ASCESA SULL`ETNA Quand`io partii per salire sull`Etna , benché
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ASCESA SULL`ETNA Quand`io partii per salire sull`Etna , benché
ASCESA SULL'ETNA Quand'io partii per salire sull'Etna , benché‚ fosse il 5 ottobre, faceva ancora gran caldo. La bella Via Stesicorea o Etnea conduce dritto alla regione pedemontana, i cui dolci declivi formano la più bassa delle regioni in cui è diviso il Mongibello; questa prima è un vero giardino. Attraversati alcuni villaggi arrivai a Nicolosi, borgo di circa tremila anime che giace sul versante dell'Etna forse un quattro leghe da Catania, e tocca il piede dei Monti Rossi, coni formati dall'eruzione del 1669. Trovato alloggio pel mulattiere e le mule che dovevano passare la notte in quel luogo, mi copersi di vestimenti pesanti, e verso le otto ore della sera mi posi in via accompagnato dalla guida Salvatore. Sulle prime seguimmo un sentiero praticato sulla corrente di un fiume di lave scoriacee, e arrivammo alla seconda regione, la regione selvosa. Tranne i luoghi coperti dagli scogli più recenti, il suolo, composto d'un terriccio grigiastro, vestito di querce, di castagni, di faggi, di fichi neri, di pruni selvatici e ancora più in alto di betulle, di pini e di abeti; e in quella polvere feconda crescono macchie di muschi, di felci, di malve, d'orchidee, di frassinelle. Noi ci riposammo un pò in una capanna, dove si fermano i raccoglitori di ghiaccio che vengono da Catania. Il freddo cominciava a farsi sentire; Salvatore accese il fuoco, io mi copersi d'un secondo mantello, poi di nuovo in cammino per uscire dalla regione dei boschi. A un tratto la vegetazione cessò e mi trovai in mezzo a un deserto oscuro e silenzioso, dove alla luce della luna non si distinguevano che i brulli fianchi e le aspre creste della montagna. Qui fu mestieri superare un ammasso di scorie chiamato la Montagnola, dalla cui vetta si diramano verso il mare a guisa di braccia aperte due dossi che racchiudono una valle di sei a sette chilometri di diametro chiamata Val del Bove. Questa gibbosità… finisce col Piano del Lago, spazio quasi piano dove si trova la Torre del Filosofo (a 2885 metri sul livello del mare) e la Casa Inglese. La Torre del Filosofo edificio Greco o Romano, è costrutta con lastre di lava e con mattoni. Facemmo la nostra seconda sosta alla Casa Inglese, costrutta nel 1811 dagli ufficiali inglesi; quivi lasciammo le nostre cavalcature, poich‚ il resto della via non si poteva fare che a piedi. Confortate le membra e ravvivato il sangue con un p• di riposo e di cibo, passando sopra uno scoscio di lava scabra e mobile, pervenimmo alle falde del cono superiore del Vulcano, aggregato, mutevole, di volta in volta modificato, alzato o rovesciato da ogni eruzione. Da questo punto restavano a superarsi ancora cento metri sopra un pendio ripidissimo: io non istarò a descrivere gli ostacoli, le fatiche, i pericoli di questo tratto di via, che passai a gran fatica; finalmente arrivai a sedermi sopra una punta del solito orlo dell'Etna, spossato, con le gambe lacere, ma superbo come un vincitore. Spuntava il sole; da una parte avevo il fumo che usciva dal cratere, di dietro uno spaventoso abisso e i neri fianchi del monte, e dinnanzi l'orrido cammino da me percorso poco prima e gl'infiniti spazi del mare e del cielo. Il panorama non ha altri confini che la debolezza della vista; lo spazio d'orizzonte che l'occhio può abbracciare si calcola maggiore delle duemila miglia. Il mare e le sue isole occupano la maggior parte della scena; la Sicilia al centro presenta all'occhio la sua forma triangolare. Si vede distintamente il lago di Lentini, il corso del Simeto, i monti di Madonia, le città di Catania, Messina, Trapani e Palermo mezzo velato dalle nebbie. L'Etna stesso pareva formare un mondo da sé‚ solo; i suoi verdeggianti declivi, i villaggi di cui sono seminate le falde, le sue aride creste, i profondi sconscendimenti, la fumea, tutto si vede; quelle tinte svariate, quei bizzarri contrasti eccitano a un tempo la curiosità e l'ammirazione. Io mi avvicinai quanto era possibile agli orli interni del cono rovesciato, in fondo al quale si trova la bocca del vulcano. Ma i vapori erano troppo densi perché‚ si potesse scorgere qualcosa. La scesa dell'Etna in confronto alla salita non è che un gioco. Verso il meriggio ero già nell'albergo di Nicolosi, dove trovai il mulattiere. La sera dormimmo al villaggio delle Giarre (divenuta una città di diciassettemila abitanti).