band: faun fables
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::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: NANCY ELIZABETH TITLE: BATTLE AND VICTORY LABEL: THE LEAF LABEL PAG. 1 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: NANCY ELIZABETH TITLE: BATTLE AND VICTORY LABEL: THE LEAF LABEL PAG. 2 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: NANCY ELIZABETH TITLE: BATTLE AND VICTORY LABEL: THE LEAF LABEL PAG. 3 ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: NANCY ELIZABETH TITLE: BATTLE AND VICTORY LABEL: THE LEAF LABEL PAG. 4 ONDAROCK http://www.ondarock.it/recensioni/2007_elizabeth.htm Direttamente dalle brume e dalle nebbie della “Perfida Albione” (Wigan per precisione geografica) giunge a noi la signorina Nancy Elizabeth. Dopo un Ep (“The Wheel Turning King”) uscito l’anno scorso per l’etichetta mancuniana Timbreland Recordings, firmato con il suo nome completo, Nancy Elizabeth Cunliffe, la giovane cantautrice del Lancashire ha deciso di rinunciare al proprio cognome (sostenendo che nessuno che vivesse a oltre due miglia da Wigan fosse capace di pronunciare 'Cunliffe' correttamente) e, acquistata, grazie ad una piccola somma ottenuta per un premio di composizione, una splendida arpa, forte di un contratto con la Leaf, etichetta che ha già portato alla ribalta personalità interessanti come Colleen e A Hawk And A Hacksaw, si è lanciata nell’avventura del proprio album di esordio, “Battle And Victory”. La circostanza che Nancy sia una giovane cantautrice folk, che usi l’arpa e che si rifaccia, sia esteticamente che dal punto di vista della produzione e degli arrangiamenti, agli stilemi del folk più classico, non sono certamente congiunture che l’aiuteranno ad emergere dal calderone delle infinite proposte che più o meno esplicitamente si avvicinano al folk revival odierno. Gli accostamenti ad altre artiste quali Joanna Newsom o Nina Nastasia saranno inevitabili e, tutto sommato, non completamente fuori luogo. D’altro canto, l’inevitabile mancanza di originalità è bilanciata da un’ottima capacità compositiva e un gusto per le atmosfere ricercate che, per una giovane all’esordio, appaiono piuttosto spiccate e peculiari. L’album, registrato con pochi ed essenziali mezzi, tra un vecchio cottage di pietra bianca perso nelle campagne del Galles e una grande sala nei dintorni della fredda ed industriale Manchester, si distingue per la profonda onestà delle sue canzoni, semplici e sentite, che, tuttavia, quando è necessario (come nella sfavillante “Coriander”) riescono ad osare di più grazie ad arrangiamenti piuttosto complessi ed elaborati e all’utilizzo di archi, fiati e percussioni. A cominciare dallo splendido violoncello che accompagna l’arpa in "I’m Like The Paper”, per proseguire con gli intrecci vocali che impreziosiscono l’orientaleggiante “I Used To Try”, fino alle chitarre acustiche di “The Remote Past” e all’incedere orchestrale e suggestivo della già citata “Coriander”, tutte le canzoni che compongono questo esordio, benché non particolarmente originali, come si è detto, sono molto ben arrangiate e non risultano (quasi) mai monotone. L’album, così, si sviluppa con grazia ed eleganza, benché, ogni tanto, possa affiorare, negli episodi melodicamente meno riusciti (“8 Brown Legs”, “Hey Son”) un po’ di stanchezza. “Battle And Victory” deve, in ogni caso, essere salutato come un esordio riuscito e promettente. Una piccola ed intima gemma da scoprire lentamente e con pazienza, da ascoltare nel silenzio delle prime fresche notti autunnali. LOSING TODAY http://www.losingtoday.com/it/reviews.php?review_id=4121 Con una voce a metà strada tra quelle di Madeleine Peyroux e di Sinead O' Connor, la giovane polistrumentista di Manchester Nancy Elizabeth Cunliffe ha le carte in regola per diventare più di una promessa nell'affollato panorama folk internazionale. “Battle And Victory” è un disco maturo che attinge tanto alla tradizione del folk anglosassone (Incredible String Band e Renaissance), quanto alle nuove migliori leve della scena wyrd d'oltremanica (Joanna Newsom e Espers). Il singolo che ha anticipato l'uscita dell'album, “Hey Son”, ha una spina dorsale elettrica che richiama antiche leggende anni '70, come d'altro canto anche la copertina che ricorda i disegni jap dei progster Jade Warrior. Gran parte del disco, invece, è costituito da ballate prettamente acustiche, arrangiate con cura e ricchezza di strumenti dalla stessa Nancy Eluzabeth. Dopo Colleen e Hanne Hukkleberg, un'altra stella è comparsa nel firmamento grazie alla Leaf. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: NANCY ELIZABETH TITLE: BATTLE AND VICTORY LABEL: THE LEAF LABEL PAG. 5 SENTIREASCOLTARE http://www.sentireascoltare.com/CriticaMusicale/Recensioni/2007/recensioni/NancyElizabeth.htm Nancy è una giovane ragazza inglese, originaria di Lancashire, che ha fatto il tipico apprendistato da folksinger anglosassone: una chitarra, la sua voce ed un pub. Poco più che ventenne ora approda su Leaf per un disco di debutto, che segue un EP a nome Nancy Elizabet Cunliffe. La Nostra si è vista però costretta ad abbandonare il suo cognome, perché i promoter trovavano che fosse troppo lungo per poterlo scrivere integralmente sui flyers e i banner pubblicitari. Troppo difficile anche da pronunciare correttamente. Evidentemente se gli americani hanno imparato a pronunciare “Lollobrigida” questo non vuol dire certo che il pubblico indie-rock di oggi giorno sia capace di dimostrare capacità fonetiche che vadano oltre il proprio idioma nativo. Sciocchezze per addetti al marketing, spazzate via con allegra disinvoltura dalla musica di Nancy. Con lei potremmo fare lo stesso discorso fatto non molto tempo fa per Autumn Shade, ovvero che di ugole angeliche e folksinger sensibili sono ormai pieni i megastore. Da qui la necessità di risaltare con un proprio marchio, una personalità specifica, oltre che con una capacità di scrittura convincente. Nancy si allinea per forza di cose al cantautorato folk britannico, con quella eleganza e quella raffinatezza che i nativi di Albione sembrano avere marchiati nel proprio DNA. Sono sicuro che per lei si sprecheranno i paragoni con Joanna Newsom, per il solo fatto che qualche brano è costruito con l’aiuto di un’arpa. I riferimenti di Nancy vanno invece a scavare direttamente nel passato folk britannico stabilendo, quasi con presunzione, un ponte di raccordo con le Vashti Bunyan e le Sandy Denny, mettendoci appena un pizzico di nero celtico nello stile meno pesante dei Dead Can Dance di Into the Labyrinth edi certe sortite soliste di Lisa Gerrard. Quando il cerchio si chiude alla perfezione Nancy azzecca piccoli anthem come I Used To Try, Off With Yourt Axe, e Hey Son o fascinosi e fatati paesaggi folk, come What Is Human, Lung e Electric. Rischia di essere presa sottogamba e dimenticata tra una folksinger e un’altra proprio per effetto della saturazione del mercato. Il fatto di costruirle addosso un’immagine che fa un po’ Colleen e un po’ Newsom non aiuterà di certo. Nei fatti però è molto più brava di tante altre. (7.2/10) DIRADIO http://www.diradio.it/files/index.cfm?id_rst=6&id_art=28&idr=34441 La sottrazione (degli orpelli spesso barocchi) è una delle caratteristiche e, normalmente, dei pregi del recente e prolifico, oltre ogni dire, revival folk. Quello che molto spesso fa difetto a questo fenomeno, è sicuramente la carenza di quel quid di magia fatata e lisergica che caratterizzò il folk inglese dei sixties/seventies. Quello, per intenderci, di Fairport Convention, Steeleye Span e compagnia. Questo disco, scarno e minimale, di Nancy Elizabeth, si stacca dagli altri proprio per questa caratteristica. Ed è, capirete, una bella sorpresa. Per carità, non siamo nè ai livelli inarrivabili di certe cose di allora (e sarebbe, sinceramente, chiedere troppo), nè la cifra stilistica è la stessa, ovviamente. Però, nella pletora di strumenti e gingilli usati in questa occasione, troviamo quel soffio di Grazia, quella, per l'appunto, magia che inseguiamo ancora con testardaggine nei dischi che ci ostiniamo ad ascoltare. ::: PROMORAMA ::: PRESS ::: BAND: NANCY ELIZABETH TITLE: BATTLE AND VICTORY LABEL: THE LEAF LABEL PAG. 6 VITAMINIC http://www.vitaminic.it/category/dischi/page/3/ Finisce anche l’ultima canzone. Ci stiamo ancora chiedendo come sia possibile far convergere in un unico lavoro influenze quasi antitetiche come la musica tradizionale indiana ed il post rock, facendo sembrare il tutto un disco folk di una cantante di Manchester. Bisognerebbe chiederlo a lei, Nancy Elizabeth. Se potesse, probabilmente ci risponderebbe che iniziò tutto un paio di anni fa, quando grazie ad una modesta vincita ad un concorso musicale di Liverpool, comprò un’arpa celtica che è ad oggi la caratteristica fondamentale della sua musica. Il suo primo disco, uscito in settembre per l’etichetta inglese Leaf si chiama Battle and Victory e se ad un primo ascolto potrebbe sembrare semplicemente un disco folk in piena regola, ci si accorge presto che è in realtà un piccolo diamante pieno di camaleontici riflessi. Basterebbe solo elencare la strumentazione base che Nancy suona (da sola) in quasi tutte le canzoni; oltre l’arpa celtica che vivacizza le radici d’Albione e che le regala un pò ovunque arditi accostamenti con Joanna Newsom, troviamo il dulcimer, strumento a corde tipico dell’antica musica tradizionale di mezzo mondo, il khim, l’harmonium indiano e il bouzouki, strumento greco molto simile ad un mandolino. A questi vanno aggiunti poi strumenti più convenzionali come la tromba, la fisarmonica, il piano e la chitarra. Un’infinità di suoni insoliti e particolarissimi che applicati alla forma-canzone folk e ad una voce soave e mai banale si fanno liquidi e scivolano nell’apparente semplicità delle composizioni. Traccia dopo traccia si intuiscono in controluce le influenze geografiche nascoste come citazioni tra le note, e si distinguono quindi le colorazioni armoniche tipicamente balcaniche e quelle celtiche, che in finale si trasformano in qualcosa di molto elaborato che in alcuni passaggi acquista un retrogusto decisamente postrock. Battle and Victory è un disco dalle atmosfere eteree, magiche ed evocative, che sarà un piacere assaporare nelle date italiane del tour dell’artista inglese previste per fine Novembre. IL POPOLO DEL BLUES http://www.ilpopolodelblues.com/rev/agosto2007/consigliato/Nancy-Elizabeth.html Descriviamo la musica per incroci e similitudini. Ci siamo abituati a dare ai nuovi artisti pesi e misure rassicuranti e non ce ne possiamo in fin dei conti crucciare neanche troppo quando quelli che tiriamo in ballo sono di elevata specie come accade per descrivere la esordiente Nancy Elizabeth, britannica, voce angelica, rimandi a ciò che di meglio possiamo ricordare per compostezza e rigore. Iniziamo dalla copertina con reminiscenze dei vecchi ellepi degli atmosferici Jade Warrior e siamo subito in un altro mondo. Elizabeth Frazer dei Cocteau Twins, Licorica Mc Kechnie della Incredible String Band, Annie Halsam dei Renaissance, La Shirley Collins più indaulterata sono i primi riferimenti vocali a cui la voce di Nancy Elizabeth rimanda con quel timbro largo e pastoso che si distende su musiche originali intensissime, realizzate con grande gusto per l’elettro acustico. Le atmosfere sonore ricordano il penultimo Alisdair Roberts, o i Pink Floyd di “Fat Old Sun”, Incredible String Band di “The Hangman’s Beautiful Daughter” e poi un’arpa che rimanda a un’altra arpa, a quell’arpa di cui così tanto si è parlato negli ultimi anni. Mesti corni e tromboni si incrociano con recorder e armonium, piatti cinesi e strumenti esotici - come nello strumentale “8 Brown Legs“ - contribuiscono ad accrescere la magia di “Battle & Victory”. Brani fluttuanti come “Weakened Bow” ricordano a tratti certe pieghe psichedeliche antiche ma gli arrangiamenti hanno un che di ragionato, di ben curato. Il brano conclusivo, quello che dà il titolo alla raccolta di dieci canzoni è l’esempio tangibile che quello che si chiama acid folk non vive né può vivere di invenzioni del momento.