Buongiorno, il mattinale Cgil di oggi Lunedì 15 dicembre La

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Buongiorno, il mattinale Cgil di oggi Lunedì 15 dicembre La
Buongiorno, il mattinale Cgil di oggi Lunedì 15 dicembre La tensione molto alta che si è registrata all’assemblea nazionale del Pd non si è tradotta in una rottura palese come aveva previsto qualcuno alla vigilia, ma i rapporti tra maggioranza e minoranza nel partito rimangono molto difficili. “Non staremo fermi nella palude e non accetteremo diktat dalla minoranza, con l’Ulivo abbiamo perso 20 anni”, ha detto il segretario Matteo Renzi che rivolgendosi anche ai sindacati ribadisce che è ormai finito il tempo dei veti. Gli risponde Stefano Fassina: se vuole andare al voto, deve dirlo, mentre Gianni Cuperlo allontana per ora qualsiasi ipotesi di scissione. Si cerca quindi di accelerare sulle riforme, a partire da quella sul lavoro. Il Consiglio dei ministri che dovrebbe varare i primi decreti è convocato per il 22 dicembre. La Cgil si prepara a proseguire la battaglia contro il Jobs Act e le misure sbagliate previste dalla Legge di stabilità, dopo lo sciopero generale del 12 dicembre. Mercoledì e giovedì si riunirà a Roma il Direttivo nazionale. Sciopero: Cgil e Uil, adesione superiore al 60%, oltre 1,5 milioni in piazza “Un'adesione media allo sciopero generale Cgil e Uil superiore al 60%, con una partecipazione nelle cinquantaquattro piazze di oltre 1,5 milioni di persone”. Con una nota diffusa alla fine della giornata dello sciopero generale di venerdì 12 Cgil e Uil hanno espresso “forte soddisfazione per la piena riuscita dello sciopero generale promosso per oggi con le parole d'ordine 'Così Non va!',che da Nord a Sud, attraversando tutti i settori, pubblici e privati, ha registrato un'adesione altissima, con una media superiore al 60%. Un andamento positivo ovunque, non solo quindi nei grandi complessi industriali, nei diversi settori della Pubblica amministrazione e nel segmento dei trasporti, ma anche laddove il lavoro è frammentato e precario, come nei servizi e nel commercio, dove la media si assesta anche qui intorno al 60%”. Uno sciopero che “pur cadendo in un periodo di forte disagio sociale, e di una perdurante grave crisi economica, ha segnato nelle piazze una grandissima partecipazione, segno di una volontà di cambiamento, vera e positiva. Nelle cinquantaquattro piazze più di un milione e mezzo tra lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, giovani, precari e tantissimi studenti, hanno oggi manifestato per chiedere al Governo e al Parlamento di cambiare in meglio la legge sul lavoro nel varo dei decreti attuativi e di intervenire nella legge di stabilità, rimettendo al centro il lavoro, le politiche industriali e dei settori produttivi fortemente in crisi, la difesa e il rilancio dei settori pubblici e la creazione di nuova e buona occupazione”. Quella di venerdì è stata una giornata straordinaria, di “protagonismo assoluto del mondo del lavoro che, riprendendosi la scena, segna un passaggio cruciale della mobilitazione contro le scelte sbagliate del governo, per un cambiamento vero”. Per quanto riguarda gli episodi di violenza che si sono verificati a Torino e Milano, la Cgil li ha subito condannati con estrema “specificando che quanto avvenuto non è in alcun modo associabile alle pacifiche manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia in occasione dello sciopero generale di Cgil e Uil. La Cgil invita, quindi, a distinguere bene quanto accaduto, “per evitare che alla protesta dei tanti che sono scesi in piazza possa essere associata la violenza di pochi, che nulla hanno a che vedere con le lavoratrici e i lavoratori di Cgil e Uil che hanno pacificamente manifestato per esprimere la loro legittima protesta nei confronti delle scelte sbagliate di questo governo”. Jobs Act. L’iter dei decreti delegati tra Natale e gennaio Rita Querzè sul Corriere della Sera (p. 11) fa il punto sui prossimi passaggi parlamentari e di governo dei decreti delegati sul lavoro che saranno varati con il Consiglio dei ministri del 22 dicembre. Nella riunione a palazzo Chigi ci sarà il decreto sul nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e il decreto sull’Aspi allargata e forse anche il decreto sulle limitazioni all’uso dei contratti di collaborazione. Per quanto riguarda l’applicazione, Querzè dice che molto difficilmente i nuovi contratti a tempo indeterminato entreranno in vigore dal primo gennaio. Se tutto va bene bisognerà aspettare il 15 o anche il 20 gennaio. Per il 19 gennaio dovrebbe invece essere confermato un incontro tra il ministro del lavoro Giuliano Poletti e i sindacati, come ha annunciato ieri il premier Renzi. Una volta emanati, i decreti dovranno comunque approdare alle Commissioni Lavoro di Camera e Senato per un parere non vincolante. Lavoro pubblico. A rischio 100 mila lavoratori tra province e partecipate “Si sta mettendo a rischio il posto di lavoro di 50 mila dipendenti delle province e di altrettanti delle società partecipate, senza parlare della continuità dei servizi relativi alla edilizia e alla sicurezza degli istituti scolastici, al trasporto, alla viabilità e ai servizi ambientali, gravemente falcidiati dagli ennesimi tagli lineari alla spesa”. E' quanto ha affermato la scorsa settimana alla vigilia dello sciopero generale il responsabile dei Settori pubblici della Cgil nazionale, Michele Gentile, che spiega: “Il ministro della Funzione Pubblica, Marianna Madia, nell'unico incontro avuto con Cgil, Cisl e Uil aveva affermato con nettezza che 'nessun posto di lavoro saràperso nei processi di riorganizzazione della Pa' e che per quanto riguarda il tema del riordino delle province 'il governo terrà fede a quanto stabilito nel protocollo Governo, regioni, comuni, sindacati del 2013'”. Secondo Gentile “alla fine la qualunquistica, perché indistinta ed inefficace, lotta ai costi della politica, produce danni all'occupazione, ai servizi ai cittadini e al paese. Qualcuno dovrebbe dire al Governo che l'effetto delle sue politiche non deve limitarsi alla 'comunicazione'”. Il sindacalista della Cgil sottolinea inoltre come “aumenta sempre di più la preoccupazione delle migliaia di lavoratori coinvolti nei processi di riforma, a partire da quelli interessati al riordino delle funzioni delle province”. “All'affermazione del Ministro dovranno seguire altri provvedimenti, atti concreti e non solo ennesimi annunci effetto, per: garantire la certezza occupazionale ai circa 2.000 precari a tempo determinato che lavorano nei Centri per l'impiego e negli altri servizi delle province; garantire la certezza occupazionale anche per i dipendenti di quelle province (da 30 a 40) che a seguito degli ennesimi tagli previsti dalla legge di Stabilità andranno in default; garantire la certezza occupazionale per i dipendenti (circa 50 mila) delle società partecipate dalle ex province, il cui rapporto di lavoro rischia di essere interrotto o concluso a causa delle nuove e limitate funzioni delle province. E oggi nell’ambito delle iniziative di mobilitazione in corso sulla grave situazione delle Province, le Segreterie Regionali della Toscana hanno organizzatoe, in coincidenza della seduta dell’Osservatorio Regionale un presidio sit‐in dei lavoratori delle Province Toscane a Firenze. L’appuntamento è alle 15 di fronte alla Sede della Giunta regionale Toscana., Piazza Duomo 10. Per la Funzione pubblica Cgil ci sarà Debora Giomi, per la Cisl, Marco Bucci e per la funzione pubblica Uil, Paolo Becatini. Sugli esuberi e il rischio licenziamenti scrive oggi Gianni Trovati sul Sole 24 ore (p. 6), “Nuove province, ecco la mappa degli esuberi”. De Masi: Camusso, salvare azienda simbolo della lotta alla 'ndrangheta "I lavoratori della De Masi di Gioia Tauro stanno facendo lo sciopero della fame, un gesto estremo deciso a poche settimane dalla chiusura della fabbrica e dal loro licenziamento". Così Susanna Camusso, segretario generale della Cgil, è intervenuta sulla difficile vertenza dell'azienda calabrese, su cui la prossima settimana si riunirà un tavolo tecnico al ministero dello Sviluppo Economico. "Il sindacato, la Cgil, più volte ha sollecitato un intervento delle istituzioni per salvare un'azienda simbolo della lotta alla 'ndrangheta. Dopo aver resistito alle minacce e agli attacchi della criminalità organizzata ‐ prosegue Camusso ‐ un imprenditore coraggioso e i suoi 150 dipendenti rischiano di pagare il prezzo altissimo della chiusura e della perdita del posto di lavoro". "La vertenza De Masi non è solo un simbolo, ma una realtàche parla di riscatto dalla 'ndrangheta, di dignità del lavoro, di determinazione. È una storia personale e collettiva che parla di onestà e pulizia morale e che ora rischia di finire con una rinuncia, una resa. Le istituzioni tutte ‐ conclude il segretario generale della Cgil ‐ devono al più presto intervenire per tutelare l'occupazione, la capacità imprenditoriale della parte migliore del Paese e dare forza e speranza a chi combatte ogni giorno per il lavoro, la legalità e la giustizia". Previsto per questa settimana un incontro che potrebbe sbloccare la situazione. ANALISI, COMMENTI E INTERVISTE Sullo scontro interno al Pd da segnalare su La Stampal’intervista a Stefano Fassina(p.4), “Il segretario ha confermato l’indisponibilità ad ascoltare” e quella ad Arturo Parisi: “L’Ulivo era un sogno, ma il tempo l’ha perso l’Italia” (p.5). Su Repubblica, sempre a proposito di Pd, scrivono Stefano Folli, “In cerca di lealtà per frenare il Cavaliere” e Filippo Ceccarelli, “L’armistizio del Buon Natale”. Sul Messaggero scrive Giovanni Sabatucci. Ancora dalla Stampa da segnalare l’intervista al professor Martin Ravallion, uno dei massimi esperti mondiali sui temi della povertà: “Il mondo è meno povero, ma troppo diseguaglianza sta frenando lo sviluppo”. Sulla situazione politica in Europa Angelo Panebianco firma l’editoriale del Corriere della Sera: “La matita rossa di Juncker”. Sull’Europa da segnalare da Repubblica l’intervento di Mariana Mazzucato, “L’Europa ha una banca, la usi per la crescita”. Sul Messaggero due pagine dedicate al sistema delle mazzette messo in atto dalla mafia romana. “Fondi neri e fatture truccate, la mafia romana pagava così”. (pagine 6 e 7). Grande attenzione alle notizie e alle inchieste sulla mafia romana anche sul Fatto Quotidiano che dedica all’argomento quattro pagine e il titolo di copertina, “Cloaca massima”. IN AGENDA Oggi Roma. Cgil nazionale, sala Di Vittorio, Corso Italia 25, ore 9,30. Attivo “Lavoro e Società. Partecipa il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Domani Roma. Cgil nazionale, sala Santi, Corso Italia 25. Ore 9,30. Convegno “Per il diritto a una vecchiaia serena. Cambiare la legge Fornero per un sistema previdenziale equo e sostenibile”. Partecipa il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica. Roma. Auditorium Parco della Musa, ore 14. Congresso nazionale Legacoop. “Codice coopertaivo, fare l’impresa del nuovo millennio”. Partecipa il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso. Mercoledì Roma. Cgil nazionale, Corso Italia 25. Si riunisce il Direttivo nazionale della Cgil Roma. Cgil Roma e Lazio, sala Fredda Via Buonarroti 12. Ore 16. Dibattito: “C’è un avvenire per la sinistra?”. Partecipa il segretario confederale della Cgil, Franco Martini. Giovedì Roma. Cgil nazionale, Corso Italia 25. Seconda giornata di riunione del Direttivo nazionale Venerdì Ancona. Cgil Marche, sala D’Antona, via Primo Maggio, ore 9. Master Cgil Marche, Associazione Bruno Trentin su diritti, rappresentanza e tutele. Partecipa il segretario confederale della Cgil, Gianna Fracassi. Mattinale chiuso alle 7.25. Rassegna stampa completa in intranet sul portale Cgil dalle 10,30.