Computer e cellulari per gli over 65 ora i nipoti insegnano ai nonni

Transcript

Computer e cellulari per gli over 65 ora i nipoti insegnano ai nonni
Computer e cellulari per gli over 65 ora i nipoti insegnano ai nonni - Scienza & Tecnologia - Repubblica.it
04/06/2007 08:46 AM
Ultimo aggiornamento lunedi 04.06.2007 ore 08.40
TECNOLOGIA & SCIENZA
Il sociologo: "Il pc per loro non è passatempo né lusso. È elemento di socializzazione"
Tre su dieci navigano in rete. Boom di corsi per imparare i segreti
Computer e cellulari per gli over 65
ora i nipoti insegnano ai nonni
di MICHELE SMARGIASSI
Boom di corsi per insegnare i segreti di internet agli anziani
MILANO - Prima d'ora era accaduto solo una volta: quando Gesù, dodicenne, fece lezione agli esterrefatti canuti dottori del Tempio. Non
risultano, nella storia, altri casi di bambini che la sapessero più lunga dei vecchi saggi. Ma a Nadir Tedeschi ormai succede tutti i giorni,
quando "tiene" i suoi nipotini. "Nonno clicca lì, non così, col tasto destro del mouse... E io devo sforzarmi, ascoltare, capire, per non farci
la figura del rinko...".
Con tutti i suoi 77 anni, l'onorevole Tedeschi non è mica poi tanto rinko, è un uomo colto, attento, aggiornato, fu anche deputato con la Dc
per tre legislature, "ma dobbiamo accettare la realtà: il mondo s'è ribaltato". Lo dice senza patemi né drammi. Sorridendo. "I nipoti sanno,
noi impariamo. Dobbiamo adeguarci, altrimenti non c'è più dialogo tra le generazioni. Se non parli la loro lingua, perdi anche l'ultima
autorità". Per non essere solo un baby-sitter, per continuare a essere nonno, s'è rimesso a studiare. Ha fatto il corso. Adesso clicca che è
un piacere, ha un sito Internet personale e perfino un blog.
La nonnitudine del terzo millennio corre sui circuiti dei cellulari e dei computer. Il digital divide non separa tanto i padri dai figli, quanto i
nonni dai nipoti. La più tenera delle relazioni familiari soffre il gap tecnologico. Crisi del valore dell'esperienza, declino del patriarca,
evaporazione della reverenza sapienziale: cresciuti a dvd e playstation, i giovanissimi trovano ormai ben poco d'appetitoso sulla tavola
degli anziani. C'è una sola via per salvare quel rapporto così antico, per non abbattere una colonna della nostra antropologia: trasformarlo
in complicità tecnologica. "In fondo è più facile navigare coi nipoti che coi figli. I figli si spazientiscono, "papà sei troppo lento", invece i
bambini si divertono e non hanno fretta".
Ma salire il gradino telematico, che impresa. Generazione sfortunata, quella dei nonni attuali, generazione-ponte. Fra una decina d'anni i
futuri pensionati usciranno dal lavoro già elettronicamente alfabetizzati. Quelli di oggi, invece, sono troppo anziani per avere imparato a
usare i computer in ufficio, ma troppo giovani per poterne fare a meno. Il progresso, con loro, ha saltato un turno. Ma loro non si
rassegnano. Molti di loro, almeno. Comunque tanti. "Ne abbiamo già istruiti ventimila", calcola a mente Luisa Toeschi.
L'Associazione interessi metropolitani di Milano, di cui è direttrice, inventò i primi corsi di computer per anziani nel '98, "quando ancora era
tutto in inglese". Un successo inatteso, clamoroso. Da allora il giorno delle iscrizioni (gratuite) c'è sempre la coda davanti a Palazzo
Stelline. "Internet per gli anziani non è un passatempo, tantomeno un lusso", osserva Guido Martinotti, sociologo dell'Università della
Bicocca, "è un elemento indispensabile di risocializzazione e inclusione sociale". "La nostra è un'opera di salvezza nazionale", dice
Toeschi con motivata immodestia, "stiamo recuperando una generazione di potenziali esclusi".
Non è un'esagerazione. "Non ne potevo più di sentirmi dire, in banca o all'usl, "scarichi pure il modulo da www... ", oppure "se vuole può
iscriversi online" - racconta con irritazione retroattiva Amalia Tresoldi, sessantenne - È vero, puoi vivere anche senza Internet. Però fai le
code, spendi di più, sai di meno. E sarà sempre peggio: il prossimo televisore avrà una tastiera da computer, già oggi non puoi fare
neanche una foto se non sai un po' di informatica". Solo un over-65, forse, riesce a misurare davvero, sulla sua fatica, la velocità con cui i
linguaggi tecnologici hanno saturato il mondo del quotidiano. "È come se d'improvviso il mondo avesse cominciato a parlare un'altra
lingua".
L'immagine dell'anziano che smanetta al computer, la stessa espressione "cyber-nonno" sembrano gag da telefilm con Lino Banfi. Ma
qualcosa sta precipitando. La giallista Fred Vargas ha creato il personaggio di Josette, hacker-investigatrice settantenne, ed è
perfettamente credibile. Del resto qualche anno fa una burla stile Luther Blisset, cioè la comparsa in Rete di un fantomatico club MP3,
"Movimento pirati della terza età", motto: "Internet è per i vecchi, i giovani hanno già la vita", con foto e biografie di dolci agguerritissime
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/scienza_e_tecnologia/computer-over-65/computer-over-65/computer-over-65.html
Pagina 1 di 2
Computer e cellulari per gli over 65 ora i nipoti insegnano ai nonni - Scienza & Tecnologia - Repubblica.it
04/06/2007 08:46 AM
"Movimento pirati della terza età", motto: "Internet è per i vecchi, i giovani hanno già la vita", con foto e biografie di dolci agguerritissime
nonnine craccatrici, fu presa per buona da un certo numero di giornali. Che c'è poi di inverosimile? La questura di Trento ha incastrato un
abilissimo intercettatore informatico di codici bancomat, catanese, settantenne.
Sarà sempre meno inverosimile. Per forza. O cyber-nonni, o emarginati. Ci sono i figli, è vero: ma non si può dipendere da loro anche in
questo. L'avvocato Torrani, 70 anni, titolare di un poderoso studio professionale pieno di giovani procuratori che cliccano come se non
avessero fatto altro da quando sono nati (forse è proprio così), non prova soggezione "solo perché in ufficio sono io che comando. Ma a
casa sì che mi sento un emarginato".
Le inchieste dicono che sono i più anziani, in famiglia, a gestire risparmi e investimenti: comoda la banca online, ma poco piacevole dover
chiedere ai figli di metterci il naso. E poi i figli dopo un po' si stancano di aiutare, di pensarci loro. Gabriella, 68 anni, ex insegnante, ha
deciso che era ora di andare a scuola di mouse quando l'ultimo dei suoi figli è uscito di casa lasciandola priva non tanto di computer,
quanto della capacità di usarlo. Adesso compra biglietti aerei low-cost per andarlo a trovare in America dove è lavora, e tutte le sere gli
manda una email. Il cuor di mammà ormai batte come un microprocessore.
Ed eccoli allora, seduti in trenta davanti ai monitor, concentrati sulle spiegazioni di Jacopo, studente di giurisprudenza, che ci sa fare e si
diverte un mondo: "Lezione uno: il computer si accende premendo il tasto on". Mai dare nulla per scontato. Manuali di poche pagine, in
limpido linguaggio analogico. Ma soprattutto pratica intensiva, allenamento anche fisico, perché l'elettronica ha un'interfaccia meccanica
che può essere aspra come una barriera architettonica, per chi non ha più nelle membra l'agilità di un adolescente.
"Capire che devi muovere il mouse in orizzontale per spostare la freccina in verticale, e intanto cliccare con due dita, per noi è già
un'impresa", ammette senza falsi pudori Bruno Labignan, già impiegato Montedison, 78 anni. Al primo tentativo molti agitano il "topolino"
nell'aria, o lo strisciano direttamente sul monitor. Ma poche ore dopo è già tutta un'altra musica. Il corso base è una sola giornata di full
immersion. "Escono rintronati e sognanti", sorride Toeschi. Si parte da Internet "perché dà soddisfazione immediata": clicchi e ti si aprono
mondi. I nonni si entusiasmano come surfer ragazzini.
E non si fermano più. I nonni italiani arrivano buoni ultimi in Internet, ma fanno progressi micidiali. Nel 2000 solo un ultra-sessantenne su
dieci sapeva qualcosa di Internet. Oggi sono quasi tre. Lontani ancora dal 75 per cento di nonni-in-rete degli Usa, dove il Mit da un
decennio gestisce AgeLab, laboratorio di studi sull'informatica per anziani. Ma molte città grandi e piccole hanno già corsi per internauti
dai capelli bianchi: a Roma lavora il consorzio Gioventù digitale, Trieste ingaggia come insegnanti i liceali, a Bologna la storica rete civica
Iperbole sviluppa Senior Online Italia, un network di servizi per cliccatori over-65.
Microsoft ha ingaggiato la cantante vintage Wilma De Angelis come testimonial per la sua clientela più in età. Il magma della Rete ha
cominciato ad accorgersi delle nuove presenze. Se ne studiano le abitudini: pare che amino più scaricare che "postare", più cercare
notizie che partecipare ai forum.
Si moltiplicano anche i portali "per anziani", completi di chat. "Ma parlano solo di malattie e di pensioni", sbuffa Anna Cremonesi, surfista
da sette anni, soave signora con filo di perle, pantaloni e permanente di fiamma che non ama rivelare la sua età. È la tutor ufficiale della
"palestra" dell'Internet Saloon, la sala con otto postazioni dove gli ex allievi tornano per tenersi in esercizio. "Se si scordano come si apre
un pdf o un file zippato, sono qua io". Faceva la sarta. Vedova, pensionata: il baratro della depressione. "Il computer mi ha salvato".
Ne fu rapita di botto, un giorno, sbirciando gli impiegati allo sportello dell'Inps: "Quei ragazzi che correvano con le dita, quegli schermi
colorati... Sembrava una magia, mi dissi: forse posso anch'io. Ho studiato di notte e ce l'ho fatta. So quasi tutto, mi mancherà un dieci per
cento". Oggi gestisce un paio di siti personali, scrive diari di viaggio illustrati, compone dossier culturali, fabbrica biglietti personalizzati per
le feste delle amiche. "Ma il pc a casa non ce l'ho. Non ho voluto comprare. Altrimenti diventa un altro televisore: ti isola e ti tiene chiusa. Io
navigo solo assieme agli altri". Brava Anna, che non si fa sedurre dalla grande sirena. "No, no, vedo tutti i difetti.
Internet spesso è maleducata. Ma cos'è tutto questo darsi del tu? È un'impertinenza che non accetto. Poi non sei mai sicura se quella che
ti sta parlando è una persona vera o mascherata, si possono anche fare brutti incontri". Be', però a volte l'anonimato della Rete è una
benedizione. Raccontano di Franco, scacchista accanito, che ha dovuto fingersi trentenne per iscriversi ai tornei online, "perché nessuno
vuole giocare con un vecchio". Magari il sedicente "quarantenne" con cui sta duellando via computer è suo nipotino dodicenne in
incognito.
(4 giugno 2007)
Divisione La Repubblica
Gruppo Editoriale L’Espresso Spa
- P.Iva 00906801006
http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/scienza_e_tecnologia/computer-over-65/computer-over-65/computer-over-65.html
Pagina 2 di 2