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CRONACA __Domenica 18 maggio 2014__ 43 @ commenta su www.liberoquotidiano.it Battaglia in zona Gioia La moschea abusiva finisce in Tribunale Preghiere islamiche nel seminterrato di un condominio: i musulmani fanno ricorso al Tar contro la diffida del Comune ::: MASSIMO COSTA ROBERTO PROCACCINI ■■■ La moschea abusiva di via Carissimi, a due passi da via Melchiorre Gioia, finisce in Tribunale. Il Comune contro l’associazione culturale bengalese Al Nur («La luce»). La comunità musulmana bengalese occupa un seminterrato dello stabile al civico 19 nella zona residenziale ai confini con la Maggiolina. Neilocalidel circolo,da almeno due anni, i fedeli di Allah si radunano a centinaia per la preghiera quotidiana. I permessi e le autorizzazioni per l’utilizzo degli spazicome luogo di culto, però, non ci sono. Per questo il 20 dicembre 2013, nel pieno degli incontri e delle trattative con le comunità musulmane per arrivare alla costruzione di una moschea benedetta dalla giunta arancione, Palazzo Marino ha notificato ai responsabili dell’associazione la «diffida dall’utilizzo improprio di alcuni locali a luogo di culto». La controffensiva di AlNur è stata depositata un mese fa al Tar: un ricorso amministrativo per chiedere l’annullamento deldivieto comunale e la libertà di pregare nella moschea improvvisata. Contro l’impugnazione, il 30 aprile, è arrivata la costituzione in giudizio della giunta di Milano. Ora la palla passa ai giudici, che ancora una volta sono chiamati a pronunciarsi sulla galassia islamica che si riunisce in seminterrati e scantinati della città. Dietro a realtà storiche come viale Jenner e via Padova, infatti, a Milano sono spuntate negli ultimi anni altre microcomunità radunate in cantine, garage e seminterrati di fortuna. Da via Ferrante Aporti allo Stadera fino apunto al gruppo bengalese in zona Gioia (associato al Caim,interlocutore privilegiato dell’amministrazione). Il centro Al Nur è discreto come via Carissimi, la strada dove ha sede. All’associazione si accede varcando il cancello al civico 19, dove una rampa porta ai locali ricavati nel piano seminterrato del piccolo stabile. Tra i residenti nel vicinato c’è anche chi non ha motivi per lamentarsi. «Non crea disagi, non disturba», dice chi è vive in zona. Via Carissimi è una strada residenziale di palazzi a due o tre piani che si dirama da viale Gioia. Per tutta la sua estensione, non ci sono né barné negozi, ma solo condomini e gli sbocchi di strade private con altri condomini. I binaridella stazione sono lontani, l'intero quartiere è un’isola di verde chiusa da viale Marche. «Incute un po’ di timore vedere questi uomini vestiti negli abiti tradizionali dei loro paesi di origine» dice un pensionato che passa ogni giorno davanti al centro Al Nur per raggiungere la metropolitana. «Mi risulta che si- ::: LO SCONTRO LA DELIBERA LUOGO DI CULTO In via Carissimi 19, vicino a Melchiorre Gioia, da anni i fedeli islamici dell’associazione culturale Al Nur si riuniscono per le cinque preghiere quotidiane Fiera di Sinigaglia divisa a metà tra Pagano e i Navigli PROVVEDIMENTO Palazzo Marino nello scorso dicembre ha diffidato l’associazione dall’utilizzo improprio dei locali come luogo di culto: mancano le autorizzazioni. Ma Al-Muir è ricorso al Tar per far annullare il divieto comunale NUOVO ROUND Il 30 aprile, il Comune ha deciso di costituirsi in giudizio. Saranno i giudici a pronunciarsi sul caso IL CAIM «Abbiamo già vinto quattro ricorsi del genere in provincia di Milano, la giurisprudenza è a nostro favore», dice Davide Piccardo, responsabile del Caim, al quale l’associazione Al Nur è affiliata LA GALASSIA Quella di via Carissimi non è l’unica moschea abusiva della città. In assenza di un vero e proprio luogo di culto, i fedeli musulmani si riuniscono in cantine, garage e seminterrati ano salafiti» aggiunge un altro residente. «Inquieta sapere di avere come vicini di casa fedeli di una delle correnti più rigide dell'Islam moderato». Al Nur non fa mistero dell’utilizzo dello spazio: sul proprio sito è scritto nero su bianco che in via Carissimi 19 si tengono le cinque preghiere quotidiane della fede musul- Islamici nel centro di Cascina Gobba. Anche in via Carissimi è esplosa la battaglia legale [Ftg] mana. «Una sentenza del Consiglio di Stato spiega che la preghiera è possibile se attività accessoria dell’organizzazione» sostiene Davide Piccardo, responsabile del Caim (Coordinamento delle Associazioni Islamiche di Milano, cui aderisce Al Nur). Piccardo è ottimista sugli esiti del ricorso al Tar. «Ne abbiamo già vinti quattro del genere in provincia di Milano, la giurisprudenza è a nostro favore», dice. Si pone un problema di definizione, aggiunge il responsabile Caim: «Non si può dire che ogni luogo dove prega un musulmano è una moschea» afferma. «Se prego in autobus, che succede?». Secondo Palazzo Marino, però, quello di via Carissimi non è un luogo di culto e non può essere utilizzato come tale. La battaglia giudiziaria, di fatto,fa emergere anche le difficoltà delle trattative in corso tra Comune e islamici sulla «grande moschea per l’Expo». Non a caso Piccardo torna a incalzare il Comune: «Individuinel piano regolatore lo spazio per un luogo di culto islamico». Palla ai giudici. Sinigaglia si spacca in due. Il mitico mercatino dell’usato (e del rubato) che da anni, dopo essere stato spostato da via Vettabbia alla Darsena, stanziava nel parcheggio di Corso Genova tutti i sabati, ora migrerà verso altri lidi. Una parte, ha deciso il Comune, sarà sistemata nel parcheggio di via Mario Pagano; un altro pezzo in Ripa di Porta Ticinese. «Nuova vita» dice trionfalmente il comunicato di Palazzo Marino, ma gli operatori non sono contenti. Il primo mercato, in Ripa di porta Ticinese, sarà collocato tra via Barsanti a via Paoli. Il secondo, «Mercato di Mario Pagano», si svolgerà la domenica nel parcheggio M1 di via Mario Pagano e prevede la presenza di circa 100 banchi con automezzo alle spalle di cui circa 50 provenienti dalla fiera di Sinigaglia. Duro Fabrizio De Pasquale (Fi): «Impossibile utilizzare l’area di Pagano perché destinata a parcheggio di pullman. La giunta presto se ne renderà conto». Boom di aggressioni I vigili sfidano la giunta: «Useremo lo spray» Sindacati all’attacco: «In una settimana finiti all’ospedale 12 agenti, utilizzeremo l’arma vietata da Palazzo Marino» ::: TIZIANA LAPELOSA ■■■ Chiamati a difendere i cittadi- ni, nessuno si preoccupa di difendere loro. E così per i vigili scatta una sorta di autodifesa con l’invito a munirsi di spray al peperoncino, anche se il regolamento della polizia locale non lo prevede. Ma, dicono i vigili, un provvedimento disciplinare è meglio che andare in ospedale. L’invito a “disobbedire” porta la firma dal sindacato Sulpm all’indomani dell’ennesima aggressione, che soltanto nell’ultima settimana, denuncia il sindacato, ha visto dodici agenti finire in ospedale. Gli ultimi episodi sono avvenuti venerdì scorso: alle 15.30, in via Fiamma, una pattuglia è stata presa a pugni da un extracomunitario dopo averlo fatto attraversare sulle strisce pedonali. L’uomo, in Italia senza fissa dimora, con un faldone di sei pagine di precedenti penali e con due decreti di espulsione, è stato denunciato a piede libero. Un’ora più tardi, presso i giardini di via Rombon, un altro extracomunitario urinava mostrando i genitali ai bambini e alle madri che, allarmate, hanno chiesto aiuto. Arrivati sul posto,i vigi- ::: L’EMERGENZA PRONTO SOCCORSO In una settimana dodici agenti di polizia locale sono finiti in ospedale dopo essere stati aggrediti. Gli ultimi episodi risalgono a venerdì scorso: cinque gli agenti aggrediti da due extracomnunitari senza fissa dimora e con precedenti LE RICHIESTE Dopo gli appelli al Comune di Milano, rimasti inascoltati, Il Sulpm ha chiesto ai suoi agenti di munirsi dello spray al peperoncino per difendersi dalle aggressioni, anche se lo spray non è previsto dal regolamento li sono stati presi a calci e pugni. Morale: loro sono finiti in ospedale, l’extracomunitario è stato denunciato a piede libero. Nei giorni scorsi, invece, è toccato ad un agente donna, sfregiata al volto, e ad altri suoi due colleghi che, sulle tracce di un evaso dal Policlinico mentre era sottoposto ad arresto, sono stati aggrediti al volto con un bicchiere di vetro. Troppi episodi e troppo gravi per lasciare il Sulpm indifferente. «Adesso cari colleghi è ora di dire basta alla ignavia dei nostri politici e così, come da tempo sensibilizziamo, il Sul- Un controllo dei vigili per le strade di Milano [Fotogramma] pm vi chiede di munirvi autonomamente di spray al peperoncino e di evitare le situazioni di potenziale pericolo, ribadendo che è meglio ricevere un procedimento disciplinare che mettere a repentaglio la propria incolumità fisica», si legge in un comunicato del sindacato, che da anni chiede i mezzi necessari per la tutela personale e corsi di formazione di autodifesa per il Corpo. Ma, visto che all’orizzonte c’è il nulla, e a loro non viene nemmeno riconosciuta la causa di servizio, vogliono quantomeno munirsi dello spray «per poter evitare qualsiasi contatto con gente che non ha niente da perdere e per la maggior parte costituiti da delinquenti, ubriachi, psicopatici, tossici affetti da Hiv e delle malattie più strane e potenzialmente infetti che sono sempre più numerosi in una grande città metropolitana quale è Milano». «Di questa situazione di pericolo verranno informati tutti i gruppi consiliari affinché la giunta e il sindaco adottino quanto prima provvedimenti a tutela del personale della polizia locale», fa sapere Daniele Vincini, segretario del sindacato Sulpm.