Giovani al servizio della legalità
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Giovani al servizio della legalità
36 D OT TO RI C OM M E R C I A L I STI Venerdì 4 Novembre 2011 A Caserta, l’11 novembre, un convegno organizzato dal coordinamento Molise-Campania Giovani al servizio della legalità Ma al Sud essere dottori commercialisti è molto più rischioso DI MARCO STABILE COORDINATORE MOLISECAMPANIA S ono circa 75 mila le aziende della provincia di Caserta, di queste circa il 20% controllate direttamente dalla camorra o sotto la sua influenza indiretta, secondo le stime più recenti. Un numero ancor più allarmante se si considera che il restante 80% ne è vittima direttamente attraverso il fenomeno dell’estorsione e indirettamente attraverso le distorsioni della concorrenza che le imprese camorristiche creano. Le inchieste della procura di S. Maria C.V. quale Spartacus 1 e Spartacus 2 hanno fatto luce sulla dimensione e sulla forza del fenomeno camorristico nel territorio casertano, il romanzo di R. Saviano Gomorra lo ha fatto conoscere al grande pubblico; l’aspetto più inquietante che viene fuori è il profilo organizzativo della camorra sempre più presente nel tessuto imprenditoriale: le organizzazioni mafiose, come quella dei Casalesi, si pongono come sistemi in grado di misurarsi con le opportunità che la globalizzazione e i processi di finanziarizzazione offrono, attraverso la movimentazione di consistenti flussi di denaro ed il controllo di intere aree del tessuto produttivo; l’infiltrazione dei capitali di origine illecita nel sistema economico legale consente loro di collocarsi sul mercato in posizioni di assoluto favore, agendo contemporaneamente nel mercato criminale e in quello legale e costituendo, nello stesso tempo, una minaccia per la sicurezza e l’ordine pubblico, oltre che per il sistema economico; questa situazione sfavorisce gli operatori legali, ma soprattutto determina la creazione di un circuito perverso in ragione del quale la disponibilità di capitali criminali investiti in imprese legitti- LE UNIONI DEL MOLISE E DELLA CAMPANIA UGDCEC di Avellino – Presidente Armando Acerra UGDCEC di Benevento – Presidente Stefano Bardari UGDCEC di Campobasso – Presidente Lorenzo Cerio UGDCEC di Caserta – Presidente Gennaro Ciaramella UGDCEC di Napoli – Presidente Francesco Ortello UGDCEC di Nocera Inferiore – Presidente Antonio Pirozzi UGDCEC di Nola – Presidente Agostino Rizzo UGDCEC di Salerno – Presidente Annalisa De Vivo UGDCEC di Torre Annunziata – Presidente Raimondo Olmo me indebolisce le imprese legali rendendole facile preda dell’imprenditore criminale e predisponendo tutti gli elementi per un monopolio criminale in alcune aree. Un processo, questo, che può essere addirittura rafforzato dalla difficoltà dell’impresa legale di accedere al credito e quindi dalla sua necessità di ricorrere a capitali illeciti at- Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili Coordinamento Regionale UGDCEC Campania - Molise Unione Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Caserta CONVEGNO REGIONALE CAMPANIA-MOLISE I rischi professionali del giovane dottore commercialista nei rapporti con il nostro territorio 11 novembre 2011 ore 8.30 Reggia di Caserta – Scuola Superiore di Pubblica Amministrazione PROGRAMMA 08.30 REGISTRAZIONE PARTECIPANTI 09.00 SALUTI Pio Del Gaudio, Sindaco di Caserta; Paolo Romano, Presidente Consiglio Regionale della Campania; Pietro Raucci, Presidente dell’Odcec di Caserta; Eleonora Di Vona, Presidente Ungdcec; Marco Stabile, Coordinatore Regionale Ugdcec Campania - Molise; 2° RELAZIONE CRITICITÀ DEL GIOVANE DOTTORE COMMERCIALISTA NEI RAPPORTI CON LE IMPRESE CRIMINALI Vincenzo Laudiero Dottore Commercialista in Napoli, Presidente del Collegio dei Probiviri Ungdcec. TAVOLA ROTONDA Modera: Giovanni Capozzi, Redattore Capo de “Il Denaro” Intervengono: Vincenzo Bove, Presidente Giovani Imprenditori Confindustria Caserta; Raffaele Cantone; Gennaro Ciaramella, Presidente Ugdcec di Caserta; 1° RELAZIONE ASPETTI CRITICI E GENERALI DELL’IMPRESA CRIMINALE Raffaele Cantone Giudice della Suprema Corte di Cassazione, già Sostituto Procuratore presso la DDA di Napoli Gennaro Ciaramella; Luigi Del Vecchio, Ten. Col. Guardia di Finanza, Sez. Polizia Giudiziaria della Procura di Napoli; Pasquale Giuliano, Presidente della XI Commissione Permanente del Senato - Lavoro e Previdenza; Maurizio Pollini, Presidente Provinciale Confesercenti Caserta. La partecipazione al convegno è gratuita e attribuirà 4 crediti formativi traverso l’usura. La conclusione frequente di tale processo è l’acquisizione, da parte della camorra, dell’impresa che non riesce a pagare le rate del prestito usurario; con il presumibile risultato di ingrossare le fila delle imprese nelle quali far confluire i proventi illeciti da riciclare, alimentando ancora il circuito perverso. La camorra, quindi, partendo dal riciclaggio, che rappresenta il momento in cui le mafie entrano in contatto con i circuiti legali dell’economia e della finanza, ha decisamente fatto un salto di qualità, ed in questo passaggio dalle attività tradizionali (estorsione, prostituzione, traffico stupefacenti ecc.) a quella dell’impresa «legale» evidentemente ha beneficiato del supporto di intelligenze e professionalità varie: la gestione di operazioni aziendali e finanziarie complesse presuppone la presenza di professionalità quali quelle di commercialisti, avvocati e notai che devono intervenire nelle diverse fasi dei processi d’impresa. I rapporti della Dda evidenziano come il ruolo dei cosiddetti «colletti bianchi» sia sempre più strategico nell’evoluzione e nella crescita imprenditoriale della camorra, ma molto spesso si è assistito da parte degli organi inquirenti ad una troppo facile assimilazione di responsabilità tra coloro che gestiscono le imprese mafiose e i professionisti che svolgono la propria attività professionale per tali imprese. Molto spesso il dottore commercialista si trova inconsapevolmente a relazionarsi professionalmente con imprese direttamente o indirettamente controllate dalla camorra; troppo spesso in questo territorio il dottore commercialista è costretto ad abbassare la linea di alert: in un territorio come quello casertano, l’illegalità è talmente diffusa che le differenze tra imprese sane e imprese della camorra tendono a ridursi e i contorni a sfumarsi; troppo semplice e troppo semplicistico è affermare che il commercialista possiede gli strumenti per individuare le imprese marce e segnalarle alle autorità competenti; se fare impresa legale è quindi quanto mai difficile e pericoloso in questo contesto, svolgere l’attività del dottore commercialista lo è non di meno; i rischi, inoltre, aumentano per i giovani professionisti ossia quelli che hanno un minor bagaglio di esperienza e penalizzati dalla difficoltà di acquisire nuovi clienti; troppo semplicistico è pensare che un commercialista under 40 del casertano debba allontanare dal proprio studio un cliente «sospetto» ma che sicuramente garantisce il pagamento di laute parcelle, quando il suo reddito medio annuale è di 15.744,00 (fonte: IRDCECrapporto 2011 – O.D.C.E.C); troppo semplicistico, per chi non vive tale realtà e non conosce l’angoscia dell’intimidazione, è affermare che il dottore commercialista dovrebbe effettuare le segnalazioni per l’antiriciclaggio; e infine troppo semplice è, da parte di alcuni organi inquirenti assimilare la posizione del commercialista a quella di un soggetto colluso alla Camorra. Un momento di riflessione e di sensibilizzazione sul ruolo del dottore commercialista nel territorio della Camorra e di tutti i territori controllati dalla mafia si propone il Convegno del prossimo 11 Novembre organizzato dall’U.G.D.C.E.C. di Caserta presieduta dal dott. Gennaro Ciaramella. «Vogliamo far luce», spiega Ciaramella, «sulla condizione di enorme disagio che i giovani colleghi vivono nell’espletare la professione nel territorio casertano e su come quotidianamente devono districarsi dai pericoli connessi a un tessuto imprenditoriale controllato dalla camorra; vogliamo», aggiunge, «avviare un percorso di dialogo istituzionale con Confindustria, le altre associazioni imprenditoriali, la prefettura, gli organi di polizia, le associazioni come Libera e la Provincia, finalizzato alla creazione di sinergie e alla individuazione di strumenti operativi di contrasto al fenomeno; siamo, conclude Ciaramella, pronti, come categoria, a fare la nostra parte insieme agli altri attori del territorio, mettendo a disposizione della comunità le nostre professionalità e le nostre capacità, perché l’unico modo per vincere questa difficilissima guerra è non rimanere da soli». © Riproduzione riservata Pagina a cura dell’