linea nella lotta alla mafia, per l'arresto del latitante Giovan Battista
Badalamenti», ha affermato il senatore Fabio Giambrone, componente della
Commissione nazionale antimafia.
Giuseppe Maniscalchi
EMEROTECA ASSOCIAZIONE MESSINESE ANTIUSURA ONLUS