TRAMA E ANALISI DELLA NOVELLA DI “FRATE CIPOLLA
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TRAMA E ANALISI DELLA NOVELLA DI “FRATE CIPOLLA
TRAMA E ANALISI DELLA NOVELLA DI “FRATE CIPOLLA" (DECAMERON,VI,10) Questa novella fa parte della sesta giornata del Decameron e ne occupa la decima posizione. Il tema di questa giornata come sappiamo è l'esaltazione delle capacità della parola; vi sono cioè situazioni complicate che vengono risolte dal personaggio grazie ad una battuta e all'arte della parola. In questa novella troviamo Frate Cipolla che fa parte di un ordine religioso risalente a sant'Antonio Abate; la novella è raccontata da Dioneo. Frate Cipolla giunge a Certaldo (probabilmente luogo di origine di Boccaccio) dove si reca ogni anno a raccogliere le offerte dei devoti; la sua caratteristica è la sua bravura nell'arte oratoria; Boccaccio esagera dicendo che, sentendolo parlare, lo si poteva scambiare per Tullio Cicerone o Quintiliano che erano stati, nel mondo romano, grandi maestri dell’arte oratoria. Frate Cipolla questa volta dichiara che mostrerà loro una reliquia: una piuma appartenuta all'arcangelo Gabriele, caduta nel momento in cui l'arcangelo annunciò a Maria che a breve sarebbe diventata la madre del figlio di Dio. Due amici del frate di nome Giovanni e Biagio sentendo queste parole, e sapendo che la piuma non era altro che quella della coda di un pappagallo, decisero di fargli uno scherzo. Uno dei due, Biagio, doveva intrattenere con chiacchiere il servitore di frate Cipolla e l'altro, Giovanni, doveva sottrarre la piuma al frate; frate Cipolla dopo aver finito la sua predica prese la cassetta, ignaro di quello che era appena successo, ed annunciò un'altra volta ai fedeli che presto avrebbero visto la penna dell'arcangelo. Quando aprì la scatola e vi trovò i carboni messi al posto della piuma, grazie alla sua industria e alla sua abilità di gran oratore riuscì subito a trovare un espediente per risolvere la situazione, e fece passare quei semplici carboni per quelli carboni con i quali era stato bruciato il martire San Lorenzo, giustificando questo scambio per una volontà divina. Una volta finita la messa i due amici gli si avvicinarono per restituirgli la piuma e infine si complimentarono con lui per la sua astuzia e per il suo ingegno. Analisi del testo Frate Cipolla eroe boccacciano. Frate Cipolla possiede l'abilità di superare ostacoli e di trarsi da situazioni difficili grazie alla capacità di dominare la realtà. Il frate è un personaggio negativo, un truffatore che approfitta della credulità degli sprovveduti. Boccaccio mette tra parentesi il giudizio morale e ammira solo la virtù del personaggio. Una realtà parallela costruita dalla parola. Frate Cipolla con la sua parlantina riesce a costruire una vera e propria realtà parallela. Si tratta di un mondo surreale in cui tutto è ambiguo. In questo mondo parallelo le attività usuali divengono fatti strabilianti. Il "carnevalesco". La predica di Frate Cipolla rovescia comicamente i valori costituiti. Il discorso del Frate si regge tutto sul meccanismo del rovesciamento. Al gusto carnevalesco risale anche il doppio senso, con allusioni sia alle realtà gastronomiche che a quelle sessuali. Il discorso di Frate Cipolla appare molto vicino ad una composizione giullaresca. Per costruire il discorso del Frate, Boccaccio ha tenuto presente questa realtà La satira contro il clero. La figura del Frate truffatore sembra contenere una polemica contro il clero. Per la società in cui vive Boccaccio, la corruzione ecclesiastica è una realtà ormai scontata. Lo stesso si può dire dalla polemica contro l'abuso delle reliquie: anche qui si rivela l'atteggiamento di uno spirito ormai adulto e smaliziato. E’ ovvio che un atteggiamento del genere non implica per nulla un disprezzo per la religione in sé e per i suoi principi: Boccaccio resta un convinto credente. Questi atteggiamenti irriverenti sono la ripresa di motivi diffusi della cultura popolare, che ama il rovesciamento parodico del sacro. Per Boccaccio si tratta di un puro divertimento letterario. Fonte: La letteratura del “Baldi-Giusso”