Dalla percezione alla progettazione partecipata dello spazio
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Dalla percezione alla progettazione partecipata dello spazio
Francesca Bovino*, Arcangela Giorgio, Giovanna Spinelli Dalla percezione alla progettazione partecipata dello spazio-scuola. Una sperimentazione didattica 1. Obiettivi, metodologia e fasi del lavoro La classe IV A della Scuola Primaria “G. Rodari”, II Circolo didattico di Polignano a Mare (Bari), durante l’anno scolastico 2008-2009 è stata coinvolta in un percorso didatticosperimentale dal titolo: “Dalla percezione alla progettazione partecipata dello spazio-scuola”. Il gruppo di lavoro, composto dalle maestre Maria Lattarulo e Anna Facciolla, dalla dott.ssa Giovanna Spinelli e dalla neolaureata Francesca Bovino, è stato coordinato dalla prof.ssa Arcangela Giorgio, presidente della sezione provinciale di Bari dell’AIIG e docente di Didattica della Geografia, presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Bari. Dapprima sono stati individuati i prerequisiti degli alunni partecipanti; essi conoscevano termini e concetti relativi a superficie, area, punto cardinale, distanza itineraria, distanza in linea d’aria, paesaggio. Sono stati utilizzati i seguenti strumenti: fogli, carte, colori, metro, distanziometro e macchina fotografica. L’obiettivo generale è stato quello di rendere gli alunni capaci di leggere il territorio. Gli obiettivi specifici inerivano la comprensione dei differenti concetti di spazio (spazio fisico, rappresentativo, codificato, progettato) e del rapporto ubicazione-funzione, la capacità di costruzione e arricchimento delle mappe mentali, l’acquisizione di conoscenze inerenti la cartografia e la scoperta del valore educativo della cittadinanza. La metodologia adottata è stata quella di partire dal vicino, dal noto e dal semplice per giungere al lontano, all’ignoto e al complesso. Tra gli obiettivi che hanno arricchito anche noi docenti, vogliamo evidenziare i seguenti: - decodificare la realtà circostante non esclusivamente in base alla comprensione di un solo medium di comunicazione; - comprendere l’organizzazione logistica e amministrativa del Comune di appartenenza e il suo valore per la comunità stessa; - acquisire una più sicura e consapevole padronanza di movimento in uno spazio sconosciuto come il Municipio; - apprezzare l’apporto dell’osservazione diretta sul terreno; - acquisire la capacità di confrontare l’organizzazione di spazi diversi come lo spazio-scuola e lo spazio-municipio; - sviluppare sensibilità e senso civico di responsabilità; - scoprire le differenze nelle percezioni personali dello stesso luogo; - acquisire la terminologia specifica; - imparare a sognare per formulare proposte; - presentare soluzioni in modo da influenzare individui che possono realizzarle. I collegamenti disciplinari si sono ottenuti con l’educazione civica e la geometria: lunghezze, aree, loro misura, costruzioni geometriche con l’uso di riga, squadra e riduzione in scala. Con l’intento di fornire agli alunni una serie di proposte operative, modulate sulla base dei bisogni formativi e di apprendimento individuati nella classe, il percorso didattico è stato delineato nelle seguenti fasi (vedi tab. 1): rappresentazione grafica spontanea dell’aula; applicazione della tecnica dell’osservazione diretta dello spazio-aula e dello spazio-scuola; lezione frontale per la comprensione del concetto di spazio codificato; esplorazione percettiva dell’aula; elaborazione scritta della fase precedente; elaborazione della mappa mentale-sensoriale dell’edificio scolastico; visita presso gli uffici del Municipio del Comune di * Le tre autrici precisano che il paragrafo1 è da attribuire a G. Spinelli; il paragrafo 2 a A. Giorgio, il paragrafo 3 a F. Bovino. 41 appartenenza della scuola; applicazione della tecnica didattica dell’intervista; realizzazione di testi iconici per la progettazione propria della scuola; allestimento di una mostra finale. Con l’intento di rispettare l’ottica spaziale del bambino, la prima fase è stata caratterizzata dalla rappresentazione grafica libera dell’aula e dell’intero edificio scolastico. Questa si è rilevata molto utile per le fasi successive, nelle quali sono state effettuate le comparazioni con la pianta codificata dell’aula. Successivamente, tramite la tecnica dell’osservazione diretta, gli alunni hanno cercato di comprendere la posizione-funzione di alcuni spazi (stanza del dirigente scolastico, palestra, ecc.) e di leggere attraverso l’uso della fotografia, indirettamente il territorio circostante della scuola. In seguito, gli allievi hanno miFig. 2. L’intervista surato lo spazio della propria all’ingegnere Elsabi aula con il metro e con il diAkram, Ufficio stanziometro, uno strumento tecnico, Comune di Polignano a Mare che per mezzo del laser mi(Ba). sura la distanza pavimentoFig. 1. La carta mentale-sensoriale di un alunno della 4^A – “G. Rodari” di Polignano a Mare (Ba), a.s. 2008/2009. 42 soffitto. Grazie a queste misure, la maestra ha disegnato alla lavagna lo spazio-aula codificato. I bambini hanno poi vissuto l’esplorazione percettiva dell’aula. Questa è stata lenta e attivata con i cinque sensi. Gli allievi sono stati invitati a toccare i materiali di cui sono fatti i banchi, a camminare bendati, guidati da un compagno di classe, per prestare maggiore attenzione agli odori e ai suoni dell’ambiente circostante e per sviluppare il senso di solidarietà. Da questa esperienza sono scaturite da parte dei bambini, domande circa la provenienza dei materiali toccati e circa il percorso che i materiali hanno fatto per raggiungere il luogo del consumatore. È stato curato anche il linguaggio scritto: i bambini, infatti, hanno anche effettuato un’elaborazione scritta dell’esplorazione percettiva dell’aula, seguita dalla rappresentazione della mappa mentale e sensoriale dell’edificio scolastico. Inoltre gli allievi hanno creato la legenda di un codice di colori personale: ad ogni colore veniva abbinata una propria emozione (vedi fig. 1). In seguito la classe è stata portata presso il Municipio, per visitarne gli uffici. In particolare, la visita presso l’Ufficio tecnico è stata interessante perché ha offerto l’opportunità di studiare la pianta del proprio edificio scolastico, così come era stata depositata presso l’Ufficio anni addietro e per conoscere e riflettere sui fattori di localizzazione della scuola (vedi fig. 2). È stata così effettuata un’intervista da parte degli alunni ad uno dei responsabili dell’ufficio citato. Quest’esperienza ha costituito l’aprirsi della scuola alla comunità. È stato interessante inoltre, far conoscere ai bambini l’iter di realizzazione che l’edificio scolastico ha seguito nel tempo. Queste fasi hanno creato le basi per l’acquisizione delle prime competenze necessarie per la progettazione partecipata della scuola (vedi fig. 3), che si è rilevata libera dagli stereotipi che il mondo adulto può fornire. La spiegazione da parte di ogni bambino degli elaborati prodotti e l’allestimento di una mostra di fine anno hanno concluso i lavori (vedi fig. 4). 2. Alcune riflessioni Questa esperienza didatticosperimentale ha permesso alle insegnanti di mettere in pratica le diverse competenze geografiche, in quanto hanno utilizzato vari linguaggi. Le docenti infatti hanno sfruttato a pieno le potenzialità insite nell’insegnamento della nostra disciplina, “in perfetta sintonia con il carattere dei nostri tempi e, soprattutto utile, anzi indispensabile, per la formazione dei futuri cittadini del mondo”(Bissanti, 1993, p. 77). Il linguaggio della geo-graficità ha consentito di “affinare, sviluppare ed educare gli aspetti visivo-spaziali dell’intelligenza e della comunicazione umana” (Bissanti, 1993, p. 71). Esso è stato utilizzato per far cogliere elementi dello spazio che possono sfuggirci, permettendo di godere di tutte le possibilità di appagamento estetico e sensoriale che i luoghi offrono, sino a giungere alla comprensione emozionale di un luogo. Le mappe mentali dello spazio vissuto hanno dimostrato di essere molto eloquenti rispetto allo stile di vita degli alunni e al nostro sistema valoriale; queste sono state costruite in classe anche a distanza di tempo, hanno subito modificazioni continue, provocate dal pensiero proprio e altrui, dal confronto con mappe simili o diverse, dall’arricchimento dell’informazione e dell’esperienza. L’itinerario didattico è diventato anche problematico, nel senso che ci ha invitato a porci ulteriori domande. Abbiamo così scoperto che avremmo trovato risposte, soltanto cercando nuove informazioni, attuando la ricerca sul terreno e confrontando altre carte. La costruzione delle mappe mentali ci ha consentito, inoltre, di riflettere sulla dominanza della rappresentazione di tutto ciò che è visibile, tangibile e statico, mentre tutto ciò che è invisibile, intangibile e dinamico viene spesso trascurato. Infatti, un’immagine del nostro mondo, percepita soprattutto attraverso il senso della vista e del tatto, suggerisce la costruzione di mappe mentali dominate dagli aspetti materiali e fisici dell’ambiente, e sono questi che generalmente tendono ad essere trasferiti sulle mappe. Con la costruzione delle mappe sensoriali e mentali abbiamo perciò cercato di non attribuire un ruolo secondario agli elementi immateriali dell’ambiente (come gli odori o i suoni), che incidono così fortemente sulla qualità della nostra vita. Codesto progetto didatticosperimentale ha permesso anche di verificare quanto un gruppo di alunni abbia appreso in termini di affettività, relazione con gli altri, emozionalità. Gli insegnanti, inoltre, si sono ispirati ad alcuni fondamentali valori pedagogici quali: il rispetto del singolo nel suo modo di apprendere, l’autonomia critica, l’autenticità di ogni individuo. In questo modo la Scuola viene percepita come luogo di affermazione e di sperimentazione di valori. Questo iti- nerario didattico ha costituito il punto di partenza per una possibile programmazione partecipata. I risultati ottenuti aspirano a testimoniare fasi di un lavoro significativo per un apprendimento lungo tutto l’arco della vita. 3. L’intervista all’ingegnere Elsabi Akram, Ufficio tecnico, Comune di Polignano a Mare (Bari) La realizzazione di un incontro presso l’Ufficio tecnico del proprio Comune di appartenenza ha consentito agli alunni di consultare la pianta dell’edificio scolastico e di acquisire nuove informazioni sulla progettazione e costruzione di una scuola. Questa è l’intervista che i bambini hanno ideato per conoscere appieno la lunghezza, l’altezza, la larghezza della scuola, per saper operare in modo attivo, cioè fisicamente e mentalmente (manipolando forme e rappresentazioni spaziali) e per comprendere nuovi concetti geografici: scala (di riduzione, grafica, numerica), ubicazione-funzione, localizzazione, risorsa territoriale. Domanda: Quando il Comune decide di costruire un edificio scolastico quale iter segue? Risposta: Il Comune parte dall’analisi di un bisogno. La costruzione di una scuola fa riferimento all’Ufficio di statistica per osservare quale potrebbe essere effettivamente l’utenza. La scuola pertanto viene costruita se ci sono utenti e se si dispone delle risorse necessarie. L’ingegnere comunale individua nel bilancio i fondi per la scuola ed il tecnico quantifica le risorse di cui si necessita. Domanda: I bambini possono esprimere il loro parere nella progettazione di un edificio scolastico? Risposta: Anche i bambini potrebbero esprimere il loro parere per una scuola in funzione alle loro esigenze. Nella costruzione di una scuola medici, psicologi, architetti collaborano per rendere il più possibile vivibile l’ambiente scolastico. Domanda: Quando si intende realizzare una scuola, come viene scelta la localizzazione ottimale e perché? Risposta: Quando si costruisce una scuola interagiscono assessori, consiglieri e anche cittadini. L’edificio scolastico viene localizzato in un luogo accessibile agli utenti. Le strade vicino all’edificio devono essere ampie e facilmente percorribili. Nel tempo cambiano le tendenze, una volta le scuole venivano costruite nel centro della città, oggi si preferisce farle sorgere in periferia per consentire accesso veloce alle auto che trasportano i bambini. Questa tendenza attuale presenta però un grosso rischio: Fig. 3. La progettazione dello spazioscuola di un alunno della 4^A – “G. Rodari” di Polignano a Mare (Ba), a.s. 2008/2009. Fig. 4. Mostra finale: partendo da sinistra si possono riconoscere le responsabili del percorso formativo la maestra Maria Lattarulo, Francesca Bovino, Giovanna Spinelli e la maestra Anna Facciolla. 43 Laboratorio didattico la scuola pian piano si allontana dalla città. È fondamentale quindi un riavvicinamento ed un aprirsi della scuola alla comunità. Domanda: Qual è la superficie sufficiente per poter costruire una scuola? Risposta: La superficie di una scuola dipende dalla richiesta della comunità, in base alla domanda ci si attiva per una adeguata risposta. Nel programmare la superficie di una scuola si tiene presente la previsione di crescita dell’utenza. Un ambiente scolastico non utilizzato è fonte di spreco energetico senza il ricavo di un utile. Domanda: La scuola “G. Ro- dari” quanti metri quadrati occupa? La scuola “G. Rodari” occupa circa 7000 metri quadrati. Ogni aula ha una superficie di circa 36 mq. Risposta: Quando è stata costruita la scuola “G.Rodari” e quante volte è stata modificata nella sua struttura? È stata realizzata nel 1960 e Tab. 1. “Quadro di sintesi dell’Unità di Apprendimento”. Titolo dell’UA Dalla percezione alla progettazione partecipata dello spazio-scuola Indicazione dei soggetti impegnati Scuola primaria, classe IV Tempi di svolgimento Durata totale: 3 mesi Ore alla settimana: 3. Discipline coinvolte Geometria ed Educazione civica. Spazi necessari ed eventuali materiali Interni alla scuola: aula, edificio scolastico Esterni alla scuola: Municipio del Comune di appartenenza della scuola Materiali: metro, distanziometro, atlante, macchina fotografica Obiettivi Utilizzare linguaggi e codici diversi per analizzare, comprendere ed interpretare lo spazio (codificato, progettato e rappresentativo). Competenze /abilità Conoscere e utilizzare il linguaggio della geo-graficità. Costruire e arricchire le mappe mentali. Realizzare rappresentazioni cartografiche con relativa legenda. Ricercare e selezionare informazioni geografiche da fonti diverse. Rappresentare i dati raccolti. Metodologia di lavoro Lezioni frontali, apprendimento cooperativo, lezioni itineranti, attività laboratoriali. Nuclei tematici affrontati L’acquisizione di conoscenze inerenti la cartografia, l’orientamento e la scoperta del valore educativo della cittadinanza. Concetti geografici di: superficie, area, scala, distanza, ubicazionefunzione, localizzazione, risorsa territoriale. Percorso didattico • • • • • • • • • Rappresentazione grafica spontanea dell’aula. Applicazione della tecnica dell’osservazione diretta dello spazio-aula e dello spazio-scuola. Lezione frontale per la comprensione del concetto di spazio codificato. Esplorazione percettiva dell’aula. Elaborazione scritta della fase precedente. Elaborazione della mappa mentale-sensoriale dell’edificio scolastico. Visita presso gli uffici del Municipio del Comune di appartenenza della scuola. Applicazione della tecnica didattica dell’intervista. Mostra finale sulla progettazione partecipata. Produzione degli allievi Produzione libera di un testo iconico, scritto e verbale dell’esperienza vissuta. Realizzazione di mappe mentali. Realizzazione di testi iconici relativi alla progettazione propria della scuola. Coordinazione per la conduzione di interviste. Modalità di verifica e Valutazione Si valuterà l’interesse e la partecipazione alle attività proposte e la capacità di apportare contributi positivi al gruppo. Prove strutturate e non, di tipo orale e scritto; utilizzo di simbologia appropriata; questionario di autovalutazione. Griglie di osservazione. 44 Questa tabella è stata realizzata secondo lo standard AIIG, presentato in occasione del 52° Convegno Nazionale, svoltosi a Saint Vincent (Aosta) nell’Agosto 2009. col tempo è stata sottoposta a differenti modificazioni avvenute nel 1980 ed infine nel 2000. Domanda: Quali sono le caratteristiche che una scuola dovrebbe possedere? Ogni ambiente risponde alla logica del bisogno. È la funzione a stabilire come deve essere la struttura. Bisogna far riferimento alla ergonomia, scienza che studia come l’uomo si muove nello spazio. Pertanto in un’aula ogni alunno necessita di 2,50 mq di superficie per viverci al meglio. Risposta: Se volessimo orientare il nostro edificio scolastico in quale parte della città possiamo collocarlo? Risposta: La vostra scuola si trova nella parte sud-est di Polignano a Mare. Domanda: Chi ha progettato la scuola “G. Rodari”? Risposta: La scuola “G. Rodari” è stata progettata dall’ingegnere Gennaro Giangrande. L’incontro con l’ingegnere dell’Ufficio tecnico è stato animato dalla curiosità, insita negli alunni, di conoscere quali fossero i protagonisti che agiscono durante il percorso di progettazione di una scuola ed in particolare dal voler comprendere se fra questi fosse possibile la partecipazione attiva dei bambini, che costituiscono i diretti interessati (i cosiddetti stakeholder, cioè i portatori d’interesse). La disponibilità mostrata dalle pubblica amministrazione nel sostegno di questo progetto e la sensibilità del corpo docente dimostrano la trasferibilità e la replicabilità di questa esperienza. 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