Omaggio della Svizzera all`emigrazione italiana

Transcript

Omaggio della Svizzera all`emigrazione italiana
Omaggio della Svizzera all’emigrazione italiana
All’Istituto svizzero di Roma in mostra “Il lungo addio”.
L’emigrazione italiana in Svizzera dopo il 1945.
138 foto su uno dei fenomeno socio-economici più intensi e drammatici
che hanno segnato nel secondo dopoguerra i rapporti italo-svizzeri.
Uno sguardo all’ indietro verso il paese. Gli
occhi inumiditi. Il viso scarno. Una mano
saluta dal finestrino di un treno, zeppo da
morire. Ultimi attimi prima del viaggio verso
l’incognito.
E’ questa una delle 138 fotografie in mostra
fino all’11 luglio prossimo all’ Istituto culturale
Famiglie intere accampate nelle stazioni
svizzero di Roma. Una foto che racchiude
(foto G. Berengo, Limmat Verlag)
nella sua drammaticità 50 anni di storia italosvizzera. Storia spesso dimenticata, forse anche rimossa soprattutto da chi di quel flusso
ininterrotto di “braccia” piu’ ne approfitto’ -la Svizzera.
Famiglie intere accampate nelle stazioni
La copertina del libro
(Limmat Verlag)
“Fra il 1950 e il 1970 furono complessivamente fra i 3 e i 4 milioni gli italiani che
emigrarono verso la Svizzera”, dice a swissinfo, Dieter Bachmann, direttore dell’ Istituto svizzero di Roma e curatore
della mostra.
Valige di cartone infilate dai finestrini dei treni. Famiglie intere accampate in sordide sale d’aspetto. File ininterrotte di
questa umanità disperata che scorrono come un fiume in piena sulle banchine delle stazioni.
Uomini con la sigaretta che pende da labbra chiuse, lo sguardo perso. Donne in
nero dal volto fiero, con un neonato in braccio.
“Questa gente era costretta a partire”, dice Bachmann, perché nei loro paesi erano
diventato impossibile non solo trovare lavoro ma sopravvivere”.
Non esito a usare
anche la parola
vergogna.
La fuga della speranza: prima tappa le stazioni di frontiera. Visita medica: uomini e
donne tutti assieme come al mercato dei buoi.
Dieter Bachmann, curatore
Poi il tanto sognato lavoro. Lontano. Su nel freddo delle montagne. Nelle baracche
abbarbicate sugli strapiombi della Verzasca, dell’alto Vallese, dei Grigioni.
Dighe dai muri altissimi, minacciosi, mortali.
La tragedia: quella di Mattmark. Era il 1965. Una cinquantina gli italiani morti. Non ebbero mai giustizia.
Operai dai visi intrisi di polvere nera. Nera come la morte. Quanti non fecero piu’
ritorno dai quei lunghi cunicoli scavati nelle rocce. Quanti caddero dalle
impalcature o morirono per le esalazioni delle fonderie.
Poi venne l’integrazione, lenta ma inesorabile. Ma a qualcuno, scoprire che alle
braccia erano attaccati anche degli uomini non piacque molto. Le iniziative
Schwarzenbach, xenofobia, leggi opprimenti.
“Non esito a usare anche la parola vergogna per le difficoltà a cui spesso gli
stranieri venivano sottoposti in Svizzera, dice Bachmann. Partiti xenofobi che non
hanno mai accettato la diversità. Oppure l’umiliante statuto stagionale”.
Foto di prime comunioni. Bambine con il velo bianco. Tanta gente attorno a un
tavolo. La festa.
L'ultimo sguardo dell'emigrante
(Foto Roger Wehrli, Limmat
Verlag)
Il primo concorso canoro. Le prime squadre di calcio. La prima 500.
I movimenti sindacali. Una tavolata con in primo piano il sindacalista Ezio Canonica al Cooperativo di Zurigo.
Ma la storia si ripete
Storie che sembrano archeologia. Eppure era solo ieri. C’è chi si è costruito la casa al paese. Il salotto buono. Mobili
pacchiani ma che fanno moderno, che fanno ricchezza.
Storie a lieto fine, ma il lungo addio è già iniziato per altri: stazione di polizia; madre algerina con il figlioletto accanto.
Foto segnaletica: clandestini.
swissinfo, Paolo Bertossa, Roma
CONTESTO
"Il lungo addio — Der lange Abschied".
Una storia fotografica sull’emigrazione italiana in Svizzera dopo la guerra — 138 fotografie che documentano il periodo
a partire dal 1945.
Edizione bilingue in tedesco e italiano.
L'esposizione è a Roma all'Istituto svizzero fino all'11 luglio.
Sarà poi allestita a Coira dal 7 novembre al 15 febbraio 2004 e a Zurigo dal 26 febbraio al 23 aprile 2004.
SITI CORRELATI
z
z
----
Istituto svizzero di Roma
Limmat Verlag