La sensibilità e l`ironia nel «Viaggio Sentimentale»

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La sensibilità e l`ironia nel «Viaggio Sentimentale»
Mario Lisippo
La sensibilità e l’ironia nel «Viaggio Sentimentale»
di Sterne e Foscolo
“Io pensavo alle ombre di Sterne e Foscolo, che forse non avrebbero saputo
figurarsi un «viaggio sentimentale» in America […]
a me è toccato arrivare a Chicago per scoprire l’Europa;
non come idea, ma come realtà di sentimento”.
Giuseppe Antonio Borgese
Yorick1, viaggiatore sensibile
L’immaginazione letteraria settecentesca è ossessionata, a metà secolo, dalla duplice
figura del viaggio formativo, o di esperienza, e del viaggio immaginario, o di ricerca, alimentati entrambi dalla curiosità culturale e geografica, stimolo inquietante a una fuga
nel mondo che mescola la promessa della conoscenza a un’anticipazione di vanità2.
Il Sentimental Journey di Sterne si colloca così all’interno di un genere letterario che
in Gran Bretagna era ben affermato già all’inizio del Settecento. Viaggiare per l’Europa
era un’abitudine consolidata delle élites benestanti: si partiva per motivi di salute (come
fece lo stesso Sterne), o per piacere personale. La modalità più diffusa era quella del
Grand Tour, che portava i giovani aristocratici inglesi per le strade del continente, con
l’obiettivo di completare la loro formazione culturale. La letteratura di viaggio costituiva perciò una parte fondamentale del mercato editoriale: le opere di questo genere erano
usate come libri guida per chi aveva intenzione di avventurarsi per il continente, ma erano anche diffuse fra chi non aveva i mezzi per farlo ma era comunque curioso di sapere qualcosa del mondo al di fuori della Gran Bretagna. Non è quindi da sottovalutare
l’importanza di questo tipo di letteratura nella formazione dell’immagine dell’altrove, e
quindi degli stereotipi attribuiti alle altre popolazioni europee. All’epoca la corrente artistica dominante era il neoclassicismo, l’obiettivo del viaggio era ammirare il passato
dei luoghi visitate e l’interesse per il presente era minimo.
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Protagonista del Viaggio Sentimentale e alter ego di Laurence Sterne
MARISA BULGHERONI, Il Sentimental Journey: un nuovo modello di viaggio, in Viaggio sentimentale di
Yorick lungo la Francia, Sterne, Foscolo, Milano, Garzanti Editore, 1980, p. 15.
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1
Sentimental Journey si rivela presto una satira di questa tradizione, una decostruzione dei canoni tipici dei resoconti dei viaggi nel continente. Sterne stravolge le due norme fondamentali della travel literature, la quale doveva in primo luogo descrivere le
bellezze naturali e artistiche, le tradizioni e le attività economiche dei luoghi visitati, e
in secondo luogo concedere uno spazio minimo all’autore, che doveva parlare il meno
possibile di sé e degli effetti del viaggio sulla sua persona. Nella letteratura tradizionale
la soggettività dell’autore era nascosta dietro la pretesa di dare un resoconto che fosse il
più possibile oggettivo e completo: non si dava importanza allo sguardo dell’autore come filtro di selezione sulla realtà.
Nella prefazione (posta volutamente al VII capitolo dell’opera) Yorick dà una sua
personale classificazione dei vari tipi di viaggiatori e dei motivi che li portano a lasciare
la Gran Bretagna. Egli individua tre cause principali che possono spingere qualcuno ad
avventurarsi verso sud:
Infirmity of body,
Imbecility of mind, or
Inevitabile necessity3.
Fanno parte delle prime due categorie coloro che viaggiano spinti da orgoglio, curiosità, vanità o ipocondria (spleen), mentre nel terzo gruppo troviamo coloro che sono in
esilio e gli studenti che intraprendono il Grand Tour. Yorick aggiunge poi una quarta
categoria, quella di coloro che viaggiano per motivi molto più semplici dei precedenti (e
ironicamente aggiunge che è una classe così piccola che quasi non meriterebbe attenzione): queste persone sono definite simple travellers. Da queste osservazioni Sterne ricava la seguente classificazione:
Idle Travellers,
Inquisitive Travellers,
Lying Travellers,
Proud Travellers,
Vain Travellers,
Splenetic Travellers.
Then follow the Travellers of Necessity,
The delinquent and felonious Traveller,
The unfortunate and innocent Traveller,
The simple Traveller,
And last of all (if you please) the Sentimental Travel (meaning thereby myself) who have travelled,
and of which I am now sitting down to give an account – as much of Necessity, and the besoin de Voyager, as any one in the class4.
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LAURENCE STERNE, A sentimental journey through France and Italy, London, Penguin books, 2001 p.12.
LAURENCE STERNE, A sentimental journey through France and Italy, cit., p. 12-13
2
Yorick si stacca (anche graficamente) da ogni tipologia precedente e ne individua
una nuova, quella del viaggiatore sentimentale, di cui è l’unico rappresentante: non c’è
da stupirsi se evade sia dalla forma sia dai contenuti della letteratura di viaggio tradizionale.
La satira è diretta soprattutto contro un’opera, Travels through France and Italy di
Tobias Smollet, pubblicata nel 1766. L’autore, come Sterne, intraprese un viaggio per il
continente a causa delle sue condizioni di salute, e poi ne scrisse il resoconto in forma
epistolare. Se dovessimo collocare la voce narrante del libro, che appare anonima e che
Yorick chiama ironicamente Smelfungus5, nella classificazione dei tipi di viaggiatori,
farebbe sicuramente parte della categoria degli splenetic travellers. Il viaggio di Smelfungus è un continuo lamento riguardo a tutto ciò che incontra sulla sua strada: ci dice
per esempio che odia la cucina francese e detesta l’aglio e che le pensioni inglesi sono
disgustose ma quelle francesi sono molto peggio. Inoltre critica le opere d’arte in cui
s’imbatte, solitamente tanto apprezzate dai viaggiatori.
Egli esprime una forte resistenza nei confronti delle culture con cui entra in contatto:
già prima di partire, è convinto della sua superiorità e non fa altro che confermare i pregiudizi che ha portato con sé dalla Gran Bretagna. Egli sa già come ci si deve comportare, cosa gli piace e cosa invece no, e il contatto con la cultura francese e italiana non sarà un’occasione per mettere in discussione queste idee attraverso il confronto, ma sarà
solo una possibilità di confermare ulteriormente ciò di cui è già convinto. La personalità
di Smelfungus è rigida, chiusa, esattamente opposta a quella porosa e sensibile di Yorick, propensa invece a scoprire nuovi costumi e ad imparare da essi: il primo è estremamente intollerante, il secondo invece ha una forte volontà di adattarsi.
Viaggiare sentimentalmente significa insomma andare a cercare nuovi stimoli che
possono arricchire la personalità del viaggiatore, che quindi diventa il centro, l’oggetto
principale della narrazione: se prima il soggetto che compiva il viaggio non pareva avere molta importanza, ora è diventato protagonista. La sensibilità gioca perciò un ruolo
fondamentale: il contatto con la realtà straniera passa per i sensi di Yorick, che non “registrano” tutto ciò che egli vive ma solo alcune esperienze che lo colpiscono particolarmente e restano impresse nella mente. E in questa prospettiva gli episodi che vale la pena narrare non sono mai quelli tipici della letteratura tradizionale:
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Il narratore non è da indentificarsi totalmente con Smollet, ma deve essere considerato un personaggio
parzialmente fittizio: infatti il viaggio così come è narrato nel libro non corrisponde a quello intrapreso
dall’autore. È quindi possibile affermare che il rapporto Smollet-Smelfungus è paragonabile a quello
Sterne-Yorick.
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Yorick non è mai colpito, per esempio, dalla visione di monumenti storici, imponenti
palazzi o opere artistiche; contrariamente ai suoi predecessori, mette in primo piano le
persone rispetto all’arte: quest’ultima è solo una rappresentazione della realtà, e non ha
senso fissarsi su di essa quando si ha davanti “l’originale”. Lo scopo del suo viaggio è
quello di ricreare un contatto con le persone che gli sveli l’unicità della natura umana,
andando oltre gli stereotipi e le differenze nazionali, ma che allo stesso tempo gli permetta di raffinarsi, cercando di apprendere il meglio dei costumi stranieri.
Il viaggiatore sentimentale non va alla ricerca dei suoi connazionali, ma vuole incontrare degli stranieri, non è interessato tanto alle cose in comune fra Inghilterra e Francia,
quanto alle differenze fra le due nazioni. E queste differenze, secondo lui, non emergono dai rituali di stato, ma dagli eventi che scaturiscono dagli incontri con le persone, anche se a prima vista potrebbero sembrare trascurabili. Un episodio significativo da questo punto di vista è quello intitolato The wig, Paris (capitolo XXXI). Yorick va da un
barbiere per farsi sistemare la parrucca, ma questi gli consiglia di comprarne una nuova,
e quando gli viene chiesto se il riccio di questa nuova parrucca terrà, egli risponde:
- You may immerge it – replied he – into the ocean, and it will stand. 6
Questa semplice frase presa dal mezzo di una conversazione mette in evidenza secondo
Yorick una grande differenza fra francesi e inglesi: l’amore per la magniloquenza dei
primi contrapposto al pragmatismo dei secondi. Il barbiere parigino pensa all’oceano
per provare la resistenza di una parrucca, uno londinese, secondo Yorick, avrebbe al
massimo avuto l’idea di andare nel retrobottega a prendere un secchio d’acqua per effettuare la prova. Certo l’immagine dell’oceano è molto più affascinante di quella del secchio, ma dato che a nessuno verrebbe in mente di partire da Parigi e raggiungere
l’oceano per testare la qualità di una parrucca, Yorick conclude che «The French expression professes more than it performs»: la magniloquenza tipica dei francesi promette più di quanto in realtà può ottenere. Attraverso un episodio breve, trascurabile, il
viaggiatore sentimentale nota un’importante differenza fra due popoli.
Il viaggio sentimentale può essere così considerato un nuovo tipo di viaggio di formazione, profondamente diverso dal Grand Tour: quest’ultimo era un’occasione per
ampliare la propria erudizione, mentre per Yorick la crescita intellettuale consiste
nell’ampliamento della comprensione della natura umana, che avviene attraverso il contatto con gli altri. La sensibilità assume quindi anche una funzione educativa.
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Trad. it. “Potresti immergerlo [il riccio della parrucca] anche nell’oceano e reggerebbe”. LAURENCE
STERNE, A sentimental journey through France and Italy, cit., p. 48
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Ma il viaggio di Yorick è anche “donchisciottesco”. È un viaggio a metà strada fra
reale e immaginario, è sia per le vie della Francia che nella mente del protagonista. I riferimenti all’opera di Cervantes sono numerosi: la scena dell’uomo che piange l’asino
morto è molto simile a quella di Sancho che piange per il suo, Yorick si paragona al
“cavaliere dalla trista figura”, e la coppia Yorick-La Fleur ricorda molto quella di Don
Chisciotte-Sancho. Il cavaliere di Cervantes aveva una percezione incantata della realtà
che gli permetteva di scovare l’avventura cavalleresca in un contesto familiare; allo
stesso modo Yorick scova negli episodi quotidiani e apparentemente trascurabili del
viaggio degli eventi prodigiosi.
Sicuramente la grande innovazione di Sentimental Journey sta nel fatto di aver spostato il viaggiatore al centro dell’attenzione, sicché la narrazione del viaggio dipende
dalla sua percezione della realtà. La mente dell’uomo sconvolge qualsiasi legge di proporzione “neoclassica”: le piccole cose apparentemente banali in quest’opera si espandono all’infinito.
Il contributo di Ugo Foscolo e la figura sterniana di Didimo Chierico
Il Settecento fu il secolo che vide il fiorire del mercato editoriale e le opere letterarie
circolavano per tutta Europa con una velocità senza precedenti. Perciò si traduceva molto e rapidamente, per stare al passo coi ritmi della nuova editoria. Si poneva allora il
problema di come si dovesse comportare un traduttore: in che misura egli poteva intervenire sull’originale, modificandolo a suo piacimento? La questione riguardava principalmente la traduzione dei classici, o comunque di opere di un passato più prossimo ma
considerate di dignità artistica: si trascuravano i problemi riguardanti la letteratura contemporanea, e in particolare il romanzo, considerato solo un genere d’intrattenimento.
Al pubblico non interessava che le traduzioni fossero fedeli all’originale. ma generalmente queste erano affidate a persone poco competenti, che spesso non conoscevano a
fondo la lingua dalla quale traducevano e che non si creavano problemi nell’operare
modifiche per avvicinare l’opera al gusto diffuso dell’epoca. In Italia poi, data la scarsissima diffusione della conoscenza dell’inglese, le opere britanniche giungevano generalmente attraverso la traduzione in francese, allontanandosi quindi ancora di più
dall’originale.
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Già dal 1805 però Foscolo manifesta l’esigenza di accompagnare la traduzione di
quel “libricciuolo tutto nuovo e desunto da’ ripostigli del cuore umano”7 con qualcosa
di originale. Egli dapprima pensa di aggiungere delle note riguardanti il suo viaggio in
Francia (les folies, les opinions, les souvenirs, les remarques de Mr. Foscolo en France8), ma presto decide di creare un alter ego a cui affidare queste note. E per questa ragione crea il personaggio di Nathaniel Cookman, un ufficiale irlandese, prigioniero di
guerra a Valenciennes durante la rivoluzione, che è riuscito a scappare e ha passato in
Francia due anni di pace. Foscolo intendeva fingere di avere avuto una copia di Sentimental Journey dell’irlandese, sulla quale erano appuntate delle note riguardanti i costumi francesi del periodo post rivoluzionario. Egli voleva così mettere in piedi una sorta di confronto tra la Francia del viaggio di Sterne e quella conosciuta da lui, accompagnando la traduzione «con un tometto di note tradotte dall’inglese – note bizzarre e
frizzanti intorno a’costumi nostri e francesi di Nataniele Cookman irlandese – né furono
tradotte mai in Italia, né in Francia, ch’ io sappia»9. Il progetto però si ridimensiona drasticamente e le note apposte alla traduzione saranno perlopiù prese dal commento che
accompagnava la traduzione francese di Paulin Crassous10.
Ma queste note non sembrano sufficienti a dare un contributo originale al libro: Foscolo deve deviare su un altro obiettivo la sua esigenza di originalità, e perciò recupera
Didimo Chierico, già suo prestanome per L’Ipercalisse (1810). Quindi, pare a ridosso
della stampa, Foscolo compone la Notizia intorno a Didimo Chierico, pubblicata come
appendice al Viaggio. Sembra che inizialmente egli pensasse di scrivere un vero e proprio libro sul personaggio, dal titolo sterniano Delle Opinioni, degli Scritti e della Fortuna di Didimo Chierico – Libri tre, ma è molto probabile che Foscolo non sia andato
oltre al titolo e alla stesura di un abbozzo di prefazione e si sia presto arreso di fronte alla difficoltà di scrivere un’opera così lunga e impegnativa. Decise quindi di affidarsi ad
una molto più sintetica ma completa Notizia. Anche Didimo, proprio come Yorick, è un
personaggio intertestuale (oltre che traduttore del Viaggio è autore dell’Ipercalisse e del
Liber Memoralis). Foscolo mette in piedi così un intricato gioco di specchi: come Sterne
si rispecchia e si confonde con Yorick, egli si rispecchia e confonde con Didimo. E crea
7
Lettera a Francesco Tognetti del 3 ottobre 1813 (da UGO FOSCOLO, Epistolario, IV, a cura di P. Carli,
Firenze, Le Monnier, p. 384.
8
Lettera del 25 ottobre 1805 a Amélie Bagien ( Epistolario, II, cit., p. 86)
9
Introduzione a LAURENCE STERNE, Viaggio Sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, Milano, BUR,
1994, p.26; lettera a F. Arrivabene dell’aprile 1807 ( Epistolario, II, cit., p. 194.
10
Voyage sentimental du Sterne, suivi del lettres d’Yorick à Elisa. Tradution nouvelle par Paulin Crassous, accompagnée de notes historiques et critiques, Paris, Didiotn An. IX (1801), da Introduzione a LAURENCE STERNE, Viaggio Sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, cit., nota a p. 26
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il tutto grazie anche ad un gioco riguardante gli epigrammi di questi personaggi. La traduzione si chiude con una nota che spiega che il viaggio si è interrotto a causa della
morte di Yorick, che giace a Londra presso una lapide che dice:
QUI-PRESSO | RIPOSA-IL-CORPO | DEL-REVERENDO-LORENZO-STERNEM.A. | MORTO-L’ANNO-MDCCLXVIII | DELLA-E. S. LIIII11. Ma Yorick, secondo
quanto sta scritto in Tristram Shandy12 , dovrebbe essere sepolto nel cimitero della sua
chiesa: scambia quindi l’autore con il suo personaggio. Analogamente, la Notizia si
chiude con l’epitaffio che Didimo aveva preparato per sé: DIDYMI-CLERICI | VITAVIRTUS-OSSA | HIC-POST-ANNOS- +++ | CONQUIESCERE COEPERE13, che è il
ricalco da quello che in una lettera del 22 agosto 1812 alla Teotochi Albrizzi, Foscolo
aveva indicato come il proprio. Abbiamo, dunque, un gioco in cui i personaggi reali e
fittizi tendono a confondersi: nella traduzione Foscolo aggiunge ambiguità
all’ambiguità, affiancando la coppia Sterne-Yorick con quella formata da se stesso e
Didimo.
Così come Yorick non era il solo alter ego di Sterne (l’altro è ovviamente Tristram
Shandy), Didimo non è l’unico di Foscolo: anzi è l’alternativa e il superamento di Jacopo Ortis. Quest’ultimo rispecchiava principalmente la personalità del giovane Foscolo,
con le sue aspirazioni e i suoi desideri di bellezza e libertà che però si scontrano con la
realtà: Jacopo è mosso da valori assoluti in opposizione alla mediocrità della vita sociale, ma la tensione distruttiva che deriva da questi due poli lo rende talmente inquieto da
spingerlo al suicidio. Dopo l’impegno civile della giovinezza segnato più da delusioni e
sconfitte che da riconoscimenti, Foscolo tende al ripiegamento e al disincanto. Il sistema ortisiano entra progressivamente in crisi, con il suo eroismo estremo e autodistruttivo, lasciando il posto ad un atteggiamento ironico e distaccato, se non addirittura irridente e cinico: il ritratto di Didimo raccoglie e organizza questa nuova fisionomia ideologica.
Il passato di Didimo, come quello di Foscolo, è ricco di impegno e passione: egli non
lo rinnega ma se ne distacca. La rinuncia è causata dalla sfiducia nella realizzabilità degli ideali politici piuttosto che dalla sfiducia negli ideali stessi. Niente avrà più per lui la
qualità di verità e certezza: anzi l’unico valore sarà quello della demistificazione di ogni
valore. La tensione sublime di Jacopo si converte in un progetto che esclude consape-
11
Laurence Sterne, Viaggio sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, BUR, p. 385
Primo alter ego di Laurence Sterne nel romanzo eponimo e precursore del Viaggio Sentimentale
13
Laurence Sterne, Viaggio Sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, BUR, nella Notizia intorno a
Didimo Chierico, p.403
12
7
volmente i furori ideali della soggettività, e che guarda al mondo secondo la lente di “una nuova specie di ironia, non epigrammatica, né suasoria, ma candidamente e affettuosamente storica”14. E questa ironia, ereditata direttamente da Yorick diventa la formula
in cui si racchiude l’alternativa all’Ortis: Foscolo rinuncia alle proprie illusioni giovanili
e l’antico disprezzo per i vizi e le piaghe della società si trasforma in un riso sonoro e
creativo.
Al sistema tragico dell’Ortis si affianca così il sistema ironico di Didimo, e questa ironia ha chiare radici sterniane. Già nell’Ortis si può individuare un personaggio “didimeo”: si tratta di Lorenzo Alderani, colui che raccoglie le lettere di Jacopo. Egli è il lettore modello dell’epistolario, poiché è capace di intendere la virtù dell’esperienza luttuosa dell’Ortis, assumendo però un punto di vista distaccato. Il nome, con il quale lo
stesso Foscolo firmò alcune lettere reali, sembra proprio rimandare a quello di Laurence
Sterne, e nel personaggio troviamo una visione relativistica e un certo distacco ironico
tipici dello scrittore inglese. Didimo è un’evoluzione di questa figura, che - guarda caso
- appare proprio come traduttore del Sentimental Journey. Nel saluto al lettore egli attribuisce all’autore del testo che ha tradotto, prima per sé e poi per i suoi lettori, la consapevolezza che «un sorriso possa aggiungere un filo alla trama brevissima dell’esistenza»
e insieme che «ogni lacrima insegna a’ mortali una verità»15. La coppia sorriso-lacrima
rispecchia quella Didimo-Ortis e Yorick, in quanto “buffone tragico”, sembra essere una
sorta di figura di raccordo fra i due atteggiamenti.
Conclusioni
Il grande merito di Foscolo è stato quello di aver capito, districando la fitta rete di riferimenti alla contemporanea letteratura di viaggio, che Sentimental Journey è fortemente ironico nei confronti del costume settecentesco del Grand Tour. Il capitolo XVII,
riguardante la critica ai due splenetic travellers Smelfungus e Mundungus è un elemento centrale del volume, perché svela l’intento satirico dell’opera. Foscolo lo intuisce e
spiega in nota chi sono questi personaggi: definisce il primo «scrittore amaro e rigidamente tristo, e tanto malcontento di tutti» e il secondo «anima irrigidita dall’arte e forse
anche dall’opulenza»16. E la figura di Didimo Chierico sembra rispecchiare la filosofia
14
Laurence Sterne, Viaggio Sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, BUR, nella Notizia intorno a
Didimo Chierico, p.394
15
Laurence Sterne, Viaggio Sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, BUR, p.73
16
LAURENCE STERNE, Viaggio Sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, Milano, BUR, pp.143-145
8
del sentimental traveller, che rifiuta gli itinerari canonici, è ostile a qualsiasi atteggiamento splenetic e fa del pellegrinare la sua scelta di vita.
Ciò detto, si può affermare che quella di Foscolo non sia una semplice traduzione ma, come nelle sue intenzioni, un’opera “mezza sua e mezza del parroco Sterne”.
L’avvertenza ai lettori, il ricco apparato di note e la Notizia in appendice, che si vanno
ad affiancare al puro testo tradotto, non possono essere trascurati, perché indirizzano
fortemente la comprensione del testo in una direzione prima d’allora inesplorata. Probabilmente l’opera di Foscolo era troppo “moderna” per farsi strada, e non fu compresa
dai suoi contemporanei, che continuarono a guardare all’opera di Sterne come a un manuale di letteratura sentimentale e non come a una sottile e ambigua satira di essa.
Bibliografia:
FOSCOLO UGO, Ultime lettere a Jacopo Ortis, con introduzione di Walter Binni, Milano, Garzanti, 1974
STERNE LAURENCE, A sentimental Journey, con introduzione e note di Paul Goring,
London, Penguin Books, 2001
STERNE LAURENCE, Viaggio Sentimentale nella versione di Ugo Foscolo, a cura di
Gianfranca Lavezzi, Milano, Biblioteca Universale Rizzoli, 1994
STERNE LAURENCE, Viaggio Sentimentale con introduzione e note di Marisa Bulgheroni e Paolo Ruffilli, Milano. Garzanti, 1983
9